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Gay & Bisex

Tommaso, Luca & Nicola - 12


di Marcus95
05.04.2022    |    4.342    |    13 9.9
"Mi stendo sul letto e prendo l’iPhone..."
Capitolo 12: Scopami Nicola



Lui se ne va dicendomi che ha delle cose da fare così decido di sistemare sia la mia valigia che la sua. Quando apro la sua vedo i suoi vestiti. Prima di metterli nell’armadio li annuso. Sanno di pulito, sanno di Nicola. Sorrido e sistemo tutto in cassetti e sugli appendini. Mi avvio verso la porta e mi trovo su un corridoio. Come nella casa precedente, per andare a mangiare devo scendere le scale. Non ci sono tante luci e solo arrivato in cucina capisco il perché.

Ci sono candele ovunque, accese con la loro fiammella che creano delle ombre sul muro. C’è un tavolo con la tovaglia bianca e sopra dei petali di rosa rosso sangue. Rimango incantato da quella visuale. Al centro tavolo c’è un vaso con delle rose bianche.

«Buona sera» dice sorridendo.

«Nicola, ma cosa hai fatto…» cerco di dire ancora stupito per la bellissima scena che ho davanti agli occhi.

«Un regalo per dire grazie» dice serenamente.

Mi guardo attorno e vedo che tutto è perfetto. Guardo Nicola che ha preparato tutto questo. È vestito elegante e il suo sorriso mi distrugge. Gli occhi azzurri sono un pozzo di bellezza. I suoi capelli biondi con il gel sono pazzeschi e sembra l’uomo ideale.

Mi volto di scatto e una lacrima mi riga una guancia. Lui corre verso di me e mi cinge con le sue braccia forzute.

«Amore che cosa c’è?» Chiede preoccupato.

«È bellissimo, e mi fa pensare vedere tutto questo» dico con dentro l’orrore che avevo provato qualche giorno prima.

«Non riesco a capire» dice lui incuriosito e preoccupato.

«Tu non c’entri. Se vengo a quel tavolo dirò addio per sempre a Tommaso» dico tra le lacrime.

«Sì, sarà tutto finito. Ma io sarò il tuo futuro» dice calmo e forte come al solito.

Mi stacco da lui e vado verso le scale. Mi ci siedo sopra e mi prendo la testa fra le braccia. Tiro un urlo fortissimo e davanti a me vedo tutta la mia storia d’amore con il ragazzo che avevo conquistato tra i boschi. Colui che mi aveva preso sotto la propria ala, la sua perversione che è niente paragonata al ragazzo che mi sta aspettando. Vedo davanti a me la montagna dove tutto è successo, vedo le risate a letto, le passeggiate al parco.

Buio.

Non vedo nulla. Solo le lacrime. Prendo un fazzoletto dalla tasca e cerco di asciugare le lacrime che non smettono. Continuano senza sosta. Il mio ragazzo è sparito per sempre. Il mio amore per lui è stato distrutto, disintegrato, smembrato. Non posso fare altro che andare avanti. Non devo più piangere. Sarà doloroso ma la risposta mi sta aspettando. La mia risposta è Nicola. Lui è il ragazzo per me. Mi alzo in piedi più forte di prima. Sono sicuro del passo che sto per fare.

Un passo che mi cambierà la vita, un passo verso una nuova vita. Un passo per amore, un passo per Nicola e un passo per me stesso. Sono fermo immobile con lo sguardo di Nicola fisso su di me. Sono serio e senza lacrime agli occhi. Il mio cuore fa crack e si spezza per sempre.

«Addio Tommaso» dico a sottovoce e con passo forte, deciso e sicuro mi dirigo verso il mio fidanzato Nicola.

Lui rappresenta la mia vita ora. Non pronuncerò mai più quel nome che appartiene solo al passato. Arrivo davanti a lui e sorrido.

«Sono pronto amore» dico e lo bacio sulla bocca.

«Ne sono felice» dice e mi fa accomodare sulla sedia.

