lesbo
Gli intrighi del convento di San Girolamo 7
di boschettomagico
02.05.2018 |
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"-Ti ringrazio, ma perché mi devi leccare le dita?
-Perché la cosa mi fa piacere, in lei vedo una carica molto alta e autoritaria e io sentendomi piccola nei..."
Capitolo 7: Il convento si allargaDopo il trasferimento di Suor Gertrude, le cose al convento sono cambiate completamente e un'aria di rinnovamento ha cominciato pian piano a trasformare quel piccolo castello mezzo diroccato in un piccolo gioiello di architettura antica ristrutturata.
Suor Gertrude dall'alto della sua potente posizione economica elargiva in continuazione sovvenzioni al nostro convento così che abbiamo cominciato a ristrutturare le varie ali dell'edificio e rimodernare e allargare alcuni spazi.
Io una volta al mese andavo da Gertrude, passavamo un paio di giorni a letto a sfogare le nostre voglie e poi tornavo con un nuovo gruzzolo da investire in nuove migliorie.
La mia camera in torretta e lo studio al piano terra erano ormai stati trasformati, con tutti i confort che quei tempi poteva offrire l'edilizia.
Pure le cucine erano state ammodernate, con somma soddisfazione di Suor Domenica; così come le celle delle suore.
Ma la cosa più importante era il fatto che Gertrude aveva fatto ampliare e costruire una vera e propria aula dove io davo lezioni alle novizie che dopo poco più di un anno diventavano suore.
Era un piccolo locale, munito però di tutto il necessario: testi molto rari, lavagna, cattedra e quattro soli banchi, il numero massimo delle novizie che potevano frequentare; ma per me era come se fosse l'aula magna di una grande università.
Era stato il regalo di Gertrude per me, in quanto con quei fiori giovani e invitanti che arrivavano io potevo scegliere quelle che più gradivo e circuirle grazie alla mia posizione di privilegio e portamele a letto con la concreta possibilità inoltre di sverginarne pure qualcuna.
Di tutti questi nuovi ingressi quella che mi colpì più di tutte per la stranezza dell'accaduto era stata sicuramente Piera.
Era una venticinquenne, che aveva scoperto la vocazione in ritardo...e che arrivava al convento con il secondo blocco dopo la partenza di Gertrude.
Una ragazza per niente bella, magrissima e leggermente ingobbita, che dimostrava certamente molti più anni della sua reale età.
Alla fine delle lezioni tutte le novizie mi baciavano la mano e tornavano alle loro celle, Piera mi salutava sempre per ultima e dandomi quel baciamano con la punta della lingua mi leccava sempre l'indice o il medio.
All'inizio mi sembrava una casualità, ma siccome la cosa si ripeteva tutti i giorni un giorno fermai la ragazza e le chiesi
-Piera perchè con la lingua mi lecchi le dita?
Senza arrossire e guardandomi dritta negli occhi la morettina mi rispose
-E' un segno di ringraziamento per gli insegnamenti che mi da e il tempo che mi dedica.
-Ti ringrazio, ma perché mi devi leccare le dita?
-Perché la cosa mi fa piacere, in lei vedo una carica molto alta e autoritaria e io sentendomi piccola nei suoi confronti con quel gesto esprimo il mio sentimento di inferiorità.
-Tu non devi avere nessun senso di inferiorità nei miei confronti, non essere sciocca non farlo più.
Il giorno dopo però Piera non solo mi ha leccato le dita ma me ne ha succhiato uno in piena regola e quando io l'ho ripresa lei mi ha quasi supplicata dicendomi
-Non mi sgridi Reverenda Madre è un gesto che mi realizza, me lo conceda non potrei farne a meno, e così dicendo si è inginocchiata e ha cominciato a baciarmi i piedi.
La sua lingua si intrufolava tra i listelli di pelle dei miei sandali leccandomi le dita con estrema voluttà.
Non sapevo come reagire, volevo cacciarla ma la cosa mi incuriosiva...e sentire la sua lingua che si intrufolava tra dita dei miei piedi mi dava un senso di strano piacere.
Quando ho sentito che stava arrivando Suor Marina per la pulizia dell'aula col piede ho allontanato Piera e lei quasi correndo se ne è andata.
Mentre scendevo le scale sentivo una strana euforia in me, la passera mi prudeva, mi succedeva ogni volta che mi eccitavo, sono andata in ufficio ho preso lo strap, me lo sono messo in tasca e sono andata all'oliveto.
