Anima libera e pura

Purezza, spesso quando sento questa parola mi sale alla mente Eva, una dolcissima e pura donna di quarant'anni passata nella mia vita fugacemente, molti anni fa.
Eva è stata l'eccezione, l'unica cliente dove ho osato superare i confini del mio massaggio professionale, per darle il piacere assoluto con un massaggio yoni.
Eva è venuta da me per un'unica seduta, visto che era di passaggio e le sono stato consigliato da alcune mie clienti storiche sue amiche.
Solo entrando nello studio Eva ha attratto l'attenzione. Bella come la natura in primavera, elegante come una rosa appena sbocciata o come un giglio candido.
Quell'eleganza naturale non costruita con portamenti o atteggiamenti, ma innata come la grazia di una cerva nel bosco.
Appena entrata in stanza e chiusa la porta si è spogliata completamente, con una semplicità e serenità sconvolgenti.
Senza pudori né tabù, questa sua genuinità era la sua bellezza, pura come l'acqua di sorgente che sgorga dalla roccia.
Si è spogliata naturalmente come si spoglia un albero in autunno delle sue foglie dorate, con la stessa quieta accettazione del ciclo della vita.
Il silenzio denso nella stanza si fece quasi palpabile, un velluto scuro che avvolgeva i loro respiri sospesi, come l'atmosfera ovattata di una foresta antica.
Le dita di Sandro si muovevano con una lentezza sacrale, tracciando sentieri invisibili sulla pelle di Eva, come ruscelli che serpeggiano tra le pietre levigate dal tempo o come le venature delicate di una foglia.
Ogni tocco era una preghiera muta, un’offerta di pura intenzione, un’esplorazione delicata come il vento che accarezza i petali di un fiore appena sbocciato, di una primula timida o di un papavero fragile.
Sotto le sue dita, il corpo di Eva rispondeva con fremiti leggeri, simili al fruscio delle foglie al primo alito di brezza, come il tremolio di un filo d'erba accarezzato dal vento.
Un calore interiore iniziava a diffondersi, un’onda tiepida che si propagava come il sole che riscalda la terra dopo il gelo notturno, come il tepore di un raggio che penetra tra le fronde.
Non c’era bisogno di parole, solo un dialogo muto di pelle e anima, un linguaggio ancestrale compreso nel profondo, come la comunicazione silenziosa tra la terra e la pioggia.
Le mani di Sandro si fecero più audaci, seguendo le curve morbide del suo corpo con la riverenza di un pellegrino che tocca una reliquia sacra, come si ammira la sinuosità di un ramo di salice.
Ogni sfioramento era un sussurro di desiderio, un’eco lontana di un piacere primordiale, puro come l’acqua di sorgente che sgorga dalla roccia viva o come la rugiada mattutina sui petali.
Eva si abbandonò a quella danza silenziosa, il suo respiro che si faceva più corto, simile al leggero ansimare della terra assetata che finalmente riceve la pioggia, come il respiro affannoso di un animale selvatico nella quiete della sera.
Poi, le sue dita trovarono quel luogo segreto, il cuore pulsante della sua femminilità, con una delicatezza che ricordava il posarsi di una farfalla su un fiore, una farfalla monarca su una calendula arancione.
Non c’era impurità in quel gesto, solo una profonda ammirazione per il mistero della sua essenza, per la fonte inesauribile di vita e piacere, come si venera la fertilità della terra che dona frutti.
Era come scostare petali vellutati per rivelare il pistillo vibrante, un tesoro nascosto da venerare, come si scopre il cuore di un fiore di loto.
Il massaggio yoni divenne un rito quasi mistico, un’immersione in un’energia antica e potente, come la forza primordiale di un vulcano o la quiete sacra di un bosco secolare.
Le frequenze dei loro corpi sembravano allontanarsi dal mondo terreno, vibrando all’unisono con il ritmo segreto della natura, come il battito armonioso delle onde sulla spiaggia o il canto unisono degli uccelli all'alba.
Le dita di Sandro danzavano con movimenti fluidi e circolari, come le onde che lambiscono la riva, ora dolci e carezzevoli, ora più intense, rispecchiando il respiro del mare, come le spirali perfette di una conchiglia.
Eva sentiva quel tocco esperto risvegliare in lei sensazioni sopite, come gemme che si schiudono alla luce del sole, come i germogli che spuntano dalla terra in primavera.
Un piacere puro e vibrante iniziava a serpeggiare nel suo corpo, simile alla linfa che scorre potente attraverso il tronco di un albero secolare, come l'energia vitale che anima ogni creatura vivente.
Non c’era volgarità, solo una celebrazione sacra della sua sensualità, un’offerta totale e fiduciosa, come un fiore che offre il suo nettare alle api.
Le sue mani esploravano con infinita pazienza le pieghe morbide e reattive, gli anfratti segreti che custodivano la sua energia vitale, con la delicatezza di un cercatore d’oro che setaccia la sabbia alla ricerca di una pepita preziosa o come si esplora la trama complessa di una corteccia d'albero.
Ogni sfioramento era una scintilla che accendeva un fuoco interiore, una melodia silenziosa che vibrava in ogni cellula del suo essere, come il canto nascosto di un grillo nella notte.
Eva si abbandonò completamente a quel viaggio sensoriale, il suo corpo che ondeggiava leggermente sul materasso come un ninfea sulla superficie di uno stagno tranquillo o come le alghe mosse dalla corrente.
Un calore dolce e avvolgente si diffondeva nel suo ventre, un’onda di piacere che si espandeva come un fiore che sboccia in tutta la sua bellezza, come l'apertura lenta e maestosa di un iris.
Respirava profondamente, seguendo il ritmo incalzante del tocco di Sandro, un abbandono fiducioso simile a quello di un uccello che si lascia trasportare dal vento, come una foglia che danza nell'aria.
Non c’era imbarazzo, solo la consapevolezza di essere pienamente accolta e desiderata nella sua essenza più intima, come la luna che accoglie la luce del sole.
Le sue labbra si dischiusero in un sospiro leggero, un suono puro come il canto di un ruscello di montagna che scende tra le rocce, o come il fruscio delicato delle canne al vento.
Un’onda di piacere la percorse, facendola inarcare leggermente come un ramo flesso dalla brezza, come un giunco che si piega dolcemente sotto la spinta del vento.
Il tempo si dissolse, ogni istante sospeso in un’eternità di sensazioni pure, un dialogo silenzioso e profondo tra due anime che si ritrovavano nel linguaggio universale del corpo, come il legame invisibile tra le radici degli alberi sotto la terra.
Le candele tremavano dolcemente, proiettando ombre danzanti che avvolgevano i loro corpi in un’aura dorata, come un’alba che sorge su un paesaggio incontaminato o come il bagliore caldo del sole al tramonto.
In quel letto, Eva si sentiva libera, autentica, profondamente connessa alla sua natura selvaggia e sacra, come un animale libero nel suo habitat naturale o come un albero radicato nella terra.
Il massaggio yoni era un atto di amore verso se stessa, un risveglio gioioso al suo piacere più intimo, guidata dalle mani sapienti di un uomo che trasformava il desiderio in una forma d’arte sublime, in una sinfonia di sensazioni che vibravano come le corde di un’arpa celestiale o come il suono armonioso di un ruscello che scorre.
E in quell’abbandono totale, Eva comprese che quel piacere era un viaggio senza fine, un’esplorazione continua della sua essenza, un’onda di beatitudine che la trasportava sempre più lontano, verso vette di estasi inesplorate, pure come la neve appena caduta sulle cime delle montagne.