Lui si siede davanti a me e facciamo un brindisi con lo champagne. Niente più lacrime per dolore, ma solo gioia per il futuro. Ora tutto è bello, Nicola è cambiato per me e io mi abbandono a lui come riconoscenza. Si lui ha la chiave del mio corpo.

La cena viene servita e io mangio tranquillamente senza ripensare a quello che è successo sulle scale. Quello appartiene al passato. Mi sto convincendo a guardare avanti. Sono sicuro. Lui ride con me mentre parliamo di qualcosa di buffo.

La cena giunge al termine abbastanza in fretta. Si alza dalla sedia e si fa vicino.

«Vai in camera e metti quello che c’è sul letto» dice calmo baciandomi la guancia.

«Cosa mi nascondi?» Chiedo sorridente.

«Fai ciò che ti ho detto» dice.

Mi alzo e vado verso le scale. Un gradino alla volta fino alla camera da letto. Apro la porta e guardo cosa c’è sul letto. Rimango senza fiato nel vedere la stoffa delicata poggiata sulle lenzuola. Mi avvicino e tocco il tessuto di seta bianca. È una tunica semitrasparente bianca, tipo angelo.

Vado a chiudere la porta e mi avvicino al letto. Faccio scendere la zip della felpa e la tolgo gettandola a terra. Tolgo la maglia che mi spettina i capelli. Le scarpe le getto di lato e slaccio i pantaloni. Li faccio scorrere lungo le gambe e li tolgo. Le mani vanno sull’elastico dei boxer che porto e con uno strattone li faccio cadere ai miei piedi.

C’è uno specchio in camera. Mi avvicino e mi guardo completamente nudo. Vedo tutta la mia nudità, ma non me ne vergogno. La seta della tunica mi scorre sulla pelle coprendo il mio corpo. Senza neanche mettere le scarpe esco alla stanza e scendo le scale. Nicola mi guarda ammaliato e stupefatto. È senza parole. La tunica svolazza per le scale. Arrivo davanti a lui e lui mi cinge i fianchi.

«Sei bellissimo» dice.

«Anche tu sei bellissimo senza vestiti» dico ridendo.

Lui ride alla battuta e mi osserva. Si vede la mia pelle attraverso la seta. La sua mano delicatamente dai fianchi si alza e va verso il petto. Arriva a un capezzolo e lo massaggia piano facendomelo rizzare. Gemo e lui sorride contento.

«Possiamo rimediare» dice togliendosi la felpa e la maglietta. Rimane in jeans con l’elastico dei boxer in evidenza che esce dai pantaloni.

Guardo il suo petto e mi mordo il labbro. È uno dei ragazzi più sexy che io abbia mai visto. Neanche un pelo e muscoli scolpiti. Poggio una mano sui suoi addominali accarezzandoli delicatamente. Lui chiude gli occhi e inspira profondamente.

Tolgo la mano perché so che vuole comandare lui. Mi prende in braccio e con un urlo mi trovo tra le sue braccia. Il suo petto è vicino alla mia guancia. Mi appoggio perché mi sento sicuro. Mi porta verso le scale ed arriviamo fino alla nostra stanza. Una volta dentro chiude la porta e mi porta verso il bagno. Entriamo e vedo una vasca da bagno bellissima. Intarsi d’oro ovunque ed è molto spaziosa.

Mi mette giù e solo in quel momento mi accorgo che c’è già l’acqua. Ma come avrà fatto? Ah si, Antonio. Lui ha preparato tutto oltre alla cena. Sorrido e Nicola mi fa cenno di entrare.

«Sono vestito» dico indicando la tunica.

«Non ti preoccupare» dice mettendo una mano sotto il mio mento e facendomi un buffetto sulla guancia.

Entro nella vasca e sento la seta aderire al mio corpo. Ora capisco perché non me l’ha fatta togliere. Vuole adorare il mio corpo con una barriera. Lui mi segue ed entra con i jeans. Si mette dietro e di me e si sdraia. Io mi sdraio con la schiena sul suo petto.

