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Gay & Bisex

Tommaso, Luca & Nicola - 10


di Marcus95
30.03.2022    |    4.565    |    13 9.2
"*** È arrivato lunedì e non posso che essere contento..."
Capitolo 10: Festa



Siamo arrivati a casa di Nicola. Scendo e mi dirige verso quella che era stata la mia stanza. Tutta uguale a come l’avevo lasciata l’ultima volta. Apro l’armadio e vedo che ci sono molto vestiti. Lui propone un mio trasferimento qui? Non ho più niente da perdere. Non ho più emozioni. Lo faccio. Mi rendo chiara la situazione. Chiamo i miei genitori e gli dico che mi trasferisco da Nicola per un po’ e che gli voglio bene.

Riaggancio e piango. Queste sono le mie ultime lacrime. Non ce ne saranno più. Ho toccato il fondo e peggio di così non può andare. Ora ho capito tutto il dolore, ora lo provo sulla mia pelle. Spengo il telefono e la mia vita cambia. Federico non esiste più, Tommaso nemmeno. Solo Nicola che mi tortura.

Bussano alla porta e Nicola entra. Ha fatto togliere la serratura dalla porta. Ha paura di me.

«Ciao» dice calmo e si siede sul letto. «Questa è la tua stanza. Puoi fare ciò che vuoi» dice guardandosi intorno.

«Sì va bene» dico senza provare nulla.

«Non odiarmi. Sarò una persona diversa» dice giustificandosi.

Io non lo voglio ascoltare. «Fai sadomaso?» Chiedo. È la sola cosa che mi importa.

«Sì, adoro mischiare dolore con eccitazione» dice immaginandosi la scena.

«Perfetto» dico tenace. «Voglio che mi mostri tutte le cinquanta sfumature del sesso» dico ancora più forte di prima.

«Con piacere» dice e vedo un sorriso sul suo volto.

Entro nella sua stanza e lo vedo pronto con tutto il necessario per la nostra serata. Mi avvicino a lui e gli cingo il petto con le braccia. Non vedo l’ora di iniziare. Una iniziazione al sesso sfrenato. Lui mi guarda e sorride. È molto contento della mia scelta e anche io lo sono. Se questo può farmi dimenticare Tommaso.

Lui mi dice di aspettare un momento così mi guardo intorno. Vicino al letto è stato allestito un banchetto dove ci sono molti attrezzi. Hanno una forma strana ma non mi importa. Mi dice di avvicinarmi e io lo faccio ubbidendo.

«Spogliati» dice calmo.

Mi sfilo la maglietta e tolgo i pantaloni. Rimango in mutande davanti a lui. Lui mi guarda e io mi tolgo anche le mutande. Lui sorride e si spoglia.

«Prima di iniziare voglio mettere in chiaro che qui si fa a modo mio e che mi hai disubbidito scappando in quel modo nel cuore della notte» dice calmo ma serio. Nicola mi intimidisce.

Mi fa chinare sul letto ma le gambe appoggiate saldamente a terra. Si avvicina all’armadio e ho paura per la mia incolumità, ma non provo nulla di speciale. Questa è la mia punizione per aver tradito Tommaso e sono pronto a subirne le conseguenze. Mi prenderò tutta la mia punizione. Nicola si avvicina con qualcosa in mano. Una cintura, ma non per tenere su i pantaloni. È una cintura in cuoio e so quanto possa fare male, più che altro posso immaginarmelo. Sono ancora a novanta e lui decide di non legarmi. Appoggio le mani alla sbarra del letto e stringo i denti.

So cosa vuole farmi e non posso biasimarlo. Lo vorrei fare anche io alla mia vittima designata che in questo caso sono io. Lui mi guarda con discrezione. Mi accarezza un gluteo e lo bacia delicatamente. Le sue mani e le sue labbra sono eccitanti e delicate sulla mia natica ma so che questo piacere si estinguerà ben presto.

