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Gay & Bisex

Giocando a Calcio - 17


di Marcus95
14.06.2022    |    10.259    |    14 9.2
"Cazzo» disse Matteo ridendo e facendo un inchino..."
Capitolo 17: I Due Amici



Andrea stava preparando la cena quando arrivò il messaggio di Matteo. Appena lo lesse scoppiò in una risata diabolica. Non si aspettava di leggere un messaggio del genere da parte di Matteo, almeno non così presto.

«Che gran figlio di puttana» disse ad alta voce Andrea in mutande in cucina.

Andrea aveva dato degli ordini precisi a Matteo ma non si aspettava che li mettesse in pratica così presto. Però era contento. Sapeva che Giorgio non avrebbe fatto quello che effettivamente aveva fatto se non gli piaceva la cosa. Così Andrea seppe che a Giorgio piacevano quel genere di cose. Ne era contento. Al solo pensiero di quello che aveva fatto suo figlio con Matteo, il suo cazzo iniziò a crescere da dentro al boxer. Guardò verso il basso e vide il cotone delle mutande tirarsi sul davanti. Con una mano si toccò il pacco gonfio e ansimò forte pensando alla scena erotica che si era perso. Il cazzone cresceva sempre di più e una goccia di precum inumidì i boxer grigi lasciando una macchia.

In quel momento gli venne in mente una idea. Andò in camera sua correndo con l’erezione nelle mutande e andò a prendere le sue scarpe da calcio nell’armadio. Ne prese solo una e la portò in soggiorno lanciandola sul pavimento. Non voleva fare quello che Giorgio aveva sperimento al campo di calcio solo perché non aveva il tempo e non voleva che Giorgio entrasse mentre lui era nel mezzo dell’azione. La lasciò lì in mezzo al salotto e decise che il resto sarebbe venuto da sé. Ritornò ai fornelli con ancora il cazzo bello in tiro nelle mutande.

Poco dopo la porta si aprì ed entrò Giorgio col borsone di calcio sulla spalla. Appena entrò il suo sguardo cadde sulla scarpa di suo padre in mezzo al salotto. Non sapeva bene cosa pensare, perché c’era solo una scarpa e non due? Magari l’altra era nascosta da qualche parte sempre in salotto. Non poteva immaginare quello che stava immaginando. Velocemente andò in bagno e si preparò per la cena mettendosi anche lui in mutande. Le sue erano nere.

In cucina Andrea non aveva più l’erezione nelle mutande ma la macchiolina di precum era ancora ben visibile sul boxer grigio. Giorgio entrò in cucina e vide suo padre bello come al solito col suo corpo muscoloso e definito. Era stato davvero fortunato lui ad avere un padre così di bell’aspetto. Quando Andrea si voltò, Giorgio potè vedere che sulla parte anteriore delle mutande di suo padre, sul lato sinistro, c’era una macchia abbastanza grossa di precum. I suoi occhi si incollarono su quella macchia.

Andrea se ne accorse e guardò verso il basso e vide anche lui la macchia di precum. Si strizzò il pacco con gli occhi del figlio che lo guardavano e poi guardò Giorgio negli occhi.

«Sai, divertimento tra uomini» disse Andrea lasciando andare tutto e andando in salotto a prendere la sua scarpa da calcio. «Ops, l’ho lasciata in giro» aggiunse con un ghigno.

«Matteo mi ha detto…» iniziò a dire Giorgio prima di fermarsi.

«Cosa dice Matteo?» incalzò il padre.

«Niente di che» replicò Giorgio lasciando andare il discorso.

«No dimmi, lo sai che a me puoi dire tutto. Sono un calciatore anche io».

«Matteo ha detto che i calciatori si divertono con la scarpa da gioco» disse Giorgio veloce per l’imbarazzo.

«Matteo ha ragione. Noi a volte ci divertiamo così» disse Andrea con un sorrisetto malizioso. «Ti ha fatto provare?»

Gli occhi di Giorgio andarono verso il basso ma Andrea gli fu vicino, tanto vicino che Giorgio potè avere una bellissima visione del pacco di suo padre e della macchia di precum sulle mutande.

«A me puoi dirlo. Tanto mi hai beccato, che male c’è nel dirlo anche tu» incalzò nuovamente Andrea sapendo già la risposta finale.

«Sì, oggi» rispose finalmente Giorgio.

«Sono fiero di te» fu l’unica cosa che riuscì a dire Andrea prima di abbracciarlo.

Il pacco di Andrea era a contatto con il petto di Giorgio e la cosa lo eccitava.

«Dimmi come è stato?» Chiese troppo curioso Andrea.

«Ma non saprei. All’inizio molto strano. Non ero abituato ad avere il pisello… scusa, il cazzo dentro alle mie calze o dentro alle scarpe ma poi quando Matteo muoveva la mano su e giù è stato bellissimo. Poi, mi toccava anche le palle… coglioni come piace a Luigi» disse Giorgio calmo.

