Lui & Lei
IL VICINO DI CASA (4/4)
di Grande_Bruno
23.11.2024 |
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"All’uscita Bruno si trattenne con vecchi compagni di scuola che erano andati a vedere le sorelle o le fidanzate o le amiche del cuore: si fecero una lunga..."
Questa è l’epilogo della storia vera (un po' romanzata) di come ho conosciuto quella che è attualmente la mia metà. Mi piace raccontarla affinché la memoria della mia gioventù non si perda.
Parte 4/4
Arrivarono in quel verde prato riscaldato dal timido sole dei primi giorni di ottobre e senza preoccuparsi di sporcare i loro abiti si sdraiarono sull’erba uno di fianco all’altro, in silenzio. Finché Elena non si girò su un fianco, cingendo con un braccio l’addome di Bruno e piazzandosi col volto a pochi centimetri da quelli del suo amico. Bruno direzionò il suo sguardo verso gli occhi di Elena, nerissimi ed espressivi come non mai, chiedendole:
– “perché volevi fare una doccia insieme?”, Elena sorrise, poi rispose:
– “Brù, io sono perfettamente a mio agio con te nell’ intimità. Invece percepisco che tu sei ancora un po’ imbarazzato. Nel momento romantico sei perfetto, nel momento erotico invece ti sento ancora un po’ legato. Pensavo che una doccia insieme potesse renderci più complici. O meglio, che potesse rendere te più complice con me, io complice tua mi sento già”,
– “e non pensi che sia più normale il mio imbarazzo che il tuo essere perfettamente a tuo agio? Fino a due mesi fa ti consideravo come una sorella minore, ci sono pure 10 anni di differenza tra me e te”,
– “che palle con ‘sta storia della differenza di età, Bruno!”, lui non rispose, abbracciò Elena e all’improvviso la baciò attirandola sopra di sé.
Si baciarono con foga per alcuni minuti, finché Elena non si staccò per riprendere fiato: «cazzo, che limonata!», non poté fare a meno di esprimersi ad alta voce la ragazza che poi continuò: «mi piace quando mi sorprendi» e fu lei stavolta a baciare all’improvviso Bruno. Si baciarono per ore, senza andare oltre lo scambio di saliva e di carezze per timore che arrivasse anche qualcun altro in quel prato. Mentre tornavano a casa, una decisa Elena sussurrò all’orecchio di Bruno:
– “voglio fare la doccia con te. Non faremo l’amore, ci daremo piacere reciproco usando solo le mani”, Bruno assentì in silenzio ma dopo qualche minuto avanzò improvvisamente una proposta:
– “Elena, per te sarebbe lo stesso se facessimo un bagno anziché una doccia insieme?”,
– “sì, Brù, va bene anche un bagno insieme”,
– “non stasera però”,
– “no, stasera ho da fare pure io. Devo studiare: ho una settimana d’inferno con le interrogazioni ed i compiti in classe, credo che ci vedremo poco questa settimana. Magari domenica pomeriggio, quando torno dalla solita uscita con le mie amiche, tipo verso le 18,00”,
– “va bene, dai…. comunque se vuoi passare in queste sere da me per un caffè, un caffè e basta davvero, passa pure. Domenica io vado dai miei a pranzo ma alle 17 sarò a casa e preparerò una vasca accogliente!”.
La fatidica domenica arrivò presto. Bruno ed Elena si sentirono per telefono tutta la settimana ma non riuscirono a vedersi nemmeno una volta, perciò l’ansia che arrivasse quel momento era crescente ogni giorno per entrambi. Bruno era stato a pranzo dai genitori come tutte le domeniche mentre Elena era uscita con le sue amiche per una passeggiata, due chiacchiere ed un aperitivo rapido. Quando bussò alla porta di Bruno, lui stava ancora finendo di riempire la vasca di acqua calda. La chiuse solo per andare ad aprire ad Elena e, dopo il solito bacio di saluto, la invitò senza tanti giri di parole ad andare a spogliarsi in camera sua e di tornare nella stanza da bagno solo con l’intimo mentre lui finiva di preparare la vasca. Ad Elena piacque quella decisione ed arrivò proprio nel momento in cui Bruno aveva finito di riempire la vasca di bagnoschiuma.
