Gay & Bisex
LA MANUTENZIONE..........
di matupas
07.11.2022 |
410 |
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"Carezzandogli le braccia, lentamente gliele faci togliere da quella morsa, capì solo dopo che iniziai a segarmi che ero pronto a ricevere il suo piacere..."
Quel giorno avevo del tutto dimenticato l’appuntamento fissato per il controllo della caldaia, me ne stavo tranquillo sul divano a sbirciare qualche numero di telefono, avevo quella smania tipica di voglia di cazzo che mi assaliva all’improvviso, e mi eccitavo ancor più alla ricerca di qualcuno da chiamare. Avevo lavato a mano l’intimo e steso a colare in doccia, il tanga rosa e le calze autoreggenti erano in bella vista in bagno a chiunque vi fosse entrato.Lo squillo del citofono mi fece sobbalzare, chi cazzo è? Pensai non ricordando l’appuntamento. Dall’altra parte del citofono una voce maschia e sconosciuta mi colse di sorpresa. “Manutenzione caldaia, mi apre? Che piano?”, “al secondo” risposi aprendo anche la porta di casa, corsi in camera ad infilarmi la tuta ma dimenticai di togliere la biancheria stesa in bagno.
La porta socchiusa si spalancò, ed un uomo sui 50 anni in tuta da lavoro mi si parò davanti. Non era lo stesso dell’anno prima e ne fui meravigliato. “Sono Gianni, piacere dov’è la caldaia?” In quel momento rimasi impietrito, ricordai della biancheria stesa e non potei far nulla per rimediare, “di qua in bagno” risposi quasi balbettando.
Lo accompagnai anticipandolo, cercai di coprire senza riuscirci con la tenda della doccia la biancheria stesa, così la parte dove erano visibili le autoreggenti restò scoperta. Notai lo sguardo di lui volgersi su di esse mentre armeggiava con gli attrezzi, lo osservai meglio, era un bell’uomo alto poco più di me e con una leggera pancetta che non disturbava la visione del gonfiore del pacco sotto di essa. Le mani grosse e visibilmente callose, una barbetta incolta lo rendeva un po' selvaggio, aiutato anche dai capelli ricci e lunghi che gli cascavano sulle orecchie.
“In quanti vivete in casa?” Esordì improvvisamente, ??? Non capivo il motivo, di quella domanda, “perché scusi?” risposi prontamente, “chiedo per capire quanto uso viene fatto della caldaia, e devo calcolare come impostare i gradi per farla usurare il meno possibile”. “Vivo solo, uso spesso l’acqua calda, faccio la doccia 2 volte al giorno ed anche di più, dipende dalle occasioni”, risposi un po' impettito. Si girò verso di me con lo sguardo curioso, guardò le calze appese e poi di nuovo me, “che occasioni scusi?” chiese ammiccando un sorrisetto.
Bhe! risposi, ”se qualche amico di passaggio resta a cena o a pranzo, a volte anche a dormire, la doccia viene usata più volte”. Il suo volto si illuminò in un sorriso sornione, una mano gli scivolò giù sul pacco a mettersi a posto il cazzo che iniziava a gonfiarsi notevolmente sotto la tuta. Il mio sguardo cadde su quel movimento repentino, vidi chiaramente la sua eccitazione aumentare, poi guardai lui che in difficoltà riusciva a riporre a malapena gli attrezzi nella custodia.
Mi avvicinai lentamente mentre mi dava le spalle, allungai la mano carezzandogli dolcemente il pacco durissimo, continuò ad armeggiare con la caldaia senza voltarsi e mi permise di palpeggiarlo, poi voltandosi esclamò? “io qui avrei finito”. Senza dargli il tempo di spostarsi aprii la zip della tuta calandomi giù in ginocchio, “ora comincio io” risposi. Tirandogli fuori dagli slip stretti, il cazzo duro mi colpì sotto il mento, afferrai senza preamboli le sue palle gonfie e inghiottii il cazzo fino in gola procurandogli un sussulto di piacere.
Le sue mani avvolsero la mia testa e tenendola ferma iniziò a fottermi in bocca, riuscivo a deglutire a stento, la sua veemenza nel fottermi non mi dava respiro, me lo ficcava in gola spingendomi la testa, si fermava solo quando raggiungeva il limite possibile. Lo tirava fuori, me lo sbatteva in faccia e sulla lingua ripetendo a gran voce “succhia, succhia troia, non ti fermare, voglio riempirti la gola”.
Quelle parole le avevo già sentite molte altre volte in passato, durante gli innumerevoli momenti di goduria con altri cazzi che mi fottevano la gola, in quel momento però avevano un suono quasi dolce, non le diceva in modo violento ed ingiurioso, non risultavano volgari ma bensì quasi amorevoli. Le mani sulla mia testa non stringevano violentemente per spingerla sul suo cazzo, erano quasi carezze, come quelle di un padre amoroso che coccola il proprio piccolo.
Io le ricambiavo succhiando il suo cazzo bello e poderoso con devozione e passione, ottenendone un ansimare di approvazione e questo, mi esortava a continuare nella mia opera di goduria reciproca. Più lo ingoiavo e più diventava turgido e gonfio, le vene pulsavano e la cappella sembrava che esplodesse. Gli afferravo i glutei trattenendo il suo movimento quando raggiungevo con le bocca la fine di quell’asta, e tuffandomi in un morbido cespuglio di peli annusavo il suo odore di maschio impazzendo di piacere.
