Gay & Bisex
Le perversioni di Pino (parte 2a)
di boschettomagico
04.04.2024 |
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"Al ritorno per una decina di giorni sono stato oberato dal lavoro, la chiusura aveva creato un ingorgo operativo non indifferente..."
L’ascensore era rotto e ho dovuto così sciropparmi ben sei piani a piedi. Quando ho fatto tappa tra il quarto e il quinto piano per riprendere fiato ho sentito una porta aprirsi e la voce nitida della mia amante che diceva-Ciao tesorone (…era il nomignolo che mi dava regolarmente nei momenti di intimità), se ti è piaciuto e vuoi venire ancora a trovarmi dammi uno squillo…
Sono rimasto allibito, incuriosito e ho continuato a salire le scale al rallentatore per incrociare l’ospite; era un ragazzino con dei libri sotto il braccio, giovanissimo…molto più giovane di me…ci siamo salutati, era sudato, rosso, tutto spettinato…Da quanto sentito era sicuramente la prima volta che se lo faceva…all’arrivo al piano ho atteso qualche secondo poi ho suonato il campanello. Simonetta ha aperto la porta, come mi ha visto è sbiancata in viso e mi ha guardato sorpresa, probabilmente pensava fosse ancora il ragazzo che aveva dimenticato qualcosa. Ho finto la massima indifferenza
-Il telefono dava sempre occupato e al citofono non rispondevi ma dalla strada ho visto che le porte erano spalancate, per cui sono salito…ti spiace?
-No…no…per niente…ero al telefono con mia sorella…avevo la radio accesa e non avrò sentito il campanello.
Stranamente ero tranquillo e nel vederla impacciata, sudata, e coperta solo da una vestaglia trasparente che lasciava intravvedere che sotto era completamente nuda mi sono addirittura eccitato alla grande. L’ho abbracciata e le ho schiaffato la lingua in bocca, all’inizio era restia, cercava mille scuse per non lasciarsi andare, ma una gran puttana quale stava dimostrando di essere quando sente l’odore del cazzo non sa dire di no così che ha poi risposto al bacio…mentre la baciavo la spingevo verso la camera. Quando ha realizzato che il letto era tutto sfatto è arrossita ma con indifferenza ha mentito ”Non ho ancora rifatto il letto”…non le ho risposto, l’ho buttata sul materasso, le ho tolto la vestaglia denudandola completamente e ho cominciato a svestirmi anch’io. La troia era impacciata e mi ha detto
-Mentre ti spogli vado a darmi una rinfrescata…oggi fa molto caldo sono tutta sudata…
-Ma cosa vuoi rinfrescarti, lo sai che l’odore della tua figa è un afrodisiaco che mi da la carica…
Le ho spalancato le cosce, aveva come sempre la figa perfettamente rasata, la puttana aveva già programmato di farsi il ragazzotto…d’altronde anche la sua prima volta con me avevo sempre pensato che la commedia era già stata scritta; le ho allargato la patacca, lei era terrorizzata, ho visto colare dello sperma ma anziché schifarmi ho invece cominciato a leccargliela con estrema passione. Ho subito sentito il sapore di sborra maschile, un sapore che conoscevo troppo bene e che apprezzavo volentieri, mi attizzava, mi ammaliava; lo sperma del ragazzino era dolce come il miele, confermando che ormai ero un mezzo depravato gliel’ho ripulita completamente. Ora sentivo che il mio cazzo era diventato duro come il marmo, ho tolto la faccia e gliel’ho infilato; la troia convinta che non mi fossi accorto di nulla ormai aveva vinto tutte le sue paure e ha cominciato a gemere.
-Si Pino scopami…sbattimi come vuoi…fammi godere…
Sentivo l’uccello che scivolava dentro di lei come nel burro, era letteralmente fradicia ma non solo dei suoi umori, il ragazzino si era vuotato completamente le palle dentro di lei e l’aveva riempita…ma nel sentire il mio cazzo a contatto con il suo sperma mi eccitavo…ormai ero diventato un porco immatricolato. La stavo pompando con una carica inusuale…la schiacciavo completamente sulla pancia senza curarmi delle sue lamentele, fino a che lei mi ha supplicato…
-Ti prego rallenta…lo so, sono una cicciona e la mia pancia è per te un ostacolo… ma mi togli il respiro…
Ho cercato di alleggerire la mia pressione del mio peso sul suo ventre ma il tutto riduceva la mia libidine per cui gliel’ho tolto e le ho ordinato
-Girati e mettiti alla pecorina…sbrigati che ti voglio…
La porca ha obbedito, si girava però con affanno, con pesantezza, quando finalmente si è posizionata era quasi ridicola, eppure nel vedere quel corpo sproporzionato, quelle chiappe e quelle enormi cosce piene di cellulite, la mia eccitazione è salita alle stelle e gliel’ho rinfilato riprendendo a pomparla senza ritegno. Mi stupivo di come potesse eccitarmi così tanto una che pareva una scrofa chiusa in un recinto troppo stretto, ma l’attrazione che provavo per lei non aveva limiti. Forse mi eccitava nel vederla così troia, così porca, così eccitata, incurante del fatto che avesse preso un altro cazzo mezz’ora prima. Quando è venuta ha urlato a squarciagola…non l’avevo mai presa così ma quella novità era sicuramente di suo gradimento, era in mio potere e la cosa mi esaltava…
-Ti piace farti fottere così eh…
-Si…si…mi hai fatta impazzire…lo faremo ancora tesorone mio…è troppo bello…
-Pensa se mentre venivi avessi avuto un bel cazzo da succhiare…sarebbe stato ancora più bello!!! Non hai mai giocato con due cazzi?
-No…non l’ho mai fatto…certo che sarebbe bello…ma dove lo trovo un altro cazzo…
-Beh potresti invitare il ragazzino che ti sei appena scopata…io ti trombo e tu lo succhi…
La sua libidine è scomparsa di colpo…ha abbassato il culo facendomi scivolare l’uccello duro fuori e si è girata sulla schiena…
-Come fai saperlo…
-Ti ho sentita quando è uscito…quanto sei troia Simonetta…secondo me tu dai delle ripetizioni ai ragazzini non per arrotondare la tua pensione come dic,i ma per fottere…li fai accomodare sul tuo tavolo della sala, gli sbatti quelle tettone sotto gli occhi, li ecciti e poi te li porti a letto. E’ il tuo piano vero? Dimmi prof…quanti ne hai sverginati? Sono sicuro che se sono alla loro prima volta la tua eccitazione è ancora più alta. In fin dei conti hai fatto così anche con me…
-Io non obbligo nessuno…si ti ho sedotto ma non ti ho costretto a venire a letto, prima che te lo chiedessi avevi già il cazzo duro come il marmo…e lo sai perché? Perché sei un porco…
-Si sono un porco ma forse ti piaccio proprio per quello, perchè tu hai un debole per i porci…
Mi sono seduto sopra il suo seno, ho cominciato a menarmi l’uccello che era sempre rimasto duro, poi gliel’ho puntato in faccia…Lei mi guardava sprizzando fuoco e fiamme con gli occhi…
-Cosa vuoi farmi? Alzati… vai via…vai via porco…sei solo un porco…
Al terzo porco…il mio cazzo ha cominciato a sborrargli in faccia, schizzi violenti, poderosi…con la mano spostavo l’uccello con il fine di riempirle ogni angolo di quel faccione rosso e sudato…lei continuava a urlarmi “No!!!” ma era lampante che quella benedizione era per lei come il nettare per un’ape… girava la faccia verso la cappella aprendo la bocca per ingoiare il getto e si leccava le labbra per assaporare il frutto del mio piacere…vedere la sua faccia completamente chiazzata dai mie fiotti mi eccitava per cui quando ho finito di eiaculare mi sono sdraiato su di lei e le ho infilato la lingua in bocca…ha subito corrisposto al mio bacio perlustrando tutta la mia bocca con la sua lingua che sapeva di sborra…
-Che bello!!! Che bel porcone che sei!!! Si, me ne sono fatti tanti, ma un maialone come te non l’avevo mai trovato…sei il numero uno…
Abbiamo limonato per mezz’ora, poi come al solito mi sono sprofondato il quel mastodontico corpo facendomi avvolgere dalla sua adorata ciccia.
