trio
Una maiala di nome Ernestina
di boschettomagico
15.07.2024 |
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"Dopo quattro partite di campionato ero già soddisfatto della mia scelta calcistica, con Sergio avevo instaurato un ottimo rapporto a livello umano e una..."
Il mio grosso amore è sempre stato il gioco del calcio, una passione inculcatami da mio padre che da giovane era stato un discreto giocatore con alcuni campionati giocati anche in serie B. Io invece gioco in campionati più modesti, in prima categoria; non perché sia meno dotato del mio genitore, ma solo perché il calcio lo considero un divertimento e non una professione. Ho dato la priorità allo studio, ho conseguito il diploma di perito meccanico e lavoro in una ditta che produce macchinari di vario genere, percepisco uno stipendio decoroso che mi permette di condurre una onesta vita … la domenica poi mi diverto sul campo con lo scopo di segnare tanti goal in quanto sono un centravanti. Il mio nome è Fabrizio ma per tutti sono “Ciccio”, nomignolo affibbiatomi per la somiglianza accesa a Graziani, sia sotto l’aspetto fisico che sotto le caratteristiche tecniche. La mia storia inizia in un sabato di inizio settembre quando abbiamo giocato una amichevole di preparazione del campionato contro una squadra di terza categoria di un paese limitrofo, partita vinta da noi per 4 a 2 con una mia doppietta. A due mesi di distanza sono tornato in quel paese per controllare in un mobilificio una macchina che difettava nel taglio delle ante degli armadi; dopo due ore di intense analisi avevo risolto il problema dovuto a un mancato bilanciamento del sistema. Il proprietario del mobilificio, un ometto piccolo e pelato di nome Marino mi ha convocato nel suo ufficio -Devo farle i miei più sentiti complimenti… prima di lei ci sono stati altri due “esperti”… che non hanno saputo risolvere il problema; nella mia azienda avrei tanto bisogno di una persona affidabile come lei come responsabile di tutto il sistema produttivo, se permette vorrei farle una proposta di lavoro… non sono abituato a giri di parole inutili…mi può dire quanto percepisce di stipendio nella sua azienda. -1.800 €. -Caro Ciccio… io le offro uno stipendio di 3.000 € con quattordici mensilità e un mese di ferie ad agosto quando chiudiamo la fabbrica e il salone di vendita…in cambio però vorrei una sua disponibilità immediata e un altro particolare extra… estraneo al lavoro…
Nel sentire quella cifra mi si sono rizzati i capelli, molti aspetti dell’industriale però mi spaventavano: il fatto che mi aveva chiamato Ciccio senza conoscermi, la mia disponibilità immediata pretesa e poi quel particolare extra che aveva richiesto… avevo bisogno di sondare la proposta. – Lei mi lusinga, ma vorrei mi spiegasse due cose, innanzi tutto quale sarebbe quel particolare extra a cui lei ha accennato, poi…mi ha chiamato Ciccio… come fa sapere questo mio nomignolo? -Vedi, io sono il presidente della squadra di calcio del paese, due mesi fa ti ho visto all’opera sul nostro campo e la tua bravura mi ha colpito, ho preso informazioni su di te e ho saputo che segni parecchi goal.
La nostra squadra da diversi anni vorrebbe salire in seconda categoria…ci andiamo sempre vicino ma alla fine manchiamo regolarmente l’obiettivo…sono sicuro che con uno come te in attacco centreremmo la promozione, coronando così il mio sogno; certo per te, scendere di due categorie sarebbe un declassamento, ma so anche che non hai mai badato alla carriera e che giochi per divertirti; credimi il nostro ambiente è sano e ti troveresti a meraviglia. Poi non dimenticare che giocheresti con Sergio, il nostro capitano… è vero che ha 39 anni ma ha sempre diretto il centrocampo di squadre in serie C e con lui andresti a nozze…goal a raffica sicuri e da quanto ho visto nella amichevole di settembre tu giochi per segnare. Mi aveva chiarito molti dubbi, aveva detto molte verità, ma c’erano altri aspetti da risolvere e da chiarire.
-Al di là della mia disponibilità e della mia volontà ci sono però altre questioni da risolvere, il mio cartellino che è della società in cui gioco attualmente e il mio contratto di lavoro che prevede in caso di dimissioni un preavviso di tre mesi. -Tu dammi il tuo benestare e quei problemi li risolvo… con il tuo attuale presidente ho ottimi rapporti extra sportivi e non si opporrà; e per quanto riguarda la tua ditta…io sto aprendo uno stabilimento nuovo nel Veneto e sto trattando l’acquisto di una lunga serie di attrezzature meccaniche che valgono molto di più di tre mesi di chiusura anticipata del tuo contratto. Ci siamo lasciati con una stretta di mano, pronto a rivoluzionare il mio futuro, sia lavorativo che sportivo. Voi vi chiederete certamente cosa c’entra tutto questo con un racconto erotico… ebbene…pazientate…i miei racconti sono apprezzati dai più proprio perché inseriscono il sesso pian piano in storie e in situazioni di tutti i giorni…in questo momento Ernestina sarà intenta a succhiare un bell’uccello duro, o a farsi scopare come l’ultima delle puttane…ma pian piano si inserirà in questo contesto.
Marino aveva previsto tutto molto bene, dopo dieci giorni io entravo alle dipendenze della sua ditta e alla fine del girone di andata abbandonavo la maglia rossoblu per una azzurra, meno titolata ma più redditizia.