Avrei voluto che quel meraviglioso maschio mi scopasse il culo, ma non volevo osare troppo, fino a quel momento era stato tutto inaspettato e non forzato, avevo la sensazione che lui si sentisse sedotto da me e che per lui fosse la prima volta con un ragazzo. A volte quasi impacciato, aspettava che fossi io a condurre quell’amplesso lasciando a me ogni iniziativa. Avvertivo che era quasi al culmine della sua goduria, avrei potuto assaporare il suo seme facendolo godere come mi aveva chiesto prima, ma il desiderio di farmi possedere e scopare era più forte.
Lui stava di spalle alla lavatrice, e quando non mi carezzava la testa , con le mani poggiate sul bordo della lavatrice, si spingeva col bacino in avanti donandomi il cazzo duro tanto che potessi ingoiarlo più a fondo possibile. Fu in quel momento che tirai fuori tutta la mia troiaggine, mi staccai dal cazzo lasciandolo gocciolare la mia saliva.
Alzandomi gli voltai le spalle mentre mi tiravo giù i pantaloni della tuta togliendoli del tutto, poggiai le mani sul lavandino difronte a noi e voltando la testa lo fissai negli occhi. “Ora fottimi “gli chiesi con occhi languidi e supplichevoli. Non se lo fece ripetere, mi spinse dolcemente a piegarmi in avanti, lo assecondai ed allargai le gambe. Il cazzo già ben lubrificato dalla mia saliva non tardò a cercare il mio buco. La cappella spinse una prima volta senza successo e scivolò lungo il solco dei miei glutei, la seconda volta aiutandosi con la mano tenne fermo il cazzo sul mio buco, con piccoli movimenti iniziò a deflorare il mio antro che lentamente si allargò accogliendolo caldamente.
Fu dentro di me con tutto il suo vigore, con movimenti delicati del bacino mi scopava lentamente ma con maestria, quando era in fondo ruotava facendomi sentire la cappella che raggiungeva il culmine. Afferrandomi i fianchi mi tirava a sé mentre mi fotteva, sentivo tutta la sua asta entrare ed uscire da farmi impazzire. Mi afferrò passando le braccia sotto le mie ascelle raggiungendo con le mani il collo, mi piegò la testa e con movimenti del bacino verso l’alto mi scopava divinamente.
Avevo le braccia impossibilitate a farmi raggiungere con le mani il mio cazzo, lo avevo duro e cominciava a gocciolare precum, avrei voluto godere nel momento in cui mi avrebbe riempito del suo latte caldo e raggiungere il culmine del piacere insieme. Carezzandogli le braccia, lentamente gliele faci togliere da quella morsa, capì solo dopo che iniziai a segarmi che ero pronto a ricevere il suo piacere.
Le sue mani afferrarono i miei trapezi alla base del collo, tese in avanti tiravano a farmi inarcare la schiena, il mio culo si inarcò ancor di più allargandosi per riceverlo per un’ultima volta, un tremito di gambe, una spinta del bacino ed il cazzo fino in fondo esplose abbondantemente dentro di me, le gocce di caldo latte uscivano dal mio buco mentre ancora mi pompava dentro fino allo sfinimento.
Avvertire il suo seme caldo e denso scivolare dentro e fuori dal mio buco mi fecero andare in estasi, urlai come mai schizzando sotto il lavandino fino a colpire il muro.
Ecco” dissi, adesso abbiamo bisogno di una doccia, tolsi la biancheria e facendo scorrere l’acqua mi ci misi sotto, tolse la tuta in men che non si dica ed entrò anche lui. Lo insaponai tutto accarezzandolo col sapone, le mani mi si fermavano spesso ad insaponare con dolcezza il suo arnese, le sue scivolavano sul mio culo intrufolandosi sempre fra le chiappe a cercare il mio buco, lo solleticava divertendosi ad infilarci dentro le dita.
Giocando e rigiocando mi ritrovai di nuovo col suo cazzo in bocca, l’acqua calda ci scorreva addosso facendo sparire il sapone, succhiarlo sotto l’acqua è esilarante, farselo scivolare in gola e sputare a fontanella l’acqua che raccogli mentre succhi è bellissimo. Aveva steso in alto le braccia afferrando il soffione con le mani, inarcava il bacino godendosi la mia succhiata pazzesca, di lì a poco non riuscì a fermare una nuova esplosione di sborra, stavolta me la regalò tutta in gola, senza lasciarne cadere neanche una goccia la ingoiai tutta finendo poi di lavargli il cazzo con la lingua e l’acqua che scorreva su di noi.
Uscimmo esausti dalla doccia asciugandoci a vicenda, potevamo essere scambiati per amanti, ma ci eravamo appena conosciuti, prima di andar via mi accarezzo una guancia ringraziandomi per quell’esperienza che non sapeva potesse capitargli, mi promise che se fosse passato dalle mie parti mi sarebbe venuto a salutarmi. Cosi fu, lo rividi ancora molte volte, poi cambiò zona di lavoro, ma dopo circa 1 anno dall’ultima volta me lo ritrovai davanti alla porta con una scatola di cioccolatini……..
Li mangiammo quasi tutti dopo 2 ore di capriole fra il letto ed il divano per poi finire sotto la doccia, sempre come la prima volta ………
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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