incesto
Nicole – Sotto il sole di Itapuã


26.04.2025 |
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"Sollevai il vestitino e glielo infilai tutto dentro con una spinta brutale..."
Prefazione:Itapuã, spiaggia dorata, onde leggere, brezza bollente.
Eravamo tutti lì: io, mia moglie Alidiana, Carlos e la mia piccola Nicole.
Una famiglia perfetta agli occhi degli altri.
Ma dietro gli occhiali da sole, sotto i vestitini leggeri, tra gli sguardi fugaci…
Nicole era già in ginocchio per me.
La mia schiava.
La mia proprietà.
Anche in mezzo a loro.
Anche sotto il sole di Bahia.
⸻
La sabbia di Itapuã bruciava sotto i piedi nudi.
Il mare scintillava lontano, il cielo era una lastra azzurra perfetta.
Alidiana rideva mentre si sistemava l’asciugamano.
Carlos sistemava il gazebo improvvisato.
E Nicole… Nicole si muoveva lenta, sinuosa, con un vestitino bianco leggero che non nascondeva nulla.
Sotto quel velo, era nuda.
Niente mutandine, niente reggiseno.
Solo il suo corpo giovane e affamato, offerto a ogni respiro.
Mi guardava da dietro gli occhiali scuri.
Sguardi carichi di promesse proibite.
Le labbra mordicchiate.
Le cosce che si stringevano, incapaci di trattenere la voglia.
⸻
Mentre Carlos e Alidiana si tuffavano tra le onde, Nicole si avvicinò a me.
Si sedette sul lettino da mare, il vestitino che si sollevava appena sopra le cosce.
Le sue dita giocherellavano con la sabbia.
Si piegò verso di me, il viso innocente.
Sussurrò piano:
«Non porto nulla sotto, zio. Sono pronta. Prendimi qui. Adesso.»
Le parole mi attraversarono come una scarica.
Sotto il telo mare, Nicole sollevò piano il vestitino.
Io, fingendo di sistemarmi, infilai la mano sotto il tessuto leggero.
La mia mano trovò subito la sua figa calda, liscia, fradicia.
Il clitoride già duro, palpitante di voglia.
Infilai due dita dentro di lei.
Nicole si morse il labbro per non urlare.
Le sue gambe si aprirono di più, accogliendo le dita che la penetravano nascoste agli occhi del mondo.
«Sei già bagnata, puttanella…»
Sussurrai.
Annuii piano, mentre dentro di lei il mio tocco diventava sempre più violento.
Nicole tremava.
Gocce di piacere scendevano tra le sue cosce nude.
⸻
Carlos e Alidiana erano lontani, immersi nel mare.
Nicole si alzò d’un tratto, coprendosi con il telo mare.
Mi afferrò la mano e, senza una parola, mi trascinò dietro una piccola duna di sabbia, nascosta tra le rocce.
Lì, lontani dagli sguardi, Nicole si inginocchiò sulla sabbia calda.
Sollevo il vestitino e, senza dire nulla, prese il mio cazzo già duro e se lo infilò in bocca.
Mi succhiava con furia, con fame, mentre il vento soffiava attorno a noi.
Si sbatteva la testa contro il mio bacino, affondava tutto il cazzo in gola senza ritegno.
Si strofinava la figa sulla sabbia ruvida, venendo solo a sentire il mio odore, il mio sapore.
Non resistetti.
Le afferrai i capelli e iniziai a scoparle la bocca senza pietà, usando la sua gola come un buco perfetto.
Nicole gemeva strozzata, le lacrime agli occhi.
Quando sentii il piacere montare, la tirai per i capelli e la piegai a novanta contro la sabbia.
Sollevai il vestitino e glielo infilai tutto dentro con una spinta brutale.
Nicole gridò, il viso schiacciato nella sabbia, il culo sollevato perfettamente per me.
La presi senza freni.
Affondavo forte, profondo, riempiendola completamente.
Le mani sulle sue anche, le chiappe che sbattevano contro il mio bacino ad ogni affondo.
«Più forte, zio… scopami come la tua troia… riempimi tutta… voglio sentire la tua sborra sgorgarmi addosso mentre torno da loro!»
⸻
Quando venimmo, fu esplosivo.
Mi svuotai dentro di lei, scaricando ondate bollenti di sperma nella sua figa già gonfia.
Nicole venne tremando, col viso affondato nella sabbia, il corpo spezzato dal piacere.
Rimasi dentro a lungo, godendomi ogni spasmo del suo corpo, ogni gemito soffocato.
Quando finalmente mi ritirai, la mia sborra colava copiosa dalla sua fessura aperta.
Nicole si rimise il vestitino in fretta, il corpo tremante, il viso sporco di sabbia e piacere.
Mi sorrise, complice, mentre rientravamo lentamente.
⸻
Carlos e Alidiana tornarono poco dopo.
Nicole li abbracciò, rideva, scherzava.
Nessuno di loro si accorse che tra le sue gambe, mentre sorseggiava un succo di frutta, la mia sborra le colava calda lungo le cosce.
Solo io sapevo.
Solo io avevo il suo odore addosso.
Perché Nicole, anche sulla spiaggia più bella di Bahia, sotto il sole più splendente, tra la gente e i sorrisi…
restava sempre e solo una cosa:
La mia troia personale.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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