Gay & Bisex
Caravelle 2
di matupas
05.01.2023 |
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"Infilò le dita in un barattolo, l’olio motore gocciolava fino a poi finire in un filo verso il pavimento, con le dita piene di olio mi unse tutto fino a..."
Ripropongo un mio racconto di tempo fa.....Quella prima uscita col mio nuovo camper fu davvero un buon inizio a cui seguirono altre molte uscite molto intriganti. Ma come si sa, se compri un veicolo usato prima o poi arrivano i problemi ed infatti non mancò il momento che il mio camper cominciò a fere le bizze in autostrada.
Ero in prossimità dell’uscita di Firenze, quando all’improvviso il motore cominciò a surriscaldarsi, feci in tempo a fermarmi in una piazzola che del fumo iniziò ad uscire dal vano motore.
Sono stato sempre negato in quanto motori ed altro che riguardasse la riparazione di un veicolo, quindi con le mani nei capelli non sapevo che fare, qualche macchina rallentò per dirmi che dovevo aspettare prima di aprire il vano motore , ma non si fermarono ad aiutarmi, forse perché dopo avermi visto in pantaloncini corti attillati , i capelli lunghi a coda di cavallo e a torso nudo , non davo certo l’impressione di un uomo in difficoltà.
Raggiunsi a piedi il casello autostradale, faceva un caldo cane ed ero tutto sudato, al casello chiesi la cortesia di chiamarmi un’officina in zona che potesse venire a dare un’occhiata.
Il casellante fu gentile, anche se il suo sguardo mi diceva che era sconvolto nel vedermi cosi sudato e mezzo nudo davanti al suo sportello. Chiamò un pronto intervento e mi disse di andare al camper che sarebbero arrivati nel giro di una mezz’ora.
Arrivai al camper e dopo essermi asciugato il sudore indossai una canotta molto carina con colori un poco vivaci, volevo rendermi presentabile al meccanico o chi per esso sarebbe venuto ad aiutarmi.
Finalmente vidi arrivare un carro attrezzi, che poco dopo si parcheggiò dietro il camper, ne usci un ragazzone che non mi sembrò abbronzato, mail suo colore della pelle di sicuro era naturale.
Mi si avvicinò con fare tranquillo e senza fretta, mi guardò da capo a piedi accennando un sorrisetto molto ambiguo, mi chiese cosa era successo ed una volta che gli avevo spiegato il problema diede un’occhiata al motore che ancora era bollente, accese il quadro e sbuffando mi disse che saremmo dovuti andare in officina, perché li non poteva fare nulla per rimettere in sesto il motore e che avrebbe dovuto ispezionarlo bene.
Caricò sul carro attrezzi il mio camperino e mi fece salire con lui sul carro, il caldo era insopportabile, continuavo a sudare mentre lui era asciutto senza neanche una goccia di sudore, eppure era vestito in jeans e maglietta.
Ero talmente incazzato e sudato che neanche avevo fatto caso a lui nel modo giusto, infatti una volta seduto accanto a lui, iniziai a notarlo meglio.
Senza dubbio un bel ragazzone sui 30 anni, fisico normale niente di particolarmente attraente, ma il suo modo di fare era molto accattivante e sexy, la carnagione olivastra tipica dei magrebini, ma parlava perfettamente italiano con un accento toscano ed i suoi occhi erano azzurri.
La curiosità si sa che è femmina, e quindi i cominciai ad indagare, poche domande dirette ebbero le risposte che aumentarono il mio interesse per lui che ancora però non mi fecero accendere quella scintilla di attrazione sessuale nei suoi confronti, ma mi fecero pensare che il mondo è bello davvero se popolato da persone cosi tranquille e gentili come lui.
Era di origini algerine, madre francese e padre algerino, nato in Francia ma cresciuto a Firenze dall’età di 2 anni, lavorava nell’officina di uno zio algerino che viveva in Italia da almeno 30 anni.
Arrivammo in officina che era ormai già buio, trovammo lo zio che ci stava aspettando per poi chiudere l’officina, diede un’occhiata veloce al camper dopo averlo scaricato dal carro, e con due parole mi liquidò dicendo che avrebbe risolto il problema il giorno dopo.