«Beh ho deciso di punirti con dieci frustate» dice calmo «e tu conterai per me» aggiunge. Sono scioccato e bloccato. Non posso fare altro che aspettare la mia pena.

Un colpo potente colpisce i miei glutei e io urlo. Stringo la barra d’acciaio sotto le mie mani e dico «uno.»

Un altro colpo ancora più forte. «Due» sento che sta ridendo. Per lui è eccitante per me no ma me lo merito. «Tre», «quattro», «cinque» «sei» «sette» «otto» «nove» dico con le lacrime agli occhi. Non posso più sopportare quella ingiustizia. Un colpo violento mi prende in pieno e io urlo dal dolore accasciandomi per terra dicendo «dieci.»

La punizione è finita. Lui rimette a posto la cintura e viene a tirarmi su da terra. Le sue mani sono così delicate sul mio corpo, nulla a che vedere con poco fa. Mi accarezza le braccia e sale fino alle spalle. La sua bocca mi soffia sul collo. Lo voglio con tutto me stesso. Si abbassa leggermente e fa scorrere le sue mani sulle mie gambe. Mi eccito in breve tempo e lui se ne accorge.

«Sei strano» dice incuriosito.

«Perché?» Chiedo.

«Perché dopo quello che ti ho fatto tu vuoi rimanere ancora qui con me.»

Il suo sguardo non mi intimorisce, anzi è bello da guardare. Non sa fare il duro per troppo tempo. Sorrido e lo guardo. Mi mordo il labbro e lui mi guarda con intensità. Ho la sua attenzione ora.

«Credevo volessi fare l’amore con me» dico sorridendo beffardamente.

Lui mi spinge sul letto e mi è sopra. Il suo corpo nudo tocca il mio. Sento la sua erezione premere sulla mia gamba. So che ha voglia di sfogarsi e io voglio fare sesso con lui. Mi gira e mi accarezza la schiena. La mia pelle è morbida al suo tocco. Arriva a collo e la sua mano si perde tra i miei capelli. Li scompiglia tutti e io rimango disteso pronto a tutto. Lentamente prende un preservativo e senza neanche i preliminari se lo infila e con calma mi entra dentro. Una volta dentro aspetta il mio segnale.

Faccio un cenno con la testa e lui inizia a muoversi con calma per poi aumentare il ritmo. Non so cosa gli stia succedendo ma questo sì che si chiama fare l’amore. Le sue mani sulla mia schiena, il suo spingere dentro di me. Con una mano raggiunge il mio membro e lo prende in mano. Lo muove e io godo sotto quel tocco. Nicola dopotutto rimane Nicola. Un ragazzo sexy che mi fa godere.

Mugugna dietro di me di piacere, questo mi eccita ancora di più. Il mio solo desiderio è solo quello di farlo godere per vedere fin quanto può cadere in basso. Farlo godere il più possibile. Urla e viene dentro di me. Con la mano aumenta il ritmo e vengo anche io. Lui è contento della mia prestazione e anche io lo sono. Dopotutto ho capito che il vero scopo è scopare. La grande volgarità rivelata.

Lui si stacca da me e si sdraia sul letto. Io esco dalla camera e torno nella mia. Chiudo la porta e vado a farmi una doccia. Voglio pulirmi molto velocemente e profondamente. Non voglio avere il ricordo di quella esperienza. Sto cercando in tutti i modi di odiare Nicola, ma non riesco. Con lui non provo amore ma non posso mentire a me stesso. È sexy e mi eccita molto. Sono fatto così. Adoro prendere le decisioni sbagliate. In camera mia c’è una finestra.

***

Mi avvicino e guardo fuori. Tutto è scuro perché è sera. Non abbiamo ancora cenato ma non mi importa. Voglio riguardare le tenebre fuori dalla finestra. Tenebre che racchiudono un solo nome. Tenebre che vogliono una sola persona. Le mie tenebre, quelle che voglio ancora disperatamente: Tommaso. Non posso vivere senza di lui, ma mi dovrò accontentare. Cosa starà facendo in questo momento? Voglio poter toccare il suo petto forte e passare una mano tra i suoi capelli neri.