– “Eccomi qua”, gli disse e lui, girandosi, vide la sua giovane vicina di casa indossare un elegante intimo di pizzo bianco. Rimase stupito:
– “complimenti per l’eleganza, Elena. Non pensavo avresti messo biancheria di pizzo”,
– “volevo farti una sorpresa… ma tanto me lo devo togliere, ahahah!”, Bruno sorrise, poi Elena riprese a parlare: “visto che tu mi hai dato un ordine appena entrata ed io ho ubbidito, ora te ne do uno io. Spogliati da solo, qui davanti a me, fino ai boxer. Quelli voglio toglierteli io. Come tu toglierai a me reggiseno e mutandine!”,
– “… Ok”, rispose Bruno dopo una pausa ed iniziò a sfilarsi i vestiti ed a riporli ordinatamente in una mensola del suo ampio bagno. Toccò a Bruno per primo denudare la sua amica in un silenzio irreale. Quando Elena invece tolse i boxer a Bruno non poté fare a meno di commentare, vedendo il suo membro già quasi completamente eretto, con sottile ironia:
– “Beh! Dai, vedo che sei contento di vedermi”, Bruno arrossì, Elena invece scoppiò a ridere e istintivamente abbracciò il suo amico: “sei troppo buffo quando ti imbarazzi. Dai, entriamo, prima che l’acqua si raffreddi”.
Elena si immerse nella vasca con tutta la sensualità dei suoi 16 anni e del suo fisico scolpito dalla danza. Bruno si immerse davanti a lei e appena lo fece Elena posò subito un piede sul suo petto. Bruno però non si scompose: prese la spugna e insaponò la gamba di Elena fino all’inguine, intimandole poi:
– “dammi l’altra zampa!”, la ragazza ubbidì e Bruno ripeté il trattamento: fu lui poi a poggiare un piede sul tenero seno della ragazza la quale lo apostrofò, sorridendo:
– “porco! Ecco perché hai voluto fare un bagno insieme”, sottolineò la ragazza sorniona.
Elena scoppiò a ridere ma il suo riso si smorzò quando Bruno poggiò anche l’altro piede sul seno di Elena e coi suoi arti inferiori comincio a massaggiare i suoi teneri rigonfiamenti. Il riso di Elena divenne sorriso poi solo silenzio e sospiri quando Bruno, accortosi che i capezzoli della sua amica erano diventati rigidi come chiodi, scese coi piedi sulla sua pancia andando chiaramente a cercare la sua intimità avvolta dalla schiuma e la trovò agevolmente anche perché Elena, intrigata dal pensiero di quella stimolazione inusuale, allargò subito le proprie gambe. I piedi di Bruno dapprima le accarezzarono il sesso esternamente poi, utilizzando solo il piede destro si insinuò dentro di lei, i cui umori si confondevano con l’acqua della vasca ma i cui gemiti non lasciavano dubbi su quanto le fosse gradito quel trattamento inaspettato. Forse la situazione, forse la sorpresa, forse l’eccitazione che aveva raggiunto livelli abissali causarono alla giovane un orgasmo che manifestò con un impudico urlo. Bruno la rimproverò:
– “Elena, cavolo, trattieniti: devono averti sentito anche in Olanda”, Elena divenne rossa in volto:
– “scusami, Brù, è che…”, si interruppe per riprendere sottovoce, “insomma, mi hai fatto godere tantissimo”. Detto questo diventò ancora più rossa e Bruno colse l’occasione per sfotterla:
– “ehi! Stavolta ti sei imbarazzata tu. E vaiiii!!!!”. Elena sorridendo fece schizzare l’acqua in faccia a Bruno gridandogli:
– “vaffanculo! Adesso ti faccio vedere io chi si imbarazza”.
