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Nicole, viaggio di nozze proibito – Il cazzo


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
26.04.2025    |    7    |    0 6.0
"Poi si rivestì in fretta e sparì ancora una volta nella notte..."
Prefazione

Quando il desiderio supera ogni limite, nemmeno un matrimonio può fermarlo.
Nicole, la mia giovane e insaziabile nipotina brasiliana, non ha resistito: durante il suo viaggio di nozze in Toscana, ha voluto ancora il mio cazzo.
Notte dopo notte, messaggi proibiti, incontri clandestini…
Fino alla nostra ultima, indimenticabile notte insieme.
Una notte in cui l’ho marchiata per sempre.



Capitolo 1

Il ritorno proibito

Non riuscivo più a resistere. Il pensiero di Nicole, lontana, tra le braccia di un uomo che non la sapeva prendere, mi mandava fuori di testa.
Presi un volo per l’Italia senza pensarci.
Atterrai a Pisa e raggiunsi il piccolo borgo toscano dove lei e suo marito stavano trascorrendo il viaggio di nozze.

Mi nascose in una vecchia rimessa dietro la villa.
Quando la porta si aprì, Nicole mi saltò addosso: un vestitino leggero, niente reggiseno, niente mutandine.
Mi baciò con una fame disperata.

La sollevai per i fianchi, la schiacciai contro il muro e le infilai la mano tra le gambe.
Era fradicia. Non serviva parlare.

Tirai fuori il cazzo, duro come pietra, e con una sola spinta glielo infilai dentro tutto.
Nicole gemette forte, spalancando ancora di più le gambe.

La presi come un animale.
Le stringevo il culo, la schiaffeggiavo mentre la spingevo con violenza contro il muro.
Venimmo insieme, esplodendo in un piacere crudo e violento.

Nicole si inginocchiò, raccolse il mio sperma che le colava tra le cosce e me lo mostrò sulla lingua.

«E ora torno da lui, col tuo seme dentro…» sussurrò sporca, ridendo.

Sparì nella notte, lasciandomi col cuore in fiamme.



Capitolo 2

Una fame senza fine

Quella sera, un altro messaggio vibrò sul mio telefono:

“Zio… non resisto. Carlos dorme. Vieni. Voglio il tuo cazzo in gola stanotte.”

La raggiunsi in una stanza d’albergo isolata.
Appena chiusa la porta, si inginocchiò davanti a me.

Tirò fuori il mio cazzo e lo prese in bocca senza esitazione, ingoiandolo fino alla radice, con le lacrime agli occhi.

La scopai in bocca senza pietà, affondando tutto, sbattendole la testa contro il mio bacino.
Quando venni, Nicole ingoiò tutto, tirò fuori la lingua e sorrise soddisfatta.

Poi si mise a quattro zampe sul letto.
Il vestitino sollevato, la figa umida, il culo perfetto che mi implorava.

La presi brutalmente.
Affondai dentro di lei con colpi feroci.
Le schiaffeggiavo il culo, la scopavo con forza, sentendo il suo corpo stringersi disperatamente ad ogni affondo.

«Sborra dentro, zio… voglio tornare da lui col tuo sperma che mi cola addosso…» gemeva Nicole.

Venne urlando il mio nome.

La riempii fino all’orlo.
Rimase per qualche istante immobile, a bocca aperta, distrutta e felice.
Poi si rivestì in fretta e sparì ancora una volta nella notte.



Capitolo 3

L’ultima notte in Toscana

Sapevamo entrambi che sarebbe stata l’ultima occasione.
Un altro messaggio:

“Stanotte voglio il tuo cazzo nel culo, zio. Voglio sentire male. Voglio portare via con me il segno che sei stato dentro di me ovunque.”

Mi preparai.

Nicole entrò nella stanza nuda, eccitata, bagnata.
Senza dire una parola, si inginocchiò sul letto e mi offrì il suo culo perfetto.
Spalancò le chiappe con le mani, mostrando il buchino stretto, tremante.

Mi avvicinai e le sputai sopra, lubrificando il minimo indispensabile.
Nicole ansimava, eccitata dalla brutalità.

Appoggiai il glande sull’orifizio e spinsi.
Prima lentamente, poi con forza.

Lei gridò, mordendo il cuscino, mentre il mio cazzo le entrava fino in fondo.
La tenni per i fianchi e iniziai a scoparle il culo con colpi lenti e profondi, sentendo il suo corpo arrendersi centimetro dopo centimetro.

Nicole gemeva, si torceva sotto di me, ma non si tirava indietro.
Anzi, spingeva contro di me, affamata.

«Scopami il culo, zio… fammelo male… voglio ricordarmi ogni fottuto secondo!» ansimava, spezzata dall’eccitazione.

Accelerai, affondando tutto con spinte feroci.
Il suono della carne che sbatteva contro il suo culo rimbombava nella stanza.

Le schiaffeggiavo le natiche, la tiravo per i capelli, infilavo due dita nella sua figa mentre la scopavo senza pietà.
Nicole tremava, venendo in estasi sotto i miei colpi.

Quando sentii che stavo per esplodere, affondai fino in fondo e venni, scaricandole dentro tutto il mio seme bollente.
Sentii il suo corpo cedere sotto di me, spezzato dal piacere.

Rimasi dentro di lei a lungo, godendomi ogni secondo di possesso totale.

Quando mi ritirai, il suo buco dilatato colava sperma caldo lungo le cosce.

Nicole si voltò, ancora sporca, distrutta, felice.

«Ora sì… posso tornare da lui.
Con il tuo cazzo nella gola, la tua sborra nella figa… e il tuo seme caldo nel mio culo.»

Mi baciò, sapendo di appartenermi ancora una volta, prima di sparire nella notte.

Era finita.
La mia ultima notte in Toscana.
Il nostro ultimo peccato.
La nostra ultima verità.



FINE
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