Lui & Lei
INCONTRO IN PINETA
di Grande_Bruno
01.09.2024 |
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"Mi fermai ed anche lei realizzò finalmente di essere a portata della vista di tutti e così si fermò e mi disse:
- “voglio che mi scopi, andiamo dietro agli..."
Era un bellissimo pomeriggio di maggio e così decisi che sarebbe stato bello andare in pineta con la mia vicina di casa che frequento da ormai due anni. Lei abita nella sua casa coniugale che, dopo la morte del marito, ha continuato ad occupare con suo figlio, ancora universitario. Le occasioni per stare insieme non sono frequenti a causa della presenza del ragazzo. D’altronde anch’io ho in casa una figlia universitaria e fare sesso è abbastanza difficile. In questo periodo, per un motivo o per l’altro non si riusciva a stare insieme ed era più di una settimana che non consumavamo, per cui non ce la facevamo veramente più. Così quel pomeriggio, dopo esserci incamminati per il sentiero, cominciai ad approcciare con qualche palpatina e qualche carezza. Mi sorpresi quando vidi che, sebbene fossimo all’aperto, rispondeva alle mie avance, facendomi eccitare ancora di più. Così cominciai a guardarmi in giro per trovare un angolino in cui appartarci e finalmente trovammo il posto giusto. Posammo gli zainetti, cominciammo a baciarci, a strusciarci e, senza perdere tempo, mi inginocchiai per abbassarle i pantaloncini, spostando le mutandine e cominciai a leccare quella figa già bagnatissima, mentre lei mi attirava la testa verso di sé. Continuavo a leccare e succhiare quella delizia che ormai grondava e, quando mi alzai, la baciai ancora mentre lei mi tirò fuori il cazzo, già completamente eretto. Subito cercai di penetrarla ma, a causa della differenza di altezza e del terreno sconnesso, riuscimmo solo a strofinarci un po’. Allora stesi l’immancabile asciugamano che porto sempre nello zainetto e lei ci si sdraiò a gambe aperte, attirandomi a sé, su quella figa eccitatissima.
Cominciai subito a scoparla con colpi forti e profondi, sentendo dopo pochissimo, dal ritmo del suo respiro, che stava per venire. Diedi qualche colpo ancora più velocemente e venni anch’io, riempiendola di sborra calda mentre, nello stesso momento, sentii che si irrigidiva e si lasciava sfuggire un gemito. Estrassi il cazzo lentamente e ci alzammo, guardando la sborra che colava sulle foglie dalla sua figa, lei si ripulì con un fazzolettino e, soddisfatti, continuammo a passeggiare nella pineta.
Sono passate altre due settimane da allora, senza poter avere un altro rapporto soddisfacente a causa della presenza del figlio e dei suoi amici. Anch’io avevo la casa sempre piena di gente, amici di mia figlia e amici di amici. Una storia infinita.
Tre giorni fa, durante una passeggiata molto veloce in pineta, nel saltare un canale delle acque di irrigazione, ho preso uno stiramento al quadricipite femorale ed a stento sono riuscito a tornare a casa.
Sono stato costretto a fermarmi per tre giorni, ed al quarto giorno decisi che era ora di tornare nella «mia» pineta a correre un po'. Il tempo era stupendo perché non faceva caldo, indossai le scarpe da tennis, pantaloncini e maglietta e mi fiondai nella pineta dietro casa. Faccio sempre il solito giro, al solito orario, intorno alle dieci del mattino. A quell’ora non ci sono troppe persone, giusto pensionati o corridori come me.
Quel giorno però incrociai una figura nuova.
Mentre correvo su un vialetto secondario, passai di fianco a una donna seduta su una panchina. Era vestita con un abito verde acqua molto elegante, un vestito di certo non adatto per una passeggiata al parco e anche le sue scarpe col tacco alto non lo erano.
Notai che stava piangendo e così rallentai, avvicinandomi a lei, pensando che le fosse successo qualcosa; magari qualche delinquente le aveva rubato la borsa.
- “Mi scusi, le è successo qualcosa? Ha bisogno di aiuto?”, le chiesi. Lei alzò lo sguardo dal display del suo telefonino e, fissandomi con gli occhi in lacrime, mi rispose:
- “Cosa?”,
- ”Mi chiedevo se avesse bisogno di aiuto, mi sembra che stia piangendo”, le dissi.