-Lo sai che mi hai dato una bella idea, se il ragazzino mi cerca ancora, vediamo di farlo in tre
-Certo…e scommetto che magari ti ecciterebbe se giocassimo io e lui con te lì a guardare… (era una idea natami improvvisamente ma che mi stuzzicava non poco…) Comunque vederti così porca mi ha eccitato come non mai…l’avevi appena preso eppure hai vuotato i coglioni anche a me…
-Beh se devo essere sincera non è che mi fossi divertita troppo prima, me l’aveva appena infilato che mi è venuto dentro…sicuramente per il fatto che era la sua prima volta…avevi ragione tu…
Il Pino remissivo e impacciato se ne stava andando via…il fatto successo a casa di Simonetta era lampante, per una volta avevo preso le redini in mano della situazione e stava prendendo forma la mia nuova spiccata personalità. Ad agosto, nelle mie ferie goderecce ho avuto una ennesima conferma. Nel trio omosessuale non ero più il timido schiavetto che si limitava a soddisfare solo i capricci dei due tartufai, ma avendo scoperto anche un lato attivo del mio essere gay sono passato a recitare un nuovo ruolo. Ora mi dilettavo anche a inculare Alvise, che poi in fondo non ne era nemmeno dispiaciuto e che mentre si prendeva il mio uccello nel culo si gustava il poderoso salame di Armando in bocca. Il nonno invece continuava a rimanere l’unico lato del triangolo ad essere esclusivamente attivo e nasceva in me la quasi certezza che il suo culo era ancora vergine come quello di un neonato. Alvise infine si era scoperto pure voyeur, si era comprato una Polaroid con autoscatto con cui si divertiva a fotografare i migliori momenti delle nostre orgette.
Ottenuta la laurea, come previsto dalla mamma, sono entrato nello studio di Ippolito come praticante e anche lì ho subito messo il massimo impegno; Dario, il figlio del notaio, era un tipo molto riservato e nonostante avesse nove anni in più di me era un timidone, ma corretto e gentile quanto il padre. Ippolito ci trattava allo stesso modo, senza fare la minima preferenza, anzi nei casi più spinosi preferiva mandare me, non per evitare problemi al figlio ma semplicemente perché avevo la netta impressione che si fidasse di più del sottoscritto. A due mesi dalla fine del mio periodo di praticantato avevamo curato la chiusura di un hotel in un paese turistico di montagna che era stato trasformato in venti alloggi che erano stati venduti…io e Dario eravamo andati là per un paio di giorni a concludere tutti gli atti di vendita tra la vecchia proprietà e gli acquirenti. C’erano venti atti da fare nei locali del comune, li avevamo divisi a dieci al giorno. Con la chiusura dell’albergo nel paese era rimasta una sola locanda che per l’arrivo improvviso di tutti i nuovi proprietari era praticamente completa, molti erano scesi a pernottare a valle, noi a malapena eravamo riusciti ad accaparrarci una piccola camera con un letto da una piazza e mezza. C’era un freddo boia, e la locanda era riscaldata in modo sommario. Alla fine del primo giorno eravamo piuttosto stanchi e dopo la cena siamo corsi in camera per riposare… da come Dario si era coperto nel mettersi il pigiama avevo capito che era un tipo particolarmente riservato, io invece mi sono cambiato vicino al letto, il bagno era una specie di loculo…quando mi sono tolto le mutande per infilarmi i pantaloni del pigiama ho incrociato gli occhi di Dario che mi stava spiando di traverso, era rosso e il suo sguardo era un misto di terrore e curiosità. Ci siamo infilati nel letto, Dario stava tutto sul bordo sinistro del materasso, sembrava dovesse cadere giù da un momento all’altro; non capivo se lo faceva per non disturbare o perché avesse il terrore di sfiorare il mio corpo. Per toglierlo dall’imbarazzo gli ho chiesto
-Se vuoi posso dormire sulla poltrona, per una notte soltanto non casca il mondo…
-No, non ho nessun problema…stai comodo…
Ho spento la luce dell’abat jour e al buio percepivo che sicuramente eravamo entrambi immersi nelle nostre riflessioni; lui a non cadere dal letto…io a chiedermi il senso di quello sguardo, in quegli occhi avevo letto lo stesso morboso interesse che avevo provato io la prima volta che avevo visto l’uccello di Mario in riva al fosso. Un dubbio mi assaliva agitandomi…stai a veder che anche lui… Quel dubbio mi attanagliava, ma mi affascinava anche per cui ho deciso di darmi da fare, ho allungato il piede fino a sfiorargli il suo, al contatto lui l’ha subito ritratto; non ho desistito e ho continuato, era sul bordo non poteva ritrarsi di più…sarebbe caduto a terra…è rimasto lì immobile a subire quel contatto che se anche lievissimo mi dava l’impressione che lo stava facendo tremare.
-Non riesci a dormire?
-Questo materasso è troppo molle…ci si sprofonda…
Ho staccato il piede da lui e sono rimasto in attesa…è successo quello che mi aspettavo, ora era stato lui ad avvicinarsi a me, una volta poteva essere un caso…tre volte consecutive…era un gioco innocente ma io avevo il cazzo duro…ho deciso di buttarmi
-Dario posso farti una domanda personale?
-Certo
- Non è che ti piacciono gli uomini?
Se la stanza prima era fredda ora era piombato il gelo… C’è stato un silenzio di tomba, che dopo qualche secondo è stato violato dal sussurro del mio collega
-Perché mi fai questa domanda? E’ una cosa piuttosto intima ciò che chiedi…
-Ho avuto semplicemente quell’impressione e che tu tenda a chiuderti in te stesso come se quello fosse una grossa colpa…guarda che non lo sarebbe…
-Sembri molto interessato a ciò…non è mica che me lo chiedi perché a TE interessano gli uomini…
-Si!!! A me piacciono gli uomini ma non me ne vergogno…
-Beato te…io invece ne ho il terrore…Tu hai avuto esperienze dirette?
-Certo…ho ventiquattro anni…
-Io ne ho trentatre…e sono ancora all’ABC…
-Proprio zero assoluto?
-Mi vergogno a dirtelo, ma l’unica esperienza omosessuale che ho avuto è stata una sega tirata a uno sconosciuto in un bagno di un cinema…
-Sul serio? Dai raccontamela…
Dario è stato in silenzio assoluto per oltre un minuto poi è partito
-Era nell’intervallo tra i due tempi del cinema e sono andato in bagno a pisciare, ero a fianco di un altro e lo spiavo…aveva l’uccello mezzo duro…e non faceva nulla per nasconderlo, ne ero affascinato, lui mi ha guardato e mi ha quasi aggredito
-Hai finito di guardarmi l’uccello? Guarda che ti fai venire il torcicollo…se proprio ti piace tanto te lo mostro bene, e dicendo così si è girato verso me…Ho replicato quasi balbettando “Lei si sbaglia…” ma lui ha continuato
-Voi froci siete speciali…non arrossire… si vede lontano un miglio che sbavi nel guardarmelo…su andiamo nel cesso chiuso che mi fai un pompino…
A quelle parole ero letteralmente nel pallone, ma l’ho seguito pentendomene quasi immediatamente…mi sono salvato solo perchè il cesso faceva schifo e mi sono ribellato…non mi inginocchio qui…è uno schifo…Lui mi ha quasi aggredito, “Allora menamelo…” Temevo di essere scoperto e di fare una figuraccia per cui mi sono prestato al suo gioco…fortunatamente il porco è venuto subito…e ha schizzato immediatamente contro le piastrelle… Uscendo dal bagno mi ha detto
-Sono qui con degli amici…alla fine del cinema aspettami su una panchina del vialetto che mi libero di loro e ti porto a casa mia…
Tornato nella sala ero stravolto, prima della fine del film sono scappato a casa. Come ho chiuso la porta mi sono sentito invadere dalla vergogna, davanti allo specchio ho sentito la rabbia esplodermi dentro, mi sentivo come una vecchia checca che elemosinava sesso da chiunque, avrei voluto sputarmi in faccia, ma invece avevo sempre impresso nella mano il pulsare di quel cazzo e mi sono fatto una sega. Ecco quella è stata la mia unica triste esperienza…
Da porco perverso quale io ero, quella storia mi aveva eccitato e il mio cazzo si era indurito ancora di più
-Qui sei in una stanza d’albergo pulita, puoi rivivere quelle sensazioni in un ambiente totalmente diverso, decoroso…e prendendogli la mano l’ho portata ad impugnare il mio uccello; Dario ha impugnato il mio cazzo ma è rimasto lì come paralizzato…aveva bisogno di una spinta e io ero tutto per lui…ho riacceso l’abat jour e l’ho guardato in viso…le guance erano rosso mattone, lo sguardo perso nel vuoto ma la sua mano teneva in mano senza mollare la mia verga…ho tirato su coperte e lenzuolo, gli ho abbassato pigiama e mutande e mi sono dedicato totalmente al suo cazzo…dopo tre passate di lingua il suo uccello era pienamente in tiro…era mediamente dotato come me, ma l‘uccello vibrava come impazzito, ho cominciato a succhiarglielo, lui ha reagito tremando come una foglia ma poi ha cominciato a gemere a tutto spiano…dopo solo un paio di minuti mi riempiva la bocca di sperma caldo…ha aperto gli occhi e continuava a ripetermi all’infinito “Grazie!!!”. Mi faceva tenerezza, e mi sono limitato ad accarezzarlo con infinita dolcezza…nonostante avessi il cazzo duro come il marmo l’ho ricoperto e mi sono avvicinato con l’intenzione di abbracciarlo e dormirgli accanto, quando lui sorprendendomi al massimo mi ha chiesto
