Gay & Bisex
AL PAESELLO DI CAMPAGNA
di matupas
01.11.2022 |
787 |
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"Scesi dalla macchina e mi avviai al banco del bar seguito da Carlo, non sculettai e neanche dissi nulla, ma mi sentivo gli occhi addosso di chi era dentro, ..."
Avevo circa 20 anni, e in quella cittadina sul mare dove stavamo io e mio padre per i suoi motivi di lavoro, conobbi un uomo nella pineta dove ero solito andare a sfogare i miei istinti da troietta. Era un tipo sui 45 anni, la prima volta mi aveva scopato in pineta, poi di tanto in tanto lo rincontravo ed avevamo sempre rapporti fugaci all’insegna del una botta e via.Quella sera lo incontrai, e come al solito mi si avvicinò. Pensai che volesse scoparmi, ma dopo i soliti convenevoli mi chiese se avessi avuto voglia di andare in macchina con lui a rimorchiare qualcuno in giro, e andare un paesello di campagna a pochi chilometri da lì. Disse che conosceva il paese e che ci andava spesso a rimorchiare ragazzotti sempre arrapati. Nello stesso paesello aveva affittato un monolocale fronte strada molto discreto che usava come piedaterre per le sue scopate.
La serata in pineta era troppo tranquilla, quindi decisi di accettare. Dopo circa una mezzora di macchina arrivammo al paesello, si fermò in una piazzetta vicino ad un bar, vidi che c’erano dei ragazzi ai tavolini fuori sul marciapiede, avevano un’età media dai 20 ai 30, molto ruspanti e vispi, ci notarono subito ed alcuni di loro confabularono come se già sapessero chi fossimo.
Quella sera ero vestito come al solito per i miei battuage, pantaloni della tuta bianchi aderenti,che mettevano in risalto il mio culetto nel tanga rosa, una maglietta rossa legata con un nodo davanti per scoprire l’ombelico ed i fianchi, sopra un giubbetto jeans corto scolorito che lasciava intravedere il fondo schiena da dove sbucava l’elastico del tanga, ed in fine i capelli legati a coda col mio elastico rosa portafortuna.
Carlo, così si chiamava il tipo con cui ero, poggiandomi la mano sulla spalla mi invitò a scendere per bere un caffè, ma prima mi chiese di essere il più discreto possibile, scrollai le spalle mostrando meraviglia alla sua richiesta, ma poi pensai che avrei dovuto contenermi almeno un po' visto che ero suo ospite. Scesi dalla macchina e mi avviai al banco del bar seguito da Carlo, non sculettai e neanche dissi nulla, ma mi sentivo gli occhi addosso di chi era dentro, mentre il vociare ridacchiante dei ragazzotti fuori mi accompagnò fino al banco.
Di tanto in tanto bevendo il caffè volgevo lo sguardo fuori, certo quei maschietti mi attizzavano parecchio, soprattutto due o tre di loro che non smettevano di fissarmi il culo, ad uno strizzai l’occhio ed ad un altro mandai un bacino allungando le labbra mentre al terzo feci vedere come scivolava la mia lingua sulle labbra a gustarmi il caffè.
Questo mio fare li rese evidentemente eccitati, si palpavano il cazzo nei pantaloni tanto da poter intravedere il loro gonfiore. Carlo cercò di frenare questo mio atteggiamento cercando di distrarmi parlandomi, ma purtroppo non riuscivo a trattenermi e così Carlo pagò i caffè invitandomi a seguirlo in macchina. Carlo era un poco infastidito del mio modo di fare ,ma gli feci notare che eravamo li per rimorchiare e si calmò. Saliti in macchina dal finestrino guardai i tre ragazzotti con fare invitante, e con un cenno della testa li invitai ad avvicinarsi ma non ebbi il risultato sperato, così Carlo avviò il motore e ci accingemmo ad allontanarci.