Con i suoi due piedini andò a cercare sotto l’acqua saponata il membro di Bruno, trovandolo già piuttosto eretto e cominciò una masturbazione con gli arti inferiori lenta ma decisa che lo portò a schizzare il suo piacere fuori dalla superficie della schiuma. Effettivamente Bruno diventò rosso per la rapidità e l’abbondanza con cui era venuto. La ragazza sorrise, ma a quel punto, visto anche che si avvicinava l’orario in cui entrambi sarebbero dovuti andare a cena, Bruno tolse il tappo della vasca e si alzò in piedi invitando Elena a fare altrettanto. Quando la vasca fu completamente svuotata, ordinò ad Elena di sciacquarlo col telefono della doccia, cosa che lei fece da dietro, aiutandosi con le mani e soffermandosi di tanto in tanto un po’ di più sul sedere e sul pacco di Bruno. Quando ebbe finito, riservò lo stesso trattamento ad Elena: da dietro sciacquò tutto il suo corpo, sempre trattenendosi un po’ più del necessario con le mani, sul sedere, sul seno e sulla passerina della ragazza. Si asciugarono reciprocamente e poi andarono in camera di Bruno a rivestirsi. Quando entrambi finirono di indossare i loro abiti, Bruno tirò Elena a sé e la baciò con forza sulle labbra. Staccatasi, volle farle un complimento:
– “Sai, Elena, che tu sei ugualmente bella sia nuda che vestita?”, la ragazza non se lo aspettava e, pur sussurrando subito un grazie divenne rossa. Bruno la notò e scherzò ancora: “2 a 1 per me nella partita di Imbarazzo”, Elena si scosse e rispose:
– “stronzo!”, Bruno la accompagnò alla porta e, dopo l’usuale bacio di saluto, le sussurrò all’orecchio:
– “lo penso davvero che tu sia bellissima sempre. Ciao Elena”.
Elena se ne andò a casa senza rispondere se non con lo sguardo. Giunta in camera sua, stordita dalle sensazioni fisiche e mentali che aveva appena provato, si guardò allo specchio e si interrogò a bassa voce: «Elena, ma tu sei proprio sicura che con Bruno vuoi fare solo esperienza? Sei propria sicura di non essere attratta da lui in qualche maniera?». Il silenzio fu la risposta prima di andarsene a cena.
Dopo il bagno insieme, per Bruno ed Elena iniziò un periodo di impegni: lei, oltre a quelli scolastici, doveva preparare insieme alle sue compagne un saggio di danza per un’esibizione che si sarebbe tenuta nel periodo delle nebbie, a novembre, mentre lui era impegnatissimo in azienda con la raccolta delle patate e la vendemmia. Riuscirono a vedersi solo un paio di sere durante le quali non andarono oltre la masturbazione reciproca. Elena però aveva preso una abitudine quotidiana: ogni mattina, prima di andare a scuola, andava a suonare a Bruno ed appena lui le apriva lo baciava di getto. La prima volta Bruno si era imbarazzato poiché vedendola con lo zaino sulle spalle si era ricordato della differenza di età, ma già dalla seconda aveva apprezzato quel mattutino scambio di lingue e quasi sempre, in quel minuto che durava il bacio, oltre a impegnarsi con la bocca, metteva anche le mani sul sedere della sua amica e la stringeva a sé per sentire il calore del suo seno.
Arrivò la serata dell’esame per il passaggio di cintura: il palazzetto dello sport era vicino e Bruno ci andò a piedi, sfidando il freddo della sera. Andò a sedersi sugli spalti in un posto dove il pubblico era meno folto. Vide da lontano i genitori di Elena e li salutò: era sempre andato a vederla quando, da ragazzina, faceva danza e non ci trovarono niente di strano nel vederlo anche quella sera. Non pensavano minimamente che ci fosse qualcosa oltre un’amicizia tra loro figlia e Bruno. Cominciò lo spettacolo: Bruno rimase estasiato, Elena era davvero brava e combattiva ed anche le sue compagne non erano da meno. Tutta la squadra di combattenti aveva incantato il pubblico.
