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Gay & Bisex

Giocando a Calcio - 13


di Marcus95
02.06.2022    |    9.836    |    10 9.5
"Un ragazzo della squadra non vedendo arrivare i tre ragazzi era tornato nello spogliatoio per vedere se era tutto a posto ma quando li vide tutti e tre di..."
Capitolo 13: La Bestia



Era arrivato un altro giorno di allenamenti. Luigi si era ripreso al cento per cento ed era super agguerrito. Si allenava davvero duramente e aiutava tantissimo Giorgio insegnandogli tutti i trucchi e tutte le possibili pozioni da assumere per rubare la palla all’avversario e ridarla a un loro componente della squadra. Giorgio dal canto suo era bravo ma si vedeva che era ancora alle prime armi. Matto non poteva richiedere da lui un livello alto e così faceva anche Luigi. Sapeva dove fermarsi e dove poterlo spronare. Luigi era molto bravo nell’insegnare a Giorgio e anche Alberto si era accorto di questo legame tra loro due. Luigi si era preso il compito così a cuore che non voleva fallire, anzi voleva portare Giorgio a un livello alto in poco tempo in modo da farlo giocare in una partita vera.

Dopo gli allenamenti tutti i ragazzi andarono verso lo spogliatoio. Matteo guardò in faccia sia Luigi che Giorgio prima di sparire nel suo ufficio.

Una volta entrati nello spogliatoio Alberto si mise nel suo solito posto per cambiarsi ma Luigi e Giorgio erano distanti, così Luigi decise di prendere sia il suo borsone che quello di Giorgio e di portarlo vicino a quello di Alberto. Luigi era al centro con Alberto sulla destra e Giorgio sulla sinistra.

«Dai su che gli allenamenti stanno andando bene. Una partita persa non è la fine del mondo» disse Luigi dando una pacca sulla spalla ad Alberto.

«Lo so ma come capitano mi preoccupo» disse Alberto.

«Il capitano deve anche farsi più seghe perché ultimamente è troppo teso» disse Luigi ridendo.

La battuta fece ridere anche Alberto. Luigi aveva quella parlantina che ti sapeva catturare con anche delle minchiate come quella. Era un altro punto a suo favore.

«Mai quante te ne fai tu» disse Alberto ancora ridendo.

«Mai! Nessuno mi può superare qui dentro» disse Luigi orgoglio.

«Perché quante te ne fai?» Chiese Giorgio che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

«Almeno 5 al giorno» disse ancora orgoglioso Luigi.

Tutti e tre erano già senza maglietta. Si stavano togliendo le scarpe con i tacchetti. I calzettoni rossi alti fino al ginocchio erano sudati ma stavano davvero bene sulle gambe forti e pelosette di Luigi. Anche sulle gambe molto più pelose di Alberto stavano molto bene.

«Cavolo, ti dai da fare» disse Giorgio perdendo tutta la sua paura.

«Con la bestia che io in mezzo alle gambe se non ti seghi spesso è sprecato» disse Luigi.

«E con te non è mai sprecato» disse Alberto oramai con solo mutande e calzettoni, mettendo una mano sulla spalla nuda di Luigi.

«Mai. Me ne voglia se oso sprecare questo coso» disse Luigi calandosi i pantaloncini e incrociando le braccia sul petto e mettendo in bella mostra il suo pacco.

Giorgio guardò il pacco di Luigi che portava ancora le mutande della Puma nere. Il pacco era davvero grosso. Tenendolo verso il basso si evidenziava tutto, sia il cazzo che le palle grosse sotto. Luigi diceva di non avere le palle grosse ma da quegli slip si vedeva che i coglioni non erano poi così piccoli come diceva lui.

«Dai ragazzi basta fissarmi il pacco. Va bene che sono più grosso ma non dovete guardarlo così» disse Luigi ridendo.

Alberto gli tirò una pacca sul sedere sodo. Giorgio alzò lo sguardo e beccò che anche Alberto stava fissando il pacco di Luigi. Entrambi non potevano fare a meno di fissare quella bestia. Luigi calò le mutande.

Alberto e Giorgio si tolsero le mutande e rimasero tutti e tre con solo i calzettoni. Nessuno però osava muoversi per toglierli e proseguire verso le docce dove erano già andati tutti. Rimanevano la tutti col il cazzo in vista e con i calzettoni tirati su. Ognuno guardava il pisello dell’altro. Si guardavano a vicenda quello che di solito nascondeva nelle mutande.

