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Giocando a Calcio - 5


di Marcus95
14.05.2022    |    13.238    |    9 8.7
"Porca puttana non solo mi devo sorbire il padre con un cazzo enorme ma anche il figlio..."
Capitolo 5: Slip della Puma



Andrea, una volta lasciato solo prese il telefono velocemente e scrisse un messaggio al suo amico Matteo. “Ha i coglioni come il padre. Gli ho preso gli slip M ma servirà una L, gli sta stretto con quei coglioni”.

La riposta di Matteo non si fece attendere come al solito. “Tale padre tale figlio. Sono contento per te. Controlla che li svuoti spesso”.

Andrea rise a quel commento di Matteo rispose: “Dovrò comprare un intero set di coperte nuove”.

Andrea si sorprese nel vedere che Matteo lo stava chiamando. «Ciao, che mi dici?».

«Allora gli hai visto i coglioni?» disse Matteo ridendo.

Andrea si mise a ridere pure lui. «No no. Ho tastato i nuovi slip che abbiamo comprato. Nel toccare ho sentito la forma ed essendo in piedi davanti a me vedevo il bozzo che gli facevano».

«Che maiale che sei. Spero non abbia già i coglioni più grossi dei miei altrimenti mi incazzo di brutto» disse Matteo.

Andrea si mise a pensare. «Di sicuro non più grandi delle tue minuscole palline ma è sulla buona strada per batterti».

«Non insultare le mie palline. Non tutti hanno il bazooka che hai tu. Porca puttana non solo mi devo sorbire il padre con un cazzo enorme ma anche il figlio. O porca puttana, qualcuno mi salvi» disse Matteo sempre tra una risata e l’altra.

«Sei tu che hai voluto mio figlio in squadra, adesso ti devi sorbire un ragazzo con i coglioni più grandi dei tuoi» disse Andrea.

«Senti un po’. Si depila? Perché sai che qui nel calcio molti ragazzi hanno il pube tutto depilato».

«No, ho visto che ha un bel cespuglio di peli sul pube. Non so se anche sui coglioni ma deduco di sì. Dovrò provare a chiedergli se vuole rasarli o accorciarli come faccio io. Ma tutte le volte che intavolo un discorso lui si fa timido».

«Tranquillo, vedrai che dopo che avrà fatto la doccia nudo con tutti gli altri ragazzi della squadra non sarà più così timido».

«Lo spero, per questo volevo che facesse calcio così può perdere questa sua timidezza che lo frena. Io sento che ha delle domande da farmi ma non riesce a sconfiggere la sua timidezza» disse Andrea.

«Oggi che fai?»

«Tra poco esco e vado a incontrare una pollastra. Spero di scoparmela».

«Sono contento per te. Ficcaglielo tutto dentro».

«Non so se ci starà».

«Dai ti saluto amico, tienimi aggiornato» disse Matteo.

«Sì sì certo. Ciao».

La conversazione si chiuse e Andrea andò nella camera di Giorgio che era ancora con la divisa.

«Giò io devo uscire per un po’. Tu qui ti arrangi da solo? Piega bene la divisa e poi se vuoi uscire con un tuo amico o invitarlo a casa sei libero come al solito. Io dovrei tornare per cena ma ti mando un messaggio» istruì Giorgio.

«Sì certo, non c’è problema» disse garbato Giorgio che non sapeva il vero programma per il pomeriggio del padre.

Andrea uscì di casa qualche minuto dopo lasciando da solo Giorgio che era ancora con la divisa. Non voleva toglierla si sentiva bene con quella divisa. Appena sentì la porta chiudersi Giorgio potè tirare un respiro di sollievo. Finalmente poteva fare quello che stava aspettando. Si mise davanti allo specchio e si guardò. Guardò il suo petto con la maglia a righe grigie e rosse, poi passò ai suoi piedi e vide le scarpe con i tacchetti e i lunghi calzettoni rossi che arrivavano fino a quasi il ginocchio. Infine, i suoi calzoncini dove c’era il suo pacco. Un pacco che aveva visto anche suo padre.

Quella scena di qualche minuto prima era stata molto eccitante e la cosa che gli faceva più piacere era l’interesse che aveva mostrato suo padre verso il suo pisello. Quei commenti sul suo pelo e sulle palle erano stati molto eccitanti e Giorgio dovette concentrarsi per non avere una erezione davanti a suo padre. Si era immediatamente rivisto all’intento della storia che stava leggendo su internet, quella tra padre e figlio. Era davvero bella e si ritrovava con i personaggi. Anche lui voleva poter esprimere il proprio interesse verso il padre ma la sua timidezza lo aveva fermato. Forse col tempo avrebbe imparato come gestire questa timidezza.

Si tolse velocemente i pantaloncini e rimase con gli slip sportivi della Puma verdi. Si guardava il pacco allo specchio. Era un bel pacco. Aveva ancora il pisello rivolto verso il basso quindi aveva un bel paccone in mezzo alle gambe. Con una mano se lo toccò un poco e si ricordò immediatamente le tre dita del padre che lo avevano toccato proprio in quel punto. Le dita di suo padre sul suo pacco e rispettivamente sulla sua palla destra e alla cappella gli avevano provocato un brivido lungo tutta la schiena. Era stato un momento super eccitante. In quel momento avrebbe tanto desiderato poter chiedere a suo padre di poterlo vedere in boxer così da vicino ma non aveva avuto coraggio. La sua era semplice curiosità.

