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Gay & Bisex

Tommaso, Luca & Nicola - 7


di Marcus95
22.03.2022    |    5.088    |    15 9.4
"«Cosa vuoi farmi?» Chiedo molto preoccupato..."
Capitolo 7: Alcol & Giochi



Esco dal bagno e torniamo da Nicola che ci sta aspettando. Ha pagato il conto e mi dice che dobbiamo andare. Saluto Federico e lui mi bacia sulla guancia. Io faccio finta di niente e salgo in macchina insieme a Nicola, sui sedili posteriori. Federico va verso il portone di casa sua che non dista molto dal locale. Mentre sono in macchina con Nicola decido di fare un gioco stupido provocato dal troppo alcol. Decido di provarlo. Gli metto una mano sulla gamba e appoggio la testa sulla sua spalla mormorando cose a caso. Lui non cede al mio gioco, anzi mi scolla un po’ la mano perché è troppo vicina al suo inguine. Arriviamo a casa e scendiamo dalla macchia e ci dirigiamo verso le scale.

Capisco dell’errore che ho fatto e mentre Nicola mi aiuta a salire le scale gli chiedo mille volte scusa per quello che avevo fatto in macchina.

«Lo avrei fatto anche io in una situazione come la tua» dice calmo. Lui sa essere sempre così calmo. Spero che la sua calma mi contagi.

Entriamo in camera mia e vedo che tutto è come l’ho lasciato. I vestiti per terra, la fotografia rotta vicino al letto. Nicola si abbassa e cerca tra i vestiti il mio pigiama. Ne trova uno e lo butta sul letto. Mi guarda con i suoi occhi azzurri e io lo guardo intensamente. Cazzo mi eccita questo ragazzo. No, è solo colpa dell’alcol.

«Sai cambiarti da solo?» mi chiede.

Io lo guardo non capendo bene e mi butto sul letto ancora vestito. Lui sbuffa e dice a bassa voce «Direi di no.»

Mi fa alzare e mi fa reggere all’armadio mentre mi toglie la felpa e la maglietta rimanendo a torso nudo. Mi guarda e mi squadra. Solo per vedere se l’allenamento funziona. Mi mette la maglia del pigiama che mi sta molto stretta. Tutti i miei muscoli sono in bella esposizione. Tommaso mi ha comprato quel pigiama perché voleva contemplare il mio corpo anche se vestito.

Mi slaccia il bottone dei pantaloni e vedo che inizia a sudare. So che deve essere difficile per un maschio etero spogliare un maschio gay. Poi che imbarazzo togliere i pantaloni a un altro ragazzo. Mi tira giù la cerniera e involontariamente viene a contatto con il mio membro coperto dai boxer. Lui fa finta di niente perché è accaduto per sbaglio e mi tira giù i pantaloni.

Mi eccita questo ragazzo. Vederlo piegato tra le mie gambe mi eccita. Peccato che è biondo, altrimenti avrei avuto una erezione immediata. Mi avrebbe ricordato Tommaso. Sento che nelle mutande qualcosa si sta muovendo e mi diventa barzotto. Lui si rialza e mi aiuta a mettere i pantaloni del pigiama. Non ci pensa nemmeno e togliermi i boxer, giustamente. Anche quelli sono abbastanza attillati ma non dice nulla. Mi accompagna verso il letto e mi ci fa sdraiare dentro. Prende i miei vestiti e li piega in modo impeccabile e li deposita su un comò. Mi viene a salutare e se ne va chiudendo la porta dietro di sé.
***
Posso dire che questo ragazzo è sexy? Mi ha ricordato Tommaso. Anche Tommaso mi spogliava e mi metteva a letto quando non riuscivo a farlo io. Poi si metteva vicino a me e dormivamo insieme, e non come Nicola che se n’è andato. Beh lui non è il mio ragazzo. Mi giro su un lato e mi addormento entrando in un sogno molto speciale.

***

Mi sveglio di soprassalto e vedo che Nicola è vicino a me. Mi guarda con i suoi occhi azzurri e i capelli biondi. Bellissimi con la luce del sole del mattino. Ha un braccio sul mio. Mi avrà svegliato in questo modo. Lo guardo e lui mi guarda.

«Ciao» dico assonnato.

«Ciao» dice lui. «Ora di alzarsi dormiglione. Hai dormito troppo e ci siamo persi l’allenamento» dice sorridente. Mi piace questo nuovo Nicola.

