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“Gelato Sporcato”


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
27.04.2025    |    9    |    0 6.0
"Era quasi ora di chiusura, nella gelateria semibuia che odorava di zucchero e panna sciolta..."
Era quasi ora di chiusura, nella gelateria semibuia che odorava di zucchero e panna sciolta. Gaia, nella sua divisa da lavoro – pantaloncini cortissimi e maglietta tesa sulle curve acerbe ma esplosive – stava piegata sul banco, sistemando i contenitori. I suoi movimenti lenti, distratti, sembravano fatti apposta per farmi perdere la testa.
Mi avvicinai alle sue spalle senza pensarci. Le mani sui suoi fianchi stretti, poi giù a stringerle quel culo perfetto che sembrava chiedere solo di essere preso. Gaia si voltò appena, sorpresa, ma gli occhi brillavano di quella malizia complice che non lascia spazio a dubbi.
La baciai come se stessi morendo di sete, le nostre lingue si cercarono, si sporcarono, si presero senza freni. Le strappai la maglietta con un gesto secco, liberando le sue tette piccole e dure, i capezzoli tesi che finirono subito nella mia bocca affamata.

Senza darle tregua, le slacciai i pantaloncini e glieli tirai giù, assieme alle mutandine minuscole, lasciandola nuda dal ventre in giù, con il sesso già lucido di desiderio. Gaia ansimava piano, le cosce tremanti mentre le infilavo due dita dentro, sentendo il suo calore, il suo bisogno di essere scopata sul serio.

Mi liberai i pantaloni e senza preavviso la presi, il cazzo duro che scivolò tutto dentro di lei in un colpo solo. Gaia gemette forte, spinta in avanti dal colpo, poi si aggrappò al bordo del banco mentre la scopavo senza ritegno.
Ogni affondo era secco, violento, il rumore delle nostre carni che si schiantavano riempiva la gelateria vuota. I suoi gemiti si facevano più alti, più sporchi, mentre sentivo le sue pareti stringermi, invitarci a venire insieme.

Non ci misi molto a sentire il piacere che montava feroce. Le afferrai i fianchi e spinsi ancora più forte, ancora più dentro, fino a venire esplodendo in profondità, riempiendola tutta, facendola tremare sotto di me.

Ma Gaia non si fermò. Si staccò da me lentamente, il seme che le colava lungo le cosce snelle, e si inginocchiò proprio lì, davanti al banco sporco di gelato. Mi prese il cazzo in mano, ancora pulsante, e iniziò a leccarlo piano, sporca, sfrontata, raccogliendo ogni residuo del nostro piacere.
Quando lo sentì di nuovo indurire tra le labbra, si rialzò senza una parola, si piegò di nuovo sul banco, gambe larghe, mostrandomi senza vergogna la sua fica bagnata e pulsante.

La infilai di nuovo senza alcuna dolcezza. Questa volta la spinsi fino a farla urlare, fino a farle strusciare il clitoride contro il freddo metallo del banco, mentre la prendevo senza pietà. Gaia tremava, gemeva, godeva come una troia addestrata a farsi usare, e io non avevo alcuna intenzione di fermarmi.
Le accarezzai il clitoride mentre la scopavo, le tirai i capelli per vederle il volto deformato dal piacere, le sbattei il cazzo dentro fino a farle perdere completamente il controllo. Gaia venne gridando il mio nome, sporcandosi tutta, gocciolando di piacere.

Non era ancora abbastanza.
La tirai a me, le ficcai il cazzo sporco in bocca, facendole sentire tutto il sapore misto di noi due. Lei succhiava senza esitazione, sbavando, con gli occhi pieni di lacrime e di gratitudine sporca.

Quando venni di nuovo, le esplosi addosso: sulle labbra, sulle guance, sui capelli, marchiandola come una mia creazione.

Gaia si leccò le labbra lentamente, ingoiando tutto quello che poteva, e poi, mentre ancora si puliva il viso con le mani appiccicose, si avvicinò al banco del gelato.

Sorridendo con una malizia impossibile da descrivere, immerse due dita in una vaschetta di gelato alla vaniglia sciolta, se le portò tra le gambe, e mi guardò fisso negli occhi mentre se le infilava lentamente nella fica già sporca.

“Domani,” mi sussurrò con voce roca, “voglio che mi lecchi come un gelato, fino a lasciarmi vuota.”

E capii che quella sera, nella gelateria chiusa, avevo solo assaggiato la prima, dolcissima, dannatissima leccornia proibita.
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