Racconti Erotici > lesbo > Gli intrighi del convento di San Girolamo 2
lesbo

Gli intrighi del convento di San Girolamo 2


di boschettomagico
15.10.2017    |    6.166    |    4 9.6
"Nella mia ingenuità ero convinta che perdendo la verginità il conte mi avrebbe ripudiata e mio padre si sarebbe ricreduto; purtroppo invece avevo commesso il..."
Capitolo 2 - Il mio inserimento...


Quella notte non chiusi occhio, troppi avvenimenti strani erano successi e mi sentivo scossa in tutto il corpo.
Come la stanchezza faceva capolino e le palpebre tendevano a chiudersi, si verificava sempre qualcosa che mi impediva di prendere sonno…l’ululato di un lupo, uno spiffero di vento che faceva tremare la finestrella, o la porta di Fiorella chi si apriva per fare uscire suor Domenica. A quel rumore mi sono alzata silenziosamente allo spioncino e ho visto la vecchia suora che prima di andarsene ha ancora slinguazzato la novizia e poi le ha dato una ultima palpata in mezzo alle gambe.
Quando finalmente sono riuscita ad appisolarmi il suono della campana del convento che dava la sveglia alle sei, mi ha costretta ad andare in refettorio per la colazione in uno stato pietoso.
Mentre intingevo le fette di pane secco nel caffelatte sentivo i miei occhi bruciare e le gambe friggere per la stanchezza…ero letteralmente distrutta. In chiesa durante la funzione, il canto delle monache mi ha tenuta sveglia, ma poi in biblioteca mentre studiavo “ Gli atti degli apostoli” più di una volta Fiorella ha dovuto darmi una gomitata per interrompere il mio principio di russamento. Mi sono ripresa un po' quando sono andata nell’uliveto per svolgere le mie mansioni di aiutante a suor Daniela, però con il passare delle ore il fisico cominciava a risentire della notte in bianco così che senza nemmeno accorgermene sono caduta giù da una pianta di olivo atterrando con un sordo tonfo sul prato sottostante. Subito suor Daniela è balzata giù dal suo albero e mi si è avvicinata
-Marzia ma come hai fatto?... Ti sei fatta male?
Ho cercato di muovermi, mi sembrava di essere tutta intera ma sentivo un forte dolore all’altezza dei reni; ho cercato di rialzarmi ma suor Daniela me lo ha proibito
-Stai ferma, non muoverti…ti prendo in braccio e ti porto dalla reverenda madre, suor Gertrude è la più esperta del convento in tema di medicina, praticamente è il nostro dottore.
Senza il minimo sforzo mi ha alzata come un fuscello e mi ha portata nello studio di suor Gertrude che come mi ha vista si è allarmata
-Ma cosa ti è successo?!?
Suor Daniela le ha raccontato l’accaduto, al che la reverenda madre ha tolto dal grande tavolo i registri sui quali stava scrivendo e ci ha steso sopra un grosso lenzuolo bianco dicendo alla suora di stendermi sopra con la massima cautela. Una volta sistemata, Gertrude ha cominciato a farmi fare dei leggeri movimenti con le braccia e le gambe
-Non dovresti avere nessuna frattura, hai preso solo un gran colpo ma penso non sia grave, suor Daniela lei può tornare nell’uliveto e io le darò un po’ del balsamo che fa lei con le sue piante officinali.
Uscita la suora la reverenda madre ha preso da un armadio un barattolo colmo di un impiastro giallastro che come lo ha aperto ha riempito la stanza di un forte odore di mentolo, poi si è avvicinata al tavolo dicendomi di togliermi la tonaca. Superando il mio imbarazzo iniziale ho obbedito, non portavo le mutande e mi sentivo molto a disagio ad essere nuda davanti a un’altra donna, suor Gertrude invece non sembrava minimamente turbata.
Con le mani ha cominciato a cospargermi la zona lombare di quell’unguento, ai miei lamenti ribatteva
-Non preoccuparti, va tutto bene, non hai avuto lesioni alla colonna, hai preso solo un grosso colpo nella zona lombo sacrale, vedrai che questo balsamo ti darà dei benefici. Così dicendo le sue mani hanno cominciato a frizionarmi delicatamente la pomata e pian piano sotto le sue esperte mani il mio imbarazzo è svanito completamente. Mi accorgevo però che pian piano le sue mani si spostavano con lentezza sempre più verso le mie natiche e cercava in alcuni suoi passaggi anche se vagamente di palparmele.
Ero di nuovo in forte imbarazzo, ma a lungo andare dovevo ammettere che quelle carezze mi infastidivano sempre di meno e cominciavano pian piano a darmi un certo piacere. Il massaggio è durato circa mezz’ora fino a che l’impiastro non è penetrato tutto nella mia schiena
-Ora alzati e vai a riposare nella tua cella, devi stare a riposo per qualche giorno, sei dispensata da ogni mansione fino a mio nuovo ordine.
-Suor Gertrude le chiedo scusa, sono appena arrivata e già le sto dando dei problemi.
-Non devi scusarti di nulla, anzi forse dovrei essere io a farlo, tuo padre ti aveva descritta come un maschiaccio e io ti ho dato un compito faticoso, ma sbagliavo…non sei quella dura che ti hanno descritta…
Poi improvvisamente mi ha accarezzato con estrema dolcezza una natica aggiungendo
-In te c’è del sentimento e tanta dolcezza… io oggi devo andare in città, tornerò domani prima di sera, quando sarò tornata al convento vieni ancora qui, che ti spalmerò ancora quella crema.
Mi sono alzata dal tavolo e mi sono rimessa la tonaca, in quei pochi secondi in cui sono rimasta completamente nuda Gertrude non mi ha mai staccato gli occhi di dosso, il suo viso era molto arrossato, i suoi occhi lucidi… mentre tornavo alla mia cella mi chiedevo se quel rossore era dovuto al mentolo e allo sforzo del massaggio, oppure all’eccitazione che aveva provato nel toccare e ammirare il mio corpo.
Giunta nella mia cella sono andata alla finestrella e ho guardato nel cortile, ho visto Paola, la suora cocchiera che stava sistemando i cavalli, quando Gertrude è comparsa, prima di salire sulla carrozza ha alzato gli occhi verso la mia cella; i nostri sguardi si sono incontrati per pochi attimi e lei mi ha sorriso.