Mi manca tantissimo, ma io non manco a lui. Sono solo in questo inferno di perversione. Nicola è in camera sua che si riposa mentre io sono qui a cercare la persona che ho amato e che ha conquistato il mio cuore. Fuori dalla finestra però non c’è nessuno. Sarei un pazzo se vedessi qualcuno. La porta si apre e Nicola mi avvisa che la cena è pronta e che per festeggiare il mio ritorno mi avrebbe portato fuori. Mi avvicino a lui e lui d’istinto mi prende per mano. Io faccio finta di niente e mano per la mano andiamo al piano inferiore dove c’è tutta la famiglia. I suoi genitori mi guardano con un sorriso stampato sulle labbra. Sicuramente saranno all’oscuro di tutto quello che loro figlio mi ha fatto.

Quella sera c’era la pastasciutta alla carbonara. Un piatto fantastico.

«Sono così contenta che tu sia tornato da noi» mi dice sua madre.

All’inizio sono scioccato dal suo intervento ma so che devo recitare un copione quindi le sorrido. «Si si mi trovo molto bene e grazie ancora per la disponibilità e ospitalità» dico in modo pacato.

Lei sorride e mi fa l’occhiolino. Non sa davvero nulla di me. In realtà sono in questa casa solo per volere di Nicola che mi tiene quasi prigioniero nella sua perversione e non so dove questa cosa mi porterà.

«Cosa fai nella vita?» mi chiede calma. Ora devo pure trovare una battuta buona per questa recita.

«Sto cercando lavoro attualmente» dico mostrando tutta la mia voglia di lavorare.

«Adoro i ragazzi che si prendono sul serio come te» dice sua madre. «Quanto vorrei che Nicola fosse come te. Magari in questo periodo può prendere spunto» dice sorridendo al figlio.

«Sicuramente mi insegnerà molte cose» dice Nicola sorridendomi.

Che gran bastardo. Sa benissimo che da me non vuole imparare nulla. Anzi sono io che dovrò imparare da lui. Sono costretto a farlo. Il padre di Nicola non è di molte parole e solo per questo gli voglio un gran bene. La cena finisce molto velocemente e io vado in camera mia a prepararmi per la serata. Non so bene cosa abbia in mente ma non mi preoccupo più di tanto. So che non può farmi del male. Guardo nel mio armadio cosa posso mettermi. Ci sono tante belle cose. Decido di indossare una maglia scollata e dei patroni molto aderenti. Talmente tanto che mettono in bella vista il mio sedere. Esco dalla stanza e gli vado incontro. Lui ovviamente come al solito, mi sta aspettando vicino alla porta d’ingresso. Gli sorrido ed entriamo in macchina.

So perfettamente che in questo momento mi sta odiando con tutto se stesso. So che lo sto facendo eccitare. Io godo nel vederlo confuso.

«Bel look» mi dice all’orecchio.

«Hai visto? Questi vestiti li ho trovati nell’armadio. Molto belli» dico sorridendo e baciandolo sulla guancia.

La macchina, un Audi A3 sfreccia per le strade della città. La meta è a me sconosciuta ma so che non devo fare domande. Potrei anche farle ma non otterrei mai la risposta, quindi a che vale farle? Vedo la gente passeggiare per le strade di sera. Coppiette che si baciano sotto un albero. Come sono fortunate, non come me che devo fare il sottomesso di Nicola. L’idea non mi repelle ma non mi soddisfa fino in fondo. Ma fa parte del mio dolore e devo accettarlo.

La macchina gira a sinistra e inchioda. Vengo scaraventato in avanti e ritorno indietro sbattendo sul sedile. Le cinture di sicurezza reggono almeno. Apro la porta e scendo vedendo dove mi ha portato Nicola per festeggiare. Mi guardo attorno e vedo molti ragazzi e ragazze con dei drink in mano. Una discoteca di sicuro.

