Lui & Lei
IL VICINO DI CASA (2/4)
di Grande_Bruno
11.11.2024 |
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"Aveva persino indossato una catenina d’oro che le avevano regalato i suoi genitori per la Cresima diversi anni prima..."
Questa è la seconda parte della storia vera (un po' romanzata) di come ho conosciuto quella che è attualmente la mia metà. Mi piace continuare a raccontarla affinché la memoria della mia gioventù non si perda.Parte 2/4
Passarono la giornata prendendo un po’ di sole, facendo un paio di bagni e giocando a beach volley con un’altra coppia di amici conosciuti sulla spiaggia. Parlarono anche molto delle loro passioni: Elena del Taekwondo, Bruno del suo lavoro nelle forze dell’ordine e del teatro che praticava a livello amatoriale abbandonato per il suo lavoro. Al ritorno, Bruno volle fermarsi in un locale carino che conosceva, per bere un aperitivo insieme alla sua amica. Elena fece per estrarre il portafoglio ma Bruno la bloccò ed allora lei chiese:
– “Questi non posso offrirli io?”,
– “no Elena, l’aperitivo offerto dall’uomo fa parte di quel romanticismo che ti ho chiesto”.
Elena sorrise e gli schioccò un tenero bacio sulla guancia, prima di prendere il calice del suo vino bianco e fare «cin cin» con quello di Bruno. Giunti a casa, prima di scendere dall’auto, Elena chiese:
– “Stasera ci vediamo?”,
– “va bene. Mettiti dei jeans attillati o dei leggings. Ti aspetto dopo cena”.
Quando Elena suonò il campanello di Bruno, in quei pochi secondi che passarono prima dell’apertura della porta, a entrambi tornarono nella mente le carezze di tre sere prima: non era stata un’esperienza asettica come avevano immaginato, a entrambi era piaciuto che le loro bocche si fossero possedute reciprocamente e che i propri corpi si fossero accarezzati con lascivia. Quando Bruno aprì fu lui ad accogliere Elena con quel bacio sulle labbra che negli ultimi giorni era lei a riservare per il suo amico. Bruno aveva preparato il caffè: sapeva che la sua piccola amica ne era ghiotta e per Elena quella piccola attenzione era la conferma che il suo vicino più grande era stata la scelta giusta per avere lezioni di sesso: in lui c’era la dolcezza che desiderava nel divenire più esperta.
Terminato il caffè, Bruno si alzò e guardò Elena, la quale capì e lo seguì fino al suo divano: si misero entrambi in ginocchio su di esso e cominciarono a limonare, dapprima quasi con tenerezza e poi selvaggiamente. Bruno accarezzava ora teneramente ora con più decisione il sedere di Elena avvolto nei leggings: le aveva chiesto di indossare un paio di pantaloni più attillati proprio per godere al meglio dei suoi tonici glutei. Staccandosi dalla stretta della ragazza, Bruno le chiese: «Mettiti seduta in braccio a me!». Bruno si mise sul divano in posizione normale ed Elena si piazzò sulle sue gambe, col culo che centralmente era proprio addosso al pacco di Bruno che stava prendendo vigore. La ragazza si accorse dell’imminente eccitazione e si strusciò con le chiappe su Bruno per rendere il suo membro duro al massimo grado. Bruno poso le sue mani dolcemente sulla pancia di Elena e la tirò verso di sé fino a che la schiena della ragazza toccò il petto di Bruno.
Lui accarezzò la pancia ancora coperta dalla maglietta di Elena e scivolò più su fino a toccarle il seno e poi di nuovo giù fino alla pancia per poi ripetere l’operazione. Tolse le mani per passarle una mano tra i lunghi capelli e dolcemente farle girare il viso per baciarla. Rimise le mani sulla sua pancia ma per sollevarle lentamente i lembi della maglietta fino a levargliela del tutto e gettarla da qualche parte nella sala. Bruno continuò massaggiandole le sue toniche spalle e piano piano facendole cadere le spalline del reggiseno. Appoggiando la sua bocca sulla schiena nuda di Elena, Bruno glielo sganciò del tutto ed Elena stessa lo fece scivolare in fondo al suo corpo: ora il giovane seno di Elena svettava libero nell’aria ed i suoi capezzoli, già turgidi, fremevano sotto il tocco delle dita di Bruno, il quale aveva riportato la schiena della sua amica contro il suo petto e aveva cominciato a massaggiare quelle dolci piccole sfere.
