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Gli intrighi del convento di San Girolamo 9
di boschettomagico
04.05.2024 |
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"Avevo castigato il comportamento della neo suora attratta da quegli uomini che desiderava impunemente, ma mi rendevo conto che io non ero da meno…Mirella era..."
Capitolo 9: L’onorabilità del conventoI lavori di ristrutturazione del convento progredivano a tutto spiano e ora si stava sistemando la famosa ala est che era certamente l’opera di miglioria più complicata da effettuarsi. Erano arrivati otto operai dalla città che stavano lavorando a ritmo continuo, riposando la notte nel vecchio granaio abbandonato, per cercare di completare la copertura prima dell’arrivo dell’inverno. A questo scopo si concedevano solo una mezza giornata di riposo alla domenica e per non fermarsi completamente e la alternavano con uno stop di quattro operai al mattino e quattro al pomeriggio.
Suor Donata dirigeva i lavori come meglio non poteva, fungendo praticamente da capo cantiere esperto e meticoloso; e gli operai resosi conto della perizia della suora seguivano tutte le direttive che lei impartiva. All’arrivo delle prime travi la suora si era presentata nel mio studio e si era lamentata del fatto che nel piano di lavoro dovevano essere di abete e invece erano arrivate di comune pioppo; la settimana seguente venivano sostituite integralmente come da suo ordine. Anche in quel campo suor Gertrude aveva visto lontano e si era rivelata ottima veggente, vedendo nell’ex amante di suor Terenzia la persona ideale a dirigere quegli importanti lavori di miglioria. Avevo convocato Suor Donata a pranzo da me nell’alloggio della torretta per farle pubblicamente i miei complimenti; quando non mangiavo in refettorio suor Claudia, l’aiuto cuoca, era l’addetta alla mia cucina. Mentre preparava i suoi intingoli ammiravo la sua bravura culinaria ma soprattutto la sua innata bellezza, certo non raggiungeva il fascino leggiadro di suor Gertrude, ma sicuramente era la suora più bella dell’intero convento; peccato che su di lei dovevo limitarmi solo a un interesse visivo perché dopo le ultime vicissitudini interne non potevo più ostacolare per il quieto vivere “le proprietà” di suor Domenica.
Durante il pranzo suor Donata era emozionata e nonostante la sua modestia gongolava ai miei continui complimenti; le avevo chiesto da cosa era dovuta questa sua competenza nel settore, mi aveva detto che suo padre era capomastro di una squadra edile e ogni tanto lei lo seguiva nei suoi lavori e amava già da ragazza ad abbozzare progetti di edifici. Quando le chiesi il motivo per cui aveva abbandonato quella sua passione si era improvvisamente rabbuiata e innervosita, per cui ho troncato immediatamente quel discorso che nascondeva sicuramente il motivo per cui aveva imboccato la strada del convento. Qualche giorno dopo la suora si è presentata nuovamente nel mio studio con un’aria molto scossa, mi sono stupita di vederla, sorridendo le ho chiesto -Suor Donata, vederti qui di domenica mi fa presagire che ci sono altri problemi nel cantiere, dimmi… -Reverenda Madre, ci sono si problemi… ma non di natura tecnica, non so come dirglielo, la prego di seguirmi, sono letteralmente sconvolta da ciò che vedrà. Ad ogni mia successiva domanda la suora arrossiva e balbettava per cui mi sono limitata a seguirla; abbiamo imboccato la scala che saliva ai solai fino a che siamo arrivate al soppalco del granaio e arrossendo ancora di più ha puntando il dito in giù dicendomi -Guardi!!! Suor Mirella era stesa su un pagliericcio del granaio, completamente nuda, circondata da quattro muratori, nudi che si stavano divertendo a tutto spiano sul suo corpo. Ho immediatamente pensato a una violenza e stavo per urlare, ma suor Mirella era tutt’altro che vittima, e invitava i quattro a soddisfare le proprie voglie. Era a gambe larghe con uno che la stava pompando e con le mani stava segandone altri due inginocchiati ai suoi fianchi, mentre il quarto accucciato sul suo capo si faceva succhiare l’uccello… nei momenti in cui la neo suora prendeva fiato interrompendo il pompino urlava allo scopatore -Su non fermarti…pompa più forte…dai che mi piace troppo…non mollare proprio adesso… Non sapevo cosa fare, se urlare da lassù per interrompere quell’orgia disgustosa o scendere nel granaio per piombare all’improvviso e cogliere tutti in flagrante impedendo una fuga repentina…nel frattempo i due inginocchiati hanno cominciato a venire sui seni di Mirella che ha accolto con un gemito quella benedizione e ha cominciato a spalmarsela su tutto il corpo. Ho abbandonato la postazione di corsa scendendo velocemente le scale e piombando nel granaio proprio mentre la degenerata stava ingoiando il frutto del suo pompino… e si faceva riempire dallo scopatore. - Smettetela esseri immondi…non avete il minimo rispetto a profanare questo luogo sacro?!? e tu brutta degenerata non ti vergogni a oltraggiare così impunemente la tua fresca nomina… Gli operai si sono staccati immediatamente dal corpo della ragazza cercando di ricoprirsi alla bell’e meglio con i loro vestiti, mentre Mirella è rimasta sul pagliericcio ancora in preda al suo piacere senza quasi rendersene conto che io stavo sbraitando e avevo interrotto il suo subdolo gioco. - Suora badessa noi non c’entriamo nulla, è stata lei a provocarci, siamo uomini…non abbiamo saputo resistere alla tentazione… Ho ignorato le loro scuse, non sapevo cosa dire di più, mi sono rivolta solo a Mirella che era ancora nuda -Rivestiti svergognata, seguimi nel mio ufficio, sarai subito espulsa dal convento e abiurata dal tuo ruolo di suora, ma prima vai a lavarti e ripulisciti a fondo cacciando via dal tuo corpo i segni della tua vergogna. Mezz’ora dopo suor Mirella era davanti a me nel mio studio, all’inizio baldanzosa, ma alla mia conferma che sarebbe stata espulsa dal convento più malleabile e meno ribelle.
