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Gay & Bisex

Tommaso, Luca & Nicola - 11


di Marcus95
02.04.2022    |    4.685    |    13 8.9
"Si alza dal letto e poi ritorna..."
Capitolo 11: Ti Eccito?



Si allontana un’altra volta e va verso il suo armadio. Tira fuori delle corde rosse e mi lega al letto. Caviglie e polsi. Non posso fare altro che essere il suo sottomesso. Sale sul letto e porta la candela con se. Lo guardo impaurito. Ho già una idea di quello che vuole farmi ma non posso sopportarlo.

Lui mi sorride e piega la candela di alto. Una goccia di cera bollente cade sul mio capezzolo. Io urlo e cerco di muovermi ma i miei arti sono bloccati dalle corde. Lui ride e lecca la cera sul mio petto. Ripiega la candela e un’altra goccia cade sull’altro capezzolo. Lancio un altro urlo e lui lecca la cera caduta. Si avvicina alla mia bocca e mi bacia.

«Ti piace?» Chiede curioso.

«Sì» dico in estasi.

Avevo paura ma non dovevo. Quella candela mi sta eccitando. Lui si rialza e piegando la candela mi lascia una moltitudine di punti che vanno dal collo al pube. Durante questo processo infilo le unghie nelle lenzuola. Il dolore lo sento ma mi eccitata stare nudo sotto di lui. Il dolore sparisce piano piano e lui ride contento. Adora farmi godere. Mi prende il membro in bocca e lo assapora tutto. Io butto la testa all’indietro e gemo sotto la sua lingua capace e violenta che mi stuzzica la cappella senza lacrimi il tempo di respirare. Chiudo gli occhi e mi godo il momento.

Lui molla il mio membro ma io tengo gli occhi chiudi. Si alza dal letto e poi ritorna. Ha preso una cosa dal comodino. Non so cosa sia, ma un dolore acuto mi penetra dal petto e scivola giù fino all’addome e cade tra le mie gambe. Tiro un urlo e tiro le corde che mi legano invano.

«È solo ghiaccio» dice al mio orecchio.

Apro gli occhi e lo vedo con un altro cubetto di ghiaccio in mano. Se lo mette in bocca e prendendo il mio membro in mano passa il cubetto sull’asta fino ad arrivare alla cappella. Gemo sonoramente e godo da matti. Non riesco a stare fermo. Sento che sto per venire ma il ghiaccio rallenta l’evento. Stringo la stoffa sotto di me fino quasi a strapparla. Nicola indugia con quel cazzo di pezzo di ghiaccio sul mio membro. Sono immobile ma dentro sto esplodendo!

Vengo sul suo braccio urlando. Lui è tutto contento. Si prende il membro in mano e viene sul mio corpo legato. Io rido per la situazione imbarazzante. Lui mi slega con calma e io mi massaggio i polsi dove ci sono dei segni. Mi sono mosso troppo e le corde mi hanno lasciato i segni sui polsi. Sono sfinito ma molto eccitato per quello che era successo. Nessuna penetrazione ma solo eccitazione. Questo insegna il sadomaso. Posso entrare davvero anche io in quel mondo?

***

Mi sveglio stanchissimo per la sera precedente ma non mi importa, il lavoro mi aspetta. Mi preparo e metto l’iPhone che mi ha dato Nicola nei pantaloni. Ho dormito in camera mia, come al solito. Esco e mi dirigo verso la sua stanza. Apro la porta dolcemente e lo vedo dormire completamente nudo. Lui è fatto così. Mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia. Lui non si muove quindi sta ancora dormendo.

Esco dalla sua stanza e vado al lavoro con Michele. Mi piace lavorare per lui e con lui. Continuo a lavorare su quel romanzo thriller che tanto mi appassiona. Leggo capitoli su capitoli e nulla mi ferma. Correggo le virgole che scappano e l’iPhone suona nella mia tasca. Lo estraggo e vedo un messaggio da Nicola: “Ciao amore, come va il lavoro? Ti piace il giocattolo?”.

Con giocattolo si riferisce sicuramente al cellulare che mi ha regalato. Decido di rispondere immediatamente prima che mi venga a cercare di persona. “Ciao, il lavoro procede bene, si mi piace molto il giocattolo e anche quello che è successo ieri sera”.