***

Le sue mani esplorano il mio corpo attraverso la seta. Parte dalle gambe e sale lungo i fianchi fino d arrivare alle spalle. Io mi lascio andare sul suo petto. Passa lungo un braccio e poi sull’altro. Va verso uno dei suoi punti preferiti, i miei capezzoli e li stringe facendomi eccitare. Ansimo e lui continua a stuzzicarmeli. Mi muovo nell’acqua e sul suo corpo. Fa scendere la mano sugli addominali fino ad arrivare alla mia erezione. La prende e la massaggia. Sento la seta che sfrega contro la cappella e gemo. Inspiro sonoramente e lo trattengo. Espiro e chiudo gli occhi.

Le sue mani giocano con le mie palle massaggiandole e stringendole. Ritorna sulla mia erezione e la sfrega con decisione contro la seta. Io godo e gemo. Lui non usa le sue mani per eccitarsi ma sento la sua eccitazione sulla mia schiena. È eccitato e lo sono anche io. Mi alza la tunica tanto quel basta per infilare la mano sotto e prendere l’asta saldamente. Comincia a muovere la mano ritmicamente verso l’alto e poi verso il basso.

Godo e butto la testa sul suo petto muscoloso. L’acqua crea un sottofondo eccitante. La sua mano non molla la presa e con l’indicile mi solletica la cappella e il frenulo. Godo sotto quel tocco fino a venire nella sua mano. Lui ride sonoramente e assapora il mio seme.

«Prendimi» dico ansimando.

Lui mi toglie velocemente la tunica e si sbottona i pantaloni e se li toglie. Si toglie anche i boxer facendo svettare la sua erezione. Mi porta fuori dalla vasca e mi porta verso il suo letto in braccio. Mi lancia sul letto e va verso un cassetto strano. Lo apre e tira fuori le corde. Mi metto già in posizione ma lui mi dice di alzarmi. Eseguo l’ordine e vado vicino a lui. Ai piedi del letto c’è un anello. Mi lega i polsi e lega le corde all’anello facendomi mettere a novanta.

«Cosa vuoi?» Chiede con un’eccitazione allarmante.

«Voglio te» dico ansimando. È quello che voglio.

«Vuoi che ti scopi?» Chiede con già la sua cappella sul mio buco.

«Scopami Nicola!» grido e lui entra tutto dentro senza esitare.

Quando è dentro mi schiaffeggia il sedere e io gemo sotto quelle percussioni. Poi inizia a pompare la sua verga dentro e fuori di me. Sento il suo sesso entrare ed uscire velocemente. Godo sotto quei colpi. Butto la testa all’indietro mentre lui mi colpisce forte con i fianchi. Tiro degli urli di eccitazione e lui mi graffia la schiena con le unghie. Grido e godo. Mi tremano le gambe ma resisto.

«Ti sto scopando amore» dice sculacciandomi forte.

Urlo dalla goduria e lui si eccita ancora di più. Viene urlando il mio nome e dopo qualche secondo di pausa ricomincia a colpirmi con i fianchi.

Vuole ancora scoparmi. Si piega sulla mia schiena e mi morde il collo. I suoi denti sono come quelli di un vampiro. Sento dolore ma l’eccitazione è molto più forte. Mi prende una orecchia e la morde facendomi urlare. Con una mano mi stringe con forza l’erezione e urlo ancora. I colpi, gli schiaffi sul sedere, i suoi denti sulla mia pelle, la sua mano che mi sega mentre mi scopa forte. Vengo nella sua mano calda urlando il suo nome.

Lui aumenta il ritmo e viene dentro di me. Toglie la mano dalla mia erezione oramai sgonfia e assaggia il mio seme come al solito. Lo assapora e si passa la lingua sulle labbra. Mi tira un ceffone sul sedere e mi libera i polsi. Mi alzo e lo guardo in faccia. È tutto sudato e dannatamente sexy. Lui è il mio ragazzo.

Mi lancia sul letto con uno spintone e con un salto è sopra di me. Mi bacia il collo, le guance e poi arriva alla bocca. Mi bacia violentemente con la sua lingua che gioca con la mia all’inseguimento.

«Questo è il sesso che voglio» dice eccitato.