-Ma ti rendi conto di quale nefandezza ti sei macchiata, provocare e concederti a una squadra di operai senza garbo né istruzione? Comportarti come l’ultima delle donnacce, tu che hai vestito la tonaca solo da qualche settimana… Buttarmi in mano una castagna bollente che sminuirà sicuramente la mia figura, in quanto sono stata nominata badessa da pochissimo e alle direzioni ecclesiastiche mi presento con questo infimo biglietto da visita!!!
-Madre badessa io non sono qui per mio volere, io non volevo entrare in convento, io in questo eremo sperduto sono una carcerata, mi piacciono gli uomini e da oltre un anno non ne vedevo uno…lo ammetto ho perso la testa…
A quelle parole mi è tornata in mente la presentazione che suor Gertrude mi aveva fatto in merito all’ingresso di Mirella…certo me l’aveva disegnata come una imberbe ribelle ma mai pensavo fosse invece una scatenata ninfomane senza il minimo pudore.
-Fortunatamente la cosa è nota solo a suor Donata, di lei mi fido ciecamente e dovremo cercare di tenere questo scandalo il più segreto possibile… in casi del genere comunque l’unica soluzione è l’espulsione dal convento, ma prima di muovere i miei passi voglio sentire cosa mi consiglia suor Gertrude, la vecchia badessa che sicuramente ha più esperienza di me. Nel frattempo tu rimarrai segregata in una cella e rimarrai sotto la mia personale stretta sorveglianza.
Ho fatto un dettagliato resoconto dei fatti accaduti e l’ho fatto spedire a Gertrude da uno dei piccioni di Suor Morena; poi ho preso Mirella e l’ho rinchiusa nella vecchia cella delle novizie appartenuta a Fiorella mettendola sotto chiave
- Io dormirò nella cella qui a fianco, non mi fido di te…togliti dalla testa strane idee…domattina penso che arriveranno ordini dai miei superiori…
Così mi sono ritrovata nella mia vecchia cella dove avevo iniziato il mio noviziato; quella notte in quel mio vecchio piccolo letto ho dormito solo a tratti, tormentata dal solito tintinnio della finestrella e dai ricordi dei miei primi mesi al convento. Durante la notte, in uno dei miei numerosi risvegli ho sentito degli strani rumori provenire dalla cella dove dimorava Mirella…mi sono avvicinata alla porta, tornando indietro nel tempo a quando spiavo Fiorella e suor Domenica e ho sentito un brusio provenire dall’interno…non riuscivo capire se erano lamenti o gemiti…ho pensato che la ribelle nonostante l’orgia vissuta nel pomeriggio non era sazia e si stava masturbando…con velocità estrema ho infilato la chiave e aperto la porta di colpo…la scena a cui ho assistito mi ha sconvolta completamente. Suor Mirella era completamente nuda in piedi vicino al letto e si percuoteva con una specie di frustino tutto il corpo…probabilmente aveva iniziato da parecchio tempo perché verso me rivolgeva la schiena, piena di lividi e ferite da cui scendeva anche del sangue. Mi sono scagliata su di lei strappandole quello scudiscio e urlandole in faccia
-Disgraziata ma cosa stai facendo…
Suor Mirella non mi aveva nemmeno sentita entrare, aveva il volto incosciente, perduto, assente… al mio urlo si è però scossa, mi ha guardata senza nemmeno capire da dove arrivavo ed è come rinvenuta da uno stato di incoscienza…mi ha guardata sorpresa, mi ha abbracciata e ha cominciato a balbettare…
-Madre badessa, solo ora mi sono resa conto delle nefandezze di cui mi sono macchiata, e volevo autopunirmi per cancellare i miei peccati…
-Ma ti sei rovinata…da quanto ti stavi torturando?
-Non lo so…
A quel punto ha cominciato a singhiozzare e tremare dal freddo, l’ho fatta su con il lenzuolo per scaldarla, ma era un pezzo di ghiaccio…allora le ho infilato la tonaca, mi sono rivestita anch’io e l’ho portata nel mio studio; mentre scendevo al piano terra speravo che nessuno mi vedesse, dopo tutti i miei intrighi sempre andati bene sarebbe stato il colmo farmi vedere nel cuore della notte portare la suora nel mio studio sorreggendola quasi esanime sollevando un mare di dicerie e maldicenze…quando invece per la prima volta stavo compiendo il mio dovere e basta!!! Come sono entrata nel mio vecchio alloggio ho acceso il camino sia nello studio che nella mia camera, e come le fiamme hanno cominciato crepitare ho spogliato suor Mirella mettendola vicino al fuoco…ma lei rimaneva lì immobile con il solito sguardo perso nel vuoto. Aveva un corpo fantastico, un seno e un sedere praticamente perfetti, il mio sguardo però era fisso sulle ferite che perdevano sangue. Ho messo il lenzuolo sul tavolo e l’ho fatta stendere a pancia sotto, poi ho preso un impiastro cicatrizzante e ho cominciato a spalmarglielo sulle ferite; lei era inerme, sembrava un automa e si lasciava medicare stando in assoluto silenzio…poi l’ho fatta girare, sul seno e sul ventre aveva meno ferite, lo scudiscio lo aveva usato con violenza frustandosi maggiormente la schiena.