«Perché che ore sono?» Chiedo preoccupandomi dell’orario.

«Quasi mezzogiorno» dice lui ridendo.

Beh dai ora so che lui è un mattiniero. Di solito lo sono anche io ma lui è allo stesso livello di Tommaso. Porca vacca ancora una volta quel nome. Me lo devo dimenticare. Mi mordo la lingua.

«Mi alzo» dico e lui si fa da parte. Sto per alzarmi quando sento qualcosa che qualcosa tira nei miei boxer. No! Una erezione mattutina proprio adesso no! Lo guardo e lui mi guarda.

«Tutto a posto?» mi chiede.

Io lo guardo ridendo e dico: «Problemi da ragazzi» e sorrido.

«Ah, alza bandiera» dice lui scoppiando a ridere. Rido anche io, ma per l’imbarazzo. Lui capisce al volo ed esce dalla stanza. Io mi alzo dal letto e corro in bagno.

Mi lavo la faccia e i denti. L’erezione si è calmata e mi vesto. Esco e vedo che Nicola era fuori dalla porta ad aspettare.

«Ma tu aspetti sempre le persone fuori dalle porte?» Chiedo curioso.

«Molte volte» dice. «Non so che fare nel mentre, quindi attendo in senso letterale.»

Io rido a quella risposta ed entrambi andiamo al piano inferiore. Facciamo un po’ di stretching perché non abbiamo tempo per degli esercizi e io non ho fatto colazione quindi non posso. Mentre facciamo gli esercizi parlo con Nicola sulla mia presenza in quella casa.

«Mia madre chiede quando torno da lei» dico di punto in bianco.

Lui sgrana gli occhi ma non lo da molto a vedere. «Fai pure come vuoi, non ti posso costringere a rimanere. Ma sarebbe bello che tu restassi» dice Nicola pacato come al solito. Mi manda in bestia quando fa così.

«Ma non potrò mai rimanere qui per sempre» dico.

Lui si ammutolisce senza più dire nulla. Continua con gli esercizi mattutini e non mi rivolge la parola. Finalmente finiamo gli esercizi e andiamo nelle rispettive camere a fare la doccia.

Prendo le cose che mi occorrono e vado verso il bagno. Apro l’acqua della doccia e mi ci butto sotto. Scende calma cullando il mio corpo. È una bella esperienza, ma tiro un urlo quando sento qualcosa sulla mia schiena.

«Shh» mi dice Nicola con voce sensuale. Ma che sta facendo questo pazzo?

Mi volto e lo vedo davanti a me completamente nudo. Non ho neanche il tempo di guardarlo tutto che dico: «Ma sei impazzito? Che cosa ci fai qui?»

Lui si limita a fissarmi e sorridere. Mi fa girare e mi mette le mani sull’addome. Le muove molto lentamente fino ai pettorali e prende un capezzolo tra le dita. Io gemo a quel tocco ma cerco di restare lucido. «Che fai?» dico ansimando.

«Quello che vuoi che faccia» dice lui e continua a perturbare il mio capezzolo. Immediatamente ho una erezione e sento la sua sulla mia gamba.

«Sei contento di toccarmi sento» dico gemendo.

«Fa piacere anche a te» e con una mano prende in mano la mia erezione.

Sussulto dal modo in cui lo prende. Fa gli stessi passi di Tommaso, ma lui non è Tommaso. Lu è Nicola! Inizia a muovere la mano velocemente facendo scorrere il prepuzio. Gemo cercando di reggermi al suo corpo. Lui mi sostiene dato i muscoli che ha. Lui è più forte di me, me ne rendo conto.

La sua mano si muove sul mio membro facendolo eccitare sempre di più. Anche la sua erezione si fa più dura. Mi volto e lui perde la stretta. Lo guardo e vedo che in mezzo alle gambe ha un cazzo enorme. Stretto e lungo circondato da dei peli biondi non troppo lunghi. Faccio un sorrisetto e glielo prendo in mano. Lui sussulta sonoramente e io rido.

«Prima volta?» Chiedo sorridendo beffardo.

Lui fa cenno di sì con la testa. Ne avevo la certezza. Troppo strano altrimenti. Io inizio piano la sega al suo membro. Aumento il ritmo e vedo che lui si aggrappa ai vetri della doccia mentre geme e si contorce tutto.