Mi sono staccata dalla finestra ma sono stata percorsa da un brivido e da un forte tremito come se avessi la febbre.
Non so per quante ore ho dormito, mi sono svegliata che era già buio, cercavo di connettere su che ora potesse essere… ho capito che era dopo cena quando ho sentito ancora i soliti passi sommessi nel corridoio.
Sono corsa di nuovo allo spioncino e ho rivisto la scena della sera precedente…suor Domenica che bussava, Fiorella che apriva l’uscio, un bacio intenso tra le due suore con la palpata vogliosa della cuoca…e la porta chiudersi alle loro spalle. Sono tornata a letto e ho cominciato a fantasticare su quello che stava succedendo in quella cella a pochi metri di distanza da me, ho risentito quello strano brivido provato qualche ora prima e quasi senza rendermene conto la mia mano è scesa in mezzo alle gambe e ho cominciato a toccarmi.
Sentivo il piacere invadere pian piano il mio corpo e la mia figa bagnarsi lentamente; immaginavo che la mano che mi stava dando quelle piacevolissime sensazioni non era la mia ma quella di Gertrude e grazie a quella mia fantasia l’orgasmo è arrivato con la potenza di un uragano e ho dovuto trattenere a fatica l’urlo con cui avrei voluto accompagnare quel piacere. Ho profondamente dormito ancora per tutta la notte recuperando tutto il sonno arretrato che avevo da smaltire e al mattino mi sentivo decisamente meglio. Sono andata a colazione, alle funzioni e in biblioteca a studiare…ma il mio pensiero era costantemente rivolto a Gertrude; continuavo a guardare il cortile con la speranza di vedere comparire la carrozza. Finalmente mentre cenavamo ho sentito il rumore degli zoccoli e il nitrire dei cavalli e il mio corpo ha ripreso a vibrare. Ho aspettato solo mezz’ora, poi vinta dalla frenesia ho bussato alla sua porta di Gertrude, nel vedermi ha sorriso
-Entra… Dimmi che va meglio?
-Si reverenda madre, sento solo dolore se cerco di piegare la schiena, ma rispetto a ieri va molto meglio.
Ha preso il barattolo dal solito armadio e mi ha detto
-Stendi il lenzuolo sul tavolo e sdraiati.
Ho obbedito e mi sono tolta la tonaca rimanendo completamente nuda, nonostante il caminetto fosse stato acceso da poco e la temperatura della camera non fosse particolarmente confortevole mi sentivo dentro un fuoco intenso , ho sbirciato Gertrude e l’ho vista subito avvampare; ora non mi aveva ancora massaggiata e avevo quindi la certezza che quell’accentuato rossore del suo viso era provocato esclusivamente dalla visione del mio corpo. Mi sono stesa e come mi ha spalmato l’unguento ho avuto un brivido per il contatto con quell’impiastro freddo, lei ha sorriso
-Si lo so…è freddo, ma ora le mie mani ti scalderanno a dovere…
Ha cominciato così ad accarezzare la mia schiena e in pochi secondi ho cominciato ad apprezzare la sua opera, le sue carezze erano per me un piacere unico e mi stupivo di come potevo essere così serena e beata nonostante fossi completamente nuda davanti a un’altra donna. Come era già successo il giorno prima, pian piano i palmi delle sue mani sono scesi alle mie natiche e palpandomi con maggior intensità si è così giustificata
-Qui hai un grosso livido, deve essere il punto in cui hai battuto cadendo al suolo, ti metto della crema anche lì e te la faccio penetrare.
Ora di terapeutico non c’era più nulla…quelle erano solo carezze cariche di libidine, la mano di Gertrude mi palpava con dolcezza estrema e ad ogni giro allargava la circonferenza di azione per spingere le dita nell’incavo delle mie gambe e sfiorare i peli della mia intimità. Ero eccitata, ho allargato leggermente le gambe per agevolare le sue dita a toccarmi con più intensità, lei ha risposto all’invito e il suo dito medio si è intrufolato tra la mia folta peluria cercando la mia fessura magica.
Sentivo che mi stavo bagnando a dismisura, ancora di più di quando la sera prima mi ero toccata nel mio letto; senza rendermene conto mi sono girata improvvisamente e ho allungato le braccia invitandola ad abbracciarmi. Come mi sono girata la reverenda madre ha puntato lo sguardo sulla mia figa e i suoi occhi si sono accesi di libidine, molto più intensamente di quando mi aveva vista nuda per la prima volta. Mi ha abbracciata, si è stesa sopra di me e ha cercato le mie labbra, all’inizio con dolcezza poi con passione.
-Marzia, hai mai fatto l’amore con una donna?
-No…ma lo desidero tanto…
E’ scesa dal tavolo, ha aiutato anche me a scendere, poi mi ha presa per mano
-Vieni…seguimi…
Mi ha accompagnata in una stanza attigua allo studio, la sua camera da letto… certo non misera e minuscola come la mia; c’erano due finestroni con grossi vetri bombati che davano sul cortile, un grosso armadio a quattro ante, un caminetto pieno di legna scoppiettante che rendeva la temperatura perfetta e un letto di una piazza e mezza, adornato da lenzuola di seta di gran lusso color nocciola, con ricamati dei temi floreali. Gertrude ha cominciato a spogliarsi e mi ha fatto cenno di stendermi sul letto. Mi sono sdraiata e ho seguito estasiata il suo spogliarello: la sua tonaca è scivolata a terra, non portava reggiseno e i suoi seni erano perfetti, prosperosi, sodi, non sapevo la sua età ma certamente il suo fisico era perfettamente integro; la cosa che però mi ha stupita di più è stato il fatto che indossava le mie mutandine di seta verdi pisello che il giorno precedente si era messa in tasca; mi ha sorriso
-Stanotte le ho annusate parecchie volte, e stamattina ho voluto indossarle per sentirmi addosso per tutto il giorno il tuo odore… e nel sapere che sapevano di te ho provato sensazioni fantastiche. Se le è sfilate con sensualità e alla mia vista è apparsa una figa molto pelosa… tale e quale alla mia, ma di peli ancora più scuri dei miei, praticamente neri corvini. Si è stesa sul letto accanto a me e abbiamo ripreso il dolce bacio interrotto qualche minuto prima.