Aveva un fighino fantastico, completamente rasato e della cosa mi sono stupita parecchio, penso che nessuna al convento si depilasse, e di passere delle mie suore ne avevo viste parecchie, ma pur ammirando il suo corpo non riuscivo a provare la minima eccitazione; verso quella povera infelice provavo solo un grosso senso di pietà. Nonostante la temperatura si stesse pian piano alzando ha improvvisamente ripreso a tremare, sempre con maggior insistenza, l’ho accompagnata nel mio vecchio letto ho messo tutte le coperte che avevo, mi sono spogliata anch’io e mi sono infilata accanto a lei stringendola a me con l’intento di scaldarla, ma il tremito non cessava. Stare incollata a lei era difficoltoso perché era letteralmente ghiacciata e non riuscivo a trasmetterle il mio calore…ero preoccupata e ho rivolto lo sguardo al cielo invocando un aiuto. Pian piano suor Mirella ha cominciato però a prendere colorito e riscaldarsi, si è raggomitolata contro di me incollandosi al mio corpo e mi ha sussurrato
-Grazie suor Gertrude… grazie di tutto cuore…e si è addormentata tra le mie braccia…
Ora che la situazione si era normalizzata nel sentire quei seni giovani e sodi sfregarsi ai miei ho cominciato a provare un certo piacere, le ho infilato una coscia in mezzo alle sue gambe e nel sentire il contatto con quella passera liscia come la pelle di un neonato ho sentito un fremito alla mia pelosa…ma seppur a fatica sono subito tornata alla realtà e finalmente anch’io ho preso sonno. All’alba sono stata svegliata dal chiarore creatosi nella stanza, ormai io abitavo nella torretta e avevo dimenticato di chiudere gli scuri; avevo dormito solo qualche ora ma mi sentivo piuttosto riposata. Suor Mirella dormiva ancora saporitamente, nella stessa posizione in cui si era addormentata stretta a me come se il mio corpo fosse il suo nido sicuro. Ho fermato il mio sguardo ad ammirare il suo volto…era molto bella, peccato che un viso così angelico fosse solo la maschera di una donna senza senno, schiava della sua cupidigia interiore; poi come fosse stata destata dall’intensità del mio sguardo anche lei ha aperto gli occhi, quando ha realizzato dov’era ha parlato con tono spaventato
-Ma dove sono? Cosa è successo? Cosa faccio qui?
Ho cercato di ricordarle quanto era successo, ha reagito incredula, come se non fosse mai stata cosciente delle stupidaggini che aveva fatto nella cella delle novizie…poi quasi terrorizzata ha detto
-Ma siamo nude? Cosa abbiamo fatto?
Le ho rammentato come mai… si è leggermente calmata, ma non aveva ancora realizzato la drammaticità di cosa aveva fatto; la campana dava intanto il segnale che era l’ora della colazione…
-Andiamo nel refettorio, hai bisogno di mangiare qualcosa…
-Madre badessa, non ce la faccio… mi sento le gambe molli come un fico, sono priva di forze…non ho per niente fame, anzi dovessi ingerire qualcosa lo vomiterei… devo riprendere pian piano le mie forze…
-Io devo andare, se Suor Domenica non ti vede va alla tua cella e vedendo il letto intatto chissà quali falsi pensieri si farebbe… mi raccomando rimani qui, senza combinare altri guai…
Mi sono lavata, mi sono messa la tonaca, e sono uscita dallo studio…dopo aver chiuso la porta ho riflettuto a lungo e ho deciso di chiuderla dentro a chiave…non potevo correre altri rischi…
Quando sono arrivata il refettorio era quasi vuoto, la maggior parte delle suore aveva già finito la colazione, quando suor Domenica mi ha portato al tavolo la scodella del caffelatte e il pane secco le ho detto
-Suor Mirella non viene…ha avuto dei problemi stanotte, non sta bene…
La cuoca mi ha guardata con uno sguardo strano, abbozzando un malefico sorriso di scherno, immaginando chissà cosa nei miei confronti…la cosa mi ha preoccupata… dovevo stare sul chi va là… ogni volta che avevo a che fare con quella suora avevo sempre dentro di me un senso di angoscia; poi però è arrivata suor Morena che si è avvicinata di tutta fretta al mio tavolo tenendo in mano un foglietto
-Madre badessa è appena arrivato questo messaggio con un piccione…
L’ho aperto, leggendo poi con ansia il suo contenuto
“ Marzia quanto mi riferisci è molto grave… vieni subito da me in città con Suor Mirella, la situazione è seria…spero vivamente che tu sia estranea a questa faccenda… Gertrude”
Mentre leggevo il messaggio vedevo che Suor Domenica mi scrutava da lontano… ho riflettuto a lungo, poi ho deciso che dovevo portarla dalla mia parte e l’ho chiamata…
-Devo subito assentarmi per andare in città con suor Mirella, non so quanto starò via…veda di sostituirmi durante la mia assenza…suor Domenica quando io sarò ufficialmente badessa dovrò nominare la mia vice…e avevo pensato a lei…volevo sapere se la cosa le sarebbe gradita.
La vecchia arpia ha accolto quelle mie parole con sorpresa, poi sfoderando un sorriso a trentadue denti mi ha risposto con orgoglio
-Suor Marzia la ringrazio…ne sarei onorata.
