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Storie di sesso di campagna - parte prima: i pompini della Gina


di boschettomagico
23.10.2019    |    3.901    |    1 9.4
"E come ha visto quell'uccello pulsare ha capito che la sua attrazione era solo per il cazzo e basta..."
La storia che vi andrò a narrare è ambientata alla fine degli anni sessanta in una frazione della bassa emiliana.
Le frazioni erano agglomerati di case che formavano in campagna dei piccoli centri abitati che negli anni trenta erano diffusissimi in Emilia.
Poi con lo scoppio della guerra la gente non si sentiva più sicura e pian piano ha cominciato ad abbandonare questi luoghi per spostarsi nei paesi dove si sentiva più protetta, e pian piano questi luoghi si sono svuotati diventando piccole lande quasi abbandonate, dove vivevano solo le famiglie che erano rimaste nei cascinali.
Nella frazione della storia erano rimaste in piedi poche case, e la chiesa dove il prete del paese vicino veniva a celebrare una messa festiva alle dieci del mattino e una vespertina al giovedi alle diciotto.
C'era pure una casa mezza diroccata che fungeva da ambulatorio medico dove il martedi pomeriggio veniva un dottore dalla città a dare assistenza medica ai pochi abitanti.
La protagonista della storia invece è la Gina, una ragazza di quasi diciassette anni, che per il suo fisico prorompente e soprattutto per il suo seno che a soli tredici anni era già di tipo XL, attirava gli sguardi indiscreti da parte di tutto il genere maschile del borgo.
Era una ragazza sempre seria che raramente sorrideva...forse perchè sua mamma era mancata nel darla alla luce e viveva isolata in un cascinotto a quasi un chilometro dalla frazione con suo papà Michele.
A fianco alla loro abitazione, sempre all'interno della cascina c'era un'altra casa dove vivevano suo zio Francesco con la moglie Benilde; i due avevano una figlia che si chiamava Paola ma che era sposata e abitava in città ed era proprietaria con il marito di un albergo ben avviato.
Sua zia Benilde ogni sabato prendeva la corriera e andava in città ad aiutare la figlia nel suo lavoro per poi tornare la domenica sera.
La Gina dopo le elementari aveva smesso gli studi e aiutava il papà e lo zio nell'allevare conigli, ma poi avevano aperto una filanda in paese ed ora stava finendo le scuole dell'avviamento per andare poi là a fare l'operaia.
La Gina mal sopportava gli sguardi libidinosi e le occhiate cariche di doppio senso che la mettevano sempre a disagio ogni volta che camminava, ma ora che i suoi ormoni cominciavano a bussare con insistenza vedere quegli occhi che la scrutavano con cupidigia le mettevano addosso una elettricità che la portavano spesso a sentire le mutandine...inumidirsi...
Il suo interesse per il sesso però esplose in una tardo pomeriggio del mese di aprile, quando stava pulendo il fienile dove i suoi stivavano l'erba medica da dare ai conigli.
Era lassù in alto, armata di ramazza e mezza sudata quando ha visto suo zio Francesco uscire dalla conigliera e dirigersi verso il vecchio ciliegio, l'uomo non l'aveva vista e incurante ha tirato fuori l'uccello e ha cominciato a pisciare contro il tronco dell'albero.
La Gina si è accucciata contro una balla di fieno e ha spiato lo zio che quando ha finito se lo è scappellato due volte e lo ha scrollato, per poi tornare dentro la vecchia stalla; un gesto naturale ma che ha acceso una miccia dentro il corpo della Gina.
Per tutta la sera la ragazza aveva davanti gli occhi l'uccello dello zio e la sera nel suo letto la sua mano è scesa ad accarezzarsi fino a raggiungere il traguardo del piacere.
Da quel momento il fienile era diventato tappa fissa per la Gina che amava spiare lo zio per poi masturbarsi la sera a letto.
Un pomeriggio però lo zio dopo aver pisciato si è girato verso il fienile e sorridendo ha detto in tono molto pacato
- Gina visto che ti piace tanto perchè non scendi la scala e vieni giù a vederlo da vicino...
La Gina è arrossita e ha cercato di nascondersi dietro la balla del fieno ma lo zio sempre in tono serafico ha continuato
-Dai non aver paura... da qualche giorno mi sono accorto che mi spii, dai scendi che te lo faccio vedere da vicino...
La Gina ha cominciato a tremare ma con passo lentissimo ha cominciato a scendere dalla scala a pioli.
Quando ha toccato terra lo zio era li ad attenderla e le ha detto
-Non aver paura, non ti sto sgridando...ma qui vicino sicuramente lo vedi meglio no...?
Su prendilo in mano...non morde sai...
La Gina avrebbe voluto scappare via ma la curiosità era grande, per cui ha allungato il braccio e ha preso il cazzo dello zio in mano...l'uccello dell'uomo a quel contatto ha cominciato pulsare e indurirsi e la ragazza nel sentire quel gonfiore progredire in modo prorompente nel palmo della sua mano ha sentito dentro di se un brivido intenso di estremo piacere.
