Lui & Lei
LA DONNA DEL MIO AMICO
di Grande_Bruno
06.12.2024 |
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"Baci e abbracci di rito e ci accomodammo sul divano in terrazzo, ultimo piano con vista sulla città..."
Eccomi ancora una volta ad aprire lo scrigno della memoria e parlarvi di una donna che ha lasciato il segno nella mia vita. Il racconto è ispirato ad una situazione realmente accaduta, anche se con un pizzico di sceneggiatura.
Sandra ed io ci conoscevamo da quando avevo 18 anni e faceva parte del folto gruppo di amici con i quali condividevamo il tempo libero. Anche da sposati abbiamo continuato a fare le vacanze tutti insieme. Fu durante una di quelle vacanze con tutto il gruppo di amici, presso un villaggio turistico, che la vidi sotto una luce diversa. Eravamo in cerchio sulla spiaggia con al centro un falò e mi accorsi che, alla luce dello scintillio del fuoco, era davvero affascinante e mi trasmetteva una carica erotica pazzesca.
Capitava spesso che, passando tra i tavoli del ristorante, mi strusciavo sulle sue natiche, soffermandomi forse più del necessario. Altre volte mi appoggiava i suoi seni sulla schiena ed un brivido mi faceva sussultare. Quando eravamo tutti insieme, facevo fatica a nascondere il rigonfiamento del mio pacco che Sandra osservava con interesse ed un sorrisino malizioso.
Un pomeriggio, durante il riposino pomeridiano, ci siamo ritrovati per caso seduti al bar della piscina. Lei indossava un bikini delizioso sotto il quale intravedevo i suoi capezzoli induriti dal freddo dell’acqua della piscina (almeno credo). Dopo un po' non riuscii più a nascondere l’erezione imprigionata nel costume slip che indossavo. Sandra mi guardò il pacco e sorridendo mi disse:
– “vedo che sei felice di vedermi”,
– “è l’effetto che mi fa la tua vicinanza”, le risposi.
In quel momento arrivarono altri amici del gruppo e la cosa non ebbe seguito. Il resto della vacanza trascorse con continue palpeggiate sfuggenti da ambo le parti, ma senza riuscire a coronare il nostro, ormai evidente, desiderio di trovarci abbracciati a fare l’amore.
Tornati da quella vacanza, incominciammo a sentirci spesso e le conversazioni finivano inevitabilmente nel lamentarsi delle reciproche insoddisfazioni sessuali di coppia, con battute, allusioni e reciproci complimenti. Una calda sera d’estate, approfittando dell’assenza del marito, all’estero per impegni di lavoro, riuscimmo finalmente a combinare un appuntamento e, dopo aver costruito delle scuse credibili, saltai in auto e volai da lei in un lampo. La sera era davvero calda in città, ma non immaginavo che sarebbe diventata bollente!
Lei mi aprì la porta e rimasi estasiato nel vederla… pantaloni di lino larghi a metà polpaccio, piedi scalzi ed una canotta colorata racchiudevano il suo corpo magnifico… pelle ambrata, capelli corti e ricci, piedi stupendi, seno piccolo ma sodissimo ed un culo da favola. Baci e abbracci di rito e ci accomodammo sul divano in terrazzo, ultimo piano con vista sulla città. La serata trascorreva tranquilla fra una birretta e l’altra, fra chiacchiere amichevoli e occhiate furtive condite di sorrisi e carezze. Alla sua proposta di spostarci definitivamente sul balcone per bere una birra guardando le stelle, ero già in orbita! La mia attenzione era tutta per lei, così come l’erezione che facevo fatica a mascherare sotto i pantaloni corti.
Ci sdraiammo vicini e ci abbracciamo. Il calore del suo corpo ed il contatto della sua pelle sulla mia, aumentarono la pressione a livelli di guardia. Lei appoggiò la testa sul mio petto e iniziò ad accarezzarmi il petto e le braccia. Per tutta risposta presi a carezzarle il collo e a giocare con suoi ricci. Il profumo del suo corpo mi inebriava completamente, ero come rapito da lei e da quel momento. Sandra cominciò a mordicchiarmi il petto con dolcezza, alternando anche dei piccoli baci sul collo. Le mie mani nel frattempo esploravano la sua schiena, nuda per via della canottiera, indugiando se spingermi oltre o meno. Decisi di lasciarmi andare e iniziai ad accarezzarle le labbra con le dita. Lei sembrò apprezzare il gesto e mordicchiò e baciò le mie dita avventurose. Furono attimi che durarono una vita, sensazioni contrastanti si accavallavano dentro di me, il mio cervello mi diceva di fermarmi ma il mio corpo non ne voleva sapere, non poteva resistere al richiamo del corpo di Sandra. Portai una mano sul suo mento, inclinai il mio e le nostre labbra si unirono in un bacio di fuoco. Le nostre lingue presero a unirsi, a cercarsi, a trovarsi in un vortice di passione e di erotismo.