Dopo quattro partite di campionato ero già soddisfatto della mia scelta calcistica, con Sergio avevo instaurato un ottimo rapporto a livello umano e una ottima intesa sul campo dove segnavo goal a grappoli… in classifica eravamo secondi a un solo punto dalla capolista. Il campionato è finito con un nostro trionfo e la squadra è salita in seconda categoria. Si è festeggiata la vittoria con una grande festa; nella palestra comunale, era presente quasi tutto il paese. Un giornalista presente si era avvicinato a me -Ciccio trova Sergio, voglio scattare una foto del duo meraviglia che brinda con il presidente sotto lo stemma della società. Ho cominciato a cercare il mio capitano, ma di lui non c’erano tracce…ho provato a chiedere notizie, Natale, il magazziniere mi ha detto che lo aveva visto sparire nella porta che portava agli uffici; mi sono incamminato alla sua ricerca. Ho aperto la porta, mi sono trovato in un corridoio leggermente illuminato da neon di cortesia, sulla sinistra c’era un muro con dei fusti metallici della birra a spina appoggiati; sulla destra una fila di porte e finestre. Me ne stavo quasi andando via, quando ho sentito un leggero vocio provenire dall’ultima stanza in fondo. Mi sono avvicinato cautamente fino a raggiungere una vetrata a mezzo muro dove si ricevevano i clienti, come ho girato lo sguardo all’interno dell’ufficio ho visto una scena hard di massima libidine.
Sergio era a braghe calate e stava pompando a massimo ritmo una donna prona sulla scrivania prendendola alla pecorina; di lei non riuscivo vedere il volto perché un mobile appoggiato alla parete la nascondeva fino all’altezza del seno, riuscivo però a scorgere che a ogni colpo di uccello del mio capitano il suo corpo sussultava come una molla e accompagnava quelle spinte con degli sbuffi che parevano un condizionatore d’aria in piena estate. - Dai!!! Dai!!! Spingi più forte, non rallentare, dai brutto porco che sto per venire -Ancora? Ma quante volte sei già venuta? -Ho perso il conto…ma visto che ora mi scopi sempre più raramente, quando finalmente ti degni di darmi il cazzo voglio godermelo in pieno… -Io di fighe ne ho scopate tante, ma una troia così arrapata, che sborra in continuazione come te non l’ho mai incontrata… -Lo so che te ne scopi tante, se potessi ti scoperesti tutto il paese… di tua moglie Silvana te ne frega proprio poco… ha più corna lei di un cesto di lumache…sei un maiale senza sentimenti ma scopi come piace a me…dai che ci sono di nuovo… Sergio ha accelerato di colpo facendo tremare la scrivania e la porcona ha raggiunto il suo ennesimo orgasmo con un grugnito degno di una scrofa in calore. Stavo realizzando che il mio comportamento non era certamente corretto ma non trovavo la forza di andarmene e il mio sguardo non riusciva a staccarsi dalle chiappe tremolanti di quella donna in calore. La cosa che però mi infastidiva era il fatto che non riuscivo a identificare chi fosse quella maiala assetata di cazzo; nel frattempo Sergio aveva rallentato il ritmo e dopo averla sculacciata un paio di volte con estrema decisione, ma con somma soddisfazione della vacca, le ha detto - Ora però vorrei riempirti la patacca, penso di meritarmi anch’io una bella goduta…
-E no caro mio… ora sento un gran prurito nel culo, per cui prima mi dai una bella lubrificata nel didietro e poi avrai il permesso di vuotarti i coglioni dove meglio crederai…anche il mio culo vuole la sua parte… Sergio senza opporsi ha in un battibaleno fatto il cambio di canale e ha cominciato a inculare la troia quasi come se avesse già saputo che la donna gli avrebbe fatto quella oscena richiesta perchè non era ancora totalmente appagata… stavo preparandomi a gustare il secondo tempo di quel filmino a luci rosse dal vivo, quando ho sentito aprirsi la porta da cui ero entrato laggiù in fondo al corridoio; mi sono staccato dalla vetrata e ho cominciato a tornare sui miei passi cercando di trovare una scusa plausibile per giustificare la mia presenza, ma i due che erano entrati non se ne erano nemmeno accorti di me, con estrema velocità hanno posato un fusto vuoto di birra e ne hanno preso uno sigillato tornando all’interno della palestra. Sono rimasto lì indeciso se tornare al mio punto di osservazione, ma temevo che anche i due amanti avendo sentito il rumore e avessero interrotto il loro rapporto, avrei rischiato di trovarmeli di fronte, per cui sono rientrato anch’io in palestra. Sono andato a un banco bar a prendermi una birra, ma tenendo la porta sott’occhio, perché morivo dalla curiosità di vedere chi fosse quella porcona. Sono passati più di cinque minuti, ma finalmente la porta si è aperta e la donna fingendo la massima indifferenza ha fatto il suo ingresso nella palestra, era una femmina piuttosto matura, sicuramente oltre la cinquantina, formosa, con i capelli corti, la maggior parte già grigi, il suo viso era sorridente, allegro, sicuramente ora si sentiva pienamente appagata. Avevo la sensazione di averla già vista ma non riuscivo connettere chi potesse essere…nel frattempo Natale si è avvicinato al bar per sorbirsi l’ennesima birra e io indicandogli la donna gli ho chiesto -Chi è quella signora che mi pare di averla già vista… -Ma come…quella è l’Ernestina, la sorella del presidente, una nostra grande tifosa; non perde mai una partita… è quella che ci lava le maglie, ha la lavanderia sul viale che porta alla piazza. Mentre seguivo il suo passo sculettante, dalla porta del corridoio è uscito anche Sergio, si è avvicinato a noi e ha ordinato pure lui una birra; era rosso come un peperone e sudato come quando scorrazzava con le sue falcate a centrocampo. Mentre brindavamo in allegria è arrivato il giornalista che finalmente ha potuto immortalarci con il presidente al centro, scattata la foto, Marino che era al culmine della felicità ci ha detto -La prima domenica di luglio siete invitati sulla mia barca a festeggiare degnamente il nostro salto di categoria…presenza obbligatoria, non ammetto scuse per eventuali rinunce.