Andrea si godette quel piccolo racconto che lo stava eccitando e doveva fare attenzione a non avere una erezione davanti al figlio.

«Anche i coglioni ti toccava? Hai avuto l’esperienza perfetta. Io prima non avevo nessuno che mi toccasse i coglioni, quindi mi sono solo scopato la scarpa e basta» disse Andrea mentendo.

Giorgio lo guardò negli occhi e Andrea capì che negli occhi del figlio c’era stima. Poter condividere le proprie esperienze era proprio quello che ci voleva per rafforzare il legame tra i due.

***

Quella sera Andrea e Matteo si erano dati appuntamento al campo da calcio per fare una partitella. C’erano anche gli atri amici. Tutti nello spogliatoio a cambiarsi prima di entrare in campo.

«Il figlio di palle da toro Andrea sta diventando grande» disse Matteo dal nulla attirando l’attenzione di tutta la squadra. Tutti scoppiarono a ridere. «A coglioni tutto suo padre» continuò Matteo.

Tutti si misero a ridere, incluso Andrea. Alcuni cori si alzarono nel spogliatoio in segno di approvazione. Andrea era super orgoglioso dei coglioni di suo figlio. Guardò tutti sorridendo.

«Ora in campo branco di segaioli col cazzo piccolo» disse Andrea ridendo ma sotto sotto c’era una verità, tutti i presenti avevano il cazzo più piccolo di quello di Andrea.

***

Finita la partitella ritornarono tutti negli spogliatoi e iniziarono a spogliarsi nudi. C’erano cazzi grossi e piccoli da tutte le parti. Quasi tutti avevano il pelo attorno al cazzo. Andrea aveva il cazzo più bello come al solito. Una volta tutti nudi si recarono verso le docce. Quando Andrea entrò nel vano docce Matteo si mise davanti.

«Lasciate spazio a Mr. Cazzo» disse Matteo ridendo e facendo un inchino. Tutti seguirono Matteo facendo l’inchino.

«Sei proprio un idiota» disse Andrea guardando prima Matteo e poi il resto della squadra.

Quando Matteo si rialzò dall’inchino si avvicinò ad Andrea e gli prese il cazzo in mano ancora moscio e lo scappellò. Guardò con intensità quella cappella prima di ricoprirla col prepuzio e lasciarlo cadere.

«Cazzo come sono invidioso di questo» disse Matteo un po’ con dispiacere.

«Dai che anche tu non sei messo male» disse Andrea allungando la mano e prendendo il cazzo di Matteo ancora moscio. Già da moscio c’era una bella differenza tra i due cazzi. Quello di Andrea non solo era più lungo ma anche più largo. Per non parlare dei coglioni sotto. Inoltre, Andrea aveva molti più peli che lo facevano sembrare ancora più uomo.

Matteo riprese in mano il cazzo moscio di Andrea e lo iniziò a segare con un movimento lento ma deciso, esattamente come piaceva ad Andrea. Anche Andrea fece lo stesso trattamento col cazzo di Matteo.

«Allora ti sei divertito a toccare il cazzo di mio figlio oggi?» Chiese Andrea con un ghigno sulla faccia.

«Certo, è dotato il ragazzo. Toccare quei coglioni è come toccare quelli del padre» disse Matteo dichiarandosi colpevole dell’accaduto.

«Non te ne penti neanche un po’ di aver toccato il cazzo di mio figlio senza il mio consenso?»

«Suvvia, sapevi che questo giorno sarebbe arrivato. Forse un po’ prima del previsto» disse Matteo ridendo un poco.

Andrea con fare deciso gli mollò il cazzo e prendendolo per le spalle lo sbatté contro la parete delle docce. Il volto di Matteo era contro il muro bianco.

«Ora vedi come mi diverto io con te. Non è quello che vuoi? Rivivere i vecchi tempi? Usare mio figlio per arrivare a me? Dimmi che mi vuoi come tanti anni fa!» Disse Andrea tenendo premuto il corpo di Matteo contro il muro.

«Sì cazzo, certo che ti voglio bastardo! Sono anni che rivoglio il tuo cazzo!» Disse Matteo contro il muro e aprendo le gambe quel tanto da farsi vedere da Andrea.

«Che troia che sei. Già apri le gambe come una puttana» disse Andrea guardando Matteo dall’alto al basso. «Dai allora datti da fare troia» disse spingendo Matteo per terra che subito si avvinghiò al cazzo di Andrea che era barzotto per l’eccitazione.

Attorno a loro tutti si godevano la scena. Tutti avevano le mani sul proprio cazzo, tutti vicini e pronti a spararsi una bella sega. Matteo era concentrato sul cazzo di Andrea. Lo teneva saldo nella mano e lo scappellava per poi ricoprire la cappellona con il prepuzio. Il cazzo di Andrea diventava sempre più grande a ogni scappellata.

