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Lui & Lei

Una strana attrazione per le super mature 3


di boschettomagico
18.09.2024    |    32    |    2 8.0
"E’ una benestante e quando le ho chiesto quanto le dovevo per la sua consulenza si è messa a ridere ..."
Capitolo 4 – Attrazione Roberta
Sono passati altri due anni e mi sto preparando per l’ultimo atto: la tesi. Presenterò un argomento complesso “La Certosa di Pavia, un capolavoro del Rinascimento Italiano”; sto cercando una tutor valida che mi guidi nel migliore dei modi; da più parti mi hanno detto che a Milano c’è una professoressa che è una delle migliori esperte su quell’argomento, sono riuscito a rintracciarla e l’ho incontrata pochi giorni fa. Si chiama Roberta, ha 74 anni, tre lauree, tra cui quella in architettura e ha un negozio a Milano di antiquariato piuttosto affermato, dove io vado a preparare il mio lavoro. E’ una benestante e quando le ho chiesto quanto le dovevo per la sua consulenza si è messa a ridere - Sono orgogliosa di aiutare un ragazzo come te… oggi pochi giovani hanno interessi culturalmente elevati come i tuoi ed è per me un onore darti una mano. Mi ha già dato una infinità di consigli sul modo di comporre la tesi a cui io manco ci avrei pensato, con lei mi trovo bene e sono contento della scelta che ho fatto. E’ sicuramente una donna molto interessante, veste sempre in modo impeccabile con una eleganza innata ed è sicuramente la donna con maggior classe che io abbia mai frequentato; a volte mi fissa con sguardi pieni di ammirazione che mi colpiscono molto, se non avessi paura di compromettere la sua preziosa collaborazione ci farei un pensierino, in barba alla sua età e alle molte rughe del suo viso che io trovo invece molto affascinanti. Alla fine di ogni nostro incontro le stringo la mano e la ringrazio con un casto bacio informale, ed è stato proprio in occasione di questo gesto di commiato che è successa una cosa che non mi sarei mai aspettato; mi stavo per staccare da lei quando ha girato il viso e le nostre labbra sono venute a leggero contatto, ci siamo guardati intensamente negli occhi, nessuno dei due ha abbassato lo sguardo e fatalmente le nostre bocche si sono unite. All’inizio è stato un bacio carico solamente di tenerezza, ma pian piano ha preso vigore e le nostre lingue si sono avvinghiate con ossessione, le nostre bocche non si staccavano più, ci siamo stretti al massimo e non ho potuto evitare che sentisse in quel contatto la mia potente erezione.
Lei si è staccata leggermente ma non ha interrotto di baciarmi, poi quando ci siamo finalmente sciolti da quell’abbraccio è avvampata come una torcia e mi ha detto - Ti chiedo scusa non so cosa mi sia successo. - Ma di cosa vuoi scusarti…è stato bellissimo…se ho risposto al bacio è perché anch’io lo desideravo
- Edoardo, ma ho cinquant’anni più di te, potrei essere tua nonna, sembra che io mi voglia approfittare del ruolo di tua tutor ed è assolutamente una cosa che vorrei evitare. - E’ proprio quel tuo ruolo che invece mi ha frenato, temevo di deluderti con le mie avances e che mi avresti scaricato giudicandomi un depravato, ma da tempo sognavo di poterti baciare e oggi finalmente è successo. Ci siamo baciati ancora, poi quando dopo parecchi minuti ci siamo staccati siamo tornati a fissarci con intensità; eravamo in silenzio assoluto ma i nostri occhi si parlavano senza freni, sono stato io a rompere quell’imbarazzante silenzio prendendogli le guance tra le mie mani e dicendole “Ti voglio!!!” Mi ha fissato quasi spaventata, ora evitava il mio sguardo e respirava a fatica, le ho preso il viso portandolo davanti al mio e con tono quasi supplichevole le ho detto -Dimmi che lo vuoi anche tu? La sua risposta è stata un leggero sussurro -Si che lo voglio anch’io!!!
Ha chiuso il negozio e ci siamo sdraiati su un letto a baldacchino di fine ‘800, mentre mi spogliavo lei rimaneva immobile e si limitava a guardarmi, probabilmente temeva di deludermi con il suo fisico datato. Sentivo che dovevo rassicurarla, toglierle tutte le sue titubanze per cui le ho fatto la mia più grossa confidenza mai rivelata a nessuna -Roberta, non farti problemi, io adoro le donne molto mature, sono stato sverginato da mia nonna che più o meno ha la tua stessa e non è stato un capriccio adolescenziale perché la frequento ancora…voglio amarti, ti desidero, fammi ammirare il tuo corpo.