«Questo si chiama essere eccitati» dico mordendomi il labbro.

Lui mi guarda con provocazione e urlando viene sul mio braccio. Sei schizzi di sperma tutti sul mio braccio. Ho il braccio bianco a causa sua. Faccio per metterlo sotto il getto dell’acqua ma lui mi blocca. Si china e mi pulisce il braccio. Quando ha finito si passa la lingua sui denti bianchi e ride.

«Se tu non la vuoi la prendo io» dice.

«Scusa, ma è troppo presto per quello» dico e lo abbraccio.

La sua erezione si sta smorzando ma la mia è sempre bella dura e preme sul suo ventre. Con una mano la prende e continua la sega che voleva farmi prima.

«Però voltati» dice.

Mi volto dandogli le spalle. Lui si avvicina e appoggia il suo petto alla mia schiena. Con la mano cerca il mio membro e fa il classico movimento molto veloce. Vuole farmi godere velocemente. Gemo sul suo corpo contorcendomi tutto. Dopo altre spinte della sua mano vengo sul muro della doccia con cinque schizzi forti. Mi abbandono sul suo petto e inizio a piangere.

Sono contentissimo di aver fatto quello che fatto con lui, ma per la prima volta ho davvero tradito Tommaso. Oramai non esiste più. Tutto è finito. Mi accascio sul pavimento della doccia e Nicola mi segue. Mi prede il viso con una mano e lo alza leggermente per guardarmi. Mi sposta una ciocca di capelli.

«Per questo non voglio che tu te ne vada» dice e mi bacia. Un bacio caldo e potente. La mia lingua si insinua nella sua bocca senza resistenza e trova la sua. Le due lingue giocano a rincorrersi e ora ho un amante. Nicola è il mio amante, il mio nuovo ragazzo. Il bel sexy ragazzo della palestra è mio.

***

Sono seduto sul letto ancora sotto choc per quello che è accaduto in bagno. Cosa gli è passato per la mente a Nicola? È impazzito, sicuramente. Mi ha fatto una sega e se n’è fatta fare una. Qualcosa non torna con quel ragazzo. Non mi ha mai detto di essere gay, ma neanche di essere etero. Forse voleva solo approfittare di me. No, non mi avrebbe mai baciato. Non so che cosa pensare. Tommaso? No, Tommaso non esiste più. Non fa più parte della mia vita. Nicola non gioca pulito ma non posso dire che non mi sia piaciuto l’accaduto. Mi è piaciuto eccome, ma lui se n’è andato senza dire una parola. Non capisco questa reazione. Forse si è innamorato di me, ma come spiegarlo? Io lo trovo sexy, ma non è amore, lo conosco appena.

Devo cercare di fare chiarezza all’interno della mia mente prima che sia troppo tardi. Sento bussare alla porta e mi metto una tuta veloce e vado ad aprire senza mettermi la maglietta. Apro la porta e vedo Nicola fuori che mi guarda.

«Pranzo pronto» dice e scappa via. Non l’ha mai fatto. Mi vesto e vado a pranzo al piano di sotto. Essendo venerdì i genitori di Nicola non ci sono. Mangiamo e poi decidiamo di giocare ai video giochi anche se Nicola mi guarda sempre con distacco o con sospetto, non so decidere.

È molto bravo alla Xbox. Mi straccia in molti giochi. In poche parole mi sta tenendo occupato per non parlare con lui. Sa che lo sto tenendo d’occhio per ciò che è successo nel bagno, chi non lo farebbe? Però deve stare attento perché io farò di tutto per potergli parlare. Giochiamo per un’atra ora e quando perdo una partita butto il joystick di lato e mi volto verso di lui.

«Cosa significa quello che hai fatto stamattina?» dico deciso.

Lui capisce che non ha chances di scappare e lascia il joystick e mi guarda.

«Non è facile da spiegare» dice calmo ma anche preoccupato.

«Non è mai facile, ma devi farlo. Non tutti i ragazzi fanno quello che mi hai fatto in quella doccia.»

«Ho molti dubbi in me stesso» dice sempre calmo.

«Non è vero, tu hai dei dubbi su una cosa sola» dico pretendo le sue parole.

Lui rimane sorpreso e continua. «Non sono gay, ma neanche etero. Bisex direi. È difficile farsi degli amici quando sei nella mia situazione e con te è diverso. Sei un amico che sto scoprendo a poco a poco, ma molto velocemente» dice d’un fiato.

