Gay & Bisex
UNA BELLA ESTATE 6
di matupas
11.07.2022 |
323 |
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"“Ok, allora ti faccio biondaaa?” Sottolineò, spingendo ancor più il pacco semiduro sul mio braccio..."
Di solito in estate non curavo mai i capelli, da ragazzo li ho portati sempre lunghi, erano ondulati e di colore castano, col sole estivo si schiarivano molto ma non diventavo di certo biondi. Quel giorno pioveva, così decisi di fare un giro nel centro della cittadina del sud in cui passavamo quel periodo estivo. Non so se l’ho detto nei racconti precedenti, ma ci trovavamo in Puglia, in una ridente cittadina sul mare, popolata da turisti perlopiù italiani del nord, e pochi stranieri. Il centro lo si poteva girare tutto in meno di mezzora, e tutt’intorno alla piazza principale, si diramavano piccoli vicoli pieni di botteghe, negozi e bar.
Dopo più di un mese, ormai conoscevo a memoria ogni angolo e vicoletto, quel giorno rifacevo il solito giro di routine quando la mia attenzione fu catturata da una piccola folla a metà di un vicoletto. Mi avvicinai per capire cosa stesse accadendo e vidi che c’era l’inaugurazione di un nuovo parrucchiere per uomo. Stavano tutti a fare gli auguri al nuovo proprietario, un uomo sui 40 anni, moro e con una barbetta appena accennata, pantaloni di lino bianchi e camicia azzurra. Di fianco a lui una ragazza di circa 18 anni distribuiva confetti e volantini pubblicitari.
Lui era davvero un bel tipo, lo guardai con interesse mentre prendevo i confetti offertomi dalla ragazza. Voltò lo sguardo verso di me, fui fulminato dai suoi occhi neri con ciglia e sopracciglia nerissime, quasi fossero truccati col rimmel. Lo sentii esclamare:
“Che capelli che hai, sono belli ma non sono curati, passa fra una mezzora, ti do una sistemata gratis, così mi fai pubblicità.” Lo guardai sbigottito, ma poi ringraziandolo, gli risposi che sarei passato volentieri. Neanche lasciai passare la mezzora, mi presentai sull’uscio mezzo bagnato dalla pioggia, la ragazza mi venne incontro con un asciugamano e gentilmente mi aiutò ad asciugarmi, mi fece togliere la maglietta bagnata e con l’asciugacapelli iniziò ad asciugarla appesa ad una gruccia.
“Ciao, sono Michele”, sentii alle mie spalle, mi voltai e lo vidi lì davanti a me in tutto il suo splendore, “vieni siediti qui”, mi avvolse con un asciugamano coprendo la mia nudità, e mi portò all’angolo dove si lavano i capelli. C’era un altro ragazzo in attesa, ma lui non se ne curò e cominciò a bagnarmi i capelli per lavarli.
“Non sei di qui, da dove vieni?” Le sue mani massaggiavano la mia testa con delicatezza, un brivido di estasi mi pervase, con gli occhi chiusi, già immaginavo la mia testa trattenuta da quelle mani, mentre mi soffocava col suo cazzo. “ Hey ci sei? Allora di dove sei?” Disse guardandomi dall’alto. “Scusa ero soprappensiero, sono di P…. e sto qui con mio padre in vacanza-lavoro”, risposi fissandolo i quegli occhi, che in quel momento mi sembrarono libidinosi.
“Ah bene, ora alzati e siediti su quella poltrona” disse continuando a massaggiarmi la testa con l’asciugamano.
“Hai mai pensato di farli biondi, sei giovane e carino, potresti avere più successo con le ragazze”, disse mentre guardandomi attraverso lo specchio mi spazzolava i capelli indietro. “Non ci ho mai pensato, soprattutto alle ragazze”, gli risposi, spingendo il gomito nascosto dal mantello sul suo pacco. Lo avevo al mio fianco ora, la mia reazione fu istintiva, e guardandolo attraverso lo specchio, vidi il suo sguardo illuminarsi con un sorriso.
“Ok, allora ti faccio biondaaa?” Sottolineò, spingendo ancor più il pacco semiduro sul mio braccio. “Va bene, sono sicuraaa che sarò ancor più bellaaa2, replicai premendo più forte sul suo pacco diventato durissimo e gonfio nei pantaloni di lino bianchi. Spostandosi alle mie spalle, cercò di nascondere e far riposare il suo cazzo ed iniziò a colorarmi i capelli, poi mi lasciò alle cure della ragazza per dedicarsi ad altri clienti.