Suor Daniela stava rastrellando tra le piante di olivo, le ho detto
-Chiudi il portone a chiave e vieni nel capanno.
Dopo due minuti era nel capanno...segno che aveva capito le mie intenzioni e le approvava in pieno, le ho fatto abbassare le tendine della finestra e le ho detto
-Spogliati che voglio scoparti.
In pochi secondi Suor Daniela era completamente nuda davanti a me.
-Reverenda Madre vuole che mi dia una rinfrescata?
-No sdraiati sul tavolo da lavoro...lo sai che l'odore di donna mi piace.
Ho cominciato a spogliarmi anch'io e mentre mi incinghiavo lo strap guardavo la mia preda...era simile a quelle maialine che rosolano nelle sagre paesane, con quelle coscione piene di cellulite, quella figa super pelosa e due seni spropositati dalle aureole giganti.
Era inutile, quel pachiderma umano accendeva sempre più la mia eccitazione, mentre mi spogliavo mi guardava estasiata e ha cominciato ad accarezzarsi la foresta di pelo e sfregarsi le grandi labbra, allora ho capito perché accendeva così tanto la mia libidine, era una che amava il cazzo e amava fare sesso, era troia nata...ed era quello che io volevo principalmente in una donna.
Le sono andata vicino, le ho puntato il cazzo sulla pataccona pelosa e come ho trovato il pertugio le sono entrata dentro, lei mi ha accolta con un sospiro di piacere e ha spalancato le cosce più che poteva.
Ho cominciato scoparla con una carica incredibile e mentre la pompavo pensavo alla lingua di Piera che mi leccava tra le dita dei piedi e mi succhiava poi l'alluce, e più pensavo alla lingua della novizia più prendevo energie per trapanare la passera della maialona stesa sul tavolo di lavoro.
Dopo pochi minuti la passera di Daniela ha cominciato a schiumare i propri umori sprigionando quell'odore strano di sesso che mi eccitava da matti intontendomi la mente e portandomi a cavalcarla come una forsennata.
L'urlo di Daniela mi ha risvegliata da quel torpore facendomi tornare alla realtà, ho puntato lo sguardo sul cazzo che entrava e usciva da quella foresta di pelo che ora era piena di schiuma come se si fosse insaponata e nel vedere il mio andirivieni ho ripreso vigore senza smettere...volevo portare quella scrofa umana al secondo orgasmo...e nel vedere le sue smorfie di piacere e i suoi impareggiabili grugniti la cosa non mi costava la minima fatica anzi...mi portava in un mondo surreale dove lo scopo unico per entrambe era quello di godere.
-Troia ti piace farti fottere così come una vera porca...dillo che ti scopo bene.
-Si Suor Marzia...mi scopi come piace a me...mi sento sbrodolare, e come se stessi pisciando sborra in continuazione...impazzisco di piacere.
-Allora godi ancora...fammi sentire un altro urlo....mi piace sentirti urlare...solo le puttanone dei porti sanno urlare così e tu sei la regina delle puttanone.
Il secondo urlo è puntualmente arrivato coprendo i cigolii delle gambe di legno del tavolone su cui Daniela era sdraiata.
La porcona era rossa in viso, le sue guance erano purpuree e i suoi occhi lacrimavano facendo brillare le sue azzurre pupille.
Ho estratto il cazzo , l'ho fatta scendere dal tavolo e inginocchiarsi davanti a me ordinandole
-Su succhiami il cazzo ora.
Era ormai un rituale che dopo ogni mia scopata con lei mi dava un appagamento totale.
Daniela ha subito ingoiato il tronchetto e ha cominciato a spompinarlo...volevo godere così ma forse avevo piazzato male i laccetti di cuoio che non mi strofinavano a dovere le grandi labbra , per cui non riuscivo raggiungere il sospirato orgasmo, allora mi sono quasi strappata lo strap ho messo le mani dietro la nuca della suora e le ho praticamente cacciato la faccia in mezzo alla mia figa super eccitata.
-Leccamela... leccamela senza mai fermarti fino a che non sborro.
Daniela ha cominciato a lavorarmela di lingua con estrema maestria e in pochi secondi ho cominciato a godere anch'io
-Bevi tutto troiona...dissetati alla mia fonte...non perderne nemmeno una goccia...
Sentivo la lingua di Daniela che mi lappava tutta e non si staccava per cui sono volata verso il mio secondo orgasmo. Come sono venuta la seconda volta ho sentito che ora la lingua della maialona mi dava fastidio e l'ho allontanata in malomodo
Ho guardato Daniela in viso...era stravolta...piena di miei umori e con le labbra gonfie.