All’uscita Bruno si trattenne con vecchi compagni di scuola che erano andati a vedere le sorelle o le fidanzate o le amiche del cuore: si fecero una lunga chiacchierata, promettendosi di ritrovarsi per una pizza. Salutati tutti e credendo non ci fosse più nessuno, Bruno si voltò per tornarsene a casa quando sentì all’improvviso lo sbattere di una porticina laterale ed uno sghignazzare di ragazze. Istintivamente si girò e vide che c’era Elena insieme a due compagne. Anche Elena lo vide e lo chiamò:
– “Brù! Ehi Brùii!”, Bruno tornò indietro e, avvicinatosi al trio salutò:
– “ciao Elena. Ciao a tutte!”,
– “Ah! Loro sono le mie amiche Lara e Paola mentre lui è il mio vicino e super amico Bruno”, Si strinsero la mano poi Elena disse: “non mi avevi detto che saresti venuto”,
– “no. Volevo farti una sorpresa. Sei stata fantastica Elena… siete state tutte bravissime”, le ragazze ringraziarono e poi Elena congedò le sue amiche:
– “visto che è stato carino a venire, torno a casa con lui. Vi dispiace ragazze?”,
– “no, Elena. Vai pure”, assentirono le due.
Elena e Bruno salutarono e poi istintivamente mentre camminavano la ragazza abbracciò Bruno in vita, mentre erano ancora a portata di sguardo delle due ragazze le quali in coro gridarono:
– “grande Elena… divertitevi”. Elena si girò solo per rivolgere una linguaccia alle due e Bruno fece una domanda:
– “ma quelle due adesso pensano che noi facciamo fuoco e fiamme? E la riservatezza?”,
– “ti giuro, Brù, che di noi non sa niente nessuno. Ma tu adesso mi stavi mangiando con gli occhi, era evidente che delle tre ero la tua preferita…l’intuito femminile non fallisce”, Bruno sorrise, ricambiò l’abbraccio sui fianchi e diede un sonoro bacio sulla guancia ad Elena. Giunti sulla porta di casa di Bruno, questi chiese:
– “e adesso Elena? Vai a casa o facciamo davvero fuoco e fiamme?”,
– “mmmm! … considerato che è da un po’ che non ci vediamo, considerato che domani è domenica e non mi devo alzare presto, considerato che sono fresca di doccia...”. Bruno non la lasciò finire e le tappò la bocca con un bacio. Entrati freneticamente in casa, si gettarono istintivamente sul divano per continuare a baciarsi e andare oltre.
Entrati freneticamente in casa, si gettarono istintivamente sul divano per continuare a baciarsi e andare oltre. Nella penombra della sala, Elena si ritrovò completamente nuda sul divano sotto Bruno che la baciava con un infinito desiderio. Si staccò un attimo dal suo corpo solo per farle una domanda:
– “credi che stasera possiamo andare oltre?”. La ragazza fece cenno di sì con la testa e subito dopo Bruno scese a baciarle i seni per poi continuare a percorrere il suo corpo verso la pancia e ancora più giù: quando si trovò col viso davanti alla fonte del piacere di Elena alzò lo sguardo verso di lei ma lei non interpretò subito bene quello sguardo tanto che disse:
– “lo so Brù, non ti piaccio completamente depilata ma ieri sera mi sono completamente dimenticata”,
– “Elena, il mio sguardo non era per quello: era per chiederti il consenso a ciò che sto per fare”,
– “Brù, è un anno che sogno che qualcuno me lo faccia. Ma non qualcuno qualsiasi: una persona dolce, una persona di cui potermi fidare, una persona con cui potermi abbandonare. Una persona come te, insomma!”,
– “…quindi, lo devo considerare addirittura un onore?”,
– “diciamo che è un onore per entrambi, dai”, rispose sorridendo la ragazza e allargando istintivamente le gambe appena vide la testa di Bruno intrufolarsi tre le sue intimità!