Siamo sull’autostrada, sulla macchina di Sergio, con destinazione Santa Margherita Ligure, dove Marino ha attraccato al porto un piccolo panfilo di tutto rispetto… alle 10 salpiamo verso il mare, siamo in sette: Il presidente e la moglie, sua sorella Ernestina, sua figlia Oriana con Ezio il suo ragazzo, io e Sergio. Costeggiamo a velocità di crociera il lungomare con due soste al largo per il bagno, poi sosta a Portofino dove nel migliore ristorante ci scateniamo in un pranzo completo a base di pesce innaffiato da vermentino.
Marino è in pieno sollucchero, non capisco se ancora per la vittoria del campionato, o perché ama sbattere in faccia il suo benessere economico a noi comuni mortali.
Abbandonato il ristorante ci dirigiamo in una caletta sconosciuta ai molti e attracchiamo in prossimità di una spiaggetta incredibilmente deserta che confina con una piccola pineta. Le bottiglie consumate a tavola hanno lasciato il segno, ci sistemiamo tutti contro il tronco di un pino a smaltire la sbornia. Anche se meno degli altri sonnecchio anch’io, ma questo non mi impedisce di scorgere Sergio e Ernestina che con aria furtiva spariscono nella pineta… vorrei seguirli di soppiatto, so cosa stanno cercando ma non oso, per cui mi limito a seguirli con lo sguardo.
Tornano dopo un’oretta mentre tutta la banda dormicchia, io sono l’unico sveglio, sto tornando a riva dopo un bagno, vado al mio asciugamano e li incrocio… hanno le stesse facce che avevo visto quando erano rientrati nella palestra durante la festa, i due maiali hanno scopato alla grande!!! Prima dell’imbrunire torniamo al porto, io e Sergio ce ne andiamo, il resto della ciurma dormirà a bordo. Durante il viaggio di ritorno chiacchieriamo di gusto, io e Sergio leghiamo molto bene anche fuori del rettangolo di gioco. -Gran bella giornata…mi sono divertito veramente tanto…tu no? -Si è stato bello…per te più di tutti in quanto ti sei scopato la sorella del presidente… E’ stata una frase che mi è scappata di bocca senza nemmeno accorgermene, mi mordo le labbra…sono stato proprio un cretino…Sergio però non se la prende, anzi sorride… -Hai la vista lunga bomber…mi condanni solo perché l’ho scopata o perchè sai che sono sposato? -Ti chiedo scusa…sono stato maleducato…non so perché mi sia scappata di bocca quella stupida frase… -Forse perché mi hai invidiato, vedi la figa a me piace molto, se ho una mezza possibilità di scoparmene una non ci penso su troppo… diciamo che ho l’occhio lungo…e il mio occhio oggi ha visto cose di cui tu non te ne sei nemmeno reso conto… -Non ti seguo…non afferro… -Ciccio sei un tontolone… Oriana non ti ha mai tolto gli occhi di dosso…hai fatto colpo su di lei… -Ma che dici…era con il suo ragazzo… -Buono quello lì…si è scolato da solo un paio di bottiglie, era strafatto…e non solo di alcool, quando è andato fumare fuori dal ristorante si è fatto minimo una canna… era cotto…nella spiaggetta ronfava a tutto spiano…il Sergio alla tua età invitava la ragazza a fare una passeggiata in pineta e castigava l’eccesso etilico di quella mezza sega del suo ragazzo… -Vuoi dire che… -Si caro mio… voglio dire proprio quella che pensi…
Per ogni neo promossa nel primo anno in categoria superiore l’obiettivo principale è sempre la salvezza, naturalmente per quel campionato lottavamo per quello; a metà del girone di andata avevamo messo dietro quattro squadre per cui l’obiettivo lo stavamo mantenendo.
Nel paese aveva aperto una nuova pizzeria che era diventata il nostro sponsor con tanto di logo sulla nostra maglia azzurra, alla fine dell’allenamento del giovedi tutti andavamo a farci una pizza in compagnia per mantenere saldo lo spogliatoio; ma un giovedi mentre ci cambiavamo Sergio mi si è avvicinato rivolgendosi a me sottovoce -Ciccio ho bisogno un favore…
-Dimmi… -Io in pizzeria stasera non vengo…devi prolungare un po’ più del solito la sosta nel locale…tu ci sai fare con queste cose…qualche barzelletta, qualche racconto particolare…almeno fino dopo la mezzanotte…se qualcuno sparisce prima, assicurati che non sia però il Piero… L’ho guardato sorpreso…avevo qualche dubbio vago ma non pensavo che… -Non capisco…come mai? Sergio si è fatto serio e ha abbassato ancora di più il tono della voce -E’ un mese che mi scopo sua moglie, ma sempre in macchina; quella però è una porca da letto e ora volo a casa sua…fammi questo favore, so che di te mi posso fidare… Sono rimasto allibito, che amasse la figa con ossessione lo avevo capito da quel suo discorso dopo il ritorno dalla gita in barca; ma che arrivasse senza scrupoli a cornificare così impunemente un compagno di squadra infilandosi nel suo letto proprio mi sconcertava… -Non ti basta l’Ernesta? - L’Ernesta è una grande maialona…forse la più grande che ho mai scopato…ma la moglie di Piero ha trent’anni di meno… dai dammi una mano… non fare il moralista… Se comunque l’Ernesta ti attizza guarda che la puoi scopare quando vuoi…non è mia proprietà privata…e a fartela non avresti nessun problema…a un bel giovanottone come te allarga le cosce al volo…fattela se vuoi!
