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PRIDE - 5 - Finale


di Marcus95
24.07.2023    |    7.815    |    12 9.7
"Giusto per curiosità, hai mai annusato quelle di tuo fratello?» Chiede Dylan..."
Capitolo 5: PRIDE



L’estate più calda di sempre potrebbe essere questa, fa davvero caldo. Tutta la città che cerca riparo ma anche l’ombra è diventata calda. Mio fratello Artur mi ha invitato a casa di Dylan per una cena, sperando di stare al fresco.

La casa di Dylan è la tipica casa americana potremmo dire. Ci sono tanti poster appesi e ovunque si nota qualcosa che può essere riconducibile allo sport: palle da basketball, mazza da baseball, guanti da football e così via. Tutto in questa casa sa di sport. Mi ricordo bene che Dylan fa basket ma non credevo fosse interessato a tutti questi altri sport anche. Però è una casa molto solare e accogliente. Non ci siamo solo io e mio fratello ma anche altri amici di Dylan.

La conversazione è molto serena e la serata passa piacevolmente.

«PRIDE?» Chiede un amico di Dylan.

«Non ci ho ancora pensato» risponde Dylan guardandomi.

«Non puoi metterti come gli altri anni con quel completo da basket. Sei noioso» dice l’amico.

Io non ci ho pensato molto, anzi a dire la verità io non mai stato al Pride, che senso aveva prima? Non mi intrometto nella discussione per lasciarli parlare. Ognuno sta cercando di trovare un tema comune per poi coordinarsi con gli outfit, cosa non molto facile dato che hanno tutti dei gusti diversi e poco riconducibili a un tema comune e facile da sviluppare.

Nel mentre che loro parlando io vado al bagno per fare la pipì. Mentre sono in bagno non posso non notare una cosa che non andrebbe mai tenuta in bagno quando ci sono ospiti: la cesta dei panni sporchi. Per una persona come me è impossibile non notarla ed è altrettanto impossibile non poter curiosare dentro.

Dopo che ho fatto la pipì mi avvicino e guardo dentro. Rimango deluso dal fatto che trovo tante magliette. Sono belle ma non è quello che sto cercando in questo momento. Mentre scavo alla fine trovo un paio di boxer. Sono della Nike da bravo sportivo e di colore nero. Sono molto grandi dato che Dylan è un armadio a muro e anche per il suo “bazooka” come piace chiamarlo lui. Le prendo in mano e le guardo, sono bellissime. Guardo l’interno e vedo delle macchie bianche. Il contrasto con i boxer scuri e le macchie bianche è stupendo. Capisco subito che sono di precum. Chissà quando si sarà eccitato. Scavo dentro alla cesta per cercarne altre e questa volta sono bianche dell’Adidas. Ha buoni gusti per le mutande. Sono dei boxer bianchi con l’elastico spesso. Dentro, nonostante l’odore di cazzo sudato non vedo le macchie.

Ripongo tutto dentro alla cesta dopo aver annusato le sue mutande un’ultima volta ed esco dal bagno. Per tornare in salotto dove stavamo mangiando passo davanti a camera di di Dylan ed entro senza chiedere. Accendo la luce e socchiudo la porta dietro di me. La camera di Dylan è un inno allo sport. Ci sono tutti i poster dei più grandi campioni di basket appesi al muro. Tutti con la loro divisa. Sono molto sexy devo dire e la maggior parte di loro sono di colore, il che li rende ancora più sexy. Per il resto camera sua è classica con scrivania, letto e armadio.

Vicino alla scrivania vedo che c’è il suo borsone di basket dato che fuori c’è scritto il nome della sua squadra che mi aveva detto mio fratello. Senza indugiare lo apro e vedo la sua divisa. È pulita purtroppo. Vedo le sue scarpe preziose e infine scorgo una cosa che non è come mi aspettavo. Dentro ci sono delle mutande ma non sono dei boxer o degli slip. È un jockstrap e la cosa più sorprendente è che quelle mutande non sono state lavate. Sento l’odore del suo cazzo pungente appena le tiro fuori dallo zaino. Cazzo, la sua bestia in mezzo alle gambe ha un odore molto forte e la cosa mi piace da matti. Non posso non inspirare a fondo quell’odore così buono.

«Dovresti chiedere prima di guardare negli zaini altrui» dice la voce grave di Dylan dietro di me.

Con un salto mi metto in piedi e butto il suo jock per terra.

«Colto sul fatto eh?» Chiede piano Dylan.

Dalla sua voce non sembra arrabbiato, solo curioso per fortuna. Si avvicina a me e prende il suo jock in mano. Se lo passa tra le mani e se lo porta verso il viso per annusarne il contenuto. Mi guarda negli occhi tutto il tempo.

«Ti piace? Ti eccita il mio odore?» Chiede calmo.

«S…Sì» dico a denti stretti.

La sua mano afferra il mio pacco e lo tiene tra due dita. Sentire le sue dita possenti sul mio pacco mi fa un certo effetto. Sento che con le dita percorrere tutta l’asta e la stringe sul finale.

«Sì, ti piace proprio annusare le mutande degli altri. Sei un piccolo kinky boy. Giusto per curiosità, hai mai annusato quelle di tuo fratello?» Chiede Dylan.

Merda e ora che dico? Faccio scena muta. Ovviamente le avevo annusate. Qualche volta lascia le mutande in bagno prima che ci entri io e così le ho annusate.

