incesto
Nicole – Schiava del cazzo prima di rientrare


26.04.2025 |
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"E io non l’avrei mai liberata..."
Prefazione:Pensavano che fossimo solo parenti, che Nicole fosse una brava mogliettina fresca di nozze.
Ma quella settimana a Montevideo l’ha distrutta, resa una ninfomane senza freni.
Nei corridoi degli alberghi, sotto i tavoli dei ristoranti, sui sedili degli aerei: ovunque, lei voleva il mio cazzo dentro.
E ora, anche davanti a suo marito Carlos e mia moglie Alidiana, Nicole non riesce più a fermarsi.
Una troia nascosta che vive solo per essere presa.
⸻
Appena partimmo per Montevideo, capii che Nicole non aveva alcuna intenzione di comportarsi da nipotina innocente.
Sul volo, si abbassò la cerniera dei miei pantaloni e mi succhiò il cazzo sotto la coperta, ingoiandomi mentre i passeggeri dormivano.
Appena arrivati in albergo, mi spinse contro la porta chiusa a chiave e si sollevò il vestito.
Era nuda sotto.
Mi prese il cazzo in mano e se lo infilò da sola, in un unico colpo profondo, gemendo come una cagna arrapata.
La presi contro il muro, spingendo dentro di lei senza freni, schiaffeggiandole il culo ad ogni affondo.
Venimmo entrambi, tremando, mentre il mio sperma le riempiva la figa e le colava lungo le cosce.
Quella fu solo la prima scopata.
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Ogni notte diventava più troia.
Mi succhiava mentre eravamo in ascensore.
Si piegava a novanta nella hall fingendo di raccogliere qualcosa e si faceva scopare sotto le gonne leggere.
In camera si faceva spogliare a forza.
Si inginocchiava, mi leccava le palle, mi strofinava il cazzo sulla faccia prima di ingoiarselo fino a soffocare.
«Scopami il culo, zio… fammi male… voglio che domani mi bruci ogni volta che cammino!»
La prendevo nel culo senza pietà, sbattendola contro il letto, contro la doccia, contro il tavolo della colazione.
Veniva ogni volta, grondante, urlando il mio nome, il viso sporco di lacrime e sperma.
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Il ritorno fu ancora peggio.
In prima classe mi cavalcò sotto la coperta.
Sentivo la sua figa che mi succhiava il cazzo mentre cercava di non urlare.
Venni dentro di lei mentre mi stringeva forte, senza smettere di muoversi.
Atterrati a Salvador, Nicole non resistette.
Mi costrinse a scoparla nuda contro il cofano di una macchina in un parcheggio vuoto.
La presi con colpi bestiali, facendole sgocciolare la mia sborra fuori dal culo mentre rideva come una drogata di sesso.
⸻
Tornati a casa, la farsa ricominciò.
Cena in famiglia, risate, abbracci.
Ma sotto il tavolo, il telefono vibrò.
Era lei.
“Zio… mi sto toccando mentre Carlos mi racconta del suo lavoro.”
Un’altra foto subito dopo.
Nicole con le dita infilate tra le cosce nude, il viso arrossato.
“Sei l’unico che voglio. Vienimi addosso anche adesso, mentre Alidiana sorride e mi chiama nipotina.”
Avevo il cazzo duro sotto il tavolo, mentre mia moglie mi passava il vino.
Nicole si era tolta ogni freno.
Non era più una ragazza sposata.
Era diventata la mia puttana personale.
La mia schiava sessuale.
Anche quella sera, mentre gli altri parlavano di viaggi e famiglia, Nicole mi mandava vocali sporchi:
“Portami in bagno, zio. Fammi inginocchiare tra le piastrelle. Fammi sentire il tuo cazzo in gola finché non vomito il piacere.”
Rideva piano sotto il tavolo.
Il suo viso era angelico.
Ma sotto, il suo corpo bruciava solo per me.
E sapevamo entrambi che nessuno, mai, avrebbe potuto fermare quello che eravamo diventati.
Nicole era mia.
Nata per il mio cazzo.
E io non l’avrei mai liberata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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