Il comportamento di Sergio mi disgustava, ma gli ho reso il servizio, anche se quando spingevo il gruppo a una ulteriore bevuta per allungare i tempi avrei voluto sputarmi in faccia. La domenica mentre ci cambiavamo negli spogliatoi si è avvicinato a me e mi ha sussurrato un leggero “Grazie”… l’ho guardato male, facendogli capire che non mi sarei mai più prestato a simili vigliaccate. La partita l’abbiamo raddrizzata con un 2 a 2 dopo che eravamo stati in svantaggio per 0 a 2; ho segnato entrambi i goal ma su due assist perfetti di Sergio, che prontamente è venuto ad abbracciarmi dicendomi “Ti ho fatto fare due goal facili…penso che meriterei il tuo perdono”, gli ho reso l’abbraccio…il goal mi esaltava…dimenticavo ogni tristezza…il capitano guardando nella tribunetta Ernesta e Oriana che si abbracciavano e mi applaudivano mi ha sussurrato -Guardale…sono tutte due ai tuoi piedi…svegliati!!! Nel guardarle ho provato una strana sensazione, completamente diversa dalle solite gioie calcistiche… E sulla quella strana sensazione provata ci ho pensato su molto approfonditamente, il martedi abbiamo fatto un allenamento ridotto perché abbiamo fatto una amichevole, alla fine della partita l’allenatore ha ritirato il materiale sporco in un grosso borsone e ha detto
-Natale è a letto con l’influenza, c’è qualcuno che si offre volontario a portare le maglie in lavanderia…mi sono prontamente offerto; il giorno dopo alla fine del lavoro mi sono fiondato alla lavanderia di Ernestina. Sono entrato con passo deciso ma in realtà ero molto teso, Ernesta nel vedermi mi ha squadrato con uno sguardo carico di sorpresa ma mi ha sorriso con particolare enfasi. -Il bomber Ciccio nel mio negozio…a cosa devo tanto onore… -Natale è ammalato e mi sono offerto di portare io le maglie da lavare… -Hai fatto bene…è da tempo che desideravo scambiare due parole con te… mi piace molto come giochi…non abbiamo mai avuto un centravanti bravo come te…e ora che ti vedo da vicino sembri ancora più alto di come appari in campo… -Troppo buona signora… di Ciccio…ho solo il nome…non sono il vero Graziani. -Lo so, lo so… ma hai anche più di dieci anni meno di lui…e molti più muscoli…
L’audacia di quella donna mi stava mettendo a disagio e molto probabilmente lei se ne era accorta, la cosa la divertiva; si è sbottonata l’ultimo bottone del camice mettendo in risalto il suo prosperoso seno e fissando il mio sguardo per scoprire se ero interessato a quel panorama… avrei voluto evitare di puntare quelle due mongolfiere provocanti ma proprio non riuscivo e continuavo a sbirciare come un liceale arrapato. Ernestina stava avvampando, io invece ero rosso come un peperone…ha allungato la mano verso il mio petto e me l’ha accarezzato -Oggi è proprio il mio giorno fortunato, sto toccando i pettorali di mister “Goal facile…” Il mio rossore era triplicato, ora sudavo come se fossi alla fine di un allenamento di alta intensità…ho trovato però il coraggio per risponderle sfrontatamente -Penso che i suoi pettorali siano molto più interessanti dei miei… -Beh se ti piacciono così tanto perché non me li accarezzi anche tu… -Signora…non vorrei risultare troppo invadente… -Ma che signora e signora…chiamami Ernestina! Anzi Tina per gli amici e tu da oggi sei mio amico… …E così dicendo mi ha preso la mano destra e me l’ha infilata in mezzo alla sua scollatura, poi spingendomela in mezzo a quei due meloni maturi mi ha quasi obbligato a palparglieli; nel frattempo con l’altra mano ha schiacciato un bottone sotto il banco e la serranda dell’ingresso ha cominciato a cigolare e ad abbassarsi. Siamo rimasti così nella penombra, Ernestina è uscita dal bancone e mi si è avvicinata, mi ha messo la mano dietro la nuca, ha attirato il mio viso vicino al suo e mi ha schiaffato la lingua in bocca. Ho risposto al bacio, la sua lingua morbida incrociava la mia e perlustrava tutto l’interno della mia bocca con grazia infinita, non avevo mai apprezzato così tanto baciare una donna…mentre lei continuava a baciarmi sempre tenendomi contro il suo viso con la mano destra, ha cominciato pian piano a sbottonarmi la camicia e accarezzarmi il petto con l’altra mano libera. Con lo sguardo sbirciavo le espressioni del suo volto, teneva gli occhi socchiusi e seguendo gli spostamenti della sua lingua il mento si spostava con dolcezza contro il mio…limonare le piaceva…quanto le piaceva… ora però volevo prendere anch’io delle iniziative…pian piano ho cominciato a sbottonarle il camice, quando gliel’ho aperto tutto ho cominciato a sbottonarle la gonna, lei non solo non si opponeva ma contorceva il corpo per agevolarmi nel togliergliela; quando ho sentito la gonna scivolare a terra le ho infilato una mano sotto le mutande dirigendola verso la sua figa. Mi sono trovato tra le dita una folta peluria letteralmente fradicia, non avevo mai sentito così tanta eccitazione in una passera, era come se si fosse pisciata letteralmente addosso; la carica erotica di quella donna non aveva limiti. Ora morivo dalla voglia di vedere quella figa da vicino, quella sera in palestra ero riuscito solo ad intravvederla, ora invece volevo ammirarla da vicino e sentire il suo odore solleticarmi le narici. Ho interrotto il nostro soave bacio vincendo la sua resistenza nello staccarla da me in quanto era ancora in estasi, l’ho presa sotto le ascelle e nonostante la sua tutt’altro che esile figura l’ho alzata fino a farla sedere sul bancone della lavanderia, dopo di che le ho spalancato le cosce.