Per la prima volta riceveva una promozione, il suo viso era commosso, tratteneva a fatica una lacrima e mi guardava per la prima volta con gratitudine…avevo fatto una mossa perfetta…
-La prego, mi dia una scodella di caffelatte per quella povera ragazza e avvisi suor Paola di preparare la carrozza che tra un’ora partiamo…
Sono tornata allo studio, Mirella era ancora a letto ma sveglia, fissava il soffitto pensando a tutte le sue sventure…
-Dobbiamo andare in città…siamo convocate d’urgenza da suor Gertrude…
Si è alzata dal letto, era ancora nuda, non ho potuto evitare di ammirare ancora una volta quel corpo perfetto, ma ho visto ancora quei lividi e quelle ferite non completamente rimarginate…
-Stanno preparando la carrozza, abbiamo ancora un po’ di tempo…stenditi sul tavolo che ti medico ancora quelle ferite…
Ha prontamente obbedito sdraiandosi senza dimostrare sensi di vergogna nel mostrarsi completamente nuda; ho cominciato a spalmarle l’impiastro, le mie mani sostavano più del dovuto su quel corpo perfetto e la ragazza gradiva la mia opera. La Marzia libertina avrebbe voluto girarla e leccarla dalla testa ai piedi per farsi sborrare in faccia da quella figa rasata che era una delizia; ma le parole finali del messaggio di Gertrude han fatto evaporare quei miei pensieri libidinosi “Spero tu sia vivamente estranea a questa faccenda…” dopo il casino combinato con Piera non potevo permettermi altre mosse false. Così anche quando ho fatto girare Mirella e mi sono trovato a pochi centimetri quella fantastica passera ho evitato di fissarla…però non mi sono trattenuta dal chiederle
-Come mai sei così perfettamente rasata?
La ragazza è arrossita, poi in tono dimesso mi ha confidato
-Suor Marzia, a palazzo mi concedevo a chiunque mi capitasse a tiro, lo so mi vergogno ma quando ne ho la possibilità non so respingere il desiderio di godere… e in due occasioni mi sono presa le piattole senza nemmeno sapere da chi…non so se sa cosa sono…mi depilo perché sono un‘ottima precauzione per prevenire quel fastidioso inconveniente… Al mattino avevo visto bene…un viso d’angelo in un corpo diabolico!!! Come la carrozza è stata approntata siamo partite, durante il viaggio Mirella era silenziosa, preoccupata, ho rotto il ghiaccio
-Come mai sei così silenziosa?
-Rifletto sul guaio che ho combinato, me ne vergogno, sono dispiaciuta per i fastidi che le sto dando, io sono stata spinta in convento da mio padre, non ho la minima vocazione, però pian piano mi stavo adattando a quella vita eremitica, ma solo perché non avevo uomini vicino…e come sono arrivate quelle squadre di operai sono stata attratta dal loro odore come un animale in calore.
Ora però mi dispiacerebbe essere espulsa e perdere la tonaca che mi sono appena conquistata…
-Se potrò fare qualcosa per te Mirella lo farò ma promettimi che cercherai di limitare la tua irruenza
-Vorrei prometterglielo di cuore, ma la ninfomania è una malattia a tratti incontrollabile…quando sento il bisogno di un maschio non ragiono e sono disposta a tutto per soddisfare le mie voglie…ha visto anche lei cosa sono stata capace di fare.
Arrivate in città siamo state accolte immediatamente da suor Gertrude, che senza aggredire la neo suora si è fatta raccontare la successione dei fatti…durante i quali il suo volto si colorava di sconcerto…poi con calma ha fatto la morale alla ragazza
-Il tuo comportamento è stato vergognoso, io non ho altra soluzione che doverti espellere dal convento e scioglierti dalla tua promessa di obbedienza religiosa.
Mirella si è rabbuiata…si è messa il viso tra le mani ed è scoppiata in pianto…a quel punto sono intervenuta
-Reverenda madre la ragazza è pentita…sentitamente pentita…veda di concederle ancora una possibilità di mantenere i suoi voti…
Gertrude si è stupita del mio intervento, mi ha guardata stranita dalla cosa, ha corrucciato il viso
-Chi sa di questa cosa!?!
-Solo suor Donata…ma è una sorella fidata, lei lo sa… in altre occasioni ha messo in mostra la sua fedeltà e il suo amore verso il convento, mi farò promettere che quel segreto dovrà rimanere inviolabile e sono sicura che dalla sua bocca non trapelerà mai nulla in merito.
-Io non posso rischiare di trasferirla in un altro convento con il pericolo che ricada in altre tentazioni e porti lo scandalo anche altrove… e a San Girolamo sicuramente non può restare, perché non dobbiamo dimenticare che saranno presenti per molte settimane gli operai che magari non sono muti come Suor Donata; il massimo che posso fare è mandarla in un convento di clausura così che sarà completamente lontana da altre tentazioni peccaminose…ma in questo caso dovrà firmare lei una richiesta volontaria di trasferimento.
Ho guardato Mirella in volto…era abbattuta da quella ipotesi ma capiva che non aveva altre vie d’uscita…
-Hai sentito Mirella la proposta della Reverenda Madre… in carrozza mi hai detto che volevi mantenere la tua tonaca, la tua nomina…ebbene quella è l’unica possibilità che hai…
La ragazza era di nuovo confusa, rifletteva sulla proposta ricevuta, ma certamente era combattuta dentro di se, poi con un filo di voce si è rivolta a Suor Gertrude
-Reverenda Madre devo darle una risposta immediata, o ho la possibilità di pensarci su con più serenità?
-Puoi pensarci a fondo, anche perché prima di prendere delle decisioni definitive devo essere sicura che tu non ti sia fatta ingravidare, quello sarebbe molto grave, renderebbe lo scandalo pubblico, non posso mandare in clausura una suora incinta… ora ti compilo la tua richiesta di trasferimento, se come spero il tuo ciclo mestruale arriverà regolarmente lo firmerai e Suor Marzia mi manderà la conferma; io verrò a prenderti per accompagnarti in un convento di clausura il più vicino possibile. Ora vai nella cappella qui a fianco a pregare e vedi di leggerti dentro e prendere la decisione che più ti aggrada. Rimaste sole ci siamo baciate con passione… -Marzia ho una voglia matta di te ma fra mezz’ora ho una riunione con i revisori dei conti…
-Anch’io…è tanto che non facciamo l’amore…alzati la tonaca che te la lecco, voglio almeno assaporare l’afrodisiaco sapore dei tuoi umori e dissetare la mia voglia di te.