Una volta inviato il messaggio cerco di concentrarmi sul lavoro ma le immagini della sera precedente affollano la mia mente. Quello era sadomaso. Wow, vorrei farlo più spesso. Nicola mi sta influenzando male ma grazie a lui posso continuare a vivere. Sto avendo forse una vera storia d’amore con lui. No, questo è troppo in tutti i sensi possibili. Niente amore, ma ci vogliamo bene. Non posso non volergliene. In fondo lui mi sta aiutando in tante cose e devo essere riconoscente.

L’iPhone squilla ancora e guardo il messaggio di Nicola: “Potremmo rifarlo”.

“Okay, ma non oggi che sono stanco. Il sesso con te mi sfianca” rispondo pronto. È vero che mi sfianca il sesso con lui. Non me lo sto inventando. Non voglio andare al lavoro per dormire sulla scrivania. Voglio solo poter andare avanti con la mia vita e aver un certo successo professionale. Questo è ciò che voglio in questo momento e Nicola può aiutarmi a realizzare quello che voglio.

Arriva la pausa pranzo e il telefono squilla. “Potremmo fare cose più soft” dice il messaggio di Nicola. Non credo sappia la definizione di “soft” ma sorrido al messaggio e metto il telefono in tasca. Mangio con il reparto di editing e mi diverto con loro. Pian piano li sto conoscendo tutti e sono contento di poter lavorare con delle persone come loro. Sono così intelligenti e molto simpatiche.

Ritorniamo al lavoro e io continuo la mia storia thriller. Mi sono innamorato di del romanzo ma il mio compito è solo quello di correggere, niente amore per nessuno. Sono al capitolo quindici e c’è una scena molto cruenta, ma non mi impressiona. Sono abituato a leggere cose di quel genere.

Mentre sto finendo di correggere quel capitolo delicato entra nel mio ufficio di editing, il capo del reparto editing dell’azienda. Non me ne accorgo neanche ma quando si mette davanti alla mia scrivania, alzo gli occhi e balzo in piedi.

«Buongiorno signore, mi scusi stavo lavorando» dico per scusarmi.

«Non si preoccupi. Adoro il suo modo di lavorare. Vorrei solo metterla al corrente che questo venerdì faremo un aperitivo in un locale in centro. Lei è ovviamente invitato» dice cortesemente e con un sorriso.

È un uomo tutto d’un pezzo. Alto, capelli neri e occhi marroni. Mi ricorda tanto me stesso ma con trenta anni in più. Dentro di me rido per questa sciocca battuta e lo saluto tornado al lavoro mentre lui esce dall’ufficio.

Finisco il capitolo e vado al bar per un caffè, ne ho estremamente bisogno. Devo avere un caffè subito! Mentre sto bevendo il caffè sento il telefono che squilla. “Non fai mai una pausa tesoro?”.

“La sto facendo adesso” rispondo a Nicola che mi assilla. Deve capire che chi lavora non vuole essere interrotto ogni ora per delle cose stupide. Ritorno nel mio ufficio e inizio a correggere il capitolo sedici. Continuo a lavorare fino alla fine della giornata.

Torno a casa e vedo Nicola che mi sta aspettando per la cena. Dopo il pasto andiamo in camera sua e gli dico che venerdì sono occupato con i colleghi dell’ufficio.

«No, non ci vai» dice secco.

«Stai scherzando, io spero» dico arrabbiato. Non può mica decidere della mia vita. Questo è troppo.

«Non puoi andare in giro così» dice calmo.

«Così come? Credi che ci sia qualcuno alle mie spalle? Hai paura che scappi?» dico nervoso e preoccupato.

Lui mi guarda con i suoi occhi azzurri e so che è molto arrabbiato. Si passa una mano tra i capelli biondi e mi guarda con intensità.

«Puoi venire anche tu, se vuoi» dico per fare pace.

«Questo è scontato» dice secco.

Mi alzo in piedi e me ne vado sbattendo la porta della sua stana. In camera mia la situazione è molto più calma. Accendo la televisione e guardo un programma scemo ma almeno mi tiene assai occupato. Nicola non si presenta in camera mia, quindi posso solo sperare che abbia capito che si è comportato da vero stronzo.