Bruno dopo aver cominciato a baciarla morbidamente sulle grandi labbra, gliele lisciò con la lingua prima di andare più a fondo dentro di lei, aumentando gradualmente il ritmo per poi calarlo e riprendere velocità con movimenti circolari alternati a movimenti dall’alto in basso ed a movimenti in orizzontale. Bruno sentiva Elena gemere ed era soddisfatto che la sua azione orale le piacesse. I cambi di velocità, soprattutto quando dalla lentezza si passava alla velocità, erano ciò che aveva eccitato di più la ragazza e all’ennesimo cambio di marcia non poté esimersi dal gridare sospirando: «oddio, vengooo». Ma appena Bruno la sentì gridare ciò le diede un ultimo colpo di lingua e poi le tappò la bocca con un bacio. Per Elena fu strano ed eccitante sentire il proprio sapore. Dopo il bacio Bruno si adagiò su di lei e guardandola negli occhi le chiese: «ti è piaciuto?».
Elena sorrise e fece cenno di sì con la testa. Nel frattempo Bruno aveva cominciato a giocare con la bocca sulle tettine della sua amica la quale a un certo punto strinse Bruno a sé, lo baciò aspramente infilando quanta più lingua poteva nella sua bocca per poi dichiarare:
– “ora tocca a me”, ma rimase stupita quando Bruno le disse seccamente:
– “no!”,
– “perche?”, gli chiese delusa,
– “una prestazione orale è una cosa molto intima, cucciola. Devi essere pronta, devi volerlo veramente”,
– “ma tu me l’hai appena leccata!”,
– “sì, ma io ho 10 anni più di te e qualche volta l’avevo già fatto. Per te sarebbe la prima volta e sarebbe solo per ricambiare”,
– “chi ti dice che non lo faccia volentieri?”,
– “cucciola, puoi dire quello che vuoi, ma finché la nostra intimità e confidenza non aumenterà ulteriormente, non ti permetterò di farlo”. Elena stette in silenzio, perplessa, poi prese in mano il membro di Bruno e cominciando a masturbarlo gli chiese:
– “questo posso farlo?”, “sì, questo sì”. Bruno era talmente eccitato che dopo pochi movimenti venne riversando sul seno di Elena tutto il suo piacere. La ragazza, dopo essersi ripulita, diede la buonanotte a Bruno e andò a casa.
Pochi giorni dopo la sua prima esperienza di sesso orale passivo, Elena decise di fare un’improvvisata a Bruno sul lavoro. Quando quel pomeriggio il vicino e ormai intimo amico della ragazza, sentì il suo collega gridargli: «Bruno! Ehi, Bruno! Ci sono visite per te”, mentre si avvicinava all’ingresso pensava che la visita fosse quella di un collega che voleva condividere informazioni su un’indagine. Ma quando vide Elena avvolta in una semplice tuta che ad alta voce lo salutò gridandogli «Ciao Brù», ebbe un sussulto:
– “Elena, che ci fai qui?”,
– “volevo farti una sorpresa”, rispose la ragazza baciandolo a stampo appena fu abbastanza vicino a lei. Il collega di Bruno capì che non era il caso di rimanere lì e disse che tornava al lavoro. Quando si fu allontanato, ad Elena venne in mente che aveva appena trasgredito una regola: “scusami, Brù. Ti ho baciato davanti al tuo collega. Scusa, non mi è proprio venuta in mente la regola della riservatezza”,
– “no, Elena, tranquilla, è un tipo molto discreto”,
– “comunque Brù, visto che tu sei venuto a vedere il mio esame per la cintura, volevo vedere anch’io dove lavori. È la tua passione, no?”,
– “certo, Elena, vieni, usciamo da qui” e istintivamente la prese per mano. Elena glielo fece notare:
– “La riservatezza!”, sussurrò.
