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Nicole – La troia marchiata e distrutta per s


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
26.04.2025    |    8    |    0 6.0
"Ora vive solo per il mio cazzo, per il mio sperma, mentre suo marito Carlos aspetta invano a casa..."
Mini-descrizione:

Aveva solo 19 anni, fresca di nozze, ma era già la mia puttana personale.
L’ho marchiata sulla pelle, l’ho spezzata nel corpo e nell’anima.
Ora vive solo per il mio cazzo, per il mio sperma, mentre suo marito Carlos aspetta invano a casa.
Una storia vera, sporca, definitiva. Solo per chi ama il vero proibito.



Nicole – La consacrazione della mia troia

Prefazione:
Aveva solo 19 anni, eppure era già completamente spezzata.
Nicole, la mia piccola nipotina brasiliana, era diventata la mia troia personale.
Non voleva altro che il mio cazzo dentro ogni buco, il mio sperma addosso, il mio marchio inciso sulla pelle.
E io gliel’ho dato. Tutto.
Questa è la sua definitiva consacrazione.



Non era più la stessa ragazza che avevo accompagnato in viaggio.
Non era più la nipotina dolce che Carlos e Alidiana credevano di conoscere.

Nicole, 19 anni appena compiuti, era ormai diventata la mia troia personale.
Una schiava di piacere, drogata del mio cazzo, incapace di vivere senza sentirmi dentro.

Ed era arrivato il momento di sancire tutto definitivamente.

Mi mandò un messaggio, poche parole che mi fecero esplodere il sangue nelle vene.

“Zio, voglio che mi marchi. Voglio che il mio corpo porti il tuo segno per sempre. Voglio che tu mi renda la tua troia davanti a me stessa.”

Organizzai tutto in silenzio.

Una stanza anonima.
Un lettino.
Una piccola macchina per tatuaggi portatile.
E lei.

Nicole arrivò vestita come una troia da bordello: minigonna di jeans, top aderente senza reggiseno, le cosce nude che brillavano di voglia.
Non disse una parola.

Si spogliò lentamente davanti a me, senza imbarazzo.
Rimase completamente nuda, la pelle giovane e tesa, i capezzoli duri, la figa rasata che luccicava di umidità.

Si inginocchiò ai miei piedi.

«Sono tua, zio. Fallo. Segnami come tua troia per sempre.»

Le indicai il lettino.

Nicole si sdraiò a pancia in giù, allargando le gambe senza che glielo chiedessi.
Il culo perfetto, rotondo, teso, vibrava di eccitazione.

Accesi la macchina.

Senza alcuna esitazione, iniziai a tatuarle, sopra la natica sinistra, una parola semplice, definitiva:

“TUA TROIA”

Nicole gemeva piano mentre l’ago incideva la sua pelle giovane.
Non per il dolore, no.
Per l’eccitazione folle che la travolgeva.

Ogni lettera tracciata sembrava farle tremare la figa.
Ogni vibrazione la faceva ansimare sempre di più.

Quando finii, le passai la mano sulla pelle arrossata.
La nuova scritta era lì, incisa a fuoco: TUA TROIA, ben visibile, indelebile.

Lei si girò, le gambe tremanti, gli occhi pieni di lacrime e desiderio.

«Zio… scopami ora. Con la tua troia appena marchiata. Distruggimi.»

Non servivano altre parole.

La afferrai per i capelli, la tirai su, la piegai a novanta sopra il lettino.
Le sputai sulla figa bagnata e glielo infilai dentro con una spinta brutale.

Nicole urlò, il corpo scosso da tremiti incontrollabili.

La prendevo come mai prima, ogni colpo un affondo animalesco, ogni schiaffo sulle sue chiappe una dichiarazione di possesso.

Le strinsi la gola mentre la scopavo, costringendola a guardarsi nello specchio di fronte.
A vedere la sua bocca aperta, i suoi occhi stralunati, la sua schiena piegata mentre il mio cazzo la distruggeva.

«Guarda, troia. Guarda chi sei diventata. Guarda chi ti possiede!»
Le urlavo nell’orecchio mentre le strappavo l’anima ad ogni colpo.

Venimmo insieme, io affondato nel suo culo, svuotandole dentro tutta la mia sborra bollente, mentre lei tremava come una foglia, devastata, spezzata, felice.

Nicole crollò a terra, la faccia contro il pavimento, il culo aperto che colava sperma.
Sorrise, stremata, soddisfatta.

Strisciò verso di me a quattro zampe, ancora gocciolante.

Inginocchiata, mi leccò piano il cazzo sporco, pulendolo con la lingua, raccogliendo ogni goccia del nostro piacere.

Poi mi guardò, gli occhi persi, il corpo disfatto.

«Non sono più niente senza di te, zio. Sono solo la tua troia.
La tua proprietà.
Il tuo giocattolo.
Il tuo buco da riempire quando vuoi.»

E io sapevo che era vero.

Nicole, 19 anni appena, era diventata la mia creazione.
La mia opera d’arte.
La mia schiava sessuale.

E nessuno, mai, avrebbe potuto salvarla.

Perché non voleva essere salvata.
Voleva solo essere mia.

Per sempre.



Nicole – Solo il tuo cazzo, solo la tua sborra

Carlos era rientrato a casa, inconsapevole, felice.
Pensava di aver ritrovato la sua mogliettina devota.

Non sapeva che Nicole non apparteneva più a lui.

Mentre lui era fuori per lavoro, Nicole mi mandava messaggi pieni di disperazione e voglia.

“Zio… ho bisogno di te. Subito. Voglio tutto il tuo cazzo, tutto il tuo sperma. Dentro di me. Riempimi. Distruggimi.”

Non persi tempo.

Salì a casa sua senza pensarci.
Nicole era già nuda, in ginocchio, il viso pieno di voglia.

Mi liberò il cazzo e lo prese subito in bocca.
Succhiava senza respirare, senza ritegno, inghiottendo tutto.

Si staccò solo per ansimare:

«Non voglio altro che il tuo cazzo dentro, zio. Voglio che mi spacchi. Voglio portarti dentro anche quando Carlos mi bacia.»

La tirai su, la piegai sul divano, le spalancai le cosce e la presi senza pietà.

La figa era bollente, fradicia.

Affondai tutto in lei con una spinta brutale.
Nicole gridò, spalancandosi ancora di più.

Spingevo dentro e fuori con forza animalesca.
Le mani le stringevano i fianchi, la schiena si piegava ad ogni affondo.

Nicole prese il telefono mentre la devastavo e scrisse a Carlos:

“Non sto arrivando!”

E rise.
Rideva come una puttana felice mentre io la riempivo di cazzo.

«Scopami più forte, zio! Riempimi tutta! Voglio sentirti colare dentro mentre lui mi aspetta!»

Non mi fermai.
La presi in figa e poi, senza darle tregua, le sputai sul culo e glielo infilai in una sola spinta.

Nicole urlò, tremando tutta.

Il suo culo si apriva al mio cazzo come una bocca affamata.

Spingevo sempre più forte, senza pietà.

Venimmo insieme, io svuotando tutto il mio sperma bollente nel suo culo spalancato, lei tremando come una cagna spezzata.

Nicole rimase a quattro zampe, il buco dilatato che colava.

Si leccò le dita, sorridendo:

«Ora posso tornare a casa… con il tuo odore, la tua sborra, il tuo cazzo dentro ogni mio buco.»

E io la guardai, fiero.
Sapevo che l’avevo persa per sempre.

Perché Nicole non era più solo una ragazza.
Era la mia troia.
La mia proprietà.

E così sarebbe rimasta.
Fino all’ultima goccia.
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