lesbo
Gli intrighi del convento di San Girolamo 11
di boschettomagico
15.10.2024 |
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"C A P I T O L O 1 1 - Una nuova esperienza
Quando eravamo arrivate io e Fiorella, le novizie giungevano al convento in qualsiasi momento dell’anno e..."
C A P I T O L O 1 1 - Una nuova esperienza Quando eravamo arrivate io e Fiorella, le novizie giungevano al convento in qualsiasi momento dell’anno e ricevevano le prime nozioni affiancate dalle varie suore. Da quando invece Suor Gertrude ci aveva promosse a centro di formazione, ero io ad avere il compito di istruire ed educare le quattro novizie prescelte che arrivavano tutte insieme nel mese di marzo; si era scelto quel periodo perché l’inverno freddo e gelido rendeva il convento poco ospitale e non si voleva impressionare negativamente le ragazze all’inizio del loro percorso. In genere qualche giorno prima del loro arrivo Gertrude mi mandava un messaggio con notizie generiche e vaghe relative alle novizie in arrivo, questa volta però aveva voluto addirittura che io andassi in città per avere un concreto rapporto sulle loro schede personali, la cosa mi aveva stupita tanto che all’inizio avevo pensato che fosse solo una scusa dettata dalla sua voglia del mio cazzo…ma non era così. Ciò non impedì comunque che al mio arrivo al tramonto non ci fossimo infilate subito nel letto per festeggiare l’incontro in quanto non ci vedevamo da ben tre mesi. Come succedeva sempre, come vedevo quella spazzola nera in mezzo alle sue gambe il sangue mi andava alla testa e il mio corpo cominciava a fremere dal desiderio di possedere la mia donna. Dopo il solito 69 che per noi era un rituale obbligatorio, ho cominciato a palparla e sgrillettarla, adoravo sentire tra le mie dita i suoi umori provocati dalla mia lingua; poi mi sono incinghiata il cazzo e sono entrata dentro quella aiuola profumata per scoparla. Gertrude ha spalancato al massimo le cosce per offrirsi completamente ai miei affondi e io ho cominciato a appagare la mia irrefrenabile voglia di possesso. I miei colpi di reni l’hanno subito mandata in estasi e i suoi gemiti hanno cominciato ad accompagnare ogni mio affondo dentro di lei.
-Amore mio… amore mio… perché con te riesco ad accendermi subito… fammi godere tanto… è un periodo che sono super presa e ho bisogno di scaricare tutte le mie tensioni godendo con te.
Queste suppliche accendevano ancora di più la mia bramosia e mi sono scatenata, la penetravo con foga senza soste, ma quella mia “quasi” violenza era particolarmente gradita da Gertrude che ha cominciato a scaricare una lunga serie di orgasmi; non dava segni di appagamento e continuava a ripetere all’infinito “Si”. Allora l’ho girata alla pecorina e ho cominciato a pomparla standole dietro in ginocchio ma con le piante dei piedi ben salde sul materasso, non so da dove riuscivo a prendere tutte quelle energie, in genere in quella posizione resistevo solo un minuto, ora invece ero un toro infuriato che la stava trivellando senza pietà. Se io ero un toro scatenato lei però era la mia vacca che continuava a sborrare.
-Marzia staccati, devo girarmi sulla schiena…
Ho obbedito senza capire il motivo, lei una volta stesa ha allargato di nuovo le cosce, mi ha preso il cazzo in mano e se lo è portato al clitoride sfregandoselo a tutta velocità. Quando ho capito cosa voleva ho continuato io quella scatenata masturbazione spingendoglielo tutto in orizzontale…lei ha cominciato a fremere come assatanata, poi ha spinto il bacino in su e ha cominciato a squirtare come una fontana, getti persistenti e continui di un liquido incolore che hanno cominciato a inzuppare il materasso come se fossero secchiate di acqua; non credevo ai miei occhi…in tutti quegli anni era la seconda volta che la vedevo squirtare, ma mai così violentemente. Quando ha finito le sue “eiaculazioni” si è accasciata esausta e ha cominciato a tremare come una foglia come se avesse la febbre a quaranta. Mi sono spaventata, non sapevo cosa fare, lei se ne è accorta, mi ha tranquillizzata dicendomi
-Tranquilla…non sto male…ma sdraiati su di me, scaldami…sudo ma mi sento gelata!
Il tremito è diminuito e pian piano ha cominciato a riprendere il suo normale colorito…ora ero serena…
- Non te lo nascondo, a volte scopo con qualche importante prelato, addirittura con il camerlengo che è un giovane forte come un toro…ma queste emozioni me le sai dare solo tu…non so quante suore ti fai a San Girolamo… ma certamente faranno a gara per averti…
Nel sentire quella cosa ho provato un senso di rabbia, anche se sapevo che a Gertrude da buona bisex non piacevano solo le donne, la mia inguaribile sete di possesso avrebbe desiderato di non condividere con nessun altro l’unica donna che sentivo di amare; i suoi complimenti comunque mi hanno fatta gongolare e riempire di orgoglio tipicamente maschile. Mi sono tolta il cazzo di legno, ero fradicia, il cinghino aveva fatto il suo dovere, in quelle scatenate cavalcate mi aveva fregato a dovere il clitoride e avevo sborrato come una fontana quasi come la mia lei.
Abbiamo cambiato le lenzuola e siamo cadute in un sonno profondissimo. Al mattino ci siamo svegliate fresche e riposate, ancora abbracciate come quando ci eravamo addormentate; abbiamo fatto una ricca colazione per poi andare nel suo ufficio. Seduta sulla sua poltrona dietro alla sua imponente scrivania, Gertrude ha immediatamente riguadagnato la sua altera immagine di donna di potere. Se io ero la regina incontrastata del convento di San Girolamo, lei era sicuramente la regina di Firenze. Ha preso una cartellina, l’ha aperta e ha cominciato a spiegarmi il motivo della mia visita
-Qui ci sono i nomi delle quattro novizie nuove…ti devi attenere ora rigorosamente ai miei ordini, non ti ho mai messa dei freni su di loro, sicuramente te ne sarai portate a letto parecchie ma ora ti dovrai assolutamente frenare; specie su due di loro dovrai assolutamente cacciare via ogni pensiero libertino e ogni istinto libidinoso. Una si chiama Medina, è una ragazza di una bellezza infinita, una vera e propria madonna, però con dentro di sé una vocazione incredibile. Oltre ad essere bella è pure dotata di una intelligenza rara, volevamo tenerla qui a Roma e affidarla a un istitutore privato, ma lei ha rifiutato; non so come ha fatto sapere di San Girolamo, so solo che è stata lei a pretendere di venire nel tuo eremo sperduto, per partire dalla gavetta come tutte le altre suore. Quindi non solo dovrai comportarti a modo nei suoi confronti, ma dovrai fare di tutto per evitare di farle nascere qualche sospetto su tutti gli immorali intrighi esistenti all’interno del tuo convento, al fine di non farle perdere la fede; ragazze così pure sono rare…e non vogliamo assolutamente perderla. Naturalmente dovrai raccomandare la massima prudenza sia alle tue amanti che a suor Domenica. Io cercherò di abbreviare al minimo la sua permanenza da voi, ma finché lei sarà a San Girolamo tu dovrai togliere tutta la polvere che infesta quelle stanze.