Ora che ero più vicino a lei, potevo vederla bene: era molto bella, mora, occhi chiari, una pelle bianca come la ceramica, poteva avere intorno ai cinquant’anni.
- “No grazie sto bene, sono cose che succedono”, mi rispose.
Non stava di certo bene; confesso che se non fosse stata così attraente, forse avrei tirato dritto per la mia strada ma invece mi sedetti vicino a lei e le chiesi:
- “che tipo di cose?”, Con sguardo perso nei suoi pensieri mi rispose:
- “di essere tradita dal proprio marito, guarda”
Mi mostrò il suo cellulare e vidi che c’era un video in pausa, l’immagine era un po’ mossa e non si capiva bene.
- “Premi pure play”, disse.
Ero un po’ imbarazzato da quella situazione, in fondo eravamo perfetti sconosciuti, ma lei voleva che vedessi qualcosa di presumibilmente molto personale. Con insistenza mi fece premere play e, incredulo, osservai quel filmato in cui un uomo, immaginavo che fosse il marito, si scopava a novanta una giovane donna che urlava di piacere. Non posso negare che mi eccitai a vedere quel filmato di qualche minuto.
- “Venticinque anni di matrimonio e poi lui va a scoparsi una ragazza che potrebbe essere sua figlia, devo proprio essere una brutta vecchia”, disse lei.
Non sapevo proprio cosa dire. Dopo qualche secondo di silenzio me nr uscii con una frase semplice, ma vera, che voleva essere di consolazione e supporto.
- “Non penso proprio che lei sia una brutta e vecchia, anzi. Non so la sua età ma posso garantire che è una bella donna, anche molto sexy”, dissi. Sul suo volto apparve un leggero sorriso e poi mi disse:
- “mi chiamo Giovanna”,
- “Piacere Giovanna, io sono Bruno”, dissi.
Parlammo per una decina di minuti e mi raccontò in breve la sua vita. Scoprii che aveva cinquant’anni, sposata da venticinque anni, una figlia, una carriera da manager e un problema da affrontare in quel momento: il tradimento di suo marito ed era veramente una donna da mozzare il fiato.
- “Ora, secondo te, io che cosa dovrei fare? Sono veramente arrabbiata e delusa, vorrei fargliela pagare con la stessa moneta, mi farei scopare da un ragazzo giovane!”, mi disse.
Giovanna era più piccola di me di circa quindici anni ed era attraente da morire e senza riflettere bene su quello che potevo risponderle, dissi semplicemente:
- “giovane come me?”.
Lei mi guardò in modo diverso da come aveva fatto fino a quel momento e, con estrema tranquillità mi disse:
- “già, come te”, mentre con una mano andava a toccarmi in mezzo alle gambe.
Rimasi bloccato senza respirare con il cazzo che stava diventando duro. Mi baciò infilandomi la lingua in bocca e nonostante fossi quasi impietrito io non opposi nessuna resistenza e limonammo. Me lo tirò fuori dai pantaloncini e iniziò a farmi una sega in modo lento ma deciso, mi piaceva e, dopo alcuni secondi, scese con la testa fra le mie gambe prendendolo in bocca. Non mi mossi di una virgola, mentre iniziava a farmi un pompino fantastico, la sua lingua si muoveva sulla mia cappella facendomi godere da morire.
Ero totalmente preso da quel momento, come in uno stato di ipnosi senza pensarci cominciai a toccarle il sedere. Le alzai leggermente la gonna, scoprendo le sue natiche, spostai con un dito il filo del suo tanga e iniziai a toccarle la figa umida. Le infilai un dito dentro, poi due e sentivo che si stava bagnando sempre di più e dalla sua bocca cominciarono ad uscire gemiti di piacere. Più la toccavo in profondità e più lei ansimava; le mie dita si bagnarono presto di un liquido bianco cremoso.
In un attimo di lucidità realizzai che tutto stava succedendo in un posto pubblico e la paura di essere visto da qualcuno mi destò da quel mio stato ipnotico. Mi fermai ed anche lei realizzò finalmente di essere a portata della vista di tutti e così si fermò e mi disse:
- “voglio che mi scopi, andiamo dietro agli alberi li in fondo”.