-Pino ti prego fammi tuo…
-Non mi devi nulla Dario, riflettici a mente fredda, abbiamo tempo…tanto tempo…
-No !!! Voglio essere tuo stanotte…ho addosso il coraggio che mi manca regolarmente, questa è una notte speciale per me…falla diventare anche magica…
Sono andato in bagno, mi sono insaponato abbondantemente la mano e ho cominciato a lubrificargli il culo, quando spingevo il medio dentro di lui sentivo che si irrigidiva, ma come gli sussurravo “rilassati” ubbidiva immediatamente e dava segno di gradire molto la mia penetrazione. Quando il buco ha cominciato a pulsare ho capito che era il momento giusto e ho cominciato a penetrarlo con calma certosina. Ero teso come un arco…l’unica mia esperienza era stata con Alvise ma il culo del tartufaio era merce privata di nonno Armando che con il suo tarello nodoso lo aveva aperto totalmente…pensavo quindi di rischiare un flop ma invece sono scivolato dentro il culo dell’amico come nel burro, tanto che a un certo punto ho perfino dubitato che mi avesse raccontato un sacco di fandonie e che non era certamente la sua prima volta…Dario invece soffriva in silenzio, ma voleva comportarsi per una volta da vero uomo…anche quando ha cominciato a godere è emersa la sua signorilità, sempre moderato nonostante stesse volando in cielo…quando però ha cominciato ad avere l’orgasmo anale si è lasciato andare di colpo e ha cominciato ad incitarmi
-Spingi…spingi che sento un piacere incontrollabile invadere totalmente il mio corpo…
Aveva alzato il culo il più possibile per agevolarmi nel penetrarlo e quando è esploso ha morso il cuscino per non urlare; a quel punto ho cominciato a pensare anche a me e dopo qualche minuto l’ho riempito di crema calda…
-Ti sento…Pino ti sento…è bellissimo…
Quando gliel’ho tolto si è girato sulla schiena ed è rimasto quasi esanime a fissare il soffitto, e lì ho fatto una cosa spinta dal cuore, l’ho abbracciato e l’ho baciato…non quei baci da maiale che mi scambiavo con Armando e Alvise, ma un bacio d’amore, pieno di poesia e sentimento. Siamo rimasti così per mezz’ora, estasiati da quell’ora di sano amore…
-Se lo sapesse mio padre, sarebbe tragico, non sopporterebbe un’onta simile
-Basta non dirglielo e armarci di tanta prudenza…
-Ma tu provi qualcosa per me anche dal punto di vista sentimentale?
-Penso proprio di si, ma credimi che questa idea non mi aveva mai sfiorato…
Abbiamo dormito abbracciati fino al suono della sveglia. Il giorno dopo alle 17 avevamo finito tutti gli atti, ci siamo guardati negli occhi e Dario mi ha detto con tono colpevole
Ho voglia di rivivere anche questa notte le emozioni di ieri, diciamo a mio padre che ci mancavano ancora due atti…E così abbiamo fatto. Tornati alla base, la nostra relazione è rimasta viva ma non potevamo godercela come avremmo voluto…abitavamo entrambi con i genitori e non osavamo prendere una camera in qualche hotel…era troppo rischioso e compromettente. Dopo due mesi però Ippolito ci ha convocati nel suo ufficio e ci ha ricevuti con un sorriso da buon padre…
-Ragazzi miei, il palazzo di Alassio è finalmente terminato e per le ferie io mi trasferirò definitivamente al mare; ho già avviato tutta la documentazione per il trapasso…Pino ti comunico che il mio studio sarà intestato ad entrambi, lo so che è un azzardo ma penso di conoscerti bene, raramente sbaglio, e visto che ho la netta impressione che tra di voi è nata una sana amicizia, ho arrischiato questa mia decisione…
Sono letteralmente rimasto di stucco, ho guardato Dario con curiosità; il vecchio se ne è immediatamente accorto e ha aggiunto
-Non guardarlo così sorpreso è una decisione che abbiamo preso insieme, Dario ha subito avallato la mia proposta con entusiasmo.
Coronavo a soli 24 anni il sogno che covavo da quando mi ero iscritto a Giurisprudenza…dentro di me ero grato e giuravo che mai avrei tradito la fiducia che padre e figlio mi stavano accordando. A metà maggio il passaggio di consegne è stato ufficializzato con una cena a cui erano stati invitati anche i miei genitori e tutti i dipendenti dello studio notarile. Al brindisi finale Ippolito ha alzato il calice e si è congedato così
-Sono sicuro che lascio il mio studio in buone mani, non cercherò mai di imporvi certe mie idee ma sarò sempre disposto a darvi dei consigli se lo riterrete opportuno. Avete davanti un futuro più che roseo, ora che avete una solidità economica spero che presto potrete trovarvi due brave ragazze per costruirvi una famiglia. Specie a te Dario che non sei più un ragazzino…
A quelle parole io e Dario ci siamo guardati arrossendo alla grande…
Con la partenza di Ippolito io e Dario abbiamo potuto godere di quella libertà di cui avevamo bisogno…il lettone della sua casa era diventato la meta preferita dei nostri week end e potevamo così finalmente appagare tutta la nostra voglia di sesso. Col tempo anche lui si era specializzato ad essere attivo e il mio culetto poteva così gioire delle sue prestazioni. La sua casa però era enorme, necessitava della presenza costante di una donna delle pulizie che oscurava la nostra sete di libertà. Così lui ha interpellato il padre, lui non si opponeva a un temporaneo trasferimento del figlio in un ambiente più ridotto ma dava i veto sulla vendita del suo alloggio… ”Quando avrai una famiglia vedrai che sarà perfetta…”. Abbiamo cercato allora una nuova sistemazione gradita da entrambi, e abbiamo trovato un bell’attico in Piazza San Secondo, la piazza principale di Asti. Lo studio tirava molto bene, non avendo problemi economici l’abbiamo acquistato e fatto ristrutturare. Per non incorrere in pettegolezzi da strada abbiamo creato due ingressi indipendenti, uno col suo nome uno con il mio…ma all’interno avevamo una porta in comune che comunicava le due unità abitative. La nostra relazione procedeva a gonfie vele e giunto il periodo delle vacanze con una scusa di troppo lavoro avevo fatto saltare per la prima volta le mie ferie goderecce con estrema delusione di nonno Armando e Alvise. Era una conferma che la nostra relazione era ormai seria. Non avrei sopportato cornificarlo con i due tartufai, non se lo meritava…naturalmente la cosa mi era pesata ma era un atto dovuto al mio nuovo compagno. Chi invece non riuscivo ad eliminare era Simonetta…il richiamo della sua stagionata rasata era ancora troppo sentito e non riuscivo a farne a meno. Cornificare Dario però con una donna mi sembrava un peccato veniale e non mi dava grandi sensi di colpa. A volte avrei voluto abbozzare un eventuale tentativo di inserirlo in un menage a tre…ma come avrei potuto prospettargli di buttarsi in una orgia mista con una donna ultrasettantenne…
Ho festeggiato con Dario il primo anno della nostra società e della nostra relazione amorosa, tutto procede a gonfie vele; Armando e Alvise mi telefonano spesso per invitarmi a giocare con loro, dicono che gli manco…per forza…come potrebbe non mancare a due gay super stagionati un culetto di venticinque anni…Rimango però fermo sulla mia fedeltà a Dario e continuo a inventare scuse per non presentarmi da loro, certo che con l’arrivo delle prossime ferie dovrò decidermi a mollarli. E’ una decisione che sicuramente prima o poi prenderò, ma mi mette in imbarazzo.
A togliermi dall’imbarazzo per quella decisione ci ha pensato il destino crudele e impietoso. Era un pomeriggio di un lunedi di inizio giugno quando in ufficio ho ricevuto una telefonata particolarmente tragica da parte di mia nonna Costantina…che con voce da oltretomba mi ha tramortito
-Pino ho una tremenda notizia da darti…tuo nonno Armando è morto…
Sono rimasto letteralmente di stucco…”Infarto”?
-Macchè infarto…ha avuto un incidente prima di mezzogiorno…era andato con Alvise a portare i cani nei boschi, sono stati sorpresi da un temporale anomalo…in due ore ha buttato giù l’acqua che regolarmente riversa in due mesi…stavano tornando a casa quando la strada è franata e sono precipitati in un burrone; la macchina si è fatta su come un gomitolo, ai vigili del fuoco sono servite due ore per estrarre i loro corpi, un macello…tutti secchi…tuo nonno, Alvise e i due cani…
-Vuoi che venga giù?