La sua patacca si è presentata davanti ai miei occhi in tutta la sua imponenza; il triangolo magico era ammaliante, maestoso; il pelo non era particolarmente folto, un po’ rado per la sua non più giovane età, ma arrivava molto in alto fino a lambire l’ombelico a testimonianza che da giovane quella troia doveva avere in mezzo alle gambe una pelliccia di tutto rispetto. Odorava leggermente di piscio e di sudore, erano le sette di sera e quelle sue prosperose cosce avevano lasciato il segno, ma quell’odore di femmina in calore mi ammaliava, mi attizzava, volevo assaggiarla tutta. Ho infilato la faccia dentro quel monumento al sesso e tirando fuori la lingua ho cominciato a leccargliela, la donna ha accettato la mia lingua ma solo per pochi secondi perché stringendo le gambe mi ha detto -Bomber…ho tanta voglia di cazzo…mi concedi il piacere di infilarmelo?
Mi sono staccato malvolentieri da quella pataccona bagnata e rizzandomi in piedi ho cercato di penetrarla, il banco però era alto per cui ricordandomi l’eccitazione che avevo provato quando l’avevo vista sdraiata supina sulla scrivania le ho detto -Mettiti a pecora…fammi ammirare il tuo fondoschiena e allarga le cosce che ti scopo alla pecorina… -Si tesoro mio…volevo chiedertelo io, però spostiamoci sull’altro lato del bancone che c’è la pedana e puoi scoparmi più comodamente…
Vederla camminare attorno al banco con quel culo da favola che oscillava mi ha acceso di libidine, prima di sdraiarla sul bancone le ho abbassato il viso all’altezza del mio uccello per farglielo gustare un po’ ma lei dopo avermelo annusato ha preferito sdraiarsi e farsi penetrare senza troppe cerimonie, mi ha accolto con sospiro profondo di piacere -Bravo, non sai solo infilare le porte avversarie…sai anche trapanare le patacche…scopami…fammi godere…sono due mesi che speravo di prendermi il tuo cazzo. Non pensavo di potermela scopare così facilmente, Sergio aveva ragione, quella era una porca matricolata. Si è ancorata con le mani al bordo del bancone e ha cominciato ad accompagnare ogni mia spinta con dei gemiti di piacere -Su bomber…chiavami…hai un uccello di tutto rispetto…e voglio godermelo fino in fondo…
Il primo orgasmo è arrivato imponente, accompagnato da un urlo liberatorio che mi ha eccitato come non mai…ho cercato di rallentare il ritmo ma lei mi ha prontamente ripreso -Non fermarti, quella goduta per me è stata solo un aperitivo…era molto tempo che non mi prendevo un uccello giovane come il tuo e voglio godermi in pieno questo privilegio… Era una multi orgasmica, si sparava orgasmi a raffica e ad ogni venuta la sua figa colava umori copiosi che mi annegavano l -Su bomber…fammi sborrare un’ultima volta e poi puoi riempirmi tutta… Per l’ennesima volta ho dovuto ricacciare indietro la mia venuta, ora ero concentrato a farla godere per l’ultima volta per poi svuotarmi le palle che ormai erano gonfie fino a farmi male…ma la porca stava riprendendo fiato e aveva interrotto di accompagnare con le spinte del bacino le mie penetrazioni; io però non potevo più aspettare, mi è venuta allora in mente la scena spiata la sera della festa, quando Sergio l’aveva sculacciata violentemente e la maiala si era infervorata…ho mollato quattro sonori ceffoni sulle natiche della maiala che dopo un attimo di sorpresa ha cominciato ad eccitarsi -Si porco…trattami come l’ultima delle troie…fammi sentire quanto sono puttana…dai sculaccia la tua maiala!!! Come per incanto Tina è venuta di nuovo e ha cominciato ad urlare all’infinito “Ora riempimi”, Io ho obbedito, era solo quello che aspettavo…
-Ciccio sei fantastico…ma quanta ne fai…sembra che mi stai pisciando in figa…
Quando mi sono vuotato definitivamente ero distrutto e mi sono accasciato su di lei leccandole il collo e portandole una ennesima serie di scariche elettriche che le facevano tremare tutto il corpo. La posizione in cui eravamo non era per niente comoda per cui dopo aver ripreso fiato mi sono staccato da lei rimettendomi ritto in piedi; come gliel’ho tolto, da quella figona insaziabile ha cominciato a colare la mia sborrata; Ernestina era appagata, pienamente soddisfatta, io ancora di più…sapevo che quando incontri porche di quella risma la prima scopata è basilare…se le soddisfi sono tue finchè lo vorrai, se le deludi cadi irrimediabilmente nel dimenticatoio. Pensavo di aver fatto bene il mio dovere e di essermi assicurato un certo qual diritto a godermela in futuro. - Sei un maiale, uno sporco maiale, ma a me i porci come te piacciono proprio tanto…voglio rivederti…ma a casa mia…quando puoi venire? -Io vivo solo, non devo rispondere a nessuno delle mie scelte, quando mi vuoi sarò sempre disponibile… -Sabato sera sarebbe l’ideale… la domenica io non lavoro e ci potremmo divertire all’infinito…sei tu però che domenica giochi…non vorrei condizionare la tua prestazione sportiva.
