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Nicole – Quando anche Carlos capì che non era


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
26.04.2025    |    4    |    0 6.0
"Mi scrisse: “Voglio che mi scopi nel giardino di casa, mentre Carlos è dentro..."
Mini-descrizione:

Era sua moglie solo sulla carta.
Dentro, Nicole era già la mia puttana personale: tatuata, spezzata, drogata del mio cazzo e della mia sborra.
Mentre Carlos la abbracciava, io la scopavo nel giardino di casa, facendole tremare la figa a ogni colpo.
Una storia vera, sporca, definitiva. Solo per veri intenditori.
Scoprila, vivila, godila.



Nicole – Quando anche Carlos capì che non era più sua

Prefazione:
Dopo Montevideo, dopo il marchio inciso sulla pelle, Nicole non era più tornata indietro.
Era diventata la mia schiava completa.
Ma adesso, anche Carlos iniziava a notare che qualcosa non andava.
Troppo vogliosa, troppo aperta, troppo sporca.
E mentre lui si interrogava, io continuavo a riempirla di cazzo e di sborra come mai prima.
Perché Nicole ormai era solo mia.
E niente avrebbe cambiato questo.



Carlos aveva ricominciato a portare Nicole in giro: cene, amici, famiglia.
Cercava di far finta che tutto fosse come prima.

Ma Nicole non era più la stessa.

Era cambiata nei modi, negli sguardi, nel modo in cui camminava con le gambe ancora aperte dalle mie scopate brutali.
Il suo corpo mandava segnali che solo chi l’aveva scopata fino a spezzarla poteva riconoscere.

E Carlos, ingenuo, cominciava a notarlo.

«Amore, sei diversa… sembri più… disinvolta.»
Nicole rideva, si stringeva nelle spalle, si strusciava contro di lui come una troia da marciapiede.

Ma appena Carlos voltava le spalle, mi scriveva:

“Zio… sto gocciolando mentre lui parla. Portami via. Riempimi tutta.”

E io non resistevo.



Una sera Carlos organizzò una cena a casa.
Nicole mi scrisse mentre era ancora a tavola, tra un brindisi e l’altro.

“Sono senza mutandine. Ho il tuo sperma dentro da stamattina. Voglio venire adesso.”

Sotto il tavolo, mentre Carlos parlava di lavoro, Nicole allungò la gamba nuda e iniziò a sfiorarmi.
Con la pianta del piede, mi premette il cazzo duro sotto i pantaloni.

Sorrise senza guardarmi.
La mia troia.

Appena finita la cena, si inventò una scusa.
Mi trascinò in una stanza.

Mi saltò addosso, si sollevò il vestitino e si infilò il cazzo dentro senza nemmeno togliermelo completamente.

Nicole gemeva contro la mia bocca, mentre la scopavo furiosamente, col vestito arrotolato in vita e i tacchi ancora ai piedi.

Le riempii la figa di sborra in piedi, mentre Carlos sparecchiava nella stanza accanto.

Lei sorrise, con la mia sborra che iniziava a colarle lungo le cosce nude.



Carlos cominciava a sospettare davvero.

Nicole era troppo eccitata, troppo vogliosa, troppo distante.

Una notte, mentre eravamo a casa loro, Carlos chiese a Nicole di fare sesso.
Lei rise, quasi infastidita.

«Sei troppo dolce, amore… io adesso voglio cose più… forti.»

Quelle parole mi fecero sorridere mentre sorseggiavo il vino.

Nicole voleva solo il mio cazzo brutale.
Non i bacetti romantici di Carlos.

Appena lui si addormentò, mi raggiunse in bagno.

Si inginocchiò sul pavimento freddo.
Mi liberò il cazzo duro e me lo prese in gola senza esitazione.

Succhiava come una drogata, sbavando, ingoiando, piangendo di piacere.

Me lo schiaffeggiava sul viso, si infilava due dita nella figa per venire mentre si faceva strozzare dalla mia asta dura.

La presi per i capelli e le svuotai la sborra calda in gola.

Nicole inghiottì tutto.
Sorrise.

«Ecco il mio vero pasto della notte, zio.»



Nei giorni seguenti, Carlos cercava di avvicinarsi.

Ma Nicole non rispondeva più come prima.
Era distante, fremente, distratta.

La sera, mentre lui guardava la TV, Nicole mi mandava foto della sua figa spalancata con le dita, la pelle incisa dal tatuaggio “TUA TROIA” che le brillava sulla chiappa sinistra.

“Sto venendo da sola, pensando al tuo cazzo che mi apre il culo.”



Un giorno, Nicole volle esagerare.

Mi scrisse:

“Voglio che mi scopi nel giardino di casa, mentre Carlos è dentro. Voglio sentire il tuo cazzo che mi spacca la figa all’aperto.”

La raggiunsi la sera stessa.

Si piegò contro il muro del cortile, sollevò il vestitino senza mutandine.
Il buco della figa brillava di voglia.

Le sputai addosso.
La infilai tutta con una spinta brutale.

Nicole gemeva a bocca aperta, piegata a novanta, mentre dentro casa Carlos preparava il caffè ignaro.

La presi come una bestia.
La scopavo senza pietà, sentendo la sua figa succhiarmi il cazzo ad ogni affondo.

Venimmo urlando nel buio del giardino.
Io svuotando la mia sborra calda nella sua fica squassata, lei tremando di orgasmi violenti.

Nicole si rivestì ridendo, con la figa che colava sperma caldo lungo le cosce nude.

Rientrò in casa come se niente fosse.

Carlos la abbracciò.
Io la guardai.
Sapevamo entrambi cosa aveva dentro in quel momento.

Non amore.
Non fedeltà.

Solo cazzo.
Solo sborra.

Solo me.
Per ora ho finito di scrivere i racconti su Nicole ne ho altri ma aspetto che voi mi dite se andare avanti o se fermarmi qui garantisco che è bellissimo scopare con mia nipote una vera troia
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