-No, non serve…ti chiamerò per comunicarti la data del funerale.
Era una mazzata tremenda, l’ennesima dipartita tragica e imprevista all’interno del nucleo dei miei più stretti familiari. Al funerale è venuto anche Dario, nonostante non conoscesse mio nonno ha voluto star vicino alla nostra famiglia in un giorno così triste. Nel vedere la bara di Armando mi veniva in mente che pochi giorni prima ci eravamo sentiti al telefono e io avevo inventato l’ennesima scusa, quella cosa mi innervosiva ma mai e poi mai avrei voluto che a risolvere il mio dilemma dovesse subentrare un così funesto evento. Dopo qualche giorno un altro episodio alterava il mio tran tran di vita sessuale. Tutti quei tristi eventi mi avevano segnato, Dario stava in disparte per rispettare il mio dolore ma io invece avrei voluto sfogarmi a letto con lui, ma non osavo dirglielo perché temevo di peccare di menefreghismo per cui avevo sentito la necessità di scoparmi Simonetta. La balenottera ha accettato immediatamente la mia visita, la sua patacca continuava a bagnarsi come quella di una ragazzina solo a sentire l’odore del mio bel cazzo. E’ stato un pomeriggio di enorme appagamento sessuale, l’ho presa prima davanti e poi dietro e lei alla faccia dei suoi settantatre anni e delle sue crisi di asma si è sparata una serie incalcolabile di orgasmi. Siamo poi rimasti a recuperare le forze nel letto sudati ma felici, quando la prof ha ripreso a respirare con regolarità mi ha detto
-Potrebbe darsi che questa è l’ultima volta che scopiamo insieme…dipende molto da te però…
Mi sono sentito sprofondare e ho replicato quasi balbettando
-Non dirmi che ti sei innamorata di qualche ragazzotto…
-No, ma mi trasferisco, vado vivere al mare, in Liguria, a Rapallo…
-A Rapallo? Come mai…cosa ti è successo…
-Da mesi frequento un vecchio collega professore di lettere, è vedovo da parecchi anni, ha una casa là e si trasferisce…pensa che a volte mi dice che vuole addirittura sposarmi.
-Ma quanti anni ha?
-Ottanta…
-Simonetta ma come farai, sei ancora calda come una volpe e vivi solo per farti dei cazzi giovani…il sesso per te è un piacere a cui non sai rinunciare e quello li ha ottant’anni cosa ti può dare…
-Nulla… l’hanno operato alla prostata e ormai è impotente, ma il mio medico mi ha detto che l’aria del mare sarebbe per me la soluzione ideale per la mia asma, e siccome devo pensare alla mia salute colgo la palla al balzo.
-E la tua passera è d’accordo?
Si è messa a ridere
-Da anni mi scopo suo figlio…certo dovrò stare attenta ma non è ossessivo e se mi saprò organizzare…la mia passera non andrà in pensione…poi come ti ho detto prima, se vorrai ancora farmi sbrodolare come solo tu sai fare potremo incontrarci in qualche pensione…penso che la mia figa valga una trasferta di centocinquanta chilometri…
Abbiamo riso e alla faccia della doppietta che ci eravamo fatti, sapendo che non sarebbe stato più come prima, ci siamo fatti ancora una terza scopata… Tornando a casa però ero triste, in un mese avevo perso i miei divertimenti preferiti, prima sotto forma di cazzi, poi sotto forma di figa; ma la cosa aveva anche un aspetto positivo…cementava il mio rapporto con Dario.
Il secondo anno di lavoro era stato ancora più positivo, se nel primo le richieste di aiuto alla esperienza di Ippolito erano state sei, nel secondo erano scese a tre…l’importante era però progredire e diventare completamente autosufficienti. Certo che eravamo stanchi, e per le ferie avevamo scelto la montagna; era la prima volta sia per me che per Dario: quindici giorni a Limone Piemonte. Passeggiate rilassanti, ossigenazione dei polmoni, e scorpacciate culinarie e sessuali. Al ritorno eravamo in forma, avevamo ricaricato a dovere le pile.
In settembre mia cugina Paola aveva rilevato il bar ristorante dove lavorava e aveva invitato me e i miei genitori all’inaugurazione. Era stato un pranzo con i fiocchi, tutti noi incrociavamo le dita perché la sua scelta fosse stata azzeccata; nonna Costantina accudiva i miei cugini Ezio e Alessia dando alla figlia la libertà per curare il suo nuovo locale. Al pranzo c’era anche Afra, la moglie di Alvise; alla fine del pranzo la nonna mi ha chiamato in disparte e mi ha detto
-Io e Afra volevamo chiederti se potevi aiutarci a svolgere delle mansioni legali in cui non siamo esperte
-Certo nonna…dimmi…
-Abbiamo deciso di vendere il rustico che era di proprietà dei nostri mariti, ci siamo rivolte a due agenzie del luogo, ma la loro valutazione è stata ridicola…meno della metà di quanto l’avevano pagata Armando e Alvise; senza contare poi di tutti i lavori e le migliorie che ci avevano fatto. Non so se ciò dipenda dai crolli del mercato come hanno detto loro o dal fatto che vedendosi davanti due vedove inesperte vogliono fregarci, ma volevamo chiederti se puoi seguirci tu. Inoltre io vorrei vendere anche la nostra casa, da sola in piena campagna non mi sento sicura…avrei trovato una casetta vicina a Paola che sarebbe per me l’ideale, così che potrei portare la bambina a scuola anche d’inverno senza problemi…al momento me la darebbero in affitto ma se riuscissi a vendere la casa sarebbero poi disposti a cedermela.
-Non c’è problema nonna, io ho due agenzie immobiliari con cui lavoriamo, sono onesti e affidabili…però ci avviciniamo all’inverno e io vi consiglierei di non avere fretta, sono sicuro che con la primavera la situazione migliorerà.
Le due donne hanno accettato il mio consiglio e al lunedi io avevo già dato il mandato all’ agenzia più affermata nel fuori provincia… Tutto era andato come previsto, a marzo avevano piazzato la casa dei nonni, in aprile il rustico e con una quotazione raddoppiata rispetto alla offerta dell’agenzia locale. Ci eravamo accordati per fare l’atto nella vecchia casa della nonna per non muovere tutti loro fino ad Asti…e così era stato. Tutto stava filando liscio senza intoppi, mentre leggevo le varie parti dell’atto notavo però che Afra, la moglie di Alvise mi guardava in modo strano, con uno sguardo truce, certamente non lineare verso chi l’aveva aiutata in modo completo e disinteressato. Alla fine ho intascato gli assegni per le parcelle degli acquirenti, mentre le due vedove dovevano solo saldare delle tasse per i diritti di successione. La nonna me l’ha dato immediatamente, Afra invece mi ha detto che non aveva con se il libretto e che se la accompagnavo a casa mi avrebbe regolarizzato con un assegno. L’ho accompagnata a casa, mi ha chiesto se gradivo un caffè che ho accettato volentieri, mentre lo sorseggiavamo i suoi occhi di ghiaccio continuavano a pungermi come spilli, mi ha firmato l’assegno e me lo ha lanciato quasi con sgarbo vicino alla tazzina. Non ho più resistito
-Signora Afra è da stamane che mi sento il suo sguardo gelido addosso, non penserà mica che io non abbia fatto il vostro interesse in tutto questo affare…se non è convinta della mia lealtà vorrei saperlo…
-Mi fa piacere che te ne sei accorto, è quello che volevo. Il motivo però è un altro, non ho mai dubitato della tua correttezza.
-Posso sapere allora il motivo di tanta freddezza nei miei confronti?
-Certo…alla morte di Alvise ho fatto un po’ di pulizia di tutte le sue scartoffie e mi sono vendute in mano queste…
Ha preso dalla credenza una di quelle vecchie scatole di latta dei biscotti, l’ha aperta, ha tirato fuori tre fotografie e me le ha lanciate con disprezzo verso la tazzina…Sono letteralmente sbiancato…erano le istantanee fatte da Alvise con la Polaroid… in una suo marito mi stava inculando mentre io spompinavo il nonno; in un’altra c’era un primo piano della mia faccia piena di sborra con i cazzi gocciolanti dei due tartufai; nella terza eravamo tutti tre nudi seduti sul divano, io in mezzo che tenevo nelle mani gli uccelli duri dei due amici con estremo piacere, un piacere avallato da una potente erezione del mio cazzo, ritto come l’asta di una bandiera.
-Non penso che per un notaio emergente come te queste fotografie sarebbero una buona pubblicità, e non tutte, in totale sono otto.
-Ho capito tutto!!!
