Gay & Bisex

PRIDE - 4


di Marcus95
28.06.2023    |    8.232    |    20 9.5
"«Ti è piaciuto?» Chiede una volta che ci siamo ripuliti il pisello..."
Capitolo 4: Palestra



L’esperienza del cruising mi ha aperto davvero la mente e anche altro ma temo e credo che non sia proprio il mio di mondo. Preferisco, qualcosa che stia nel mezzo tra l’Inferno e il Paradiso. Una specie di Limbo dove ci si diverte ma non troppo, una cosa più pacata dove posso andare col mio ritmo. Ed è per questo motivo che mi sono iscritto in palestra. Devo migliorare il mio corpo, sono troppo mingherlino per i miei gusti. Vorrei mettere su qualche muscolo ed essere attraente e non il classico twink che tutti immaginano.

Con la mia volontà di andare in palestra sarei durato solo una sera ma con l’aiuto di un personal trainer sono sicuro che durerò un po’ di più. Ho appuntamento con lui proprio oggi verso sera. Non mi piacciono i classici circoli così ho scelto una palestra diversa dalle solite, meno in vista.

Il locale non è male e dentro è colorato. Il personale dietro al banco mi accoglie e mi prepara il badge e mi fa andare negli spogliatoi a cambiarmi. Sono deserti e faccio veloce. In sala c’è già il mio personal trainer che mi sta aspettano e con grande sorpresa questa persona la conosco.

«Non ci posso credere! Teo!» Dice il ragazzo che chiama il suo pisello “Bazooka”.

«Dylan, sono sorpreso quanto te. Mio fratello non mi aveva detto che tu lavori qui» dico con un sorriso.

«I grandi misteri di Artur» scherza lui.

Iniziamo a parlare di quello che voglio fare e degli esercizi. Mi piace il fatto che prendiamo il programma con calma. L’allenamento va davvero bene. Dylan è molto paziente e mi spiega le cose in modo curato e professionale. Mi piace molto come si comporta.

«Ora fila a lavarti» dice con una pacca amichevole sul sedere.

Io sorrido e prendo le mie cose prima di dirigermi verso gli spogliatoi.

«Ricorda questo. Lascia le mutande in vista. Non metterle via. Capirai» dice lui tranquillo.

Capirai? Io non ho capito proprio un bel niente, anzi sono molto confuso e non ho nemmeno capito cosa volesse dire. Mi dirigo verso gli spogliatoi e prendo il mio borsone dall’armadietto e lo metto sulla panca. Tiro fuori tutto l’occorrente per lavarmi e mi spoglio. Non c’è molta gente ma sento che qualcuno è nelle docce dato che c’è l’acqua che scorre. Tengo su le mutande e mi metto in vita l’asciugamano.

Cammino verso le docce e ne scelgo una verso il fondo. Hanno dei piccoli divisori tra di loro ma nessuna porta quindi quelli difronte vedono tutto. Mi metto nella doccia libera, tolgo i boxer di Clavin Klein grigi e li appendo fuori con l’asciugamano ed entro in doccia.

«Devi lasciarle in spogliatoio le mutande» dice una voce alle mie spalle.

Mi volto e vedendo la scena mi rivolto ancora. Un uomo sulla trentina è nudo nella doccia col pisello in erezione in mano. La voce è molto profonda. Ha i capelli scuri e dei pettorali pronunciati, non come il militare tuttavia. Inoltre ha anche dei peli sul petto fino al pube dove ha una foresta di peli neri prima del suo uccello largo e lungo. La cappella è rosa ma alla base ha un prepuzio molto spesso.

«Scusa non volevo guardare» dico imbarazzato.

«Di cosa ti scusi? Siamo tra uomini dopo un duro allenamento in palestra, è normale segarsi. Poi cazzo ce ne frega siamo tra maschi. Quello che ho io in mezzo alle gambe lo hai anche tu. Forse non così grosso o peloso ma lo hai» dice il ragazzone dalla voce profonda. «Sù, non fare la femminuccia e voltati».