-Il Ciccio atleta è disponibile…anche se spero che la tua figona non mi sprema totalmente. -Ok…alle otto vieni a casa mia sei invitato a cena…questo è il mio biglietto da visita, ci sono indirizzo e numero di cellulare. Mentre tornavo a casa riflettevo sull’avventura vissuta, una avventura positiva, che mi faceva capire che Sergio aveva ragione, con le donne bisogna osare, dimostrare verso di loro particolare interesse può solo darle piacere e lusingarle…nella peggiore delle ipotesi ti dicono di “no”. Ormai presagivo già a come sarebbe stato movimentato il sabato sera che avrei passato con Ernestina…
Alle otto in punto suonavo al suo campanello con una buona bottiglia di prosecco fresca da stappare, la donna nel vedermi ha sfoderato un sorriso trentadue denti che era un invito accattivante; era vestita elegantemente, truccata in modo intenso, arrapante e acconciata in modo perfetto, sicuramente nel pomeriggio era stata dalla parrucchiera. L’ho abbracciata, le ho dato un leggero bacio su una guancia, il suo corpo odorava di un profumo floreale, di rosa, talmente intenso che quasi mi stordiva; ha schivato il mio bacio innocente e mi ha subito schiaffato la lingua in bocca… la sua lingua era un serpentello malizioso che mi sapeva coinvolgere immediatamente spingendomi a desiderarla immediatamente. Mentre la baciavo sbirciavo il suo viso, aveva già chiuso gli occhi e si godeva beatamente la mia lingua, a testimonianza che quella donna amava in modo supremo limonare. Si era appoggiata abbandonando il suo corpo al muro, come se cercasse un sostegno per non crollare a terra per l’emozione…i baci erano molto dolci, carichi di romanticismo. Pian piano la mia mano si era intrufolata prima sotto il suo vestito, dopo nelle sue mutande; la figa come al solito era fradicia, quei baci la caricavano di dolcezza, ma la facevano anche sbrodolare in modo osceno.
Allora ho cercato di accelerare il ritmo delle mie slinguazzate e portare libidine ai nostri baci, ma lei si opponeva e riconduceva quei momenti sul binario unico della tenerezza. La lingua ora addirittura mi doleva, avevo perso il senso del tempo e non sapevo quantificare da quanto stavamo baciandoci, a ricondurci alla realtà è stato l’odore di bruciato che arrivava dalla cucina a testimonianza che l’arrosto si era ormai mezzo carbonizzato.
Tina è corsa affannata ad aprire il forno per cercare di salvare il salvabile, ci è riuscita solo parzialmente, lo scopo della serata però non era certo l’arte culinaria della sorella del presidente. Abbiamo mangiato in fretta e furia, Tina era meglio come amante che non come cuoca, liquidata la bottiglia di prosecco siamo andati nella sua camera da letto, ma prima lei è andata a frugare nel frigorifero.
Ci siamo spogliati con lentezza, ammirandoci, con i nostri sguardi che si accendevano di libidine man mano che i nostri capi d’abbigliamento volavano al centro del pavimento, fino a che siamo rimasti nudi. Per la prima volta vedevo Ernesta completamente nuda e il suo corpo mi piaceva, mi arrapava; i seni erano prosperosi, certo non perfettamente sodi, ma molto invitanti. Le cosce erano un po’ opulente ma carnose e facevano da perfetto contorno alla sua figa che ora potevo finalmente ammirare in piena luce. Una patacca sensuale, molto pelosa, il pelo saliva fino a confinarsi con il bordo della sua pancetta prominente il giusto, che per me amante delle donne in carne la rendeva particolarmente invitante.
Si è sdraiata sul letto, ha spalancato le cosce e mi ha invitato a raggiungerla -Eccomi…sono tua…prendimi!!! Mi sono steso sopra di lei, il suo corpo mi ha avvolto con grazia estrema e la morbidezza delle sue carni mi hanno accolto come un comodo materasso. Cercavo un aggettivo ben definito per descrivere quel corpo invitante e mi è venuta in mente una sola parola “morbidosa”… Avevo il cazzo duro, avevo voglia di lei e spostavo il bacino per indirizzare il mio uccello verso il suo nido; lei però ha tirato fuori la lingua e ha cercato ancora la mia bocca…di certo non mi allettava tornare a limonarla all’infinito per cui ho finto di non aver ricevuto il suo messaggio e con la lingua ho cominciato invece a leccarla sotto il mento…sul subito ha cercato di opporsi per cercare a tutti i costi la mia bocca, ma poi ha cominciato ad apprezzare la mia leccata e ha alzato il capo per offrirmi tutto il suo collo e accompagnare le mie pennellate con dei rantoli di piacere; ora era in estasi…e nel vederla così inerme mi beavo nel vedere le smorfie del suo viso, quando ha girato la faccia su un lato con la lingua ho abbandonato il collo e gliel’ho infilata in un orecchio…ha risposto con un vero e proprio ululato…ha allargato le cosce e mi ha sussurrato “Infilamelo”… era solo quello che volevo, la mia cappella impazzita ha risalito la scia bavosa degli umori che colavano dalla sua passera e trovato il buco si è insinuata tutta dentro di lei. Ernestina ha accolto il mio “ingresso” con un grosso sospiro e con una voce che sembrava provenire dalle catacombe ha cominciato a incitarmi… -Su Ciccio, sono tutta tua…scopami come meglio puoi… La sua passera era un forno caldo, sentivo un benessere totale entrare dal mio uccello e invadere tutto il mio corpo e ho cominciato a entrarle dentro, alternavo momenti di intense penetrazioni ad altri di lente oscillazioni, una tattica che faceva sbavare la porca che ha cominciato a spararsi una lunga serie di orgasmi; per lei ormai era un godimento continuo, un accavallarsi di sborrate durante le quali sentivo le mie palle invase da ondate di umori caldi e vischiosi…io non avevo certo troppe esperienze alle spalle ma una donna così non l’avevo mai scopata… dopo una lunga serie di pompate alternate… il mio limite di resistenza era però allo stremo -Tina non resisto più, ho le palle che scoppiano, devo sborrare…lo tiro fuori e ti vengo sulla pancia… -No!!! No!!! Non toglierlo che sto venendo in continuazione…resisti ancora…quando proprio non ce la fai più a tenere vieni, ma fallo dentro, stai tranquillo… ormai sono in menopausa da un anno, non corri rischi.