All’inizio si limitava a baciarmi solo con le labbra, ma poi la sua lingua si è insinuata nella mia bocca e ha cominciato a intrecciarsi con la mia, ho chiuso gli occhi e mi sono goduta quel momento di estremo piacere. Mi sentivo girare la testa, ero come stordita dalla carica erotica che quella donna sapeva trasmettere dentro il mio corpo inesperto ma assetato di vivere emozioni mai provate.
Gertrude si è poi staccata da me e con la testa è scivolata in mezzo alle mie gambe, le sue mani hanno divaricato con dolcezza le mie cosce e la sua lingua ha cominciato a leccarmela con passione.
Sentire la sua lingua che si insinuava dentro la mia intimità era un piacere unico, la morbidezza di quelle leccate mi davano delle scosse elettriche che scuotevano tutto il mio corpo, dalla testa ai piedi… realizzavo che mai avrei pensato che si potessero vivere momenti così piacevoli con un’altra donna. Pensavo che lo stupro subito da Odoacre mi avesse traumatizzata al punto che il mio rapporto con il sesso si fosse già spento a soli 19 anni, invece ora ero qui a godere come una bestia affamata. Sono venuta con un orgasmo da sballo che mi ha fatta tremare di piacere per parecchi istanti, istintivamente ho cercato di chiudere le gambe, ma Gertrude me lo ha impedito dicendomi
-Non rinchiuderti, apriti completamente alla passione che provi, godi tutto il piacere che ti sto dando senza il minimo pudore e lascia che io possa bere tutto il succo del tuo amore…è bellissimo berti tutta amore mio.
Ormai ero come in un’altra dimensione, vivevo quei momenti di completo appagamento come se fossi stata in un dormiveglia cullata dal piacere. La suora è risalita al mio fianco e ha cercato ancora la mia bocca, infilandomi ancora la sua lingua saettante
-Senti il sapore della tua fantastica figa quanto è buono…
Ci siamo baciate per parecchi minuti ora con dolcezza, poi la mia compagna mi ha guardata fissa negli occhi
-Vuoi provare adesso tu a darmi lo stesso piacere che io ti ho dato?
-Si… ma non so se ne sarò all’altezza…
-Lo sarai Marzia…lo sarai, tu sei una donna che sa amare…
E così dicendo Gertrude si è alzata sulle ginocchia, ha allargato le gambe scavalcandomi il viso con la sinistra e si è posizionata su di me mettendomi la sua figa in faccia. Guardavo quella selva nera ammaliata dai suoi peli infradiciati, sentivo l’odore dei suoi umori che l’avevano impiastricciata per il piacere che aveva provato nel leccarmela entrare nelle mie narici ed espandersi nel mio corpo… temevo di deludere la reverenda madre, ma vincendo quel timore ho allungato la lingua e ho cominciato a leccare la sua fessura cercando di imitare tutto quello che lei aveva fatto a me. Come ho sentito la morbidezza delle sue grandi labbra e il sapore del suo sesso sono andata in estasi e mi sono sentita attratta come un orso dal miele; nel sentire che sotto la mia lingua la sua figa si bagnava pulsando ho preso coraggio. I gemiti di Gertrude mi spingevano ad essere sempre più intraprendente e ora gliela leccavo con una carica erotica che superava ogni limite, stupendo anche me stessa; il mio scopo era uno solo…farla godere!
Quando è venuta ha cominciato a rantolare e supplicarmi
-Bevimi amore… bevimi tutta… bevimi tu adesso!!!
E io prontamente ubbidivo, raccogliendo con la lingua tutti gli umori che colavano dalla sua figa appagata. Ci siamo staccate ansimanti, come se avessimo percorso di corsa tutti i corridoi del convento, Gertrude mi ha guardata con occhi estasiati e mi ha abbracciata
-Tu sei nata per far godere una donna, non posso credere che alla tua prima esperienza tu sia stata capace di farmi godere così tanto…non è che mi hai mentito e che ti eri già infilata nel letto di altre donne?
-Assolutamente no…l’unica mia esperienza saffica è stato un bacio scambiato con una cugina, un bacio piuttosto banale, nulla a che vedere con quelli che ci siamo scambiati oggi noi due; ma che già in quell’occasione mi aveva dato parecchie sensazioni piacevoli.
-Tuo padre nella sua lettera ti ha descritta come una assatanata adulatrice di uomini, priva di scrupoli, tanto da circuire pure un facoltoso marchese di parecchi più anni di te.
A quelle parole sono rimasta allibita, ho sorriso amaramente per quelle insulse menzogne e al limite del pianto ho raccontato la vera versione dei fatti. Suor Gertrude ha ascoltato attonita, a tratti quasi choccata… non ne avevo la certezza ma alla fine del mio racconto ho avuto la chiara sensazione che la reverenda madre credesse di più alla mia versione.
-Marzia, ora la cosa più importante è che ti venga il ciclo mestruale regolarmente. Sei stata spedita in questo eremo dimenticato dal tempo per il timore che tu potresti essere incinta, e qui… nel caso che questa ipotesi si verificasse; partorire lontana da sguardi indiscreti e liberarsi in seguito dell’eventuale frutto del peccato senza intaccare la credibilità della nobile figura di tuo padre.
Abbiamo avuto un precedente simile due anni fa per lo stesso problema tuo…per questo quell’ignobile di tuo padre è stato consigliato da chissà chi a spedirti da noi.
-E quel bambino che fine ha fatto?
-Non pensare male…è stato dato in affidamento a una coppia benestante che non poteva avere figli e risulta loro figlio a tutti gli effetti; ma io sono sicura che questa eventualità non si presenterà!!!
Nel sentire quegli orrori e a cosa era arrivato a fare mio padre ho sentito un brivido di terrore e mi sono avvinghiata a Gertrude che ha accettato di stringermi a se tra le sue braccia, ora mi sentivo bene, protetta.