Dopo due ore di trattamento sotto le sue amorevoli mani, e palpeggiamenti di gomiti e cazzo, finalmente ero bionda, “che ne dici? Per me sei bellissimaaa”, disse bisbigliandomi all’orecchio. “ Se piaccio a te, piacerò di sicuro a tutti” gli risposi sbeffeggiandolo con un sorrisetto. In effetti, bionda non stavo assolutamente male, anzi ero ancora più troietta, ed il taglio si prestava molto per le mie uscite notturne in scogliera.
Non si fece pagare e fu di parola, salutandomi mi strinse forte la mano affermando la sua mascolinità, quando varcai l’uscio venne fuori con me e lo sentii dire sottovoce, ”se una sera hai voglia, passa di qua che ti offro un caffè”, non gli risposi, ma passandomi la mano nei capelli gli mostrai la lingua leccandomi le labbra, mi voltai e sculettando mi allontanai.
Feci passare solo 3 giorni, mi presentai al negozio dieci minuti prima della chiusura con la scusa di comprare dei prodotti per i capelli, la ragazza stava già uscendo e quando mi vide guardò Michele in modo interrogativo, lui le disse di andare e che mi avrebbe servito lui. “Sei venuto per il caffè? Disse mentre si accingeva a chiudere a chiave l’ingresso. “Anche si, ma mi serviva del balsamo e dello shampoo”, mi affrettai a rispondere. Spense le luci del negozio, ma la porta che dava sul retro era accesa, “vieni con me, lo beviamo di qua il caffè”
Il retro era un locale confortevole, il bagno, una piccola cucina con un divanetto e scaffali coi prodotti ed asciugamani. Mi fece accomodare mentre metteva la caffettiera sul fornello, “hai avuto successo col nuovo look?” disse sorridendomi sornione, “molto, soprattutto in spiaggia, e ti ho fatto tanta pubblicità”, risposi con altezzosità. “Si lo so, mi è stato riferito da quelli che sono venuti questi 3 giorni”, rispose.
Ero seduto sul divanetto, venne verso di me e porgendomi il caffè rimase in piedi davanti a me aspettando che lo bevessi, mi fissava dall’alto cercando il mio sguardo, fumava nervosamente mentre con una mano si ravanava il pacco, la sua eccitazione era evidente. Sorseggiai il caffè a lungo, volevo vederlo fremere nell’attesa, spense la sigaretta e si poggiò con le spalle ad uno scaffale, poggiai la tazza a terra e sollevando la testa lo fissai leccandomi le labbra.
Scattò verso di me afferrandomi la testa e schiacciandola sul suo pacco, mi fece sentire quanto era duro, “dai fammi vedere quanto sei troia, succhiami il cazzo, che poi te lo sbatto in culo, te lo rompo fino a farti dire basta”. Quelle parole attizzarono la mia libidine, gli mordevo il cazzo nei pantaloni e lo leccavo bagnandolo tutto di saliva, si slacciò la cintura e togliendola dai pantaloni la passò dietro al mio collo, con quella mi teneva la testa premuta sul pacco incitandomi a morderlo più forte.
Aprii la zip e calatogli i pantaloni continuai a mordere il cazzo attraverso gli slip gonfi, più mordevo e più il suo piacere aumentava, tirai fuori la cappellona enorme da un lato degli slip, con piccoli morsi e leccate continuai a rendere la sua eccitazione sempre più frenetica. Gli slip erano intrisi della mia saliva ed il cazzo enorme traspariva da essi, continuai a leccarlo finché tirando coi denti gli slip si lacerarono in un punto.
Con le mani li strappai del tutto ed il cazzo grosso ed enorme batté sul mio viso più e più volte tenuto nella mano di lui, tolta la cintura mi afferrò per i capelli e premendo la cappella sulla mia bocca chiusa, mi diceva di non aprirla, quale perversione fa si che non vuole che la apra? Questo pensiero in quegli attimi mi sconvolgeva, mi batteva il cazzo in faccia con forza e poi anche le palle, mi tenevo aggrappato ai suoi glutei cercando di diminuire la distanza fra me ed il cazzo, ma ogni volta mi allontanava continuando a battermelo in faccia.
Non potevo e non volevo che continuasse a lungo, alzandomi di scatto lo afferrai per le spalle e facendolo ruotare lo spinsi giù a sedersi sul divano. In quella posizione mi fu facile afferrargli il cazzo e ficcarmelo in bocca, era grosso e facevo fatica a farmelo entrare tutto fino in gola, riuscivo a malapena a succhiarlo per metà, ma a me bastava per sentirmi la bocca piena di quell’enorme cazzo.