Il cazzo di Francesco intanto era andato pian piano in piena erezione, l'uomo era avvampato...era rosso come un peperone e ha detto
-Allora ti piace tenerlo in mano...?
La Gina vincendo il suo senso di vergogna ha subito risposto
- Si mi piace...
- Se ti piace allora... perchè non gli dai un bacino...
A tale richiesta la Gina è rimasta di stucco...non sapeva cosa dire...ma il continuo pulsare dell'uccello nella sua mano la affascinava per cui si è inginocchiata e ha avvicinato il viso al cazzo dello zio...subito ha sentito un odore strano...odore di piscio, di sudore, di coniglio, ma riflettendo con freddezza ha tratto che quello era odore di uomo...e quell'odore le piaceva per cui ha avvicinato le labbra alla cappella dell'uccello dello zio e dapprima gli ha dato due casti bacini, ma poi attirata dal sapore di maschio che percepiva ha aperto le labbra e si è fatta scivolare il cazzo in bocca.
Come ha sentito la cappella in bocca la Gina ha subito capito che la cosa che stava facendo le piaceva e ha cominciato a succhiare con passione...
All'inizio lo zio le ha detto
-Piano...piano Gina...sii morbida...usa le labbra e la gola non i denti...
La ragazza obbediva, dimostrando un apprendimento molto celere e lo zio ora aveva rilassato il corpo e cominciava a godersi il suo pompino...
-Gina mia...sei fantastica...ma siamo sicuri che è la prima volta che lo fai?
La Gina era impegnata a gustarsi quell'uccellone e si è limitata a rispondere solo con un cenno affermativo del capo.
-Gina lo succhi meglio tu alla tua prima volta, che non tua zia Benilde dopo venticinque anni di matrimonio...Sei un portento...
La Gina a tratti cercava di prendere fiato per non soffocarsi ma ora lo zio era in pieno godimento per cui le ha messo una mano dietro la nuca per immobilizzarla e ha cominciato praticamente a scoparle la bocca...una decina di colpi veloci per poi staccarsi di colpo quasi urlandole
-Sto per venire, sto per venire...
La Gina ha aperto gli occhi proprio mentre la cappella violacea dello zio ha cominciato a scaricare schizzi violenti di sborra calda...il primo l'ha colpita in fronte gli altri sulle guance...
Lo zio dispiaciuto ha tolto il fazzoletto che aveva al collo e ha cominciato ad asciugare lo sperma dal viso della nipote...ma la Gina non era per nulla traumatizzata, e quando con la lingua si è ripulita le labbra dalla sborra che colava e ha sentito quel sapore... avrebbe voluto quasi dire allo zio..."lascia stare che mi piace"...ma invece è rimasta in silenzio colpita dalla dolcezza con cui lo zio la stava pulendo.
- Dimmi cara...ma sei ancora vergine?
- Certo zio...
- Quanto vorrei essere il primo...ma sono tuo zio e dobbiamo limitarci a giocare solo così, sei stata fantastica...Quando vuoi farlo ancora vieni qui...sappi però che questo deve essere un segreto solo nostro...se vengono a saperlo tuo padre o tua zia Benilde qui scoppia il finimondo...
-Tranquillo zio...non sono una bambina.
Quella sera a cena la Gina aveva sempre davanti agli occhi il cazzo dello zio che le sborrava in faccia e in bocca e il sapore del suo uccello e del suo sperma...e a letto
il suo ditalino l'aveva portata ad un orgasmo mai provato prima di allora.
I pompini allo zio Francesco erano così diventati abitudine frequente, alla Gina piaceva succhiare il cazzo, ma capiva che la cosa era piuttosto anomala, specie sul fatto che stava sbocchinando regolarmente il fratello di suo padre.
Per placare il suo senso di colpa un giovedi sera è andata alla messa vespertina e alla fine della funzione ha chiesto al prete di confessarla.
Don Cristiano era un prete di ventisei anni...un pezzo di uomo di notevole statura con due spalle da toro...gli occhi azzurri e una capigliatura rosso vivo che lo rendevano piuttosto buffo.
Non c'era confessionale nella chiesa per cui si sono seduti su due sedie in una piccola stanzetta che fungeva da sagrestia.
Quando ha cominciato a sentire il racconto della Gina però il suo colorito rosso sangue ha abbandonato il suo volto che di colpo è diventato ceruleo a gran velocità...guardava la ragazza quasi incredulo...ma lei invece senza il minimo imbarazzo raccontava tutto per filo e per segno senza la minima titubanza e nel vedere il pretonzolo di campagna impallidire provava quasi un sadico piacere...e infervorata come mai accentuava il suo racconto nei minimi particolari... sentiva dentro di se un piacere diabolico nel metterlo in difficoltà.
-Gina ciò che mi dici è grave...siamo ai limiti di un incesto...smettila è un gioco pericoloso...