Il giorno seguente ritorno al lavoro incazzato nero e nessuno mi rivolge la parola. Contino a correggere il romanzo e solo alla fine del libro chiudo il manoscritto e guardo la firma dell’autore. Il cognome non è importante ma il nome salta all’occhio: Tommaso. Non riesco a crederci. Solo quel nome mi fa venire le farfalle nello stomaco. Però tutto è finito, quindi lo metto in un cassetto e prendo il romanzo numero due. Ho già terminato un compito in soli tre giorni. Sono soddisfatto del mio operato.

***

Venerdì arriva, finalmente, e sono pronto per l’aperitivo con i colleghi. Ovviamente Nicola ci sarà, lui non vuole che io rimanga solo. Non so come mai ma non mi faccio troppe domande. Lui vuole così e così sia. Mi preparo in camera mia. Metto un completo nero. Mi piace essere elegante alla vista dei miei colleghi. Mi spruzzo un po’ di profumo ed esco per andare al piano inferiore dove Michele e Nicola mi stanno aspettando.

Nicola sorride e mi abbraccia. Anche lui è molto elegante con una giacca blu. Saliamo in macchina ed Antonio ci porta al locale prestabilito. Scendiamo dalla macchina ed entriamo.

Molti mie colleghi ci accolgono. Individuo i membri del reparto editing che mi fanno posto vicino a loro. Vedendo Nicola fanno posto anche a lui. Spieghiamo che io vivo a casa sua per motivi strani e che siamo buoni amici. Parliamo sia di lavoro sia di stupidate.

Stanno arrivando altri romanzi da correggere e dovrò lavorare in coppia con Laura per una saga fantasy. Mi piace molto lei, è gentile e mi ha preso sotto la sua ala. Ultimamente mi porta anche il caffè mentre sto lavorando. Un gesto molto affettuoso. Nicola ascolta senza prendere la parola. Non è uno che parla molto in pubblico. La festa va avanti stuzzicando qualcosa e bevendo degli ottimi drink. Adoro stare lì e soprattutto adoro la compagnia. Mi metto vicino a Laura ed iniziamo a parlare del lavoro che dobbiamo fare insieme mentre Nicola si congeda per qualche istante. Vedo che parla al telefono ma non gli dò molta importanza perché sto parlando di lavoro.

Vedo che si passa una mano tra i capelli e va su tutte le furie. Viene verso di me e mi prende di forza.

«Dobbiamo andare!» dice tirandomi il polso.

«Ma stai scherzando? Sono i miei colleghi» dico cercando di rimanere seduto.

Lui mi strattona e io non posso fare altro che salutare molto velocemente i miei colleghi e scusarmi per il suo comportamento. Usciamo dal locale e vedo l’Audi parcheggiata con Antonio alla guida. Entriamo e la macchina sfreccia nella notte.

«Ma si può sapere che cazzo ti è preso?» Chiedo incavolato. Non può farmi fare brutta figura con i colleghi.

«Non puoi capire. Non potevamo rimanere» dice velocemente e si guarda attorno.

«Ti odio» dico e mi metto a guardare fuori dal finestrino. Lui non dice nulla ma so che è su tutte le furie. Deve starci male.

Quello che mi ha fatto passare non è stato bello. Sembrava il mio agente personale che mi scorta fuori dal bar. Non va bene. Devo già trovare delle scuse per i colleghi. Lui fa il danno che poi devo riparare io naturalmente. Questa cosa non mi sta affatto bene.

«Ti darò i numeri e tu chiederai scusa» dico fermo senza neanche guardarlo.

Lui non replica nulla e capisco che forse ha capito la lezione. La macchina si ferma davanti al portone d’entrata e io scendo senza aspettare Nicola. Mi fiondo in camera mia e mi metto il pigiama. I vestiti li rimetto nell’armadio. Sono davvero arrabbiato. Guardo l’orologio: 23:30. Non sono più un bambino che va a letto presto. Per calmarmi prendo l’iPhone e guardo qualche video divertente in rete.

Sento qualcuno bussare e so già chi è. Nicola entra senza aspettare la mia riposa perché sarebbe stata negativa. Non gli avrei mai detto d’entrare. Gironzola per la stanza estremamente sofferente. Si avvicina a me e si siede sul letto. Mi guarda con i suoi occhioni e sospira.