Lui scende e si avvicina a me. «Siamo ad una discoteca etero, quindi stai buono» dice calmo e fermo.

«Io faccio sempre il bravo ragazzo» dico mordendomi il labbro. Lui si volta dall’altra parte e si avvicina all’entrata del locale. Vedo una lunga fila davanti alla porta e non ho voglia di farla, anche perché ho già freddo. Non mi sono vestito per niente pesante, errore mio. Anche Nicola è vestito leggero. Non so perché. Beh lui non sente il freddo ma io si.

Si avvicina alla porta e il buttafuori la apre. Oh caspita che amicizie. Mi avvicino anche io e mi lascia passare. Dentro il locale è poco illuminato e la musica pompa dalle casse forte e bella. Musica molto pop con i grandi successi odierni. Sento tutti i miei artisti preferiti. Nicola va al bancone e ordina i drink. Torna da me con due drink in mano.

Me ne da uno e io bevo velocemente. Ho voglia di divertirmi senza sprecare questa bella serata in mio onore. Svuoto il bicchiere e lo appoggio su un tavolo vicino a me e vado nella pista a ballare. Nicola rimane sorpreso del gesto. Mi avvicino ad un gruppo di ragazze ed inizio a flirtare con loro.

Voglio vedere fino a che punto Nicola riesce a resistere. Lui mi guarda da lontano mentre due ragazze si strusciano su di me. Vedo che si mette una mano nei capelli e li scompiglia. Smetto di ballare e lo guardo. In questo momento è troppo sexy per ballare con delle ragazze. Lui se ne accorge e sorride. Si fa vicino e mi prende per mano per ballare. La mano me la lascia subito per non destare sospetti. Si muove energicamente al ritmo della musica. Decido di imitarlo e sento sempre che la maglia che indosso non vuole stare giù mettendo in bella mostra l’esastico dei boxer. Lui continua a guardarlo quando la maglia si alza e io sorrido. Questa volta non è colpa mia, ma del look.

***

Balliamo e ci divertiamo come dei buoni amici. Una amicizia con lui non è da escludere. Mi fa sentire bene infondo. I suoi occhi sono sempre sul mio corpo e i miei sono sul suo. Ci eccitiamo a vicenda. Dopo un’ora va a prendere dei drink molto forti che bevo quasi d’un fiato. Voglio proprio godermi la serata. Mi ributto in pista e ballo barcollando ogni tanto. Arriva anche il terzo drink e spero sia l’ultimo.

La testa inizia a girare ma non posso smettere di ballare sulle note pop dei miei artisti. Ballo e ballo ancora sentendomi anche ridicolo. Nicola balla vicino a me ma non troppo. Mi avvicino ad una colonna dopo averla individuata e vi appoggio la schiena. Continuo a ballare e sento ancora suoi occhi sul mio corpo. Pian piano faccio scorrere la maglietta verso l’alto e infine la tolgo. Lui alza gli occhi al cielo. In questo momento vorrebbe fare l’amore con me ma non può farlo dato che è un luogo pubblico e pieno di etero.

Lascio cadere la maglia sul pavimento e lui si abbassa subito a raccoglierla. Rido sonoramente e intanto mi eccito vedendolo tra le mie gambe. Gli metto una mano tra i capelli e li tiro dolcemente. Lui si alza subito e si guarda intorno. Nessuno se né accorto e tira un respiro di sollievo. Io continuo a ballare contro quella colonna. Penso che sia un ragazzo quindi faccio in modo che il mio ballo risulti il più sensuale possibile.

Nicola si blocca letteralmente e non fa altro che guardarmi. Non balla più. È completante perso sui miei muscoli che si muovono davanti ai suoi occhi. Devo ammettere che fare eccitare questo ragazzo è proprio facile. Mi volto mostrandogli la schiena e inizio a simulare un rapporto con la colonna. Lui si avvicina e mi strattona allontanandomi dalla colonna.