«Non ci credo lo hai fatto» dice Dylan contento capendo dal mio silenzio che era successo. «E dimmi, quali odorano di più? Le mie o le sue?»

«Le tue sicuramente» rispondo.

«Poi con questo caldo non puoi immaginare che forno ho lì sotto».

Con la mano fa alzare un poco la maglietta e vedo che ha le mutande della Under Armour, tipico americano. Elastico è rosso ma le mutande sono nere.

«Ho comprato questi boxer che sono super traspiranti ma con queste temperature, neanche loro servono a qualcosa. Ho le palle che mi arrivano al ginocchio».

«Davvero?» Credo ingenuamente.

«Certo. Vuoi accertartene di persona?» Abbassando i pantaloncini e mostrando le sue mutande di Under Armour in tutto il suo splendore.

Il suo pacco dentro a quelle mutande è davvero notevole. Non solo grosso ma anche lungo. È davvero tozzo come direbbero alcuni. Si passa una mano sull’elastico rosso e vedo che li tira giù un po’. Non riesco a scorgere molto ma un buffetto di peli pubici riesco a vederlo. I miei occhi non si distolgono da quel pacco in quelle mutande nere. Con la mano gli tocco il pacco. Ha ragione, le sue palle, oltre al cazzo enorme, sono davvero grandi. Le massaggio e sento Dylan respirare forte. So che sto facendo una cosa sbagliata ma mi piace così tanto. Il suo cazzo si fa più duro e la sua forma è ben visibile attraverso i boxer traspiranti. Lo tocco e sento che è duro, molto duro e lungo. È un piacere toccare quel cazzone enorme, quel bazooka. Gli massaggio tutto il pacco che cresce senza mai fermarsi.

«Adesso basta altrimenti mi riempio anche questi boxer di sperma» dice Dylan tirandosi su i pantaloncini.

«In che senso?» Chiedo non capendo.

«Tu non fai mai precum nelle tue mutande?»

«Sì, ma ci metto di più».

«Non sborra, precum ragazzo. Questo» dice abbassandosi i boxer e mostrando delle chiazze di liquido trasparente sulle sue mutande nere. Vedo anche il suo pisellone nero.

«Ora muoviamoci prima che mi venga ancora più voglia».

Dylan e io ritorniamo dagli altri come se nulla fosse mai successo in quella stanza.


“Posso venire al Pride con voi?” Scrivo a Dylan.

“Al Pride, non mi sembra una cosa opportuna” risponde.

“Perché? Andare a un evento pubblico non è la cosa peggiore al mondo”

“Noi andiamo al PRIDE non il Pride. Si tiene lo stesso giorno ma l’evento è diverso”

“Che evento è?”


Durante la giornata del Pride, verso sera Dylan mi porta assieme ai suoi amici al PRIDE, un locale con questa scritta al neon non molto funzionante alla periferia della città. C’è poca fila fuori e nessuno si guarda negli occhi.

Entriamo quasi senza problemi e la festa inizia. Musica alta, luci soffuse e corpi nudi ovunque. Sui tavoli, sulla pista da ballo, sui divanetti, sui cubi. Tutti uomini nudi e col cazzo in tiro. Si possono vedere qualsiasi tipologia di cazzo. Da quelli pelosi, a quelli depilati, grossi, piccoli, bianchi e neri.

Dylan ha la sua maglia da basket che i suoi amici gli avevano proibito di indossare. A mio parere è molto sexy così. Ci inoltriamo e iniziamo a bere. Drink dopo drink Dylan e i suoi amici iniziano a spogliarsi. Via la maglia e via i pantaloni rimanendo in mutande. Dylan ha il suo jock che usa per giocare. Il pacco sul davanti non lascia molta immaginazione, lo ha barzotto. Mi fanno spogliare e ho dei boxer neri. I suoi amici con una scusa o l’altra trovano il modo di toccarmi il pacco.

Dylan balla con me. Vicino a noi ci sono i suoi amici e molti uomini nudi e che si segano o si baciano. Questo posto è pura follia. Io guardo Dylan dritto negli occhi pieni di desiderio.

«È questo che vuoi?» Chiede.

Faccio cenno di sì con la testa. Dylan mi tiene stretto e mi volta. Con le mani mi strappa i boxer scoprendomi il culo. Sento il coro dei suoi amici alzarsi tra la folla. Con una mano umida mi solletica il buco del culo e poco dopo sento la sua cappellona che cerca di farsi strada dentro al mio piccolo buchetto. Anche la sua cappella è bagnata. Con un po’ di tentativi, il pisellone di Dylan inizia ad entrare e fa un male cane. Non riesco a sopportare il dolore di quel cazzone dentro di me. Dylan spinge il suo minchione dentro e lo spinge sempre più forte. Una volta entrato tutto esce di botto lasciandomi il vuoto per poi rientrare come un palo. Io urlo ma non mi sente nessuno con quella musica a manetta.

Dylan mi scopa forte in pista davanti a tutti senza problemi. Io godo sotto quei colpi così decisi. Il suo ritmo aumenta mentre sento tutto il suo bazooka dentro di me.

«Erano anni che volevo il tuo cazzo di culo ma tuo fratello mi impediva la strada. Adesso prendi il mio bazooka!» Urla Dylan all’orecchio mentre mi scopa.

Mi penetra per diverso tempo prima di riversare la sua sborra calda e infinita dento di me facendomi finalmente suo.
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