«Mi dispiace» dice calmo.

«Le scuse devi farle a loro» dico tornando a guardare il video.

Mi prende il telefono e lo getta di lato. Sento i suoi occhi sul mio corpo. Sa che sono arrabbiato con lui ma so che vorrebbe fare pace. Nicola alcune volte riesce a disarmarmi.

Si fa tenero appoggiando la sua testa sul mio addome. Una mano va tra i suoi capelli e inizio a massaggiargli la testa. Lui sorride credendo che l’abbia perdonato. Un po’ è così. Che cosa mi sta facendo questo ragazzo?

Mille dubbi tormentano la mia mente come al solito. I suoi occhi azzurri sono nei miei. Posso vedere l’oceano delle sue emozioni i quegli occhi dalle cinquanta sfumature di Nicola. Lui rimane accoccolato a me. Senza dire nulla si toglie la maglietta e la toglie anche a me.

La nostra pelle entra in contatto. Sento un brivido lungo la schiena. Nicola che mi ha picchiato, usato come schiavo sessuale, mi ha salvato dalla strada omicida e mi sta aiutando nella mia stessa vita. Lui è un grande ragazzo ma ha molti lati negativi. Saranno forse dovuti dai suoi soldi? I soldi fanno davvero al felicità? Nessuno risponderà a questa domanda perché entrambe le risposte, sia negativa che positiva, sono giuste.

Nicola guarda il soffitto mentre la mia mano è sul suo petto. Sento il suo cuore battere. Vorrei entrare per un momento nella sua testa per sapere a cosa sta pensando, ma non ho questo potere. La camera è nella penombra e tutto è magico. Due corpi uniti in un grande abbraccio che si vogliono bene. Niente sesso, niente perversione, solo amore di una amicizia improntate.

Sento Nicola spostarsi leggermente. Abbasso lo sguardo e vedo che i suoi occhi sono nei miei nuovamente. Mi sorride ma sento che dentro di lui sta facendo una lotta. Vuole dire una cosa ma non ne è sicuro. Vorrei dirgli di dirmi tutto quello che vuole ma non lo faccio per non scoraggiarlo. Tutti dobbiamo fare i conti con la parola e lui lo sta facendo in questo momento.

«Ti amo Luca» dice calmo, sincero, pieno di umanità.

Rimango basito da questa affermazione. Non me lo sarei mai immaginato da Nicola. Tutti ma non lui. Non so cosa replicare. La mia bocca si apre dallo sconcerto. Nicola è stato colpito dall’umanità ma io sono stato colpito solo dalla sua perversione che non mi abbandonerà tanto facilmente.

«Nicola. Io… non mi sarei mai immaginato simili parole» dico e non so che altro aggiungere.

«Non dire nulla» dice lui calmo. «Non rovinare questo momento» dice calmo con una netta paura per le mie parole che potrebbero uscire dalla mia bocca.

Alzo lo sguardo verso il soffitto e una lacrima mi riga la guancia. La gente può davvero cambiare se incontra la persona giusta. Nicola si è innamorato di me ma io non posso amare una persona come lui. Non sono più in grado di amare in generale. Tommaso, quanto mi manchi. Vorrei che tornasse da me ma non sono sicuro di poterlo riamare.

L’amore fa ancora parte della mia vita? Oppure sono stato rapito dalla perversione e solo quella è rimasta nel mio corpo?

Nicola si alza mettendosi seduto vicino a me e mi guarda intensamente. Con una mano asciuga la mia lacrima. Si avvicina al mio volto e mi accarezza la guancia come solo un fidanzato sa fare. Lui mi vuole bene, ma io non posso ricambiare. Le sue labbra si appoggiano delicate sulle mie. Le schiudo leggermente e la sua lingua entra calma fino ad incontrare la mia. Chiudo gli occhi e altre lacrime mi rigano le guance. Non posso resistere a un tale romanticismo.

Lui si stacca e mi guarda. «Perché stai piangendo?» Chiede serio.

«Tu non puoi innamorarti di me» dico tra le lacrime. «Non potrei mai sopportarlo. Tu sei cambiato.»

«Sono cambiato per te. Vorrei passare una vita intera con te» dice.

«Non dire stupidaggini. La nostra relazione può durare qualche anno, ma mai una vita intera» dico sbuffando. La nostra relazione non è destinata al tempo.