Il cazzo di Alberto era come lo aveva visto l’ultima volta. Circondato da una criniera di peli pubici e il cazzo era molto largo, più largo di quello di Luigi. La cappella era nascosta dal prepuzio. Le palle sotto erano belle penzolanti ma non enormi.

Il cazzo di Giorgio era penzolante ma non come le palle che aveva sotto. Le sue palle superavano perfino la lunghezza del cazzo. Erano come quelle di un toro giovane. Avevano dei peli. I peli erano presenti anche attorno al cazzo. Peli neri e ricci ma non una foresta come Alberto.

Con sua grande gioia, Giorgio, potè finalmente vedere il cazzo del ragazzo dei suoi sogni: la Bestia di Luigi. Il cazzo era sia largo che lungo. I peli erano neri e folti ma molto corti, una manciata di centimetri. Anche sulle palle c’erano dei peli neri ma corti. La cappella di Luigi si vedeva molto bene anche se il cazzo era moscio e coperto dal prepuzio che sulla punta lasciava un po’ di pelle come suo padre.

Giorgio guardava quella meraviglia con due occhi a cuoricino. Era troppo emozionato per quella visione. Aveva aspettato quel momento da giorni e finalmente era riuscito a vedere il cazzo del difensore più sexy del mondo. Era un ragazzo dannatamente sexy. Era lì, vicino a lui senza maglietta mettendo in risalto i suoi pettorali lisci e i suoi addominali. Il cazzo all’aria bellissimo. Le gambe possenti coperte per metà da quei calzettoni che contenevano tutto il suo sudore da uomo. Infine, i suoi slip neri della Puma messi sopra il borsone. Si vedeva che anche quelli erano sudati, specialmente nella zona delle palle.

Quella visione fu interrotta dalla mano di Alberto che andò andò ad afferrare il cazzo moscio di Luigi e con una mano sola tirò giù il prepuzio esponendo una cappella grossa e rossa. Giorgio non poteva credere alla scena. Davvero in quella squadra c’era la libertà di toccarsi il cazzo in quel modo? E soprattuto anche di scappellarselo a vicenda?

«Cazzo Luigi hai scopato?» Chiese Alberto sapendo già la riposta.

«Sì, prima di venire agli allenamenti» disse Luigi fiero.

«Sì vede tranquillo» disse Alberto ricoprendo la cappella di Luigi col prepuzio e lasciando andare il cazzo che cadde sui coglioni. Giorgio li guardava con aria interrogativa.

«Mi viene la cappella rossa quando scopo» spiegò Luigi a voce bassa a Giorgio. «Vuoi guardarmi la cappella anche tu?» Chiese Luigi mettendo le braccia sulle spalle dei compagni che aveva al suo fianco.

«No, pensavo più a queste» disse Giorgio allungando la mano e scavalcando il cazzo arrivando alle palle. Le prese in mano tutte e due. Erano fantastiche. Sentiva il pelo da uomo e non da ragazzino sui coglioni. Le palle erano sode e ben distanziate all’intento dello scorto ruvido e peloso.

«Wow!» Disse Luigi buttando la testa indietro. Luigi sentiva la mano di Giorgio prima afferrare entrambe le palle. Poi ne prese una alla volta. Sentiva che le soppesava per sentire la consistenza. Poi le riprese tutte e due in mano e con il pollice accarezzava lo scroto peloso.

«Lo stai facendo eccitare» disse Alberto.

Giorgio che non stava guardando le palle di Luigi, guardò verso il cazzo e vide che non era più rivolto verso il basso ma si stava alzando tanto che la cappella stava uscendo piano piano dal prepuzio. Il cazzo di Luigi stava crescendo sempre di più. Stava diventando più largo e più lungo. Giorgio bloccò la sua mano.

«Non farlo smettere» disse Luigi più ad Alberto che a Giorgio.

«Hai già scopato oggi. Non ti basta?» Chiese Alberto.

«No, ho scopato più di due ore fa, ora sono già piene» disse Luigi senza aprire gli occhi. Li teneva chiusi per godersi al massimo quel massaggio scrotale.