«Io voglio questo e voglio anche te» dico mordendogli il collo. Lui mi spintona sul letto nuovamente e si lascia andare. Il suo corpo è sul mio. I suoi muscoli sudati ma forti sono a contatto con i miei. I suoi capelli biondi umidi per lo sforzo sono sul mio petto. Gli metto una mano tra i capelli e guardo fuori dalla finestra. Vedo delle luci in lontananza. Forse delle barche che fanno una corsa nel cuore della notte nel lago. Le stelle fanno da sfondo alla nostra bellissima serata. Così belle e scintillanti come tanti flash. Sorrido a quell’immagine e come una cometa cado nel mondo dei sogni abbracciato a Nicola.

***

La luce entra dalla finestra e mi scalda la pelle. Apro gli occhi e vedo Nicola dormire vicino a me. Mi faccio vicino a lui e lo guardo mentre dorme tranquillo. È così tenero e dolce. Con una mano tocco il suo petto e sento il suo respiro. Sorrido vedendolo così tranquillo. Ammiro i suoi muscoli a riposo, la sua pelle che brilla sotto la luce del Sole. Faccio per alzarmi ma una mano prende il mio polso. Mi volto di scatto e vedo Nicola che apre gli occhi.

«Ciao» dico baciandolo.

«Giorno» dice lui dopo il bacio.

Non so cosa faremo oggi ma sono elettrizzato all’idea di passare una giornata qui al lago. Si mette a sedere e guardiamo fuori dalla finestra il lago tranquillo con le sue barche che vanno da una parte all’altra senza disturbo. Una bellissima giornata di sole ci aspetta e io sono curioso di sapere cosa ha in serbo per me. Anzi per noi, ora siamo diventati noi, una coppia. Mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra. Guardo meglio le barche che trasportano i turisti, oppure semplici ricconi da villini sul lago.

Mi metto a ridere e sento delle mani sulle mie spalle. Mi volto leggermente e vedo Nicola che sorride. Adoro quando fa così. Mi prende per mano e mi accompagna al piano inferiore per la colazione. Lui ci tiene alla mia salute e anche io. Ci mettiamo al tavolo della cucina e prendiamo qualcosa da mangiare.

Io preparo un buon caffè mentre lui tira fuori dei biscotti e qualche frutto. Mangiamo quasi in silenzio. È troppo bella l’atmosfera fuori dalla finestra che c’è in cucina. Si vedono degli alberi e poi il lago. Ogni tanto mi capita di guardare il suo corpo, mi piace guardarlo. Lui ora è mio e io sono suo. Siamo una cosa sola.

Lui è diventato il mio sole, la mia luce personale. Lui rappresenta tutto di me ora. Dopo la colazione ci alziamo e torniamo in camera. Vedo che ci sono delle tute da motociclista sul letto. Due tute fantastiche. Antonio le avrà preparate mentre noi stavamo facendo colazione. Non mi accorgo mai della sua presenza. Lui mi indica quella nera e dice di mettermela. Lui prende la bianca.

Mi spoglio completamente davanti a lui e mi metto la tuta allacciando ogni singola zip e bottone. Lui mi osserva con grande interesse. Io mi lascio guardare perché mi piace essere osservato da lui. Posso essere il suo modello personale, ma per ora mi limito a essere il suo ragazzo.

Lui si prepara e io lo aspetto tutto imbacuccato. Una volta che è pronto scendiamo ed usciamo dalla casa. Vedo una moto bellissima. È enorme. Non me ne intendo molto ma a giudicare dalla grandezza direi che è una gran bella moto. Rimango senza parole.

Lui sale in sella e mi fa cenno di seguirlo. Io corro verso di lui e salgo in sella abbracciandolo. Lui parte a razzo e solo in un frammento vedo Antonio sbucare da una finestra. Gli faccio un segno con la mano ma non so dire se mi abbia visto o meno. La moto impenna ed entra in strada. Corre a tutta velocità. Sento il vento tra i capelli mentre il resto passa veloce vicino a noi. Passiamo attraverso tanti paesini sul lago. Ci sono i classici turisti che fanno una gita domenicale, esattamente come noi.