Mi ha guardata e mi ha detto
-Era più di un mese che non mi scopavi...avevo una voglia pazzesca di prenderlo...adoro essere la tua troia.
Le ho sorriso, mi sono rivestita, ma prima di andarmene le ho messo la lingua in bocca e l'ho limonata come mai avevo fatto...era la prima volta che baciavo quella porcellona umana e non sapevo il motivo per cui l'avevo fatto. La cosa naturalmente l'ha sorpresa in modo particolare, ma la sua lingua è stata molto felice di infilarsi nella mia bocca.
Il lunedì seguente avevo ripreso il corso delle novizie, mentre spiegavo le cose incrociavo spesso lo sguardo di Piera e i nostri occhi davano origine a dei muti discorsi...la ragazza spesso mentre ci fissavamo metteva la penna in bocca e la leccava...mi provocava... io però stavo al suo gioco.
Finita la lezione si è avvicinata per il solito bacio di commiato ma io l'ho bloccata dicendole
-Vieni nel mio ufficio.
Mi ha seguita come un cagnolino...siamo entrate nell'ufficio mi sono seduta su una sedia l'ho fatta inginocchiare davanti a me e porgendole il piede le ho detto
-Su fammi vedere cosa sai fare.
Senza il minimo tentennamento ha preso i miei piedi tra le mani, li ha annusati e ha poi cominciato a leccarmeli come il venerdì precedente...la sua lingua era sensualissima e mi faceva rabbrividire...mi ha lustrato tutti gli interstizi delle dita e succhiato gli alluci come se stesse succhiando un piccolo cazzo...per poi passare a leccarmi la pianta dei piedi con la lingua che pennellava in perfetta libertà...quel suo comportamento mi dava un solletico piacevolissimo che mi portava a tremare di piacere per cui mentre mi leccava con la mano sono andata a toccarmi...quella lingua mi eccitava.
Piera se ne era accorta e con la mano sinistra è scesa pure lei in mezzo alle sue cosce a sditalinarsi, siamo venute quasi insieme...poi mentre riprendevamo i sensi le ho detto
-Come mai ti ecciti a fare queste cose
-Me lo comandava la mia sorella maggiore...ero la sua schiava...dormivamo nello stesso letto e la leccavo tutte le sere, i piedi...la figa...e soprattutto il buco del culo...amavo sentire il sapore della sua pelle sulla mia lingua...poi si è sposata e non ne ha più voluto sapere di me...mi mancava non essere sottomessa a nessuna...ho scelto questa strada per dimenticare mia sorella ma quando ho visto lei Reverenda Madre, ho subito pensato che sarebbe stato bello se fosse stata la mia nuova padrona.
Avevo appena goduto ma mi sono tirata su la tonaca e le ho ordinato
-Fammi vedere come lecchi la figa allora
Piera non se l'è fatto ripetere e inginocchiandosi davanti alle mie cosce ha cominciato a leccarmela...accidenti se quella gobbetta ci sapeva fare...aveva una lingua che sapeva alternare in perfetta cadenza la delicatezza alla passione sfrenata...l'ho lasciata dedicarsi a me per mezz'ora respingendo volutamente l'orgasmo ogni volta che bussava solo per godermi quella lingua sapiente.
Poi le sono venuta in faccia mentre lei che si sditalinava inginocchiata si è staccata leggermente da me e ha terminato il suo ditalino venendo con un grosso sospiro di piacere.
-Grazie Reverenda Madre...era più di un anno che non assaggiavo una figa.
La guardavo...mi chiedevo perché con tutte le belle ragazze presenti al convento io facevo sesso solo con le meno sensuali...Piera era l'antitesi di Daniela, una corpulenta e spropositata, l'altra magra e smunta, per nulla eccitanti...ma io facevo sesso con loro e la cosa mi piaceva.
Le ho chiesto
-Sei vergine ancora?
-Certo Reverenda Madre...quale uomo avrebbe potuto chiedermi di scopare...non finga di non vedere i miei evidenti difetti fisici, sono più storta io di mia nonna che ha più di settant'anni
-Bene, se nessun uomo ha avuto l'ardire di scoparti lo farò io che sono una donna, fra mezz'ora non sarai più vergine.
Mi ha guardata senza capire...mi sono alzata, l'ho alzata di peso come un fuscello e l'ho seduta sul fratino e le ho ordinato di spogliarsi.