Rasserenato da quella sua asserzione, le ho dato una ultima serie di colpi di rara potenza regalandole un ennesimo orgasmo e poi le ho vomitato in figa un fiume di sborra rovente… a quel punto Ernesta mi ha letteralmente piantato le unghie nella schiena e ha cominciato a graffiarmi senza pietà. Ho risposto a quella violenza con un urlo di dolore…mi sentivo bruciare dappertutto, ma lei imperterrita era come in trance, mi ha attorcigliato le gambe attorno ai fianchi e immobilizzandomi completamente non mi ha permesso di allontanarmi dal suo corpo e mi ha costretto a subire indifeso quella dolorosa tortura. Le nostre lingue hanno ripreso ad attorcigliarsi tra di loro, ma stavolta non erano baci carichi solo di tenerezza, ma vere e proprie slinguate cariche di erotica libidine. Sono rimasto lì immobile sopra di lei per innumerevole tempo, mi piaceva stare su quel corpo morbido facendo defluire le ultime scorie della mia sborra in quel buco fradicio, anche a Tina piaceva stare così…incurante del mio peso morto sopra di lei che la sua robusta mole sopportava senza il minimo affanno. Era rossa cianotica, madida di sudore come una spugna, il suo trucco e la sua acconciatura erano stati stravolti da quella scopata da mille e una notte; ma come ha recuperato la giusta respirazione ha ripreso a baciarmi con dolcezza e amore…era inutile…passata la tempesta, quelle smancerie romantiche la facevano andare in completo sollucchero; mi ha guardato estasiata e mi ha sussurrato -Riprendiamo le forze e poi ricominciamo…scopare con te mi manda in orbita…alla mia età i cazzi di venticinque anni sono merce rara, da sfruttare in pieno… Sono rimasto lì sovrappensiero…non tanto per la conferma che quella maiala era certamente una mezza ninfomane mai sazia, ma per il fatto che mi sentivo i coglioni talmente prosciugati che non sapevo come avrei potuto riprendermi per continuare quella maratona di sesso…cercavo di trovare una soluzione…avevo bisogno di novità…guardando Tina fissa negli occhi le ho detto… -Ho perso il conto di quante volte hai sborrato, io ho le palle secche come due olive nere, però visto che non mi hai mai succhiato il cazzo potresti concedermi questo piacere e farmelo rizzare di nuovo…
Lei mi ha fatto scendere delicatamente dal suo corpo e stendermi al suo fianco, come il mio cazzo è uscito dalla sua figa la mia sborra ha cominciato a fuoriuscire impetuosa e impiastricciarle tutto il suo folto pelo, lei non se ne è minimamente preoccupata e si è accucciata in mezzo alle mie gambe sniffando con intensità. -Lo so che volevi fartelo succhiare anche l’altro giorno nel mio negozio, ma avevi il cazzo che profumava, te lo eri appena lavato ben bene perché sapevi che poteva nascere qualcosa tra noi e volevi presentarti nel più galante dei modi… ma io invece per desiderare di mettermi in bocca un uccello voglio sentire il suo aroma, l’odore di uomo, ora si che percepisco questo, il tuo uccello è impregnato dalla tua sborra che si è mescolata ai miei umori…è il sapore del sesso…un sapore che solo i veri porci come noi sanno apprezzare. Dopo averlo annusato ancora per un minuto ha cominciato prima a leccarlo come un cono gelato e poi a farselo sparire in bocca iniziando un pompino di tutto rispetto. Se la sua figa mi aveva stupito per il suo dolce tepore, la sua bocca mi stava stupendo per l’intenso calore …era calda come un forno acceso e le sue labbra morbide hanno cominciato a massaggiarmi l’uccello che con rapida risposta ha cominciato a inturgidirsi pulsando in continuazione. In pochi minuti il cazzo è tornato prorompente come un’ora prima…e Tina guardandolo con viva soddisfazione mi ha detto -Adesso lo voglio in culo…ma mentre mi inculi voglio masturbarmi contemporaneamente ancora la passera con questa zucchina che mi sono portata dalla cucina… Ha infilato la mano sotto il cuscino a lato tirando fuori l’ortaggio…verde scuro e di notevoli dimensioni. Solo ora capivo il motivo del frugare nel frigorifero che non avevo compreso prima, mi è subito tornato in mente quando negli uffici della palestra Sergio l’aveva inculata come l’ultima delle puttane…l’ho messa a quattro zampe le ho puntato il mio bigolo e gliel’ho spinto nel culo. Quattro…cinque colpi decisi…e la troia ha cominciato ad ansimare, nel frattempo si è infilata la zucchina nella passera e ha cominciato a masturbarsela alternando serie di penetrazioni intense ad altre più lente. Mentre qualche ora prima mi recavo lì da lei avevo avuto delle riserve mentali sul fatto che a soli 25 anni stavo andando a scopare una di 57…una che poteva essere abbondantemente mia madre…ma ora nel vederla lì, a pecora, che ansimava mentre le lustravo il culo mi convincevo che la scelta era azzeccata e mi stavo facendo la scopata più bella della mia vita. Ernesta dopo essersi sparata un paio di orgasmi anali ha alzato bandiera bianca, ma solo perché era in quella posizione poco comoda, si è tolta dalla passera l’ortaggio, e lo ha ammirato, era viscido, lucente e completamente cosparso di vischiosi umori. -Che bello godere con due penetrazioni in contemporanea… vorrei provarlo con due cazzi veri un giorno; ora mi vuoi riempire il culo o vuoi sborrarmi in faccia? -Non ho preferenze tu cosa preferisci -Per me è indifferente ora sono sazia, lascio a te la scelta…fai come vuoi… Il suo culo stretto mi stava comprimendo l’uccello in modo perfetto, sentivo che ero vicino a godere per cui ho preferito finire nel migliore dei modi la mia inculata -Allora ti innaffio il culo…eccomi pronto…goditi questo clistere di sborra calda… -Ti sento…ti sento…è bello farmi inondare così…è bello essere la tua puttana… Era finita…ora eravamo stesi di fianco, tenendoci per mano e sbuffare ammirando il soffitto bianco. -Tina scusami, voglio che mi fai una confidenza, stai scopando con altri uomini in questo periodo?