Ha accolto quella mia confessione con uno sguardo nemmeno troppo sorpreso e ha cominciato a spogliarsi lentamente, a ogni capo che toglieva le sussurravo “ Sei splendida!”, lei ha preso coraggio e si è decisa finalmente a denudarsi: ora era finalmente nuda. Il suo seno certamente non era sodo, le sue tette seppur cadenti erano per me affascinanti, era magra quindi la cellulite non era troppo evidente, la cosa che però mi ha esaltato al massimo è stata la sua figa, da una donna così raffinata mi aspettavo una rasata, invece era molto pelosa, non curata, e quella selva incolta e selvaggia è quella che mi ha esaltato. Ho tuffato la testa in mezzo alle sue cosce e ho cominciato a leccarla con passione, lei ha stretto le gambe, non aveva ancora realizzato che ero un maialone goloso di donne attempate…la sua passera odorava di sudore e di piscio, ma la cosa mi attizzava ancora di più; man mano che la mia lingua proseguiva la sua opera Roberta si lasciava andare, finalmente ha spalancato le gambe e mi ha dato il semaforo verde. Ha cominciato a bagnarsi, ha cominciato a gemere e io ho abbassato il capo infilandole la lingua nel buco del culo; il suo pudore ha cercato di ribellarsi - No, non fare così…mi metti a disagio… - Ma quale disagio, non hai capito che sono pazzo del tuo corpo e voglio leccarti dalla testa ai piedi… - Dimmi allora che non sto sognando - No che non stai sognando, sei con me, e voglio farti godere come non mai, ti prego lasciati andare e vienimi in faccia voglio che i tuoi umori mi inondino… Roberta finalmente aveva vinto definitivamente le sue paure e si è lasciata andare e come speravo dopo qualche minuto è esplosa, i suoi umori erano aspri come un limone ma li ho ingoiati ugualmente…ora però la volevo, le sono salita sopra e gliel’ho infilato… - Ahhhh… mi stai facendo impazzire…non riesco capacitarmi di come un ragazzo bello, sano e intelligente come te possa desiderare di possedere una vecchia grinzosa come me… - E invece è così…mi piaci Roberta…e ora voglio riempirti tutta con il mio sperma bollente. Mentre la scopavo le ho infilato la lingua in bocca, lei ha risposto immediatamente al bacio e ha incominciato a godere…pensavo di venirle dentro subito ma vederla godere era un piacere unico, per cui continuavo a rallentare per non venire e ogni volta che riacceleravo lei riprendeva quota e veniva di nuovo. Avevo perso il senso del tempo, ormai non sapevo quanti orgasmi le avevo regalato e mi sono lasciato finalmente andare sborrandole in figa tutta la mia passione repressa. Roberta aveva lo sguardo perso nel vuoto, sembrava in trans, mi ha fissato con gli occhi lucidi come se avesse anche pianto e con tono estasiato mi ha sussurrato – Tu vuoi farmi morire…non ricordo di aver mai goduto così, ti prego togliti da sopra me mi stai togliendo il respiro, ma sdraiati al mio fianco, adoro sentire il tuo odore e me lo voglio godere in pieno; ho obbedito e ho contornato la sua spalla col mio braccio, sentivo che stava tremando, ero orgoglioso di tutto il piacere che le avevo dato, mi fissava quasi incredula - E’ vera la storia di tua nonna…o te la sei inventata per mettermi a mio agio… - E’ verità assoluta e credimi, sei la prima persona a cui ho fatto questa confidenza. - Quanti anni avevi?
