lesbo
Gli intrighi del convento di San Girolamo 6
di boschettomagico
04.03.2018 |
3.105 |
2
"-Non posso negarlo che mi piace; è vero suor Marzia che lei è la compagna di Suor Gertrude?
-Ero la compagna di Suor Gertrude..."
Capitolo 6: Un gallo nel pollaioDopo quella giornata del mese di settembre dove in sole poche ore avevo sverginato il culo di Suor Daniela e la figa di Suor Paola la mia vita cambiò radicalmente.
Sentivo combattere in me due aspetti interiori completamente diversi, da una parte la Marzia timida, corretta, che era arrivata lì spaventata e timorosa ma che aveva trovato l'amore saffico che celatamente cercava in Gertrude e che voleva una esistenza da regalare alla donna che le aveva fatto superare i suoi traumi.
Dall'altra la Marzia libertina, che stava sempre più emergendo e che si realizzava quando riusciva possedere quelle donne che la eccitavano e che si appagava smisuratamente nel dominarle e nel farle godere.
Ogni volta che incontravo una suora nei corridoi del convento la guardavo con sguardo vizioso, immaginando di vederle nude e di poter ammirare la loro figa, se era pelosa, se era slabbrata, se sarebbero state disponibili a fare sesso con me.
Di questo se ne accorse Gertrude...la mia musa, la mia innamorata, che non avrei mai voluto tradire ma che ormai lo avevo fatto già tre volte.
Era guarita dalla sua influenza e la sera ci trovammo nel suo alloggio a fare l'amore, dopo il solito 69 in cui avevamo ormai una sintonia perfetta nel far combaciare in perfetta sincronia i nostri orgasmi, io senza chiederle se era disposta mi misi lo strap di legno e cominciai a scoparla, Gertrude mi accolse dentro di se con piacere e mentre io la possedevo più volte allargava le braccia per chiedermi dolcezza e sentimento mentre io invece la cavalcavo con una carica stranamente scatenata che forse lei non aveva mai visto in me...quando lei cominciò a godere tolsi il cazzo dalla sua figa e glielo appoggiai davanti alla faccia con la speranza che lei me lo succhiasse...lei restò di ghiaccio e io che forse non mi rendevo nemmeno conto del mio comportamento strano ritornai in me stessa, mi sfilai l'uccello e mi stesi al suo fianco baciandola ora con amore puro.
Ci baciammo con passione per parecchi minuti e poi ci abbracciammo guardandoci negli occhi.
Gertrude mi fissò e mi disse
-Dimmi la verità che ormai fare l'amore con me non è più appagante per te come un tempo...
Accidenti...ancora una volta mi aveva letto dentro...ancora una volta sapeva leggere nel mio modo comportamentale tutto quello che mi passava per la mente...
Cercando di evitare il suo sguardo le risposi
-Ma perchè dici così...non è stato bellissimo...???
-Si, è stato bellissimo ma forse a te non basta...Cosa vorresti da me che io non so darti?
-Nulla Gertrude....tu mi dai tutto quello che voglio...sei la mia donna e io sono contenta di avere una compagna e una amante come te.
-Su questo ci credo ma forse il tuo istinto libero non accetterebbe una relazione fissa e preferiresti avere esperienze multiple.
-Non è vero Gertrude io so solo che ti amo.
-Tu mi ami ma ti senti un uccello in gabbia, lo vedo come guardi le altre suore del convento...le spogli con gli occhi...
-Ma no, non è vero, si mi intriga sapere che tra queste mura le storie saffiche abbondano, ma solo perché in fin dei conti sono tutte puttanelle...
-No Marzia non sono puttanelle, sono tutte giovani, e gli ormoni a quelle età si fanno sentire e qui non ci sono uomini...e poi sappilo, tu le chiami puttanelle....ma non ce n'è una che forse è qui per pura vocazione...sono tutte al convento per risolvere problemi alle esistenze altrui, chi le ha mandate qui per eliminarle dagli intrighi delle loro famiglie, chi perché non avevano di che sfamarle, chi perché sanno che avere una figlia suora potrebbe dare loro dei vantaggi di diversa natura.
