Mia. Per Sempre.

Prefazione

Ci sono notti che non si dimenticano.
Notti in cui il desiderio brucia ogni limite, ogni morale, ogni regola.
Notti in cui lei non è più solo una ragazza.
Diventa fuoco, carne, possesso.
Diventa tua.

Questa è una di quelle notti.

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Il Racconto

La tirai per i fianchi e la spalancai davanti a me.
Il monte di Venere di Nicole era teso, gonfio, caldo, la pelle liscia e arrossata dalla voglia. La sua figa, lucida e palpitante, mi chiamava senza vergogna.

Glielo strusciai addosso, facendola fremere.
Lei si apriva di più, ansimante, disperata.

«Zio… ti prego… scopami… voglio sentirti dentro…» gemette con voce spezzata.

Spalancai le sue cosce con forza e puntai la cappella contro il suo ingresso bagnato. Nicole gemeva solo per il contatto. Poi affondai dentro di lei con un unico, brutale colpo.

Un grido rauco le esplose dalla gola.
La sua figa stretta mi inghiottì con violenza, calda, viva, affamata.

Iniziai a scoparla senza pietà.
Colpi secchi, profondi, feroci.
Il suono della carne che sbatteva riempiva l’aria.
Le sue chiappe sbattevano contro il mio bacino, il suo corpo tremava a ogni affondo.

Nicole si aggrappava a me, graffiandomi, mordendosi le labbra, piangendo di piacere.

«Ancora… più forte… distruggimi… sono la tua troia…» urlava, completamente persa.

E io glielo davo.
Con ogni colpo, la scolpivo dentro di me.
Con ogni spinta, la marchiavo.

Le mordicchiai il monte di Venere, affondando ancora più a fondo, senza rallentare.

Nicole iniziò a tremare.
Il suo corpo si irrigidì un istante, poi esplose.

Un orgasmo violentissimo la travolse.
Il suo corpo si inarcò con una forza brutale, i muscoli contratti, la figa che mi strinse come una morsa, schizzando liquidi caldi su di me.

Lei gridava il mio nome, piangendo, implorando, godendo come mai aveva goduto in vita sua.

«Zioooo… sto venendo… sto venendo per te… tutta tuaaaaa…», urlava spezzata.

Non mi fermai.
Continuai a scoparla durante il suo orgasmo, costringendola a viverlo tutto, a strapparle ogni goccia di piacere possibile.

Lei si abbandonò del tutto.
Sfinita, devastata, mia.

Mi affondai ancora più dentro, sentendo la figa calda, spasmodica, viva, mentre venivo anch’io, riempiendola fino all’orlo, marcandola dentro, lasciandole tutto.

Rimasi sopra di lei, senza staccarmi.
Sentivo il suo cuore impazzito, il suo respiro spezzato, il suo corpo ancora scosso da piccoli tremiti.

Nicole mi guardò, stanca, disfatta, felice.

«Sono tua… per sempre…», sussurrò, con la voce rotta.

E io lo sapevo.
Non c’era più via di ritorno.

Nicole era mia.
Il suo monte di Venere, la sua figa, il suo culo, il suo corpo intero.

Tutto.
Solo mio.
Per sempre.

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Epilogo silenzioso

Dopo lunghi secondi di silenzio e respiro pesante, la sentii muoversi piano.
Si sollevò leggermente, barcollante, e si arrampicò sul mio petto.
Si strinse a me come una bambina sfatta dal piacere, il volto contro il mio collo, il corpo nudo incollato al mio, ancora caldo, ancora vivo.

Tremava leggermente, non per freddo, ma per quello che avevamo appena vissuto.

«Tienimi così… non lasciarmi mai…», sussurrò, spegnendosi nel mio abbraccio.

Le passai una mano tra i capelli, l’altra la teneva stretta alla base della schiena.
Sentivo il suo sesso ancora aperto e bagnato, ancora mio.
I suoi seni si muovevano lentamente contro il mio torace.
La sua pelle aveva l’odore della mia.

«Mai, Nicole. Non ti lascio più.», le risposi.

E lei sorrise, chiudendo gli occhi.
Addormentandosi tra le mie braccia.
Con il mio seme dentro.
Con l’anima segnata.
Con il corpo marchiato.

Mia.
Per sempre.