Gli dissi che non sapevo dove andare per dormire , ma lui senza scomporsi insieme al ragazzone spostarono il camper fuori dall’officina dandomi modo di dormire li fuori.
Certo lo zio al contrario del ragazzone aveva risvegliato in me la troietta che ero, un bell’uomo sui 50 anni passati, moro ma leggermente brizzolato, quel poco di pancia di chi ormai non se ne frega un cazzo di apparire perché consapevole del suo charme con cui ha già avuto le soddisfazioni nella vita scopando come un mandrillo. La fede al dito lo faceva ancor più interessante, ed il suo modo di guardarmi era senz’altro tipico di chi ha voglia di fare cose già sperimentate altre volte.
Mi rilassai nel camper bevendo una birra e mangiando cose veloci che avevo in frigo, stavo per mettermi a letto quando avvertii dei rumori provenire dall’esterno dell’officina.
Un attimo di panico pensando a qualche ladro che si era intrufolato nel cortile che cingeva l’officina, ma i rumori continuavano come se chi li faceva non si preoccupasse di essere scoperto.
Aprii lentamente la portiera e vidi la luce accesa in officina, scesi e lentamente mi avvicinai all’entrata, la porta socchiusa mi permetteva di vedere all’interno, e con mio grande stupore notai lo zio che armeggiava con una macchina in riparazione. Aprii la porta ed entrando lo salutai, girandosi mi sorrise dicendomi poi che quando non riusciva a dormire tornava in officina a distrarsi lavorando. Dispiaciuto di avermi svegliato mi offri una birra che teneva in ufficio nel piccolo frigorifero. Ne prese una anche lui ed uscendo dall’ufficio andò verso la macchina , la spostò su un fosso nel pavimento e la sollevò quel tanto da scendere nel fosso per lavorarci sotto.
Io giravo la intorno , quando lui parlando da solo inveiva verso qualcuno che era nei suoi pensieri. Gli chiesi cos’è che non andava e lui sporgendosi dal fosso mi fece cenno di scendere , non capivo cosa volesse ma poi con fare nervoso, una volta sceso giù mi fece notare dei bulloni lenti che suo nipote aveva lasciato cosi dopo averci lavorato.
Lo spazio in quel fosso era poco ed ogni volta che mi spostavo mentre lui si girava casualmente il suo pacco sfiorava il mio culo, la cosa mi piaceva e cercavo sempre di muovermi nello stesso momento che lui si girava .
Ad un certo punto girandosi mi afferrò il culo con le mani e mi spinse per spostarmi , subito dopo mi chiese scusa ma io da troietta quale ero gli dissi che non doveva preoccuparsi e che anzi se voleva poteva toccarmi il culo a suo piacere. Scoppiò a ridere accarezzandomi la faccia con le sue mani callose e sporche di unto, in quel momento la mia mano andò a poggiarsi sul suo pacco tastando un cazzo non ancora duro ma in procinto di esplodere nella tuta che aveva addosso.
Lo palpai cercando di tirarglielo fuori , ma la zippo lo chiudeva dall’alto, lui la fece scivolare lentamente in giù fino alla mia mano che continuò ad aprirla fino a trovarmi il suo cazzone ormai duro in mano.
La sua mano era ancora sul mio viso , ma lentamente scivolò dietro al mio collo per spingermi in basso verso il suo cazzo , mi inginocchiai e leccandogli prima le palle pelose e gonfie scivolai con la lingua lungo la sua asta turgida e dritta che già spingeva verso le mie labbra.
In un attimo la mia bocca lo fagocitò tutto fino a sentirmelo in fondo alla gola, mi spinse la testa fino a soffocarmi , e trattenendola a lungo spingeva ancora più in fondo, non riuscivo a respirare ma lui non mollava la presa.
Sentii un fiotto caldo che non riuscii a fare ameno di ingoiare tutto per non soffocare, solo allora allentò la presa e mi permise di prendere fiato, ma il suo cazzo era ancora dritto e duro come se non fosse successo nulla.
Le sue mani tornarono ad afferrarmi la testa, e la spinsero ancora verso il suo cazzo pronto a fottermi la bocca ancora, ricominciai a succhiarlo , ma stavolta mi lasciò fare senza forzarmi .