«Ma che stai facendo?» mi urla.

«Mi sto divertendo» dico ridendo.

Non sembra averla presa bene ma non mi importa. Ritorno in pista e ballo senza maglietta davanti a tutti. Altre ragazze si fanno vicino e io ballo con loro. Mi piace ballare con loro. Si vede lontano un miglio che ci stanno provando con me. Non fanno altro che mettermi le mano sull’addome e palparmi il culo messo in evidenza dai pantaloni aderenti.

Nicola è furioso. Lo vedo che fa a brandelli la mia maglietta, anche se poi è la sua. Io rido e mi chino verso una ragazza per baciarla. Lui si fa largo e mi porta fuori dal locale tirandomi delle sberle sulla testa.

«Ma che cazzo stai facendo? Delle ragazze?»

«Tranquillo non volevo baciarla, ma tu hai fatto a brandelli la mia maglietta» dico mostrandogli ancora i pezzi tra le sue mani.

Non dice nulla e ci avviamo verso la macchina. L’Audi parte sfrecciando fino alla casa di Nicola. Scendiamo e io vado in camera mia senza maglietta. Non faccio in tempo a chiudere la porta che me lo ritrovo sullo stipite.

«Vuoi fare sesso?» chiedo sapendo che ne ha bisogno.

«Non adesso» dice confuso. «Perché hai flirtato con loro?» mi chiede.

«Volevo solo vedere la tua reazione» dico senza guardarlo. In fondo era vero. Era solo curiosità.

Lui si volta e chiude la porta dietro di sé una volta uscito. Non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere da lui. Dove è finita la sua perversione? Cerco di pensare alla serata, ai suoi sguardi intensi e una lampadina si accende.

Non avevo mai preso in considerazione l’idea dato che lui mi ha picchiato una volta ma non posso tralasciare quello che è accaduto questa sera. Lui mi ha guardato con eccitazione ed è venuto a prendermi quando ho flirtato con delle ragazze. Lui mi ama. Lui prova qualcosa per me. Non sono solo il suo sottomesso. Lui crede davvero che facendo tutto questo io mi innamori di lui dimenticando Tommaso.

Bellissima mossa ma io non provo questi sentimenti forti per lui. Non mi è indifferente, anzi voglio stare con lui ma non è puro amore. Io non voglio passare una vita con lui. Una storiella per divertirsi è accettabile ma non di più. Io non starò nella sua casa come suo fidanzato o non so che altro. Io non voglio questo.

È sexy e l’ho sempre detto, voglio fare l’amore con lui ma non voglio passare tutto il tempo con lui. Questo non fa parte dei miei piani. Prima o poi la mia punizione deve finire.

Mi avvicino al letto e mi ci butto sopra. La sola cosa che voglio fare è dormire e far sì che la mia vita vada avanti. Tutto questo deve andare avanti. Cosa fa un ragazzo normale alla mia età? Beh cerca lavoro. Ecco cosa voglio fare. Voglio cercare lavoro. Mi alzo in piedi e corro verso la porta. La apro e mi trovo nel corridoio. Arrivo alla porta di Nicola e busso prima di aprire. Lo trovo sul letto mezzo nudo con le mani nei pantaloni. Sorpasso la scena e mi faccio vicino a lui.

«Voglio cercare lavoro.»

Lui mi guarda male. Vedo un lampo nei suoi occhi.

«Scordatelo!» dice serio. Non capisco il perché di tanta arroganza.

«Beh almeno dammi un motivo» dico in tono fermo.

Lui sbuffa e si toglie la mano dai pantaloni. Mi guarda e sorride. Lo metto di buon umore.

«Non voglio che girovaghi troppo in giro. Infine non ti serve un lavoro quando puoi contare su di me» dice seriamente. Questo ragazzo vuole avere il controllo su tutto.