Bruno sorrise e poi le lasciò la mano, guidandola fino all’auto. La fece salire e partirono per arrivare alla vicina campagna, dove abitavano i suoi genitori. Scesero dall’auto e si incamminarono tra due piccoli vigneti. I campi, dove in quella stagione verdeggiavano le patate e prendevano il colore del fuoco rigogliosi pomodori da salsa. La portò poi in un castagneto secolare, ben curato e rigoglioso:
– “Questa è la mia parte preferita della campagna dei miei”, spiegò Bruno ad Elena,
– “la mia famiglia è proprietaria di questo castagneto da generazioni, ancora prima che mio nonno fondasse l’azienda agricola”,
– “sai, Brù”, rispose Elena “questi castagni piacciono anche a me. Sembrano così forti, sono pezzi di storia, mi danno un senso di sicurezza. La stessa sicurezza che mi dai tu!”, Bruno strinse teneramente a sé Elena e le chiese:
– “ti va una pizza stasera? Non ho molto lavoro oggi e sarò a casa presto”,
– “volentieri Brù. Vengo io da te allora. A che ora?”,
– “alle 19,00, così ci facciamo anche un aperitivo da qualche parte prima di andare a cena. Poi decidiamo dove, insieme!”,
– “ok. A stasera”. Lo baciò e poi si diressero all’auto per tornare verso casa di Elena.
Quando Bruno quella sera aprì la porta di casa ad Elena, non poté non notare una stonatura nel suo look: la ragazza infatti si era vestita in maniera elegante ma portava su una spalla uno zaino, tanto che Bruno le chiese subito il significato:
– “cosa significa lo zaino Elena? Ti devo aiutare a fare i compiti dopo cena?”,
– “nello zaino c’è il pigiama, un po’ di biancheria intima, una tuta e lo spazzolino”,
– “ma stai scappando di casa?”,
– “ma no, scemo!”, sorrise la ragazza,
– “…e allora?”,
– “ti spiego: mio padre stasera aveva la cena aziendale nella sede principale a 100 chilometri da qui; una cena alla quale sono invitati anche i coniugi dei dipendenti e mia madre è andata con lui. Tornano domani con comodo, perché preferiscono dormire in albergo piuttosto che rifarsi 100 chilometri dopo cena. A mia madre non faceva piacere che restassi a casa da sola a dormire”,
– “capito! Immagino che ai tuoi tu abbia detto che dormi da un’amica”,
– “no, no, lo sanno che vengo qui”, disse candidamente Elena, facendo sbiancare Bruno, allora continuò per rassicurarlo dopo aver visto il suo pallore: “guarda che non sanno niente di noi. Ho solo detto loro che ci eravamo sentiti e parlando mi avevi detto che se volevo una stanza libera per me ce l’avevi. Anzi, mia madre ti ringrazia tanto e mi ha pure dato i soldi per la pizza. Stasera offre lei!”,
– “mamma mia, mi avevi fatto venire un colpo, Elena. Dai, porta lo zaino dentro, in camera mia. Immagino che tu non voglia dormire nella stanza degli ospiti”, disse Bruno facendole l’occhiolino”,
– “col rapporto che abbiamo ora, se non mi facessi dormire con te, potrei strozzarti!”, specificò Elena mentre andava a sistemare le sue cose nella camera dove quella notte sarebbero stati protagonisti.
