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Giocando a Calcio - 15


di Marcus95
08.06.2022    |    9.554    |    9 8.5
"Luigi fece finta di convincersi della risposta e riportò la testa sulla braccia che aveva dietro..."
Capitolo 15: Il Coach della Squadra



Andrea e Giorgio giravano tranquillamente in mutande per casa. Oramai quell’imbarazzo era finito, non esisteva più. Andrea era molto contento di ciò perché poteva essere libero di girare in boxer 24 ore al giorno, cosa che prima limitava solo alle ore serali. Giorgio si sentiva sollevato anche lui in quanto poteva essere aperto con suo padre. Nessun imbarazzo e nessun presentimento di ogni genere. Vivevano le loro vite con più serenità. Gli allenamenti di calcio andavano avanti e Giorgio era sempre più bravo e sempre più disinvolto a casa. Non se lo spiegava neanche lui ma era molto contento di ciò. Era libero con suo padre che ammirava e stimava moltissimo. Alcune volte passavano l’intera serata sul divano a guardare la tv e a toccarsi il pacco fino a quando non diventavano barzotti e allora si ritravano ognuno nella propria camera e si auguravano una buona sega.

Andrea aveva smesso di essere silenzioso quando si faceva una sega in camera e a volte Giorgio poteva sentire o il letto che si muoveva oppure i suoi versi si eccitazione, soprattuto quando sborrava. Anche Giorgio aveva iniziato a essere più “rumoroso” quando si masturbava. Ovviamente entrambi venivano nelle rispettive mutande.

Era diventata una abitudine al mattino cercare i boxer dell’altro nella cesta dei panni da lavare per vedere la quantità di sborra dell’altro. Ma solo da un po’ di giorni questa cosa era cambiata. Al mattino ognuno di loro portava i propri boxer in cucina e li poggiava sul tavolo in modo tale che l’altro potesse esaminarli e decretare chi avesse fatto più sborra la sera precedente. Andrea vinceva sempre, giustamente era un uomo mentre Giorgio era solo un ragazzo. Andrea mostrava i suoi boxer sempre con orgoglio sapendo che avrebbe vinto. Anche Giorgio era orgoglioso anche se non vinceva mai. Questo però lo spronava a darsi da fare alla sera e sborrare tutto il suo sperma caldo dentro alle mutande. Era una gara che piaceva molto ad entrambi. Si stava formando un legame davvero interessante.

***

Un giorno dopo gli allenamenti di calcio Giorgio vide Luigi andare verso la porta dell’ufficio di Matteo e Alberto lo avvisò di non aspettarlo per la doccia. In quel momento Giorgio voleva sapere cosa accadeva in quel piccolo stanzino.

Luigi chiuse la porta dietro di sé. Aveva ancora addosso tutta la divisa. Marco aveva anche lui la divisa ed era seduto alla sua scrivania che stava scrivendo delle cose in una cartellina. Solitamente scriveva i punti di forza di ogni giocatore e i punti dove bisognava migliorare, sia singolarmente che come squadra.

«Allora coach, ho giocato bene?» Chiese Luigi beffardo.

Matteo alzò lo sguardo e vide Luigi davanti a lui in tutto il suo splendore. Non lo chiamava mai “coach” ma sempre “Teo”. Quel giorno però aveva usato un altro nome.

«Sempre molto bene. Te da quanto non ti fai una sega?» Chiese di getto Matteo.

Luigi era abituato a domande del genere da parte di Matteo

«Da questa mattina. Troppe ore senza sega» disse tranquillo.

«Hai le palle grosse immagino» chiese Matteo finendo di compilare gli ultimi fogli.

«Non lo so. Dimmelo tu» disse Luigi incrociando e braccia davanti al corpo.

Matteo smise di scrivere e fece cadere la penna sui fogli e si alzò di scatto. Piano piano si fece davanti a Luigi e allungando la mano tastò il pacco da sopra i pantaloncini. Sentiva le palle belle sode all’interno delle mutande. Matteo continuava a toccare le palle di Luigi che godeva di quel tocco e divaricò appena appena le gambe per permettere a Matteo di toccarlo meglio. Matteo si accorse di ciò ma voleva sentire le palle di Luigi meglio. Tolse la mano.