Ogni tanto Elena girava il suo volto per cercare le labbra di Bruno: i suoi occhi chiusi testimoniavano il suo coinvolgimento e Bruno non rifiutava mai la sua bocca. Bruno intrufolò anche una mano in mezzo alle gambe di Elena ancora coperte dai leggings: per la ragazza fu spontaneo allargarle per permettere a Bruno di toccarla meglio e, presa dall’eccitazione, si alzò un attimo, per levarseli insieme alle scarpe che indossava e lanciarli via. Si risedette poi spontaneamente in braccio a Bruno il quale continuò a giocare col suo seno e solo di tanto in tanto infilava una mano sull’esterno delle mutandine della sua amica, unico indumento che indossava, percependone l’umidità dovuta all’eccitazione. Bruno decise che per quella sera bastava così e invitò Elena a rivestirsi. Dopo un attimo di esitazione, dovuta anche alla delusione di interrompere quel momento, Elena si alzò e cominciò a riassettarsi, esprimendo il suo disappunto:
– “Peccato però, Brù. Mi stava piacendo”,
– “anche a me…”
Dopo quella serata Bruno ed Elena non riuscirono a incontrarsi per una settimana: Bruno aveva diversi impegni di servizio e con la sua mente era assorto dalle preoccupazioni lavorative, ma quando era a casa, prima di andare a letto, pensava ad Elena: si era accorto che le mancava. E così tutte le sere le mandava un messaggio di buonanotte, scusandosi per dover rimandare ancora il prossimo incontro e promettendole che appena avrebbe risolto i suoi urgenti impegni lavorativi le avrebbe fatto passare una bella serata. Anche Bruno mancava ad Elena tanto che al pomeriggio, appena terminato di studiare, lo chiamava: lui non sempre rispondeva e quando rispondeva chiudeva la conversazione in fretta, mortificato per non poter stare al telefono con lei. Bastava però il messaggio della buonanotte per far passare ad Elena ogni delusione. Soprattutto fu il messaggio della buonanotte di una settimana dopo a rasserenare completamente l’animo della ragazza:
– Bruno: «ti auguro una dolce notte, Elena. Ho terminato le cose urgenti al lavoro e domani e dopodomani ho due giornate libere. Domani sera ti va di venire a cena da me? Buonanotte cucciola!»;
– Elena: «Certo che ci vengo Brù! Un bacio, anzi due!»,
fu la risposta della ragazza prima di lasciarsi andare al sonno.
Elena si era vestita in maniera elegante per andare a cena dal suo amico, ci teneva ad apparirgli bella non solo per essere eccitante ma anche per dimostrargli che aveva apprezzato il suo pensiero: indossava una gonna longuette nera ed un elegante maglietta dello stesso colore appena lavorata sullo scollo appena accennato ed una giacchina leggera sempre nera lasciata aperta; 10 centimetri di tacco di scarpe lucenti di una nota firma, anch’esse nere e sulle gambe due collant di color chiaro fino a coprirle il sedere, valorizzato da un perizoma non eccessivamente minuscolo, di colore bianco candido.
Il perizoma non era un capo che Elena, nella sua giovanile pudicizia, aveva indossato spesso, ma riteneva che Bruno meritasse di vederla con quel capo: Elena era consapevole di essere bella, quel fisico minuto modellato dalla danza e rafforzato dal Taekwondo, era un bel bocconcino per gli occhi maschili e quel capo sexy l’avrebbe resa ancora più desiderabile per Bruno. Aveva lavato accuratamente I suoi lunghi capelli ricci e si era cosparsa il viso di alcune gocce del suo profumo preferito. Aveva persino indossato una catenina d’oro che le avevano regalato i suoi genitori per la Cresima diversi anni prima.
Anche Bruno aveva scelto di essere elegante per quella sera, seppur contenuto entro certi limiti: indossò ai piedi mocassini neri lavorati finemente con calze sottili di cotone a mezza coscia dello stesso colore, jeans attillati e una camicia bianca sopra la quale portava un’elegante giacca da ufficio di colore nero. Aveva curato i suoi capelli con una buona dose di gel e anch’egli aveva usato qualche goccia di profumo. Quando Bruno aprì la porta ad Elena, entrambi rimasero qualche istanti a guardarsi, estasiati dalle rispettive eleganze, finché Bruno prese la mano di Elena e le fece il baciamano alla francese su quell’arto dove spiccava il colore rosso dello smalto sulle unghie.