Io mi giro dopo aver ricevuto l’ordine e vedo il suo sguardo su di me. Vedo che mi sta squadrando da testa a piedi. Ma non con fare lussurioso ma solo come curiosità. Il mio corpo non è sicuramente come il suo. Molto più snello e meno peloso del suo, anche a livello del pube.

«Non sei male ragazzo. Hai iniziato da poco vero?» Chiede cauto.

Rispondo di sì mentre lui mi squadra ancora.

«Anche a cazzo non sei messo male. Non so come sia da duro ma spero tu possa arrivare a questa mazza grossa» dice stringendosi il pene. «22 centimetri. Apro le gambe alle donne per non farle camminare per una settimana».

Guardo il suo cazzo venoso che punta verso l’alto con quella cappella così grossa e così rosa. Vorrei tanto toccarlo ma mi ricordo che lui è etero. Scambiamo altre chiacchiere. Si chiama Dario e ha 33 anni. Un bono da paura. Mentre parliamo la sua mano non molla mai il suo uccello in erezione. Solo dopo qualche minuto mi chiede se può finire di segarsi. Attorno a noi non c’è nessuno. Gli dò il via libera mentre io mi insapono e mi lavo. Sento i suoi gemiti come sottofondo. Ho smesso di guardarlo per lasciargli un po’ di “privacy” anche se con quelle docce non c’è molta privacy.

Sento il rumore del suo cazzo che sbatte tra le sue mani, delle sue palle e anche dei suoi versi gutturali che emette quando si strofina la cappella. Poco dopo viene sul muro della doccia.

«Per marcare il territorio» dice guardandomi. «Lo dovrai fare anche tu in quella doccia».

Io sorrido e chiudo l’acqua. Prendo l’asciugamano e me lo avvolgo in vita. Anche Dario ha finito di lavarsi. Sto per prendere le mie mutande quando la mano di Dario mi precede e prende i miei boxer. Se li gira e rigira tra le sue mani. Guarda l’esterno e poi l’interno. Davanti e dietro. Espone la parte dove si mette il pisello e se la porta vicino al naso inspirando sonoramente. Lo fa non solo una volta ma per ben quattro volte.

«Sarai anche un ragazzino ma le palle ti sudano già come un uomo» dice con un ghigno.

Io sono imbarazzato e con una erezione sotto l’asciugamano. Ci dirigiamo verso lo spogliatoio e vedo che il suo borsone è sulla panca con sopra i suoi slip neri della Diesel. Io mi metto davanti a lui.

«Vedi» dice indicando gli slip. «Le mutande si lasciano qui vicino alle tue cose così chiunque passa di qui può tirare un bel sospiro della tua mascolinità. Io le metto sempre a fianco del borsone ma ogni volta le ritrovo sopra. Tieni».

Dario mi lancia le sue mutande appallottolate che prendo al volo essendo vicino. Con un po’ di imbarazzo le porto verso il naso e sento solo un odore di sudore.

«Che pivello. Aprile come ho fatto con le tue».

Io le apro ed espongo la parte dove si mette il pisello. Le riporto verso la faccia e ora capisco il motivo. WOW ma che buon odore. Non sa più solo di sudore ma anche di palle, di pisello di uomo con un retrogusto di urina. Le annuso per diverse volte. L’odore delle sue palle è molto diverso dal mio, il suo sa davvero di uomo. Sicuramente i peli aiuteranno ad avere un odore così buono.

«Capito perché ci si annusa le mutande tra uomini? Tra cinque anni probabilmente anche le tue avranno questo odore se ti fai crescere il pelo pubico» dice soddisfatto prendendosi le sue mutande.

«Lo spero» trovo il coraggio di dire.

Anche Dario lo vedo sorpreso da quella mia affermazione. Però l’ho detta sinceramente. I suoi slip sono così maschili e così sexy. Quando poi li ho annusati erano ancora un po’ caldi. Bellissimo.

Purtroppo ci vestiamo e ci salutiamo. Dylan mi saluta con la mano e io torno a casa sperando di vederlo al prossimo allenamento ma Dario non si presenta per un bel po’.

