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Alta Velocità – Parte 5: Senza Freno Il final


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
09.04.2025    |    14    |    0 6.0
"Era già duro prima di arrivare a Napoli..."
Il venerdì successivo, Luca salì sul treno con una sola istruzione su WhatsApp:

“Porta solo te stesso. Il resto lo decido io.”

Nel suo sedile trovò una camicia nera di seta, senza bottoni, e un paio di pantaloni larghi, senza biancheria. Il tessuto sfiorava il corpo nudo mentre camminava, e bastava un soffio per sentire tutto. Era già duro prima di arrivare a Napoli.



Sabato sera – Location segreta

Marco lo portò in una villa fuori città, nascosta dietro un cancello nero automatico. All’interno, luci soffuse, odore di incenso e pelle. Persone in maschera, coppie, uomini e donne in abiti eleganti e trasgressivi. Un club privato.

Luca lo guardò.
«Qui?»

Marco gli infilò una benda sugli occhi.
«Non parlare più.»

Lo guidò per i corridoi, mani sicure, presenza calda. Lo fece inginocchiare. Qualcuno lo spogliò lentamente. Una carezza lungo la schiena. Un dito sconosciuto tra le gambe. Il cuore impazziva, il respiro corto.

Poi fu legato a un supporto morbido, in piedi, gambe leggermente divaricate, polsi bloccati sopra la testa. Nudo. Esposto.

Sentì Marco dietro di lui.
«Sei pronto a diventare il mio spettacolo?»



Il rituale

Cominciò con una lingua sconosciuta che gli lambiva l’interno coscia. Mani diverse che lo accarezzavano, lo toccavano. Marco guidava tutto, lo istruiva, gli ordinava:
«Apriti di più. Spingi il bacino indietro. Offrilo.»

Un primo dito. Poi due. Qualcuno lo prendeva con la bocca davanti, mentre dietro lo preparavano.

E poi fu invaso. Prima da Marco. Poi da un secondo uomo. Entrambi, alternati. Lo scopavano senza pietà, mentre un terzo gli succhiava il cazzo con forza. Ogni orifizio era occupato. Il corpo tremava, il cervello spento. Era puro istinto, piacere animale, senza più vergogna.

«Guarda come gode per noi» sussurrava Marco agli altri.
«Sentilo come lo prende tutto. È mio. Ma stasera lo presto.»

Urlava. Si dimenava. Ma non voleva che finisse.



Il finale

Venne una prima volta, schizzando sul pavimento. Ma non lo liberarono. Continuarono a usarlo. Marco lo fece cavalcare, mentre lo stringeva per la gola. Il secondo uomo lo prendeva da dietro. Era al centro di tutto. E lui voleva solo essere lì. Oggetto, dono, fuoco.

Quando fu liberato, sudato, esausto, si accasciò tra le braccia di Marco.
Gli tolsero la benda.

Marco lo guardava con occhi lucidi, ma calmi.
«Adesso sai chi sei, Luca. Lo sai, vero?»

Luca annuì.
«Tuo.»



Epilogo

Milano, lunedì mattina.

Un altro messaggio sul cellulare.

“Il treno parte venerdì. Questa volta, porterò il guinzaglio.”

Luca chiuse il telefono. E sorrise.
E non ci fu più un ritorno a Napoli quel treno non lo prese mai
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