Gertrude ha staccato la seggiola dalla scrivania, io mi sono accucciata in mezzo alle sue cosce e ho cominciato a leccargliela…l’odore della sua figa mi prendeva un casino, il sapore della sua patacca sudata mi mandava in visibilio, avrei voluto molto di più ma eravamo talmente arrapate che dopo dieci minuti la mia donna mi è venuta in faccia inondandomi con i suoi prelibati umori…quando mi sono rialzata da quella scomoda posizione avevo il volto infradiciato dai suoi rivoli di piacere che lei mi ha ripulito con la lingua sulle guance e sul mento, per poi tornare a un poderoso bacio pieno di sensualità prima di staccarci. Prima di uscire mi ha abbracciata con affetto e stringendomi mi ha sussurrato
-Usa la massima delicatezza, dobbiamo evitare ogni minimo scandalo… cerca di farla firmare ma solo quando capirai che ne sarà convinta.
Nel ritorno sulla carrozza suor Mirella era confusa, sicuramente rimuginava su quale decisione prendere, mi guardava continuamente con sguardo incerto, l’ho attirata con dolcezza verso di me, ha appoggiato il capo sulla mia spalla e ha cominciato a piangere in silenzio
-Mirella lo so che sei confusa ma sei a un bivio e devi decidere che strada prendere… innanzi tutto prega perché non si verifichi la tragica eventualità a cui Suor Gertrude ha fatto cenno, e poi tolto quel peso analizza quale scelta fare; sappi però che se abbandonerai la tonaca potresti andare incontro alla perdizione totale… - Reverenda Madre lo so… ed è proprio la cosa che più mi spaventa… vivere da reclusa potrebbe sicuramente togliermi la dipendenza dal sesso… ma perdere definitivamente i contatti con il mondo mi spaventa… maledetto l’arrivo di quegli operai… senza la loro vicinanza non avrei avuto le tentazioni che mi hanno rovinata. La prego Suor Marzia mi stia vicino in questi giorni… per la prima volta sento che qualcuno dimostra affetto verso me senza il bieco scopo di approfittare delle mie debolezze per avere solo il mio corpo. La ringrazio per quello che ha fatto oggi per me, senza il suo intervento ho capito che la mia sorte era già segnata… grazie…e così dicendo ha avvicinato le sue labbra alle mie e mi ha dato un bacio innocente.
A quelle parole ho riflettuto a lungo…erano frasi vere…mi sentivo orgogliosa di saper resistere alle tentazioni per aiutare quella pover ragazza, che pur avendo solo qualche anno in più di me si affidava alla sottoscritta come se fossi stata sua madre…avevo apprezzato la tenerezza di quel casto bacio ma il contatto con quelle labbra calde e morbide mi avevano fatta fremere di desiderio e speravo di poter resistere fino alla fine di quella triste storia. Giunte al convento ero indecisa se fidarmi di Mirella e farla alloggiare da sola, o tenerla sotto il mio più stretto controllo…Gertrude però mi aveva detto che lo scopo principale era quello di evitare lo scandalo per cui ho optato di farla pernottare con me nella mia vecchia camera attigua allo studio.
L’unica che poteva insospettirsi era come al solito Suor Domenica, ma dopo il miglioramento del nostro rapporto ho deciso di continuare alla mia linea morbida nei suoi confronti, mi sono recata alle cucine e ho cercato di renderla a conoscenza della situazione di Suor Mirella pur rimanendo nel vago.
-Suor Mirella è malata e probabilmente sarà trasferita in un convento di clausura per guarire con l’isolamento da una forma depressiva… vediamo di non far trapelare nulla per non turbare l’ambiente e creare delle tensioni emotive anche nelle altre suore…mi raccomando Suor Domenica, lei è l’unica a cui ho rivelato queste confidenze molto riservate.
La cuoca è rimasta colpita da quella mia rivelazione, non sapevo se per un senso di dispiacere verso la nostra sorella o sul fatto che io confidavo a lei certi segreti del nostro impianto religioso…l’unica cosa che mi importava era che non mettesse il naso in mezzo a certe faccende delicate…Tornata alla mia camera ho trovato Mirella alla finestra a fissare il cielo cercando risposte al suo stato emotivo… ho cercato di aiutarla a stemperare la sua tensione
-Stenditi sul tavolo che ti spalmo ancora di quell’unguento medicamentoso, le tue ferite sono migliorate ma non ancora completamente cicatrizzate…
Ha accettato con piacere, capiva che il massaggio poteva aiutarla a rilassarsi e ne aveva proprio bisogno… si è spogliata senza il minimo tentennamento e si è sdraiata sul tavolo, la sua schiena ora era una esposizione di lividi di diverse dimensioni, ho cominciato a spalmargli la pomata e a ogni mio passaggio lei rispondeva con delle smorfie che non riuscivo capire se erano di dolore o di piacere…il mio sguardo era fisso su quel culo perfetto, le mie mani tendevano sempre più a scendere verso quelle natiche invitanti, su quella destra aveva un livido bluastro marcato, con il palmo della mia destra gliel’ho accarezzato
-Ti fa male qui? Sei viola come una melanzana… ci sei andata forte con quel maledetto frustino…
-Più che male sento un certo fastidio…ma sento che il massaggio me lo attenua…reverenda madre lei è una ottima infermiera… forse non merito tante attenzioni da parte sua…
Ora le mie mani palpavano avidamente e a ogni massaggio circolatorio si spingevano sempre più nell’incavo delle chiappe; a volte sfiorando il buchino del culo a volte quello della passerotta rasata…Mirella era in completo relax…io invece ormai sentivo la mia figa bagnarsi…la leccata di figa fatta a Gertrude mi aveva eccitata, non certo appagata. Mi sono fermata sperando che interrompendo quelle mie palpate riuscissi cacciare via tutti i pensieri libidinosi che bussavano al mio cervello… Mirella nel sentire che le mie mani si erano bloccate mi ha chiesto