In sua assenza però quando vado a fare la doccia lascio le mutande, sempre boxer, vicino al borsone come è solito fare lui e puntualmente li ritrovo sempre sopra. A volte prima di entrare in doccia sento che alcuni la stanno già facendo e hanno lasciato le loro mutande in spogliatoio. Così mi avvicino e le prendo in mano e le annuso. Sono buonissime. Hanno tutti odori diversi. Alcune sanno più di palle, altre più di cazzo e altre ancora di sudore.

Una sera vedo dei boxer neri di Armani che sono vicino al mio posto dove mi metto sempre. Appoggio il borsone e prendo in mano quei boxer. Li guardo bene e quando espongo l’interno vedo delle macchie bianche, alcune anche fresche. Questo ragazzo ha sporcato di precum le proprie mutande durante l’allenamento. Le guardo da vicino queste macchie e poi le annuso. Oltre al tanfo di palle sudate sento quell’odore di sborra che mi fa impazzire. Sa di vero uomo. Penso siano di Dario ma lui usa solo slip mi aveva confessato. Le annuso nuovamente. Non posso farne a meno. Sono buonissime. Con la lingua lecco quelle macchioline di sborra e sanno di cazzo sudato. Troppo bello questo spogliatoio. Le rimetto a posto e vado a fare la doccia. Mentre sto entrando in doccia vedo un uomo sulla quarantina che esce completamente nudo. Ecco a chi appartenevano quelle mutande. Mentre mi passa vicino mi fa l’occhiolino sapendo che io avevo annusato le sue mutande e sapendo che lui avrebbe fatto la stessa cosa con le mie dato che le avevo lasciate in bella mostra. Infatti dopo la doccia le ritrovo in una posizione diversa da quelle in cui le avevo lasciate e in spogliatoio non era entrato nessuno.


Una sera dopo l’allenamento entro in spogliatoio e vedo che ci sono le mie mutande preferite: slip bianchi sulla panca. Metto il borsone sulla panca e prendo le mutande di questo sconosciuto. Le annuso e l’odore di palle sudate è elettrizzante. Cazzo come sono odorose e sudate queste mutande. Sono anche umide al tatto. Il loro odore ti riempie le narici. La porta si apre e la faccia di Dylan entra in spogliatoio.

«Beccato» dice ridendo e avvicinandosi.

Mollo gli slip sulla panca vicino a dove le avevo trovate ma Dylan mi ferma.

«Falle annusare anche a me» dice prendendole e inspirando più volte vicino a dove si mettono le palle.

«Cazzo come suda questo. Ha le palle che gli sudano come un toro arrapato» dice analizzando le mutande. «È anche peloso. Guarda ci sono dei peli e anche lunghi».

In effetti ci sono dei peli neri e molto lunghi all’interno dello slip. Le annusiamo ancora a turno prima di metterle giù.

«Avete finto con i miei slip maiali?» Chiede una voce che conosco bene anche se ho sentito poco.

Davide spunta dalle docce. Io sono sorpreso, non mi sono neanche accorto che quello era il suo borsone. Ma come ho fatto? Lui si avvicina e si toglie l’asciugamano. Rimasto nudo si prende le sue mutande e le mette nel borsone prima di tirare fuori quelle nuove. Purtroppo è di corsa e ci deve lasciare. Anche Dylan se ne va lasciandomi solo. Io mi tolgo i boxer e li metto sulla panca come al solito prima di andare a fare la doccia.


Dopo qualche giorno riesco a ribeccare Dario in palestra. Io faccio l’allenamento con Dylan e lui e lo fa da solo. Dopo l’allenamento e l’opportuna sudorazione andiamo negli spogliatoi. Ci spogliamo nudi. Lui mette i suoi slip bianchi sulla panca e io metto i miei boxer neri vicino al mio borsone nel caso entrasse qualcuno curioso di annusare un po’ di intimo. Ancora nudi andiamo verso le docce. Lui si mette nella “sua” e io nella “mia”.

«Mi metto sempre qui dal primo giorno» dico con un sorriso.

«Bravo, così si fa» replica. «Però non penso tu abbia fatto l’iniziazione».

So benissimo dove sta andando a parare. E io so che non ho fatto nulla di tutto questo.

«Corretto» dico a denti stretti.

«Devi rimediare» dice con un ghigno.