Il nostro è un mondo pieno di egoismo, e io stessa ne sono l'esempio lampante; si mi piacciono le donne ma tra tante suore giovani e belle che c'erano qui mi sono infilata nel letto di Suor Terenzia solo perché sapevo che potevo fare carriera, quindi non sono meglio di loro; a noi due piace il sesso saffico ma forse per te è lo scopo principale per me invece è un piacevole intermezzo e basta, in quanto il mio scopo è diventare sempre più potente come carica ecclesiastica.
Sono una giovane badessa ma non mi basta, voglio comandare in città, diventare ancora più potente, e farla pagare a mio padre che ha segnato negativamente la mia esistenza.
-E questa carriera la potresti fare? E se si cosa dovresti fare?
-Darla alle persone giuste, e le persone giuste sono due e le ho già individuate...avrei già potuto farlo ma non l'ho fatto perché c'eri tu...ora però sta emergendo il nostro vero carattere e entrambe dovremmo fare quello che effettivamente maggiormente ci appaga.
- Sul serio tu hai rifiutato quella possibilità per me?
-In parte si, ma sono sincera e ti dico tutto, uno vorrebbe portarmi a letto, e li potrei allargare le gambe e togliermi il pensiero in fretta e furia; ma l'altro è Don Bortolo, il direttore generale della Curia, che invece pretende di più ed è quello che dovrà mettere la firma alla mia nomina a revisore dei beni ecclesiastici.
Mi ha chiesto una cosa a cui non ero pronta, anche perché non l'ho mai fatta, vuole il mio sedere, e dare la mia verginità a quel vecchio bavoso è forse troppo per me; anche se ci penso sempre più spesso, perché a quella carica ci tengo troppo.
-E se tu andrai in città cosa sarà di noi due, della nostra relazione.
-Tu diventerai badessa e credimi penso che saresti la più giovane badessa del sistema, e potremmo sempre vederci ogni volta che lo vorremo, o io verrei qui a San Girolamo o tu verresti in città; e tu qui, senza la mia impicciona presenza potresti diventare il gallo del pollaio.
Non mi sarei mai aspettata un discorso del genere da parte di Gertrude, abbracciandola più forte che potevo cercavo di riflettere su quello che mi aveva detto e vedevo che per il mio modo comportamentale sarebbe stata per me una soluzione perfetta, avrei potuto fare l'amore con lei e scopare tutte le altre....si come diceva Gertrude avrei potuto essere il gallo del pollaio di San Girolamo.
Stavo per rispondere quando la campana del mattino ci ha chiamate a raccolta e ho dovuto così rimandare la mia risposta.
Per tutto il giorno ho rimuginato sulle parole di Gertrude e alla sera quando siamo andate a letto l'ho abbracciata più forte che potevo e le ho detto
-Gertrude, se lo scopo principale della tua vita è arrivare a quella carica non devi avere ripensamenti, e se non vuoi dare la tua verginità anale al vecchio bavoso dalla a me e ti costerà meno.
-Tu vorresti sverginarmi il sedere?
- Perché... non pensare che sarebbe un sacrificio...anzi...sarebbe motivo di orgoglio per me avere da te un fiore che nessuno ha mai colto visto che non ho potuto cogliere l'altro.
- E come lo faresti...?
Ho tirato fuori dalla tasca della tonaca il cazzetto che ero andata a prendere da suor Daniela nel pomeriggio e le ho detto
-Con questo, l'ho fatto fare da suor Daniela!
Ho riflettuto un poco, raccontare la verità non sarebbe stato utile, avrebbe forse rotto quel momento magico per cui mentendo le ho detto
-E' da tempo che ce l'avevo perché da sempre desideravo quello che vorrei fare ora, ma sapevo che non era una richiesta semplice da farti, però dopo il discorso di ieri notte ho capito che ora è il momento giusto.
Gertrude mi ha fissata negli occhi...forse anche lei preferiva non indagare più del dovuto su quel cazzetto di legno, forse anche lei temeva che una ulteriore verità, avrebbe rotto l'incantesimo creatosi; per cui mi ha abbracciata e mi ha baciata dicendomi.
- Ebbene allora cogli quel fiore.
Ci siamo baciate a lungo, riscoprendo all'inizio quei baci da innamorate che da un po' non ci scambiavamo, poi pian piano l'ho girata supina e ho cominciato a leccarle la schiena.
La mia lingua non aveva fretta e scendevo pian piano ad ogni brivido di piacere della mia partner verso il suo fantastico culo.