«Belle piene direi» disse Matteo orgoglioso. «Non so se ti permettono di giocare però. Come coach della squadra dovrei dare un occhiata».

«Te sei il coach» fu l’unica replica di Luigi che non vedeva l’ora di mettersi nudo.

«Sì sono io il coach. Quindi mettiti in mutande che controlliamo il tuo fisico».

«In mutande? Non nudo?» Chiese tristemente Luigi.

«No pazzo, perché dovresti stare nudo?» Disse Matteo cercando di non ridere.

Luigi tolse le scarpe da gioco e le buttò da una parte. Si tolse la maglietta rimanendo col torso scoperto. I suoi capezzoli erano rosei e molto belli. Non grossi e non piccoli. Si tolse i parastinchi ma lasciò su i calzettoni. Infine, si tolse i pantaloncini. Rimasto con solo mutande e calzettoni si sdraiò sul lettino.

«Hai dimenticato i calzettoni Luigi» disse Matteo facendo vicino a lui.

Il lettino era sul lato destro dell’ufficio, appoggiato al muro. Si vedeva appena si entrava.

«Mi sono dimenticato. Toglili te» disse Luigi sapendo che non si era dimenticato affatto dei calzettoni.

Matteo si mise ai piedi del lettino e appoggiò il suo pacco contro la pianta del piede di Luigi ancora dentro al calzettone. Luigi sentì il pacco di Matteo contro il suo piede e lo mosse a destra e sinistra. Matteo fece un piccolo ghigno. Con molta calma Matteo sfilò entrambi i calzettoni a Luigi e li depose da parte con cura. Si mise sul fianco del lettino e guardò il corpo bellissimo di Luigi. Era una favola da lì. Iniziò a sentire tutti i muscoli partendo dalle spalle e scendendo sentendo gli addominali, la schiena, la colonna, il basso ventre e poi le gambe, i polpacci e i piedi. Tutto era ovviamente perfetto. Luigi era un grande atleta.

«Visto che sei qui perché sembra che tu abbia un problema ai testicoli, devo chiederti di vederli» disse Matteo cercando di non ridere alla loro messa in scena. «Però dato che hai gli slip, posso tirare fuori i tuoi testicoli dal lato senza esporre anche il pene oppure…»

«Togliere tutto va benissimo» disse Luigi impaziente.

«Che maiale che sei» disse Matteo uscendo per un secondo dal personaggio.

Matteo aiutò Luigi a sfilare gli slip della Puma e il cazzo di Luigi spuntò in tutta la sua bellezza. Era già barzotto.

«Più che maiale sei un cavallo» disse Matteo guardando il cazzo di Luigi sul ventre che cresceva. Luigi non ci pensò neanche un secondo a coprire il cazzo che stava crescendo, anzi, mise pure le braccia dietro alla testa ed espose i suoi peli sotto le ascelle tutti sudati. Non erano tanti ma a Matteo non passarono inosservati.

«Cazzo diventi sempre più bello ogni giorno che passa. Magari fossi stato anche io così alla tua età» disse Matteo ammirando il bellissimo corpo di Luigi sul lettino.

La mano di Matteo toccò le palle di Luigi prendendole entrambe in mano. Matteo era contento di tenere in mano le palle di Luigi, erano davvero belle. Grandi e pelose il giusto. Stavano anche bene sotto il cazzo enorme di Luigi. Ne prese una e la toccò con più forza. Sentiva quanto era soda e soprattuto sentiva il pelo sullo scroto. Il cazzo di Luigi saltava per l’eccitazione. Luigi adorava davvero tanto farsi toccare le palle. Matteo guardava il cazzo di Luigi saltare. Oramai aveva raggiunto il punto massimo della erezione: 17 centimetri. Era un bel cavallone per la sua età.