-Grazie reverenda madre, la sua presenza è per me motivo di conforto
-Ma che reverenda madre, quando saremo sole io e te, io sarò Gertrude e basta e ci daremo del tu…in fin dei conti la mia storia ha molte analogie con la tua…
-Ti va di raccontarmi come sei arrivata in questo convento?
-Mio padre è anche lui un altolocato aristocratico, è un barone; e come tuo padre è schiavo dell’ambizione. Io ero innamorata di Paolo, il figlio del nostro stalliere; un bellissimo ragazzo biondo che a parte qualche sporadico bacio mi aveva sempre rispettata, conscio di quanto sarebbe stata difficile la nostra unione. Il mio amore per lui era però molto grande e innocentemente ho confidato a mio padre le mie simpatie per Paolo, ero convinta che avrebbe assecondato le nostre serie intenzioni; a quella notizia però lui non si è nemmeno adirato e mi ha risposto con una sonora risata. Poi fissandomi con uno sguardo di sdegno mi ha detto - Tu sei pazza!!! Il tuo futuro è quello di diventare una gran dama, non la moglie di un insignificante stalliere… Scordatelo e piuttosto in fretta anche!!! Da quel giorno cominciai ad essere controllata in continuazione e inoltre venni a sapere che mio padre stava licenziando il padre di Paolo che era stato addirittura lo stalliere di mio nonno, per spedirlo da un nuovo padrone senza saperne la meta. Mi sentivo disperata, ma la mia disperazione esplose quando mio padre mi comunicò che mi aveva promessa in sposa a un conte di Livorno, di ben venticinque anni più vecchio di me. Mi ribellai e mi rifiutai con la massima determinazione di cedere a quella imposizione.
Giurai a mio padre che mai e poi mai io avrei sposato quell’uomo, ma ero inerme, completamente sola e indifesa; mia madre che sarebbe mancata di lì a poco era gravemente ammalata e non poteva di certo prendere le mie parti, così che da quel giorno mio padre mi segregò nella mia stanza. Nella notte fuggii dalla finestra rischiando di ammazzarmi scendendo tre piani del palazzo aggrappata al muro; volai nella scuderia dove Paolo dormiva e lo costrinsi a farmi sua. Mi concessi a lui per tutta la notte, non so quante volte facemmo l’amore e ogni volta lo facevo venire dentro di me, volevo mi mettesse incinta. Nella mia ingenuità ero convinta che perdendo la verginità il conte mi avrebbe ripudiata e mio padre si sarebbe ricreduto; purtroppo invece avevo commesso il più grosso errore della mia vita!!!
All’alba, scoperta la mia fuga, mio padre arrivò con due guardie nella scuderia e cominciarono a picchiare a sangue Paolo, lui riuscì a prendere la sua spada e cercò di difendersi, riuscì pure a ferire una guardia ma loro alla fine lo disarmarono… nel vederlo perso ho urlato “Lasciatelo, stanotte sono stata sua, ci sposeremo, diventerà mio marito”… Ho ancora adesso davanti lo sguardo carico di odio che mi lanciò mio padre, gli venne la bava alla bocca per la rabbia, prese la spada e uccise Paolo ormai inerme a sangue freddo, davanti ai miei occhi. Mi segregò nuovamente nella mia stanza, questa volta sotto stretta sorveglianza e il giorno stesso in cui ho avuto le mestruazioni mi sono trovata sulla carrozza diretta a questo convento, proprio come te qualche giorno fa; come ti ho detto prima, le nostre storie si assomigliano in diversi particolari, anche se c’è una grossa differenza, che nella mia c’è un morto di mezzo.
Tu non sai quante volte pur a distanza di tanti anni mi sveglio nel cuore della notte tutta sudata e sconvolta perché ho rivissuto l’incubo di rivedere mio padre che affonda la sua spada nel petto di Paolo. Nel dire ciò ho visto una lacrima rigare il volto di Gertrude e questa volta sono stata io a consolarla abbracciandola il più forte possibile a me; mentre eravamo strette ha finito il suo racconto
-Da allora mi sono promessa di diventare potente nell’ambito ecclesiastico per poter vendicarmi di mio padre…ha rovinato la mia vita e non avrò pietà. Certo che ci vorrà del tempo ma il mio piano è già in atto, ecco perché vado spesso in città…dopodomani partirò di nuovo e starò via parecchi giorni…in questo piano mancava ancora qualche tassello ma il tuo arrivo potrebbe sistemarlo… e potresti essere coinvolta anche tu; ma te ne parlerò quando ne sarò certa. Vorrei tanto farti dormire qui con me, ma sei appena arrivata e dobbiamo essere molto prudenti; domani sera però vieni ancora con la scusa della tua terapia e faremo ancora l’amore prima della mia partenza. La sera dopo subito dopo la cena sono tornata da Gertrude, appena chiusa la porta siamo volate a letto
-Ti aspettavo con impazienza ho una voglia matta di fare l’amore con te…Marzia tu mi piaci… Mi ha insegnato la posizione del 69… ci siamo leccate a perdifiato in quella intrigante posizione godendo senza limiti per oltre un’ora, mai sazie di godere… una esperienza molto affascinante. Poi ci siamo baciate per una eternità scambiandoci con le nostre lingue il sapore degli umori delle nostre fighe, Gertrude era una insegnante fantastica, paziente, mi insegnava a cogliere tutte le sfumature più intriganti del rapporto saffico. Mi guardava però continuamente negli occhi, sicuramente cercava di capire se proprio amavo fare sesso con lei o se invece per me quello era solo un temporaneo diversivo, ne ho avuto la certezza quando ci siamo abbracciate e mi ha sussurrato
-Marzia ti prego…sii sincera…ti piace proprio così tanto far l’amore con me, o sai fingere da grande attrice navigata.
-Ma cosa dici… con te sto dimenticando la terribile violenza subita da quel porco del marchese Odoacre; mi stai ridando il piacere di vivere…sono sincera credimi.
Queste sono ore fantastiche, non pensavo che si potessero vivere certe emozioni con un’altra donna, ma la cosa che più mi esalta è il fatto che il massimo piacere lo provo nel vederti godere; vedere i tuoi occhi persi nel nulla e sapere che quell’aria estatica te la sto dando io…amo farti godere Gertrude!!!
