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PER EVITARE UNA MULTA


di Grande_Bruno
15.10.2024    |    161    |    0 6.0
"Io risalii in macchina e ripartii verso il mio impegno urgente..."
Alcuni anni fa, quando ancora non ero in pensione, mi accadde un curioso quanto inaspettato episodio che negli anni è rimasto impresso nella mia memoria.

Il mio ufficio era a via Merulana a Roma e quel giorno dovevo portare un piano di lavoro al mio capo che si trovava a Ostia, vicino alla mia abitazione. Immediatamente mi misi in macchina e, ignorando tutte le più elementari norme di sicurezza, correvo in mezzo al traffico come se non ci fosse un domani.

Avevo imboccato la via del mare e mancavano dieci minuti alla meta. «È tardi, accidenti, proprio oggi doveva succedere un incidente… non posso arrivare in ritardo…». In macchina in coda a senso unico alternato e c’erano sono pure i vigili che regolavano il traffico. Non me la sentivo di fare il furbetto, però non potevo nemmeno arrivare tardi. «Che faccio? O la va o la spacca io vado!», pensai fra me. E così superai la coda di auto, incrociai lo sguardo della vigilessa che mi fissò stupita, mentre io feci finta di nulla e accelerai via…

Arrivarono puntuali le urla e le fischiate della vigilessa, che tra l’altro era anche bona. Io non faccio mai cavolate per strada ma quel giorno non potei fare altrimenti… Notai dallo specchietto che la solerte vigilessa montò sulla sua autopattuglia e mi inseguì a sirene spiegate. Avevo sperato che lasciasse perdere, che prendesse la targa e multa a casa stop! Invece mi si mise proprio dietro, dopo circa 2 km ero nei pressi della «pineta di Ostia» ed ero quasi arrivato. Rallentai, lei mi si affiancò e mi fece cenno di accostare…

Mi fermai e rimasi dentro l’auto... lei smontò dalla sua e mi arrivò al finestrino dicendomi

«Buongiorno, lo sa che lei rischia una multa salatissima e qualche bel punto sulla patente? Mi dia patente e libretto per cortesia!».

Io ero rosso in viso e consegnai tutto alla bella vigilessa, senza aprire bocca: tanto che potevo dirle? Avevo torto marcio e basta… Notai però che sporgendosi per prendere i miei documenti, la vigilessa aveva anche una bella scollatura che faceva intravedere un reggiseno di pizzo nero. cominciai ad avere uno strano «prurito» alle parti basse… mi stavo eccitando, accidenti!!! La vigilessa tornò alla sua auto per fare i debiti controlli ma notai, dallo specchietto, che cominciò a toccarsi il basso ventre. Appoggiò una mano sul cofano della macchina per reggersi in piedi e pensai che forse stava male. Scesi dall’auto, mi avvicinai e le chiesi:
– “tutto a posto? Si sente bene?”, lei mi guardò e sudata in volto mi dice:
– “credo di avere dei problemi con il lattosio!”, capii subito la situazione, aveva delle coliche fortissime, lei si guardò in giro e mi fece un cenno:
– “venga con me!”.

Io, in imbarazzo, chiusi la macchina e la seguii. Andammo nella pineta poco fuori la strada e mi disse: «senta, io devo assolutamente liberarmi, però lei deve stare con me, perché non mi fido a lasciarla solo, può svignarsela!».

Alle sue parole ebbi un brivido di forte eccitazione che mi attraversò tutto il corpo… Le risposi che mi stava bene e, che se era questo che mi ordinava, io obbedisco… Mi intimò di voltarmi e io eseguii, sentii che si abbassava i pantaloni e le mutandine, si accovacciò e lo spettacolo iniziò... una scorreggiona fortissima accompagnò l’evacuazione di una vera e propria «malta» marrone. Io non ce la feci più, tirai fuori il cazzo e iniziai a segarmi, mi girai e mi godetti lo spettacolo… lei, a sua volta si girò per controllare che stessi facendo, mi vide così e disse:
– “Ma che fa?”, io presi coraggio e le dissi:
– “Sei bellissima così; hai un culetto da favola ed in questi momenti, sei sensuale e mi ecciti
da matti!”.

Al che lei fece un mezzo sorrisetto e si rilassò. Le uscì ancora molta cacca a spruzzo con rumori molto forti, lei si girò ancora e, guardandomi negli occhi, mi disse:
– “Mi vergogno a farmi vedere così! Chissà che racconterà di me ai suoi amici!” ed io per tranquillizzarla le dissi subito:
– “Ma no, figurati, resterà il nostro segreto, poi non ti devi vergognare, ai miei occhi sei sexy
e non sporca!”.

Lei gemette un po’ per gli sforzi e cominciò ad uscire un bel fiotto di pipì dalla fighetta ed ancora un po’ di cacca dal culetto dilatato… Io mi avvicinai e le dissi:
– “sono eccitato, posso segarmi qui davanti a te?”, lei acconsentì ma disse:
– “ok però devi dirmi che sono la tua sporca troietta!!!”, io non me lo feci ripetere due volte,
– “certo tesoro, la più troia che abbia mai conosciuto, perversa sporcacciona, forza fammi
vedere che caghi per me… sembri una vacca!!”.

Lei iniziò a toccarsi la fighetta bagnata non solo di pipì e gemette, la scena era straordinaria, mi fece cenno di avvicinarmi per prendermelo in bocca. «Sììì, arrivo!». Ma ero talmente preso dalla cosa, che la sborra schizzò davanti a lei prima ancora che le sue labbra si potessero appoggiare sulla mia cappella. Un copioso schizzo le finì sul volto e, con mia piacevole sorpresa, vidi che lo raccolse con due dita e se lo mise in bocca, gustandoselo! La cosa purtroppo finì lì, lei si pulì il culetto e mi chiese di guardare se era ben pulito. Mi avvicinai e osservai quel fiorellino meraviglioso ancora aperto e all’apparenza ben pulito, anche se ancora odoroso. Le dissi per sicurezza di spingere un po’ per vedere meglio, lei si sforzò ed il buchetto si aprì ancora, rivelando l’interno rosato ma con tracce di marroncino. Allora ci sputai sopra e, con un fazzolettino, lo pulii bene in profondità. Lei fece un gemito di piacere, le feci vedere che sul fazzolettino sono rimaste tracce marroncine per cui era necessario il mio aiuto. «mmmh che spettacolo!». Avrei voluto provare a toccarglielo e leccarglielo ma non ebbi il coraggio. Sembrò che la fase eccitante per lei era calata, così mi limitai a dirle che era tutto a posto, lei ridacchiò e si rivestì.

Tornammo in strada, mi guardò, mi riconsegnò i miei documenti e mi salutò toccandomi il «pacco», io rimasi interdetto, sicuro di dover prendere la multa e le dissi:
– “e la multa?”, lei si girò e mi sorrise:
– “quando faccio la cacca così bene, dopo mi sento, oltre che una troietta perversa, anche
più buona d’animo, che ci vuoi fare?”.

Io risalii in macchina e ripartii verso il mio impegno urgente. Ridacchiavo mentre, guardando dallo specchietto, la vidi che stava risalendo in macchina e l’eccitazione cominciò a tornarmi mentre tra me e me pensai «No, non sei buona, quando caghi così, sei sicuramente BONA!»
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