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Lui & Lei

Finalmente...una lingua...


di boschettomagico
17.04.2016    |    5.218    |    3 9.6
"A trent'anni ebbi però la mia seconda avventura..."
Mi chiamo Rosina, ho 63 anni e vivo in un paesino della provincia di Biella.
Sono stata la tabaccaia del paese per 42 anni, da tre mesi però sono in pensione in quanto ho detto stop e ho venduto il mio esercizio a una coppia di giovani, che l'ha letteralmente trasformato in un piccolo baretto ricco di scaffali vetrati di ultima generazione e macchinette mangiasoldi, che io ho sempre rifiutato di inserire.
Con il gruzzolo racimolato ho acquistato una piccola casetta in fondo al paese e spero di vivere questi anni a venire nel migliore dei modi con la mia pur modesta pensione.
Le mie giornate naturalmente sono cambiate integralmente e sono passata dal contatto continuo con le persone a una vita piuttosto solitaria; al momento la cosa l'ho presa con estrema serenità, ma per evitare che la troppa tranquillità...possa un giorno crearmi dei problemi ho pure comprato una cane dalmata che ho chiamato Pongo con il quale faccio lunghe passeggiate nei boschi ogni pomeriggio.
Le serate invece le passo con la compagnia della TV e di un paio di vibratori con i quali mi trastullo a volte per delle ore...
Eh si il sesso mi piace molto... anche se nella mia vita ho potuto raramente assaporarne i piaceri che sa dare; questo perchè in tutta sincerità devo ammettere di essere una donna piuttosto bruttina.
Sono mascolina e molto pelosa, dei peli piuttosto fitti che ricoprono tutto il mio corpo...a scuola le compagne spesso mi prendevano in giro e mi chiamavano scimmietta, motivo per cui spesso sono stata scambiata per una mezza lesbica ed essere ricercata più dalle donne che non dagli uomini, mentre a me di loro non mi interessava nulla perchè sentivo di amare molto il cazzo.
Nella mia vita sono stata con soli tre uomini, il primo è stato Claudio, un ragazzo che ho visto solo due volte e che mi ha sverginata all'età di 22 anni.
Era un sabato del mese di agosto e si ballava in paese per festeggiare la festa patronale, lui arrivò a serata avanzata con il suo scooter verde e cominciò a bere in abbondanza raggiungendo uno stato piuttosto euforico datogli dal vinello fresco che per la serata afosa andava giù come acqua.
Mi chiese di ballare e io che passavo generalmente le mie serate danzanti incollata alla sedia accettai subito.
Mi stringeva in modo spinto e nonostante il suo fiato che sapeva di vino io accettavo le sue avances e mi sentivo dentro una euforia che non avevo mai provato prima.
Alla chiusura del ballo mi disse se facevamo una passeggiatina insieme e mi portò al fiume, ci sdraiammo sotto una quercia e lui cominciò subito a baciarmi e a palparmi tutta; era la prima volta che un uomo mi baciava e mi toccava e la cosa mi dava delle sensazioni mai conosciute ma assolutamente piacevoli per cui quando cercò di togliermi le mutande non opposi la minima resistenza.
La mia passera era fradicia per l'emozione che le sue mani mi stavano dando e quando mi puntò l'uccello in figa gli diedi semaforo verde senza nemmeno pensarci.
Sentii un dolore improvviso che però pian piano svanì per lasciare spazio al piacere che il suo uccello mi stava dando.
Stavo avvicinandomi all'orgasmo quando però lui venne improvvisamente... e si afflosciò sopra di me.
Stavo sotto di lui e guardavo il cielo stellato senza sapere se dovevo esserne felice o delusa...certamente pensavo che la cosa avrebbe dovuto essere molto più piacevole... poi lui si rialzò e mi aiutò a ripulirmi in quanto il mio abito era tutto sporco di sangue.
Mi accompagnò a casa e mi disse se la domenica potevamo vederci, così che gli diedi appuntamento per le due del pomeriggio lì nella piazza dove avevamo ballato.
La domenica ero euforica, e mi vestii con il mio migliore abito e mi avviai alla piazza.
Alle 14 in punto arrivò con il suo scooter e si avvicinò sorridente alla panchina su cui ero seduta, ma come si avvicinò il suo sorriso si spense all'istante, e guardandomi con imbarazzo arrossì e mi disse
- Scusa ma mi è venuto in mente che devo assolutamente sbrigare un impegno, comunque magari ci vediamo qui stasera sul ballo...dopo di che partì in quarta quasi impennando.
Tornando a casa mi misi a piangere, avevo capito che la sera prima io ero stata desiderabile solo perchè lui era sotto l'effetto dell'alcool e ora sobrio aveva potuto constatare che la sera prima aveva sverginato una scimmietta...
