Gay & Bisex
LA STAZIONE
di matupas
31.03.2023 |
529 |
4
"Il suo torace coprì completamente la mia schiena, le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio forte e amorevole, il sudore di entrambi lo faceva scivolare su..."
Ogni giorno quando usciamo di casa, siamo ormai abituati ad incrociare sul nostro cammino, persone di ogni razza che da tempo popolano le nostre città. Incrociamo bengalesi , magrebini, indiani, afgani ed africani con ogni tonalità e colore della loro pelle, senza escludere poi albanesi, rumeni e via dicendo.Stamattina in particolare, ho incrociato un ragazzo magrebino che vedo spesso nella mia zona. In quel momento la mia mente è tornata indietro di tanti anni, sarà stata la somiglianza o il suo modo di sorridere nel mentre parlava con un suo connazionale, non lo so di preciso ma il mio ricordo è tornato indietro a quel giorno che ero in stazione, aspettando di prendere un treno.
Avevo circa 23 anni, ero in stazione per prendere un treno, mancava circa 1 ora alla partenza, giravo in tondo guardandomi in giro cercando chissà cosa, ma poi la mia attenzione fu catturata da un ragazzo di circa 30 anni, seduto su una panchina all’inizio di un binario. Eravamo in piena estate, il caldo era asfissiante, ero vestito leggero con canotta e pantaloncini, ma nonostante ciò sudavo parecchio. La panchina dove era seduto il ragazzo era all’ombra, ne approfittai per avvicinarmi a lui e sbuffando per il caldo mi sedetti sull’angolo opposto.
In quell’attimo si voltò verso di me sorridendomi, era vestito con dei pantaloni di cotone bianchi molto larghi, ed una maglietta senza maniche che metteva in mostra le sue braccia muscolose e lucide, erano di un colore scuro che pensai fosse abbronzato, aveva i capelli ricci e folti che sembravano essere incollati alla sua testa. Non si vedevano molte persone di colore a quei tempi, ma di certo lui era di sicuro uno straniero, però non riuscivo a capire di dove fosse, anche perché i suoi tratti non mi davano nessuna indicazione.
Ero attratto da lui, non riuscivo ad allontanare lo sguardo da suo( corpo) , lo facevo con discrezione, ma nonostante ciò se ne accorse, stava fumando e giratosi verso di me mi porse un pacchetto di sigarette, “tu voi sigaretta?” disse con un italiano molto risicato, “tu guarda sempre me”. “Scusa, si grazie” risposi arrossendo di vergogna. “No problema” rispose allungandomene una, poi si avvicinò a me con l’accendino ed io l’accesi.
Si spostò completamente accanto a me, e stendendosi con le braccia indietro mi chiese che treno aspettavo e per andare dove, cosa che feci anche io, ma lui disse che veniva in stazione per stare al fresco seduto a fumare, anche perché non gli piaceva girare per città senza avere una meta. Gli chiesi di dove fosse, e con mio stupore disse di essere Giordano Palestinese, era in Italia come rifugiato dalla guerra che era scoppiata in quel periodo, ed era dovuto scappare con sua madre ed un fratello.
Mentre parlava, il mio sguardo cadeva sempre fra le sue gambe, e non ci volle molto che lui se ne accorgesse, difatti ogni tanto si toccava il pacco proprio mentre io lo stavo fissando, notai anche che il suo cazzo era già quasi duro e puntava verso l’alto, dato che come avrei scoperto dopo non indossava le mutande. Avrei voluto allungare la mano sul suo cazzo, ma eravamo troppo esposti, pensavo al treno che sarebbe arrivato e a come mi sarebbe piaciuto succhiarglielo se ci fosse stato più tempo ed un posto appartato.
Questo mio indugiare non lo frenò, mi prese la mano ed alzandosi mi disse “veni, veni , treno fermo”, ed indicando con la mano mi mostrò un treno fermo a metà del binario, mi tirò quasi con forza senza lasciarmi la mano, mi guardai intorno per vedere se qualcuno avesse visto la scena, e per mia fortuna sembrava tutto deserto intorno a noi. Quando arrivammo alla prima carrozza lui aprì la porta e salimmo i due scalini ritrovandoci poi nel corridoio. Era un dei nuovi treni con gli scomparti a 6 posti e con la porta scorrevole, ci infilammo in uno di questi, e lui chiuse le tende come se avesse già vissuto chissà quante volte quella scena.
In un attimo aveva già i pantaloni abbassati ed il suo cazzo svettava dritto e duro, mi prese la mano e se la portò ad afferrarglielo. Ero agitato ed impaurito dalla situazione, pensavo al mio treno da prendere ed alla possibilità che qualcuno potesse salire e beccarci in quella situazione. Avevo il cuore in gola, ma il calore di quel cazzone nella mia mano, distolsero completamente ogni mio pensiero.