Un’altra che dovrai trattare con la massima prudenza sarà Luisella, è la figlia di un fornaio molto benestante, che doveva convolare a nozze con un rispettato giovanotto, però a colpa di un ignobile destino il novello sposo è mancato improvvisamente per cause naturali il giorno prima delle nozze. Puoi immaginare che colpo è stato per lei, è caduta in depressione e nonostante sia passato più di un anno da quel nefasto giorno è ancora fuori di sé… spera di seppellire il suo dolore con la vocazione. Le ultime due infine sono Giuseppina ed Eleonora, due sorelle, reduci anche loro da una storia che lascia molti interrogativi. Il padre è morto in un misterioso incidente di caccia, la madre si è messa con il fratello del marito ma Giuseppina ha avuto uno scontro con lo zio patrigno e l’ha ferito seriamente con un coltello. Per evitare il carcere la ragazza ha scelto il convento e la sorella ha voluto seguirla…nessuno sa cosa si nasconde realmente dietro quella storia…si parla di odio della figlia nei confronti dello zio, si parla che invece lui che non è uno stinco di santo l’abbia violentata…ho saputo perfino che sono ancora in corsa indagini per scoprire i misteri relativi alla morte del padre…sii solo molto prudente e tieni gli occhi aperti.
Al ritorno ero piuttosto confusa e preoccupata dal fatto che il mio convento si doveva morigerare per un periodo che speravo il più breve possibile; mi auguravo che la promessa fattami da Gertrude sul fatto che avrebbe ridotto al minimo la permanenza delle due “protette” fosse reale e non una semplice boutade. Se il noviziato fosse infatti stato regolare come sempre, avrebbe richiesto più di un anno e sinceramente non riuscivo a capacitarmi di come avrei potuto rispettare le richieste fattami. Le quattro novizie sarebbero arrivate dopo una settimana e in quei sette giorni ho cercato di soddisfare al massimo le mie voglie per sfogarmi visto l’imminente lungo periodo di astinenza. Mi sono concessa così una intera nottata d’amore a turno con le mie quattro amanti: suor Daniela, suor Paola, suor Marina e suor Donata, informandole intanto dell’impegno che dovevamo osservare per lungo tempo; poi per rassicurarmi ulteriormente ho reso nota la faccenda anche a suor Domenica. Nessuna di noi ha accolto quella novità con entusiasmo ma tutte mi hanno garantito il massimo impegno. La prima domenica di aprile è arrivata la carrozza con le nostre nuove quattro ospiti. Come mi aveva anticipato Gertrude, Medina era di una bellezza leggiadra, sia nel viso, luminoso e solare che nel fisico praticamente perfetto. Se Medina era la bellezza in persona, Luisella era il ritratto della tristezza: seria, pallida e patita, tanto da faticare a reggersi in piedi…sicuramente doveva aver amato il suo mancato sposo con tutta sé stessa. Le due sorelle invece erano caratterialmente all’opposto, Giuseppina era disinvolta, decisa e sicura di sé, Eleonora timida, riservata e quasi intimorita. Le due protette le ho fatte alloggiare per riguardo in due celle vicine alle cucine che erano appena state restaurate, Giuseppina ed Eleonora le ho mandate nelle celle che erano riservate un tempo alle novizie all’ultimo piano, quelle che erano state mie e di Fiorella. Il lunedì mattina ho già dato inizio al corso, ero seduta alla cattedra, con i quattro banchi allineati orizzontalmente davanti a me; le guardavo…solitamente ero sempre piuttosto serena il primo giorno, stavolta invece ero agitata, meno sicura di me stessa forse perché sapevo che Medina era una mente eccelsa e temevo di non esserne all’altezza; fortunatamente anche loro erano tese per quella prima tappa del loro percorso, non potevo però rimanere lì imbambolata e ho dovuto rompere il ghiaccio.
-Lo so che siete tese, solo qualche anno fa io ho iniziato il vostro stesso percorso e mi ricordo l’emozione che mi assaliva, però credetemi che con il passare dei giorni prenderete confidenza con il convento, con le vostre sorelle e spero con la sottoscritta. Vi chiederete come mai così giovane io sia già a questo importante ruolo, abbiamo più o meno la stessa età… ebbene è stata solo fortuna…sono arrivata che la badessa madre era gravemente malata e dopo pochi mesi ha abbandonato il convento, suor Gertrude che era la vice e l’aveva sostituita è stata dopo poco tempo promossa a ricoprire ruoli molto importanti…così mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto…ed eccomi qui…ho detto questo perché vi rendiate consapevoli che se saprete diventare buone suore potrete magari anche raccogliere soddisfazioni per una vostra carriera. Solitamente il primo giorno do sempre una specie di tema dal titolo “Chi sono e perché voglio diventare suora” non è perché voglio essere curiosa, ma siccome dovremo stare insieme per più di un anno, vorrei conoscervi bene per saper dare ad ognuna di voi il giusto supporto. Naturalmente questo tema non è una imposizione e se questa mia richiesta la intendete troppo invadente potete optare per un secondo titolo “Il convento di san Girolamo…la mia nuova casa”. Nel pomeriggio ci siamo limitate a discorsi biblici, novità assolute per tutte tranne che per Medina, che conosceva addirittura alcuni passi quasi a memoria. Dopo cena mi sono subito ritirata nel mio alloggio per leggere le loro composizioni…morivo dalla curiosità. Medina aveva narrato l’episodio che le aveva trasformato la vita; era giovane, benestante, si stava godendo la sua gioventù e la sua bellezza quando una sera ha trovato un neonato abbandonato…lo ha portato a casa, ripulito, curato e al mattino dopo lo ha portato in un piccolo orfanotrofio diretto da delle suore. Avrebbe voluto immediatamente adottarlo, ma non glielo hanno concesso, per cui ha cominciato a frequentare le suore per aiutarle nella loro opera benefica e ora desiderava solo prendere i voti e dedicarsi a quella santa causa; allargando il centro in un caseggiato abbandonato di proprietà del padre molto più ampio dell’attuale dimora, a questo proposito stavano già restaurando il fabbricato. Encomiabile!!! Luisella invece aveva focalizzato il suo tema sul dolore dovuto all’improvvisa perdita del suo fidanzato, un tragico evento che le aveva sconvolto la vita. Ormai vedeva tutto nero, ogni angolo del suo mondo le ricordavano quel ragazzo e sentiva che non poteva più amare il suo paese e tutti i luoghi che li avevano visti insieme. Il suo disegno era quello di andare a vivere in un altro posto, il più lontano possibile dalla sua terra natia. A questo scopo il suo desiderio era quello di diventare suora missionaria e andare in Africa. Le due sorelle invece erano state molto vaghe, i loro lavori erano stati ridotti al minimo indispensabile. Eleonora diceva chiaramente che non aveva nessuna vocazione e il suo arrivo al convento era dovuto solo al fatto di stare vicino alla sorella in un momento per lei particolarmente difficile. Giuseppina aveva invece scelto il secondo tema e si era limitata a descrivere la struttura