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“Nicole, la sposina troietta”


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
26.04.2025    |    10    |    0 6.0
"Liberai il cazzo, già duro come il marmo, e con una sola spinta la presi..."
Quel giorno doveva essere il più importante della sua vita. Nicole, la mia giovane e provocante nipotina brasiliana, si sposava. Ma la voglia di sporcare quel momento fu più forte di ogni promessa. In quell’abito bianco, sotto gli occhi di tutti, c’era solo una troietta che voleva essere presa, riempita, marchiata da me. Questa è la nostra storia, senza censure.

Non sembrava vero. Nicole si preparava nella sua stanza, tra risate e profumo di fiori. Era irresistibile: indossava solo una culottina bianca di pizzo sottile e un reggiseno minuscolo che non copriva nulla. Ogni suo movimento era una provocazione inconscia. La guardavo senza riuscire a distogliere lo sguardo.

«Zio…» mi chiamò piano, mordendosi il labbro davanti allo specchio. «Vieni ad aiutarmi con il vestito?»

Mi avvicinai, cercando di mantenere il controllo, ma Nicole, con un movimento lento e studiato, si abbassò la culottina, restando completamente nuda. Il suo culo sodo, la figa rasata e già umida davanti ai miei occhi.

«Regalami un ricordo… prima che sia troppo tardi.»

Non servivano altre parole. L’afferrai per i fianchi, la spinsi contro il muro e, senza pensare, le scostai le gambe. La mia mano scivolò tra le sue cosce, trovando il suo sesso caldo e bagnato. Lei gemeva, pronta, spalancandosi per me.

Liberai il cazzo, già duro come il marmo, e con una sola spinta la presi. Nicole si avvinghiò a me con le gambe, ansimando piano, stringendomi dentro di sé. La scopai contro la parete con movimenti lenti e profondi, godendomi ogni gemito soffocato che usciva dalle sue labbra. I suoi seni nudi rimbalzavano contro il mio petto, il suo corpo vibrava sotto le mie mani.

Venimmo insieme, con spasmi intensi, mentre il vestito da sposa restava candido e intatto sul letto. Lei rise, soddisfatta, sussurrandomi all’orecchio: «Mi sposerò con lui… ma dentro di me ci sarai tu.»

Pochi minuti dopo, la chiesa era piena di gente. Nicole camminava verso l’altare, lenta e bellissima. Il vestito bianco ondeggiava ad ogni passo, ma io sapevo che sotto non indossava niente. La mia ultima venuta le colava ancora tra le cosce, nascosta solo dal candore dell’abito.

Mentre avanzava, i suoi occhi incrociarono i miei. Un lampo sporco, indelebile. Quando disse “Sì”, lo fece fissandomi, come se la promessa fosse solo nostra.

Il ricevimento era in pieno fermento. Musica, brindisi, confusione. Ma Nicole non mi perdeva di vista. In un momento di distrazione generale, mi prese la mano e mi trascinò via, ridendo come una bambina complice.

Trovammo un bagno nascosto. Lei chiuse a chiave e si girò, sollevando il vestito fino ai fianchi. Davanti a me c’era di nuovo la sua figa nuda, umida, che pulsava per me.

Mi inginocchiai, affondando la lingua nel suo sesso dolce e sporco. Nicole si aggrappò al muro, mordendosi le labbra per non urlare. La leccai a fondo, ingoiando il suo piacere, sentendo il suo corpo tremare sotto la mia bocca.

Quando fu pronta, mi alzai, tirai fuori il cazzo e la presi brutalmente da dietro. Le mie spinte erano violente, il rumore del nostro amplesso si mescolava ai suoi gemiti soffocati. Nicole venne forte, tremando, e subito dopo mi svuotai dentro di lei, riempiendola ancora.

La festa continuava fuori, ignara. Noi ci sistemammo in fretta, i vestiti sgualciti e il respiro ancora corto.

Mancava poco alla partenza per il viaggio di nozze. Nicole mi cercò ancora una volta, dietro la villa, nascosti dal buio. Si sollevò il vestito e si piegò in avanti, offrendomi il culo perfetto.

«Scopami forte, zio… fammi sentire tua prima che sia troppo tardi.»

Non resistetti. Le infilai due dita nella figa bagnata, poi, senza esitare, la presi di nuovo, brutalmente.
Le mie mani le stringevano i fianchi, ogni colpo più forte del precedente.
La sua pelle sudata scivolava sotto la mia presa, il suo corpo si apriva totalmente per me.

Venne gridando il mio nome, stringendosi attorno al mio cazzo, e io la seguii poco dopo, scaricandomi dentro di lei fino all’ultima goccia.

Si rimise in ordine in fretta, il vestito leggermente sgualcito, le cosce ancora bagnate.
Mi lanciò un ultimo sguardo malizioso, sporco, complice.

«Vado in viaggio di nozze… ma dentro di me ci sei tu.»

Poi corse verso l’auto degli sposi, lasciandomi lì, ancora teso, ancora sporco di lei, consapevole che nessuna distanza, nessun anello, nessun marito, avrebbe mai potuto portarmela via davvero.

Nicole era mia. Per sempre.
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