Giorgio proseguì il massaggio perché lui aveva un solo obiettivo: vedere la bestia di Luigi. Non tutti i ragazzi di sedici anni possono dire di avere 17 centimetri nelle mutande. Luigi era molto fortunato e lo sarebbe stato ancora di più, più in là con gli anni. Poteva raggiungere tranquillamente suo padre. Il cazzo di Luigi cresceva e cresceva sempre di più. La cosa eccitante per Giorgio non era solo vedere il cazzo di Luigi crescere davanti ai suoi occhi ma era anche poter vedere Luigi completamente nudo, a cazzo duro e con solo i calzettoni rossi che lo stavano eccitando da matti.

Una presenza arrivò da dietro le spalle. Un ragazzo della squadra non vedendo arrivare i tre ragazzi era tornato nello spogliatoio per vedere se era tutto a posto ma quando li vide tutti e tre di spalle e completamente nudi se non per i calzettoni decise di scappare nella doccia nuovamente. Solo Alberto si accorse di quella piccola intrusione.

La mano di Giorgio non mollava mai i coglioni di Luigi che godeva anche sonoramente al massaggio scrotale che Giorgio gli stava facendo. Alberto guardava la scena da spettatore.

Il cazzo di Luigi raggiunse la completa erezione. Giorgio guardò verso il basso e trovò un cazzo lungo e molto grosso. La cappella era coperta solo per metà dal prepuzio e il resto era fuori. Il cazzo di Luigi puntava dritto, nessuna curvatura a destra o sinistra oppure verso l’alto o verso il basso. Era il cazzo perfetto. La larghezza del cazzo era mantenuta per tutta l’asta fino ad arrivare alla cappella che era un po’ più larga dell’asta ma non di molto. Era un cazzo davvero bello ed era anche un cazzo di un campione.

«Ecco ora sai come sono in tiro» disse Luigi non guardando verso il basso ma tenendo ancora gli occhi chiusi.

Giorgio lasciò andare la mano dai suoi coglioni che tornarono a penzolare sotto la sua erezione.

«No no che fai, non puoi fermarti. Oppure mi vuoi toccare la Bestia?» Chiese Luigi aprendo gli occhi.

«Posso?» Chiese timido Giorgio ma pronto nel caso a prendere il cazzo di Luigi in mano.

Erano tutti e tre in erezione, anche Alberto che si godeva la scena con il braccio di Luigi ancora sulla sua spalla. Vedere il suo migliore amico nudo e col cazzo in erezione era una cosa che gli piaceva. Loro due erano come fratelli e queste cose erano normali per loro. Si divertivano, erano solo ragazzi alla fine.

«Certo! Però vedo che anche tu sei in tiro» disse Luigi afferrando d’impulso il cazzo di Giorgio in mano.

Giorgio fece un saltino quando sentì la mano di Luigi afferrare in quel modo il proprio cazzo. Non se lo aspettava che Luigi avesse una stretta così ferma, era davvero come quella di un uomo. Si capiva che Luigi aveva grande esperienza nella sessualità. A Giorgio piaceva sentire la mano di Luigi sul proprio cazzo che andava avanti e indietro. Lo eccitava tantissimo. Era la prima volta che sentiva una cosa del genere. Non si aspettava questa sensazione e la cosa gli piaceva, stava scoprendo parti di sé che non conosceva ma che era pronto a conoscere.

«Dai toccalo» disse Luigi guardandosi il cazzo in tiro e senza la mano di Giorgio ad affermarlo.

Giorgio allungò la mano e toccò per la prima volta la Bestia. Era una cosa bellissima, il suo calore e la sua durezza erano una cosa di un altro mondo. Era come stringere il cazzo di suo padre Andrea. Luigi era un uomo con la “U” maiuscola per quanto riguardava i genitali. Era molto sviluppato ed era davvero il ragazzo più bello della squadra oltre a essere anche il più dotato. Era una gioia per gli occhi. Quella erezione, vedere il prepuzio coprire e scoprire la cappella era pazzesco. Il glande usciva fuori e rientrava. Il glande era leggermente rosso per la scopata che aveva fatto.

«Che bestia» disse Giorgio con ancora il cazzo di Luigi in mano.

«No, questa è La Bestia» disse Luigi con un ghigno in faccia. In quel momento il suo volto sembrava come quello di un angelo, ma dell’Inferno.
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