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Gay & Bisex

Boy Scout - 13


di Marcus95
16.12.2021    |    7.904    |    11 9.5
"» «Ah beh questo spiega molte cose» dissi..."
Capitolo 13: Decisioni & Lorenzo


Non sapevo spiegarmi la situazione che si era creata. La mia richiesta era fuori luogo e impertinente. Non sapevo assolutamente cosa mi stesse succedendo. Guardavo Andrea che mi guardava senza espressione, ne era privo.

Mi scrutava con i suoi occhi. Cosa stava pensando di me? Senza dire nulla si alzò il camice e slegato il cinturino dei pantaloni li fece scendere lungo le sue gambe.

Scrutai qualcosa e sinceramente non era quello che mi immaginavo. Aveva ancora le mutande ma da ciò che potevo vedere non era a riposo, per niente. Anzi era messo come me. Era in erezione. Si abbassò pure quelle e la sua erezione si mostrò a me. Era assai bella.

Il suo cazzo era abbastanza lungo, depilato e molto largo. Era una vista assai eccitante. Tommaso era scomparso dai miei pensieri ma non avrei mai fatto nulla con Andrea. Io amavo Tommaso e non l’avrei mai cambiato. Per nulla al mondo.

«Beh ecco qui» disse Andrea ripescando la mia attenzione dal pozzo del nulla.

«Eccoci qua» dissi io di rimando senza pensare.

Sorrise e mi guardò. Non poteva esistere una situazione simile, non doveva esistere.

Scesi dal lettino e mi rivestii di fretta e furia. Lo stesso fece lui. Io ero assai imbarazzato.

«Sono fidanzato» dissi.

«Non abbiamo fatto nulla di male» disse Andrea. «Era solo un confronto.»

«Non è così» dissi io. Dovevo ripetere il mio segreto a qualcuno d’altro. Tommaso era il mio ragazzo.

Andrea mi guardava senza capire. Se fossi stato etero non ci sarebbero stati problemi ma non era così.

«In realtà sono gay» dissi e Andrea quasi rise ma capì subito che stavo dicendo la verità.

«Ah non lo sapevo. Chi è… No aspetta» Andrea stava pensando assai profondamente.

«Oh si è lui» dissi io sperando che avesse capito e infatti non mi deluse.

«Il tuo vice? Non mi sarei mai aspettato…»

«Invece è successo» dissi andando vicino a lui. Lo abbracciai istintivamente e lui ricambiò immediatamente.

Era bello stringersi a lui. Mi piaceva. Sentivo la sua erezione sul mio ventre ma non ci feci molto caso. Era un abbraccio tra colleghi e amici, nulla di più. Poi lui era etero quindi non poteva succedere assolutamente nulla.

Il pomeriggio proseguiva e tutto filava per il verso giusto. Tutto era tornato alla normalità. Io e Andrea ci occupammo ancora di alcune cose insieme senza fare allusioni a ciò che era accaduto. Tutto era bello.

Andrea continuava a guardarmi il polso. Non mi aveva chiesto nulla ma poi non ce la fece più.

«Cosa hai fatto al polso?»

«Mi sono bruciato a causa del bracciale che porto» spiegai ad Andrea.

Gli mostrai la ferita ma poi tornammo ai nostri affari.

Il pomeriggio finì e arrivò la sera. Si fecero le sei anche abbastanza velocemente. Quando l’orologio scoccò Andrea mi disse di aspettare dato che mi stavo già recando verso la porta.

«Cosa c’è?» chiesi.

«So che tu non lo sai, però oggi è il tuo ultimo giorno di lavoro qui con me e nel rifugio. I vostri capi hanno qualcosa in serbo per voi.»

«Cosa? Davvero? Credevo di fare anche il weekend in questo ambulatorio. Mi spiace lasciarti» dissi un po’ commosso. Mi piaceva stare lì dentro.

«Anche a me dispiace ma è giusto così. Quindi ora ti rilascio un attestato da soccorritore valido in tutta la regione.» Detto questo andò alla sua scrivania, prese un papiro e me lo porse. «Congratulazioni Soccorritore della Regione Lombardia» disse e mi abbracciò istintivamente. «Mi mancherai.»

Io presi l’attestato e lo lessi. Sotto c’era la sua firma e sopra al mio nome il simbolo della Regione Lombardia. Ero diventato un soccorritore. Quello sarebbe stato il mio trampolino di lancio. Era quello che volevo fare nella vita.

Abbracciai il mio dottore e poi mi recai all’uscita dell’ambulatorio. Era l’ultima volta ed era assai triste. Mi feci coraggio ed aprii la porta per l’ultima volta. Uscii e la chiusi alle mie spalle. Una lacrima mi rigò il viso e la pulii subito con la mano. Davanti a me mi si piazzò una figura. Un ragazzo.