«Non so se lo sai ma molti ragazzi della mia età cercano lavoro e vorrei farlo anche io. Quando stavo con…» ma vengo interrotto.

«Non voglio sapere nulla della tua vita passata. Quello è il passato, ora le cose sono cambiate e non ti devi preoccupare. Niente lavoro per te.»

«Potrei essere utile, voglio essere utile» dico facendogli capire che non mollerò la presa. Non voglio assolutamente fare il mantenuto di Nicola. Non voglio essere un sottomesso a tal punto.

«Mi stai stufando. Mi stavo facendo una sega e tu me l’hai rovinata. Domani mattina le prendi e lunedì andrai al lavoro con mio padre. Ho visto dove hai studiato, letteratura. Beh direi che controllare degli scritti dovrebbe essere interessante» dice sbuffando e facendomi il segno di uscire dalla sua stanza.

Mi avvicino a lui e gli dò un bacino sulla guancia. Serve solo a tenerlo buono. Dopo il bacio esco dalla stanza e ritorno nella mia. Mi butto sul letto e mi addormento contento. Voglio cimentarmi con questo lavoro. Serve ad avere delle distrazioni. Non è il vero senso del lavoro che mi ha spinto a fare quella richiesta ma il fatto di tenere la mia mente occupata. Ultimamente Tommaso sta facendo breccia. La mia vita deve andare avanti.

***

È arrivato lunedì e non posso che essere contento. Mi sveglio presto e mi faccio una doccia veloce prima di scendere al piano inferiore per la colazione. Nicola dorme ovviamente. Mi siedo su uno sgabello e ordino la mia colazione. Mi sento un agente di borsa ma non me ne pento. Mentre sto mangiando i miei cereali entra Michele. Mi saluta cordialmente.

«Buongiorno Michele» dico educato. Voglio fare una buona figura con il capo. Si Michele sarà proprio il mio capo.

«Sono orgoglioso della tua scelta e i voti che hai preso alle superiori ti permetteranno di andare avanti facilmente.»

Lui è sempre così gentile anche se un pò intimidatorio, ma mai quanto il figlio. Si sposta per la stanza e beve un caffè. Io dopo aver finito sono in camera e mi sistemo. Scendo nuovamente e trovo Michele nell’atrio ad aspettarmi. Saliamo in macchina, diversa da quella di Nicola, ma bellissima. Un Audi anche questa. Non vorrei dire ma questa famiglia è fissata con questa marca. La macchina parte e ci dirigiamo al lavoro.

Sono passate tre ore da quanto ho timbrato ufficialmente il carrellino e sono già all’opera. Mi hanno spiegato molto bene il mio lavoro e in cosa consiste. In poche parole devo occuparmi dell’editing dei libri. Mi sembra fantastico. Correggere degli errori, mettere la giusta punteggiatura e controllare i punti vuoti. Adoro il mio lavoro.

Sono già sotto a correggere un libro molto bello. Mi piace la scrittura di questa persona. Il tempo passa e neanche me ne rendo conto. Dopo cinque capitoli mi dicono che è ora della pausa pranzo. Io non vedevo Michele da un po’. Lui era nel suo ufficio e io ero con i membri dell’editing.

Ci ritroviamo nella mensa e lui mi saluta.

«Come sta andando il lavoro?» chiede cortese.

«Oh molto bene Michele. Sono alle prese con uno scrittore fantastico. È una storia thriller ma molto ben organizzata. C’è un cosa che non mi torna di quel racconto. Le virgole, non le sa proprio usare» dico ridendo. Michele mi mette di buon umore e questa cosa è bella.

«Ma tanto ci sei tu che correggi tutto quanto» dice gentile.

Faccio cenno di si con la testa e mangiamo un piatto di pasta. Ritorno al lavoro e continuo con altri capitoli. Sono così eccitato a questa idea del lavoro. Mi sta piacendo tantissimo. Il primo giorno giunge al temine e io vado nell’ufficio di Michele per farmi portare a casa. Lui spegne il computer e ci avviamo alla macchina.