- Diciassette. - Dovrei scandalizzarmi a sentire ciò, e invece trovo in quella tua rivelazione solo tanta tenerezza, sul serio fate ancora l’amore? - Si e credimi non me ne vergogno, le ragazze giovani non mi hanno mai dato il minimo stimolo, non mi hanno mai interessato, le trovo futili e insignificanti; nelle donne mature invece trovo una attrazione particolare ma non solo dal punto di vista sessuale, anche caratteriale, comportamentale, le ammiro tutte. – Sei stato a letto anche con altre allora? - Altre due, ma sempre perché sentivo che mi davano qualcosa sul piano affettivo, non sono di quelli da una botta e via… non dirmi che sei gelosa? - No, gelosa no, però le invidio sono state fortunate ad avere avuto il privilegio di fare l’amore con te… - Roberta ti ho detto che non sono da una botta e via per cui se vorrai anche tu potrai avere quel privilegio, oggi è stato bello per me - Non osavo chiedertelo ma sentire quella tua affermazione mi ha fatto molto piacere, certo che vorrei continuare a vederti, oggi ho toccato il cielo con un dito…
- E tu hai storie in piedi? - Mi vedo saltuariamente con due uomini ancor più avanti di me con gli anni; un generale settantaseienne che per combinare qualcosa si rimpinza di pillole blu e un altro antiquario ottantenne che si limita ormai ai soli giochi di lingua, una cosa che mi dava si del piacere ma che non mi ha mai portata all’orgasmo. Oggi mi sono resa conto invece di quanto sia esaltante il piacere che si può provare per una leccata e questo lo devo solo a te. Se non hai impegni vorrei invitarti a cena. - Accetto volentieri ma solo se offro io
- Assolutamente no, tu offrirai quando sarai architetto. Da quel giorno lì le mie amanti sono così diventate tre; tutte molto mature, ma molto diverse tra di loro. Tre impareggiabili amanti ma con tre tipi di scopate differenti. L’amore nelle mie notti con nonna Severina, il sesso estremo senza limiti con Magda la maiala, e la raffinatezza con la classe di Roberta.
Capitolo 5 – Il futuro
Il mio sogno di diventare architetto si è avverato, la laurea è finalmente arrivata e con un 110 e lode che mi ha riempito di orgoglio, merito soprattutto di Roberta che mi ha dato una capacità di linguaggio tecnico che mai avrei potuto apprendere. Ho festeggiato l’evento con un apericena, il massimo che potevo permettermi, con la presenza dei miei genitori, di mia nonna Severina e di Roberta. Durante la festicciola le mie due vecchie amanti erano sedute vicine, a tratti su scrutavano a vicenda, naturalmente Roberta era l’unica al corrente di tutto, ma anche nonna Severina a volte la guardava in modo strano chiedendosi sicuramente se tra noi ci fosse solo un rapporto “di studio” o ben altro.
Successivamente Roberta si è limitata a dire che aveva trovato Severina una persona molto simpatica; mia nonna invece non ha mai battuto quel tasto, anche se le leggevo dentro di lei che avrebbe dato chissà cosa per saperne di più. Nonostante avessi terminato gli studi e abbandonato Milano, continuavo a scoparmi le tre vecchie senza farmi troppi problemi… a ventiquattro anni uno se lo può permettere anche perché erano tre tipi di scopate completamente diverse tra di loro, che non mi davano quindi mai assuefazione. Con nonna Severina c’era il piacere del proibito dovuto all’incesto, ma anche tanto sentimento per il fatto che era stata la mia prima donna e solo verso lei provavo amore sia come donna che come amante. Con Magda c’era il sesso estremo senza limiti, inculate travolgenti, sborrate facciali da sballo, pompini con ingoio che erano la fine del mondo…insomma realizzavamo i nostri più infimi istinti animaleschi. Con Roberta infine l’amore raffinato, il sesso che seppur a tratti era spinto aveva sempre un sottofondo di riservatezza, una volta sola le avevo chiesto il culo e il suo diniego pur essendo stato fermo e deciso era stato contornato da tanta classe come a farmi gentilmente capire che lei non era una maiala come le altre. Capitava, anche se raramente, che qualche volta andassi in riserva e andassi alla scopata fissata meno euforico del solito, ebbene, quei periodi di abulia li superavo pensando a una mentre scopavo un’altra; era un compensarsi perfetto che mi permetteva di essere sempre eccitato anche quando ero stanco e svogliato. In certe occasioni poi fantasticavo su quanto sarebbe stato bello fare un triangolo con due di loro, ma su quel tasto, molto delicato pensavo che avrei potuto contare ciecamente solo su Magda, porca dalla nascita…Roberta sicuramente non si sarebbe mai abbassata a quelle maialate, mentre la nonna invece, avendo avuto esperienze di triangoli precedenti, anche se solo con due maschi avrebbe potuto stupirmi; ma non volevo rischiare di perdere una amante solo per i miei capricci; a volte cmunque anche se alla larga cercavo sempre di indagare su un loro possibile coinvolgimento. Dopo la mia laurea Roberta mi ha trovato un posto come praticante in uno degli studi più avviati di Roma, l’ho ripagata in pieno della sua fiducia in quanto l’architetto è rimasto subito ben impressionato di me e dopo sei mesi ha cominciato pure a corrispondermi un compenso.