«Ultimo giorno vero?» chiese il ragazzo.

«Esattamente» dissi incrociando gli occhi di Federico. «Come l’hai saputo?» chiesi.

«Lorenzo, Tommaso e Davide sono andati via prima e poi me lo ha detto il mio responsabile del rifugio» chiarì.

«Ma dove sono andati?» chiesi sapendo che non avrei visto Tommaso per molto tempo.

«Al campo.»


***Tommaso POV***

«Avete capito quindi?» chiese uno dei capi.

«Assolutamente» risposi e poi gli altri due mi fecero eco.

Si guardavano tutti. Un tavolo separava i capi da noi. Sapevo cosa ci aspettava e Federico sarebbe stato spazzato via una volta per tutte. Era il mio momento di passare del tempo con Luca senza seccature.

«Chi scegli tu?» mi chiese un capo.

«Luca e andremo qui» dissi indicando un punto della mappa che avevo studiato durante il pomeriggio.

«È tanta strada. Sicuro che Luca può farcela?»

«Assolutamente» disse Lorenzo. «Ha fegato il ragazzo. Può farcela. Ci sono anche varie tappe lungo il tragitto.»

Meno male che a volte c’era Lorenzo che prendeva la parola al posto mio. Ovviamente Luca lo avrebbe fatto senza problemi. Era un bel percorso. Non mi piaceva l’atteggiamento dei capi.

«Può farcela» dissi sottolineando l’ultima parola.

Non servì convincerli oltre. Capirono che ero assai testardo. Mi diedero il via libera dopo alcune informazioni di routine.

«In caso di aiuto» cominciò un capo.

«È stato in ambulatorio, non servirà aiuto» dissi tagliando la conversazione. Luca avrebbe fatto tutto. Non era difficile. Lui mi dava la forza quindi non correvamo rischi.

I capi ci guardarono e ci congedarono. Erano soddisfatti almeno.

Andammo al campo e in quel luogo aspettammo i nostri piccoli amici. Erano le sei passate quindi ancora qualche minuto e sarebbero sbucati dalle piante.

Ci fu del movimento tra le piante e sbucarono tutti quanti. Individuammo i nostri tre anche se io ne volevo individuare solo uno: Luca. Mi interessava solo di lui oramai. Il cane lo avevo lasciato al rifugio dicendogli di stare tranquillo per qualche giorno. Poi sarei tornato da lui prima di partire per i saluti.

Luca era vicino al suo amico scassa cazzo di Federico. Lo odiavo troppo quel ragazzo. Luca mi vide e sorrise. Prima sembrava preoccupato ma dopo aver incrociato il mio sguardo sembrava contento. Ero sparito e non lo avevo avvisato. Poi era anche l’ultimo giorno e lo aveva saputo all’ultimo momento. Noi ovviamente lo sapevamo da un bel po’ ma dovevamo tenere il segreto.

Mi corse incontro e mi baciò. I suoi baci erano così sensuali, così belli. Così romantici. Lo cinsi con le mie braccia. Era fantastico. Avrei fatto qualcosa di bello per questa ultima serata in pattuglia. Lui però non doveva sapere nulla di sabato. Era un segreto ancora. Lo avremmo rivelato allo scoccare della mezzanotte.

Lo accompagnai in tenda senza dire una parola e prendemmo le cose per la doccia.


***Luca POV***

Era bello stare con Tommaso, lo amavo troppo. Ci avviammo con Lorenzo vicino e iniziammo a parlare dell’ultimo giorno di lavoro.

Lorenzo camminava davanti a me. Io tenevo per mano il mio ragazzo Tommaso. Era assai bello. Lo volevo con tutto me stesso. Anche lui mi voleva allo stesso modo. Eravamo una coppia bellissima.

«Come va la relazione?» chiese Lorenzo.

«Assai bene» dissi io.

«Come dovrebbe andare se non bene?» disse Tommaso stringendomi la mano più forte. Quel gesto mi faceva sentire al sicuro.

Lorenzo rise e continuò a camminare. Sapevo che Tommaso e Lorenzo erano amici ma non sapevo fino a qual punto. Quanto sapeva Lorenzo?

«Sai che mi sorprende ancora?» disse Lorenzo di punto in bianco.

«Sorprende?» chiesi cercando di fare l’indifferente.

«Luca, lui sa tutto di me» disse Tommaso capendo cosa avevo in mente.

«Oh» dissi e guardai Lorenzo che rideva sonoramente.

«Sì sapevo che era bisex ma non credevo che avrebbe trovato l’amore con un ragazzo. Non certo con te. Almeno, le ragazze che sceglie sono l’opposto di te. Tu sei così gentile, educato, carino e unico.»