Dallo specchietto laterale notai subito che i tre si alzarono incamminandosi nella nostra direzione, lo dissi a Carlo facendolo rallentare per poi fermarci a circa 500 metri dal bar. Li vidi avvicinarsi camminando tranquillamente come se nulla fosse, ma arrivati alla nostra macchina mi guardarono aspettandosi che li fermassi, ma continuarono a camminare fino a che uno di loro girandosi accennò con il movimento della testa a seguirli. Li vedemmo svoltare un angolo e quando svoltammo anche noi, ci trovammo in un vicoletto con un’uscita su un sentiero di campagna.
Erano sul sentiero a circa 50 metri da noi, il posto era semibuio ma riuscivamo a vedere le loro forme e le sigarette accese, Dissi a Carlo di raggiungerli, il sentiero era largo abbastanza pe guidarci la macchina, e così facemmo. Ci accostammo a loro che stavano dietro un grosso albero, uno di loro disse a Carlo di spegnere la macchina e le luci. Stavo per aprire la portiera per scendere quando due di loro si pararono davanti al finestrino impedendomi di uscire.
Con le mani e senza dir parola, mi fecero abbassare il vetro. “Ce lo succhi a tutti?” disse il più furbo dei tre, “certo che si” risposi senza dubitare, Carlo se ne stava in silenzio, i tre in un lampo si slacciarono i pantaloni facendoli cadere alle caviglie. Tre grossi cazzi difronte a me aspettavano che la mia bocca li fagocitasse, dal finestrino potevo a stento ingoiarne uno, dissi loro che se aprivo la portiera avrei potuto soddisfarli tutti insieme invece che uno alla volta.
Il più furbo acconsentì spostandosi indietro e facendomi aprire la portiera, appena mi voltai con le gambe fuori, avanzarono insieme verso di me con i cazzi duri pronti ad essere succhiati. La luce interna dell’auto illuminò le tre cappellone lucide per un attimo, ma poi sempre lui disse di spegnerla. Afferrai i due più vicini e senza indugio e cominciai a leccare le cappelle grosse e pulsanti. Carlo cercò di convincere il terzo a passare dal suo lato per pompare anche lui, ma non ci fu verso di convincerlo il ragazzo se ne stava li incollato al fianco dei due aspettando il suo turno.
Ogni tanto afferravo con lamano il suo cazzone, e segandolo lo tenevo in caldo per succhiarlo appena possibile, però quello accanto a lui lo spingeva indietro per essere più comodo lui. Sia Carlo che il terzo ragazzo sembravano 2 anime in pena, decisi di uscire dall’auto e spostandomi di lato mi accovacciai permettendo anche al terzo di avvicinarsi, Li succhiavo e mi ficcavo in gola quei cazzoni uno dopo l’altro senza sosta, “che troia che sei, ci stai succhiando l’anima, ingoia tutto il cazzo non ti fermare, voglio sborrarti in gola e fartela ingoiare tutta”. Era sempre il furbetto che parlava, gli altri due mugugnavano di piacere ad ogni mio affondo sui loro cazzi, Carlo poverino si godeva lo spettacolo segandosi alla vista di quei tre cazzoni entrare ed uscire dalla mia bocca.
Poi quello che era al centro dei tre, mentre gli stavo ingoiando il cazzo mi afferrò sotto le ascelle facendomi alzare, mi fece girare di spalle e spostare su un fianco dell’auto, Con veemenza mi tirò giù i pantaloni della tuta facendomeli togliere del tutto. C’era poco da capire su cosa volesse fare, agevolai le sue intenzioni chinandomi in avanti a succhiare gli atri due, che nel frattempo lo incitavano a fottermi il culo. "Dai sbattiglielo dentro a sta troietta in calore, faglielo sentire tutto fino in fondo fottila, fottila. Stavolta parlavano tutti e tre dandomi della troia succhiacazzi e rotta in culo, mi voltai un attimo guardando il tipo dietro di me e dissi, “parla meno e datti da fare, e anche voi, voglio vedere se siete capaci col cazzo di più che con le parole”.
A questo mio dire, il tipo dietro di me sputandosi sulla cappella la lubrificò, a mia volta raccolsi la saliva che mi colava dalla bocca piena del cazzo di uno, mi bagnai lo sfintere che già pulsava dalla voglia di farsi fottere. Sentii il cazzo penetrarmi senza alcuna resistenza, scivolò dentro come se non aspettasse altro, mentre mi fotteva deciso con colpi ora forti ora lenti, riuscivo a malapena ingoiare il cazzo degli altri due, tanto da renderli lamentevoli della mia opera.