Naturalmente la sera non venne al ballo e non lo vidi mai più...
Cercai di dimenticare in fretta quella notte e l'unica soddisfazione l'ebbi quando mi vennero le mestruazioni...sarebbe stato il colmo...
Per otto anni i miei unici piaceri sessuali furono i frequenti ditalini che mi tiravo la sera a letto sola soletta nel mio letto.
A trent'anni ebbi però la mia seconda avventura...con il signor Ezio, un rappresentante di dolciumi che passava ogni 15 giorni per i miei ordini di caramelle e gomme americane.
Arrivò alla mezza quando stavo per chiudere la tabaccheria, si scusò con imbarazzo, era tutto sporco e unto di grasso in quanto aveva bucato una gomma e aveva tribolato a sostituirla.
Lo feci entrare in bagno e gli ripulii alla meglio la camicia, quando gliela rimisi addosso sentire il suo torace tra mie mani mi eccitò subito e lui se ne accorse...vedevo che continuava a fissarmi le tette, l'unica parte del mio corpo veramente ok...e ne approfittai di quella situazione spingendole in fuori più che potevo.
Lui sudando a dismisura osò allora palparmele e io quasi mi strappai la camicetta...dopo cinque minuti ero sul tavolo della cucina a gambe spalancate e il signor Ezio mi stava pompando.
Stavolta l'orgasmo arrivò proprio mentre il rappresentante toglieva il cazzo e mi sborrava sulla pancia impiastricciando così tutti i miei peli.
Era la prima volta che avevo il piacere di sentire il tepore della sborra calda sul mio corpo e rimasi letteralmente affascinata da quella nuova esperienza.
Da quella volta lì Ezio venne sempre all'ora di chiusura, e ogni 15 giorni io potevo così farmi una scopata, non era un grandissimo amatore e aveva il difetto che veniva subito ma per me era lo stesso un rapporto positivo e riuscivo in parte a placare la mia sete di maschio.
Più di una volta cercai di farmi leccare la figa, ma come Ezio si trovava davanti alla faccia quella boscaglia di pelo che mi arrivava fino all'ombelico, ricordo che la guardava con una espressione quasi schifata, e trovava sempre la scusa per non leccarmela.
Io ne rimanevo delusa ma non dicevo nulla perchè temevo che potesse rompersi quel rapporto di solo sesso e rimanessi così di nuovo senza un uomo.
Purtroppo il mio rapporto con Ezio si interruppe lo stesso in quanto gli assegnarono una nuova provincia, a parecchi chilometri di distanza e la mia seconda storia di sesso si interruppe.
Tornai allora a intensificare i miei ditalini e a eccitarmi con filmini a luci rosse, e le scene dei porno che più mi eccitavano era quelle in cui una donna si faceva leccare la passera.
Era per me un desiderio mai realizzato che mi pesava e non poco, quasi mi traumatizzava.
Il mio terzo uomo arrivò che avevo 44 anni...e fu il rapporto più lungo e più appagante dei tre della mia vita di donna eternamente in calore, anche se il mio nuovo uomo era un sessantottenne.
Si chiamava Arturo, era in pensione dopo aver lavorato una vita in una fabbrichetta del paese.
Da anni era mio cliente e spesso alla sera veniva in bicicletta ad acquistare un pacchetto di toscanelli.
Una di quelle sere scoppiò un improvviso temporale e mentre lui aspettava che la pioggia cessasse cominciammo a parlare e gli chiesi
- Arturo come sta sua moglie Elide...
- E' sempre piena di acciacchi, si lamenta in continuazione, è più giovane di me di dieci anni ma sembra una mummia...
-Ma che mummia... è ancora oggi una donna bellissima, che molti le invidiano
Arturo con uno sguardo malizioso mi disse
- Bella si...ma le ripeto è dentro vecchia e io mi sento ancora arzillo e con lei è ormai tutto chiuso... dice che alla nostra età non si fanno più certe cose... parla come se fossimo vecchi decrepiti...ma io a 68 anni mi sento ancora in forma...a volte vorrei metterle qualche corno ma cosa vuole... non ho nemmeno l'auto e con la bicicletta dove vuole che vado...
Poi guardandomi con uno sguardo sempre più birichino aggiunse
-Dovrei cercarmi qualcuna in paese... ma alla mia età...
Io lo guardavo in silenzio, pensavo che Arturo era vecchio...andava a scuola con mio padre...ma era ancora un bell'uomo...lui invece rispondeva allo sguardo senza arrossire e intanto aveva allungato una mano e mi accarezzava un fianco.