Quando ci sono arrivata con le mani l'ho fatta alzare sulle ginocchia e ho cominciato a lavorarle il buchino con la lingua , mi intrufolavo in quella piccola rosetta e la titillavo con la punta girandole attorno con calma certosina, ogni tanto puntavo lo sguardo sull'orifizio che pian piano cominciava a pulsare e ad allargarsi naturalmente, usavo tutte le cautele possibili, certo con Daniela non avevo fatto così, con Daniela era solo sesso con Gertrude invece c'era amore, molto amore!!!
Quando pensavo che era giunto il momento senza smettere di umettarle il buchino con la lingua mi sono incinghiata il piccolo strap e mi sono inginocchiata dietro di lei, le ho puntato la piccola cappella e nel sentire quel contatto l'ho sentita irrigidirsi...allora ho cominciato ad accarezzarle i fianchi e sussurrarle dolci frasi
-Amore mio rilassati, rilassati ... e Marzia sarà dolcissima...mi stai dando la tua verginità anale e di questo te ne sarò grata per tutta la vita...essere la prima a cogliere questo fiore mi renderà orgogliosa per tutta la mia esistenza.
Le mie parole facevano il giusto effetto, Gertrude ora respirava con molto meno affanno e io avevo cominciato a entrare con la massima dolcezza dentro di lei senza mai smettere di accarezzarle dolcemente i fianchi.
Ogni tanto emetteva un piccolo gemito di dolore e io prontamente mi fermavo per poi ripartire come lei tornava a rilassarsi...ormai ero dentro a tre quarti, e le ho sussurrato
-Amore mio come va?
-Marzia sei dolcissima, a volte ho degli spasmi ma quando poi entri più dentro provo una sensazione di piacere.
Capivo che era il momento e con un colpo deciso l'ho sverginata.
Gertrude ha emesso un gemito di dolore più intenso e ha urlato
-Ahiii ahiii...
Quell'ahiii però diventava sempre più flebile e ora il suo buco era completamente dilatato e io la stavo inculando con minor dolcezza, cercando di capire quando sarebbe stato il momento di aumentare il mio andirivieni dentro di lei.
Il dolore pian piano lasciava spazio al piacere e ora Gertrude aveva alzato il culo il più in alto possibile e si era completamente aperta a me.
-Mi piace...mi piace amore....mi stai facendo godere...è un modo diverso di godere.
Sapendo già la risposta le ho chiesto
-Devo smettere? Ti faccio male?
-No... non smettere continua ti prego...sento il culo che si bagna...come quando mi fai sgorgare gli umori nella figa, Marzia mi stai facendo godere col culo!
Ero realizzata...mi sentivo a pieno mio agio...ero me stessa e quando Gertrude ha urlato senza ritegno
-Goodooooooooooooooooooo
Io ho sentito un orgasmo cerebrale che così intensamente non lo avevo mai provato.
Per tre sere consecutive abbiamo ripetuto quella esperienza, Gertrude ormai aveva perso ogni freno inibitorio e non provava il minimo pentimento per quel regalo che mi aveva fatto.
Dopo una settimana è partita per la città, entrambe sapevamo cosa sarebbe successo là, ma nessuna delle due ha mai più nominato quella cosa.
Le comunicazioni tra il convento e la città avvenivano tramite i piccioni viaggiatori e quando Suor Morena che era l'addetta alla cura della piccionaia in un mercoledì grigio e nebbioso mi portò un messaggio che diceva " Tutto a posto - Domenica sarò eletta" capivo che ormai il muro era stato abbattuto e il rapporto tra me e Gertrude sarebbe completamente cambiato.
Il giorno dopo avevo un senso di lieve tristezza ma mi sentivo libera come non lo ero mai stata prima.
Durante il pasto di mezzogiorno mi avvicinai a Suor Daniela e le dissi
-Stasera vorrei vedere la contabilità dell'uliveto...Vieni subito dopo cena nel mio alloggio.
Alle 20,30 Suor Daniela bussava puntualissima, l'ho aperta...lei reggeva una borsa con dei documenti e come è entrata mi ha detto
-Reverenda madre ecco i documenti che mi aveva chiesto
Con tono deciso e quasi senza nemmeno guardarla le ho detto
-Spogliati che ho voglia di scoparti!
