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Fiamme nascoste


di Jecht69
27.02.2025    |    1.097    |    2 6.7
"Il tessuto scivolò lungo il suo corpo, accarezzandole la pelle fino a cadere silenzioso ai suoi piedi..."
Titolo: Fiamme Nascoste

Il tramonto si scioglieva nel mare, tingendo il cielo di arancio e rosa mentre il vento leggero portava con sé il profumo della salsedine. Emma sedeva sulla terrazza della villa, un bicchiere di vino tra le dita, lo sguardo perso tra le onde.

Poi sentì i passi dietro di sé. Leggeri, eleganti. Un brivido la attraversò prima ancora di voltarsi. Sapeva chi era.

— Ti nascondi da me? — sussurrò Claudia, appoggiandosi alla balaustra accanto a lei.

Emma sorrise senza distogliere lo sguardo dal mare.
— Da te è impossibile nascondersi.

Claudia rise piano, un suono caldo che le fece tremare le gambe. Poi si avvicinò, il suo profumo di gelsomino e vaniglia avvolgente come una carezza.

Le dita di Claudia sfiorarono la pelle nuda del braccio di Emma, tracciando una linea invisibile che sembrava incendiare ogni nervo. Emma si voltò lentamente, trovando gli occhi scuri di Claudia fissi nei suoi, carichi di desiderio e di qualcosa di più profondo, più pericoloso.

— Hai pensato a me, questa notte? — chiese Claudia, abbassando la voce fino a renderla un soffio.

Emma non rispose subito. Le sue labbra si schiusero, ma prima che potesse dire qualcosa, Claudia si avvicinò ancora, i loro corpi ora a un soffio di distanza. La tensione tra loro era densa, elettrica, un filo sottile pronto a spezzarsi.

— Dimmi che non mi vuoi, e me ne vado. — La voce di Claudia era una sfida.

Emma chiuse gli occhi per un istante, cercando di resistere a quell’attrazione bruciante. Ma era impossibile. Aprì gli occhi e trovò il volto di Claudia vicinissimo al suo.

— Non posso dirlo. —

E allora le loro labbra si trovarono. Un bacio lento, profondo, fatto di sospiri trattenuti troppo a lungo. Le mani di Claudia scivolarono sulla schiena di Emma, attirandola contro di sé, e il mondo intorno svanì. C’erano solo loro, il mare in sottofondo e la notte che prometteva di essere infinita. Claudia la strinse con più forza, le mani scivolando lungo la schiena di Emma come a volerla imprimere nella pelle. Il bacio divenne più profondo, più affamato, e quando finalmente si staccarono, i loro respiri si intrecciarono nell’aria calda della sera.

Emma abbassò lo sguardo, le labbra ancora socchiuse, il cuore che martellava nel petto. Claudia sorrise appena, sfiorandole il mento con le dita.

— Vieni dentro. — Non era una domanda, ma una richiesta dolce, impossibile da rifiutare.

Emma la seguì attraverso la grande porta a vetri che dava sul soggiorno, il pavimento freddo sotto i piedi scalzi che contrastava con il calore che le bruciava dentro. Le tende bianche si muovevano leggere con il vento della notte, e la luce soffusa delle candele gettava ombre tremolanti sulle pareti.

Claudia si fermò davanti a lei, la fissò con intensità, poi fece scorrere le dita sulle spalline del vestito di Emma, facendole scendere piano. Il tessuto scivolò lungo il suo corpo, accarezzandole la pelle fino a cadere silenzioso ai suoi piedi.

Emma rabbrividì sotto il suo sguardo. Non di freddo, ma di puro desiderio. Claudia si avvicinò ancora, il corpo sfiorava il suo, il respiro caldo sulle labbra.

— Sei bellissima. — Le parole erano un soffio tra un bacio e l’altro, tra una carezza che scendeva lungo il fianco e un fremito che le percorreva la pelle.

Emma si lasciò guidare, le mani di Claudia che la conducevano verso il divano, il cuore che batteva sempre più forte mentre le labbra si cercavano di nuovo, più lente, più intense, più bisognose.

Il mondo fuori scomparve. C’erano solo loro, il calore della pelle contro la pelle, i sospiri intrecciati nella notte, il desiderio che cresceva fino a consumarle completamente. Le mani di Claudia esplorarono il corpo di Emma con lentezza, come se volesse assaporare ogni centimetro di pelle, ogni brivido che le scatenava con il tocco. Il divano divenne il loro rifugio, il luogo dove il desiderio si trasformava in realtà, in sospiri spezzati, in carezze che si facevano sempre più ardenti.

Emma si lasciò andare completamente, la testa reclinata all’indietro mentre le labbra di Claudia scivolavano lungo il suo collo, lasciando una scia di calore ovunque si posassero. Le mani si intrecciarono nei capelli scuri dell’altra, tirandola più vicino, cercandola, pretendendola.

— Voglio sentire tutto di te — sussurrò Claudia contro la sua pelle, e quelle parole fecero tremare Emma ancora di più.

Il tempo sembrava sospeso. Non c’era fretta, solo il bisogno crescente di toccarsi, di appartenersi per quella notte. Claudia la fece sdraiare sul divano, il corpo caldo che si adagiava sopra il suo con un’armonia perfetta. Le labbra si incontrarono di nuovo, questa volta più lente, più profonde, mentre le dita di Claudia tracciavano sentieri di fuoco sulla pelle sensibile di Emma.

Emma trattenne il fiato quando le carezze divennero più audaci, più intime. Ogni movimento, ogni bacio, ogni tocco era un invito a perdersi, a dimenticare tutto tranne il piacere che le stava travolgendo.

E quando finalmente si arresero al desiderio, quando i loro corpi si incastrarono in un ritmo perfetto, il mondo attorno svanì del tutto. C’erano solo loro, il buio complice della stanza, il respiro affannato, il piacere che si inseguiva fino all’apice, lasciandole esauste e intrecciate l’una all’altra.

Claudia la strinse forte contro di sé, le dita che le accarezzavano la schiena con gesti lenti, quasi a voler trattenere quel momento. Emma socchiuse gli occhi, il viso nascosto nell’incavo del collo di Claudia, e sorrise.

— Non voglio che questa notte finisca.

Claudia la baciò sulla fronte, dolcemente.
— Allora non finisce.

E nel silenzio della notte, tra lenzuola aggrovigliate e corpi ancora accaldati, il desiderio divenne qualcosa di più profondo. Qualcosa che nessuna delle due era ancora pronta ad ammettere, ma che ormai non potevano più negare.
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