Non posso crederci finalmente ha detto tutta la verità. Gli piaccio e lui è uno stalker bisex. Ecco come faceva a saper sempre tutto di tutti. Ha cercato informazioni su di me, ha chiesto in giro. Tutto torna. Gli voglio bene ma non so se riesco ad arrivare all’amore. Ma per ora mi va bene così.

Lui mi guarda mentre penso e ha capito che io ho capito tutto. Mi fa un gran sorriso e io rido.

«Ho capito tutto» dico illuminandomi.

«Molto bravo detective» dice e mi salta addosso. Mi bacia.

Le nostre lingue si incontrano e giocano come al solito.

«Non voglio più sentire Tommaso» dice al mio orecchio mentre gli bacio il collo.

Mi blocco. Non può dire sul serio. «Devi lasciarmi del tempo per dimenticarlo» dico piano. Mi ferisce parlare di lui.

Lui si alza e se ne va sbattendo la porta. Mi raggomitolo sulle mie stesse gambe e piango. Perché non posso mai essere felice? Spengo la Xbox e sistemo la camera dei giochi. Sistemare mi tiene occupato ma le lacrime scendono ancora. Quelle non riescono a stare dentro di me. Dopo che ho sistemato alcune cose esco da quella stanza e velocemente corro al piano superiore per chiudermi nella mia stanza ma quando entro vedo che gli scatoloni sono stati portati via. I vestiti ci sono ancora e riordinati nell’armadio ma la foto non c’è più.

Corro verso la porta di Nicola che è chiusa a chiave e busso forte. «Non farlo! Ridammi la foto!» urlo con quanto fiato ho in corpo. Non sento nessuno rispondere. Busso ancora, quasi buttando giù la porta e urlo ancora. «Nicola! Apri questa cazzo di porta! La butto giù se non mi ridai la foto!»

«È rotta» dice la sua voce da dentro la stanza.

«Non mi importa. Sai quanto vale per me» dico sbattendo i pugni sulla porta.

«Se la smetti di tirarmi giù la porta ne sarei grato. Non te l’ho rubata. L’ho presa in prestito. Poi te la restituisco» dice calmo. Io smetto di sbattere i pugni ma rimango davanti alla porta.

Aspetto ma nessuno esce. Mi siedo davanti aspettando che lui esca ma mi tocca aspettare un ora. Alla fine lui apre la porta e io scatto in piedi.

«Aspetti sempre le persone dietro alla porta?» Chiede sarcastico. Ora mi ruba anche le battute.

«Sì se le persone prendono come ostaggio una cosa che mi appartiene» dico duro.

«Ti sto solo facendo un favore tenendola io, ma la riavrai in due giorni» dice calmo e si allontana. «Vuoi fare un bagno in piscina?» mi urla da lontano.

Io non me lo faccio ripetere un’altra volta e corro al suo fianco.

Sono ancora arrabbiato con lui ma ha detto che mi ridarà la foto, che è la cosa che conta. Quella foto per quanto la detesti ora… No, non posso odiarla, la adoro quella foto. Rappresenta il mio passato.

Scendiamo le scale e arriviamo alla palestra. Apre una porta e una bella piscina al coperto si apre davanti a noi. Lunga e con l’acqua trasparente. Che figata essere ricchi, penso tra me. Scendiamo e andiamo negli spogliatoi.

«Nick» lo chiamo.

Lui si volta e ha un aria scandalizzata. «Nick?» Chiede.

«Beh dai è carino» dico io a mo di scuse. «Non ho il costume con me» dico.

«C’è n’è uno nello spogliatoio. Lo abbiamo trovato nello scatolone» dice e sparisce.

Io entro nel mio spogliatoio e vedo uno dei miei costumi. Mi cambio ed esco. Lui è lì che mi aspetta, come al solito. Lo guardo e gli sorrido. Mi piace guardarlo ma lui si sposta e va verso l’entrata della piscina. Ci sono degli scalini. Lo seguo e facciamo tre scalini insieme.

L’acqua è abbastanza calda e non ghiacciata come al solito. Guardo l’acqua che tocca i nostri corpi. Poi guardo Nicola che non stacca gli occhi da me. Ora so che ha una cotta per me ma io davvero voglio stare con un ragazzo come lui? Lui ride e mi butta nell’acqua alta. Riemergo e cerco di raggiungerlo per fargli la stessa cosa ma si butta e non mi lascia neanche il piacere di buttarlo. Riemerge e mi cinge. Sento il suo corpo sul mio, avvinghiati. I suoi occhi azzurri sono dentro ai miei.