Si toccò il pacco e questo cresceva nella sue mani. Tanto che il suo pisello fuoriuscì dalla sinistra perché non ci stava dentro a quegli slip così piccoli. Forse suo padre aveva ragione, le sue palle stavano crescendo molto. Allo specchio vide il suo pisello fuori dagli slip e in erezione e le palle ancora avvolte dal tessuto ma già solo le palle riempivano tutto lo spazio disponibile nelle mutande. Si prese l’erezione in mano e iniziò a segarsi mentre si toccava le palle da sopra le mutande. Il suo pisello era durissimo.

«Oh sì anche papà mi dice che ho le palle grosse. Sto diventando un uomo come lui» disse Giorgio allo specchio. «Mi stanno piccole queste mutande. Ho bisogno di mutande più grandi per contenere il mio pisello da uomo» continuò.

Mentre si guardava si faceva una bella sega. Il suo prepuzio copriva e scopriva la cappella rosea e nel frattempo ansimava forte. Vedersi mentre si faceva una sega lo mandava fuori di testa.

«Anche mio padre si farà le seghe come me le faccio io. Chissà se ha la mia stessa foga» disse Giorgio aumentando il ritmo e ansimando ancora più sonoramente.

Sulla sua cappella comparve una piccola goccia di precum. Le gocce aumentarono e pian piano iniziavano a colare lungo tutta l’asta arrivando alle mutande della Puma. Dallo specchio vedeva gli slip verdi diventare verde scuro quando entravano in contatto con il suo precum. Più si bagnavano e più godeva. Voleva bagnare le mutande con il suo precum, una cosa che fanno gli uomini e non i ragazzini chiaro segno che stava davvero diventando un uomo. Voleva essere un toro e avere il pisellone.

Lui che di solito era un ragazzo docile in quei momenti di autoerotismo trovava tutta la sua mascolinità e il suo arrapamento. Voleva essere un uomo vero, un torello e uno con un bel pisello e delle palle molto grosse. Sulle palle era già sulla buona strada.

«Dai papà guardami che mi sto segando il pisello!» Disse Giorgio con voce più alta. Si guardava allo specchio e immaginava che suo padre fosse dietro alla porta e che lo fissava masturbarsi.

«Dai papà segati con me» diceva mentre si masturbava velocemente. «Fammi vedere quel tuo cazzone che so che hai».

Il suo pisello era durissimo e il precum a volte colava anche per terra. Gli slip non ce la facevano a contenerlo tutto. La sua cappella stava diventando rossa dalla forza che ci metteva nel muovere il suo prepuzio. Con una mano si toccava le palle enormi. La passava sullo scroto peloso per poi prender una palla in mano e sentire la sua durezza. Dopo passava all’altra e sentiva la durezza anche dell’altra. Infine si tirava le palle e gli dava dei piccoli colpetti.

«Oh sì cazzo sto godendo!» Disse poco prima di schizzare il suo sperma sullo specchio.
Gli ultimi fiotti, quelli più deboli colarono lungo il pisello fino a trovare gli slip verdi. Si bagnarono sia l’elastico che la parte di sinistra da dove era uscito il pisello.

«Oh cavolo! Adesso che faccio?» Disse appena vide le macchie grandi sui suoi slip

Si spogliò completamente e si mise dei vestiti normali. Guardò la sua divisa che era rimasta intatta ma gli slip erano belli bagnati. In fretta e furia piegò la divisa e la depose nell’armadio, poi prese gli slip e li piegò in una maniera strana per non far vedere l’elastico o la parte di sinistra che era evidente che c’erano delle macchie bianche. Voleva metterle da lavare ma suo padre se ne sarebbe accorto ancora prima. Le avrebbe tenute nell’armadio e basta. Poi il giorno dell’allenamento le avrebbe passate sotto un panno umido per non farle vedere ai suoi compagni.

***

Qualche ora più tardi suo padre ritornò a casa e andò da Giorgio.

«Allora hai messo via la divisa piegandola bene?» Chiese guardando prima Giorgio e poi il suo armadio.

«Sì sì» rispose Giorgio.

«Bravo cucciolo» disse Andrea andando verso l’armadio e aprendolo per controllare. La divisa era piegata a meraviglia come Giorgio sapeva fare anche le scarpe erano messe in un angolo in modo composto ma gli slip erano piegati in modo strano. Erano tutti storti. Era quasi intento a prenderli e piegarli bene ma alla fine decise che Giorgio era il responsabile della sua divisa quindi annuì e uscì dalla camera. Andò in cucina e preparò la cena.

***

Più tardi Andrea era sdraiato nel letto con solo le mutande addosso, i suoi boxer grigi che tanto amava, aveva un sacco di paia di qui colore. Era al telefono a controllare i suoi social e le sue app di incontro. Quel pomeriggio si era svuotato i coglioni per bene con una maiala che si era fatta fare di tutto, anche l’anale. Andrea era bello svuotato e rilassato ma aveva un tarlo per la testa. “Uno meticoloso come Giorgio che piega le cose in quella maniera. Con la divisa era stato bravo ma le mutande no. Alla fine slip e boxer si piegano nello stesso modo.” Sentì la porta del bagno chiudersi e l’acqua della doccia aprirsi. Andrea scattò in piedi, si diede una ravanata al pacco per sistemarlo bene e uscì dalla sua camera fino ad arrivare alla porta del bagno. Appena sentì che Giorgio era dentro alla doccia andò in camera del figlio e andò all’armadio dove c’era la divisa. Prese gli slip in mano e li aprì. Immediatamente vide il motivo. C’era una grande chiazza sull’elastico e tante piccole chiazze sulla parte sinistra degli slip.

«Che maiale arrapato» disse Andrea sospirando con le mutande della Puma del figlio in mano.
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