-Penso che mi sto innamorando di te…se io ti ho fatto dimenticare lo stupro subito, tu mi stai facendo dimenticare la tragica fine di Paolo…ci stiamo aiutando a vicenda…mi dai forza…
-Penso che la forza invece non ti sia mai mancata, così giovane sei già la badessa di questo convento e bruciare così le tappe è sicuramente sinonimo di forza e determinazione.
-Mi spiace deluderti…ma io non sono ancora la badessa di San Girolamo…
-Vuoi dirmi che non sei tu a dirigere questo convento? Non posso crederlo, comandi tutte a bacchetta e tutte obbediscono ciecamente solo a te…
-La badessa è suor Terenzia, tu non l’hai ancora vista perché è malata, ha 74 anni e vive in un alloggio su nella torretta, assistita costantemente da suor Donata… oltre ad avere mille acciacchi sta perdendo pure la vista, è quasi cieca, tra un po’ lascerà il convento per andare a Roma, solo allora diventerò badessa.
-La cosa mi stupisce, non ne sapevo nulla, ma presto diventerai badessa tu e coronerai così il tuo sogno…
-Il mio sogno non è quello di diventare badessa, miro molto più in alto…
-Più in alto di badessa?... E cosa vuoi diventare?
-Voglio dirigere il reparto amministrativo della curia…come ti ho detto sto lavorando su quello…
-E come mai? Da cosa dipende il tuo interesse per quel ruolo?
-La curia è padrona della maggior parte delle terre che coltiva mio padre, quello scellerato si sta mangiando tutto con le prostitute, è un donnaiolo incallito e sta scialando tutti i suoi averi; ha debiti astronomici con la curia, da anni non paga gli affitti, ma evidentemente è protetto da qualcuno che sto cercando di scoprire chi possa essere…ecco i miei viaggi in città a cosa servono. Se riesco diventare la responsabile potrò rovinarlo…
-Penso che non sarà facile ottenere quel posto… hai degli appoggi almeno?
-Suor Terenzia!!! Una volta a Roma perorerà la mia causa, ha amicizie importanti…ma ora non può fare la spola tra convento e città con la salute precaria…devo giocare sul tempo…
-Vorrei chiederti una cosa ma non oso
-Chiedila
-Tra te e suor Terenzia c’è del tenero?
-C’è stato, Suor Terenzia è una lesbica incallita, è ancora vergine a 74 anni, è stata badessa qui per scelta sua, con le conoscenze che ha avrebbe potuto stare molto più in alto, ma solo a San Girolamo poteva soddisfare tutte le sue voglie. Questo convento è sempre stato il suo harem personale, si è sempre fatta tutte le suore che entravano qui, ed essendo un convento specializzato nell’istruzione delle novizie aveva un via vai di passere fresche sempre disponibili; per lei molto più dilettevole che non fare carriera in conventi molto più importanti. Poi però sono arrivata io e le cose sono cambiate, per la prima volta si è innamorata e io che avevo le mire opposte ne ho approfittato e ho colto la palla al balzo sfruttando il suo amore per accelerare i miei sogni di carriera per i motivi che sai…la vice badessa avrebbe dovuto essere suor Domenica, la decana del convento…ma a Terenzia piacciono le passere fresche e giovani, così l’ho superata senza problemi…mi odia…ecco perché dobbiamo stare attente.
-Ma fai ancora l’amore con lei?
-Qualche volta! So che fra un po’ se ne andrà e devo tenermela buona, tenendola sempre dalla mia parte per le cose che ti ho detto per quando sarà poi a Roma. In barba alla sua età, le piacciono ancora le fighette giovani, suor Donata naturalmente oltre ad essere la sua badante è anche la sua amante fissa, ma a quanto mi risulta non è che quel rapporto la faccia impazzire, ed è proprio su questo aspetto che sto lavorando.
-Ma questo non è un convento, è un covo di lesbiche assatanate…
-Tu ti stupisci, ma riflettici sopra…io e te, siamo qui per vocazione?
-Certamente no…
-Ebbene, non siamo le uniche sai… la quasi totalità delle ragazze che sono capitate qui in convento l’hanno fatto per le più svariate esigenze…scappare da qualche potente che le voleva violentare, scegliere questo posto per non doversi prostituire, avere un pasto assicurato perché vivevano in famiglie disperate…le vocazioni vere e proprie sono poche. Metti un gruppo di giovani ventenni in un eremo sperduto come questo e i bollori giovanili dettano legge, senza la presenza di un maschio non hanno sfogo e l’unica alternativa è calmare i bollenti spiriti in compagnia di un’altra donna. Quindi non scandalizzarti più di tanto…ecco perché prima ti ho fatto quelle domande…
-Forse hai ragione, a questo proposito vorrei dirti una cosa, non amo fare la spiona. ma sappi che Suor Domenica se la intende con Fiorella…
-E cosa credi che non lo so…fingo di ignorare tutto ma potrebbe essere proprio la carta che giocherò al momento opportuno per sbrogliare la matassa.
Per tornare al discorso della prudenza…ora è meglio che torni alla tua cella…non so quanti giorni starò via, ma vedrò l’ora di tornare per poterti stringere ancora tra le mie braccia.
Al mattino, ho avuto al mio risveglio un buongiorno perfetto…nella notte mi era tornato il ciclo mestruale, il pericolo che lo stupro di Odoacre avesse potuto darmi altre gravi conseguenze era superato; sono corsa da suor Gertrude per darle la bella notizia ma lei era appena partita con la carrozza. La reverenda madre è stata via cinque giorni e quel periodo l’ho dedicato a stringere amicizie con le altre sorelle del convento; quella con cui avevo raggiunto la più alta confidenza era comunque suor Daniela, che continuava a chiedermi notizie sul mio recupero fisico, quasi come se si sentisse colpevole dell’incidente occorsomi. i Io le dicevo che ormai avevo superato il problema e mi offrivo di aiutarla, ma lei con il suo solito sorriso gioviale rifiutava prontamente dicendomi che dovevo prima riprendermi al meglio. Al venerdì nel vedere finalmente la carrozza entrare nel cortile il mio corpo era tutto un fremito, dopo pochi minuti bussavo già alla porta di Gertrude…ci siamo salutate con un forte abbraccio seguito poi da un bacio carico di passione…
-Gertrude ho una bella notizia da darti…ho avuto le mestruazioni, non ho più quel terribile dubbio che mi tormenta
-Mi fa piacere, anch’io ho novità importanti da raccontarti…ho controllato accuratamente i registri della curia sui mancati pagamenti degli affitti e in quell’elenco compare anche tuo padre. Non ha un debito gravosissimo come quello del mio genitore, ma di certo anche la sua posizione non è delle migliori e sicuramente col tempo potrà solo peggiorare; non so se lo sapevi ma ha il vizio del gioco e viene classificato nell’ambiente come un perdente nato. Ha pure parecchi debiti con molti giocatori e il suo più grosso creditore è il famoso marchese Odoacre; ecco perché voleva spingerti verso quel matrimonio a tutti i costi.