«Dai fai un buon lavoro che oggi hai il pubblico come tanti anni fa. Fai sparare a questi signori una bella sega e poi vedremo se farti bere anche la loro sborra» disse Andrea preso dalla pulsione dell’eccitazione e guardandosi attorno vedendo tutti i loro amici nudi e col cazzo duro pronti a farsi una bella sega. Alcuni si toccavano i coglioni.

«Non giocare solo col mio cazzone troia, pensa anche ai miei coglioni da uomo, quelli che tu non hai e non avrai mai» disse Andrea spingendo la faccia di Matteo sui suoi coglioni pieni e sodi. L’odore che emanavano quei coglioni era impressionante. Un odore di sudore di palle e di uomo. Era come una droga aromatizzata. Matteo non si fece mai ripetere nulla, con la lingua assaggiava quei coglioni così grandi da non starci nella sua bocca. Con la lingua andava anche ai lati dei coglioni dove il sapore era ancora più forte. Una cosa mai sentita in vita sua, ne con uomini ne con donne.

Il cazzo di Andrea aveva raggiunto i suoi fantastici 23 centimetri e venne sbattuto dentro la bocca di Matteo che pompava come un disperato. Adorava la circonferenza di quel cazzone e anche la lunghezza. La cosa che più adorava era farsi riempire la gola dal precum di Andrea, un uomo vero, un uovo virile. Andrea gli teneva la testa e ficcava i suoi 23 centimetri tutti nella bocca di Matteo senza pietà. La gente attorno a loro si stava segando forte nel vedere la dedizione di Matteo nei confronti del cazzone di Andrea che a detta di tutti era il cazzo perfetto. Nessuno aveva mai visto un cazzo come il suo e tutti erano invidiosi.

«Dai troia, adesso basta che me lo sbucci troppo. Alzati» disse Andrea tirandolo su da terra e ributtandolo contro il muro.

Gli fece divaricare le gambe e con la cappella mise un po’ di precum sul buchetto di Matteo prima di entrare tutto dentro con un colpo secco.

«Figlio di puttana!» Urlò Matteo dopo aver ricevuto tutto il cazzone di Andrea in un colpo solo dentro al buco del culo.

«Oh sì cazzo urla cagna in calore. Dai che mi fai eccitare ancora di più. Dai cazzo che sborro» disse Andrea spingendo forte dentro al culo di Matteo che godeva e frignava nello stesso momento.

I colpi di Andrea erano perfetti, ritmati e belli forti. Molti uomini all’interno dello spogliatoio avevano già sborrato ma si stavano facendo una seconda sega. Non potevano perdersi una scopata come quella. Più Matteo si lamentava e più Andrea ci andava forte scopandolo e umiliandolo verbalmente.

«Dai lamentati che hai un cazzone di 23 centimetri nel culo! So che ti piace prenderlo nel culo, soprattutto il mio, vero cagna? Dai godi per me troia!» continuava a dire Andrea godendo come un matto, ansimava tantissimo.

Matteo si lamentava sempre di più e Andrea lo scopava sempre più forte. I versi di godimento dei due uomini si sentivano fin fuori dallo spogliatoio ma essendoci solo loro non se ne preoccupavano. Gli altri continuavano la loro sega.

Andrea uscì dal culo di Matteo e gli tirò un calcio dietro al ginocchio facendolo cadere per terra. In zero secondi Matteo si ritrovò 23 centimetri di cazzone di Andrea in bocca con Andrea che spingeva dentro e segandosi la base. I grossi coglioni di Andrea sbattevano forte sul mento di Matteo che godeva.

«Dai che esce la tua sborra preferita. Senti la sborra di un uomo cagna!» Disse Andrea prima di iniziare a sborrare tutta la sua calda sborra dentro alla gola di Matteo che non si aspettava tutta quella quantità di sperma. Matteo fu costretto a tirarsi indietro e a sputare gli ultimi fiotti di sborra di Andrea che tanto amava. La sborra di Andrea era davvero buona. Molto zuccherina e densa, perfetta.

«Non sai neanche tenere la sborra di un vero uomo in bocca troia!» Disse Andrea serio sputandogli in faccia. Matteo rimase sdraiato per terra.

Il silenzio cadde nel vano delle docce. Nessuno osava dire niente. Tutti avevano sborrato appena avevano visto Andrea sborrare come una fontana. La sborra degli altri era per terra e veniva trascinata via dall’acqua corrente. Andrea era ancora in piedi davanti al corpo di Matteo fermo per terra. Gli occhi dei presenti si spostavano dalla figura mastodontica e perfetta di Andrea a quella martoriata di Matteo.

Andrea tese il braccio con la mano aperta. Matteo alzò lo sguardo e prese quella mano per tirarsi in piedi.

«Wow Matteo sei stato stupendo. Grazie per avermi fatto rivivere i vecchi tempi» disse Andrea abbracciando Matteo e poi baciandolo sulla bocca, un piccolo bacio a stampo.

«Cazzo Andrea grazie a te. È stato stupendo!» Replicò Matteo sorridente.

Tutti esultarono e ci fu festa dentro allo spogliatoio.
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