Erano le 19,30, senza dire nulla chiusi la serranda, e guardandolo fisso negli occhi cominciai a spogliarmi, come lui vide che mi toglievo la camicetta si abbassò i pantaloni e li rimasi fulminata.
Arturo aveva un cazzo di proporzioni mostruose...io avevo poche esperienze reali ma certi manganelli li avevo visti solo nei miei filmini, quell'uccello era il doppio di quello del signor Ezio, e ora che pian piano lui se lo accarezzava e cresceva il mio stupore aumentava ancora di più e smisi di spogliarmi.
Lui se ne accorse e sorridendo mi si avvicinò e cominciò a spogliarmi e mi disse
-Tranquilla, non ti farà male, anzi vedrai che ti piacerà e non poco...
Mi appoggiò ormai completamente sul bancone e cominciò a sfregarmi l'uccello sulla passera, quasi come se si divertisse e lo eccitasse farsi solleticare la cappella dai miei foltissimi peli.
Io pur gradendo quell'opera sensuale che Arturo mi stava facendo avevo sempre lo sguardo fisso su quel cazzo che continuava a crescere di dimensioni, con sensazioni alterne di sorpresa e di terrore.
Poi Arturo cominciò a infilarmelo piano piano e man mano che sentivo quel serpente entrarmi dentro aumentava il mio piacere e spariva il mio terrore.
Arturo nudo era ancora più desiderabile, il suo fisico era ancora asciutto, certamente i suoi 68 anni li portava divinamente, e la sua vigoria era quella di un uomo ancora in piena efficienza...
Io ormai stavo godendo senza freni...sicuramente quella era la più bella scopata della mia vita.
Ero già venuta una volta e sotto i colpi del suo potente manganello stavo avviandomi verso il secondo orgasmo, a livelli di godimento per me mai conosciuti.
Arturo era tutto teso, con le mani mi bloccava sui fianchi e con un ritmo incessante e vigoroso mi portava in estasi
- Dillo che il mio cazzone ti piace...dillo che non hai mai goduto così... sai che una sera dandomi i toscanelli mi hai sfiorato casualmente con il seno e in bicicletta ho sentito che mi si era indurito il cazzo...e da quella sera ho sempre cercato di capire se c'era qualcuno che ti lustrava la figa...
Io lo guardavo estasiata per il piacere che mi stava dando quando gli dissi
- Arturo stai attendo che dovrei essere nel periodo fecondo...
-Tranquilla Rosina...non ti metto incinta... se io e la Elide non abbiamo figli la colpa è mia che sono sterile...sborro come un cammello ma non so ingravidare una donna buffo eh...dopo sentirai cosa voglio dire ma prima voglio che godi ancora.
Così dicendo ha cominciato a stantuffarmi con estrema forza, il bancone cigolava sotto i colpi poderosi di Arturo, e la mia figa era praticamente una spugna intrisa di umori del mio piacere che volò così in modo squassante al secondo orgasmo della serata.
Come sono venuta, Arturo ha cominciato ad aumentare ancora di più il ritmo e in breve ha cominciato a sborrarmi dentro...
Sentivo una ondata calda entrarmi nella pancia quasi come se avesse aperto un idrante e stesse rovesciandomi dentro un litro di sborra rovente...una sensazione nuova che mi portò quasi al terzo orgasmo.
Da quella sera Arturo è stato il mio amante fisso... arrivava all'ora di chiusura...passava dal cortile per non dare sospetti... e io chiudevo la serranda.
Poi io gli davo i toscanelli e lui mi dava quel randello di carne che mi riempiva la figa di piacere per poi inondarmi di sborra in quantità industriale.
Ricordo che una sera arrivò ringalluzzito ma a me erano appena arrivate le mestruazioni e nel saperlo lui ci rimase male in quanto aveva come sempre voglia della mia passera.
Io allora glielo presi in mano e quando il manganello si irrigidì cominciai a spompinarlo... fu una sensazione nuova, riuscivo a malapena a metterlo in bocca ma sentire quel bastone di carne pulsarmi in gola mi eccitava, così come mi eccitava il suo acre sapore di cazzo maturo ma ancora molto tosto.
La sorpresa massima l'ebbi però quando Arturo cominciò a sborrare, mi sentii la gola invasa da scariche di sperma bollente che arrivavano come ondate di un mare in burrasca...dopo tre o quattro schizzi stavo per soffocare e tolsi il cazzo di Arturo dalla bocca, ma questi continuò a schizzare sborra a volontà, una cosa stravolgente che mi fece sorridere pensando a quando il signor Ezio mi venne sulla pancia con il suo schizzetto liberatorio.
Con Arturo ho scopato per otto anni fino a che lui e la Elide sono andati a vivere in Emilia dalla sorella di lei, e i nostri contatti sono rimasti circoscritti agli auguri di Natale e Pasqua.
