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Lui & Lei

Storie di sesso di campagna - parte tredicesima : il piano prosegue...


di boschettomagico
14.10.2020    |    981    |    2 9.8
"Si è avvicinata all'Italo e ha cominciato a palpargli l'uccello sotto il costume, in pochi secondi il pacco si è gonfiato..."
Nelle tre settimane delle ferie di agosto la Gina si era letteralmente incollata a Italo, in quanto ambiva ormai solamente a progredire con il suo piano.
Il caldo in quel periodo era asfissiante, e il sole picchiava a mille...
Italo lavorava solo fino alle undici del mattino, e poi nel pomeriggio la coppia si dilettava al riposo assoluto.
A volte andavano in città alla piscina comunale, a volte andavano a fare un giro sui colli, ma la loro meta preferita era certamente il fiume.
Avevano trovato quasi per caso una piccola spiaggetta sabbiosa, ben protetta dalla vegetazione dove risultavano gli unici padroni e dove potevano fare tutti i loro porci comodi al riparo da sguardi indiscreti.
La Gina si era promessa di far fare sesso tutti i giorni al suo compagno ma la cosa non era per niente difficile in quanto l'Italo era praticamente soggiogato ai suoi voleri.
Lei si sdraiava al sole completamente nuda, si metteva un cappello di paglia in testa ma lasciava la tesa alta per poter spiare il compagno che incollava letteralmente lo sguardo in mezzo alle sue gambe e stava per lunghissimi a periodi ad ammirare quella figa che lo attizzava completamente.
Alla Gina piaceva troppo quella cosa in quanto non si era mai sentita tanto desiderata e si divertiva un mondo a manovrare il suo giovane compagno come una marionetta.
Stuzzicava Italo allargando oscenamente le cosce e invitandolo con la sua voce sensuale
- Perchè non vieni qui ad annusarmela...senti che bell'odore ha la mia figa...dai che adoro fare l'amore sotto il sole che abbronza i nostri corpi...
Il ragazzo si avvicinava a quattro zampe a quel boschetto magico e infilava il naso in mezzo a quella peluria aspirandone gli aromi come se fosse stato un cane da tartufi...
- Si...si...hai un odore fantastico...accidenti se questo profumo di sesso mi acchiappa...mi viene voglia di infilartelo...
La Gina che nel vedere il cazzo che pulsava per l'eccessivo desiderio si accendeva continuava nel suo subdolo gioco di seduzione...
- E allora cosa aspetti...Non vedi che sto fremendo dal desiderio...
A quel punto l'Italo le saliva sopra, le puntava l'uccello sulla passera e con un grosso sospiro di piacere glielo infilava.
La ragazza nel sentire quel cazzone che le violava l'intimità rispondeva con un gemito di piacere...ma sapeva già che il suo divertimento sarebbe stato di breve...anzi brevissima durata...
Contava i colpi con cui il suo compagno entrava dentro di lei...e come da copione al quinto affondo sentiva l'Italo sospirare intensamente
- Ohhhhhh...è bellissimo...che bello venirti dentro...
A quel punto la ragazza lo allontanava quasi con sgarbo evitando di guardarlo per non esplodere con mille improperi tutta la sua rabbia verso quel mezzo impotente.
In quei momenti si pentiva della sua scelta, odiava quel rapporto che sessualmente era quasi nullo, ma poi le venivano in mente le parole della Tullia e allora si riconvertiva alla sua missione.
La Tullia le aveva fatto delle premonizioni che si rivelavano azzeccate..."vedrai che un giorno si accontenterà anche delle corna che gli metterai...è solo un povero guardone..." e col tempo se ne rendeva conto che l'amica poteva aver ragione...quando si appartava nel boschetto, più di una volta l'aveva scoperto nascosto dietro a un cespuglio che la spiava mentre lei pisciava...e la Gina che era porca dentro si eccitava e lo provocava al massimo; se la asciugava in piedi sbattendogli in faccia la sua figa gocciolante con delle mosse da grande troia...poi gli dava il tempo per sparire e quando lei arrivava agli asciugamani si divertiva a vedere quel viso paonazzo, gli occhi fuori dalle orbite, e un pacco pulsante sotto il costume...
Italo allora si avvicinava e la palpava... erano gli ingredienti perfetti per una chiavata da sballo...ma lei sapeva già che il ritornello era scarno e ripetitivo.