Mentre ha gli occhi fissi su di me la sua mano scende lungo il suo petto pieno di peluria fino ad arrivare al suo pube folto. I suoi peli sono come una foresta. Così scuri ma così belli. Dopo i suoi peli arriva al suo cazzo ancora moscio. Se lo prende in mano e se lo scappella. La sua cappella è rosa e così tenera. Anche da moscia è abbastanza grande. Sotto il pene ci sono i suoi due coglioni penzolanti e pieni di peli neri. Inizia a fare andare su e giù la mano. Il pene si indurisce man mano che si masturba.

Anche la mia mano sorpassa i miei peli pubici e arriva al cazzo. Anche il mio è moscio ma inizio a segarmi come sta facendo Dario. Sotto non ho dei coglioni così potenti come i suoi ma sono carini. Inizio a segarmi e vedo il suo sguardo sul mio pene mentre si indurisce. In pochissimo tempo siamo entrambi col cazzo duro tra le mani che ce lo seghiamo. Lo sento ansimare sempre più forte e inizio anche io ad ansimare.

«Pensa alla scopata più bella che hai fatto» mi dice tra i denti.

Io ripenso a quella avuta con il militare al Bad Dog. Ripenso al suo cazzone enorme, ai suoi muscoli. Un po’ Dario me lo ricorda. Dario si sega sempre più forte e lo sento gemere di più. Vedo che ha gli occhi chiusi quindi sta ripensando alla scopata della sua vita. Io però mi concentro sul suo cazzone in erezione e le palle sotto che si muovono a ritmo della sega. Cosa darei per prenderlo in bocca, per inginocchiarmi e sbocchinare quella cappella.

«Oh sì, dai che vengo» dice gemendo.

Io aumento il ritmo e sento che sto per venire anche io.

«Anche io sto per sborrare» dico mentre colgo il suo sguardo.

Aumento la sega e sento le palle farsi più strette segno che sto per venire in pochi secondi. Mi volto verso il muro e i fiotti di sperma escono dal mio cazzo per andare dritto sul muro a marchiare il mio territorio.

«Oh come sborro, guarda come cazzo sborro» dico gemendo.

Non mi sono accorto che Dario si è fatto vicino e sta guardando la mia sborrata contro il muro.

«Bravo ragazzo, ora questa doccia appartiene a te» dice ghignando prima di tornare alla sua doccia.

Si sega forte e vedo i fiotti di sborra uscire dalla sua cappella. I suoi coglioni si rilassano e scendono molto in basso. Vorrei toccare quei peli su quelle palle.

«Ti è piaciuto?» Chiede una volta che ci siamo ripuliti il pisello.

«Molto» è l’unica cosa che riesco a dire.

Finiamo di lavarci e torniamo in spogliatoio. Purtroppo non è passato nessuno. Guardo le nostre mutande ancora nel punto in cui le avevamo lasciate.

«Dammi le tue cazzo di mutande» dice guardando i miei boxer.

Gli dò i miei boxer e lui mi da i suoi slip. Velocemente li apre e annusa tutta la parte centrale dove solitamente metto il cazzo.

«Cazzo che buono. Sei un ragazzo ma come ti suda la minchia quando ti alleni» dice annusando le mie mutande.

Io ho i suoi slip in mano. Li apro e li annuso. Il suo odore di palle sudate è inebriante.

«Cazzo anche a te le palle sudano come un maiale» dico trovando il coraggio di usare quel linguaggio.

«Puoi ben dirlo. I peli pubici servono a qualcosa».

Continua ad annusare le mie mutande. Si vede che gli piacciono molto. Solo dopo un po’ toglie il naso dai boxer e mi rilancia le mutande. Sto per fare lo stesso ma mi ferma.

«Tieni i miei slip. Così quando vuoi sentire l’odore di un vero uomo col cazzo peloso, sai dove andare a cercare» mi dice serio.

Guardo i suoi slip in mano e li metto nel mio borsone soddisfatto. Finalmente ho collezionato gli slip di un uomo vero col cazzone peloso.

Quella sera durante la mia sega solitaria li tiro fuori dal borsone e li annuso ancora una volta. L’odore intimo degli uomini è il miglior profumo.
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