In pizzeria Elena ordinò una bufala accompagnata da coca-cola mentre Bruno una pizza al crudo con una birra piccola. Mentre stavano mangiando, in una pausa di silenzio, Bruno si accorse, mentre masticava una fetta della sua pizza, che Elena lo stava fissando insistentemente. Con la bocca ancora mezza piena le chiese:
– “che c’è da guardare?”, allora Elena rispose:
– “…è che sei sempre più bello!”, a Bruno andrò di traverso l’ultimo boccone e, dopo qualche colpo di tosse ed un sorso di birra, fu in grado di replicare:
– “ma sei scema a dirmi queste cose? Mi sono quasi strozzato!”,
– “ma sentilo! Ed io che volevo farti un complimento”,
– “davvero? Non mi stavi pigliando per il culo?”,
– “no, ero seria. Non che facessi schifo prima, ma ultimamente ti trovo più curato, più attraente, più disinvolto. Secondo me ti ha fatto bene un po’ di figa, ahahaha!”,
– “cretina!”, la apostrofò Bruno con un sorriso, “comunque, lo prendiamo il dolce?”,
– “certo. Cheesecake ai frutti di bosco, vero?”,
– “io sì, ma tu prendi quello che vuoi”,
– “piace anche a me, lo prendo pure io”,
– “… e se ci bevessimo un po’ di champagne insieme?”, Elena sgranò gli occhi e poi esclamò:
– “non credo che i soldi che mi ha dato mia madre siano sufficienti”,
– “non ti preoccupare, quello lo offro io …anzi, prendiamo una bottiglia intera e quello che resta ce lo portiamo in camera”, affermò Bruno sorridendo, allora Elena ebbe un presentimento:
– “tu hai in mente qualcosa, vero?”,
– “già!”,
– “…e allora vada per lo champagne”
Tornati a casa, Bruno mise la bottiglia di champagne (quasi intera poiché col dolce avevano bevuto solo un bicchiere a testa) nel secchiello del ghiaccio poi, andato in camera con Elena, le spiegò il suo piano o quantomeno la prima parte del suo piano:
– “ora io vado a fare una rapida doccia calda. Quando rientrerò qui, in accappatoio, dovrai andare tu a fare una doccia calda e poi mi dovrai raggiungere, anche tu in accappatoio: se non te lo sei portato ce n’è uno in più in bagno”,
– “sì, userò il tuo”, rispose Elena.
Mentre seduta sul letto aspettava che Bruno rientrasse dalla sua doccia, Elena pensava a cosa poteva avere in mente il suo vicino ed il solo pensare alle varie ipotesi la stava eccitando. Quando Bruno rientrò in camera, Elena andò in bagno per ubbidire all’ordine guardandolo negli occhi e sussurrandogli solo una parola: «arrivo».
Nel frattempo Bruno estrasse la bottiglia di champagne dal secchiello e riempì due calici, sulla sua cassettiera a specchio. Quando Elena dopo poco rientrò in camera era tremendamente sensuale: i suoi lunghi capelli neri ancora umidi sulla sua carnagione mediterranea, avvolta da un accappatoio bianco, la rendevano desiderabile oltremodo. Bruno la fece avvicinare, le porse il suo bicchiere, si mise dietro di lei cingendole la vita con un braccio mentre con l’altro fece un brindisi.
«Alla mia amica Elena, che oltre a essere bella, ha tutte le qualità che un uomo possa desiderare». Entrambi bevvero un sorso, poi Bruno posò il bicchiere ed Elena lo imitò. Il ragazzo si mise dietro di lei e, con gesti lenti, le sciolse la cinta dell’accappatoio e lo fece scivolare fino a terra rivelando il meraviglioso fisico della sua amica, rimasta in religioso silenzio.
Bruno riprese il calice di champagne, scostò i capelli di Elena e le fece scivolare un rivolo di quel pregiatissimo vino sul collo, facendola fremere. Bruno iniziò a succhiarle la pelle sul collo e fece scivolare un altro po’ di champagne sulla schiena di Elena: lo champagne formò una scia che si andò a insinuare fin tra le sue natiche e Bruno la seguì con la bocca per raccogliere il sapore del vino mescolato al sapore di Elena.
Dopo essersi inginocchiato per godersi le ultime gocce sui glutei di Elena, Bruno si rialzò e fece girare Elena: la baciò lievemente sulle labbra. La ragazza aveva capito ormai il gioco: prese il suo calice, ne bevve un sorso e poi si lasciò scivolare un rivolo di champagne sul seno, fino a che non vide scivolarne una scia fino alle sue intimità. Bruno bevve via quel vino dal seno di Elena, dalla sua pancia e anche dalla sua essenza di femmina. Dopo aver sentito lì la lingua di Bruno, Elena lo fece rialzare, gli sciolse a sua volta il nodo dell’accappatoio rendendolo poi nudo, lo guardò negli occhi e lo supplicò: «Facciamo l’amore, ti prego».