del convento. Il giorno dopo al mio arrivo in aula mi sono stupita nel vedere che le due sorelle avevano avvicinato i banchi e sedevano davanti a me fianco a fianco; si guardavano spesso con intensità sorridendosi teneramente. Nei giorni a seguire mentre io spiegavo, notavo che Eleonora aveva dei momenti in cui arrossiva e respirava quasi a fatica, allora Giuseppina le prendeva la mano e gliela stringeva oppure gliela posava sulla gamba allo scopo di tranquillizzarla… ed effettivamente ci riusciva. Cercavo di studiare se tra loro c’era solo una solidarietà fraterna, o ci fosse qualcosa di più intimo; ma alla fine respingevo la seconda ipotesi in quanto ero solo schiava delle mie idee maliziose. Col tempo però quella idea mi creava sempre più dubbi per cui una sera, al calar delle tenebre sono andata alle loro celle e ho avuto la conferma dell’ambiguità del loro rapporto. La mia ex stanza dove alloggiava Eleonora era aperta e vuota, ho appoggiato allora l’orecchio alla porta della cella della sorella e col pensiero sono tornata indietro nel tempo a quando origliavo per sentire i sospiri amorosi di Suor Domenica e di Fiorella. Sentivo solo dei vaghi brusii, nulla di lampante, ma la mia fantasia viaggiava a mille e immaginavo le due sorelle immerse in un 69 che se la leccavano a tutto spiano; era come se le vedessi dallo spioncino e la mia mente perversa mi ha portata dentro una eccitazione incontenibile. La mia figa si è bagnata e sono stata lì lì per masturbarmi nel corridoio; una cosa che però ritenevo deprimente per una a cui le donne non mancavano… mi sono allontanata allora con passo leggero e sono andata a bussare alla porta di suor Marina, delle mie quattro amanti era quella che aveva la cella più vicina. La suora si è quasi spaventata, ha aperto trafelata la porticina e nemmeno nel vedermi è sembrata calmarsi
-Reverenda Madre non mi dica che c’è un altro incendio!?!
-Non nel convento, ma in mezzo alle mie gambe si, devi provvederci tu, ho voglia di godere, andiamo a letto.
Lei era già a letto mezza nuda, io mi sono spogliata velocemente e mi sono infilata sotto le lenzuola al suo fianco…naturalmente non avevo nessun cazzo con me…ho spalancato le gambe e l’ho quasi implorata
-Leccamela…leccamela… ho tanta voglia della tua lingua…
Marina non era certamente la lingua migliore tra le mie amanti, ma la mia eccitazione era talmente alta che ho gradito ugualmente la sua leccata e sono venuta dopo pochi minuti; non mi sentivo però sazia per cui l’ho invitata a capovolgersi e stendersi sopra di me per fare un 69…la sua foltissima peluria era impregnata dall’odore della sua figa e mi dava una possente carica erotica, ho cominciato a leccargliela con ingordigia e la giovane suora ha cominciato ad ansimare e gemere di piacere…sentirla ansimare mi riportava in corpo la voglia di godere ancora, così mentre le pennellavo la passera, le spingevo la mia in faccia con dei colpi violenti come se stessi scopando…quando lei mi è venuta in faccia ho sentito una vampata di libidine invadere il mio corpo e per la seconda volta in pochi minuti le ho sborrato in bocca. L’ho attirata al mio fianco e ho cominciato a baciarla, mentre la mia lingua le perlustrava tutta la bocca pensavo che magari in quello stesso istante Giuseppina e sua sorella stavano facendo la stessa cosa, il solo pensiero del loro incesto mi mandava in visibilio. Ci siamo baciate a lungo, strette in quel piccolo lettino, cosa inusuale per me che lasciavo sempre poco spazio alle smancerie; poi dopo averle palpato ancora la figa bagnata mi sono rivestita e sono uscita dalla sua cella per tornare al mio alloggio. Avevo promesso a Gertrude di comportarmi a modo per non sollevare il minimo dubbio alle nuove arrivate e invece gironzolavo di notte a origliare e bussavo in orari vergognosi alla porta di una mia amante per farmela leccare…mi vergognavo del mio comportamento, ma sapevo già che col tempo avrei rischiato sempre di più. Nei giorni a seguire le due sorelle continuavano imperterrite nello scambiarsi a vicenda delle tenere attenzioni, gesti però mai volgari, mai osceni, sempre di semplice reciproca tenerezza; dopo una carezza tra i banchi, Giuseppina mi fissava per scoprire le mie reazioni, quasi come se volesse sfidarmi e mettere alla prova il mio grado di sopportazione. Questo loro comportamento mi eccitava, ma fingevo di non accorgermi di nulla, gli sguardi di sfida di Giuseppina mi ricordavano spesso quelli di Piera e proprio quell’esperienza negativa avuta in passato mi portava ad essere prudente e ignorare le sue provocazioni. Ciò nonostante però spesso andavo ad origliare alla sua porta, non sentivo nulla, non vedevo nulla ma l’immaginazione mi dava la solita eccitazione che mi portava poi a bussare alla porta di Suor Marina. Non sapevo come quell’imbarazzante situazione sarebbe finita, ma un fatto strano ha modificato le cose. Era un mattino di inizio aprile, eravamo in aula a studiare la storia dei vari martiri, fuori c’era un’autentica bufera, acqua a catinelle, fulmini, tuoni e raffiche di vento che facevano tremare le finestre come fuscelli. A un tratto abbiamo sentito un grosso boato e un rumore continuo come se fosse crollato qualcosa; abbiamo pensato a un terremoto, ma con quella bufera in atto era però impossibile uscire e siamo rimaste tutte cinque immobili con gli occhi pieni di terrore. Quando finalmente la furia della tempesta si è placata siamo uscite in cortile e abbiamo realizzato cos’ era successo, il vento aveva letteralmente sradicato un albero secolare che si era schiantato contro la finestra della cella di Giuseppina. Siamo salite al piano, lo spettacolo era desolante, l’intera finestra era sfondata, naturalmente tutti i vetri erano in frantumi e una parte dell’albero era incastrato all’interno della cella. Nel frattempo erano arrivate tutte le altre suore e abbiamo cercato di riordinare qualcosa, nemmeno i muscoli di suor Daniela sono però riusciti a buttare fuori i rami che si erano incastrati nella cella così che ci siamo limitate a chiudere il grosso buco della finestra sfondata con dei sacchi vuoti di iuta. Ho poi mandato subito un messaggio via piccione a Suor Gertrude per informarla del grosso danno. Nel pomeriggio abbiamo aggiustato il riparabile in altri settori del convento che erano stati danneggiati in maniera minore, Gertrude intanto aveva risposto al messaggio dicendo che avrebbe provveduto a mandarci una squadra di muratori a riparare il danno, certamente che la cella di Giuseppina era inutilizzabile; avevo pensato di spostare il suo letto in nella cella di Eleonora ma era troppo piccola, due letti non ci stavano. L’unico letto libero rimaneva quello della camera vicina allo studio dove alloggiavo prima di andare nella torretta, quando ho detto però a Giuseppina che avrebbe passato la notte lì lei si è opposta
-No suor Marzia io non posso lasciare sola mia sorella, devo vegliare su di lei…la faccia venire con me.
