Gay & Bisex
LA PALLAVOLO


08.03.2025 |
62 |
4
"Mi scopava lentamente, voleva che me lo godessi ad ogni suo movimento di penetrazione, era bravo mi faceva impazzire, mi scivolava dentro con leggerezza..."
Era una delle solite giornate grigie ma non piovose che in autunno agevolano la noia del tempo trascorso a lavoro. Rientravo a casa, seduto sull'autobus ad un posto singolo, mi stavo distraendo guardando fuori, usavo giocare dando dei voti ai maschi che attiravano la mia attenzione.Ecco un 6, poi un 5, poi un 8, e via così fino a che non arrivavo alla mia fermata. L'autobus di solito ad un certo punto del tragitto, si affollava sempre di gente che rientrava a casa come me. Gente che si spingeva, che si strattonava, quelli che quando trovano una posizione non li schiodi manco con le cannonate, insomma saprete ben tutti come funziona.
Ad un certo punto, sento cadere un borsone da palestra gonfio e pesante lungo il mio fianco destro. Guardo giù e lo vedo quasi sulla punta del mio piede, giro la testa verso l'alto e mi appare una meraviglia di ragazzone alto quasi 2 metri. " Scusa, ma qui è una calca, non avevo scelta, il borsone dava fastidio ", mi sento dire con voce decisa dal ragazzo. Lo guardo con occhi dolci e " figurati, non è un problema capisco la situazione, gli replico sollevando le spalle".
Ma poi il mio sguardo non può fare a meno di posarsi sul gonfiore del suo inguine, il pacco lo avevo addirittura al di sopra del mio sguardo, tanto da dover alzare leggermente la testa. di certo non mi dava nessun fastidio, anzi non riuscivo più a guardare fuori, quel pacco catturava ogni 2 minuti la mia attenzione, ciò non poteva sfuggire al ragazzo che dall'alto dei suoi 2 metri, ogni volta che mi giravo avvertivo il suo sguardo incuriosito.
Con la mano sinistra si teneva alla spalliera dove ero seduto, mentre l'altra aggrappata al corrimano in alto, metteva in mostra un braccio forte e muscoloso, tanto da rendere attillata la pur confortevole tuta ginnica blu. Ero eccitato e agitato, avrei voluto mordere quel pacco gonfio dimenticandomi totalmente del posto in cui ero. Facendo finta di aggiustarmi i capelli, tentavo di toccarlo appoggiandomi su di lui, non volevo essere troppo sfacciato, ma la voglia era irresistibile. Provai più volte fino a che una frenata del bus mi fu complice proprio nell'attimo giusto.
Riuscii a sentire il suo cazzo premere sul dorso della mia mano, fu un attimo, ma seppur stretto negli slip potei constatarne la compattezza," scusami" disse, ed io approfittando di quell'occasione, tirai fuori la mia natura da troietta. " Figurati ", risposi e poi dopo un attimo di pausa, fissandolo negli occhi aggiunsi, " anzi ", ci fu un momento di incroci di sguardi, poi lo vidi accennare un sorriso. Da quel momento, ogni tanto lui si spingeva apposta in avanti cercando un mio contatto, ce ne furono molti e il suo gonfiore aumentava ogni volta, riuscii a sentirlo duro per ben 3 volte.
L' autobus iniziava a svuotarsi, non essendoci il trambusto di prima lui si spostò leggermente indietro, dandomi la possibilità di poterlo ammirare nella sua completezza. Con tutta l' adrenalina che mi assaliva,non mi ero reso conto che la mia fermata era passata da tempo, mi alzai sconcertato, accortosi del mio imbarazzo lo vidi sorridere a 32 denti, " hai perso la fermata? Allora scendi alla prossima che scendo anche io ", con un cenno della testa annuii.
" Ciao, sono Carlo", mi strinse la mano che quasi me la stritola, mi fece sentire come una ragazzina delicata, una forza pazzesca che mi incuriosì, " che sport fai?" " pallavolo " rispose con fierezza. " Se ti va, abito qui vicino i miei compagni di stanza non ci sono, ti offro un caffé?". Non me lo feci ripetere due volte, accettai già sapendo cosa sarebbe potuto succedere.
L'appartamento al secondo piano ero piccolo ma confortevole, ci vivevano in 3, un piccolo soggiorno divideva le camere da letto dalla cucina, in una 2 letti a castello, nell'altra più piccola ci stava lui, aveva allungato il letto singolo con un pouf altrimenti potete immaginare. Mi fece accomodare sul divanetto in soggiorno mentre mi preparava il caffé, mi raccontò che erano studenti universitari e giocavano tutti e 3 nella squadra di pallavolo dell'università.
Mi allungò il caffé mentre io seduto sul divano non riuscivo a togliere lo sguardo dal suo pacco gonfio, stava in piedi davanti a me e con fare sornione se lo toccava di continuo. Bevvi il caffé tutto di un fiato, posai la tazza a terra accanto al divano e allungai la mano a tastargli il pacco. Si ritrasse, non capii il perché, ci riprovai, ma lui spostandomi la mano afferrò con le sue la mia testa, mi tirò a se strofinandosi col pacco sulla mia faccia, il suo cazzo duro premeva sul mio viso, la libido iniziò con la voglia di prendergli il cazzo in bocca, ma lui continuava a spingere la mia testa sul suo pacco duro.