Un giorno aveva anche provato a fargli fare il bis, pensando che dopo aver appena eiaculato con una seconda scopata ravvicinata avrebbe resistito di più...come l'Italo si era sdraiato sull'asciugamano con la sua aria da ebete soddisfatto, la Gina ha cominciato subito a palpargli le palle e ad accarezzargli con il dito medio la parte inferiore del cazzo; Italo l'ha guardata in modo strano ma senza dire nulla ha socchiuso gli occhi godendosi quell'inconsueto fuori programma.
Il cazzo ha pian piano cominciato a riprendere vita anche se non tendeva ad andare in piena erezione, per cui la Gina si è chinata con la faccia sotto le sue palle e gli ha infilato la lingua nel buco del culo...a quel contatto il giovane ha cominciato a mugolare di piacere e il suo uccello in pochi secondi si è rizzato completamente come un totem indiano.
A quel punto la ragazza si è posizionata su di lui e impalandosi con estrema bramosia ha cominciato a cavalcarlo come una indemoniata...nel suo cervello contava i suoi affondi...a cinque-sei... ha sorriso soddisfatta in quanto pensava di aver visto giusto ma dopo soli altri tre colpi Italo ha urlato al cielo
- Che bellooooooo...
E la Gina con somma delusione ha sentito il suo cazzo sgonfiarsi completamente...
Si è buttata demoralizzata al massimo sul suo asciugamano a pancia sotto per nascondere le lacrime che le rigavano il volto rosso di eccitazione repressa.
Ritornava allora a pensare che forse rischiava di compromettere il suo futuro...che non poteva legarsi a un uomo che in fatto di sesso era una completa nullità...e che non sapeva regalarle il benchè minimo piacere.
Avrebbe voluto parlare con la Tullia...sentire che le dava il coraggio di tenere duro...ricevere una iniezione di ottimismo verso il futuro, ma la sua amica ad agosto andava a fare la stagione a Riccione, a rimpinzare il suo portafoglio svuotando i cazzi dei tedeschi arrapati che invadevano la costa romagnola...e lei doveva rimanere lì da sola a piangere sul latte versato.
Il giovedi però era il giorno in cui la Gina poteva finalmente risollevarsi il morale...liberatasi dall'Italo, andava alla messa vespertina...con quella canicola la chiesa era spesso deserta...Don Cristiano in un battibaleno celebrava la funzione e poi chiudeva il portone della chiesa e portava la ragazza in sagrestia...si toglieva la tonaca e la metteva sul tavolaccio su cui si sdraiava la Gina completamente nuda...il prete affondava la faccia in mezzo a quelle cosce e cominciava a leccare la figa della ragazza.
Adorava sentire quel sapore tutto particolare...miscuglio afrodisiaco di sudore, piscio e odore di figa...la sua lingua pennellava con perizia quella fessura giovane che pulsava dal piacere.
Con instancabile dolcezza procedeva alternando il ritmo in base ai sospiri della giovane fino a che non la portava ad esplodere in un orgasmo da mille e una notte.
Il cazzo gli scoppiava per l'eccitazione della leccata e come la Gina riprendeva fiato lo infilava in quel nido fradicio di umori...cominciando a scoparla con la stessa tecnica della lingua...alternando momenti a ritmo sostenuto ad altri con melodiosa lentezza...sapeva che la giovane adorava farsi scopare così...a differenza di Italo nonostante tutta l'eccitazione che lo aveva invaso rimaneva imperturbabile fino a che la Gina esplodeva questa volta con un orgasmo da cazzo e non da lingua.
Solo allora il giovane prete pensava a lui...e affondando ora con insistenza nel corpo della ragazza la sua sbarra di carne dura si regalava il suo orgasmo...non aveva più il timore di tirarlo fuori all'ultimo istante per cui quando cominciava a sborrare spingeva l'uccello tutto dentro e cominciava a scaricare fiotti di sperma dentro l'utero della donna.
La Gina si sentiva così sferzare da quelle ondate calde che le percuotevano il ventre e che le davano dei brividi di intenso piacere... man mano che si sentiva riempire la pancia...pensava che con l'Italo non aveva mai sentito nulla del genere e veniva assalita dal dubbio che quel tontolone godesse senza nemmeno eiaculare rendendo quindi inutili tutti i suoi propositi.