-Ma c’è un solo letto…
-Si ma è di una piazza e mezza…staremo comode…a casa dormivamo insieme…
-Qui non sei a casa…sei in un convento, non è consentito…
-La prego sorella, chiuda un occhio, mia sorella è fragile…non posso lasciarla sola, impazzirebbe…
Stavo per rifiutare quella richiesta assurda quando mi è venuta in mente che c’era una grata per l’aria tra le pareti della camera e lo studio, da lì avrei potuto spiare le due sorelle; ho finto di riflettere sulla sua richiesta
-So di commettere una grave mancanza ma voglio esaudire la tua supplica, come le vostre celle saranno risistemate però tornerete al terzo piano… Giuseppina ha accolto il mio consenso con un grande sorriso. Dopo cena le suore si sono ritirate nelle loro celle, come ho visto le sorelle entrare nell’alloggio ho aspettato qualche minuto e poi sono entrata nello studio, loro naturalmente non sapevano che io ero lì vicina; sono immediatamente corsa alla grata e ho preso posizione, mai si sarebbero aspettate di essere spiate. Hanno abbassato il lume, la visibilità era ora ridotta e io inizialmente sono rimasta con un palmo di naso; poi però con il passare dei minuti le mie pupille si sono adattate a quella scarsa luminosità e le potevo vedere piuttosto bene. Si sono spogliate, una volta nude si sono sdraiate sul letto e si sono baciate, poi si sono inginocchiate una davanti all’altra e Giuseppina ha preso da una borsa una specie di bastone. Era un pezzo di manico di scopa, ognuna di loro ha impugnato una estremità e se la sono infilata in figa, una volta sistemate si sono avvicinate riprendendo a baciarsi e spingendo entrambi col bacino contro il bastone. Si stavano scopando a vicenda, una scena che ha acceso la mia libidine, pur essendo lì immobile le imitavo e spingevo dei colpi in contemporanea ai loro affondi come se stessi scopando anch’io con loro. Non avevo mai visto nulla di simile e quella cosa mi prendeva un casino, ero eccitata e man mano che spingevo i colpi di reni simulando la scopata mi sentivo bagnare; le invidiavo, volevo a tutti i costi unirmi a loro in quel gioco erotico e studiavo come comportarmi per appagare quel mio desiderio; infischiandomene delle possibili conseguenze ho preso un uccello dal cassetto e aprendo la porta con veemenza sono entrata nella stanza. Al rumore dell’apertura della porta le due sorelle sono sobbalzate facendo saltare sul letto il manico di scopa; Eleonora è subito avvampata e si è coperta con il lenzuolo, Giuseppina è rimasta invece immobile infischiandosene del fatto che era nuda davanti a me: aveva due piccoli seni minuti ma sodi e una figa piuttosto pelosa che hanno calamitato subito il mio interesse.
-Screanzate, è questo sconcio comportamento il ringraziamento per avervi concesso di dormire insieme?
Giuseppina che continuava imperterrita a rimanere nuda davanti a me ha prontamente ribattuto
-E lei come si permette di piombare nella nostra stanza a violare la nostra intimità
-Questo è un convento, non è un albergo, qui non si viene per cercare intimità ma fede.
-Proprio perché è un convento lei non dovrebbe essere qui, o la reverenda madre è una guardona che adora spiare due ragazze che cercano di svagarsi dopo aver dovuto sorbirsi i suoi inutili sermoni.
-Ti avevo dato un tema di presentazione da svolgere per cercare di capire come aiutarti in questo tuo percorso, l’hai rifiutato; avevi forse paura di ammettere di essere una lesbica per di più incestuosa?
-Perché! Se le avessi confidato i miei segreti lei non si sarebbe scandalizzata forse?
-Cosa ne sai, hai dimostrato solo paura di confidare la tua personalità, senza dare fiducia a chi chiedeva lumi
-Ah ah ah sta a vedere che la badessa non è una bigotta incallita ma ha anche un lato femminile tutto suo…
Ne avevo basta, pian piano ho cominciato a spogliarmi…Giuseppina mi guardava incredula, Eleonora sorpresa…quando sono rimasta completamente nuda mi sono avvicinata al letto…
-La sai leccare solo a tua sorella o lo sai fare anche a una suora bigotta…
Giuseppina era rimasta di ghiaccio, sudava freddo, aveva perso tutta la sua baldanza…io invece ero ormai completamente irresponsabile, non mi rendevo conto del mio ridicolo comportamento…le ho messo però una mano sulla nuca e l’ho spinta verso la mia passera con estrema decisione
-Assaggiala, ha l’odore e il sapore di una femmina qualsiasi… davanti a te non c’è una suora ma una donna arrapata.
Giuseppina è scesa dal letto, si è inginocchiata davanti alla mia pelosa e ha avvicinato il viso allungando poi la lingua lentamente fino a sfiorare le mie grandi labbra… in quel momento mi sentivo forte, l’avevo domata, per cui le ho spinto con la solita decisione la faccia completamente in mezzo alla mia peluria urlandole
-Su piccola ribelle…fammi vedere cosa sai fare.