Ho preso il suo assegno e gliel’ho ridato posandolo vicino alla sua tazzina, poi ho tirato fuori il portafoglio ho aperto il mio libretto degli assegni e le ho chiesto
-Quanto vuole per darmi quelle otto fotografie?
Si è messa a ridere, ma con una risata arrabbiata quasi come se si fosse offesa
-No notaio tu non hai proprio capito un cazzo, i soldi non mi interessano per nulla…il mio è un ricatto ma non a fine di denaro…ho settantaquattro anni ma il cazzo mi piace ancora…mi è sempre piaciuto ma mi sono sempre accontentata di quello di mio marito…poi però da qualche anno la mia dolce metà era cambiata…io continuavo a cercarlo ma lui rispondeva sempre al solito modo
“Afra il sesso non è per i vecchi come noi”… “Non siamo più ragazzini”…”Ho dei problemi erettivi”…
Io lì come una scema a chiedermi se per caso avesse ragione lui e che io ad avere ancora quei desideri non ero per caso una mezza debosciata…per sei anni non ho toccato il cazzo…cercando di mettermi il cuore in pace…quando è morto in quel tragico modo mi sono sentita il mondo cadermi addosso, veniva a mancare il mio sostegno di tutta una vita!!! E poi saltano fuori quelle fotografie…mi sono sentita come la scema del villaggio…altro che i suoi piagnistei…quel porco si era trovato un culo giovane e fresco e con quell’altro depravato del suo compare erano passati dall’altra parte del fosso…e io per sei anni mi ero pianta addosso per la voglia di cazzo che non potevo togliermi…ho maledetto quel figlio di puttana…da quel giorno non sono più andata a trovarlo al cimitero…non lo perdonerò mai!!! Non meritavo di essere trattata così come una scarpa vecchia. E’ la colpa è tua caro il mio notaio…Vuoi quelle foto…ebbene allora mi devi scopare con quel tuo uccellone che è tutto un programma…tanto non sei solo capace di prenderlo…ci sono anche foto in cui lo inculi tu…mi devi regalare otto belle scopate…alla fine di ognuna ti renderò una di quelle vomitevoli fotografie…e poi potrai sparire definitivamente…
Sono rimasto allibito, quella donna era una arpia, ma il suo discorso era solo lo sfogo di una moglie delusa…riflettevo con calma… in altri frangenti avrei potuto affrontare quella cosa addirittura con piacere, lei non sapeva della mia perversione e l’ultima mia scopata con Simonetta risaliva a oltre tre mesi prima, la voglia c’era ma odiavo cedere al suo ricatto!!! Capivo che non avevo alternative…lei mi guardava cercando di leggere ciò che mi passava in mente…poi improvvisamente ha cominciato a spogliarsi…
-Notaio lo so di essere una vecchia decrepita ma questa passera affamata potrebbe magari anche farti divertire…si muoveva come una gatta in calore, era a tratti ridicola ma per un depravato come me era a tratti anche desiderabile…quando si è tolta la gonna era senza mutande ed è rimasta con un reggicalze e calze bianche…quella troia si era agghindata quasi sapendo che avrei ceduto al suo ricatto. Si è avvicinata a me e ha portato la sua mano destra sulla patta dei miei pantaloni e ha cominciato a palparmelo…ero ancora inebetito, indeciso, ma quando sotto le sue carezze il mio uccello ha cominciato a rizzarsi mi sono alzato in pedi e mi sono allentato la cintura calandomi le braghe…mi ha preso per mano e mi ha accompagnato nella camera da letto, mi ha steso sul materasso e ha cominciato a leccarmi le palle…quella troia ci sapeva fare…il mio cazzo era ormai in tiro, lei se lo è fregato per qualche minuto sulla topa…una figa ramata mediamente pelosa ma letteralmente fradicia…era coscritta di Simonetta, l’avevo visto sui suoi dati durante la stesura dell’atto, cazzo, quella era una annata che aveva sfornato delle porcelle mai sazie con eterna sete di uccello. Ambra si è puntata il cazzo sul buco e con una leggera spinta se lo è fatto scivolare nella patacca…era calda come una volpe; mentre il mio cazzo entrava dentro di lei, si limitava ad accompagnare il suo ingresso con un soddisfattissimo “Ohhhhh…”
-Sei anni di astinenza sono tanti…mi meritavo un bel cazzo giovane…sapere che quell’uccello lì entrava nel culo di quel figlio di puttana Alvise dovrebbe darmi fastidio…ma la cosa invece mi eccita…e ti cavalco…hai un uccello che è la fine del mondo, meglio dotato di quel porco di mio marito, lo si vedeva anche dalle foto…Mi scopava divinamente, per me era una piacevole novità, con Simonetta, data la sua stazza, era improponibile pensare che potesse starmi sopra…dopo dieci minuti di dolci ondeggiamenti la troia è venuta, mi sono sentito i coglioni alluvionati dalla sua ondata di umori come se mi avesse pisciato addosso…poi si è improvvisamente fermata…
-Bravo notaio…temevo che venissi e invece non sei solo un piglia in culo…sai far godere anche una donna…ora riprendo le forze e poi ti cavalco selvaggiamente…voglio godere ancora… la mia sete repressa di cazzo è tanta…
E’ stata di parola…l’ultima sua carica è sembrata la cavalcata di un cow boys al rodeo, quando l’ho sentita urlare di piacere non ho più saputo trattenermi e l’ho riempita di sborra. Era stata una scopata da urlo, ma ero sempre bloccato dal fatto di aver ceduto al ricatto per cui non le volevo dare la minima soddisfazione e ho finto di essere stato obbligato a scoparla. Quando mi sono lavato e rivestito lei mi ha dato il suo assegno sottolineando “Questo e tuo!!!” e poi mi ha dato la fotografia in cui Alvise mi inculava e io sbocchinavo Armando con un sorriso ironico “ Ecco la tua prima ricevuta…”
L’ho tenuta in mano fino a che sono arrivato al parcheggio in cui avevo lasciato la macchina, prima di salire a bordo con l’accendino ho bruciato quell’oscena immagine…mentre vedevo le fiammelle liquefare la pellicola ho sospirato ”Meno sette!!!”
Le mie visite alla porcona erano a scadenza mensile, scoparla mi piaceva, molto, ma mantenevo sempre un certo distacco facendole credere che la mia presenza in casa sua era conseguente solo al suo ricatto. Afra era una porca incallita, e non riuscivo a capacitarmi di come una maiala di simile portata non avesse mai voluto trasgredire e tradire il marito…a volte pensavo che forse mi aveva mentito spudoratamente, ma poi a prima pelle mi convincevo che a trasformarla così troia era stato lo scoprire delle corna che Alvise le aveva incollato in fronte. Alla fine di ogni scopata mi dava regolarmente una fotografia che io bruciavo sempre al solito posteggio con lo stesso rituale della prima volta. A volte ero colto dalla paura che quella donna potesse incorrere in una disgrazia e che quelle foto maledette avrebbero potuto andare in mano a chissà chi, con delle spiacevolissime conseguenze…ma di eventi catastrofici ne avevo già dovuti sorbire una bella serie ed ero sicuramente in credito con la fortuna. L’ultima mia prestazione straordinaria era avvenuta in aprile, e l’avevo festeggiata infilandoglielo nel culo, un culo che era decisamente aperto a conferma che il marito spesso e volentieri, da buon pederasta le prendeva il secondo canale. La vecchia nel consegnarmi l’ultima fotografia mi aveva lanciato il solito sguardo gelido e irriverente e consegnandomela mi ha detto
-Ecco notaio…eccoti l’ultimo ritratto relativo alle vostre schifezze…come vedi sono stata di parola…il tuo debito è saldato… Poi mi ha quasi chiuso l’uscio in faccia.
Mentre tornavo a casa avrei dovuto essere soddisfatto e invece ero cupo e serioso, perdevo la regolarità di una bella scopata sicura, e il piacere di aver rimpiazzato Simonetta che in quel lasso di tempo non avevo mai più cercato. Sarebbe stato terribile se ora avessi bussato ancora alla sua porta e lei contrariata da quel lungo periodo di silenzio mi avesse mandato a fare un culo. Più passavano i giorni e più mi mancava quella donna che qualche mese prima avevo quasi odiato; avevo intensificato i rapporti con Dario, ma stranamente da quando non frequentavo più Afra anche le mie inculate con il mio partner le trovavo meno appaganti. Ero in un periodo di estrema abulia per cui un giorno ho ceduto e senza telefonare alla vecchia sono volato al suo paese e ho suonato alla sua porta. Quando mi ha visto ha stralunato gli occhi
-Notaio…stai invecchiando…non ricordi che il nostro patto è terminato e tu sei libero da ogni impegno?