-Devo girarmi madre badessa?... Io avevo chiuso gli occhi cercando aiuto nell’oscurità visiva, ma quando li ho riaperti mi sono trovata la patacca di Mirella in primo piano in quanto lei non avendo ricevuto risposta si era improvvisamente girata…le labbra della sua figa erano invitanti, sentivo l’odore di quell’ammaliante passera, da quando era da me non se l’era più rasata e ora una leggera peluria scura faceva capolino intorno al suo spacco rendendola ancora più intrigante. Avevo castigato il comportamento della neo suora attratta da quegli uomini che desiderava impunemente, ma mi rendevo conto che io non ero da meno…Mirella era stata ammaliata dall’odore di maschio io ora lo ero dal richiamo erotico di quelle figa fresca e profumata che mi stava facendo perdere i lumi della ragione…non ho più resistito…le ho allargato le cosce e ho tuffato la faccia in quel paradiso terrestre che ho immediatamente cominciato a leccare come una assatanata. Non ho potuto guardare la reazione del viso della ragazza, ma l’ho sentita rispondere alla mia improvvisa irruzione nella sua intimità con un infinito “Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh”; forse era quello che voleva, forse si era girata con quell’intento, forse aveva capito dal mio massaggio che la stavo desiderando… ha portato le sue mani alla mia testa e ha cominciato ad accarezzarmi i capelli sempre più appassionatamente man mano che la mia lingua progrediva nel pennellarle la sua intimità, più la leccavo più lei allargava le cosce, pronta ad offrirsi completamente ad ogni mio volere…il suo orgasmo è arrivato con celerità, prorompente e intenso; le sue mani hanno spinto la mia faccia contro la sua figa fradicia con impeto incontrollato costringendomi a lappargliela senza soste per non affogare in quell’ondata di umori.
-Marzia…Marzia…non pensavo mai che una donna potesse darmi dei momenti così intensi, così sublimi, così goduriosi. Mi sono staccata da quel delizioso bocconcino, mi sono sfilata a velocità massima la tonaca e mi sono sdraiata nuda su di lei cercando la sua bocca…in pochi secondi le nostre lingue erano avvinghiate in una lotta libidinosa, che desideravo così da quando sulla carrozza mi aveva sfiorata con quel casto bacio. Eravamo abbracciate talmente strette che sembravamo un solo corpo…mentre ci baciavamo sfregavo la mia pelosa sulla sua coscia, ero bagnata all’inverosimile, ma volevo godere, mi sono staccata da lei mi sono accucciata presentandole la mia volpe davanti alla faccia implorandola -Ti prego leccamela, ho troppa voglia di godere anch’io! Mirella non si è impressionata per nulla, ha spinto il collo all’insù fino a raggiungere la mia figa e ha cominciato a lavorarmela, non sapevo giudicare se fosse brava o meno nel leccarmela, ero talmente eccitata che dopo meno di un minuto sono esplosa; nonostante che su quel duro tavolo la mia posizione fosse tutt’altro che comoda, sono rimasta lì immobile sulle ginocchia a sbrodolare sulla faccia della mia partner, con estrema sorpresa ho sentito che lei con la lingua continuava a ripulirmi la patacca impazzita. Ci siamo alzate dal tavolo e siamo andate a letto, ci siamo strette di nuovo in un abbraccio portentoso…
-Marzia è stato bellissimo, mai avrei pensato che con una donna si potessero vivere momenti così intensi.
-Eri talmente partecipe che in certi frangenti ho dubitato che fosse la tua prima volta con una donna, sei stata fantastica anche tu, era dal mio primo massaggio che ti ho fatto che desideravo intensamente il tuo corpo, resistevo alle tentazioni perché avevi già mille altri problemi e perché pensavo che tu fossi dipendente solo dal piacere del cazzo.
-Anch’io credevo quello, ma dopo stasera mi devo ricredere. Sono due cose totalmente diverse, ma entrambe molto piacevoli. Perché tutto questo non è successo prima, avrei risparmiato tutti i problemi che mi stanno assillando. Voglio dormire abbracciata con te tutta la notte, dimmi che anche tu lo vuoi.
-Certo che lo voglio.
Mirella si è addormentata immediatamente, la sua stanchezza era più mentale che fisica, era reduce da un periodo piuttosto stressante, io invece sono rimasta a fissarla sotto il chiarore lunare che filtrava dalla finestra e meditavo. Era una ragazza bellissima, certo non lo si poteva negare, ma ciò non poteva giustificare il mio comportamento; Gertrude mi aveva invitata alla prudenza e io invece approfittando della sua confusione mentale me l’ero fatta senza il minimo ripensamento, un gesto vergognoso, un gesto che mi impediva ora di castigare ogni azione commessa dalla neo suora. Mi sono appisolata dopo numerose riflessioni, mi sono svegliata nel cuore della notte, ho allungato la mano per accarezzare la mia partner del momento, ma il suo posto era vuoto, mi sono spaventata, non avevo chiuso la porta, in camera non c’era, nel bagno nemmeno, sono stata assalita dai pensieri più truci, temevo si fosse diretta al granaio e che stesse spompando l’intera squadra di operai…mi sono messa la tonaca e sono andata nello studio per correre nel corridoio, ma una diversa realtà è apparsa alla mia vista. Suor Mirella era all’inginocchiatoio posto nell’angolo destro della stanza, completamente nuda e con il viso chiuso tra le sue mani giunte in preghiera, sussurrava leggermente, non riuscivo decifrare cosa stesse dicendo, sul bordo superiore dell’inginocchiatoio giaceva il suo frustino. L’ho accarezzata dolcemente per non spaventarla ma lei ha avuto un sobbalzo, destandosi dal suo stato mistico.