La novizia ha cominciato a leccarmela, inizialmente con timidezza poi con maggior decisione, Eleonora aveva lo sguardo sbarrato e seguiva il tutto in assoluto silenzio ma aveva lasciato cadere il lenzuolo e io mi beavo nella visione del suo florido corpo, soprattutto del suo seno sodo e prosperoso. Pensavo fosse una brava leccafighe, mi sbagliavo, era impacciata, senza ardore, l’ho allontanata, mi ha guardata stupita; l’ho fatta stendere sul letto, ho preso il cazzo e ho cominciato ad incinghiarlo, mi guardava con occhi allucinati, non aveva mai visto nulla di simile, una volta sistemata le ho allargato le gambe
-Tu non sai cosa sia veramente l’amore tra due donne… scommetto che sei solo una da cazzo, eccotelo allora
Gliel’ho puntato in mezzo al suo fighino, gliel’ho sfregato per un minuto, appena ho capito che la cosa le piaceva l’ho penetrata…mi ha accolto con un lungo sospiro di piacere, avevo ragione…era solo una da cazzo. Ho cominciato ad ondeggiarle dentro e lei ha iniziato a sbavare, contorcendosi sotto i miei colpi
-Oh che bel cazzo…ohhh che bel cazzo…lo sento tutto dentro di me… mi sta riempiendo
Ormai aveva spalancato completamente le cosce…mi si offriva tutta completamente…si è sparata un primo celere orgasmo ma intuivo che per lei era solo un antipasto, tanto che mi spingeva le mani sulle natiche per sollecitarmi a non smettere…in lei vedevo la stessa foga di godimento di Mirella, probabilmente anche Giuseppina aveva uno stretto rapporto con la ninfomania. Eleonora ora era incantata a vedere quanto la sorella stava godendo, era il momento di inserirla nel gioco - Su… accucciati su tua sorella e sbattile la tua passera in faccia che ti leccherà come non ha mai fatto. Ha immediatamente obbedito, era eccitata, come si è posizionata ha cominciato a smaniare, segno che Giuseppina aveva cominciato a lappargliela; era la mia prima esperienza a tre in cui comandavo il gioco, anni prima con Terenzia e Gertrude l’avevo già vissuta ma in un semplice ruolo di comprimaria, qui invece ero il fulcro di quel triangolo saffico… E quanto mi piaceva…ero estasiata, Eleonora era praticamente davanti a me, a gambe larghe che si gustava le pennellate della sorella; sudata e ansante era ancora più bella…la desideravo…volevo assaggiarla…
-Allunga il collo, avvicina la tua bocca alla mia e infilami la lingua in bocca…
Era un azzardo, lo sapevo, correvo il rischio che rifiutasse rompendo quel bell’incantesimo; invece ha immediatamente obbedito e mi sono trovata in bocca quella lingua fresca ed invitate “Mmmmmmm”. Quella magica atmosfera si è interrotta dall’ urlo di Giuseppina, che forse aveva raggiunto l’ennesimo orgasmo…quello dell’appagamento totale. Eleonora è sobbalzata dallo spavento, si è staccata dalla mia bocca…era rossa di euforico piacere, la sorella però aveva smesso di leccargliela, lei sembrava dispiaciuta, ho colto la palla al balzo
-Eleonora tua sorella è sazia, vuoi prendere il suo posto e godere così sfrenatamente anche tu
Ha annuito a gesti…ho tolto l’uccello dalla sorella che era accasciata, quasi inerme; ho fatto mettere Eleonora alla pecorina e temendo che Giuseppina tornando in se si opponesse gliel’ho subito infilato. Nonostante fosse bagnata la penetrazione non è stata semplice come quella della sorella, ma alla fine anche Eleonora ha cominciato a godersi il mio uccello di legno. Risvegliata dai gemiti di piacere della sorella Giuseppina ha riaperto gli occhi, non si era resa conto di cosa stavamo facendo, ha sbarrato gli occhi ma io ho prevenuto il suo intervento
-Su spalanca le gambe che tua sorella te la lecca mentre io la scopo…
Non so se non aveva la forza di reagire o se era attirata dalla lingua della sorella so solo che ha allargato le gambe passivamente e ha offerto la sua figa completamente impregnata di umori alla leccata della sorella. La passera di Eleonora era stretta, ho dovuto alzare il bacino e affondarle dentro con spinte più decise ma facendo così il laccetto di cuoio ha cominciato a strofinarmi il clitoride a modo e sono esplosa anch’io. Nonostante avessi raggiunto l’orgasmo non ho mollato il ritmo e prima di alzare bandiera bianca ho voluto far godere anche la piccola dea che ansimando si è inarcata e ha raggiunto un intenso godimento. A coronare questa esplosione di piaceri ha contribuito infine ancora Giuseppina che è esplosa in faccia alla sorella; era stata proprio una bella scopata,una bellissima nuova esperienza!
Il mattino dopo ho dato un tema dal titolo “…Dopo un mese di noviziato…cosa sento…” prima del pranzo mi hanno consegnato i loro svolgimenti…quello di Giuseppina mi ha choccato… ” Cara Reverenda Madre…mi scuserà se preferisco comporre il tema che non avevo mai svolto… Eravamo una famiglia felice fino a quando mio padre è perito in uno strano incidente di caccia, senza di lui ci siamo trovate allo sbando, mio zio Remo però ha deciso di aiutarci e ci ha presi nella sua casa con sé. All’inizio sembrava tutto bello, addirittura dopo un anno ha sposato mia madre e io e mia sorella siamo ufficialmente diventate sue figlie, ma con il tempo si rivelava sempre più evidente che il mio nuovo padre non era altro che un uomo particolarmente violento. Mia mamma portava spesso in volto i segni della sua irruenza e nel frattempo lui aveva cominciato a riservarmi parecchie attenzioni… io ho commesso l’errore di accettarle, in quanto stava sviluppandosi in me una prematura e disinvolta sfrontatezza giovanile. Col tempo Remo ha cominciato a corteggiarmi impunemente e io ero lusingata da quel suo adulato interessamento; mi copriva di mille attenzioni e mi faceva regali molto costosi, poi una sera si è infilato furtivamente nella mia camera. Mi ha detto che era pazzamente innamorato di me e che se lo accettavo, avrebbe sciolto il suo legame con mia madre e sarei diventata la sua donna, che avremmo girato il mondo divertendoci in continuazione. Ero letteralmente infatuata da quelle promesse e ho ceduto concedendomi a lui…quella notte mi ha sverginata, ma quell’esperienza non era stata traumatica, tutt’altro; ero estasiata, avevo goduto come non ritenevo fosse possibile, così che ogni notte lo ricevevo nel mio letto, ben contenta di godere pazzamente e provare l’emozione di vedere un adulto ai miei piedi. Con il passare del tempo però Remo