Lei si mise a cavalcioni sopra di me continuando a baciarmi, le mie mani scivolarono sui suoi fianchi ed in un battito di ciglia la sua canottiera volò via liberando due tette fantastiche. Presi a baciarle, a strizzarle, a mordicchiarle, erano magnifiche, sode e con un capezzolo così turgido che non aspettava altro che essere succhiato. I suoi gemiti e i suoi gridolini di piacere erano musica celestiale. Mi tolsi la maglietta, lei non perse un secondo per baciarmi il collo ed il petto mentre le sue mani stavano già slacciando i miei pantaloni. Il mio cazzo non vedeva l’ora di essere libero. Mi sfilò pantaloni e boxer assieme e, in men che non si dica, il mio cazzo era già sparito fra le sue labbra. Succhiava, leccava, baciava e accarezzava ogni cm del mio cazzo ed io mi gustavo quello spettacolo in preda a gemiti incontenibili.
Con la lingua cominciò a leccare tutta l’asta, indugiando sul frenulo, poi alzò lo sguardo senza smettere di succhiare e fece sparire tutto il mio cazzo in bocca. Umori, saliva e sudore colavano dalle sue labbra quando scese giù e si mise a succhiarmi e leccarmi le palle. Sentivo di essere quasi al limite, combattuto se godermi quel pompino meraviglioso fino alla fine o scoparla. Fu lei a decidere per me, ritornando a succhiarmi la cappella con maestria. Le sue mani strizzavano le mie palle, le sue tette sfioravano il mio cazzo mentre quella bocca incredibile non smetteva di succhiare.
L’orgasmo arrivò di lì a breve, anticipato dai miei gemiti e da inequivocabili pulsazioni del mio cazzo. Un fiotto di sborra bollente, riempì la sua bocca e poi un altro ed un altro ancora. Lei continuava a succhiare mentre la sborra colava sul mio cazzo e sulle sue dita. Si fermò solo dopo aver ingoiato tutto, al che si alzò, la avvicinai a me e ci unimmo in un bacio stupendo. Ci scambiammo sborra e saliva mentre le mie mani si infilavano sotto i suoi pantaloni.
Scoprii che non indossava mutande, la mia mano trovò subito la sua figa e le mie dita si inzupparono all’istante dei suoi umori. Era fradicia e pulsava dalla voglia di essere scopata. Rimase inginocchiata mentre la mia lingua e le mie mani percorrevano impazzite tutto il suo corpo, iniziai a masturbarla con perizia e attenzione, desideroso di regalarle un orgasmo almeno pari a quello che lei aveva appena regalato a me. La sua figa era un lago, le mie dita entrarono senza resistenza alcuna, era bollente, il clitoride gonfio pulsava e mi chiamava senza sosta.
La feci sdraiare, le divaricai le gambe e mi tuffai letteralmente a leccarle la figa. Era rasata alla perfezione, con le labbra in bella mostra e grondante di succo. Leccavo, succhiavo, accarezzavo con le dita il clitoride, godendomi quella magnifica visione di lei che si contorceva e ansimava senza tregua. Le mie dita si spostarono verso il culo, seguite a breve giro dalla mia lingua che trovò il suo buchetto pronto ad accoglierla. Le infilati un dito e ripresi a leccarle il clitoride senza pause. Sentivo che il suo orgasmo non era molto lontano. Accelerai il ritmo delle leccate, lei inarcò la schiena, prese la mia testa fra le sue mani, così da incollare la mia bocca alle sue labbra.
Sentivo montare il suo orgasmo come una marea e mi lasciai travolgere da esso. Tremava e si contorceva mentre gli umori che fuoriuscivano dalla sua figa, colavano sulle mie labbra. Dopo l’ultimo spasmo, la baciai, mescolando di nuovo saliva e umori. Lei si abbandonò per un istante sulla sdraio, come per riprendersi. Poco dopo si ridestò, si alzò e mi disse «torno subito». Ricomparve con una birra che mi offrì dicendomi: «rinfreschiamoci un attimo, poi voglio scopare».
Mi appoggiai allo schienale, bevvi un sorso e mi alzai mettendomi in piedi accanto a lei, ma non feci in tempo a finire, la voglia era troppa ed il richiamo del suo corpo era irresistibile. Ci baciammo con passione, le mani percorsero i nostri corpi e, non appena si accorse che il mio cazzo era di nuovo pronto, si inginocchiò, lo succhiò brevemente guardandomi dal basso e poi mi disse «adesso voglio sentirti dentro di me».
Si alzò, la girai di spalle, ammirai quel culo fantastico mentre lei divaricava le gambe per accogliermi, strinse il mio cazzo in mano e mi guidò dentro di lei. Si appoggiò alla balaustra del balcone e presi a pomparla da dietro, con cura, entrando dentro di lei fino alle palle. Tenevo le mani sui suoi glutei per poterla penetrare al meglio, sentivo tutto il mio cazzo dentro di lei e mi gustavo l’immagine del suo ano che mi chiamava a gran voce. Mi sfilai per un attimo, mi allungai sulla sdraio e lei mi montò sopra, impalandosi in un colpo solo sul mio cazzo.
La sua figa colava umori e scivolava sul mio cazzo come non mai, finché le contrazioni della sua figa, annunciarono il suo imminente orgasmo. Mi misi seduto, lei mi cinse la vita con le gambe, accelerai il ritmo e inondai la sua figa proprio all’apice del suo orgasmo. Un misto di umori mi colava addosso mentre le nostre labbra e le nostre lingue non smettevano di cercarsi.
Fu una serata memorabile ma, il giorno dopo, presi dal rimorso del nostro tradimento, giurammo di non incontrarci più clandestinamente.
Una donna così, però, non la scordi facilmente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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