«Loro come sono? Intendo le ragazze.»

Tommaso fece un gesto per bloccare la risposta di Lorenzo ma lui la ignorò. «Vanno da lui solo perché è bello e l’unica cosa che ottengono è il sesso. Non posso sperare di più.»

«Ah beh questo spiega molte cose» dissi. Avevo ragione su molte ma molte cose. Lui era dipendente dal sesso. Ecco perché si eccitava anche fin troppo. Lui amava il sesso, l’anima nera era sul serio un sinonimo della perversione. Ma perché aveva scelto me? Con me non era così. Non mi trattava come una bambola da scopare a piacere.

«Con te è cambiato drasticamente. Quasi non lo riconoscevo più. Sono molto contento che abbia scelto te. Sarai un ottimo ragazzo per lui» disse Lorenzo.

Tommaso mi strinse al suo corpo e mi baciò. Non sapevo bene cosa volesse significare ma sicuramente voleva comunicarmi qualcosa che non percepivo.

«Ragazzi non dovete farlo qui» disse Lorenzo ridendo.

«Non siamo così scandalosi» dissi. Mi piaceva Lorenzo. Era meno professionale. Mi piaceva fare due chiacchiere qualche volta.

Tommaso rise alla mia battuta. Per lui era un battuta. Sapevo che lo avrebbe fatto anche lì sul sentiero.

Arrivammo su al rifugiò e Tommaso scappò dentro in modo da non farsi sentire dal cane che doveva gironzolare lì attorno. Quel cane lo amava quasi quanto me, ma avrei vinto io sicuramente. Tommaso era solo mio.

Andammo nei sotterranei e passai vicino al corridoio dell’ambulatorio. Mi si strinse il cuore sapendo di non poter più entrare lì dentro. Arrivammo alla doccia e Lorenzo si svestì come al solito. Lui era sempre il primo. Questa volta Tommaso al posto di dirmi di aspettare cominciò a spogliarmi. Fu anche veloce. Prima la camicia, poi i pantaloni. Ero già nudo grazie al gioco di Tommaso di quella mattina. Lorenzo entrò nella doccia mentre io spogliavo Tommaso. Lo feci esattamente come lui lo fece a me. Era stato anche bello.

Una volta nudi entrammo in doccia insieme a Lorenzo. Non so perché ma mi metteva un poco a disagio fare la doccia avendo il corpo di Lorenzo nudo vicino al mio. Non lo amavo ma eravamo comunque nudi.

Tommaso mi voltò e mi fece piegare. Poggiai le mani sulla parete e aspettai. Lui iniziò un massaggio sulla mia schiena. Era fantastico come sempre. Aveva delle mani magiche. Poi le mani divennero quattro. Si era unito anche Lorenzo.

«Ma che cosa…» provai a dire ma Tommaso mi rispedì la testa verso il basso. Vedevo il mio corpo nudo e delle gambe. Due di Tommaso e altre due di Lorenzo. Erano dietro di me e si occupavano del mio corpo. Lo massaggiavano. Le mani di Tommaso si spostarono sulle mie gambe. Che sensazione bellissima. Le accarezzava come si accarezza una colonna di marmo.

Lorenzo si occupava delle mie braccia. Era bravo anche lui. Chissà quanti giochetti avevano fatto tra di loro. Alla fine erano pur sempre migliori amici.

Tommaso si rialzò e si appoggiò a me. Sentivo il suo cazzo sul mio culo. Non era in erezione ma non era neanche moscio. Con le mani esplorava il mio petto e i miei addominali. Quella era la mia parte preferita. Qualche volta prendeva un capezzolo tra le dita e lo tirava. In quei momenti buttavo la testa all’indietro gemendo. Lorenzo qualche volta sorrideva ma non diceva nulla sul servizio che mi stava facendo.

Tommaso spostò la mano verso il basso e prese il mio cazzo completamente in erezione. Era durissimo. Mi segò con foga mentre con l’altra mano mi accarezzava le palle. Tra le sue mani e quelle di Lorenzo venni in breve tempo. Tommaso la raccolse sulla sua mano e me la mise sulla schiena. Poi si abbassò e la leccò tutta.

«No vi prego questo no» disse Lorenzo vedendo Tommaso che leccava il mio sperma.

Nessuno gli diede attenzioni. Ero eccitato e lo era anche Tommaso. La sua erezione si faceva sentire. Mi alzai e non feci tempo a prenderglielo in mano che la mano di Lorenzo finì sul cazzo di Tommaso. Mi incavolai assai. Lo guardai con aria minacciosa e a quel punto gli occhi neri di Tommaso trovarono i miei. Lo guardavo non capendo, ma lui iniziò a spiegare.
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