Senza dire nulla l’ho attirata a me e le ho schiaffato la lingua in bocca; nei nostri otto precedenti incontri era una cosa che non avevo mai fatto; dopo un attimo di smarrimento Afra ha risposto al mio bacio e la sua lingua ha cominciato a roteare come un serpente dentro la mia bocca. Eravamo entrambi arrapati alla massima potenza e senza mai staccare le nostre labbra camminavamo verso la camera da letto. Come siamo arrivati vicino al letto a tempo di record ci siamo spogliati e nel vedere Afra nuda ho capito che quella donna mi era entrata nel cervello e la desideravo…l’ho stesa sul materasso e le ho spalancato le cosce, ho tuffato la faccia in quella figa spelacchiata e odorosa che per me invece era un richiamo erotico irrinunciabile e ho cominciato a leccargliela; altra cosa che in precedenza non avevo mai fatto. La vecchia si è subito infradiciata e ha cominciato a tremare dal piacere sospirando senza soste
-Si Pino…si…sei fantastico…sto provando dei piaceri sconosciuti prima d’ora…lo sai che quel finocchione non me l’aveva mai leccata? certamente preferiva succhiare dei cazzi…Oh Pino quanto mi stai facendo godere…
Non mi aveva mai chiamato Pino, mi aveva sempre chiamato “Notaio…” con quel tono sfottente che avevo sempre odiato…quando mi è venuta in faccia ha cominciato a ululare…quella porca godeva in modo sguaiato, adorava la mia lingua, il fatto che la nostra storia che lei dava per morta e sepolta si era improvvisamente riaccesa la mandava su di giri…le ho infilato il cazzo e ho cominciato a pomparla con una carica inusuale. Era il giorno in cui le novità continuavano a susseguirsi e ci portavano a raggiungere livelli di piacere estremo. Siamo stati a letto per due ore e mezza, io ho sborrato due volte e lei ha continuato a spararsi una serie di orgasmi multipli che l’hanno portata ritrovarsi uno straccio. Quando me ne sono andato mi ha stampato l‘ennesimo bacio e mi ha detto
-Non mi sembra vero che un bel ragazzo atletico e prestante come te sia tornato a cercare una vecchia decrepita come me, non so cosa ti sia successo ma spero solo che questo fantastico pomeriggio non sia stato un episodio sporadico e possa diventare una bella abitudine.
No! Non è stato un fatto sporadico…tutt’altro!!! Se durante le scopate del ricatto la mia frequenza era mensile, ora era diventata quindicinale. E nella settimana che precedeva le ferie ero andato due volte…
Per la prima volta, per tre settimane di agosto avevamo chiuso lo studio; non era mai successo prima…per non lasciare dei sospesi, a luglio ci avevamo dato dentro alla grande. Io e Dario siamo andati a Mykonos, l’isola greca della trasgressione, in un villaggio turistico creato ad hoc per gay e lesbiche. E’ stata una vacanza perfetta, per la prima volta eravamo liberi di gironzolare tenendoci per mano e baciandoci liberamente sotto l’ombrellone o nell’acqua azzurra dell’Egeo. Al ritorno per una decina di giorni sono stato oberato dal lavoro, la chiusura aveva creato un ingorgo operativo non indifferente. Una volta sbrigato un po’ di arretrati la voglia di Ambra si è fatta sentire…erano oltre due mesi che non la vedevo… Un mercoledi pomeriggio non avevo impegni, Dario era fuori sede tutto il giorno per cui ho deciso di andare a trovarla. L’ho chiamata al telefono ma non rispondeva, non mi sono preoccupato più di tanto, era successo altre volte e sono partito ugualmente. Arrivato al paese sono andato al solito parcheggio, vicinissimo a casa sua, ho suonato il campanello ma non ho avuto nessuna risposta, ho pensato fosse andata magari a fare la spesa, sono andato allora a prendere qualcosa in un bar con lo scopo di far passare un’oretta, poi sono tornato, ma come prima al trillo del campanello non ho avuto nessuna risposta. Ho fatto il giro attorno alla casa e mi sono stupito che tutte le persiane erano chiuse, inoltre la cassetta della posta era piena e straboccava delle pubblicità dei vari supermercati. Sono andato allora da nonna Costantina a sentire se aveva qualche novità…quando mi ha visto si è stupita…
-Pino finalmente ti sei degnato di farmi visita…era una vita che non ti vedevo
-Ero ad Alba per lavoro e ho deciso di venire a trovarti…
-Hai fatto bene…ti faccio un caffè…
Non potendo arrivare subito allo scopo reale della mia visita, ho chiacchierato con la nonna per un quarto d’ora, poi fingendo la massima casualità ho chiesto
-Volevo salutare anche Ambra ma non era a casa…hai sue notizie?
Lo sguardo della nonna si è improvvisamente rabbuiato…
-Si e sono notizie piuttosto brutte… Un paio di mesi fa ha dato dei segnali un po’ preoccupanti con la memoria; avevamo un gruppo di quattro vedove e tutti i sabati ci trovavamo a casa di qualcuna a cenare e poi giocare a burraco…Ambra da un po’ di tempo commetteva errori elementari nel gioco, cosa strana per lei che era sicuramente la più brava delle quattro. Una sera mentre giocavamo le sono cadute le carte di mano, è sbiancata in viso, ci ha guardate con uno sguardo allucinato e ci ha detto
-Chi siete voi? Cosa facciamo qui assieme…questa non è casa mia…
All’inizio pensavamo stesse scherzando ma purtroppo non era così…temevamo stesse facendo un ictus e abbiamo chiamato un’ambulanza…sono arrivati in fretta, l’hanno visitata accuratamente, poi l’infermiere più esperto ci ha detto
-Fisicamente non presenta nessun problema, ma la ricoveriamo…penso sia sconvolta mentalmente…vi faremo sapere.
Dopo qualche giorno sono andata in ospedale a trovarla, si era leggermente ripresa ma alternava momenti di lucidità ad altri in cui cadeva improvvisamente in stato confusionale. Ambra non ha parenti stretti, era figlia unica e non aveva figli, per cui una dottoressa mi ha ricevuta e mi ha dato lumi sulle sue condizioni…
-Signora la sua amica ha subito un attacco di demenza senile…avevate mai notato segni di mancanza di memoria?
-Si da qualche settimana aveva delle brevi amnesie, ma poi si riprendeva regolarmente…
-Il problema è che la sua malattia sta seguendo una evoluzione sorprendentemente rapida…che nonostante la mia esperienza in quel campo non ho mai visto prima. Mi creda che la situazione è piuttosto seria.
L’andavamo trovare alternativamente tutti i giorni, ma le previsioni della dottoressa si rivelavano fondate e Ambra dava sempre più segnali di carenza mentale. A settembre la dottoressa mi ha chiamata in ospedale
-Signora purtroppo noi dopo i trenta giorni non possiamo più tenerla in ricovero, ma la trasferiamo in un centro specializzato di Alba dove sarà seguita accuratamente da degli specialisti, visto che la signora non ha parenti dovrebbe fare la cortesia di accompagnarla e sentire cosa le dicono…
Naturalmente ho accettato, le hanno rifatto tutti gli esami da capo e dopo una settimana sono stata ricevuta dallo specialista che l’aveva in cura…
-Non ho buone notizie da darle, la demenza senile si sta trasformando in morbo di Alzheimer, continuerà ad alternare periodi di lucidità ad altri di completa amnesia, ma quelli di regolarità mentale tenderanno col tempo sempre più a diminuire fino a scomparire definitivamente. La cosa positiva è che la signora dal punto di vista fisico non ha problemi e il suo declino sarà solo mentale. Il suo ricovero nella nostra struttura è stato approvato, le do dei documenti per far accreditare la pensione della signora al conto della nostra struttura, per il momento basterà quello, certo che col tempo si vedrà…Purtroppo qui potrete venire a farle visita solo alla domenica, e al massimo due persone per volta. So che eravate un gruppo di amiche; dal punto di vista terapeutico sarebbe consigliabile se alternaste le vostre visite per vedere di smuovere ogni possibile ricordo che possa avere del suo passato, anche se dalle mie esperienze penso che ci siano poche speranze.