Il ricordo di lui è sicuramente positivo anche se mi rimane ancora adesso la delusione che nemmeno lui me la leccò mai.
Un paio di volte ci provò ma come tuffava la faccia in mezzo alle mie cosce mi diceva che non ce la faceva e all'ultimo suo rifiuto rosso di vergogna, mi confidò che la mia passera aveva un odore poco gradevole....io certo non lo sentivo ma credetti sicuramente ad Arturo.
Ho sempre pensato che la leccata di figa sarebbe stato per me un desiderio irrealizzabile, ma non è stato così.
Con l'arrivo dell'estate al mattino mi metto spesso a prendere il sole sul mio terrazzo, amo mettermi completamente nuda... tanto sono protetta da sguardi indiscreti, con la radio accesa al minimo volume e Pongo che mi gironzola attorno...
La settimana scorsa però mentre stavo appisolandomi al tepore del sole mi sono svegliata perchè ho sentito una cosa umida sfiorarmi la figa, mi sono alzata di soprassalto e ho visto che era Pongo che mi stava annusando in mezzo alle cosce.
Ridendo l'ho allontanato ma lui dopo qualche minuto è ritornato e ha cercato ancora di annusarmi con il naso umido in mezzo alla mia foresta di pelo.
L'ho scacciato un paio di volte ma poi dietro al suo persistere più per curiosità l'ho lasciato fare per vedere dove voleva arrivare...e lui lasciato libero...ha cominciato ad infilare il naso nel mio buco e annusare a pieni polmoni...poi pian piano ha cominciato a leccarmela...all'inizio a colpetti leggeri poi prendendoci gusto con leccate sempre più continue e insistenti.
Avrei voluto cacciarlo ma la sua lingua rasposa ha cominciato a darmi dei brividi di piacere...mi sono rilassata e ho allargato le gambe offrendo alla lingua di Pongo la mia figa odorosa.
Con il mio via libera Pongo ha continuato a leccare ad alta intensità...e più leccava più accelerava il ritmo della sua lingua.con dei guaiti che confermavano quanto il mio cane era arrapato...l'odore della mia figa che aveva sempre disgustato i miei poveri amanti era invece per Pongo un richiamo afrodisiaco che lo faceva scatenare...
E' stato un orgasmo da sballo, arrivato da molto lontano con il piacere che pian piano avanzava in mezzo alle mie gambe con una lentezza esasperante ma alla fine travolgente.
Per la prima volta ho goduto con un urlo... coronavo a 63 anni il mio sogno...ma cazzo... lo coronavo con un cane e non sapevo se esserne appagata o schifata dalla innaturalezza della cosa.
Come sono venuta Pongo ha cominciato a guaire leggermente e bere tutti i miei umori come quando assetato dopo l'attraversamento del bosco beveva al ruscello... il sapore dei miei umori gli piaceva... ormai ne ero certa perchè non staccava il naso dalla mia figa e dopo aver ripreso fiato ricominciava a leccare.
Non ha smesso e io pian piano mi sono lasciata portare ad un secondo orgasmo forse meno travolgente ma sempre appagante.
Ora ero soddisfatta, appagata, felice di aver esaudito un mio vecchio desiderio...ho chiuso le cosce ma Pongo al mio tentativo ha cominciato a ringhiare leggermente...mi sono spaventata, il sapore del mio godimento lo mandava in orbita e voleva continuare a bere quel sapore per lui afrodisiaco... lui era esaltato ma io cominciavo ad essere terrorizzata in quanto non sapevo come fare per farlo smettere e soprattutto la passera cominciava ora a darmi fastidio per l'insistenza della sua lingua di certo non morbidissima.
Cercavo di non farmi prendere dal terrore, ma non riuscivo a capire come uscire da quella imbarazzante situazione, quando la soluzione arrivò all'improvviso...
Il campanile della chiesa cominciò a battere le undici e come sempre accade Pongo a quel rumore scappa e si chiude nella sua cuccia...benedette le campane...
Mi sono alzata e sono andata subito a rinfrescarmela con l'acqua ghiacciata del bidet.
Lo so...ho coronato il mio desiderio ma sicuramente nel modo meno naturale...ma ho potuto finalmente godere per mezzo di una lingua...
All'inizio mi ero ripromessa che pur essendo stata appagante mai più avrei rivissuto quella esperienza, per il semplice fatto che ritenevo la cosa troppo ambigua, ma poi la mia perversa sete di sesso e di piacere ha vinto, e ho ceduto alla tentazione...
Ora quando mi prende la voglia posso ripeterla e soddisfarla anche senza pericolo, l'importante è che spalanco le cosce a mezzogiorno meno un quarto...
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