A quel punto sono rimasta allibita, sia perché non pensavo che mio padre mi avesse spinta tra le braccia del marchese perchè si era indebitato con lui; sia perché mi rendevo conto che la curia come diceva la reverenda madre era effettivamente una potenza, e poteva sapere vita e miracoli di chiunque.
Gertrude mi ha fatta accomodare su una sedia posta davanti a lei e ha preso le mie mani tra le sue e guardandomi intensamente negli occhi mi ha detto
-Marzia, vuoi diventare un giorno un personaggio importante e potente?
-Perché mi chiedi questo?
-Perché il tempo stringe e devi rispondermi subito… è ora di mettere in atto il mio piano.
-Si Gertrude! Lo voglio!!!
-Cosa sei disposta a fare per realizzare questo desiderio…
-Quello che vorrai.
-Anche andare a letto con suor Terenzia?
A quella domanda mi si è gelato il sangue di colpo, il mio amore per quella donna scendeva ai minimi termini, voleva usarmi per i suoi loschi intrighi…ero delusa, sconcertata…
-Perché Gertrude mi chiedi questo?
-Perché quando diventerò badessa dovrò nominare la mia vice e vorrei che quella persona fossi proprio tu. Ma tu dovresti essere suora, il noviziato in genere richiede almeno 18 mesi e non abbiamo tutto quel tempo… però conoscendo suor Terenzia e le sue debolezze so come potrei manipolarla a nostro favore.
Solo sentire l’odore della tua passera la manderà in sollucchero e lei è l’unica che potrebbe accelerare i tempi per la tua nomina, è tutto calcolato credimi.
-No! Non saprei infilarmi nel letto di quella vecchia, sarei paralizzata dal terrore, non ce la farei…
-Hai frainteso, guarda che non saresti sola, io sarei vicina a te e tu dovrai seguire solo le mie indicazioni, sarei sempre al tuo fianco… non oserei mai mandarti allo sbaraglio…se vuoi rifletterci sopra fallo, ma ti ripeto è una corsa contro il tempo…
Guardai Gertrude negli occhi, in lei vedevo tanta trepidazione ma anche la grande determinazione e la grande sete di potere che la sua persona emanava, riflettendo sentivo che anch’io ero attratta dal desiderio di diventare finalmente qualcuno; i suoi occhi mi dicevano che non mi stava usando e che quando mi aveva detto che si stava innamorando di me era sincera per cui ho ceduto alle sue lusinghe
-Va bene, mi fido di te…voglio assecondare il tuo piano…promettimi però che mi starai vicina e non mi lascerai mai sola…
-Te lo prometto!!! Fidati di me!!!
Il pomeriggio seguente Gertrude mi ha condotto nella torretta dove viveva suor Terenzia, la badessa. Dopo aver bussato, la porta si è aperta ed è apparsa suor Donata, una trentenne piuttosto robusta che non avevo mai visto nel refettorio, segno che era al completo servizio della madre superiora. L’alloggio era composto da un solo salone, però di enormi dimensioni, con un letto matrimoniale in una parete, due armadi di legno massiccio in un’altra, un enorme caminetto in piena funzione; era pure dotato di una piccola cucina con un tavolo e quattro sedie. Tra i mobili tre enormi finestroni con le bordature laterali di vetro colorato formanti mosaici geometrici, davanti a uno dei quali c’era suor Terenzia seduta su una sedia a rotelle di legno che guardava la campagna. Suor Donata all’ingresso di Gertrude si è inchinata e le ha baciato una mano, poi ha detto alla badessa
-Reverenda madre, c’è suor Gertrude che è venuta a farle visita.
Suor Terenzia si è girata verso di noi, era una donna piuttosto minuta, magra e rugosa, ma si intuiva che quelli erano i segni della malattia che la stava minando; Gertrude l’ha abbracciata e le ha detto
-Ti stai godendo il panorama?
La battuta è stata poco felice perché la badessa ha corrucciato la fronte e con tono duro ha risposto
-Mi prendi in giro?!?... lo sai che i miei occhi si stanno sempre più spegnendo e ormai intravvedo solo delle ombre… cerco solo di ricordare con la mente cosa c’è al di là di questo vetro.
Gertrude si è girata verso suor Donata e le ha detto con tono di comando
-Vada in chiesa e ci rimanga fino a che non la manderò a chiamare!
A quel comando la suora si è messa uno scialle ed è uscita immediatamente, come ha chiuso la porta Gertrude si è avvicinata alla badessa
-Allora come va con suor Donata?
-Come vuoi che vada… ottima badante, mi assiste con mille attenzioni, mi pettina, mi lava, cucina divinamente…ma tra le lenzuola è una delusione totale.
-Rifiuta il tuo amore?
No, questo no…lecca e si fa leccare, ma è fredda come il ghiaccio, si limita al suo compitino elementare e a me quello non basta…quando gode lo fa quasi in assoluto silenzio e chiude le gambe, ieri sera le volevo leccare il buco del culo e si è opposta, quello non è far l’amore…morirò infelice e inappagata.
-Tu non morirai…e continuerai ad appagarti…lasciati solo guidare da me…ho delle idee in mente... ho portato con me Marzia la novizia che aspettavamo per presentartela e fartela conoscere
-Ma come!!! Mi fai fare certe confidenze in presenza di una novizia?!? Sei ammattita?!?