La moto va sempre veloce e non rallenta mai. Mi piace la velocità. Vedo lo scorrere della Terra. I paesaggi cambiano così rapidamente che è solo un frammento di secondo e poi tutto cambia. Tante vite mi attraversano la strada ma noi passiamo veloci senza mai fermarci. Sento il rombo del motore potenziato sotto di me. Molte persone si voltano a guardare la moto mentre noi passiamo tra le strade delle cittadine.

Costeggiamo sempre il lago dove posso ammirare le barche che sfrecciano come noi sulla superficie dell’acqua. Passiamo un altro paesino e la moto accelera maggiormente. Mi aggrappo ancor più forte a Nicola. Sento che ride, così con un colpo forte muove il polso destro e la moto impenna. Sento la gravità che cerca di buttarmi per terra, ma io rimango aggrappato al mio ragazzo fantastico. La moto ritorna in piano e sfrecciamo lungo la sponda verso la nostra meta.

La moto decelera e arriviamo in una distesa fuori dalla città. Si ferma e scende dalla moto. Io lo guardo e scendo anche io con il suo aiuto. Guardo il lago e mi avvicino all’acqua. Solo in quel momento mi accorgo che sono da solo. Mi volto e vedo Nicola vicino ad un albero.

«Devo pisciare» dice.

Io scoppio a ridere e torna guardare l’acqua calma. Quando finisce mi raggiunge e mi dice di tornare in sella. Salgo sulla moto e lui parte verso la metà che ci attende. Questa volta sale verso la montagna. Curve su curve prese a grande velocità. Dopo venti minuti arriviamo su una piazzola e la moto si ferma. Scendiamo e guardiamo il paesaggio. Lui la incatena e ci dirigiamo per i boschi. La tuta comincia a soffocarmi ma non dico nulla.

Camminiamo fino ad arrivare ad una baita per alpinisti. È molto accogliente. Decidiamo di mangiare qualcosa prima di fare un’altra passeggiata.

La moto sfreccia velocissima al crepuscolo. Arriviamo a casa di Nicola giusto il tempo per mettere degli abiti civili e saliamo in macchina e Antonio ci riaccompagna nella grande città. Il viaggio dura come all’andata e arriviamo alla villa di Nicola. È stato un bellissimo weekend, peccato che sia tutto finito.

Quando arriviamo vado in camera mia a buttarmi sul letto. Ricordo il sesso fatto tra le montagne, le sue mani sul mio corpo, la sua bocca sulla mia, il suo membro dentro di me. Tutto quello che ho passato con lui mi ha fatto sentire vivo. Io sono con lui e lui con me. Il nostro amore è reale e con il tempo sarà sempre più forte e reale.

Sento la porta aprirsi e mi volto verso il volto di Nicola che entra dalla porta. Mi guarda contento e si siede vicino a me.

«Domani verrai scortato da Antonio al lavoro» dice calmo ma con una piccola preoccupazione.

«Cosa succede Nick?» Chiedo preoccupato. Cosa sta succedendo?

Lui mi guarda e mi prende il mento con una mano. «Non ti devi preoccupare amore, tutto sotto controllo» dice calmo.

«Posso fidarmi?» domando guardandolo negli occhi.

«Sì, assolutamente» dice baciandomi.

So che è molto preoccupato ma non vado oltre. In questi giorni starò anche io attento. Chi può volermi fare del male? Non riesco a capire. Scendiamo insieme per la cena e mangiamo dei toast alle nove di sera. Non ho molta fame perché sono stanco. Passare questo weekend con Nicola mi ha sfiancato anche se è stato meraviglioso. Una esperienza bellissima. Lui fa parte di me.

Facciamo delle partite alla Xbox ma dopo un po’ dico che vado a letto. Sono esausto. Lui mi saluta con un bacio e mi ritorno in camera mia. Mi stendo sul letto e prendo l’iPhone. Guardo delle news sul mondo e lo spengo. Mi cambio mettendomi il pigiama e mi corico pronto per la giornata di lavoro. Mi addormento e sogno il corpo di Nicola. Nick ti amo.