Una volta a casa vedo Nicola venirmi incontro e mi abbraccia. Non ci vediamo dalla sera precedente, non da cent’anni. Lo abbraccio e lui ride. Non si aspetta tutto questo calore da me, forse.

Mi fa accomodare in casa ed andiamo a mangiare. Dopo la cena mi porta in camera sua dicendo che ha una sorpresa per me. Vedo una confezione sulla sua scrivania e mi avvicino. Scarto la carta e vedo la scatola di un iPhone. Wow! È proprio bello. Il mio cellulare è stato confiscato da Nicola dopo che gli avevo detto che volevo lavorare. Prendo l’iPhone dalla scatola e lo accendo. Dentro ci sono già i dati pre-impostati da Nicola. La prima cosa che faccio è controllare la rubrica. Ci sono i contatti dei miei genitori e qualche parente, ma niente Tommaso e niente Federico. Mi ucciderà!

Lo guardo storto ma i suoi occhi sono azzurri ghiaccio. Mi squadra con uno sguardo poco simpatico. Capisco che non posso ribattere. Lo abbraccio e lo ringrazio per il regalo.

«Grazie, grazie!»

«Per festeggiare il tuo lavoro» dice tranquillo. «Così potremmo parlare» aggiunge.

Io vorrei dire qualcosa ma non apro bocca. In realtà non è parlare, ma per controllare me. Odio quando fa così ma devo stare al gioco. Lo avevo promesso a me stesso. Sorrido e guardo tutte le applicazioni che mi ha installato. Nessun social e molti giochi. Beh dai c’era da aspettarselo.

«Sono così contento che ti piaccia» dice Nicola.

«Lo sai che possiamo fare anche tante foto con questo» dico in tono scherzoso. Lui sorride e me lo prende di mano.

Apre la fotocamera e inizia a fare foto a caso. Io lo inseguo per la stanza fino ad avvinghiarmi sul suo corpo per prendere l’iPhone che mi appartiene. Lui alla fine lo molla e mi butta sul letto. Mi guarda con i suoi occhi che sembrano un oceano aperto.

«Sei davvero bello» mi dice salendo sul letto. Non so cosa voglia farmi ma farò sesso con lui, me lo sento.

Una sua mano mi accarezza la guancia e il collo. Mi toglie la felpa che indosso e anche la maglietta. Mi trastulla i capezzoli. Lui è sopra di me con il suo sorriso eccitante. Io mi lascio andare sul letto, mi rilasso e metto le braccia sopra la mia testa. Lui mi toglie i pantaloni facendomi rimanere in boxer. Lui è ancora vestito ma alzandosi dal letto si spoglia completamente. Io lo guardo mordendomi il labbro. È super sexy.

«Corde?» Chiede calmo.

«No, solo noi» dico sorridendo.

Lui si avvicina e sale sul mio corpo. Sento la sua erezione contro le mie gambe. Mi bacia il collo mordendo la pelle. Sa che mi eccita infatti stringo con forza le lenzuola sotto di me. Va ai capezzoli e li morde. Io urlo dal dolore ma mi piace la sensazione.

«Non urlare, mi ecciti» dice lui.

È un sadico perverso nato. Cerco di non fare rumore ma non riesco quando arriva alle mie mutande e le strappa per togliere. Mi prende il membro in mano e lo tira facendomi contorcere. Gemo sotto il suo tocco forte ed eccitante. Si alza da me e se ne va completamente nudo.

Rimango nella stanza da solo e mi metto a sedere. Dove cazzo è andato quel pazzo? Non poteva mettersi dei pantaloni? È uscito tutto nudo. Spero solo che i suoi non lo vedano. Ritorna con una candela rossa in mano. Nicola ha perso la testa. Si avvicina a me e mi bacia. Un bacio potente. La sua lingua fa breccia nella mia bocca e si muove come una disperata. Non sono abituato a baci così violenti.
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