-No, non sono matta…in questo convento nido di vipere saprei fidarmi solo di lei ed è giusto che io non le nasconda nulla, e poi è una chiave basilare per quello che ho da proporti…Marzia saluta la tua badessa.
Mi sono avvicinata alla sedia e ho dato le mani alla vecchia suora, me le ha prese tra le sue sfiorandomele, poi ha alzato le sue verso le mie guance e me le ha accarezzate con affetto…
-Hai la pelle vellutata come una pesca, beata gioventù… intravvedo solo le tue ombre ma intuisco che sei una bellezza rara.
Le sue mani sono scese poi sul mento, sul collo e sulle spalle, sempre con una delicatezza infinita… per poi scendere ai seni dove seppur con discrezione si sono soffermate più del dovuto. Ora ero in forte imbarazzo, Gertrude lo ha capito e mi ha allontanata per baciare la badessa sulle guance.
-Suor Terenzia, se suor Donata non soddisfa le tue attese vorrei proporti una sostituta che sicuramente sarebbe all’altezza delle tue pretese…
Mi sono sentita ghiacciare il sangue nelle vene…pochi giorni prima mi aveva chiesto se volevo diventare la sua donna e ora mi sbatteva in bocca al lupo…bell’amore il suo!!!
-Non dirmi che vorresti offrirmi questo fiore che mi hai portato qui.
-No!!! Però vi offro Fiorella…l’altra novizia, quella che vi avevo presentata due mesi fa al suo arrivo, sono sicura che sarebbe perfetta per le vostre esigenze.
Un sospiro pieno di serenità mi ha fatto sparire la tensione che mi aveva attanagliata, avevo frainteso, Gertrude non mi stava vendendo… però non riuscivo capire dove voleva arrivare.
-Come fai dirlo? Come puoi sapere che una bella ventenne accetterebbe di infilarsi nel letto di una vecchia mezza paralitica…
-Perché giorni fa ho saputo delle novità inedite, ho fatto la spola continua con la città per scoprire questi segreti che nessuno conosce.
Fiorella è lesbica ma ha una mania, una strana mania perversa che la porta ad infatuarsi di donne particolarmente avanti con l’età.
Pensa che se la intendeva con sua nonna per la quale aveva una autentica predilezione; forse perché istigata dalla stessa nonna, forse perché la vecchia era l’immagine materna che le mancava, in quanto la vera madre era morta dandola alla luce. La nonna era molto presa da questa incestuosa relazione al punto che voleva diseredare i figli che ostacolavano quella relazione e intestare tutto a Fiorella che era considerata la pecora nera della famiglia. Lo zio di Fiorella, primogenito della figliolanza ha fatto però internare la madre in un manicomio e ha accusato Fiorella di circonvenzione di incapace… risparmiandole la galera solo se accettava di venire qui; ora la ragazza se la intende dal suo arrivo con suor Domenica, la suora più vecchia del convento a parte te. Il fatto testimonia la veridicità della sua mania.
-Ma Fiorella lascerebbe suor Domenica per una mezza invalida decrepita come me, ora ha quello che vuole.
-A questo ci penso io…sai che in queste cose so perfettamente come destreggiarmi, amo i sotterfugi…
-Questo lo so ma io fra qualche mese lascerò il convento e non potrò portare a Roma con me una novizia.
-Una semplice correzione sui documenti del suo ingresso in convento, una data spostata di un anno e tutto sarebbe risolto, la facciamo suora prima; chi vuoi che vada a controllare dei particolari insignificanti come quelli, non interessano a nessuno…siamo in un convento che i più non sanno nemmeno se esiste.
-Potrebbero interessare a suor Domenica, così facendo le toglieresti l’osso di bocca e quella è scaltra…
-Anche quello sarà compito mio, non preoccuparti di suor Domenica
-E tu cosa vorresti in cambio di tutti questi favori, ti conosco, non fai mai nulla per niente…sputa il rospo
-Fare le stesse cose anche per Marzia, correggere due date invece che una cambia poco e io alla tua partenza divento badessa e posso nominare lei ormai suora, la mia vice…
-Figurati se tutta questa tresca non nascondeva un ricatto…No, non posso accettare…Marzia è arrivata qualche giorno fa e dopo qualche mese noi la facciamo suora…dici di non preoccuparmi di Suor Domenica, ma quella l’abbiamo già fregata una volta, farebbe scoppiare uno scandalo che rovinerebbe la nostra reputazione.
-Ti ho detto che tra qualche giorno suor Domenica sarà docile come un agnellino… ci supplicherà solo di tenerla qui al convento; le altre suore invece sono obbedienti, ossequiose, non creeranno problemi…qui dentro tutte hanno qualcosa da nascondere e a tutte preme solo il quieto vivere. Terenzia si vede che stai invecchiando, tempo fa non ti saresti preoccupata di queste quisquiglie…
-Non posso infangare il mio nome ora che sono alla fine della mia carriera ecclesiastica.
-Nemmeno se io ti dicessi che potremmo andare subito a festeggiare il nostro accordo con una bella lesbicata a tre in quel bel lettone che aspetta solo di essere scaldato…
A quelle parole la badessa si è scossa, i suoi occhi spenti si sono illuminati e il suo viso ha subito ripreso colore; ha cominciato a tamburellare le dita sul bracciolo della sedia a rotelle, fino a che si è girata verso noi
-Hai vinto brutta arpia…andiamo…ma spero tu sia certa di quello che faremo perché se io affondo, affonderai anche tu al mio fianco.
Gertrude mi ha sorriso facendomi capire che le cose stavano mettendosi come lei desiderava, ha baciato Terenzia
-Ti ho detto di stare tranquilla! Ora però aggrappati a noi che ti portiamo a letto…su andiamo a godere.