«Io proverò» dice e mi bacia delicatamente le labbra.

Si alza dal letto e si indirizza verso la porta. Mi sento un mostro in questo momento. Lui dice di amarmi e lo lascio andare così? Non rivedrò mai più Tommaso, quindi ho bisogno di un ragazzo al mio fianco.

«Resta. Voglio dormire con te» dico tendendoli una mano. Lui ritorna al letto e la prende. Si sdraia accanto a me e mi accarezza la schiena. Un tocco leggero e freddo a causa delle sue mani quasi gelate.

Quell’abbraccio rappresenta forse l’inizio di una vita per me, di un nuovo amore. Con il tempo posso anche abituarmici e un giorno potrei anche amarlo. Devo solo dargli tempo.

Le mie palpebre cadono e mi trasportano in un sogno fatto di stelle.

***

Mi sveglio con la sensazione che qualcuno mi stia toccando le braccia. Apro gli occhi e vedo Nicola che mi sta accarezzando le braccia con un sorriso stampato in faccia. Gli sorrido e lui mi bacia sulla bocca contento. I suoi addominali, il suo petto e i suoi capezzoli mi fanno capire quanto io sia attratto da questo ragazzo. Non solo per il fisico, ma anche per quello che lui è. Ricordo i momenti felici. Il mio momento preferito è quando mi ha portato a vedere il suo dipinto sotto il ponte. Quello era già amore.

Quindi io non voglio accettare Nicola, ma la mia testa lo ha già fatto, quindi la nostra storia d’amore può avere un seguito. Posso amarlo? Devo scoprire questa verità.

«Portami in camera tua» gli dico sorridendo.

«Sicuro? È quello che vuoi?» chiede serio analizzando la mia espressione.

«Sì è quello che voglio e lo voglio con te» dico.

Lui mi bacia e mi prende in braccio. Si alza e mi porta nel corridoi0 e poi fino alla sua stanza. Si chiude la porta dietro di sé e mi sistema sul suo letto. Va verso il suo armadio e prende delle manette. Vuole fare l’agente di polizia? Si fa vicino e mi ammanetta i polsi alla testata del letto con la pancia poggiata al letto.

Mi toglie i pantaloni e rimango nudo. Lui si spoglia rimanendo nudo e prendendo una benda da mettermi sugli occhi. Va verso l’armadio e prende un’altra cosa. Si avvicina al letto e si mette sulla mia schiena. Sento un accendino scattare e capisco che oggi giocheremo con il fuoco.

Sento qualcosa di estremamente caldo su un punto preciso della mia schiena. Urlo dal dolore e poi gemo per il piacere. Un’altra goccia cade sul mio corpo e io inarco la schiena. Si alza un secondo e mi lega anche le caviglie al letto. Si rimette in posizione e continua a far cadere delle gocce di cera sulla mia pelle nuda e vogliosa.

«Ti piace?» Chiede con voce eccitata.

«Sì, mi piace» dico gemendo.

Lui si sposta verso il basso e mi allarga le natiche. Sento qualcosa che preme sul mio buco ed entra piano piano. Ha una consistenza strana. Che cosa sta infilando?

«Hai una candela nel culo» dice per tenermi aggiornato delle sue attività.

Io rido sonoramente e lui mi schiaffeggia le natiche facendo colare delle gocce dalla candela fino al mio buco. Urlo e rido nello stesso momento. Ride anche lui per il mio comportamento, come non potrebbe?

Prende un frustino e comincia a colpirmi delicatamente su tutto il corpo. Io cerco di stare il più fermo possibile prima di far cadere altre gocce di cera. Non è facile però e ogni tanto tiro un urlo per una goccia che mi brucia il buco. Prende un altra cosa che non riesco a capire ma quando mi colpisce al posto di far male mi provoca un piacere immenso tanto che non riesco a stare fermo e quasi tutta la cera cola.

Sono in mezzo tra eccitazione e… eccitazione, non riesco più a ragionare ma non fa niente. Stringo forte le natiche ma non serve, a ogni suo colpo mi muovo troppo. Fa cadere l’attrezzo strano e tiro un urlo. Dell’acqua ghiacciata è stata lanciata sulla mia schiena. La candela viene estratta e il metro di Nicola prende il suo posto. Sento un cubetto sulla schiena che mi gela la pelle e Nicola che spinge dentro di me. Gemo sonoramente e godo sotto quella perversione che è il sesso.