Nel frattempo mi sono tolta la tonaca anch'io e mi sono messa lo strap e mi sono girata verso il tavolo.
Piera era in mutande...accidenti era l'unica nel convento che sapessi io che indossava quelle mutande di flanella che raspavano la pelle....forse amava soffrire anche quella prova del tessuto ruvido...per punire quella che lei riteneva la propria inferiorità rispetto alle altre.
-Togliti quelle ridicole mutande.
Ora la gobbetta era nuda sul tavolo, la sua figa era poco pelosa, magra e secca...ma con due labbrone spropositate che la rendevano ridicola,
L'ho fatta scendere dal tavolo e le ho chiesto.
-Hai mai succhiato un cazzo?
-No Reverenda Madre.
-Prova col mio allora, inumidiscilo bene, lubrificalo più che puoi perchè poi ti svergino...
Piera ha obbedito ancora una volta...certo non aveva la passione di Daniela che se lo faceva sparire fino in gola, ma la sua lingua ha cominciato a leccare il tronchetto di legno con estrema passione.
-Su insalivalo più che puoi.
Quando i rivoli della sua saliva avevano ricoperto ben bene il cazzo l'ho rimessa sul tavolo...era leggera come una piuma, le ho allargato quelle due coscette scarne e le ho puntato l'uccello in mezzo a quelle labbrone che sembravano le ali di una falena gigante, come ha sentito la cappella sfiorarle la fessura si è irrigidita ma io le ho detto
-Non fare così, rilassati...pensa ai miei piedi pensa al mio alluce e lasciati penetrare.
Ha fatto si col capo e ha socchiuso gli occhi.
All'inizio a ogni mio tentativo di affondo sentivo che si irrigidiva e sospirava lamentandosi, nel vederla così piccola e indifesa provavo per lei un senso di tenerezza, o forse addirittura di pietà per cui ero ormai tentata a smettere nel mio bieco proposito e mi ero fermata, quando lei all'improvviso ha dato un forte colpo di reni e si è quasi autosverginata emettendo un urlo di dolore...sono rimasta di stucco non me l'aspettavo, mi sono praticamente bloccata rimanendo immobile ma ora lei pur continuando a lamentarsi muoveva e ancheggiava le reni e si scopava da sola...nonostante il suo fisico rachitico si muoveva con una carica impensabile per una come lei, in mezzo alle gambe sentivo uno strano calore, ormai si era sverginata...ma aveva smesso di lamentarsi e ancheggiava ora con insistenza come una indemoniata e cominciava a godere e gradire la penetrazione del cazzo di legno.
Io sempre immobile la guardavo, era una carica di nervi che si muovevano a ritmo forsennato senza mai rallentare...poi è arrivato il suo orgasmo accompagnato da una serie di lunghi sospiri di godimento.
Si vedeva che avrebbe voluto continuare ma ormai non ne aveva più le forze ma mi guardava e fissandomi negli occhi mi diceva
-E' bello...è bello...non vorrei mai smettere ma non ce la faccio più...
L'ho bloccata con la mano sul piano del tavolo e ho cominciato a lavorarla io, usavo la massima prudenza, come se stessi scopando una statua di porcellana, ma Piera invece mi guardava e mi incoraggiava
-Non si fermi...non si fermi...spinga....spinga...più forte...più forte....avevo ormai il suo ok e sono partita alla carica fermandomi solo quando ho sentito il suo sospiro riprendere vigore e il suo corpo tremare di piacere...segnalandomi che aveva goduto di nuovo. Mi sono accasciata sulla poltrona...ero stanchissima...e senza accorgermene mi sono quasi appisolata.
Non so quanto ho sonnecchiato, so solo che quando ho riaperto gli occhi Piera era davanti a me rivestita e mi sorrideva
-Ho già lavato il pavimento...ho fatto un mezzo disastro ma ora è tutto a posto...grazie padrona.
-Lo vuoi capire che io non sono la tua padrona.
La campanella della cena ha sciolto quella imbarazzante fase del discorso, l'ho guardata e le ho detto
-Andiamo che io ho una fame da lupo...e penso anche tu....con tutta la ginnastica che hai fatto.
Mentre mangiavo guardavo il soffitto e riflettevo su quanto era successo...stranamente non mi sentivo euforica come lo ero sempre dopo che avevo colto un nuovo fiore...e non sapevo spiegarmi il perché, lo avrei capito però molto presto
(continua)...
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