Nel guardare il suo volto avevo capito che era proprio quello che lei sperava, in pochi secondi era nuda davanti a me... grassa, con quelle tettone penzolanti e con quella montagna di pelo in mezzo alle gambe...ed ancora una volta mi stupivo di come una donna così poco appetibile potesse accendere in me una così alta libidine.
Mi sono spogliata anch'io e mi sono subita messo su il cazzo, vedere come Daniela mi guardava in mezzo alle gambe quel cazzone di legno che lei stessa aveva modellato, mi faceva friggere l'inguine e accrescere la voglia di scoparla. L'ho fatta sedere sul tavolo fratino, le ho fatto allargare le cosce e senza il minimo segno di dolcezza le ho fregato la cappella solo per trovare il buco che quella peluria spropositata nascondeva, una volta trovato il pertugio con un colpo di reni potente le ho infilato il cazzo facendola urlare per la mia mossa.
Dopo qualche colpo sentivo già l'odore di muschio dei suoi strani umori che cominciavano a schiumare dal suo triangolone di peli e lei sbuffare di piacere...l'unica cosa bella di quella donna erano i suoi occhi azzurri e io mi beavo nel vedere che si illuminavano dal piacere che le stavo dando.
Si era appoggiata sui gomiti per agevolarmi nel penetrarla meglio e io la stavo praticamente violentando andando alla massima velocità, godendomi quella bava schiumosa che le colava e andava a incollarmi l'interno delle cosce.
-Ti piace il mio cazzo eh brutta troia!
-Si che mi piace...mi piace tantissimo...avevo voglia...speravo che mancando la badessa lei avesse voglia di me. Reverenda madre lei mi fa godere come mai avevo goduto, nemmeno con mio fratello che aveva un cazzo vero.
Inutile dire che quello era il più bel complimento che suor Daniela avesse mai potuto farmi e questo non fece altro che scatenare la mia carica con cui la stavo violentando.
La cicciona è esplosa in un orgasmo poderoso sbuffando come una caffettiera e ripetendo all'unisono
-Godo...godo....ma quanto godooooooo!
L'ho fatta scendere dal tavolo e inginocchiarsi davanti a me e le ho detto
-Su succhiami il cazzo.
La porcona non se l'è fatto ripetere e ha cominciato a leccare quel coso di legno con la stessa passione con cui avrebbe spompinato un vero uccello, era quello che volevo...era quello che avrei voluto da Gertrude una settimana prima ma che lei mai avrebbe potuto assecondarmi.
Suor Daniela era la troia che cercavo e di cui avevo bisogno per sfogare tutti i miei più infimi desideri.
Mi sono poi tolta lo strap e le ho ordinato di leccarmela...e lei sempre ubbidiente come una cagnolina ha cominciato a lapparmela...ero eccitatissima e dopo un paio di minuti ho cominciato a godere...le ho preso il capo e gliel'ho spinto contro la mia figa fradicia.
-Bevi puttana...bevi la mia sborra...non sprecarne nemmeno una goccia...
Suor Daniela era infoiata e mi stava ripulendo tutti gli umori senza la minima resistenza, quando ha finito ha alzato lo sguardo e mi sono vista quegli occhioni azzurri che erano l'immagine della goduria.
-Reverenda madre lei è una amante sublime...la prego...mi prenda anche il culo...il cazzetto ce l'ha lei...gliel'ho dato l'altra settimana.
Nel vedere la sua sottomissione completa mi sono sentita realizzata...la cicciona era in mio potere e io ne ero lusingata
-Mettiti sul tavolo a pecora...che te lo metto anche nel culo.
Suor Daniela si è subito posizionata come le avevo ordinato ma io invece mi sono messa ancora lo strap normale
-Penso sia ora di allargarlo un po' quel bel culone...per cui ti inculo con questo stasera.
Lei mi ha guardata con un po' di terrore nei suoi occhi azzurri, ma quello sguardo non ha fatto altro che aumentare ancora di più la mia eccitazione, con le dita le ho aperto le chiappe, senza la minima sensibilità le ho sputato nel buco del culo e come avevo fatto prima con la figa come ho capito che la cappella era alla base del buco le sono entrata dentro. Un urlo di dolore ha risposto al mio atto violento ma quella era una troia nata per cui dopo qualche colpo ha cominciato a godere infischiandosene delle dimensioni del mio cazzone.
-Ti piace farti rompere il culo eh troiona.