Bruno aggiunse un: «sei bellissima, Elena» guardandola negli occhi prima di lasciarle la mano e farle cenno di entrare. Elena non riusciva a profferire parola: non si aspettava tanta eleganza e raffinatezza dal suo amico, il quale la invitò ad andare con lui sul suo ampio terrazzo per un aperitivo: appena Elena uscì sul terrazzo vide un tavolo apparecchiato con sopra tartine al philadelphia, frittatina con zucchine, olive verdi giganti e bruschette al pomodoro. Al centro del tavolo, un vaso di cristallo in cui si ergeva un colorato mazzo di fiori; in un tavolo più piccolo a fianco, il secchiello del ghiaccio con dell’ottimo Franciacorta in fresco. Bruno prese i fiori dal vaso e li porse ad Elena dicendole:
– “Questi sono per te. Le rose rosse mi parevano un po’ troppo…impegnative, ma spero ti piacciano lo stesso”. Elena affondò il volto chiudendo gli occhi dentro quel mazzo di fiori per inspirarne il profumo. Riaprì gli occhi e si rivolse a Bruno:
– “sono bellissimi. E tu sei matto. Fatti dare un bacio”.
Bruno si avvicinò ad Elena per ricevere uno dei suoi soliti baci sulle labbra, anche se stavolta la ragazza pigiò le proprie labbra con più intensità e più a lungo. Bruno invitò la ragazza a rimettere i fiori nel vaso ed a fare un brindisi: versò due calici di Franciacorta e dopo averli fatti cozzare bevvero quel delizioso vino, sorseggiandolo piano piano. Elena si sentiva già ebbra dopo il primo sorso, ma forse non ere l’effetto del vino ma l’effetto di tutte quelle attenzioni che Bruno le aveva riservato.
I due assaggiarono quello sfizioso antipasto e bevvero in mistico silenzio quel prezioso vino bianco, ma senza smettere mai di guardarsi negli occhi. Alla richiesta di Bruno se volesse un altro sorso, Elena rifiutò e dunque egli la invitò a venire dentro ed a sedersi a tavola: quando Elena vide che il primo piatto che gli venne servito era un profumatissimo risotto ai funghi porcini provenienti dalla campagna romana e che in tavola, oltre a una caraffa di fresca acqua di fonte, vi era del pregiato vino rosso di Montepulciano, rimase ancora più esterrefatta e non poté fare a meno di esprimersi ad alta voce:
– “Cavolo, Brù, io pensavo a una cosa semplice: pensavo che avremmo mangiato una banale pasta con un po’ di prosciutto e formaggio e avremmo magari bevuto una birra”, Bruno restò ammutolito qualche secondo ma poi parlò:
– “se vuoi una birra in frigo ce l’ho”,
– “ma no, scemo: intendevo dire che è tutto bellissimo e che non mi aspettavo quest’accoglienza, in fondo è una cena tra amici”,
– “amici sì, ma non abbiamo qualcosa in programma per dopo?”,
– “sì, ok, ma…”, Bruno la zittì versandole un calice di Montepulciano e facendo un brindisi:
– “alla nostra amicizia…speciale”.
Elena non disse nulla, alzò il calice e bevve. Bevve più del suo solito, ma solo così riuscì a godersi il seguito della cena preparata dal suo vicino: un bel vitel tonnè al profumo di rosa con insalata mista fu la seconda portata mentre due coppe di fragole con panna furono il dessert, accompagnato da ottimo Cartizze. Caffè e arancino fatto in casa furono il degno coronamento di quella straordinaria cena ed il preludio a ciò che sarebbe successo poco dopo: in entrambi si sarebbero scatenati i sensi.
Finita la cena i due ragazzi si accomodarono sul divano per gustarsi il secondo giro di arancino: Bruno aveva preparato il caminetto e mentre armeggiava per accenderlo Elena gli fece una domanda.