E così dall’inizio di settembre ogni domenica ci alterniamo nelle visite ma come previsto dal dottore non si registra nessun miglioramento…fra dieci giorni sarà il mio turno e se vuoi mi potrai accompagnare…
-Certo nonna…ti telefonerò…verrò a prenderti e poi ti riporterò a casa…
La cosa mi rattristava parecchio, non per la mancanza delle scopate, ma perché sentivo che con quella donna avevo instaurato un rapporto che pur privo di sentimenti veri ci realizzava mentalmente… ed era proprio un peccato che ora proprio la sua mente stava andando in tilt. Dopo dieci giorni sono andato a prendere la nonna e ci siamo recati alla clinica…quando ho visto Afra sono letteralmente rimasto di stucco…aveva perso una decina di chili ed era pallidissima, aveva completamente perso il suo caratteristico colorito di donna di campagna. Siamo stati là tre ore e ha praticamente sempre dormito con un respiro leggero, quasi impercettibile. Ha aperto due volte gli occhi ma guardando sempre nel vuoto, il suo sguardo intrigante che ti bucava come uno spillo era ormai solo un ricordo. Suor Marta che la seguiva ci ha detto che le analisi del sangue confermavano che organicamente era a posto, però dentro di se non aveva la forza per reagire, mentre invece in quelle malattie la volontà di lottare sarebbe stata determinante. Al ritorno ero distrutto, per la terza volta, seppur per motivi sempre diversi, la donna che riusciva a spegnere dignitosamente la mia perversione mi lasciava solo…Tre domeniche dopo, ho voluto andare a trovarla ancora…una decisione meditata a lungo, in quanto dopo la mia precedente visita ero stato per una settimana veramente male. Entrati nella stanza ho subito notato che era ulteriormente dimagrita…ormai veniva nutrita solo tramite flebo. Mi sono seduto vicino al letto, mentre mia nonna era in bagno a mettere l’acqua in un vaso per deporre dei fiori che avevo comprato all’ingresso. A un certo punto Afra ha aperto gli occhi, il suo sguardo ha incontrato il mio…mi ha preso la mano dentro la sua e sorprendendomi mi ha detto
-Pino!!! Sei venuto a trovarmi? come sono contenta!!!
Io sono rimasto di stucco e nonna Costantina è uscita dal bagno con uno sguardo carico di sorpresa ma è rimasta sull’uscio senza farsi vedere… Afra ha sorriso
-Che ore sono Pino?
-Le quattro del pomeriggio…
-Non andare via…fra mezz’ora viene la suora a farmi l’iniezione e poi fino alle sette non viene più nessuno; saremo tranquilli e potrai infilarti nel letto con me…ho tanta voglia di te… prima me la lecchi bene come sai fare tu, e poi ci facciamo una bella scopata…è tanto che non facciamo sesso e ne ho proprio bisogno. Ora mi riposo un po’ così poi sarò in forma e ti farò godere tanto.
Poi ha improvvisamente socchiuso gli occhi e si è riaddormentata…Ho guardato mia nonna, mi stava squadrando con gli occhi sbarrati come se avesse visto un fantasma…stava per dirmi qualcosa quando la porta si è aperta ed è entrata suor Marta… Costantina le ha detto con entusiasmo
-Suora qualche minuto fa ha aperto gli occhi e ha parlato, ha pure riconosciuto mio nipote…
La suora ha sorriso…
-Solo per qualche secondo vero?
-Si
-E’ normale sapete, lo ha fatto altre volte, anche se ormai capitano sempre più raramente, sono solo degli sprazzi di lucidità mnemonica temporanei che però vengono subito dimenticati, se si risveglierà non ricorderà nemmeno quello che ha detto…comunque se ha riconosciuto suo nipote vuol dire che di lui ha buoni ricordi che le hanno riportato alla mente ricordi piacevoli. Siamo stati ancora un’ora ma Afra ha continuato a dormire profondamente. Come siamo saliti in macchina per tornare, nell’automobile è scesa una atmosfera gelida e tenebrosa…mia nonna aspettava che cominciassi a darle delle delucidazioni, ma io ero impacciato come non mai e non sapevo come iniziare…così che a rompere il ghiaccio è stata lei
-Dimmi che non è vero Pino, dimmi che quelle parole erano solo frasi di una mente ormai in delirio…
Ho riflettuto a lungo, avrei potuto dirle che era così e pur lasciandole magari dei dubbi mettere tutto a tacere, ma capivo che per la prima volta sentivo il bisogno di confidare a qualcuno quei miei segreti. Magari liberandomi di quel peso.
-E’ vero nonna!!! Mi vedevo con quella donna…
-Pino ma come potevi farlo…Afra ha settanquattro anni, la mia stessa età…l’età di tua nonna…è una cosa inconcepibile…
-No nonna è una cosa per me molto naturale, voglio confidarti che non è stata la mia prima volta con una donna di quell’età…
-Ma è pazzesco, è una cosa inaudita, sei bello, giovane, benestante, potresti frequentare ragazze belle e attraenti e mi dici che ami andare a letto con delle vecchie decrepite…questa è sicuramente una malattia…ti devi fare curare…devi andare da un medico…
- E credi che non l’abbia fatto…sono stato da due medici, da uno psicologo e da uno psicoterapeuta
-E cosa ti hanno detto?
-Che alla base di tutto c’è un trauma infantile, da bambino mi sentivo trascurato dai miei genitori e mi sono aggrappato morbosamente alla figura di nonna Maria, la nonna materna…l’unica persona che mi faceva sentire amato
Costantina era stravolta da quella sequela di notizie…
-Non vorrai dirmi che quella maiala ha abusato di te…
-Ma no nonna…avevo nove anni…ero un bambino…solo che affettivamente mi ero legato alla sua figura che dentro di me era il surrogato perfetto di mia madre…quando poi lei è mancata per me è stato un ulteriore trauma e ho cominciato a provare attrazione e interesse verso delle donne mature perché interiormente sostituivano il suo ricordo; pensa che in collegio avevo un interesse smodato per la suora direttrice dell’istituto che aveva ottant’anni…
- Temevo una cosa del genere, tu non sai le discussioni che ho fatto con tuo padre…quando vedevo che ti parcheggiavano ovunque pur di non intralciare i loro interessi…tua madre però non voleva sentirne, così che io passavo per una scassapalle…mentre invece loro erano solo degli egoisti…
-Le stesse discussioni le facevano con nonna Maria, solo che a differenza tua, lei abitava vicino a noi…e là trovavo il calore di una vera casa…
La provinciale era deserta, stavo guidando quasi a passo d’uomo, quella discussione era troppo profonda per entrambi. La nonna mi ha preso una mano dal volante e l’ha stretta in mezzo alle sue, poi me l’ha baciata con tenerezza
-Tesoro mio, che brutta infanzia hai vissuto…
Nel sentire il tepore delle sue mani e il semplice contatto con le sue labbra in quel casto bacio, sono stato invaso da una improvvisa ondata di calore che si è diffusa in tutto il mio corpo…ho risposto alla stretta della sua mano e sono stato invaso da un inaspettato interesse verso mia nonna. Con una trasformazione degna del miglior dottor Jekyll, il ragazzo contrito che confidava le sue titubanze, lasciava spazio al perverso Pino, assetato adulatore di donne super mature. Per la prima volta ho guardato Costantina con desiderio…mai negli anni addietro quella cosa mi aveva sfiorato la mente. Poche ore prima avevo capito che avevo perso Afra, ora guardavo la nonna come la possibile sua sostituta. Mi rendevo conto che avevo assolutamente bisogno di una sostituta al mio precedente flirt, era già successo quando Simonetta mi aveva comunicato che si sarebbe trasferita in Liguria, succedeva ancora adesso con la figura di Afra che era ormai letteralmente evaporata. Il mio unico sentimento in quel momento era concupire la nonna, ora ero preso da una improvvisa frenesia…dovevo studiare cosa fare…avevo però bisogno di riflettere…Stavamo attraversando un paese, in una piazza c’era l’insegna di una pizzeria…
-Nonna che ne dici di una pizza?
-A quest’ora? Rischio di non poterla digerire…
-Prendi una Margherita…è la più leggera che ci sia…dai, mi è venuto appetito…
Siamo entrati, erano solo le sette e un quarto, c’era ancora poca gente e ho scelto un tavolo in un angolo, il più tranquillo di tutto il locale. Mentre mangiavamo la nonna continuava a fissarmi, io rimuginavo sui miei propositi e cercavo di evitare il suo sguardo…a un certo punto lei mi ha chiesto
-Ti vedo teso, nervoso, dimmi la verità, sei pentito di avermi confidato questi tuoi segreti?
-No…non me ne pento, però sei l’unica persona a cui ho fatto queste confidenze e temo di aver perso un po’ della considerazione che tu avevi nei miei confronti…
-Ma cosa dici Pino…sei mio nipote…la tua fragilità psicologica ti ha isolato e come dicevi prima cercavi in queste donne una persona fidata che ti ricordasse chi ti aveva voluto bene…non rabbuiarti…sii uomo.
Risaliti in macchina ero nervoso, non riuscivo a scegliere la tattica giusta per coinvolgere la nonna, la cosa mi faceva infuriare…sono partito facendo fischiare le gomme…Costantina mi ha guardato preoccupata…
-Pino ti ho detto di rilassarti… stai sereno…devi guidare fino a casa…non farmi preoccupare…
La sua preoccupazione mi ha colpito e ha acceso in me una idea strana…cercare di attirare le apprensioni di Costantina verso di me.