***

La sveglia suona e mi alzo. Mi preparo e vado a fare colazione. Antonio è in cucina e mi aspetta. Mi sta sempre vicino. Mi dirigo verso l’uscita ma Antonio mi blocca.

«Controllo prima di procede» dice e controlla fuori dalla porta. Mi fa cenno di avvicinami e salgo in macchina correndo.

Lui sale in macchina e sfreccia via sgommando sonoramente. Mi sento una persona importante che viene scorata dalla polizia. Ma che cavolo sta succedendo! Tutto questo potrebbe essere bello ma dato che non sono famoso mi mette solo ansia. Ho capito che qualcuno mi ha preso come mirino ma non so chi e perché.

«Non uscire mai dal palazzo. Stai sempre nel tuo ufficio e nella mensa alla pausa pranzo. Gli altri spostamenti me li dovrai comunicare. Hai il mio numero sul telefono» dice vedendo la mia faccia stramba nello specchietto retrovisore.

«Okay, ma cosa sta succedendo?» Chiedo preoccupato.

«Non ti devi preoccupare Luca. Tutto si sistema» dice senza rivelarmi il vero problema. Nicola vuole lasciarmi all’oscuro di tutto.

Arriviamo davanti alla azienda e la macchina rallenta. Vedo una persona che si avvicina alla portiera aprendola e scortandomi fuori. Mi porta fin dentro all’ingresso e poi verso l’ascensore. Una volta dentro lui rimane fuori schiacciando prima il pulsante. Non faccio neanche in tempo a dire qualcosa che le porte si chiudono. Questa è massima sicurezza. Non voglio essere scortato ovunque. Chi cazzo ho alle costole? Un Serial Killer, sicuro, altrimenti a cosa serve tutta questa sicurezza e protezione?

Arrivo di corsa nel mio ufficio e chiudo la porta. Laura mi guarda con una faccia perplessa. Io credo d’essere diventato bianco in volto.

«Che cosa ti è successo?» chiede Laura alzandosi e porgendomi la sedia.

«Inizio di giornata troppo strana. Sono stato scortato. Credo che qualcuno mi stia dando la caccia, ma non so chi sia o il perché. Nicola non me lo vuole dire» dico infastidito.

Lei mi guarda spaventata e mi porge un bicchiere d’acqua. «Nicola… Ma non è che…» cerca di dire la parola giusta.

«Il mio ragazzo» dico stretto.

«Ah. Beh certo. Lui vuole solo il tuo bene, non credi?» Chiede.

Io ci ho già pensato però si parla della mia sicurezza. Questo pazzo vuole me e non lui a quanto ho capito. «Si certo ma lui vuole me.»

Laura si siede davanti a me e si prende la testa tra le mani. So di averla fatta preoccupare e me ne pento.

«Sicuro di voler lavorare?» Chiede guardandomi con faccia affettiva.

«Assolutamente, questo non interferisce minimante con il mio lavoro qui dentro» dico di getto. In effetti è vero. Questo pazzo maniaco non può raggiungermi in ufficio e io voglio far vedere le mie qualità.

Laura si passa una mano tra i capelli e prende i manoscritti che dobbiamo fare. Una saga molto allettante. La posiziona davanti a me e cominciamo a leggere cercando di capire bene di cosa narra e quale lavoro possiamo fargli.

Dopo tre ore di lavoro sono stanchissimo. Abbiamo già iniziato a fare due capitoli e ho bisogno di un caffè. Vorrei andarlo a prendere ma non è ancora ora di pranzo. Guardo Laura e lei mi guarda con faccia esausta.

«Mi porteresti un caffè?» Chiedo gentilmente. «Nicola non vuole che io esca dal mio ufficio» spiego dalla sua faccia strana.

Lei scatta in piedi ed esce per andare a prendere il caffè. Questa cosa mi sta già stancando. Io ho due gambe e vorrei usarle per prendermi un dannato caffè senza cadere vittima di qualche pervertito o killer da quattro soldi.