Lo succhiai a modo mio lentamente e leccandolo lo riempivo di saliva dandogli modo di scivolarmi bene in bocca fino in fondo , nel frattempo sentivo il mio buco del culo fremere e pulsare di voglia di farsi fottere.
Tolsi i pantaloncini mentre lo succhiavo, e lui capi subito cosa volevo , la sua mano iniziò a scendere verso il solco del mio culo e intrufolarsi a solleticarmi il buco con le dita unte di olio motore. Col suo cazzo in bocca mi sollevai lentamente dandogli modo di afferrare le mie chiappe ed allargarmele per mostrargli il mio buco pronto a riceverlo .
Mi sculacciò il culo ma senza violenza quasi ad accarezzarmelo, mi fece girare poggiando le mani sul bordo del fosso, mi allargò le gambe ed io inarcai la schiena pronto a farmi fottere dal suo cazzone che già spingeva la cappella sul mio buco ancora troppo stretto per accoglierlo.
Infilò le dita in un barattolo, l’olio motore gocciolava fino a poi finire in un filo verso il pavimento, con le dita piene di olio mi unse tutto fino a dentro lo sfintere e sentii il buco allargarsi in modo meraviglioso, senza alcun sforzo mi penetrò con un sol colpo, lo sentii arrivare fino in fondo e spingere il suo bacino contro il mio.
Mi afferrò i fianchi e con destrezza mi scopava estraendolo e rificcandolo senza mai aiutarsi con le mani , una goduria estrema pervase tutto il mio corpo e la mente , mi sentivo fottuta davvero come una troia e lo imploravo di non fermarsi , cosa che lui fece per molto tempo facendomi urlare a volte per la goduria che mi dava quel cazzone dentro e fuori.
Il mio cazzo reclamava la mia mano, ero eccitatissimo ed avevo paura di sborrare prima di lui, cosa che non volevo cosi aspettai ancora che mi fottesse , mi allargò ulteriormente le gambe che toccavo le pareti laterali coi piedi , ero quasi come se stessi facendo una spaccata, se non avessi trovato il muro coi piedi di sicuro sarei caduta a gambe tese in basso.
Puntavo le mani al bordo del fosso e trattenevo la sua foga che fottendomi mi spingeva sempre più in avanti, le sue mani sui miei fianchi scivolavano per l’olio che ormai mi ungeva tutto , d’un tratto iniziò a grugnire..Ecco era pronto e sborrarmi tutto dentro, i suoi movimenti divennero frenetici e veloci, mi tirava indietro il bacino per aiutarsi a fottermi ed il suo cazzo mi stantuffava dentro senza sosta, afferrai il mio cazzo ed iniziai a menarmelo velocemente seguendo il ritmo di lui che con un colpo di reni deciso affondò fino in fondo sborrandomi dentro ancor più che di prima in bocca, anch’io sborrai copiosamente mischiando il mio seme all’olio di motore che ungeva la mia mano.
Restò li fermo dentro di me per un po’ , per poi lasciarlo uscire ancora duro e strofinarselo sul mio culo per pulirselo, sculacciandomi dolcemente il culo si richiuse la tuta uscendo poi dal fosso, feci lo stesso anche io e mentre lui si ripuliva le mani con uno straccio , io mi avviai al camper salutandolo per poi rivederlo il giorno dopo arrivare in ritardo a lavoro, mentre suo nipote lo redarguiva incredulo del fatto.
Riparò il motore del mio camper e facendomi un enorme sconto mi salutò con una stretta di mano che mai potrò dimenticare, quella stretta era talmente forte che quasi non mi lasciava la mano, voleva farmi capire la sua tristezza a vedermi andar via.
Gli sorrisi ringraziandolo e promettendogli che sarei tornato a fargli visita, e cosi fu, tornai altre volte all’officina sempre con una scusa plausibile perché il nipote cominciava ad avere qualche dubbio sulle mie frequenti visite per riparazioni.
Il camper funzionò ancora per molto prima che poi dovetti rottamarlo , ma fu la mia alcova per almeno 3 anni ancora e rimane sempre nei miei pensieri .
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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