“Brava si, fammi vedere se riesci a ficcartelo in gola, non puoi vero? Dai riprova, si dai vai giù, vai giù”, che stronzo pensai, sapeva bene che non era possibile, ma i miei sforzi lo appagavano, era questa la sua perversione, e già pregustava lo stesso piacere, nel momento che avrebbe voluto fottermi in culo. Quel cazzone enorme sarebbe stato impossibile da ficcarmelo tutto in culo, fino a quel giorno mi avevano scopato cazzi piccoli e grossi anche 22 cm , ma quella per me sarebbe stata la prova del nove. Il suo cazzo era di sicuro oltre i 23 cm per di più largo che non avevo mai ancora visto.
Gli sfilai i pantaloni dalle caviglie, mi tolsi i pantaloncini e gli slip restando completamente nudo, continuai a succhiargli il cazzo riempendolo il più possibile di saliva, ma a me serviva un lubrificante migliore. Mi guardai intorno cercando cosa potesse aiutarmi a prendere quel cazzone, lo desideravo e la voglia di ficcarmelo in culo non mi dava tregua. Ed ecco all’improvviso vedi un cartone con la scritta LINETTI. Lo aprii e vedi i flaconi della Brillantina Linetti, un olio per capelli usato a quei tempi.
Ne presi un flacone e provai a spalmarlo sulla mano, era perfetto scivolava una meraviglia, Michele mi guardò incredulo di quello che stavo per fare, glielo versai sul cazzo spalmandolo bene, me ne spalmai anche io sul culo e dentro, gli faci chiudere le gambe e mi misi a cavalcioni dandogli le spalle.
Mi sedetti lentamente sul cazzone, sentii la cappellona che iniziava a scivolarmi dentro poco a poco, il mio sfintere si allargò e riuscii a far entrare tutta la cappella, ma il dolore lacerante mi fece alzare di botto, spalmai ancor più olio sul cazzo duro e dritto che aspettava pulsante di infilarsi tutto dentro, riprovai lentamente a farmi scivolare dentro la cappella enorme, entrò quasi subito, mi fermai un attimo respirando e rilassandomi al massimo.
Spinsi in fuori lo sfintere come a voler defecare, lentamente l’asta turgida e grossa scivolò dentro di me, la meraviglia mista a piacere di Michele si trapelò attraverso un lungo e SIIIIIIIIIII, era quasi tutto dentro ne restava ancora ma ben poco, iniziai a muovermi su e giù provando dolore che si attenuava man mano che quell’enorme cazzo mi penetrava.
Michele con piccoli movimenti cercava di aiutare la penetrazione, ma la posizione non lo facilitava, Fece forza sulle gambe ed afferrandomi in un abbraccio il bacino si alzò girandosi e portando le mie ginocchia sul divano mettendomi a pecorina. Quella mossa però non riuscì a tenermi il cazzo dentro che scivolando fuori mi fece urlare di dolore.
Mettendomi a pecorina sul divano, Michele lubrificò ancora il mio culo ed il cazzo unendo all’olio anche la saliva, questo rese ancor più agevole incularmi spingendo dentro di me il suo cazzone enorme, scivolò dentro senza farmi troppo male, sentivo il culo pieno e riuscivo anche a stringere lo sfintere, quando Michele mi trapanava sempre più velocemente aumentando il mio ed il suo piacere.
“Sei proprio una troia nata, non riuscivo a scopare così da una vita, neanche la puttana che sta di fronte lo prende come fai tu”
Godevo a sentirmelo dire, ma godevo ancor più trapanata da Michele, ormai il culo era talmente largo che mi fotteva senza alcuna resistenza, il suo cazzone entrava ed usciva per tutta la sua lunghezza fino in fondo, e più mi scopava più il piacere aumentava. Sentivo Michele ansimare dalla voglia di sborrarmi dentro, ma io no volevo godermi la sua sborrata ammirando il suo cazzo fottermi e guardarlo entrare ed uscire. Cambiai posizione, a pancia in su e gambe larghe poteva fottermi ed io potevo vedermi penetrare, Michele era ormai pronto e non resisteva oltre, mi fotteva facendo scivolare dentro di me il suo cazzone sbattendomi come una troia, il suono del cazzo che sbatteva sulle chiappe quando entrava, aumentò ancor di più la nostra eccitazione, iniziai a segarmi aspettando che Michele mi sborrasse tutto in faccia. Glielo chiesi, e dopo lunghi e profondi colpi di bacino, tirò fuori il cazzo dal culo nel momento esatto che la sua sborra skizzò con numerosi fiotti sulla mia faccia. Con la bocca aperta accolsi quei skizzi di sborra calda raccogliendola con la lingua, la mia eccitazione arrivò al culmine sborrando abbondantemente con urla di goduria.
Michele crollò esausto sul divano, passandomi il braccio intorno al collo tirò verso di se la mia testa e disse” essere così troia alla tua età non credevo fosse possibile, ma sei una bella troia BIONDAAAAAA”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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