«So che ti eccito» dice calmo mentre mi tiene stretto a lui.

Ha ragione, mi eccita ma non sono ancora pronto a dirlo ad alta voce. Lui è sempre così calmo, perché io no? Mi stringe ancora di più e sento che i nostri costumi si strusciano sott’acqua. Non c’è nessun movimento per il momento ma se continua a stringermi così ci sarà. Mi stacco da lui e faccio una nuotata. Lui mi segue come uno squalo affamato, affamato di me però. Io scappo e urlo in cerca di aiuto ma nessuno accorre. Mi lascio prendere e lui mi si avvinghia nuovamente.

«Che cosa fai?» mi chiede contento.

«Scappo da te» dico con il fiato corto.

«Beh fai male» mi dice e mi da un bacio sulla guancia.

Io lo guardo sorridente e gli dico: «Mi aspettavo qualcosa di più» e rido.

Lui ride e mi bacia come si deve. La sua bocca trova la mia e la sua lingua si fa largo tra le mie labbra per entrare e giocare con la mia lingua. Io rispondo a questo bacio mettendogli una mano tra i capelli e tirandoli leggermente come segno di continuare. Mi eccita. Siamo ancora attaccati e sento che nel mio costume si sta muovendo qualcosa. Anche lui lo nota perché con una mano mi prende il pacco e lo stringe. Tiro un urlo che rimbomba nella piscina. Spero solo che non accorra nessuno ora. Speriamo che l’autista o non so chi altro siano occupati nei loro affari.

Lui ride e fa un’altra pressione. Questa volta l’urlo non è così forte come il primo. Per rivincita gli prendo la testa e la spingo sott’acqua. Non serve a molto con uno così atletico. Riemerge e mi intrappola tra le sue braccia. Non posso fare nulla. Con una mano mi slaccia il costume e me lo toglie e lo getta fuori dall’acqua.

«Vedo che sei contento di essere qui» dice vedendo la mia erezione.

«Anche tu» dico tastandogli il pacco e sentendolo duro. Lui si scosta ma mi tiene sempre imprigionato. Si toglie il costume e lo getta vicino al mio.

«Ora puoi vedermi anche tu» dice e mi mostra la sua erezione. Adoro questo ragazzo, mi sa far eccitare come nessuno tranne… Non dirò più il suo nome, troppo dolore.

«Cosa vuoi farmi?» Chiedo molto preoccupato.

«Scoparti» dice senza pensare.

Io rido e mi lascio andare finendo sott’acqua. Lui mi viene e prendere e mi butta sulle scale. Sale su di me e mi bacia. Metto una mano sulla sua schiena e gemo mentre la sua erezione strofina la mia sull’addome. Glielo tocco e sento che è durissimo. Inizio a muovere la mano per fargli un a sega ma lui mi ferma.

«Devi tenere le mani a posto» dice.

Io non capisco bene cosa intende dire con questo ma lui prende l’iniziativa e mi fa alzare mettendomi le mani dietro alla schiena. Mi copre le parti intime con un asciugamano e usciamo dal reparto piscina. Attraversiamo la palestra e saliamo al piano superiore fino ad arrivare in camera sua. Mi porta vicino a un armadio e aperto un cassetto prende una corda nera. Lo guardo torvo ma lui mi volta senza poter vedere nulla. Mi fa avvicinare al letto e mi ci getta sopra. Mi prende le mani e le lega con la corda all’asse di ferro del letto.

Io rido e lo guardo male. «Stai scherzando?» Chiedo.

Lui mi guarda e fa cenno di no con la testa. Oh cazzo sono uno schiavo sessuale. Mi fa arrossire questa cosa. Non lo sono mai stato.

Nicola si mette sulle mie gambe e mi libera dell’asciugamano. Con la lingua percorrere tutto il mio corpo senza mai arrivare al membro. Non lascia neanche un centimetro di pelle. Inizia dal collo e va alle braccia, passa per il torace ed arriva alle gambe fino ad arrivare alle caviglie. Arriva alla mia erezione e la tocca delicatamente con le dita. Io mi contorco tutto ma lui mi immobilizza. Fa passare la mano attraverso i peli del pube, sullo scroto e poi fa tutta l’asta ed arriva alla cappella. La tocca leggermente facendomi eccitare. Godo e mi sento impotente. Vorrei fermarlo ma ho le mani legate alla testata del letto.