Iniziai a masturbarlo lentamente facendo scorrere la mia mano su e giù, inarcando la schiena lui mi dava il cazzo in tutta la sua possente durezza e lunghezza, la sua cappella circoncisa e lucida scivolava nella mia mano, aiutata dal sudore e dagli sputi di lui che la lubrificavano. Si tirò via la maglietta, mostrandomi il suo corpo liscio e muscoloso, lo accarezzavo e masturbavo godendo di ogni centimetro del suo corpo, iniziai a baciarlo e leccarlo assaporandone il gusto salato del suo sudore , lentamente scesi con la lingua fino al suo cazzo leccandolo e baciandolo.
Le sue mani spinsero la mia testa in giù, mi inginocchiai e ingoiai il suo cazzone turgido fino in fondo trattenendolo in gola. Mugugnò di piacere accarezzandomi la testa e le guance, “si, si, tu bravo, no fermare” mi diceva mentre facevo scorrere su e giù il suo cazzo pieno della mia saliva. Con le mani afferravo i suoi glutei sodi e lisci cercando di trattenere la sua foga nel fottermi la bocca. Ansimava di piacere ad ogni mio affondo, e cercava di spingermelo in gola sempre di più. Non riuscivo a staccarmi da quel cazzone, me lo gustavo tutto assaporandone ogni centimetro, quando iniziai ea leccargli le palle lisce e gonfie, la sua estasi aumentò crollando seduto sul sedile dietro di lui. Fu allora che togliendosi i sandali gli tolsi del tutto i pantaloni ammirandolo tutto nudo davanti a me.
Avevo del tutto perso la cognizione del tempo, mi ero scordato del treno che dovevo prendere abbandonandomi a quei momenti di piacere. Sentii le sue mani afferrare la mia canotta e sfilarmela lentamente mentre continuavo a succhiargli il cazzo. Poi le sue mani carezzarono la mia schiena in maniera dolce, scivolando ogni tanto all’interno degli elastici dei miei pantaloncini e fermandosi talvolta ad afferrare i miei glutei ed allargandomeli. Le sue dita cercavano il mio buco solleticandolo con piccoli movimenti preparatori. Dopo essersi sputato copiosamente sulle mani, le sue dita iniziarono ad esplorare il mio antro. Lo faceva con delicatezza e maestria, tanto da allargarmi il buco e ficcarci 2 dita senza che ne avvertissi dolore.
Mi sollevò la testa dal cazzo e guardandomi negli occhi, capii che era giunto il momento di darmi a lui senza indugio. Mi alzai facendomi scorrere giù mutande e pantaloncini, mi voltai mettendomi a pecorina sul sedile dietro di me mostrandogli il frutto proibito. Le sue mani avvolsero in una presa delicata le mie natiche allargandole il più possibile. Fu in un attimo che percepii la sua cappella poggiarsi sul mio buco già pronto ad accoglierlo.
Con delicatezza la sentii entrare e scivolare dentro di me lentamente, potei sentirlo entrare tutto senza che mi facesse alcun male, avvertivo le gocce della sua saliva cadere nel solco delle natiche e raggiungere il suo cazzo lubrificandolo sempre più. Scivolarmi dentro tutto lentamente fino in fondo fu un’estasi che fino a quel momento avevo vissuto poche volte. afferrai i suoi fianchi trattenendolo dentro di me per gustarmelo tutto prima che iniziasse a fottermi .
Il suo torace coprì completamente la mia schiena, le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio forte e amorevole, il sudore di entrambi lo faceva scivolare su e giù mentre il suo cazzo mi penetrava dolcemente dandomi sensazioni di goduria immensa. I suoi movimenti erano delicati nel fottermi a volte si fermava roteando col bacino facendomi godere il cazzo tutto dentro senza tirarlo fuori.
Godevo come non mai, non avrei mai voluto che si fermasse, ma il suono gutturale che emetteva mi anticipò che presto avrebbe goduto dentro di me. Non volevo farmi riempire il culo del suo seme, lo volevo gustare in bocca, mentre me lo avrebbe schizzato a fiotti . Carezzandogli la testa che poggiava sulla mia nuca, gli dissi di aspettare, ma non voleva staccarsi e fui costretto a girarmi e guardare il suo sguardo incredulo.
Gli carezzai una guancia mentre con l’altra mano andai ad avvolgere il suo cazzo turgido e pronto a schizzare fuori il suo nettare. Mi chinai sul cazzo e fagocitandomelo in gola lo sentii esplodere schizzi continui. Erano caldi e cremosi che mi riempirono la bocca facendone colare parte fuori, non potei evitarlo tanto era copiosa. Quel che ne restava la ingoiai tutta per poi leccare anche le gocce che ancora colavano dalla sua cappella.
Crollò seduto sul sedile dietro di lui, eravamo entrambi sudatissimi, con le magliette cercammo di asciugarci alla meglio, usammo anche le tende dello scompartimento fino a che riuscimmo a rivestirci. Guardai l’orologio e mi resi conto che ormai il mio treno era bello che partito, con calma scendemmo dal vagone imbattendoci in un operaio delle pulizie.
Ci guardò sorpreso per un attimo, ma poi alzando una mano esclamò “ AI IAI AIIIII…..
Ci guardammo entrami e scoppiammo a ridere mentre velocemente ci allontanavamo da quel treno.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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