Ha avuto un attimo di riflessione, poi mi ha risposto decisa -Oltre a te, altri due…Sergio, il tuo compagno di squadra; e un altro mio pari età che non conosci. Non ho problemi a farti queste confidenze; la nostra notevole differenza di età comporta che tra noi due ci potrà essere solo del sesso quindi non vedo perché dovrei nasconderti il fatto che mi piace prendere anche altri cazzi…il sesso per me è importante e alla mia età voglio cogliere ogni occasione che mi si presenta. Apprezzavo molto quella risposta e soprattutto il fatto che era stata sincera, lei non poteva sapere che di Sergio sapevo tutto…l’ho stretta a me e l’ho baciata…non l’avessi mai fatto…Ernesta si è rannicchiata contro di me e mi ha costretto a limonarla di nuovo per un tempo infinito…appagata la sua sete di sesso emergeva la sua solitudine, la sua mancanza di affetto e il bisogno impellente di ricevere coccole e tenerezza. -Ciccio ti va di dormire qui stanotte…mi piacerebbe riposare vicino a te fino domattina - Si ma domattina niente sesso…abbiamo una partita importante, giochiamo contro la capolista… Mentre ci cambiavamo per la partita mi sentivo molle e temevo di incappare in una prestazione insufficiente, Sergio si è avvicinato -Finalmente ti sei deciso a scopare la Tina…te l’avevo detto che dovevi solo farle capire che ti piaceva e lei avrebbe immediatamente allargato le gambe… Mi sono stupito di quella frase, ero stato con Tina fino a mezz’ora prima, possibile che lui lo sapesse già, quella porca non gli avrà mica telefonato subito dopo che ho lasciato casa sua…dall’espressione del mio viso il capitano ha capito tutto e si è messo a ridere -Bomber… ma cosa pensi…l’ho capito dai graffi che hai sulla schiena…solo le unghie di quella tigre in calore possono marchiare un uomo così… Ho sorriso anch’io, ma mi sono subito infilato la maglia… Ho cominciato la partita fiaccamente, non riuscivo quasi stare in piedi, mi sentivo le gambe molli, non ho toccato palla per mezz’ora ma alla prima occasione l’ho messa dentro…il goal mi ha galvanizzato, ho preso entusiasmo, ho dimenticato di colpo la fatica della serata d’amore e sono salito in cattedra. All’inizio della ripresa loro hanno pareggiato, ma a dieci minuti dal termine su una pennellata di Sergio ho messo dentro la palla della vittoria; cazzo…la figa della Tina mi aveva portato bene, Sergio è venuto a complimentarsi e guardando in tribuna Ernesta che esultava abbracciando sua nipote Oriana mi ha detto -Ora tocca all’altra però…
La domenica sera ero distrutto, mi sentivo completamente vuoto di energie e le gambe friggevano dalla fatica, sono andato a letto alle 9 e mi sono addormentato di colpo; il lunedi però mi sentivo rigenerato, con tanta voglia di figa…nella pausa pranzo ho telefonato ad Ernesta -Ho voglia di figa, della tua figa!!! -Guarda che combinazione, io ho voglia di cazzo, del tuo cazzo…vieni a cena a casa mia e poi ci facciamo due o tre ore di sesso estremo… Non mi spaventava la prerogativa di tre ore di sesso, quella però di dover usufruire della cucina indecente della Tina si…per cui ho aggirato l’ostacolo. - Ho voglia di pizza…le prendo io e le porto a casa tua… per il bere vino bianco o birra? -Birra… adoro la birra con la pizza, prendine due bottiglie grandi…
Alle 19,30 bussavo alla porta della porcona che mi ha ricevuto con cordialità, indossava una vestaglia con gli ultimi bottoni aperti che fungevano da spacco e mi permettevano di vederle le gambe ancora seducenti…la troiona, ci sapeva proprio fare…abbiamo divorato la pizza e quasi le due bottiglie di birra. Poi Tina mi ha preso per mano dicendomi -Andiamo a letto…ho tanta voglia di te… Ha frugato nel frigorifero, con sempre maggior affanno fino a urlare
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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