Matteo prese in mano anche l’latra palla ed eseguì lo stesso trattamento. La esplorò con tutta calma. Era super contento di poter fare quel massaggio a Luigi. C’era molta alchimia tra di loro e solo quello gli permetteva di poterlo fare. La cappella di Luigi si bagnò di precum e Matteo se ne accorse quando il cazzo di Luigi saltò e lasciò dietro una scia di un liquido trasparente. Lasciò andare le palle di Luigi e prima di parlare passò la mano lungo tutta l’asta del cazzo di Luigi che non fece nessun movimento.

«Le palle sono a posto ma devo dire che sono molto dure. Forse devono essere svuotate maggiormente» disse Matteo recitando.

«Davvero coach? Cavoli, questo è un bel problema. Come si può fare per rimediare?» Chiese Luigi recitando.

«Un metodo ci sarebbe. È una cosa che fanno solo i giocatori di calcio come te e me» proseguì Matteo.

«Qualsiasi cosa pur di risolvere questa situazione» disse Luigi.

«Però mi raccomando. È una cosa che può fare solo il tuo coach, non puoi farlo a casa da solo perché è una pratica molto complessa e serve la supervisione di un coach esperto».

«Ne sono sicuro» disse Luigi ammiccando.

«Molto bravo. Adesso apri un po’ di più le gambe e rilassati» disse Matteo lasciando andare il corpo di Luigi.

Luigi divaricò le gambe ancora di più e le sue palle caddero all’interno. Matteo andò a raccogliere due cose e le depose sul lettino vicino a Luigi che non doveva vedere quello che aveva raccolto Matteo per capire che cosa fossero. Erano due oggetti li conosceva assai bene. Li aveva già provati diverse volte con Matteo. Il cazzo di Luigi fu avvolto dalla mano di Matteo che lo prese saldamente. Anche se il prepuzio copriva solo metà della cappella, Matteo lo fece scorrere verso il basso esponendo tutta la cappella di Luigi. Con un dito Matteo toccò il precum.

«Scusa coach, mi è uscita qualche gocciolina. A volte lo fa» disse Luigi rimanendo nella parte.

«Tranquillo. Anzi, meglio, così scorre più facilmente» disse Matteo tenendo saldo il cazzo di Luigi.

Una cosa avvolgente e calda avvolse il cazzo di Luigi. Era molto morbida. Luigi, pur sapendo di cosa si trattasse, guardò verso il basso per vedere il suo cazzo in erezione e pieno di precum dentro al suo calzettone rosso della divisa che aveva appena usato durante gli allenamenti. Tutti i suoi 17 centimetri erano scomparsi dentro al calzettone, solo i peli del pube e le palle erano rimasti fuori.

«Ma coach, questo è il mio calzettone di gioco» disse Luigi recitando e sembrano perplesso.

«Certo Luigi che lo è. Vedi come copre bene il tuo cazzone? Così sta al caldo» spiegò Matteo.

Luigi fece finta di convincersi della risposta e riportò la testa sulla braccia che aveva dietro. Matteo prese l’ultima cosa che gli serviva per completare la procedura.

«Ecco ora l’ultimo dettaglio ma anche il più importante» disse Matteo anche un po’ troppo eccitato per recitare una parte.

Matteo prese la scarpa nera di Luigi che aveva appoggiato sul lettino e la infilò sopra il suo cazzone che era già coperto dal calzettone rosso della squadra.

Luigi guardò verso il basso e vide la sua erezione racchiusa non solo dentro al calzettone ma anche alle sue scarpe da gioco. Era davvero eccitante per lui quella cosa. Gli piaceva molto farla con Matteo.

«Vedi, così ora è tutto bene dentro» disse Matteo muovendo la scarpa a destra e a sinistra per due secondi.

«Sì certo coach ma ho le palle ancora fuori» disse Luigi.

«A quelle ci penso io con le mani. Questa posizione serve molto anche per il pisellone» disse Matteo ammiccando.

«Va bene coach. Fammi vedere come funziona» disse Luigi preparandosi. Era super eccitato.

«Certamente» disse Matteo. «Questa tecnica di chiama “il Pacco del Calciatore”» aggiunse iniziando a muovere la scarpa su e già e afferrando i coglioni di Luigi.
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