– “Perchè vuoi accendere? Non è freddo”,
– “voglio accendere non per il freddo ma per l’atmosfera”. Quando quei ceppi di faggio presero fuoco, Bruno tornò a sedersi accanto ad Elena, la quale, carezzandolo tra i capelli corti, espresse tutta la sua approvazione:
– “Brù, io sono mezza ubriaca ma ti voglio dire che stasera sei stato dolcissimo”,
– “davvero, Elena?”,
– “sì: l’aperitivo sul terrazzo, i fiori, la cena elegante e adesso anche il camino… bellissimo!”,
– “…e pensa che non ho ancora finito di essere dolce con te!”.
Elena si interrogò in silenzio sulle intenzioni di Bruno, mentre questi mise due cuscini su una sponda del divano e gentilmente vi spinse contro la sua amica: una volta appoggiata la testa di Elena, Bruno prese le gambe della ragazza, se le mise sulle proprie e le tolse i tacchi da 10 centimetri, cominciando un lieve massaggio ai suoi piedini coperti dai collant. Quelle attenzioni stavano intrigando Elena e, mentre le carezze di Bruno, dai piedi si erano spostate sulle gambe, Elena pensava a una maniera di essere altrettanto intrigante. Quando Bruno era arrivato con le mani sotto la gonna di Elena, la quale lo lasciava accarezzare con forza le sue cosce di sportiva, ebbe un’idea: lasciò che Bruno la scaldasse ancora un po’ con le mani e poi disse:
«Anch’io voglio fare qualcosa di intrigante per te”. Bruno smise di accarezzarla e la guardò interrogativo negli occhi. Elena si alzò, levò tutti i possibili ostacoli e prese il suo smartphone. Accedendo a YouTube, selezionò una canzone poi diede il telefono a Bruno e chiese di farla partire appena lei avrebbe dato il via; Elena aveva deciso di sfruttare le sue qualità di ballerina improvvisando uno striptease a ritmo di danza. La canzone prescelta era «Goodnight Moon» dei «Shivaree» e già dalle prime due movenze di Elena, Bruno rimase strabiliato dalla sensuale bellezza fisica ed artistica della ragazza.
Le sue curve morbide che seguivano la melodia, i suoi occhi neri che pur muovendosi intorno al suo corpo fissavano costantemente Bruno, lo avevano scaldato già da quando Elena aveva levato il primo capo che indossava, la giacchina nera di pelle. Quando poi Elena danzando aveva fatto volare via anche la canotta nera scoprendo il suo reggiseno bianco, Bruno si era sentito prendere fuoco. La temperatura nelle sue gote era aumentata ancora quando, davanti a lui, Elena aveva lasciato scivolare via la gonna. Riprese a danzare e, da terra, con mosse da danzatrice professionista, si sfilò i collant restando di fatto solo con l’intimo. Gli ultimi passi di Elena coincisero col suo reggiseno lanciato in aria e il suo sedersi in braccio a Bruno proprio sull’ultima nota della canzone. Bruno cinse la pancia nuda di Elena e scostandole i capelli la baciò sul collo. In quella stanza era tornato il silenzio e gli unici rumori erano il crepitio del camino ed i loro respiri profondi. Restarono così alcuni istanti finché Elena ruppe la quiete:
– “Vedo, anzi, sento, che il mio spettacolino ti è piaciuto”. Il sesso di Bruno infatti aveva davvero apprezzato ed Elena sentiva chiaramente l’erezione sul suo sedere appena ricoperto dal suo perizoma bianco.
– “Sei stata fantastica, Elena”, riuscì a sospirare Bruno. Prendendola gentilmente per i fianchi, fece a capire ad Elena di alzarsi.
Ora avrebbe dovuto renderla nuda nella sua integrità: ne erano entrambi consapevoli ma Bruno voleva essere davvero gentleman con la sua giovane amica tanto da chiederle il consenso. Davanti al viso del ragazzo si ergevano i glutei scolpiti di Elena e, dopo averli osservati con ammirazione, prese gentilmente i lembi del perizoma di Elena e le chiese:
– “Posso?”, la ragazza sussurrò un
– “sì” sottovoce: più che imbarazzo provava dell’emozione.