cominciava a cambiare, non solo inventava continue scuse per non mantenere le sue promesse, ma pian piano diradava le sue visite nel mio letto e io che ero ormai schiava dei piaceri carnali ne ero delusa; la cosa più grave era però che ora dedicava tutte le sue attenzioni a mia sorella, appena sedicenne a cui rivolgeva le stesse promesse fatte a me a suo tempo. Scoprivo solo adesso quale tragico errore avevo commesso…un giorno che stava palpeggiando mia sorella le sono piombata addosso, ma sono stata sopraffatta dalla sua mole e mi ha riempita di botte. Mi maledicevo da sola ma nonostante tutti i miei lividi sentivo di desiderarlo, di avere voglia di lui, l’ho addirittura pregato di venire nel mio letto…lui però mi ha rifiutata dicendomi “Sei puttana tanto quanto tua madre che se la intendeva con me anche prima della morte di tuo padre, fate tutte schifo… stasera coglierò anche il fiore vergine di tua sorella, così mi sarò fatto tutta la famiglia di quel cornuto di mio fratello. Ero disperata, sono corsa nella stanza di Eleonora, cercando di aprirle gli occhi ma lui se ne è accorto e ci ha chiuso la stanza a chiave. Sapevo che il suo scopo era solo quello di sverginare mia sorella per poi buttarla dopo un po’ nella spazzatura come me e nostra madre; così che non so come mi è venuta una strana idea… ho segato un manico della scopa e senza rendermi conto ho sverginato così meschinamente mia sorella, ero convinta che non potendo più cogliere il fiore vergine ci avrebbe cacciate…quando il porco è entrato nella camera mia sorella era sul letto in trance e io ridendo l’ho aggredito
-Sei arrivato tardi…non ci sono più fiori incolti…
Il suo volto è diventato paonazzo, si è avventato su di me, mi ha buttata sul letto e ha cominciato a torcermi il collo tra le sue possenti mani; non potevo reagire, mi sentivo pian piano morire, nel disperato tentativo di cacciarlo da me la mia mano destra si è trovata a diretto contatto con il pugnale che teneva alla cintura, con la forza della disperazione ho impugnato il coltello e gliel’ho conficcato nel fianco sinistro per due volte. Il porco ha immediatamente mollato la presa, si è portato le mani al fianco e nel vederle sporche di sangue è svenuto; nel frattempo attirata dalle urla è arrivata mia madre con la servitù, hanno immediatamente chiamato aiuto; fortunatamente i colpi non erano letali per cui Remo seppur lentamente ha potuto riprendersi, ha cacciato da casa sua mia madre e maledicendo sia me che mia sorella, ci ha dato la possibilità di evitare il carcere solo se avremmo accettato di chiuderci entrambe in questo convento. Ora Reverenda Madre sa tutto di me…sa della mia ingenua fragilità immorale, ma sa anche del mio amore ossessivo per il cazzo, causa dei miei guai; ieri sera è stata fantastica, ci ha fatte impazzire entrambe, ci ha fatto scoprire che anche una donna può farci godere in modo sensazionale…stasera l’aspettiamo!!! Dopo quella lettura ero letteralmente sconvolta, temevo che Giuseppina con la sua irresponsabilità poteva inguaiarmi come aveva già fatto Piera; la notte precedente però io avevo raggiunto limiti di piacere inimmaginabili e sapendo che da quel lato ero fragile come il vetro sapevo che sarei tornata da loro. Prima della ripresa delle lezioni sono andata da Suor Daniela, vedendomi si è illuminata come al solito ma si è spenta immediatamente quando ha capito che non ero lì per scoparla…
-Hai un bel ramo nodoso di almeno sessanta, settanta centimetri…
-Devo controllare, ma penso di si…ma perché così lungo? È un cazzo da cavallo quello…
-No! Dovrai lavorarlo su entrambe le estremità, scolpire due uccelli sullo stesso ramo…Mettiti subito al lavoro…oggi sei dispensata da ogni altro compito, chiudi il cancello e vedi di accontentare la mia richiesta entro stasera.
Durante la lezione il mio sguardo incrociava spesso quello delle due sorelle, i loro occhi praticamente mi dicevano “ Stasera ti vogliamo!!!”…la cosa più strana era che Eleonora era quella che più di Giuseppina mi faceva capire che aveva voglia di me; la cosa mi stupiva e mi lusingava….la sera prima mentre la prendevo alla pecorina spesso e volentieri il mio sguardo fissava il buchino del suo culo, una rosellina perfetta, completamente glabra e rosea come quella di un neonato…e lì la mia libidine non aveva più avuto limiti. Prima di cena Suor Daniela è venuta nella torretta a consegnarmi la sua opera in un sacchetto di stoffa, moriva dalla curiosità; ho taciuto ma l’ho ricompensata schiaffandole la lingua in bocca per diversi minuti.
Come il refettorio si è svuotato sono volata nello studio…ho aperto la porta della camera da letto…le due sorelle erano già sotto le coperte, come mi hanno vista entrare mi hanno accolta con un sorriso
-Finalmente! Ti stavamo aspettando… Hanno lanciato via le lenzuola, erano completamente nude; mentre mi toglievo la tonaca ammiravo i loro corpi…completamente diversi, nessuna avrebbe mai concluso che erano due sorelle: Giuseppina dal fisico minuto, bruttina di viso, tettine piccole, figa pelosa; Eleonora fisico perfetto, viso angelico, seni procaci ma sodi, passera rasata…sicuramente se la depilava, cosa rarissima per quei tempi.
Una volta anch’io nuda, sono salita sul letto e mi sono seduta appoggiando la schiena alla testiera, ho tirato su le ginocchia per creare uno spazio, ho tirato fuori il doppio fallo e l’ho dato a Giuseppina
-Inginocchiatevi qui davanti a me e scopatevi… due belle fighe come le vostre meritano molto di più di un manico di scopa; nel vedere quella “cosa” hanno strabuzzato gli occhi, sicuramente non avevano mai visto nulla di simile ma senza farmi domande si sono inginocchiate una davanti all’altra e hanno cominciato ad infilarsi l’arnese. Naturalmente Giuseppina ha preso la parte più voluminosa e ha preso l’iniziativa…si è infilata da sola il suo cazzo aiutando poi la sorella a infilarsi l’altro…come sono state in posizione hanno cominciato a oscillare. Era un bellissimo spettacolo vederle all’opera, si gustavano a tratti la propria penetrazione per poi abbracciarsi e baciarsi con passione; quando staccavano le bocche mi guardavano per vedere se annuivo. Il loro numero mi eccitava, non staccavo gli occhi da loro e ho cominciato ad accarezzarmela
-Su care, scaldatevi bene che poi vi scopo entrambe.
Hanno intensificato il loro ritmo; fino a che Giuseppina ha raggiunto per prima l’orgasmo…quella maiala era una grande amante del cazzo…quando è venuta si è fermata…ed Eleonora che stava per godere è rimasta in bianco…segno di grande egoismo della sorella maggiore…per cui mi sono incinghiata l’uccello di legno, le ho staccate, ho steso sul materasso la più giovane, le sono salita sopra mettendole la lingua in bocca
-Tranquilla, ora ti faccio godere io…
Ha subito risposto al bacio, ho abbassato la mano per palparle la passera, era bagnata, per cui le ho infilato il cazzo con la massima dolcezza e ho cominciato a spingere senza smettere di baciarla; Eleonora ha spalancato le cosce e ha cominciato a mugugnare
-E’ bellissimo…reverenda Madre sai essere anche dolce…dopo ieri non lo pensavo…
-Hai bisogno di dolcezza tesoro mio e te la sto dando…
La giovane mi ha stretta fortemente mi ha infilato tutta la lingua in bocca ed è venuta ansimando; solo allora ho alzato lo sguardo verso Giuseppina, era seduta su un angolo del letto e si stava masturbando con la parte grande del doppio fallo…
-Su vieni qui e mettiti alla pecorina…adesso tocca a te… ma mentre ti prendo lecca la figa di tua sorella…
La baldanza di Giuseppina era ormai completamente svanita, ora era solo una cagnolina ubbidiente pronta a tutto pur di godere; mentre la pompavo a mille lei rispondeva con dei grugniti di piacere ma nei momenti di sosta leccava la passera della sorella con avidità. Quando è venuta ha cominciato a gemere contorcendosi come un boa
-Ti piaccio così porca eh Reverenda Madre…ammettilo che adori le maiale come me…
La sua strafottenza mi infastidiva, volevo darle una lezione…dettata dalla mia solita mania
-Le vere porche sono di un’altra pasta…Per diventare la maiala che vorresti essere ti manca ancora tanto
-E cosa potrebbe mai mancarmi?
-L’hai mai preso nel culo?
-No!!! Che c’entra quello…
-C’entra invece…c’entra molto…ti manca il culo rotto…allora si saresti una vera maiala…
La porcella proprio in quel momento si stava sparando un orgasmo, dopo una serie di urla incontenibili si è arresa senza perdere la sua solita baldanza
-Allora cosa aspetti a infilarmelo nel didietro…
Anche questa volta avevo fatto centro… ho tolto l’uccello dalla passera, era lubrificato dai suoi umori vischiosi, e senza troppi preamboli gliel’ho puntato nel buchino e ho spinto senza il minimo riguardo. La sua prima reazione è stata solo di dolore e ha emesso un lungo lamento…Eleonora si è spaventata ” Toglilo subito le stai facendo male” La sorella però l’ha subito zittita, doveva dimostrare che lei non temeva nulla
-No Eleonora non mi fa male…Su Reverenda Madre… rompimi il culo…sfoga le tue perversioni…vendicati su noi povere novizie indifese delle tue frustrazioni…sono sicura che sapere che noi avevamo una gioventù felice prima del fattaccio ti ha dato fastidio…sicuramente tu non sei mai stata veramente amata.
La porcella nascondeva con quegli scatti d’ira il dolore che provava, ma pian piano cominciava a prenderci gusto e dopo pochi minuti i lamenti si sono trasformati in gemiti di goduria…cominciava a godere con il culo.
Quando è venuta di nuovo si è accasciata sul letto inerme, ha preso fiato, si è girata e mi ha urlato
-Ora sono una porca allora!?! Ho la tua benedizione a poter usufruire di questo titolo?
-Si!!! però adesso leccami la figa e fammi venire sulla tua faccia…
Il lupo era ormai agnello e anche questa volta ha ceduto alle mie richieste…se il giorno prima non avevo apprezzato la sua lingua ora mi ricredevo e dopo un minuto le ho sborrato in faccia tutto il mio piacere.
Nei giorni a seguire tutte le sere facevamo sesso per delle ore, a volte pensavo di rompere il culo anche a Eleonora ma non volevo tirare troppo la corda e rinviavo l’evento sapendo che ormai l’avrei coronato presto. Dovendo però dedicarmi completamente alle due sorelle, trascuravo così le mie vecchie amanti, avrei voluto infilarmi in un letto diverso, puttana come ero la solita routine con loro cominciava ad annoiarmi ma purtroppo non mi davano tregua; alla fine dei loro compiti sul foglio mi scrivevano entrambe “Stasera vogliamo il tuo cazzo!!!” La cosa cominciava a preoccuparmi, un pomeriggio mentre loro facevano un tema sui vari ordini monastici io ero alla finestra che guardavo nel cortile e riflettevo sul fatto che la mia bramosia nel possedere chiunque mi aveva portato di nuovo dei guai simili a quelli di Piera…ma ora non potevo rivolgermi di nuovo a Gertrude, specie dopo che le avevo promesso che mi sarei calmata con le quattro novizie al convento. A un tratto ho visto suor Stefania, la direttrice del coro della chiesa, l’unica suora che non aveva mai suscitato in me il minimo interesse per il suo aspetto mascolino, che attraversava il cortile e andava ad aprire il portone; non aspettavamo nessuno e la cosa mi ha stupita, ma il mio stupore è aumentato quando ho visto entrare una carrozza dalla quale è scesa Suor Gertrude. Il mio cuore ha cominciato a battere più forte, volevo andarle incontro, ma la porta dell’aula si è aperta e lei è entrata con passo imperioso; immediatamente le quattro novizie sono scattate sull’attenti, era troppo alto il carisma di quella donna che sapeva dominare tutto il convento. Mai io sarei arrivata ad essere così rispettata e così temuta… mi ha salutata con un abbraccio
-Comode ragazze…comode. Suor Marzia dovrei conferire con Giuseppina ed Eleonora, possiamo andare nel vostro ufficio?
-Certamente
-Medina e Luisella siete libere, potete andare in chiesa o nella vostra cella, per oggi non avete più impegni.
Stavo per uscire anch’io, ma Gertrude mi ha bloccata…no, no venga anche lei Suor Marzia. Mentre andavamo verso il mio ufficio, sentivo tremendi nuvoloni neri addensarsi su di me, tremavo di paura, certamente qualcuno aveva riferito a Gertrude della nostra tresca…ma chi? Mi mordevo le labbra e mi preparavo al peggio temendo anche di aver compromesso la mia carriera. Giunte all’ufficio ci siamo accomodate intorno al tavolone, pensavo per me fossero solo guai ma invece…Gertrude ha fissato le due sorelle e ha detto loro
-Si sono verificati fatti importanti in città, Remo, il vostro patrigno, è stato arrestato ieri ed è attualmente rinchiuso nel carcere cittadino, con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di un certo Paolino. Un uomo che da tempo lo ricattava e pretendeva sempre più denaro per non rivelare certe cose a cui aveva direttamente assistito; Remo stanco di pagare ingenti somme per garantirsi il suo silenzio ha cercato di ucciderlo…fortunatamente non ci è riuscito solo perché i gendarmi sono arrivati appena in tempo. Paolino allora ha rivelato il motivo del ricatto, aveva assistito all’assassinio di vostro padre da parte di Remo; il vostro genitore quindi non è morto per un incidente fortuito ma per una fucilata volontaria del fratello. Remo messo alle strette ha confessato il tutto, quindi sarà giudicato sia per un omicidio appurato che per un altro tentato, sicuramente sarà atteso da una condanna molto pesante. Vostra madre ha già fatto ritorno alla vostra abitazione che aveva dovuto abbandonare e in quanto moglie legittima erediterà tutti gli averi di Remo che sono molto sostanziosi; inoltre la denuncia nei confronti di Giuseppina viene a cadere e di conseguenza anche l’obbligo alla vostra permanenza qui nel convento. Perdere delle suore è sempre per me un fatto molto spiacevole, ma se volete potrete liberarvi dal vostro voto di obbedienza; quindi sta a voi scegliere: se vorrete rimanere qui e continuare il vostro percorso sarete da noi ben accette, se invece volete sciogliere la vostra promessa potrete firmarmi questa liberatoria e tornare in città con me già stasera per riunirvi a vostra madre.