Mi prese per mano e mi guidò verso un piccolo gruppo di alberi, lontano dagli sguardi dei passanti. Arrivati in mezzo agli alberi la vidi togliersi le scarpe e sfilarsi le mutandine, si alzò la gonna e si mise a pecorina, appoggiata ad un albero. Mi disse:
- “scopami ti prego, come quel bastardo di mio marito ha scopato quella giovane troia, fammi godere”.
Credo che davanti a quella scena così erotica e sexy, nessun uomo sano di mente, avrebbero potuto resistere ed io di sicuro ero sano di mente. La sua figa era leggermente aperta, con grosse grandi labbra di un rosa scuro, totalmente depilata, erotica da morire. Andai dietro di lei, mi misi in ginocchio, le allargai leggermente le natiche e cominciai a leccare entrambi i suoi stupendi buchi. Infilai la lingua in quei orifizi, sentendo un sapore ed un odore forte, un misto fra sudore, urina e detergente intimo. Un cocktail che mi eccitò come un toro, fui preso da una intensa frenesia. Lei gemeva di piacere e la sua voce mi eccitava da morire mentre mi chiedeva di non smettere. Ormai le sue parti intime erano fradice della mia saliva, mista ai suoi umori ed era pronta per essere scopata con forza come mi aveva chiesto.
Mi alzai e, prendendolo in mano, guidai il mio cazzo duro dentro la sua figa matura. Entrò tutto, fino alle palle in un colpo solo e Giovanna urlò di piacere. Iniziai a penetrarla lentamente, ma in profondità, aumentando sempre di più il ritmo. Lei, con voce ansimante, mi diceva di scoparla come una troia… di sfondarla. Guardavo il mio cazzo muoversi dentro quella stupenda vagina, sporcandosi tutto dei suoi densi umori bianchi. Il suo culo era uno spettacolo, con quel buchino leggermente aperto di colore scuro e, vederlo muoversi sotto le mie spinte, mi eccitò ancora di più. Cominciai a toccare il suo ano bagnato della mia saliva, con il pollice, fino a quando glielo infilai muovendolo dentro e fuori, simulando una penetrazione.
- “Sì… così… continua… non smettere… sto godendo come una porca”, urlò.
Me la scopai per alcuni minuti in quella posizione e poi mi disse di fermarmi: tirai fuori il mio cazzo fradicio da lei, la vidi togliersi completamente il vestito, rimanendo solo con il reggiseno, si appoggiò all’albero rimanendo in piedi ma con il sedere spostato leggermente all’infuori.
- “Mettimelo nel culo e scopami come una cagna in calore… voglio che mi fai male”, mi disse con voce tremante.
Si allargò le natiche con le mani, dandomi la possibilità di vedere bene l’ingresso posteriore. Appoggiai il cazzo sul suo sfintere e spinsi. Entrò tutto senza nessuna resistenza mentre dalla sua bocca usciva l’ennesimo urlo di piacere. Il mio pene, ben lubrificato dai suoi liquidi vaginali, si muoveva dentro e fuori da quel sedere come fosse la figa, mandandola in estasi e facendola venire. La sodomizzai con forza per alcuni minuti, alternando con la penetrazione in figa. Poi sentii crescere dentro di me l’orgasmo e sborrai in quel culo con un’abbondante eiaculazione che si riversò fuori dal suo retto.
Rimasi fermo dentro di lei per alcuni secondi mentre il suo corpo ancora vibrava per il piacere provato, sentivo che pian piano il suo respiro tornava calmo e regolare. Lei si girò e mi baciò con passione.
- “Grazie, è stato bellissimo, era da un po’ che non venivo scopata così. Mio marito si sarà fatto una donna più giovane, ma io sono stata montata da un vero toro”.
La guardai rivestirsi ancora incredulo di aver posseduto una donna così fantastica. Mi ha lasciato il suo numero e ci sentiamo molto spesso, lei è ancora sposata ma si diverte con me. Stasera andrò a casa sua perché vuole essere scopata nel suo letto coniugale. Mi ha detto che vuole essere la mia puttana.
Sarà dura reggere il ritmo tra lei e la mia vicina di casa… Ma questa è un’altra storia
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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