-Io vorrei smettere...mi propongo sempre che è l'ultima volta ma poi...non so resistere e vado nella stalla a cercarlo...
- Devi cercare di capire se sei attratta dal fatto che è tuo zio, oppure solo dal fatto che è uomo...
-E come faccio capirlo...
-Non lo so ma devi vedere chiaro dentro di te...
-Dovrei provare con un altro uomo...
-Non devi provare nulla... devi solo smetterla con lui e vedere chiaro dentro di te...
La Gina ora guardava fissa negli occhi Don Cristiano che però nel sentirsi quello sguardo fisso su di lui si sentiva a disagio e continuava a guardare il soffitto come a cercare aiuto sul cosa dire e cosa fare...
-Mi aiuti Don Cristiano...mi aiuti a capire se sono attratta dal vincolo parentale o dal semplice fatto che è uomo e basta...
- Ma come posso aiutarti io in questo...
La Gina allora ha cominciato a piangere e ha appoggiato il capo sulla tonaca del prete, ma facendo quel gesto apparentemente innocente ha sentito con la fronte che Don Cristiano era in piena erezione...accidenti...la sua confessione l'aveva eccitato...e come l'aveva eccitato...il prete con le mani le ha preso le spalle e cercava di spostarla ma non lo faceva con decisione quasi come se sentire il contatto con la ragazza fosse più forte del suo dovere di sacerdote...
La Gina invece nel sentire quel coso duro a contatto diretto del suo viso si era accesa e quasi inconsciamente ha infilato il braccio sotto la tonaca e ha cercato il contatto diretto con il cazzo del prete...
Don Cristiano ha cominciato a urlare
- No!!! No!!! Non fare così...ma invece di scacciare la ragazza aveva allargato le gambe e involontariamente aveva permesso alla mano della Gina di toccargli l'uccello...
La Gina ormai aveva messo la quarta, e la sua mano frugando dentro le mutande aveva fatto fuoriuscire l'uccello del prete...che però continuava a urlare...
-Essere diabolico...vai via...non tentarmi...vade retro...
Ma mentre urlava così con le mani si tirava su la stola e ora il suo uccello si librava libero da ogni restringimento dai capi di abbigliamento...
La Gina ha subito guardato l'uccello del prete...doveva capire se per lei era importante il cazzo dello zio o il cazzo in senso generale...e come ha visto quell'uccello pulsare ha capito che la sua attrazione era solo per il cazzo e basta...l'uccello di Don Cristiano era simile a quello dello zio, la Gina lo ha scappellato subito temendo che lui potesse scacciarla, ma ormai il prete aveva allungato il corpo sullo schienale della sedia e si era abbandonato inerme a quella perfida ragazza.
La Gina come ha visto la cappella rossa pulsare ha sentito il bisogno irrefrenabile di spompinarla e in men che non si dica si è fatta sparire in gola quel cazzo turgido e pulsante.
Nel sentire il calore di quella bocca Don Cristiano ha emesso un sospiro di piacere consegnandosi ormai irrimediabilmente ai voleri di quell'essere diabolico...
Il pompino è stato breve ma intenso...Gina ha percepito quando l'uomo stava per venire e si è preparata a ingoiare tutto il nettare che stava per eruttare...non ne ha sprecata nemmeno una goccia...la sborra del prete era più dolciastra di quella di suo zio, due sapori diversi ma entrambi per lei molto arrapanti...ha spremuto ogni goccia residua facendo sospirare di piacere l'uomo che a tratti aveva dei tremiti in tutto il corpo...
Quando Gina si è staccata e ha alzato il capo Don Cristiano stava immobile a fissare il soffitto a bocca aperta...Quando ha cominciato a riprendersi ha guardato fissa negli occhi la ragazza e le ha detto
- Gina...Gina......Cosa mi hai fatto fare...
- Tranquillo Don Cristiano lei non ha fatto niente...ho fatto tutto io...
- Abbiamo peccato...un peccato grave...imperdonabile...
- Non è vero lei ha fatto il suo dovere...lei ha detto che dovevo leggere dentro me stessa...ebbene stasera mi ha permesso di farlo...
- E cosa hai capito?
- Che a me piace l'uomo in senso lato...non ho provato nessuna differenza...zio o prete per me è uguale...farlo mi appaga e mi soddisfa...quindi mi ha aperto la mente e so cosa voglio...
- Sei un essere diabolico...Sei una donna pericolosa Gina...Non peccare più...Ravvediti...
-No Don Cristiano...Io peccherò ancora....E ogni giovedi verrò confessarmi...Proprio come stasera...
Il prete ha capito che era inutile cercare di farla desistere e l'ha congedata...
Mentre si tirava giù la tonaca Don Cristiano ripensava ancora a quel pompino e di una cosa era certo...Che il bocchino della Gina ne valeva dieci di quelli che gli faceva la sua perpetua in paese...


(Continua)
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