-Tranquilla…guiderò con prudenza… ma non vado a casa adesso…
-E dove vai?
-Ad Alessandria
-Alessandria? Ma a fare cosa…
-Vicino allo stadio c’è una via frequentata da prostitute piuttosto mature, ho bisogno di compagnia…
-Ma non dire idiozie…non devi sporcarti con quelle donnacce, rischi pure di prenderti delle malattie, ci mancherebbe solo quello…usa il buon senso…
-Nonna ho bisogno di sfogarmi…lo capisci!!!
-lo capisco… ma non devi farlo con quelle donnacce…
L’ho guardata con intensità e le ho lanciato la mia bordata “E allora con chi? Con te?”
Eravamo nella semioscurità dell’auto ma ho colto il suo sbalordimento…
-Non dirmi che tu avresti quel coraggio lì? Non dirmi che verresti addirittura a letto con me?
Avevo fatto centro…sentivo di avere il coltello dalla parte del manico…dovevo continuare su quella strada
-Non dico fregnacce, ora voglio dirti tutto, speravo tu lo capissi, ma evidentemente non l’hai compreso…io da piccolo ero anche infatuato di te…pensaci…chi poteva essere la migliore sostituta di nonna Maria se non l’altra mia nonna, e cioè tu…
-Io? Ma non me ne sono mai accorta di nulla…non hai mai sollevato sospetti in me su quella tua stranezza…
-Ti ricordi quando venivo in vacanza da te?
-Ebbene?
-Aspettavo che tu andassi ad accudire Alessia, aspettavo che il nonno andasse al rustico e poi andavo nella tua camera da letto e aprivo il cassetto dove tenevi la tua biancheria intima, mi spogliavo e la indossavo, sapere che quelle mutandine toccavano la tua intimità mi eccitavano all’impazzata, avevo delle erezioni incredibili e mi masturbavo fino allo sfinimento…
Alcune verità c’erano ma avevo modificato la realtà, sul nonno non dovevo assolutamente fare il minimo riferimento, ma era l’unico modo per coinvolgere Costantina…che ora mi guardava quasi sgomenta…
-Mi sembra impossibile, non me ne sono mai accorta di nulla…
-E’ tutto vero credimi…ricordo che adoravo un tuo completo bianco con delle margherite ricamate…
La nonna è sbiancata…e ha sussurrato… “Ce l’ho ancora…lo mettevo solo in rare occasioni…”
L’avevo cucinata a dovere…ero stato un regista perfetto…siamo arrivati davanti a casa sua, non si decideva a scendere…mi guardava con uno sguardo indecifrabile…
-Pino ti prego…promettimi che andrai a casa…
-Non farmi promettere cose che non posso mantenere…
Mi ha preso ancora la mano tra le sue e stringendola se l’è portata alle labbra sfiorandola con un innocente bacio come aveva già fatto un’ora prima; e come un’ora prima quel contatto mi ha elettrizzato di nuovo portandomi ad avere una erezione immediata…
-No!!! Non baciarmi la mano così…
La mia brusca risposta l’ha scossa “Scusami…non arrabbiarti…è solo un gesto d’affetto…”
Ora sono stato io a prenderle la mano, l’ho portata in mezzo alle mie gambe e l’ho fatta entrare in contatto diretto con la mia erezione dicendole con il solito tono deciso e accigliato
-Lo senti il tuo gesto d’affetto che effetto mi fa…lo capisci che ti desidero!!!
Ancora una volta ha sgranato lo sguardo, erano ore che la stavo stravolgendo, stava lì immobile, seduta sul sedile, io avevo lasciato la sua mano ma lei non la toglieva e rimaneva lì a sentire le mie pulsazioni.
- Tutta queste serie di novità ci sta rendendo troppo nervosi, vieni dentro…ti va una tisana?
-Si forse è una buona soluzione… Sono sceso e sono entrato in casa sua con un sorriso beffardo…la mia parte era finita, ora dovevo attendere solo l’effetto che avevo sollevato in lei. Mentre assaporavamo la bevanda calda non proferivamo più parola…ho guardato per un paio di volte l’orologio con lo scopo di ricordarle…’che Alessandria mi aspettava’… per costringerla a decidersi. Ha raccolto le tazzine le ha messe nel lavandino e uscendo dalla cucina mi ha detto ”Scusami un attimo”. Sono rimasto così solo a riflettere, chiedendomi se la mia perfetta recitazione aveva avuto successo o se ora invece mi congedava. Mi sono distolto dai miei pensieri sentendo la sua mano appoggiarsi alla mia spalla, mi sono girato e sono rimasto impietrito. Nonna Costantina era davanti a me, mezza nuda, indossava solo il famoso completo intimo bianco con le margherite ricamate. L’ho ammirata per qualche secondo, poi mi sono alzato e l’ho abbracciata…ho subito cercato di baciarla, lei teneva però la bocca chiusa, non ho desistito e ho continuato a bussare con la mia lingua alle sue labbra che finalmente si sono leggermente dischiuse, ne ho approfittato per entrare nella sua bocca e cercare la sua lingua…questa volta ha subito accettato e io ho cominciato a slinguarla carico di passione…è stato un bacio passionale, intenso…un bacio vero…quando le nostre lingue si sono separate mi ha preso per mano e mi ha portato nella camera da letto…aveva lasciato tutte le luci accese, si è sdraiata sul letto, io mi sono tolto la camicia e calato le braghe, dopo di che mi sono sdraiato al suo fianco. Le ho sfilato il reggiseno, naturalmente i seni erano un po’ flaccidi e sono scivolati in basso ma erano ancora desiderabili, sia le tette che i capezzoli erano leggermente più piccoli di quelli di Ambra ma erano per me comunque molto invitanti; ne ho preso uno in bocca e ho cominciato a solleticarglielo con la lingua, dopo qualche secondo era già gonfio come un fagiolo; come ho cominciato a mordicchiarglielo la nonna ha risposto gemendo a ripetizione. Le ho calato le mutande, lei ha sollevato il bacino per agevolarmi a sfilargliele, segno che ormai era decisa a diventare mia senza più nessun ripensamento…sono rimasto stupito dal fatto che nonostante i suoi capelli fossero ramati la passera era rossa come una carota, figa dai peli ancora piuttosto folti, molto più folti di Ambra, e senza nemmeno uno grigio…una vera e propria volpe…mi è subito venuta la voglia di leccargliela, come ha capito le mie intenzioni ha immediatamente allargato le cosce…aveva un odore particolarmente intenso e un sapore molto acre…mi sono messo d’impegno…volevo farmi sborrare in faccia…la nonna godeva muovendosi come un biscia ma non veniva…avevo la lingua quasi anchilosata e il cazzo che scoppiava, allora ho tolto la faccia e le ho infilato l’uccello…ho avuto un attimo di timore…l’uccello di nonno Armando era un prototipo raro per cui temevo che sentendomi meno dotato Costantina ne sarebbe rimasta delusa, invece come le sono entrato dentro ha cominciato a gemere…se con la lingua non era venuta dopo venti minuti di leccata, con il cazzo ha sborrato quasi immediatamente, allagandomi le palle…sbuffava a mille e non era certamente paga da quella sua goduta perché ha spalancato le cosce, e con una mossa sorprendente per una donna di settantaquattro, mi ha avvinghiato le gambe all’altezza dei reni e mi ha costretto a pomparla ancora…quando rallentavo per riprendere fiato era lei a spingerselo dentro scopandosi da sola. Quando è venuta per la seconda volta è tornata alla base con le gambe, le ha alzate volgarmente ritte al soffitto offrendosi tutta aperta e ha cominciato a incitarmi
-Dai Pino…riempi la nonna…riempimi tutta…sono due anni che non assaggiavo un cazzo…fammi sentire quanta ne fai…
Ho cominciato a inondarle quella volpe rossa fulva, e a infilarle di nuovo la lingua in bocca…questa volta non è stata restia e si è subito lasciata slinguazzare…erano due modi diversi di farsi scopare, ma Costantina era calda e non aveva niente da invidiare a quella porca di Ambra. Quando gliel’ho tolto mi ha chiesto
-Fammelo succhiare che te lo ripulisco…è una vita che non sento il sapore di uccello in bocca
Era un piacere unico per me…Infine siamo rimasti abbracciati per mezz’ora, a guardarci negli occhi
-Giurami che non andrai mai da quelle donnacce…giurami che se ti verrà voglia di figa vecchia verrai a farti vuotare le palle da tua nonna…
Mi sono messo a ridere di gusto, lei mi ha guardato stranita…
-Nonna io da quelle donne non sono mai andato…ho solo saputo che in quella zona se ne trovano, ma credimi non ci sono mai andato…però avevo capito che se ti spaventavo avrei avuto più possibilità di portarti dove siamo adesso…
-Sei un porco…
-Si!!! Il tuo porco!!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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