Bruno fece scivolare il suo intimo fino ai suoi piedi, dai quali Elena stessa lo tolse, e Bruno avvicinò la sua bocca al tenero sedere della sua amica per darle dei piccoli morsi che la fecero sussultare. Bruno fece poi capire ad Elena di voltarsi. La ragazza lentamente si girò: ora Bruno aveva davanti il luogo più segreto di Elena, che guardava il suo amico dall’alto in basso per vedere le sue reazioni durante la rivelazione della sua essenza di femmina. Bruno guardò Elena negli occhi, fece solo una carezza al suo luogo della passione e poi, sempre a gesti, invitò Elena a mettersi a smorzacandela sopra di lui. Non appena lo fece, Bruno la baciò ed i due cominciarono un vortice di lingue che si esauriva soltanto quando Bruno si dedicava a baciare e stimolare con la lingua le piccole ma belle tettine di Elena, prima di tornare dalla bocca della sua amica.
Ora anche Elena si stava scaldando. «Sei troppo vestito!», disse all’improvviso Elena a Bruno ed armeggiò per levargli la giacca. Dopo averlo fatto tornò a baciarlo e a muoversi come un’anguilla sopra di lui. Iniziò a sbottonargli la camicia e, quando fu a torso nudo, Bruno fece sdraiare Elena nella stessa posizione di quando aveva cominciato il massaggio ai piedini, ma stavolta, dopo essersi tolto la camicia aperta, le sue mani si posarono sopra il suo seno, accarezzandolo appena, per poi scivolare più giù, lungo la pancia e arrivare alle intime umidità della sua amica.
Ricordandosi della brutta esperienza che Elena ebbe col suo primo moroso con quel preliminare, le chiese di avvertirlo: «Se in qualsiasi modo ti faccio male me lo devi solo dire, ok?». Elena asserì col capo in silenzio e Bruno intrufolò pian piano il suo dito indice dentro Elena: dopo pochi lenti movimenti la ragazza cominciò a sospirare ed a diventare ancora più bagnata. Bruno era decisamente bravo con le dita e quella masturbazione stava soddisfacendo Elena, che ebbe un orgasmo: ma anche se la sua voce non espressa nulla, i suoi sospiri più profondi e le sue contrazioni muscolari, oltre che l’aumento dei suoi umori, rivelarono a Bruno l’appagamento fisico della sua amica.
Elena, pur senza parole, fece capire il suo stato d’animo al suo amico: alzandosi, lo abbracciò e lo tirò sopra di sé per baciarlo col fuoco nelle sue labbra. Bruno ricambiò quella passione per un attimo, ma poi tornò in sé e decise che per quella sera lì doveva bastare così.
– “Rivestiti Elena. Per stasera è sufficiente così”,
– “…non vuoi che ricambi?”,
– “stasera no. La prossima volta”. Elena si alzò e cominciò a rivestirsi, ma, mentre infilava i collant, pregò il suo amico:
– “non mandarmi via subito, Brù. Io mi rivesto ma fammi stare ancora un po’ con te. Non rovinare tutto”,
– “va bene Elena. Resta qua. Vado un attimo in bagno”.
In bagno Bruno, dopo essersi dato una sciacquata, si guardò nello specchio e fece delle domande alla sua immagine riflessa nello specchio: «sei sicuro Bruno che le stai facendo solo un favore? Sei sicuro che stai soltanto esaudendo il suo desiderio? Sei sicuro che Elena non…?». Non finì la frase e, dopo aver fissato il suo volto ancora qualche secondo, tornò in sala da Elena che trovò accoccolata sul divano con la tv accesa.
– “Intanto che ti aspettavo, ho scelto un film. Ti va di guardarlo insieme?”,
– “sì, volentieri. Tanto è presto”.
Bruno si mise accanto a lei e dopo pochi minuti, con una mossa spontanea cominciò ad accarezzarle i capelli ricci. Elena si girò verso di lui guardandolo interrogativa negli occhi. «No, Elena», chiarì subito lui, «stasera non voglio andare oltre. Quelle che ti sto facendo sono coccole innocenti». Elena sorrise e si adagiò contro il corpo di Bruno che continuò ad accarezzarla e coccolarla in maniera così dolce che la ragazza si addormentò prima della fine del film. La risvegliò Bruno con un soffice bacio sulle labbra: «Elena, è tardi, devi andare a casa!».
Continua…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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