incesto
Nicole e Giovanna – La mia rovina


26.04.2025 |
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"«Guarda, zio… che bocconcino…»
Mi tolsi i pantaloni, il cazzo duro come il marmo..."
PrefazioneNicole era ormai mia.
Sposata da poche settimane con Carlos, giovane, fresca, ancora con l’anello al dito.
Ma dietro il sorriso di brava ragazza si nascondeva una troia, la mia troia personale.
La scopavo da mesi, in ogni modo, in ogni angolo della casa.
E quella sera, con l’aiuto dell’alcol e della sua amica Giovanna, la nostra discesa verso l’abisso proibito raggiunse un punto di non ritorno.
Quella notte non ci fu pietà.
Né vergogna.
Solo voglia, carne, istinto.
Solo peccato.
E una nuova schiava si aggiunse al mio harem clandestino.
⸻
Racconto
Quella sera Nicole e Giovanna tornarono a casa molto tardi.
Quando aprii la porta, le vidi subito: ridevano, barcollavano, si sorreggevano l’una sull’altra.
Le guance arrossate dall’alcol, gli occhi persi.
Nicole, la mia dolcissima nipote, la mia piccola puttanella già sposata con Carlos, mi lanciò un sorriso malizioso.
Le due corsero dritte in bagno, ridendo come sceme.
⸻
Mi buttai sul divano scuotendo la testa.
Dal bagno sentivo chiacchiere, risate, frasi sussurrate che puzzavano di promesse proibite.
Dopo poco, le sentii armeggiare in cucina.
Quando andai a vedere, trovai Giovanna riversa su una sedia, la testa sul tavolo.
Nicole, invece, era in piedi.
Il vestitino corto incollato al corpo, senza mutandine sotto.
Mi si avvicinò, poggiò la mano sulla mia coscia e, senza alcun pudore, sussurrò:
«Zio… aiutami a portarla a letto. Poi… voglio te.»
Il cazzo mi si indurì all’istante.
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Sollevammo Giovanna a fatica e la trascinammo fino in camera.
La buttammo sul letto.
Nicole rise, sollevò la gonna di Giovanna, scoprendole il culo nudo e perfetto.
Poi mi fissò.
«Guarda, zio… che bocconcino…»
Mi tolsi i pantaloni, il cazzo duro come il marmo.
Nicole prese un preservativo, me lo infilò lei stessa, facendomi tremare per l’eccitazione.
Mi guidò dietro a Giovanna.
Con una mano mi prese il cazzo, con l’altra le aprì delicatamente le labbra umide.
«Spingi piano, zio… poi scopala come piace a te.»
Entrai.
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La figa di Giovanna era stretta, calda.
Iniziai a muovermi lentamente, mentre Nicole si accarezzava seduta accanto a noi, la vestaglietta ormai aperta, la figa rasata bagnata che luccicava alla luce fioca.
«Vai, zio… scopala per me…»
Le sue parole mi mandavano fuori di testa.
Accelerai i colpi.
Giovanna gemeva nel sonno, il corpo che reagiva inconsapevolmente.
Quando venni, Nicole si chinò a raccogliere la mia sborra intrappolata nel preservativo, leccando piano la punta del mio cazzo.
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Non era finita.
Nicole si spogliò completamente.
Si mise a quattro zampe sul letto, il culo alto, offerto.
«Ora tocca a me, zio… voglio sentire il tuo cazzo spaccarmi dentro…»
Non servivano inviti.
Presi un altro preservativo, glielo infilai e la penetrai con una spinta unica.
Nicole gemeva come una troia in calore, muovendo il bacino contro di me.
La scopai senza pietà, le mani che le stringevano i fianchi, il cazzo che affondava fino alle palle.
Venimmo insieme, uniti, sfinendoci uno sopra l’altra.
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Pensavo fosse finita.
Ma Giovanna si mosse.
Aprì gli occhi.
Ci guardò.
Non fuggì.
Non gridò.
Sorrise.
Nicole la chiamò dolcemente:
«Vieni qui, tesoro.»
E Giovanna, come ipnotizzata, si avvicinò.
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Nicole le tolse il vestitino.
Giovanna rimase nuda, il seno sodo, il corpo giovane che tremava di desiderio.
Nicole la baciò sulle labbra.
Poi spinse la testa di Giovanna verso il mio cazzo già di nuovo in erezione.
Giovanna capì al volo.
Iniziò a succhiarmelo, timida all’inizio, poi sempre più affamata.
Nicole si toccava, gemendo mentre guardava la sua amica prendermi tutto in bocca.
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Quando fui pronto, le feci sdraiare entrambe sul letto.
Mi infilai dentro Giovanna, mentre Nicole si strusciava contro di me, mordendomi le spalle, incitandomi a scoparla più forte.
Giovanna gemeva sotto di me, la figa che si stringeva intorno al mio cazzo, mentre Nicole la baciava, le succhiava i capezzoli, la incitava.
Il delirio era totale.
Venni con una forza bestiale, riempiendo di sborra il preservativo.
Nicole prese il cazzo sporco di sborra, lo leccò fino all’ultima goccia davanti agli occhi di Giovanna.
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Epilogo
Quella notte cambiò tutto.
Nicole, la mia dolcissima nipotina fresca di matrimonio, divenne la mia schiava completa.
Giovanna, l’amica ingenua, venne trascinata nel nostro abisso.
Non ci fu mai più ritorno.
Da quella notte in avanti, Nicole non fu più solo mia.
Fu nostra.
E mentre Carlos dormiva nella stanza accanto, ignaro, io e Nicole progettavamo nuove notti proibite.
Notti in cui avremmo scopato senza pietà.
Notti in cui Nicole, mia dolce troia, mi avrebbe donato tutto, anche le sue amiche.
Perché ormai era tardi per salvarci.
E, in fondo, nessuno di noi voleva essere salvato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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