Poi con la lingua parte dal basso e arriva fino alla cappella. Lì indugia sul frenulo e io inizio a gemere sonoramente. «Basta!» gli dico ma lui non mi ascolta e va avanti. Mi solletica la cappella ma con degli urli forti vengo potentemente. Non ero mai venuto in questo modo. Il suo petto è bianco del mio sperma. Lui si guarda e con un dito ne preleva un po’ e lo mette in bocca. Solo Tommaso aveva assaggiato il mio sapore.

«Porca troia. È buonissima!» dice e ne prende ancora. Poi mi fa girare violentemente e le braccia mi fanno male. Mi metto meglio e lui mi tira uno schiaffo sul culo. Non come quelli di Tommaso che erano erotici ma gentili. I suoi sono forti e quindi sono costretto ad urlare per il dolore. Con la lingua mi lecca i glutei fino ad arrivare al buco. Lecca tutto e alla fine punta la sua erezione verso di me.

«Il preservativo» dico tra i gemiti.

Lui ne prende uno vicino al letto e se lo mette. Ritorna dietro di me e punta la sua erezione verso il mio buco. Pian piano entra. Il suo membro è più sottile rispetto a quello di Tommaso ma entrare così piano fa più male. Lui entra sempre piano. «Fai veloce!» dico e lui mi entra tutto dentro. Urlo ma almeno è dentro.

Inizia a riempirmi e svuotarmi ritmicamente. Io godo sotto i suoi colpi e lui geme sopra di me. Mi prende per i capelli e si aiuta nelle spinte. Mi fa un po’ male ma non dico nulla. Questa scopata è bellissima. Lui colpisce sempre più forte fino a quando non viene dentro al preservativo urlando. Io sono sotto di lui e gemo sonoramente ma non vengo una seconda volta. Mi volta e guardo il suo sorriso soddisfatto. Si è svuotato dento di me, o meglio dentro al preservativo, ma almeno adesso è contento.

«Puoi slegarmi?» Chiedo sperando di poter riavere l’utilizzo delle braccia.

«Non ho finito con te» dice e va a prendere altre corde. Ma questo è fissato con il bondage!

Mi lega le caviglie alla parte inferiore del letto. Ora sono immobile, non posso neanche muovere le gambe. Sono imprigionato. Mi divincolo ma non ci riesco. Lui sale sul letto e si mette a cavalcioni sulle mie ginocchia. Io sono ancora in erezione ed è per questo che non ha finito con me. Me lo prende in mano delicatamente e muove il prepuzio ritmicamente con una lentezza assoluta. Questo mi provoca il doppio dell’eccitazione. Spero finisca in fretta. Quel movimento su e giù poi ancora su e ancora giù. Tutto così lentamente. Cerco di muovere braccia e gambe invano. Sono bloccato. Il mio respiro è profondo e lui si diverte a guardarmi così.

Aumenta il ritmo e io mi rilasso leggermente. Con l’altra mano mi massaggia lo scroto facendomi impazzire. Butto la testa indietro e godo. Godo al suo tocco perfetto. Un tocco erotico e sessuale. Qualche volta dà una lieve pressione e io gemo sotto il suo tocco. Sto sudando eccitazione da tutti i pori. La sua mano si blocca e io godo ancora di più. Usa un dito e mi accarezza tutta l’asta. Arriva alla cappella e torna giù. Poi torna su. Rimane fisso sulla cappella e con dei piccoli cerchi mi solletica il taglio. Io mi divincolo e gemo sonoramente. «Nicola! Ti prego fammi venire!» grido ma lui non mi ascolta. Si limita a ridere.

Usa la bocca e fa lo stesso passaggio che ha fatto con le mani. Prima l’asta poi la cappella. Gemo e non mi controllo. Finalmente me lo prende con fermezza e inizia una sega molto veloce. In due minuti vengo urlando e liberandomi dall’eccitazione. Lui prede tutto il mio sperma sul suo addome e ne assaggia sempre un po’. Si china su di me per slegarmi i polsi e quando la sua bocca è vicina al mio orecchio mi dice in modo provocatorio, sensuale e sessuale:
«Benvenuto nella mia perversione.»
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