-Si Marzia...Si...mi piace...me lo farei rompere ogni sera...mi sei entrata nel sangue...tutto quello che mi fai mi piace!!!
Mi godevo la vista dell'uccellone che le entrava e usciva dal buco di quel culo spropositato, e mi lasciavo cullare dai suoi gemiti di piacere, a ogni mia penetrazione le sue chiappone tremavano come gelatina e il vederle vibrare mi eccitava per cui mi è venuto spontaneo schiaffeggiargliele, lo sapevo che le piaceva dalla volta precedente e non mi sbagliavo; la troia ha risposto con un "Ahiiii" che però era tutt'altro che di dolore per cui ho cominciato a colpirla con più insistenza e lei a ogni mio schiaffo rispondeva ora con una ansimo di godimento.
Colpivo sempre più forte, le sue chiappe ormai erano rosse come un peperone, ma la cosa le stava dando solo piacere. Ho interrotto solo quando Daniela ha cacciato un urlo sovrumano a conferma che aveva raggiunto l'orgasmo anale. Sicuramente qualcuna al convento aveva sentito quell'urlo.
La troiona sapeva solo dire
-Che bello...che bello...è stato troppo bello...Reverenda madre grazieeeeee...
E' stata una decina di minuti a sbuffare tutta la sua tensione...poi si è rimessa in piedi...mi ha guardata con uno sguardo che diceva tutto il suo ringraziamento per quello che le avevo fatto provare.
-Se mi lasci dormire qui te la lecco per tutta la notte.
L'ho guardata con uno sguardo che l'ha fulminata...il mio letto era di Gertrude, solo di Gertrude, e solo Gertrude avrebbe dormito lì...al massimo potevo usarlo solo per scopare. Avrei voluto insultarla per quella assurda richiesta ma mi sono limitata a dirle
-No, è troppo pericoloso se qualcuna ti vede uscire di qui domattina sarebbe uno scandalo, e l'ho così liquidata.
La domenica è tornata Gertrude, abbiamo fatto l'amore molte volte ma entrambe sentivamo che non era più come prima. Lei ha evitato di chiedere di me, io ho evitato di chiederle i particolari sul fatto che era stata con ben due uomini.
La settimana dopo si trasferiva in città, era direttrice dei beni ecclesiastici, avrebbe potuto beare la sua sete di potere e iniziare la vendetta su suo padre che era sommerso dai debiti proprio verso la curia che ora lei dirigeva.
Per un anno sarei stata badessa ad interim del convento, perché io non ero ancora maggiorenne ma come avrei compiuto i 21 anni sarei stata nominata in via ufficiale badessa del Convento di San Girolamo.
Eravamo d'accordo che ci saremmo riviste per fare l'amore quando lo volevamo...ma sapevamo che anche se fosse successo non sarebbe mai stato bello come prima.
Mi lasciava la carrozza a disposizione per andare in città da lei ogni volta che avrei voluto...questo voleva comportare che suor Paola rimaneva al convento e io me la sarei scopata ogni volta che volevo...Suor Daniela, Suor Paola...si il gallo Marzia cominciava a crearsi il suo harem nel pollaio...un harem che avrei voluto allargare... non sapevo che solo qualche giorno dopo si sarebbe già allargato!
Era un mattino e alla colazione delle sei vidi Suor Marina, la suora che si occupava della pulizia della nostra chiesetta arrivare tutta anchilosata...le chiesi il motivo e lei mi rispose
-Reverenda Madre ho alzato un banco della chiesa troppo bruscamente e mi sono sicuramente procurata uno stiramento, un colpo della strega.
Il mio sguardo si è subito illuminato...il pollaio poteva essere ampliato...
-Oggi stai a riposo assoluto e finita la colazione vieni da me che ti metto un unguento che tempo fa mi ha risolto un problema simile al tuo.
Mentre finivo la colazione fissavo Suor Marina...e mi rendevo conto che non era poi tanto male...aveva solo qualche anno in più di me, era mora e discretamente rotondetta, piccolina ma graziosa...si ci avrei provato.
Quando ha bussato alla porta dello studio e l'ho vista entrare mi è subito tornato alla mente della mia prima volta con Gertrude e mi sarei giocata le mie possibilità con la stessa tattica.
Avevo caricato di legna il caminetto al massimo e nello stanzone c'era una temperatura piacevolissima.
