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IL CARABINIERE


di Membro VIP di Annunci69.it matupas
09.02.2025    |    21    |    0 8.7
"Al tavolino di fianco al mio, c'era una signora sui 50 anni, aveva notato il modo con cui avevo guardato il Carabiniere, con fare disinvolto mi sorrise e..."
Era piena estate, sarei dovuto andare fuori città per delle commissioni d'ufficio. Il giorno prima, il mio capufficio mi aveva assegnato il compito di portare alcuni documenti in una filiale distante una quarantina di chilometri. Gli avevo fatto presente che ero senza macchina per un guasto alle luci, ma lui fregandosene, disse di arrangiarmi.
Fortuna volle che Cristina, una mia collega che mi tampinava da sempre per uscire con me, facendomi gli occhi dolci, si offrì di prestarmi la sua macchina.
Accettai pur sapendo che la sua macchina era una vecchia Mini Minor sgangherata e poco sicura. Ed eccomi, di buon mattino a guidare col caldo afoso lungo la costiera per raggiungere la filiale.
Mi ero vestito comodo e leggero, tanto avrei dovuto solo fare una consegna, nessuno mi conosceva nella filiale, avrei consegnato i documenti alla reception senza dover andare su per gli uffici in pantaloncini e canotta.
Un viaggio estenuante, non potevo superare i 50 km l'ora altrimenti avrei fuso il motore. Impiegai quasi 2 ore fra semafori e rallentamenti in code infinite. Finalmente dopo aver consegnato i documenti, potei rilassarmi seduto all'esterno di un bar, godendomi un caffè freddo con annessa sigaretta d'obbligo.
Me ne stavo li tranquillo, quando arrivarono due Carabinieri Motociclisti. Dopo aver parcheggiato proprio difronte al mio tavolino, scesero dalle moto, ed incamminandosi verso il bar mi passarono proprio di fianco.
Che spettacolo meraviglioso, uno era tarchiato e con una pancia abbastanza evidente che strabordava dal cinturone, l'altro invece era alto e slanciato, gli stivali da moto, i pantaloni attillati, la camicia a maniche corte, anch'essa attillata, ed il cinturone che gli stringeva i fianchi, mettevano in risalto un pacco fra le gambe, che chiunque avrebbe notato.
Nel passarmi di fianco, non potei che restare incantato da tutto quel bel vedere. seguii con lo sguardo girando anche la testa, finché non vidi sparire il suo culo tornito e sodo all'interno del bar. Al tavolino di fianco al mio, c'era una signora sui 50 anni, aveva notato il modo con cui avevo guardato il Carabiniere, con fare disinvolto mi sorrise e disse " Proprio bono eh! ", arrossii voltando di botto lo sguardo.
Mi alzai, e con passo veloce mi avviai alla macchina e mi diressi in costiera verso città, per fortuna non c'era il traffico come all'andata, quindi provai ad aumentare la velocità. Mancavano ancora una decina di chilometri, quando guardando nello specchietto retrovisore, vidi le due moto dei carabinieri.
Mi sorpassarono in fila indiana, quello che stava dietro tirò fuori dallo stivale la paletta, e facendomi segno di accostare rallentò finché non accostai in una piazzola da lui indicatami.
Cazzo pensai, non mi pareva di aver superato il limite, ci mancava pure che prendessi una multa chissà per cosa.
Ero fermo immobile con le mani sullo sterzo, i due erano scesi dalle moto e mi accorsi che erano quelli del bar. Il cicciotto restò alla moto, mentre il bonazzo mi si avvicinò. Era proprio all'altezza della mia faccia col pacco gonfio che mi fece sgranare gli occhi, la Mini Minor era una macchina molto bassa, gli occhi erano all'altezza giusta del pacco, ma per guardarlo in faccia dovevo inarcare la testa all'indietro.
Fece il saluto, e con fare disinvolto mi chiese " Buongiorno signorina, mi favorisca patente e libretto", presi i documenti dal cruscotto, e la patente dal portafoglio che avevo nello zaino.
Glieli diedi, e subito lo vidi abbassarsi per guardarmi meglio, " chiedo scusa, se l'ho offeso signor......Ma passandole di fianco in moto, mi era parso che fosse una donna al volate, sa con i capelli lunghi a coda di cavallo come li porta lei è facile confondersi".
" Non si preoccupi, ribattei io, mi capita spesso anche se non sono in auto, molti guardandomi da dietro, a volte fanno anche commenti molto espliciti, pensando che sono una donna".