Si Roberta è proprio la mia musa, ora è a capo di una commissione che deve analizzare dei progetti per la ristrutturazione architettonica degli ingressi di un gruppo di sei musei; nonostante la mia inesperienza è riuscita a farmi presentare alcuni progetti e me ne sono stati assegnati ben due; non so se solo per i miei meriti o per la sua protezione, so solo che economicamente le cose mi stanno andando bene e a breve potrei aprire uno studio tutto mio; per ringraziarla le ho offerto un week end in una località termale, tre giorni di sesso alternato a relax completo, era al massimo della felicità, penso che sia innamorata di me e sinceramente la cosa non mi spaventa, anzi mi riempie di orgoglio.
Tutto sta filando liscio, i miei progetti per i musei hanno avuto successo a testimonianza che il lavoro scuro di Roberta è stato basilare ma ci sono anche molti miei meriti, tanto che ora sono consulente all’urbanistica di parecchi comuni dell’hinterland milanese. Le cose mi girano quindi molto bene, fra due mesi avrò uno studio tutto mio. La sicurezza economica mi ha portato anche una serenità mentale e riesco a soddisfare le mie tre amanti senza più quei periodi di crisi che a volte mi bloccavano.
Sono passati quasi dieci anni da quando mi sono laureato e sono ora un architetto affermato, economicamente realizzato e soddisfatto del mio tenore di vita. Per ricompensare i miei dei loro sacrifici per avermi permesso di raggiungere questo traguardo ho provveduto a cambiargli tutta la strumentazione e l’impianto luci della loro orchestra. Inoltre ho realizzato un piano che mi frullava da tempo nel cervello, ho acquistato i sei alloggi abbandonati nel cortile dove abitava nonna Severina, a dei prezzi di realizzo molto interessanti; ormai erano muri decadenti e ai proprietari interessava solo disfarsi di capitali ormai svalutati. Una volta diventato proprietario dell’intera area ho provveduto a ristrutturare il tutto e creare un interessantissimo agriturismo che ho chiamato “Il paradiso di nonna Severina”. Per quanto riguarda invece le mie storie sentimentali e di sesso ci sono purtroppo pochi aspetti positivi, cose naturali per chi si scopava donne che avevano più di quarant’anni di me. Magda è purtroppo mancata due anni fa all’età di ottant’anni stroncata da un infarto. La sua morte è stata contornata da un po’ di mistero in quanto l’hanno trovata nuda in uno dei letti che affittava, non per me però che la conoscevo a menadito, nonostante la sua età avanzata continuava ad amare a dismisura il cazzo giovane, il mio la divertiva ancora ma quello dei suoi giovani studenti era sicuramente più elettrizzante; di una cosa sono certo che sicuramente è morta felice… Roberta è stata colpita dal morbo di Alzheimer diciotto mesi fa, attualmente ha 83 anni ed è ricoverata in un centro specializzato sul lago di Garda all’avanguardia nella cura di quella tremenda malattia; la sua situazione economica è molto florida e si può permettere quindi il meglio. Vado trovarla una volta al mese, nel primo anno la trovavo spesso perfettamente lucida, ed in quelle occasioni essendo entrato in confidenza con la direttrice della struttura suor Medea, grazie ad una serie di donazioni… potevamo chiuderci nella sua stanza senza essere disturbati e farci una bella scopata che per Roberta era molto più terapeutica dei farmaci, perché quando me ne andavo era il ritratto della felicità. Negli ultimi sei mesi però la sua mente è caduta nell’oblio ed una sola volta è riuscita a ricordare molto vagamente chi ero, ora sono solo un parente alla lunga di Suor Medea. Infine nonna Severina, che pur non scoppiando di salute, in quanto ha subito un intervento ad entrambe le anche, è quella che se la passa meglio anche perché è più giovane delle altre due di sei anni. Vive in una casa di riposo di lusso, sulla riviera ligure di ponente, totalmente sponsorizzata da me; come per Roberta anche per lei vale la regola di una visita mensile. Quando la vado trovare arrivo verso le dieci del mattino, la carico sulla sua carrozzella e ci facciamo tutto il lungomare crogiolandoci al sole; arrivati al porto sul mezzogiorno andiamo in un ristorante a rimpinzarci di pesce all’ombra di una palma, per poi tornare alla base con un ultimo pieno di iodio. Tornati alla sua camera la nonna mi ringrazia tirandomi uno dei suoi fantastici pompini, le sue gambe hanno ceduto ma la sua bocca è sempre calda ed accogliente e le sue labbra morbide come un tempo, per cui mi vuota le palle come ai tempi d’oro di quando andavo in vacanza. A volte ho cercato di portarla nel letto per scoparmela, ma lei ha sempre rifiutato dicendomi - Edoardo ti prego non facciamolo, non sarei a mio agio, non sarebbe più come prima e rovineresti il bel ricordo delle nostre scopate di quando ero in piena forma… l’unica cosa che mi concede a volte è di infilarle la mano in mezzo alle cosce e farle un bel ditalino, e qui emerge la sua ancora perfetta forma interiore perché quando viene mi annaffia la mano di tiepidi umori vischiosi come un tempo. Quando me ne torno a casa amo guidare a velocità di crociera rimpiangendo i ricordi di gioventù, di quando ammiravo quella passera ramata dal balcone dell’attuale “Paradiso di nonna Severina”. L’aver perso in poco tempo praticamente tutte le mie tre amanti mi pesa come un macigno e spesso penso a se finalmente riuscirò a crearmi un rapporto regolare con qualche coetanea e costruirmi una famiglia.