Ecco forse ho capito. Qualcuno può aver commissionato un killer o uno stalker verso di me. Ma chi? La domanda è sempre quella. Nessuno può avercela così tanto con me. Questa cosa è gravissima ed è punibile con la carcerazione. Nessuno che io conosco può fare una cosa del genere. Non mi viene nessun nome sensato.

Laura ritorna e io bevo di fretta e furia il mio caffè. Ci vuole proprio. Ci guardiamo in faccia e ritorniamo a lavorare. Dobbiamo andare avanti con il nostro lavoro. Pagina dopo pagina la saga viene corretta da me e da Laura. Scatta la pausa pranzo e io corro fuori insieme a Laura per andare in mensa. Entro in ascensore ed esco al piano mensa. Mi dirigo verso il cibo e scorgo con la coda dell’occhio Antonio. Che cosa ci fa qui? Fa cenno di no con la testa e faccio finta di non averlo visto.

Mi siedo al tavolo con la mia collega e parliamo del weekend romantico avuto con Nicola. Non gli dico delle corde, candele e sesso sfrenato. No no, quello è troppo. Gli racconto della casa, del giro con la moto e la passeggiata nel bosco. Finiamo di mangiare e rimaniamo qualche momento lì a chiacchierare.

Il mio telefono suona “Torna nel tuo ufficio per parlare con Laura”. Messaggio da parte di Antonio. Alzo gli occhi e dico a Laura che dobbiamo andare. Andiamo verso l’ascensore e torniamo nel nostro ufficio. Ci mettiamo seduti sulle sedie a parlare della sua vita privata con il fidanzato. Poi quando finisce la pausa ci rimettiamo sul manoscritto.

Dopo cinque ore stavo vomitando parole ovunque. Quella saga è bellissima ma il lavoro da fare è molto lungo e difficile, ma piacevole. Non mi voglio di certo lamentare. Vado verso l’ascensore ed entro premendo il pulsante. Appena arrivo nella hall vedo una persona della sicurezza che si avvicina e mi scorta verso l’uscita dove c’è un Audi che mi sta aspettando. Salgo velocemente e la macchina parte sgommando. Si questa è pazzia. C’è troppa sicurezza. Devo sapere cosa sta succedendo.

Arriviamo a casa e quando la macchina si ferma mi viene detto di stare in macchina. Antonio scende e viene ad aprirmi la porta. Cerca di nascondermi e mi porta dentro. Nicola mi salta alla gola con un suo grande abbraccio e un bacio.

«Sopravvissuto?» Chiede ridendo.

«Tu sei pazzo! Mi sta scortando l’FBI! Non posso neanche andare in bagno che ho uno davanti alla porta» dico un po’ arrabbiato.

«Scusa amore, ma è per il tuo bene. Io lo sto facendo solo per te» dice abbracciandomi nuovamente.

Io capisco perfettamente ma vorrei sapere di più su questo stalker. Andiamo a cena e cerco di fargli qualche domanda. Lui non ne vuole sentir parlare. Non vuole dirmi niente. Io ci rinuncio. Dopo la cena me ne vado un po’ di malo modo perché sono arrabbiato con Nicola. Voglio sapere se la mia vita è in pericolo. Devo saperlo, è un mio diritto.

Entro in camera e sbatto la porta. Mi siedo sul letto e guardo fuori dalla finestra. Vedo solo la luce di un lampione ma niente più. Mi alzo dal letto per andare ad affacciarmi ma non vedo nulla se non il giardino della casa. Nessuno sa dove mi trovo quindi non rischio pericoli stando qui dentro. Questa casa è una fortezza.

Sento la porta aprirsi e mi volto per vedere il volto di Nicola entrare nella stanza. Chiude la porta alle sue spalle e si mette al centro della stanza. Vedo che è scalzo e mi guarda con uno strano sguardo. Piano piano tira giù la zip della felpa e vedo che sotto è nudo. Vedo i suoi pettorali e i suoi capezzoli belli da volerli leccare. Lascia cadere la felpa per terra e vedo che porta dei jeans a vita bassa facendo vedere chiaramente la marca dei boxer. Mi metto comodo per vederlo meglio.