Elena prese Bruno per mano, indietreggiò fino al letto dove si gettò supina e Bruno sopra di lei. Dopo baci e carezze, Bruno si infilò un preservativo e penetrò dentro la carne di Elena: Elena in quel momento non avrebbe accolto dentro di sé nessun altro che non fosse Bruno e Bruno non riusciva a pensare di fare l’amore con qualcuno che non fosse la sua amica Elena. L’iniziale dolore per la perdita della purezza si trasformò piano a piano in attimi magici e indimenticabili.
Il giorno dopo, il primo a svegliarsi fu Bruno: dapprima pensò di aver sognato, ma poi, voltatosi, vide di fianco a sé il viso angelico di Elena che dormiva beatamente.
«Allora era vero», non poté fare a meno di esclamare ad alta voce Bruno, che svegliò Elena, la quale aprendo gli occhi si rivolse al suo amico: «sì, Brù, era tutto vero. Ed è stato bellissimo». Dopo un attimo di esitazione, per Bruno fu spontaneo sorridere, stringerla a sé e schioccarle un bacio sulle labbra. Rimasti a fissarsi in silenzio per alcuni istanti, Elena sciolse l’incantesimo con una dichiarazione:
– “Brù, lo hai capito, vero, che io l’amore con te l’ho fatto perché mi piaci, e non per fare esperienza?”,
– “e tu l’hai capito che mi sono innamorato di te?”, Elena rimase ammutolita per un attimo ma poi rispose con l’ironia:
– “certo che non è molto romantico dirmelo mentre mi tieni le mani nel culo”, Bruno si staccò dall’abbraccio con la sua amica:
– “scusa…non mi ero nemmeno accorto dove ti stessi stringendo”. Elena scoppiò a ridere:
– “Scherzavo, scemo, riabbracciami subito!”,
– “come prima, Elena?”,
– “ovvio, mani tassativamente sul mio culo, ahahah!”.
Ma Bruno fece di più: oltre ad abbracciarla andò sopra di lei e la baciò con una passione tale da travolgerla, le mani del ragazzo esplorarono non solo il lato «B» di Elena ma tutto il suo corpo. Nella foga lenzuola e coperte caddero dal letto. In un attimo di pausa Bruno osservando la tenuta da notte della sua amica, non poté fare a meno di commentare:
– “Elena, il tuo pigiama è orrendo”, la giovane scoppiò a ridere:
– “è una scusa per farmelo togliere, vero, Brù?”,
– “sì”, rispose lui. Erano fianco a fianco sdraiati guardando sognanti il soffitto della camera nella quale penetravano i raggi solari mattutini attraverso le persiane, quando Elena prese la mano di Bruno e stringendola cominciò una confessione:
– “Se solo tre mesi fa mi avessero detto che la mia prima volta sarebbe stata col mio vicino più grande di 10 anni che praticamente mi ha visto crescere, mi sarei fatta una grassa risata. E invece non solo è andata così ma è stato meraviglioso…. Sono stata bene con te, Brù”,
– “Elena, visto che siamo in tema di confessioni: se a me tre mesi fa avessero detto che sarei venuto a letto con te, avrei risposto che non mi piacciono le bimbe. Ma ho scoperto, frequentandoti, che nonostante la differenza d’età, tu non sei una bimba, ma una ragazza meravigliosa. Ah! Elena e comunque da oggi ti tolgo l’obbligo di riservatezza”,
– “cioè?”,
– “cioè, se vuoi dire a qualcuno che ci frequentiamo, parlare di noi con qualche tua amica, lo puoi fare…sempre che tu voglia continuare a frequentarmi”,
– “certo che lo voglio, stupido e sono contenta che possiamo venire allo scoperto”.
FINE
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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