Non volevo scontentarli ma soprattutto volevo godermeli appieno sia in culo che in bocca, senza dovere tralasciare nessuno. A quel punto presi in mano il gioco, aprii la portiera dietro e mi stesi a pancia in su sul sedile posteriore, aprii anche l’altra portiera e sporgendomi con la testa penzoloni, li incitai a fottermi a gambe all’aria e pomparmi la bocca da ambo i lati dell’auto. Carlo era sbigottito ed eccitato, diceva ai ragazzi come posizionarsi per fottermi meglio, in ginocchio sul sedile anteriore si godeva lo spettacolo segandosi con goduria.
Ecco ora si che mi sentivo appagato, mi fottevano in gola alternandosi mentre l’altro mi sbatteva il cazzo in culo facendolo arrivare fino in fondo, mi sentivo davvero una gran troietta e me li godevo tutti e tre insieme. La mia mano cercò il mio cazzo ormai duro e pronto ad esplodere, ma volevo godere solo quando anche l’ultimo dei tre avesse goduto dentro di me. Non mancò molto che il primo che mi inculava, dopo qualche minuto in quella posizione, esplose schizzate di caldo nettare dentro di me emettendo un suono gutturale tipico di chi gode al limite del piacere.
Tirandosi via diede spazio al secondo, di colpo lo vidi affacciarsi dalla portiera, ma stavolta mi girai a pecorina dandogli il culo fuori dalla macchina, mentre l’altro si allungava dentro tenendosi al portapacchi sul tettuccio. Sentii penetrarmi dal cazzo più grosso dei tre, la sua cappellona scivolò dentro aiutata dalla lubrificazione del seme del primo, lo sentii raggiungere il limite del mio antro tutto in un colpo solo. Mi scopava bene, ci sapeva fare ed io stavo ancora una volta per esplodere di piacere, ma non lo feci perché aspettavo il terzo dentro di me.
Sentivo che non sarei riuscito ad aspettare, il tipo dietro di me mi scopava con maestria, era dolce e duro nei movimenti con la sua asta armeggiava ruotando e spingendo ruotando i fianchi ed ancora estraendolo e rificcandolo dentro di me da farmi impazzire, volevo che non finisse mai quel piacere immenso che provavo. Purtroppo feci l’errore di stringere l’ano per sentirlo entrare ancor meglio dentro di me, d’improvviso sentii le sue mani stringere con forza i miei fianchi, e dopo un colpo di reni sborrarmi dentro con schizzi copiosi, in quell’attimo sentii anche riempirmi la bocca di latte caldo, la goduria dell’amico manifestatasi con un grido a malapena trattenuto, aveva suscitato l’esplosione di sborra dell’altro.
Non riuscivo a crederci avevano sborrato ed io ero rimasto col mio cazzo in mano aspettando quel momento fino a quasi il limite che potevo resistere. Guardai Carlo che ancora si segava ad occhi spalancati, capì che ero rimasto al culmine senza arrivare alla fine, saltò giù dal sedile anteriore e portatosi fuori dalla macchina mi raggiunse da dietro, mi afferrò i fianchi e con un colpo da maestro entrò in me scopandomi come già sapevo , gli bastarono pochi minuti, afferrò il mio cazzo e cominciò a segarmi mentre mi fotteva, era bravo lo sapevo fotteva bene e sapeva come usare la sua mano su di me.
Strinsi l’ano sapendo che a lui piaceva penetrarmi come se fossi vergine, mi esplose dentro continuando a fottermi con colpi ritmati e dolci mentre con la mano segandomi mi fece arrivare al culmine del piacere regalandogli quel succo proibito, e inondando la sua mano la rese felice di esistere.
I ragazzi si erano già ricomposti ed avviati verso l’uscita sulla strada, noi restammo ancora li esausti a goderci un sigaretta, Guardai Carlo e con fare da troietta quale ero gli dissi, “QUANDO TORNIAMO?”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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