Si sbottona i jeans e li fa scorrere fino alle caviglie. Li toglie e li lancia di lato. Il suo sguardo è sul mio corpo.

«Sei troppo vestito» dice calmo.

«No, sono giusto così» dico incrociando le braccia davanti al petto.

Lui ride e si abbassa anche i boxer. Il suo membro è moscio sopra lo scroto. Lo ammiro e mi accorgo che non ho più saliva in bocca. Sono eccitato alla vista di quel ragazzo nudo. Non ho una erezione per fortuna, altrimenti dovrei scopare per forza con lui. I suoi occhi sono dentro ai miei. Mi desidera ma io mi faccio attendere. So che la pagherò per questo ma a me va bene così. Lui eccita me e io eccito lui.

Si avvicina e mi toglie felpa e maglietta con un gesto violento. Io rimango a bocca aperta. Lo guardo e ansimo. La sua bocca si avvicina al mio collo e lo morde lasciandomi un segno rosso. Urlo e mi lascio andare sul suo corpo nudo. La sua bocca sale fino al mio orecchio.

«So che mi vuoi» dice e con una mano mi strizza il pacco. Sussulto e scopro che ho una erezione. Perfetto, ora devo fare sesso con lui. «Nella mia stanza» mi dice delicatamente.

Io mi scollo e corro nella sua stanza e mi spoglio completamente. Lui arriva con calma e quando apre la porta mi vede nudo. Ride e va verso il suo armadio della perversione. Apre le ante e vedo che prende delle strane maniglie. Le ho già viste però. Si avvicina e mi fa mettere in piedi sul letto. Mi prende i polsi e li lega al soffitto dove c’è il quadrato che avevo ammirato la prima volta nella sua stanza. Sento già la circolazione che non scorre più bene come prima. I miei polsi sono legati al soffitto e non posso muovermi. Lui ritorna all’armadio e prende degli oggetti con i quali mi punirà.

Con un frustino da cavallo si avvicina e sale sul letto. Mi bacia, un bacio violento e famelico. Si allontana e poggia il frustino sulle mie braccia. Lo fa scendere lentamente fino al petto. Quando lo raggiunge lo allontana e lo fa schioccare contro la mia pelle. Urlo dall’eccitazione. Va su un capezzolo e rifà la stessa cosa. Scende arrivando all’ombelico e mi schiaffeggia con il frustino. Arriva la pube e di nuovo mi fa sussultare. Sento le manette che fanno rumore mentre sbatacchiano contro il metallo.

Arriva sul mio membro e ancora mi colpisce. Urlo ma non si ferma. Arriva sullo scroto e mi colpisce. Urlo più forte e vorrei cadere sul letto ma le manette non me lo permettono. I colpi non sono fortissimi ma in quelle zone sono eccitanti. Va sulle natiche e prende bene la mira e con tutta la sua forza mi colpisce. Ancora e ancora. Io urlo per il dolore ma so che questo lo eccita. Ancora e ancora, sempre più forte.

«Nicola! Sono al limite» dico cercando di fermare la sua furia.

Lui lascia cadere il frustino e si avvicina a me da dietro. Mi divarica le antiche e punta il suo membro. Spinge ed entra dentro di me. Non mi lascia il tempo neanche di potermi riposare che inizia a riempirmi e svuotarmi ritmicamente. Sento il suo respiro dietro alla mia testa mentre spinge con tutto se stesso dentro di me. Io ansimo e gemo con le braccia bloccate. Lui con una mano mi prende l’erezione e con un dito mi strofina la cappella. Gemo sonoramente. Il fiato corto e vengo spudoratamente sul suo letto. Lui non si ferma ma continua a scoparmi. Dopo viene anche lui con un grido e rimane dentro di me.

Si stacca da me e mi slega i polsi che cadono verso il basso. Io cado sul letto e mi giro tra le coperte. Nicola si sdraia con me e ci addormentiamo in un caldo abbraccio. Cosa mi ricorderò di Nicola? Tutto.
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