-Cosa fai Mirella? Perché hai quel tremendo oggetto di tortura lì vicino a te?
-Reverenda Madre ho peccato di nuovo, anche se solo con lei ho peccato di nuovo, e se non avessi avuto la paura che lei mi avrebbe scoperta vedendo delle nuove ferite, mi sarei fustigata a sangue di nuovo, sono un essere immondo, indegno di indossare la tonaca.
-Non dire stupidaggini, ora devi solo saper respingere quella bramosia incontrollata verso il maschio, pentirti di quanto hai fatto in quel granaio e vincere il tuo richiamo interiore a desiderare ogni uomo che incontri; hai detto poche ore fa che quelle due ore vissute a letto con me erano state piacevoli, sei sulla strada giusta.
La campana che annunciava la colazione mattutina ha interrotto il nostro confronto, l’ho accarezzata dolcemente
-Mettiti la tonaca e andiamo al refettorio, dopo la colazione tutto il convento pregherà per te.
Mi ha guardata stupita ma ha obbedito e mi ha seguita senza discutere nelle cucine; le altre sorelle nel vederla l’hanno accolta con calore, anche suor Donata che era l’unica a conoscere l’amara verità. Con tono solenne alla fine del desinare ho chiamato a raccolta tutto il mio seguito
-Come vedete Suor Mirella si sta pian piano riprendendo, stamane reciteremo un rosario perché questa nostra sorella possa superare questo suo periodo buio e ristabilirsi nel più breve tempo possibile. Tutte le suore mi hanno seguita in chiesa, la più commossa era Suor Domenica.
Due ore dopo tornavamo nell’ufficio, Mirella mi ha chiesto preoccupata
-Reverenda Madre, una come me non merita certe attenzioni, cosa sanno di me?
-Che non stai bene, senza specificare quale sia il tuo problema, qui sei amata, rispettata, non colpevolizzarti oltre il dovuto
-Ma come faccio a non sentirmi in colpa con tutto il caos che ho portato qui dentro, è vero che come ho detto stanotte quelle due ore vissute con lei hanno spento il fuoco che ho dentro, ma è stata solo una cosa momentanea, io sento il desiderio di essere presa senza ritegno, di essere posseduta dalla figura maschile, di dipendere totalmente da quel membro che nessuna figura femminile potrà mai darmi, nella mia mente depravata non c’è spazio per la dolcezza, e stanotte con lei c’è stata solo quella, ma a una degenerata come me non basta…
Mentre diceva quelle cose il suo volto si era infervorato, sembrava una indemoniata, una donna senza senno; vederla così mi mandava però in bestia, con le mani le ho stretto il mento fino a farle male, ora ero io l’indemoniata, l’ho trascinata sul letto ancora sfatto, l’ho spinta rudemente e con rabbia le ho urlato
-Spogliati!!!
Mi ha guardata con aria stranita ma ha cominciato a sfilarsi la tonaca, io l’ho imitata, una volta nuda mi sono incinghiata il mio uccello di legno e incurante dei suoi sguardi stupiti l’ho fissata con decisione estrema
-Anch’io non sempre cerco la dolcezza, vuoi giocare duro? E allora allarga le cosce…
Ora il suo sguardo aveva perso tutta la sua fierezza, sembrava quasi intimorita, ho dovuto io stessa allargarle le gambe e senza troppe cerimonie infilarle il cazzo con un colpo deciso che l’ha fatta sobbalzare; come sono entrata dentro di lei infischiandomene del fatto che stranamente era asciutta ho cominciato a scoparla come se volessi violentarla. Mirella per qualche secondo si dimostrava passiva, ma come ha sentito il mio uccello penetrarla è avvampata e ha cominciato a godersi quella mia pseudo violenza.
Non la guardavo in faccia, ero concentrata solamente sul pomparla il più selvaggiamente possibile, ma lei ormai aveva carburato, ha allargato le cosce al massimo e ha cominciato ad accompagnare ogni mio colpo con dei gemiti sempre più intensi.
Ora la sua figa era bagnata e il mio uccello cominciava a scivolarle dentro senza più nessun impedimento. Il primo orgasmo è arrivato repentinamente e mi sono stupita da tanta velocità, la giovane porca rantolava in continuazione, non proferiva però parola, mi guardava, tirava fuori la lingua con l’invito a baciarla, ma io seppur dopo averci pensato su non ho accettato quella tacita richiesta, a quel punto si è concentrata di nuovo sul mio uccello dimostrando che per lei quella sua prima goduta era stata soltanto un antipasto. Senza mai smettere di grugnire ha continuato a godersi le mie cariche sparandosi altri due orgasmi, era ormai lampante che quella porca era una pluriorgasmica insaziabile; ho rallentato il ritmo ma lei mi ha immediatamente ripresa
-No!!! No!!! Non rallentare, spingi a tutta velocità, mi stai facendo impazzire...il legno non si affloscia e la cosa mi attizza, ecco perché amo farmi prendere da più uomini, perché non sopporto che al culmine del mio piacere il cazzo esplode e si rammollisce, io invece voglio godere all’infinito.
Ho ripreso vigoria per altri dieci minuti durante i quali non so quante altre volte quella maiala incallita sia venuta, poi però esausta me ne sono infischiata delle sue proteste e ho tolto il mio cazzo da quella pozzanghera di umori, avevo la schiena a pezzi, mi sono sdraiata al suo fianco ansimando per lo sforzo sostenuto; ma Mirella ha picchiato con violenza una serie di pugni sul materasso, poi ha allargato le gambe, mi ha scavalcata sedendosi sulle mie cosce e si è infilata di nuovo l’uccello in figa cominciando a scoparmi senza soste.