Ho messo il lenzuolone bianco sul tavolo e mostrandole il barattolo di vetro con l'impiastro giallognolo le ho detto
- Vedrai che questo ti metterà a posto.
E guardandola fissa negli occhi ho aggiunto..."su spogliati che te lo do nel punto dolente".
-Reverenda Madre ma dovrei spogliarmi?... In lei vedevo la Marzia angosciata di un tempo, capivo quindi tutto quello che le passava per la mente, sapevo che tutto dipendeva da me, dal metterla a suo agio; sfoderando il mio più bel sorriso le ho detto.
-Non devi aver vergogna, siamo tra donne e io sono la tua superiora che ti vuole curare, non temere nulla, poi starai meglio.
-Ma devo spogliarmi completamente?
-Certo Marina...che problema hai?
-Beh...reverenda Madre...io non porto le mutande...quella lana dell'intimo che ci passano è ruvidissima...
- Suor Marina...io penso che nessuna di noi le indossa le mutande, su...vieni che ti aiuto a spogliarti...e senza aspettare una sua risposta mi sono avvicinata a lei e ho cominciato ad alzarle la tonaca, poi le ho tolto pure la maglietta e Marina è rimasta nuda davanti a me.
Subito si è portata la mani ai seni e se li è coperti, ma io con estrema dolcezza gliele ho prese e tolte, il suo sguardo più che terrorizzato era stupito, aveva due tette che erano la fine del mondo, l'ho fissata negli occhi
-Perchè nascondere due seni così belli, lo sai che sei una donna bellissima, e così dicendo ho cominciato a palparglieli con dolcezza, l'inturgidimento dei suoi capezzoli al mio tocco mi davano buone speranza, sapevo che stavo osando troppo ma il vedere quelle tette mi aveva già fatta perdere ogni prudenza.
-Girati a pancia sotto così non ti mostri nuda e ti senti più a tuo agio.
Suor Marina ha immediatamente obbedito e io ho potuto così anche ammirare il suo bel culetto, era piccola e minuta ma un gran bel pezzo di figliola.
Ho intinto la mano nel barattolo e le ho chiesto
-Dimmi dove ti duole
Lei con la punta della mano ha indicato un punto all'altezza delle reni e io ho cominciato a spalmargli l'unguento.
Cercavo di imitare le carezze con cui Gertrude mi aveva conquistata... e perdinci mi sembrava di riuscirci, perchè quando la mia mano sfiorava le sue natiche la suorina aveva dei piccoli brividi che mi sembravano di piacere.
-Faccio male?
-No!!!...Anzi...
Quell'"anzi" era il chiaro invito a procedere, la mia mano diventava più audace e ora spalmava l'unguento sulla parte dolente, ma poi accarezzava tutta la pelle della schiena della suora.
-Che pelle vellutata che hai Marina...sei una bellissima ragazza...
-La ringrazio Reverenda Madre...
-Dimmi la verità, cosa provi a farti accarezzare dalla tua madre superiora?
-Mi piace la sua dolcezza.
Ora la mia mano era scesa alle natiche e le accarezzavo le chiappe il più morbidamente che potevo, sentivo che lei a tratti si irrigidiva ma poi tornava a rilassarsi.
-E quando ti accarezzo qui cosa provi.
-Non posso negarlo che mi piace; è vero suor Marzia che lei è la compagna di Suor Gertrude?
-Ero la compagna di Suor Gertrude...tu non lo sai ancora ma Suor Gertrude sarà trasferita in città e io rimarrò sola... e stare sole è brutto Marina.
Ora la mia mano scendeva nell'incavo delle cosce e cercava il contatto con la peluria della passera di Marina, lei si opponeva solo a tratti alla mia azione audace di toccarla intimamente...
- Dimmi Suor Marina, ti tocchi ogni tanto?
Pur senza vederla direttamente avevo intravisto un forte rossore invadere il viso della suora.
-Qualche volta Reverenda Madre...lo so che è peccato infatti poi prego e chiedo perdono.
Ormai sentivo che desideravo quella donna, con dolcezza l'ho presa per le spalle e l'ho girata...ora l'avevo nuda sul tavolo davanti a me.
L'ho guardata fissa negli occhi, ora intravedevo chiaramente il suo rossore di vergogna, la volevo, l'ho guardata in viso e ho saputo dirle solo
-Sei bellissima...permettimi di farti godere...