Poi d'un tratto mi tirò su con forza e facendomi girare iniziò a spingere il pacco sul mio culo simulando una scopata. Non capivo cosa volesse fare, portavo le mani indietro ad afferrare il pacco ma lui me le toglieva, ero eccitato ma allo stesso tempo sconcertato da quello che faceva. Pensai che volesse solo giocare con me allo stesso modo di come era successo sul bus, l'assecondai sperando che non sborrasse così col cazzo nelle mutande. Ci fu un momento che mi lasciai andare a quella situazione non sperando più di poter assaporare con la bocca il suo arnese. Non fu così, mi rigirò di nuovo spingendomi giù in ginocchio, si abbassò la tuta e le mutande e sbattendo mi il cazzo in faccia, con voce decisa e perentoria mi ordinò di prenderlo tutto in gola. " Dai, ora succhiamelo bene, prendilo tutto in gola puttanella, fammi sentire come ti piace succhiarmi il cazzo", non potevo mentire, mi piaceva davvero, bello lungo e duro mi riempiva la bocca da soffocare, e quando lo ingoiavo fino alle palle, mi teneva ferma la testa spingendo ancor di più, " si così, così, dai non fermarti, ingoia tutto".
In ginocchio sotto di lui fremevo dal piacere, si eccitava ascoltando i miei mugolii, afferrò le palle stringendole alla base e me le fece prendere ambedue in bocca mentre mi sbatteva il cazzo sulla fronte. Fremevo, avevo voglia di masturbarmi mentre lo succhiavo, mi slacciai i pantaloni aprendo un varco per raggiungere il mio cazzo duro, questo mio gesto lo eccitò ancor di più, mi face alzare e spogliare del tutto lui fece lo stesso.
Nudi ci ritrovammo ad abbracciarci, mi mordeva il collo, e mi sculacciava come fa un papà col suo bambino, pacche decise ma non violente non faceva male, anzi mi eccitava, in piedi con la bocca arrivavo ai suoi pettorali, belli non gonfi da culturista, con i capezzoli duri che succhiavo e mordevo dandogli piacere. Le sue mani iniziarono ad addentrarsi fra le mie chiappe, lo sputo di lui sulla mano fu l'anteprima alla penetrazione delle sue dita ad esplorare la mia profondità. Mi fece inginocchiare a pecora sul divano, leccò le mie natiche riempendo le di saliva, poi allargando cercò il mio antro, lo leccò con voracità, ci infilò la lingua roteando e spingendola dentro, poi con le dita iniziò ad allargarmi il buchino preparandosi al ben più grosso cazzo che aveva.
Mi sbatteva il cazzo sulle chiappe mentre la sua saliva colava su di esso, lo preparò bene, poggiò la cappella sul buco e lentamente iniziò ad entrare, dentro e fuori solo la cappella, usava le mani solo per tenermi le chiappe aperte. La cappella penetrava sempre di più, centimetro dopo centimetro si fece spazio fino a raggiungere il massimo della mia profondità. Restò fermo così facendomi godere di tutta la lunghezza del cazzo, lo tirò fuori bagnandolo ancora di saliva, entrava ed usciva facendolo sentire tutto senza ma fermarsi. Mi scopava lentamente, voleva che me lo godessi ad ogni suo movimento di penetrazione, era bravo mi faceva impazzire, mi scivolava dentro con leggerezza fino al limite della mia profondità.
Iniziai a segarmi, non potevo non farlo, godevo come una troia in calore, lo incitavo a non fermarsi, ad andare avanti più che poteva, le sue penetrazioni mi facevano impazzire, avrei voluto che non smettesse mai, ma il suo ansimare di piacere e le sue spinte sempre più frequenti mi prepararono alla fine di quell'oblio.
Lo supplicai di aspettare, , lo incitavo a continuare, ma le mie suppliche non fermarono la sua esplosione. Un fiotto caldo e continuo mi riempirono accompagnati dai suoi spasmi di piacere, spinse l'ultimo affondo fermandosi dentro di me, inarcò la schiena indietro dandomi modo di girarmi da quella posizione. Il cazzo gocciolava ancora del suo latte, lo leccai assaporando la dolcezza, ingoiai di nuovo il cazzo era ancora semiduro, succhiai ancora fino a che raggiunsi anche io il culmine del piacere..... Facemmo la doccia insieme, si divertì a lavarmi la schiena ficcando ancora le dita nel culo, cercai di succhiargli ancora il cazzo ma non gli veniva più su. Ci rivedemmo ancora, ma i suoi coinquilini iniziarono a sospettare qualcosa, l'odore di sesso a volte con la fretta di uscire no si riesce ad evitare. Decise che non potevamo più farlo da lui, lo facemmo ancora un paio di volte all'aperto, ma ....poi.....tutto finisce......
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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