Saltava sul mio corpo come una cavalletta riprendendo la sua serie infinita di godute a ripetizione; alternava un orgasmo saltellando sopra di me con un altro in cui si alzava sulle caviglie e mi scopava come se fosse stata lei l’uomo, ormai io ero completamente inerme, un fuscello in suo completo potere. Ho perso la nozione del tempo, sperando solo che il suo fisico cedesse alla fatica e finalmente la smettesse di schiacciarmi sotto di lei, quando finalmente anche lei ha alzato bandiera bianca e si è staccata dal mio corpo l’ho guardata, aveva gli occhi allucinati, la pelle violacea e grondava sudore come una fontana.
-Marzia sei stata un portento!!!
Non condividevo quella frase, praticamente aveva fatto tutto lei, ma il suo sguardo mi fissava in segno di ringraziamento senza smettere di lodarmi
-Si…posso godere come piace a me anche con una donna…non pensavo esistessero queste perfette imitazioni di uccello, poi si è accasciata al mio fianco cominciando a russare come un tasso.
Nei giorni a seguire la porcella pensava solo a scopare e godere, io ero al limite dello sfinimento, ero tornata ai tempi di Piera quando io amante incallita del sesso mi sentivo addirittura nauseata dal continuare a farlo. Fortunatamente nessuna delle altre mie amanti mi cercava, ero stata al capanno di Daniela a ordinarle un nuovo cazzo, di 24 cm…la suorona quando me ne sono andata senza scoparla ci è rimasta male ma non ha proferito parola; Mirella viveva segregata nel mio vecchio alloggio, non si vedeva più in cucina e tutte pensavano a un suo peggioramento e mantenevano quindi un certo riserbo. Fortunatamente una mattina la neo suora si è svegliata saltando allarmata dal letto, le era arrivato il ciclo, non era incinta. Ho immediatamente avvisato Gertrude; a cena suor Morena mi portava già il biglietto con la risposta, la vecchia badessa mi avvisava che il giorno seguente sarebbe venuta a prendere suor Mirella per portarla in un convento di clausura vicino a La Spezia. La giovane ninfomane sapeva che era l’ultima notte che dormiva con me, nonostante la gioia del suo scampato pericolo era l’immagine perfetta della tristezza.
-Suor Marzia vorrei tanto fare ugualmente l’amore con lei, non posso immaginare che queste nostre notti fantastiche rimarranno solo un ricordo, quanto vorrei non essere così indisposta, io la vorrei ancora una volta.
A quel punto è emersa la mia porcaggine e cogliendo l’occasione le ho detto
-C’è un posto però dove tu non sei indisposta
-E dove?
Ho affondato la mia mano sotto la sua tonaca e sono andata alle sue splendide natiche, il mio dito si è insinuato in mezzo a loro e sfiorandole il buco del culo le ho detto “Qui!!!”.
Per la prima volta in tutto quel tempo ho colto un senso di terrore nello sguardo di Mirella, la cosa mi ha eccitata al massimo, le ho sfilato la tonaca e le ho infilato la lingua nel suo buchino vergine, dopo cinque minuti di titillamento il terrore della maiala era ormai un solo ricordo e con calma certosina ho colto quel fiore inesplorato. Naturalmente la porcella dopo un inizio un po’ travagliato ha accettato le mie pretese, risultandone alla fine particolarmente soddisfatta, tanto che ha poi firmato senza obiezioni la sua domanda di trasferimento.
Al mattino è arrivata Gertrude, ha abbracciato Mirella dicendole
-Spero che tu sappia che certe grazie dal cielo giungono solo in particolari occasioni, nel nuovo convento potrai ritrovare la pace in te stessa; prepara i tuoi bagagli che io vado a controllare con suor Donata i lavori della nostra famosa ala est che stanno volgendo al termine.
Mentre Mirella chiudeva la sua valigia è scoppiata in lacrime ed è corsa a cercare conforto sulla mia spalla.
-Suor Marzia non la dimenticherò mai, se sarà possibile verrà ogni tanto a farmi visita?
Sapevo che la cosa era tecnicamente impossibile ma mentendo le ho risposto
-Se mi concederanno qualche deroga verrò sicuramente.
-Lo spero madre badessa, nella mia cella ogni notte penserò a noi due sdraiate in quel letto lì, e non penso che le carezze della mia mano potranno lenire il desiderio che quei ricordi mi porteranno alla mente.
-A questo proposito vorrei farti un regalo.
Ho dato a Mirella un sacchetto di lino contenente il cazzo che avevo ordinato nei giorni precedenti a suor Daniela, che si era stupita nel sapere che non avevo voluto lo incinghiasse alle fibbie di cuoio.
-Mi raccomando nascondilo bene e ogni volta che te la senti prudere trastullati chiudendo gli occhi e pensando che sia io a darti piacere.
La porcella ha accolto quel mio regalo con uno sguardo di meraviglia.
-Suor Marzia penso che lo userò spesso, sono commossa, mi dica come posso contraccambiare.
-Voglio che tu mi dia il tuo scudiscio con cui ti torturavi, combatti pregando le tue debolezze, ma non autopunirti mai più.
Mirella ha preso il frustino e tremando me lo ha dato.
-Dove lo terrà Reverenda Madre…
-Non lo terrò, lo metto dove deve stare, e così dicendo l’ho buttato nel caminetto tra le fiamme.
Tornata Suor Gertrude, prima di salire sulla carrozza è venuta a salutarmi, abbracciandomi mi ha sussurrato
-Al ritorno tornerò a San Girolamo…festeggeremo la bella fine di questa brutta storia…ho una voglia matta di fare l’amore con te!!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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