La mia speranza potrebbe realizzarsi, ho ultimato “Il paradiso di nonna Severina” e ho costituito una società al 50% con una ragazza di nome Rita; ha quattro anni più di me, separata ma senza figli. Io metto il capitale lei dirigerà il complesso turistico, alla fine dell’anno divideremo gli utili in parti uguali. Abbiamo assunto una giovane e volenterosa coppia di sposi che pernotteranno in una dependance che ho costruito in un angolo del grosso cortile, lui farà da manutentore e il cameriere, lei gli darà una mano ai tavoli e sarà addetta alla pulizia delle camere, della cucina e della sala da pranzo. Rita dirigerà il tutto occupandosi della reception e dell’assistenza ai clienti. Stasera mi ha invitato a casa sua per festeggiare la nascita della nostra società. Mi sono preso il pomeriggio libero, sono andato dal barbiere a farmi dare una sistematina ai capelli e radermi, poi sono andato in una pasticceria ad acquistare una torta e una bottiglia di champagne. Mentre sto andando in auto al paese della nonna dove abita Rita mi sento euforico, sono sereno e fischietto allegro; quell’invito mi ha messo di buon umore e mi sento che prima di tornare mi infilerò nel letto di Rita e mi scoperò una mia coetanea dopo quasi vent’anni di patacche super stagionate. Suono al suo campanello in perfetto orario, Rita mi accoglie con un sorriso cordiale e mi fa entrare nella sua casa, ma qui ho già una sorpresa, nella cucina c’è una signora che si sta dando da fare ai fornelli…me la presenta, è sua madre, una donna oltre la sessantina, si chiama Maura. La cosa mi ha stupito in senso negativo, però riflettendoci lei non doveva mica avvertirmi di quella presenza. Naufragate le mie aspettative sessuali mi butto allora sulla cena, Maura è un’ottima cuoca, ogni portata è un successo che merita i miei continui complimenti; Rita sfodera la sua innata solarità e mi dice – Sto facendo di tutto per convincerla a venire a darmi una mano in cucina all’agriturismo, ma lei nicchia, ha sempre amato farsi pregare in ginocchio…ma alla fine spero che accetterà…e in quel caso guadagneremmo certamente dei punti; per domani ho bisogno dei disegni delle varie abitazioni, sia prima che dopo la ristrutturazione per depositarle al catasto, me le puoi far avere? - Certo, le ho tutte in ufficio, dimmi dove ci troviamo domani mattina che te le porto in paese… - Al mattino io devo andare dai vigili del fuoco per l’abilitazione anti incendio; ma puoi portarmele qui a casa mia, mia madre è in casa tutta la mattinata. Alla fine della cena è ora di fare onore alla mia torta e brindare, il cin cin augurale è obbligatorio, mentre facciamo tintinnare le coppe di champagne le mie dita si toccano con quelle di Maura, sento una scossa, molto intensa, probabilmente la sente anche lei perché toglie la mano come se si fosse scottata e mi guarda arrossendo a dismisura. La festa è finita, saluto e me ne vado, un bacio informale sulla guancia alle due donne e una stretta di mano, e per la seconda volta il contatto con Maura ha l’effetto di una scossa elettrica.
Al mattino vado in ufficio e recupero tutte le piantine, le metto in una cartellina e poi salgo in auto e parto alla volta del paese; Maura mi accoglie con un sorriso splendente e mi chiede se gradisco un caffè, accetto, mi fa accomodare in un salotto; sento la caffettiera borbottare in cucina e l’aroma del caffè invadere piacevolmente la casa, la donna entra nel salotto con il vassoio posa le tazzine e mi chiede - Zucchero? - Un solo cucchiaino. Me lo versa e mi porge la tazzina, le nostre dita si sfiorano ancora, rimangono immobili mantenendo il contatto, non sento più la scossa ma un dolce calore invadere tutto il mio corpo. Mi rendo conto improvvisamente di una cosa: ho il cazzo duro!!! Molto duro!!!

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