La vecchia si è alzata a fatica dalla sedia e si è appoggiata sulle nostre spalle, facendole scivolare i suoi piedi sul pavimento l’abbiamo portata e sdraiata sul letto, poi l’abbiamo spogliata; il suo corpo era poco desiderabile, piuttosto magro, la sua pelle rugosa, specie nel ventre e nelle gambe, i seni però erano ancora piuttosto floridi e i capezzoli ancora ritti. La figa era un po’spelacchiata, ma tutta la peluria rimasta era del suo colore naturale, biondo ramato, senza la minima presenza di peli bianchi o grigi; nonostante la sua fisicità minata dalla malattia dimostrava però sete di sesso e diceva
-Su care venite nel lettone…venite che mi avete accesa…
Ci siamo spogliate anche io e Gertrude e ci siamo sdraiate ai fianchi della vecchia suora, come lei ci ha sentite arrivare con le mani ha cercato i nostri seni e ha cominciato a palparci le tette, la sinistra sulle mie, la destra sulla reverenda madre; con una frenesia simile a quella di una ragazzina alla sua prima esperienza. Io guardavo Gertrude che a gesti mi indicava come muovermi e cosa fare, ci siamo abbassate verso di lei e abbiamo cominciato a baciarle un seno a ciascuna, mentre glielo leccavamo la vecchia ci ha messo le mani in mezzo ai capelli e ha cominciato ad accarezzarceli con dolcezza
-Mmmm come siete brave, si tesori miei continuate, fatemi godere come si deve che è tanto che non ho un vero orgasmo.
In breve tempo i suoi capezzoli si sono induriti e i seni si sono gonfiati all’inverosimile, sembrava impossibile che un seno piuttosto stagionato potesse ancora eccitarsi così prepotentemente; quando la badessa ha cominciato ad accelerare il suo respiro, Gertrude è scivolata in mezzo alle sue gambe e ha cominciato a leccargliela, facendola tremare per il piacere che la sua lingua le stava dando
-Brutta porca tu si che sai come si lecca una figa…ogni volta che suor Donata me la lecca io penso a te e obbligatoriamente quella poveraccia perde il confronto, erano giorni che mi chiedevo quando saresti venuta a farmi godere solo come tu sai fare…ti piace farti desiderare lo so… sei una perfida maiala.
Gertrude a quelle parole sorrideva soddisfatta, quei complimenti la gasavano…
Su Marzia…accovacciati su di lei…falle gustare il sapore della tua giovane passera, vedrai come te la lecca bene questa vecchia lesbicona…
Ho obbedito all’istante e mi sono posizionata a cavalcioni su di lei che ha cominciando subito ad annusarmela sniffando i miei aromi come se fossero profumi inebrianti.
-Che splendido odore di figa giovane che hai tesoro mio, mi fai tornare indietro nel tempo e dimenticare tutti i miei acciacchi.
Poi la badessa ha cominciato a leccarmela facendo con la gola degli strani rumori, come se stesse abbuffandosi di un cibo particolarmente prelibato. Di primo acchito sentire la sua lingua rasposa che me la ripassava mi dava un leggero fastidio ma man mano che la vecchia intensificava il suo ritmo sentivo nascere in me un forte desiderio e così mi son lasciata andare e ho cominciato a godermi quella leccata piena di esperienza e voluttà…sicuramente Terenzia ci sapeva fare…alternava continuamente i movimenti della sua lingua portandomi sempre più in alto per condurmi all’orgasmo …così che ho tagliato per prima il traguardo e come ho cominciato a venire ho schiacciato la figa in faccia alla vecchia rischiando di farla affogare. La badessa ormai era in orbita, non connetteva più e rantolando urlava
-Che bel sapore che ha la tua sborra…voglio berti tutta…ho sete di te…è bellissimo…i miei occhi sono ormai spenti ma sono talmente presa che è come se vedessi la tua passera in primo piano che mi innaffia…
Poi, di colpo, ha smesso di parlare e grugnendo come una scrofa in calore è venuta.
Ormai mi sentivo piacevolmente coinvolta in quel perverso triangolo saffico, e pur sapendo che a farla godere era stata la lingua di Gertrude realizzavo che far godere una donna era una esperienza fantastica. Ci siamo accasciate sul letto e seguendo i gesti di Gertrude abbiamo cominciato ad accarezzare dolcemente il corpo della badessa che continuava a tremare per la deliziosa fase del post orgasmo.
Pensavo fosse finita lì, ma come la vecchia si è ripresa mi ha detto
-Marzia, adesso voglio assaggiare anche il sapore del tuo culo…
Getrude mi ha annuito con lo sguardo
-Mettiti come prima ma nel senso inverso, sbattile adesso in faccia l’altro lato del tuo sesso. Con non poco imbarazzo mi sono allungata di nuovo sopra di lei e anche questa volta dopo una iniziale titubanza mi sono lasciata coinvolgere godendomi la sua lingua che come un serpentello si infilava su per il mio buchino vergine. Dopo di me Terenzia ha voluto leccare il culo anche a Gertrude, che con la mano ha cominciato a masturbarsi a tutta velocità e nel frattempo mi ha fatta inginocchiare e allargare le gambe per leccarmela a tutto spiano. E’ stato un susseguirsi di gemiti e sospiri che hanno accompagnato i nostri orgasmi finali; ora la vecchia badessa era distrutta e mentre le rimettevamo la tonaca ci diceva
-Tesori miei questo si che è scopare, ora mi sento totalmente appagata, spero che il nostro piano fili liscio come l’olio ma anche se mi darà dei problemi non me ne fregherà nulla perché questa scopata mi rimarrà viva nella mente finché sarò viva.
Gertrude invece per l’ennesima volta l’ha rassicurata…
-Ti ho detto di non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene; Marzia vai a richiamare suor Donata.
Al nostro ritorno suor Terenzia si era ripresa ed era di nuovo seduta sulla sua sedia a rotelle, io e Gertrude ci siamo accomiatate lasciandola di nuovo in custodia a suor Donata.
Mentre scendevamo le scale Gertrude era euforica e soddisfatta
-Tutto procede per il meglio, ora devo completare il piano che ho in mente per sistemare Suor Domenica e Fiorella…e anche qui tu dovrai darmi una mano. Guardando la sua aria trionfale e la sua determinazione mi rendevo conto che quella donna sapeva essere tanto amorevole quanto diabolica e che a nessuna sarebbe mai convenuto mettersela contro.










Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Gli intrighi del convento di San Girolamo 2:

Altri Racconti Erotici in lesbo:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni