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Gli intrighi del convento di San Girolamo 12


di boschettomagico
05.11.2024    |    43    |    0 8.0
"Mi concentravo sulle loro lingue così diverse ma entrambe eccitanti e sentivo che i miei capezzoli erano ormai turgidi..."
C A P I T O L O 1 2
La mia nomina ufficiale

Dopo la partenza di Giuseppina ed Eleonora sono tornata alla mia tradizionale vita, dopo qualche giorno di riposo…ne avevo bisogno…ho ripreso a saltellare tra i letti delle mie quattro amanti; per la seconda volta avevo rischiato di compromettere la mia libertina esistenza per volere sempre provare nuove emozioni anche con donne pericolose che era meglio evitare. Ora speravo solo che quello sfiorato pericolo servisse almeno a rendermi più prudente. Le più felici erano certamente Daniela, Paola, Marina e Donata che potevano finalmente tornare a divertirsi con il mio uccello di legno; sicuramente qualcuna aveva intuito il motivo della mia latitanza, ma mai mi erano stati chiesti lumi in merito, anche perché non li avrei sicuramente dati. Era quindi bello godere della libertà di scegliere liberamente a chi offrire le mie prestazioni in qualsiasi momento della giornata; però sentivo che mi mancavano le emozioni di quelle orgette che mi avevano letteralmente stregata. Anche in classe le cose erano migliorate, in quanto ero rimasta con le due cervellone della squadra e potevamo fare lunghe discussioni sui più disparati argomenti, arricchendo sia il mio bagaglio culturale che il mio carattere in quanto in quelle ore ero completamente libera da pensieri di natura sessuale. Motivo per cui quando il 31 agosto Suor Gertrude è venuta a prendere le due novizie anticipando come aveva predetto la loro dipartita da San Girolamo la cosa mi è dispiaciuta molto. Medina tornava a casa perché il nuovo orfanotrofio era terminato e volevano assegnare a lei la direzione dell’istituto, facendole terminare il noviziato in città; Luisella invece veniva promossa a suora con anticipo per permetterle di andare con i missionari che partivano sempre regolarmente all’inizio di settembre. Gertrude si è fermata al convento per la notte così che abbiamo potuto fare una nottata completa di sesso. Era in forma e aveva voglia di me, così abbiamo potuto sfogare entrambe tutta la nostra libidine, forse il vederci solo ogni tre mesi era il segreto della saldezza del nostro rapporto sia sentimentale che sessuale. L’ho leccata per un’ora, bloccando la mia lingua ogni volta che sentivo che stava per venire, così che quel lento pennellamento era diventato una piacevole tortura che la faceva impazzire; quando ho deciso di farla venire mi ha inondato il viso fino ad affogarmi. Ha scaricato orgasmi a raffica ma non era mai sazia e a un certo punto mi ha detto
-Ho il clitoride che sembra mi debba scoppiare, ti prego fregamelo con il dito… Il mio medio è entrato subito in azione e ho cominciato a torturarglielo, alternando forti schiacciamenti a leggerissime carezze con il polpastrello che la sfiorava delicatamente; Gertrude si contorceva sul letto come un cobra, mi è venuta in mano ma non sazia mi ha pregato di non fermare il dito…il bottoncino era gonfio come non l’avevo mai visto, sembrava la punta di un peperoncino rosso, andavo cauta per paura di farle male ma lei ripeteva in continuazione
-Forte e veloce…forte e veloce…più veloce…più veloce…più veloceeeeeee
Ho obbedito ai suoi voleri e alla faccia dei suoi precedenti orgasmi ha ripreso a godere, il clitoride ora sembrava un piccolo cazzetto in miniatura completamente scappucciato e più glielo torturavo più lei smaniava; alla fine ho cominciato a fregarglielo con due dita alla massima velocità, sembravo una macchinetta impazzita tanto che per l’eccessiva velocità mi doleva tutto il braccio. A quel punto lei ha inarcato la schiena spingendo il bacino in fuori e ha cominciato a squirtare; dalla sua passera partivano dei getti regolari ma continui, alti trenta o quaranta centimetri, sembrava una fontana. All’inizio ho avuto un momento di terrore, non l’avevo mai vista squirtare così prepotentemente, ma quando ho capito che i suoi gemiti e le sue urla erano solo di piacere sono rimasta lì immobile ad ammirare quella sua spettacolare goduta. Poi come sempre dopo uno squirt, ha cominciato a tremare senza soste e ho dovuto sdraiarmi su di lei per scaldarla in quanto pur sudando abbondantemente era completamente ghiacciata; fortunatamente sapevo che era una reazione naturale che la colpiva sempre dopo quel tipo di violento orgasmo. Aveva infradiciato non solo le lenzuola ma anche il materasso…sarebbe stato impossibile dormirci sopra per cui siamo state obbligate a trasferirci nel letto dello studio a pian terreno. Ci siamo sdraiate sotto le coperte, ci siamo baciate…veri baci d’amore… Gertrude ormai si era scaldata ma era ancora in trance…mi ha abbracciata fino a farmi male, era il suo “Grazie” per il piacere che le avevo dato
-Amore mio sei stata portentosa, solo con te io riesco a godere così smoderatamente…tu però non hai ancora goduto…dai mettiti su il cazzo che mi scopi e godi coi laccetti.
Ho obbedito e come al solito mi sono specchiata, adoravo vedermi riflessa completamente nuda con quella vigorosa piccola proboscide di legno in mezzo alle gambe; sono salita sul letto e ho cercato di trastullare la passera della mia amante con la cappella di legno ma come gliela appoggiavo lei ritraeva il bacino
-Accidenti come me la sfiori la sento bruciare smoderatamente…non sopporto i tuoi sfregamenti…
Ho provato allora a leccargliela un po’ per lubrificargliela con la mia saliva, ma la sua reazione è stata la stessa, per cui gliel’ho guardata da vicino…dire che era rossa era riduttivo, era quasi violacea…
-Hai preteso troppo da te stessa, dai che mi tolgo il cazzo e mi fai venire con la lingua…
Gertrude si sentiva in colpa, sapeva che il mio vero desiderio era il possesso per cui mi ha risposto
-No…voglio che ti appaghi anche tu completamente; la figa è tutta arrossata ma ho un altro buco che trascuri da un po’ di tempo e vuole recitare anche lui la sua parte…
E così dicendo si è girata a quattro zampe, presentandomi in primo piano il suo fantastico culo; mi sono inginocchiata dietro di lei e ho cominciato a leccarglielo avidamente, quando la lingua si intrufolava tutta dentro lei era scossa da scariche di tensione; quando ho visto il buchino pulsare le ho prontamente puntato l’uccello e le sono entrata dentro. Ha emesso inizialmente un gemito di dolore ma ha immediatamente spinto il culo in fuori per agevolare la mia penetrazione e io mi sono scatenata; ero assatanata, glielo infilavo tutto completamente…e sì che quello era il cazzo più dotato della mia serie, il buco però si era ormai dilatato completamente così che Gertrude ha ripreso ad ansimare
-Godo col culo…godo col culo…Marzia sei fantastica…mi fai sborrare anche con il didietro…si…eccomiiiiiii. In concomitanza con il suo urlo il laccetto ha svolto il suo compito e finalmente ho sborrato anch’io, ora ero io a tremare per la tensione e sentivo colare tutti i miei umori giù per le cosce. Avevo passato una sequela di amanti, ma quelle sensazioni incontenibili le vivevo solo con Gertrude. Ci siamo staccate che erano le due di notte, alle sei e mezza la campana annunciava la colazione, eravamo letteralmente distrutte, siamo entrate nel refettorio per ultime, Gertrude voleva riposare ancora per cui ha inventato una scusa per concedersi qualche ora di riposo
-Sorelle, oggi è domenica, quindi andrete alla funzione domenicale delle 9,30; noi partiremo per le 11, ma prima della partenza vi vorrei tutte in cortile così potrete salutare le due novizie che lasciano il convento e soprattutto vi darò una bella notizia che ancora nessuna sa… un bel piano per concedersi due ore di riposo tornando a letto. Io mi sono avvicinata a suor Daniela
- Riesci a farmi prima della messa due piccole croci di legno da regalare a Medina e Luisella, desidererei lasciare loro un nostro ricordo, ma le devi ultimare prima della loro partenza.
- Certo Reverenda madre…fra due ore gliele porto in ufficio e inciderò anche il loro nome. Arrivata in camera ho scoperto che Gertrude era già nelle braccia di Morfeo, era esausta, con la nostra nottata di sesso estremo l’avevo letteralmente distrutta; sono andata allora alla torretta per stendere il materasso fradicio al sole, approfittando della splendida giornata. Suor Daniela era stata di parola e alle nove mi consegnava i due piccoli crocifissi, erano due piccole opere d’arte; quelle manone grandi come badili sapevano creare opere degne dei migliori intarsiatori di legno. Ho svegliato Gertrude che era ancora nel mondo dei sogni e le ho mostrato le croci dicendole
- Prima della vostra partenza mi mandi qui nello studio Luisella ed Eleonora che voglio lasciare loro questo ricordo.
-Marzia sei una donna nobile…sai volere bene e farti volere bene…sono orgogliosa di avere una relazione con una gran donna come te… Poi sorridendo sarcasticamente ha aggiunto -Sono molto belli… la tua Daniela non sa fare solo dei cazzi con il legno…
Dopo dieci minuti Luisella bussava e entrava nel mio studio
-Reverenda Madre la volevo salutare ma soprattutto ringraziare per tutto quello che ha fatto per me…
-Perché cosa ho mai fatto di speciale…
-Mi ha ridato la voglia vivere; la sua solarità e la sua semplicità mi hanno fatta pian piano dimenticare le angustie che mi tormentavano…non le nascondo che durante il periodo nero avevo addirittura pensato di farla finita…adesso invece mi sento forte e il merito è tutto suo. Sul fatto di diventare suora non ho il minimo dubbio, però questa ritrovata serenità mi porta a chiedermi se saprò adattarmi ad una vita di totale sacrificio nella missione, cose che prima le ritenevo come l’unica soluzione ai miei problemi esistenziali. A questo proposito le vorrei chiedere che, se non ce la facessi ad adattarmi in quelle lontane terre e chiedessi di rientrare in patria lei sarebbe disposta ad accogliermi qui nel convento di San Girolamo.
- Io penso che riuscirai ad ambientarti ed essere una ottima missionaria, ma nel malaugurato caso si verificasse quella ipotesi che hai ventilato io sarò orgogliosa di accoglierti nel mio convento; a questo proposito ti lascio questo mio piccolo dono affinché il Signore ti sappia dare la forza per superare eventuali ostacoli che potrai trovare sulla tua strada.
Luisella ha preso la croce tra le mani ed è scoppiata in lacrime…mi ha abbracciata con forza dicendomi
-Reverenda Madre…non la dimenticherò mai
Era forse la prima volta che abbracciavo con intensità una donna e sentivo solo un sentimento fraterno. Dopo è stato il turno di Medina
-Reverenda Madre la ringrazio per l’assistenza che mi ha dato nel guidarmi in questo primo periodo di noviziato, mi creda, a volte mi sentivo un pesce fuor d’acqua ma il suo sorriso e la sua affabilità mi hanno sempre fatta ritrovare la voglia di proseguire sulla mia strada. Lei è una gran donna suor Marzia…
-Non merito questo encomio, non sono per niente una gran donna, anzi ho molti più difetti che virtù.
-Non è vero sorella, non è vero… io l’ammiro molto.
Ad essere così indegnamente lodata provavo un senso di disgusto nei miei confronti, sentivo di non meritare quella falsa impressione di santa donna che avevo lasciato in quella novizia e avrei voluto confessarmi a lei confidandole tutte le mie bassezze e debolezze.
-Ho poco da farmi ammirare sai, il mio comportamento a tratti non è così esemplare, quindi te lo ripeto, non lodarmi troppo. -Forse sarà come dice lei, ma il suo compito è quello di vegliare sulle sue sorelle e lei lo fa nel migliore dei modi, dando loro la serenità necessaria per vivere in questo eremo sperduto.
-A volte cara Medina vado troppo oltre i limiti per dare loro la serenità che tu dici.
Quella battuta mi era sfuggita involontariamente, non sapevo perché l’avevo detta, avrei voluto mordermi la lingua… era però una frase molto vaga, senza senso e di difficile interpretazione per la novizia; Medina invece mi ha guardata fissa negli occhi e mi ha detto
-No!!! Non si faccia dei sensi di colpa, lei non ha mai obbligato nessuna a…farle compagnia…
A quella frase sono rimasta interdetta…Medina sapeva? Ma cosa sapeva? Sono avvampata in viso, ora era alla novizia che era scappata una frase non voluta…
-Perché tu cosa sai?...
Ormai facevamo a gara a chi arrossiva di più…Ha deglutito parecchie volte per poi sussurrarmi
-So poco ma è un poco che mi fa immaginare molto…ma sappia una cosa Reverenda Madre…glielo ripeto, non si faccia sensi di colpa, lei dispensa momenti felici, serenità e svago…e io ho a volte ho invidiato le sue “amiche” mi creda!!!
Quella frase mi ha scombussolata, io avevo ricacciato malvolentieri tutte le mie simpatie verso quella donna e lei magari si sarebbe invece infilata volentieri nel mio letto…una cosa al limite dell’assurdo!!! Avrei voluto approfondire quell’argomento ma si è aperta la porta ed è entrata Suor Gertrude
-Su Medina…è ora di partire!
Ho dato la croce alla novizia che stringendola tra le mani si è commossa oltre misura e mi ha detto
-La porterò sempre al collo per ricordarmi di lei…Reverenda Madre le sarei molto grata se lei potesse intervenire all’inaugurazione del mio orfanotrofio.
-Se mi sarà possibile non mancherò.
Ci siamo abbracciate, stavolta però non è stato un casto abbraccio come quello dato a Luisella, ho stretto Medina a me per bearmi delle sue morbide ed invitanti forme e un brivido ha percorso la mia schiena.
Gertrude era ignara del tutto ma ha ripetuto
-Su!!! Tutte fuori, che ho un importantissimo annuncio da dare.
Il cortile era pieno, tutte le suore del convento erano presenti, Suor Gertrude si è alzata in piedi sul predellino della carrozza e ha iniziato il suo discorso, anche in questo frangente emergeva il forte carattere di quella donna che sapeva trascinare più di un capo popolo.
-Ringraziamo il Signore per questa bellissima giornata di sole che ci sta regalando; salutate le due novizie che come sapete tornano in città per intraprendere strade diverse ma entrambe molto onorevoli. Ora però vi do una grande notizia, il 22 settembre, quindi fra sole tre settimane ci ritroveremo ancora tutte qui per eleggere in modo ufficiale Suor Marzia badessa Madre del convento di San Girolamo. Dovrà essere un giorno di gran festa e il vescovo di Lucca celebrerà la messa della domenica, sarà la prima volta che questo convento avrà l’onore di ospitare una così alta carica ecclesiastica. Se la salute glielo permetterà sarà presente anche suor Terenzia. Ora vorrei un applauso di saluto alle novizie e uno di felicitazioni per Suor Marzia. Ecco la famosa sorpresa annunciata da Gertrude quale era: la mia nomina ufficiale.
Alla chiusura del portone tutte le suore sono venute a complimentarsi con me, suor Domenica per prima…ero felice, ma il mio pensiero era rivolto solo a Medina, alle sue parole e al suo corpo che avevo appena sfiorato. Nei giorni seguenti tutte assieme ci eravamo dedicate a ripulire nel migliore dei modi il convento, la presenza del vescovo richiedeva uno sforzo in più da parte di tutte le suore; suor Domenica era praticamente la direttrice di tutti i lavori di pulizia, non riuscivo capire se solo perché quel giorno anche lei avrebbe avuto un avanzamento con la sua promozione a vice badessa, oppure se volesse azzerare i nostri precedenti attriti e ricominciare tra noi una sana collaborazione. Io nonostante lo scettro del mio comando collaboravo con loro anche nei più umili lavori ma dentro di me macchinavo in continuazione; volevo che i miei festeggiamenti portassero anche un qualcosa di inedito nei miei giochi erotici. Volevo festeggiare la mia nomina con un qualcosa di eclatante e ci stavo lavorando… Grazie al buon Dio il 22 settembre era una giornata di sole fantastica, la natura voleva ancora respingere l’autunno che cercava di bussare alla porta; il portone è stato aperto al mattino presto, controllato da suor Stefania che faceva entrare le carrozze nel piccolo cortile; per poter ospitarle tutte tre suor Paola staccava i cavalli e li portava nella scuderia premiandoli con un buon sacco di biada. La prima ad arrivare era stata Suor Gertrude con altre due suore di Firenze sue colleghe in curia; la mia amante era raggiante, come se la festa fosse stata la sua, si quella donna mi amava… gioiva della mia nomina e controllava che tutto fosse a posto per evitare anche il più piccolo eventuale contrattempo.
Poi è arrivato il vescovo con altri due prelati, che hanno preso subito possesso della nostra chiesetta per organizzare la scaletta della cerimonia e dei canti del coro diretto da Suor Stefania. Infine è arrivata Suor Terenzia, la cui presenza all’inizio non era certa, accompagnata da Suor Fiorella.
La vecchia badessa era molto dimagrita, praticamente era solo pelle e ossa e denotava anche un certo tremito; per non obbligarla a scendere i gradini della carrozza Suor Daniela ha preso la sedia a rotelle e l’ha scaricata nel cortile senza farla scendere. Alle 11 è iniziata la messa solenne, con la nomina delle nuove cariche, prima Suor Domenica come vice badessa poi con me…ero emozionatissima, le gambe mi tremavano, a meno di 23 anni ero ufficialmente a capo di un convento, un incarico che seppur limitato ad un piccolo eremo sperduto mi riempiva di orgoglio; quando all’uscita della chiesa sono stata accolta dal sonoro applauso di tutte le mie suore non ho saputo trattenere l’emozione e sono scoppiata in lacrime. E’ stata poi la volta di un sontuoso pranzo, ricco di mille prelibatezze preparate ad arte da Suor Domenica e suor Claudia; il refettorio era pieno, tutte suore; perché il Vescovo non si era fermato in quanto aveva l’inaugurazione di un ospedale. Nel pomeriggio ci sono stati pure canti e balli…io e Gertrude abbiamo chiuso un occhio…in quelle giovani c’era tanta voglia di divertirsi, non potevamo negarglielo. Alle 16,30 la festa è finita, siamo andate tutte in cortile a salutare la partenza di Suor Terenzia e Gertrude. Suor Daniela ha messo in mostra di nuovo i suoi muscoli nell’innalzare la sedia a rotelle con Terenzia sopra nella carrozza, quando sudata è scesa dal predellino è stata congratulata da un grosso applauso alla sua prova di forza fisica. Gertrude avrebbe sicuramente voluto pomiciare un po’ con me ma aveva sempre al fianco le sue collaboratrici per cui si è limitata a un forte abbraccio; poi salita sulla carrozza mi ha chiamata a se.
-Marzia devo aver lasciato lo scialle nel refettorio, vai a recuperarmelo per cortesia che si è alzato un fastidioso venticello.
Sono volata nel refettorio, mi sono diretta alla sedia occupata da Gertrude ma mi sono trovata davanti ad una scena inaspettata; Suor Domenica e Suor Fiorella erano immerse in un bacio pieno di passione, la cuoca mi dava le spalle e non mi ha vista, mentre baciava la sua vecchia amante con la sinistra, che le aveva infilato sotto la tonaca le palpava la passera. Una scena che mi ha fatta tornare indietro nel tempo in quanto era la riproposizione esatta delle mie spiate quando mi mettevo allo spioncino. A vedermi è stata Fiorella che ha allontanato di colpo la cuoca da sé… Domenica quando mi ha vista è avvampata di vergogna, io ho finto di non averle viste, ho raccolto lo scialle e sono uscita dalla mensa. Dopo la partenza delle due carrozze ogni suora è tornata alla propria cella; io sono andata nel mio ufficio a leggere una relazione di Suor Gertrude sullo stato della situazione economica dei nostri padri. Ero immersa nella lettura che ipotizzava la possibilità concreta che si istituisse un processo quando ho sentito bussare.
-Avanti!!!
Era Suor Domenica, ancora più rossa di prima; che si è avvicinata con passo lento al mio tavolo.
-Reverenda Madre, chiedo scusa del disturbo, ma volevo dirle due parole sul fatto successo quando è entrata prima nel refettorio…
-Non capisco, nel refettorio? Si sono venuta a prendere lo scialle che suor Gertrude aveva dimenticato ma io non l’ho vista… mi scusi…
Suor Domenica è rimasta inebetita dalla mia risposta, ha socchiuso gli occhi, stava per fare dietrofront quando invece si è fermata, mi ha preso le mani fra le sue e me le ha strette con decisione
-Suor Marzia, lei è una gran donna… non nego che all’inizio io nutrivo poca fiducia in lei e le riservavo poche simpatie, ma ora che la sto pian piano conoscendo me ne pento amaramente. Sono orgogliosa di essere alle sue dipendenze e le assicuro che farò sempre di tutto per cercare di meritarmi quel ruolo di responsabilità che lei ha voluto assegnarmi di sua aiutante principale. Mi sono alzata e l’ho stretta forte a me
-E io sono orgogliosa di avere vicino una suora così ligia al dovere e rispettosa che con la sua esperienza saprà sicuramente aiutarmi in ogni momento difficile che incontrerò qui al convento.
-Ci può contare…
Ci siamo abbracciate; nel sentire la sua stretta, il suo calore, il suo odore, per un istante ho avuto la tentazione di baciarla dolcemente sul collo…fortunatamente è stato solo un istante. Quell’episodio comunque mi ha leggermente turbata, fortunatamente però avevo altro in mente, il festeggiamento del tutto particolare che avevo organizzato per la mia festa di compleanno. Erano le sette e mezza, visto il pranzo terminato molto tardi la cena era stata soppressa, mi sono avviata verso la torretta, appena entrata mi sono data una rinfrescata, specchiandomi mi guardavo negli occhi e mi dicevo “Ecco…a soli 22 anni sei la badessa del convento di San Girolamo…sii orgogliosa di te” i miei pensieri sono stati interrotti dal bussare alla porta, ho aperto, era Suor Daniela, l’aspettavo…era la mia prima pedina del gioco che mi ero organizzata, mi ha abbracciata e sorridendo mi ha detto -Mentre mi scopi posso chiamarti Marzia, o adesso che sei diventata ufficialmente la mia Reverenda Madre devo darti del lei
-Quanto sei stupida…spogliati!
-Anche se ho sudato parecchio per sollevare Suor Terenzia, non me la sono lavata, per quanto ti conosco penso di aver fatto bene…
-Certo che hai fatto bene…brava, è sempre un piacere vederti nuda, il tuo corpo mi piace tanto, mi attizza…vieni, mi siedo sulla sedia e ti allargo le gambe, tu inginocchiati davanti a me e leccamela…
Daniela ha obbedito, era la mia amante preferita, ricordavo la nostra prima volta quando era impacciata per la sua prima volta davanti a una donna e ora era invece la miglior lingua del convento, aveva fatto passi da gigante…ha obbedito, la sua morbida lingua e l’odore del suo corpo sudato mi avevano accesa e ho cominciato immediatamente a bagnarmi, ero talmente eccitata che concentrandomi sarei venuta a tempo di record, ma quella sera era la mia festa e dovevo festeggiare con tante novità. Mentre ondeggiava col capo per leccarmi a modo vedevo le sue tettone saltellare imperiosamente e ho voluto cominciare con la prima grossa novità - Daniela staccati e sgrillettami la figa con la punta dei tuoi seni, su amore…lo desidero!
La grassona si è staccata malvolentieri, le piaceva bere i miei umori, ma ha obbedito, ha appoggiato la tettona sinistra sulla mia fessura e ha cominciato a fregarmela con intensità. Era bellissimo, la morbidezza del grosso seno mi trastullava con delicatezza e lei era gran maestra perché alternava fregatine leggere ad alte molto più imperiose, quell’alternarsi era sublime.
-Su amore cambia seno le voglio provare tutte due…
Daniela era ai miei completi ordini ha cambiato il seno e stavolta mi titillava in clitoride con il capezzolo; alla porcona quel gioco piaceva, era diventata rosso fuoco e i suoi capezzoli erano talmente eccitati che si erano gonfiati a dismisura e sembravano due peperoncini piccanti; aveva capito che quando me li spingeva dentro avevo dei sussulti e allora mi faceva delle specie di penetrazioni con quei minuscoli cazzetti turgidi. Ormai stavo godendo alla grande e sentivo che dovevo gestire io la masturbazione, le ho preso il seno tra le mani e ho cominciato a fregarmelo con intensità sulla mia passera che ormai si stava infradiciando; l’eccitazione era grande ma non solo la mia perché ho cominciato a sentire il classico odore di muschio del sesso di Suor Daniela. Ho abbassato allora lo sguardo e ho visto che si stava smanettando la sua folta passera a velocità sostenuta, ormai stavamo andando entrambe verso l’orgasmo quando dalla porta è arrivato un secondo “ Toc toc”. Daniela si è girata verso la porta con sguardo spaventato, io invece ero scocciata perché ero stata a una inezia da un godimento di notevole spicco; la suorona ha cercato di allungarsi verso la tonaca che era sulla sedia per coprirsi ma io l’ho fermata…
-Stai calma, tranquilla, non agitarti… è una visita prevista, programmata da me… e tra lo sconcerto di Suor Daniela ho rotto il silenzio di ghiaccio che era calato nella stanza con un “Avanti!!!” La porta si è aperta ed è apparsa Suor Paola, ha messo dentro il suo capo con molta discrezione, come ha visto me sulla sedia e Daniela inginocchiata davanti, completamente nude ha sbarrato gli occhi e si è immobilizzata, dovevo togliere subito le mie due amanti dall’imbarazzo
-Vieni Paola, non aver paura, ti stavamo aspettando…
Daniela era sempre più sconcertata, cercando di coprire il suo prosperoso corpo con le mani ha balbettato
-Reverenda madre…io non capisco cosa sta succedendo?
-Non preoccuparti Daniela, questa birichina sa tutto di noi da parecchio tempo…ci spiava dalla finestra del capanno, e poi scaricava la sua eccitazione masturbandosi pensando a noi due.
La suorona ha guardato incredula la sua collega e questa vedendo il suo sguardo interrogativo, è arrossita alla grande e ha abbozzato un si con il capo…la cosa mi divertiva ma ora avevo solo voglia di giocare… Mi sono stesa sul letto e le ho chiamate al mio fianco, Paola nel frattempo si è spogliata; erano due donne agli antipodi: Daniela dal fisico mastodontico, una elefantessa poderosa, muscolosa, leggiadra e con quel figone pelosissimo simile alla tana di una volpe. Suor Paola invece più minuta, dalle forme perfette, seni meno sviluppati ma sodi, passera meno pelosa ma con un ciuffo castano di tutto rispetto e un portamento ricco di eleganza. Si sono stese al mio fianco e senza dire loro nulla hanno cominciato a leccarmi un seno ciascuno denotando anche con la lingua una differenza sostanziale: energica e carica di eccitazione Suor Daniela, dolce e raffinata Suor Paola; ma proprio quel loro differente modo di proporsi era quello che mi attizzava. Mi concentravo sulle loro lingue così diverse ma entrambe eccitanti e sentivo che i miei capezzoli erano ormai turgidi. Avevo cominciato a gemere di piacere, per la prima volta due donne erano ai miei più completi ordini, ma il bello era che non dovevo ordinare nulla; questo mi rendeva orgogliosa di essere stata così brava ad educare bene tutte le suore che si infilavano nel mio letto.
Quando i miei capezzoli si erano gonfiati fino quasi ad esplodere, le mie due amanti, in perfetto sincronismo sono scese alla mia figa e hanno cominciato a pennellarmela in perfetta alternanza.
Essendo quasi totalmente attiva io raramente mi concedevo tanto tempo alla partner, ma questa volta stavo lì a godermi pacificamente le care attenzioni che Daniela e Paola mi riservavano; le guardavo estatica, a tratti quando alternavano la lingua tra i miei peli si davano una slinguata tra di loro e la cosa mi eccitava. Pensavo che quei giochi potevano essere rischiosi perché avrebbero potuto far sorgere delle particolari simpatie tra di loro rischiando di essere messa in disparte, ma poi mi rasserenavo pensando che l’oggetto principale del loro vero godere era pur sempre il mio cazzo di legno che solo io sapevo usare così bene e che dal comodino mi guardava e sembrava dirmi “Ma oggi non mi fai entrare in gioco???”. Quel pensiero mi ha fatto friggere la passera per cui volevo cominciare a scaldare…le mie due partner -Non smettete di leccarmela, ma allungate le vostre gambe verso di me che voglio palparvi le fighe, voglio scaldarvele perché possiate poi godervi il mio cazzo senza problemi… due minuti dopo avevo le loro splendide passere a portata di mano e di vista…erano lì a venti centimetri da me, le vedevo fremere, contrarsi e sentivo il loro sempre più intenso odore, ho allungato le mani e ho cominciato a pastrugnarle, si, quell’odore era il segnale che erano fradice al punto giusto. Mi sono concentrata per venire, e l’ho fatto in faccia a Daniela che con la lingua si è ingurgitata tutta la mia sborrata; il mio vero orgasmo più ambito era però quello che mi avrebbero dato i laccetti di cuoio mentre scopavo, per cui le ho staccate da me. Mentre mi incinghiavo il cazzo mi guardavano come un bimbo guarda la sua torta di compleanno…si ero il loro sfogo di sopravvivenza alla vita monotona del convento…e io ne gioivo.
-Sedetevi sul bordo del letto e allargate le cosce
Hanno prontamente obbedito, ora erano lì sedute una di fianco all’altra sul letto smaniose di farsi scopare. Le ho passate in rassegna: a sinistra la pataccona folta simile a una foresta inesplorata di Daniela, a destra il fighino perfettamente carnoso e ben delineato di Paola…ed è proprio da lì che ho voluto cominciare. Il bigolo di legno è scivolato senza sforzi dentro il corpo della suora che nel riceverlo ha allargato le gambe al massimo per offrirsi completamente ai miei voleri: era una sensazione divina affondare dentro quello splendido corpo che ad ogni mia penetrazione si contorceva dal piacere; ma ancora più bello era vedere a fianco Daniela che nell’attesa del suo turno si accarezzava la sua pelosona solleticandola e penetrandosi a tratti con due dita. Mi sentivo la regina della festa, stavo festeggiando la mia nomina a badessa nel migliore dei modi, i laccetti cominciavano a fare il loro dovere e per eccitarmi ancora di più mi sono rivolta alle due suore con tono deciso di comando
-Su brutte porcone, baciatevi sguaiatamente mentre io vi scopo, fatemi vedere quanto siete porche dentro…
Nel vederle che si baciavano con passione estrema ho carburato al massimo e ho cominciato a stantuffare Paola con il massimo ardore, così che lei ha raggiunto l’orgasmo ancora prima di me, ma nello stringere le gambe per il piacere ha interrotto la mia cavalcata verso il godimento che bussava alla porta; mi son sentita persa ma ho avuto la fa forza di togliermi da lei per infilarlo subito nella tana di Daniela che mi ha accolta con immensa soddisfazione. La porcona ha immediatamente cominciato a schiumare e io sono tornata sul giusto binario del piacere; con lo sguardo passavo dal viso beato di Paola alle smorfie di Daniela tutta concentrata per cercare di godere…quell’alternarsi di visioni mi hanno mandata in orbita, ora ero libera di sborrare e sono venuta in perfetta contemporanea con la suorona. E’ stata una goduta fantastica…una delle più belle della mia vita…sentivo i miei umori colare giù dalle cosce ma non ne avevo basta perché volevo venire anche mentre scopavo Paola; per la seconda volta ho fatto un veloce cambio di figa e sono entrata di nuovo dentro alla stalliera. L’ho pompata con velocità fino a regalare ad entrambe il secondo orgasmo. Avevo perso il senso della fatica, agivo come un automa e per diversi minuti ho continuato a saltellare da una figa all’altra trascinata dalle suppliche che vendicavano le loro voglie mentre scopavo l’amica.
-Marzia a me…a me…voglio godere ancora…dammi il tuo splendido cazzo, fammi godere ancora, dai ancora qualche colpo che godo ancora…
Quando ho finalmente ceduto alla fatica eravamo tutte tre allo stremo della resistenza fisica, stanche e provate da quella interminabile maratona di sesso; mi sono stesa sul letto e loro si sono sdraiate ai miei fianchi abbracciandomi in segno di ringraziamento per i piaceri che avevo riservato ai loro corpi. Era bello stare lì a sentire i loro cuori impazziti che battevano a mille contro i miei seni ancora turgidi; era talmente bello che ho concesso una cosa che non avevo mai fatto prima.
-Se mi promettete che domattina al suono della campana presterete la massima attenzione nell’andare al refettorio per la colazione senza destare il minimo sospetto, vi permetto di dormire con me nel mio letto.
E così ho fatto!!! Per la prima volta ho dormito in quel letto con una donna che non fosse Gertrude, anzi addirittura con due. Loro si sono addormentate immediatamente, io invece mi sono gustata ancora per parecchio tempo la loro vicinanza, il loro respiro che mi alitava sui seni, il loro pelo che si strusciava sull’esterno delle mie cosce. Era settembre, il clima era perfetto e potevamo rimanere lì sul letto completamente nude avvinghiate in un perfetto triangolo amoroso. Avevo sonno anch’io ma non cedevo, non volevo perdere nemmeno un minuto di quello stato di quasi beatitudine in cui mi trovavo, ero il personaggio principale di quello splendido quadro saffico. Mi sono addormentata che era quasi l’alba ma al suono della campana ho voluto ancora adocchiare i corpi nudi delle mie due amanti che si stavano rivestendo prima di uscire dal mio alloggio; poi mi sono raggomitolata al lenzuolo e ho finalmente cominciato a dormire di gusto…ero la badessa…potevo permettermelo!!!





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