Le due sorelle sono rimaste ammutolite, più che felici sembravano sorprese, si guardavano negli occhi perse e stordite da quella sequela di notizie che stavano ripianificando la loro vita; naturalmente è stata Giuseppina a prendere la parola, con un tono dolce e gentile che non le avevo mai sentito…
-Suor Gertrude, lei capirà che questa notizia è per noi un fulmine a ciel sereno, dobbiamo darle una risposta immediata o possiamo riflettere tra di noi, scegliendo con serenità cosa fare del nostro futuro?
-Vi concedo una mezz’ora, io e suor Marzia andiamo nel frattempo a vedere come procedono i lavori di ripristino delle celle distrutte dal nubifragio, poi tornerò a sentire la vostra decisione.
-Veramente noi vorremmo parlarne anche con Suor Marzia, in fin dei conti è stata la nostra educatrice in tutti questi mesi…
Gertrude è rimasta stupita dalla loro richiesta ma ha accettato il tutto dicendo “Bene allora andrò da sola!” Una volta che lei è uscita le due sorelle mi hanno fissata con intensità, Giuseppina era titubante
-Suor Marzia, in queste ultime settimane lei ha saputo darci una serenità interiore che ci ha permesso di superare momenti di gran sconforto, in quel letto che c’è di là abbiamo passato ore di infinito piacere che ci hanno portate a godere come mai ci era capitato prima; ciò che ha detto suor Gertrude per noi è importante ma vorremmo sapere se lei approverebbe la nostra volontà di tornarcene a casa.
Certo non potevo mettermi a fare capriole di gioia come avrei voluto, ma pur incoraggiandole non dovevo permettere che avessero qualche dubbio di tornare sulla loro decisione.
-I nostri momenti felici vissuti a letto sono poco o nulla nei confronti del vostro riavvicinamento a vostra madre, inoltre per la vostra famiglia sarebbe una rivincita totale su quelle voci che sicuramente si saranno abbattute su di voi dopo il vostro allontanamento voluto dal vostro patrigno. Avete sempre detto che eravate qui solo perché vi era stato imposto…ora non avete più nessuna imposizione, quindi tornate alla vostra vita e di San Girolamo ricordate solo le ore liete.
-E i nostri piaceri del sesso? Non potremo più riviverli separandoci… come farete senza di noi…
-Col tempo cercherò di trovare qualche altra suora che voglia farmi compagnia, voi potrete invece cercare con calma sane amicizie da cui potranno nascere magari buone relazioni per i futuro. Nel frattempo io vi faccio un regalo (ho preso da un cassetto il doppio fallo di legno e l’ho dato a Giuseppina), nei momenti in cui avrete voglia di svagarvi questo potrà essere un ottimo compagno di giochi.
Giuseppina lo ha preso e lo ha quasi accarezzato, poi ha replicato
-Suor Marzia non dimentichi che io ho il titolo di gran maiala, me l’ha dato lei, e con le possibilità economiche che avrò penso che sarò corteggiata da giovani belli e aitanti che potrò manovrare a mio piacere... e giocare così con degli uccelli veri; basta coi surrogati di legno e i manici di scopa. Prometto però che se io e Eleonora avremo voglia di giochi tutti nostri lo useremo pensandola.
Quando è arrivata Gertrude le due sorelle le hanno comunicato la loro decisione di tornare a casa, cosa che la mia amata si aspettava sicuramente; allora lei ha detto
-Preparate i vostri bagagli si parte quando le suore arriveranno per la cena così le potrete salutare.
Poi mi si è avvicinata sussurrandomi “Abbiamo il tempo per andare su alla torretta e farci una bella scopata” Mi sentivo scarica, stanca, la maratona di sesso con le due sorelle cominciava a pesarmi, soddisfare due donne in contemporanea ogni notte non era semplice; ma ci vedevamo ormai raramente e ho accettato.
Gertrude era sempre bella ed attraente, sembrava che per lei il tempo non passasse mai; vederla nuda era sempre una cosa piacevole, elettrizzante. Lei aveva talmente voglia di me che ha voluto saltare il solito preliminare del 69; ma io prima di infilarle il mio uccello ho voluto ugualmente dare una leccata a quella fantastica pelliccia profumata. Mentre facevamo l’amore la guardavo in viso, dalle sue smorfie e dai suoi gemiti capivo che ero la sua amante prediletta, quella donna mi amava; dentro di me per non sentirmi in colpa speravo vivamente che facesse sesso anche con degli uomini, perchè come donne avevo la quasi certezza che c’ero solo io. Nonostante stessi cercando di dare il meglio di me stessa, Gertrude ha capito che non ero la solita fantastica amante e nonostante l’orgasmo che le avevo regalato mi ha detto
-Marzia c’è qualcosa che non va?
-Nulla amore mio, sono solo stanca.
-Spero che la tua stanchezza non derivi dal fatto che stai facendo sesso con Medina!?!
-Gertrude so di essere una gran puttana ma ti avevo promesso che l’avrei rispettata per tutta la sua permanenza…e le promesse le mantengo…
Gertrude ha accusato il mio tono adirato e si è pentita di quella sua sparata
-Scusa, non dovevo dire quella scemenza, ma oggi la guardavo, è di una bellezza rara e so che per chi ama le donne come noi due si può cadere in tentazione, è sicuramente la più bella donna che sia passata in questo convento
-No!!! E’ sicuramente bella, ma non è stata la più bella; tra queste mura c’è stato di meglio.
-Meglio di Medina? E chi mai ci può essere stata.
-Tu amore mio!!! Sei una rosa eternamente splendida che non sfiorisce mai!!!
Gertrude è rimasta fulminata da quella mia frase, è arrossita, il suo mento ha cominciato tremare e non ha saputo trattenere una lacrima di commozione; mi ha stretta forte a se fino a farmi male e mi ha sussurrato nell’orecchio “ Ti amo!!! E ti amerò per tutta la vita”.
Ora ero io ad essere emozionata, l’ho baciata con passione, quel bacio d’amore mi ha dato una carica incredibile, l’ho messa a pecorina e l’ho posseduta fino a che mi ha detto “Basta, ti prego, non ce la faccio più!!!”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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