" Ah capisco, può uscire dalla macchina che le mostro il motivo per cui l'ho fermata?" disse togliendosi gli occhiali da sole e sorridendo in modo sornione. " Vede? Le ruote sono consumate, la targa è sporca e quasi non si legge, il paraurti è traballante, tutti motivi per cui devo farle una multa".
Io non riuscivo a guardare altro che il suo pacco gonfio, le sue braccia muscolose e quel sorriso bellissimo con cui gli brillavano anche gli occhi nerissimi. Riuscii a spiaccicare balbettando solo alcune parole," guardi mi spiace ma la macchina non è mia, è di una collega che mi ha fatto un favore", cercai di spiegargli la situazione balbettando e forse facendo qualche moina da femminuccia.
Mi guardava in modo comprensivo, mi spiegò che capiva la situazione, e che avrebbe chiuso un occhio anche perché gli ero simpatico. Mi rese i documenti, ma aggiunse, " ho visto dove abita, non è lontano da dove abito io, chissà forse ci rincontreremo per strada, e sorrise sornione".
Quella situazione mise in moto la mia fantasia, già mi vedevo ammanettata e sbattuta in una cella, lui che veniva ad interrogarmi su qualche crimine da me commesso, per poi farmi inginocchiare a succhiargli il cazzo. Quella sera a letto, mi segai a lungo pensando a lui in quella situazione, ed anche i giorni a venire la mia mente farneticava con quei pensieri.
Poi una sera, dopo quasi un mese che girando per il quartiere, cercavo fra i passanti il suo volto, lo vidi sulla moto insieme al collega, anche lui mi vide, notai il suo sguardo seguirmi per qualche metro. Mi bloccai fermo sul marciapiede sperando che facesse inversione di marcia, ma non fu così, lo vidi allontanarsi senza ritorno.
Tornai a casa pensando a lui, mi ero quasi messo a letto quando squillò il campanello del portone. Mi alzai di scatto preoccupato, non aspettavo nessuno, chi poteva essere? Risposi al citofono chiedendo chi fosse, " Carabinieri, apra, che piano?" Il cuore mi batteva forte, ero sconcertato, confuso, aprii indicando il piano, aprii la porta tenendola socchiusa, sentii l'ascensore arrivare al piano.
La porta si aprì sotto la spinta di una mano, me lo ritrovai davanti in divisa come lo avevo conosciuto, chiuse la porta alle sue spalle, e senza dirmi nulla iniziò a slacciarsi il cinturone facendolo cadere in terra. Si aprì la patta dei pantaloni e tirandolo fuori se lo sbatacchiò un poco su e giù, poi ponendomi una mano sulla spalla mi fece inginocchiare.
Mi ritrovai col suo cazzo bello e duro davanti alla bocca, " ora succhiamelo bene, voglio ficcartelo tutto in gola, succhia, succhia, troietta, lo so che mi aspettavi".
Non credevo a ciò che si stava avverando, senza preamboli me lo ficcai tutto in gola suscitando un grugnito di piacere in lui, inarcò la schiena afferrandomi la testa e tenendola ferma mi fotteva in gola. Non riuscivo a respirare tanta era la sua irruenza, afferrai le sue natiche dure tonde cercando di fermare il movimento del suo bacino tenendogli il cazzo tutto in gola.
La saliva mi colava dalla bocca tanta era abbondante, il suo cazzo mi scivolava in gola senza pause di sorta, piegato in avanti su di me, le sue mani non mi davano scampo, mi fotteva in gola con irruenza, troppa per i miei gusti, cercando di allontanarlo da me lo spinsi indietro sulla parete, lo tirò fuori dalla mia bocca schizzandomi una cascata di latte caldo e denso sulla lingua e sula faccia.
Ero piena del suo latte, ma riuscii a ficcarmelo ancora in bocca trattenendolo fino a sentirlo afflosciarsi tra le mie labbra.
Esausto ed appagato scivolò lungo il muro sedendosi a gambe tese e col culo nudo sul pavimento freddo. Mi distesi con la testa fra le sue gambe leccandogli le palle piene del suo nettare mentre lui mi carezzava la testa.
Andò via con la promessa di rivederci ancora, e così fu per un periodo.....arrivava di notte dopo il turno, non andavamo mai al di la della porta di entrata, mi fotteva li all'entrata sbattendomelo in gola quando era pieno ed io lo svuotavo, poi fu trasferito ......e cosi fu ....


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