Don Cristiano invece stava ora incollato al corpo della giovane, amava sentire le ultime gocce di sperma che uscivano dalla cappella e riempivano la sua amante...si toglieva dal suo corpo solo quando era completamente sicuro che le sue palle erano completamente svuotate.
Appoggiava allora il mento sul tavolaccio davanti alle cosce spalancate della Gina e incollava il suo sguardo su quella figa dai peli fradici di umori...stava lì muto ad aspettare che la sua sborra cominciasse a fuoriuscire lentamente, adorava vedere il contrasto tra il suo sperma perlato contro i peli scuri della Gina... e quando la vedeva finalmente colare fuori sentiva un brivido dentro di se...
L'ultima volta aveva riempito la tonaca di sborra ed era tornato a casa col terrore che qualcuno lo vedesse in giro con la veste tutta impiastricciata, per cui adesso avvicinava di nuovo la faccia alla figa fradicia e cominciava a dissetarsi con quel nettare di sesso; miscuglio della sua sborra e degli abbondanti umori di piacere della ragazza.
La Gina allora che pareva ormai appagata, nel sentire la lingua del prete che tornava a pennellarla si riaccendeva in fretta...chiudeva gli occhi e ricominciava a bearsi di quel nuovo gioco...e sapendo che ormai quello di Don Cristiano era l'unico cazzo per lei disponibile... e che per sette giorni non avrebbe più potuto fare del sesso vero...si concentrava al massimo fino a toccare il supremo piacere del suo terzo orgasmo giornaliero.
Poi una volta risistematasi per bene...usciva dalla porticina della chiesa e andava a piedi ad andatura lenta per la fatica sopportata durante il tour amoroso, a riprendersi il motorino che lasciava per prudenza contro il lampione della stradina sterrata che portava al suo cascinotto.
La settimana seguente era l'ultima delle sue ferie, erano come al solito al fiume che si crogiolavano sdraiati sotto il sole; la Gina guardava il cielo azzurro pensierosa in quanto dal giovedi che era stata in chiesa sentiva che doveva risolvere quel dubbio che le era saltato in mente.
Si è avvicinata all'Italo e ha cominciato a palpargli l'uccello sotto il costume, in pochi secondi il pacco si è gonfiato...la ragazza ha tolto il costume del compagno facendo apparire quell'uccello dritto come un fuso che si librava ora libero dall'ostacolo del tessuto.
Ammirava quel cazzo poderoso pensando a quanto fosse triste il fatto che tutto quel
dono che la natura aveva dato a Italo andasse poi miseramente sprecato.
Si è avvicinata al compagno, ha chinato il viso sull'uccello indurito e se lo è fatto sparire tra le labbra...
Italo che non si aspettava certo un servizio del genere ha accompagnato quel gesto con un "Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh................" che è durato all'infinito...
La Gina ha cominciato a sbocchinarlo con estrema cautela...sapeva che il tontolone avrebbe resistito pochissimo e lei voleva invece vedere l'eventuale sua sborrata.
Mentre lo spompinava contava mentalmente gli affondi della sua bocca...e arrivata al fatidico cinque...come ha sentito il corpo del compagno irrigidirsi e le sue reni spingere ha tolto la bocca e ha fissato il cazzo...
La cappella si è leggermente contratta e poi accompagnata da un forte gemito di piacere dell'uomo, ha sputato fuori uno schizzetto di quattro o cinque gocce quasi incolori che sembravano acqua di fonte, afflosciandosi poi quasi all'istante.
La Gina è rimasta allibita...il suo pensiero è volato immediatamente a suo zio Francesco...a quando toglieva il cazzo dalla sua figa ormai appagata e glielo puntava vicino ai seni; si dava due colpi di sega e cominciava a scaricarle violente scariche di sborra sui seni stessi, sul mento e in faccia.
Pensava a quando lo sperma denso e bianco come il latte che dopo averle colpito i capezzoli cominciava a scendere su tutti i suoi seni e lei lo guardava ammirata in quanto sembrava lava che lentamente scendeva inesorabile dalle pendici di un vulcano.
Guardava il volto di Italo estasiato, che con gli occhi chiusi respirava come se avesse scalato una montagna...e non sapeva se ridere o piangere...maledendo quella scopata assassina che l'aveva messa nei guai.
Di una sola cosa era certa...che poco o tanto il tontolone aveva tirato fuori qualcosa dalle sue palle...
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