E così dicendo le ho infilato la testa nella figa e ho cominciato a leccarla.
Temevo di essere stata troppo audace, mi aspettavo una reazione magari violenta ma invece la morettina ha socchiuso gli occhi e pur rimanendo rigida non ha chiuso le gambe.
Era la quinta figa che vedevo così da vicino e mi rendevo conto che quel triangolo di peli neri mi piaceva da impazzire, ognuna di quelle che avevo visto aveva un qualcosa che si differenziava dalle altre ma che nascondevano in se stese un fascino femminile che non aveva limiti, si persino quella vecchia e spelacchiata di Suor Terenzia.
L'odore di femmina di Marina mi aveva già contagiata e la mia lingua stava già pennellando le labbra della figa della mia ultima conquista, la suora cominciava a gemere di piacere e con le mani accarezzava i miei capelli facendomi capire che ormai l'avevo conquistata.
Quando ho sentito il suo respiro aumentare di intensità avevo capito che era vicina a godere, ho rallentato leggermente e alitandole sulla passera ormai umida al massimo le ho detto
-Su tesoro mio , libera tutto il tuo piacere, godi, godimi in faccia.
Questa volta il gemito è stato molto più potente e Marina ha cominciato a venirmi in faccia, il suo umore era dolciastro, zuccheroso, anche qui capivo che ognuna di noi donne ha un sapore tutto suo personale del proprio umore...Gertrude acido, Terenzia salato, Daniela colloso, Paola e Marina dolciastro ma tutte mi mandavano in sollucchero perché tutte avevano un qualcosa di particolarmente erotico.
MI sono fermata ad aspirare gli odori della sua figa mentre lei pian piano stava riducendo i suoi battiti cardiaci...mi sono staccata e mi sono avvicinata al suo viso guardandola fissamente e sussurrandole
-Ti è piaciuto?
-Immensamente Reverenda Madre, non avevo mai goduto così.
-Non avevi mai giocato con nessuna donna o uomo prima d'ora.
-No Suor Marzia, mai, sono vergine...
A quella ammissione mi vedevo già col mio cazzo di legno a cogliere un nuovo frutto acerbo e il solito prurito all'inguine mi diceva che ormai ero irrimediabilmente legata a possedere le donne.
Continuavo a fissare Marina sdraiata sul tavolo e desideravo baciarla ma non osavo, ma è stata lei invece ad allargare le braccia e invitarmi ad abbracciarla e così ho fatto, e come la mia lingua si è avvicinata alle sue labbra lei ha aperto la bocca e mi ha permesso di limonarla con passione sospirando di piacere.
Avrei voluto continuare, battere il ferro finché era caldo ma mi volevo ripromettere che tutto quello che facevo da li in avanti lo volevo fare solo se ero desiderata e non approfittando della mia posizione di rilievo all'interno del convento, per cui mi sono staccata da lei e le ho detto di rivestirsi.
Vedere i suoi seni e la sua fighetta nera tornare sotto la tonaca mi davano un senso di delusione ma ormai ero decisa sui propositi che mi ero data.
Quando Suor Marina era rivestita completamente l'ho guardata fissa negli occhi e le ho detto
-Inutile dirti che queste cose devono essere assolutamente segrete tra noi due.
Se domani vorrai ancora la mia compagnia me lo chiederai senza timori e io ti spalmerò di nuovo il mio unguento.
-Certamente suor Marzia.
Prima di uscire si è fermata sull'uscio e fissandomi mi ha detto
-Lo sa Reverenda Madre che mi sento già molto meglio.
Uscita la ragazza sono rimasta a fissare il lenzuolo bianco e chiedermi come mai tutte quelle suore stavano cadendo come pere ai miei biechi desideri, ma mi tornavano in mente le parole di Suor Gertrude su Suor Terenzia; che se le era fatte quasi tutte...che quelle ragazze non erano lì per vocazione ma per necessità...e che non avevano maschi con cui sfogarsi.
La mia prima impressione su Suor Terenzia era stata di aperta antipatia, ma ora mi rendevo conto che io ero tale e quale a lei, tanto che pregustavo già che a breve sicuramente avrei sverginato un'altra suora. Pian piano il mio pollaio si stava allargando.
(continua)
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.