Nicola va giù forte e a me piace. Il suo ritmo è molto veloce e qualche volta mi fa male ma l’eccitazione è troppa da potersene accorgere. Lui continua a colpire forte e io gemo ancora. Non riesco a non farlo. La mia erezione strofina contro il lenzuolo del suo letto. Nicola non da segni ma io sono al limite. Aumenta il ritmo e gridando il suo nome vengo sul suo letto.

Lui ride e aumenta ancora di più il ritmo fino a venire dentro di me. Esce delicatamente e mi slega. Mi tocco i polsi rossi e cerco di pulirmi l’addome ma lui mi ferma. Con un dito prende un po’ del mio seme e mette il dito in bocca. Se la gusta per bene e prende il bis. Gode nel gustare il mio sapore più intimo.

Si sdraia vicino a me e mi guarda con i suoi occhi. Mi accarezza il petto dolcemente. Io rimango fermo ad osservarlo. Mi è piaciuto tantissimo il sesso di questa mattina. Voglio farlo sempre così. Nicola mi fa godere, mi fa esplorare parti del sesso che non avevo ancora esplorato e che mi piacciono molto, anzi troppo. Devo solo dirgli grazie, ma è difficile da dire al alta voce. La sua mano passa suoi miei capezzoli e io gemo contro il suo corpo.

«Ti eccito?» Chiede con la sua lingua tagliente.

«Sì, mi ecciti tantissimo» dico ansimando contro il suo petto.

La sua mano passa per tutto il ventre fino ad arrivare ai peli pubici. Li tocca e scende ancora. Prende in mano la mia erezione e la stringe in una mano. Io smetto di respirare sussultando.

«Sì sei molto eccitato» dice e con un dito mi solletica il membro.

Il mio respiro è sempre più irregolare e la sua mano strofina il mio pene. Tocca la cappella e scende fino alle palle. Ripete il gesto molte volte e quando arriva in cima me lo tira per farmi sussultare ancora di più. Ansimo, gemo, sudo contro il suo corpo. Con le mani mi aggrappo alle lenzuola ma non riesco a trovare pace. Le sue mani sul mio membro mi fanno impazzire. Vedo il suo sguardo divertito e concentrato. Gode nel farmi godere.

È un piacere multiplo, eccitazione al quadrato. Il fuoco interiore mi pervade. Mi contorco tutto, perdo di vista la stanza, vedo solo il suo corpo, nudo, vicino al mio. Sexy, perverso, muscoloso, il mio ragazzo dalle più colorate sfumature di dolore e amore.

«Nicola!» urlo venendo sulle sue mani.

Lui mi guarda come un bambino guarda una caramella gigante. Gode anche lui ma non viene. Mette tutto il mio seme in bocca e mi bacia. Un bacio passionale. Io mi stacco e mi attacco al suo corpo. Mi riscalda, mi coccola e mi ama contemporaneamente. Lui mi mette una mano tra i capelli e li spettina.

«Dai ora alziamoci» dice calmo baciandomi i capelli.

Ci alziamo dal letto e io ritorno in camera mia per fare una doccia e per mettermi qualcosa di pulito.

***

Sabato sta passando serenamente bene. Abbiamo giocato alla Xbox e fatto qualche tuffo in piscina. Nicola mi sta sempre attaccato. Non so cosa gli prenda. Credo si sia veramente innamorato di me. Lui mi ama e me lo ha anche detto. Devo solo dirgli di sì e tutto sarà a posto. Devo solo cercare di amarlo anche io.

Di pomeriggio si presenta in salotto dove sto leggendo un libro e mi dice di preparare la valigia per un weekend fuori casa. Corro in camera mia e faccio una valigia. Ha una casa sul lago quindi avremmo passato il weekend lì. Ha bisogno di stare con me e l’ho notato assai bene.

Scendo con un trolley e lui mi sta aspettando. La macchina è davanti alla porta. Antonio mi prende la valigia e la carica. Poi io e Nicola saliamo velocemente e la macchina parte molto veloce. Non capisco tutta questa velocità, ma non mi voglio far condizionare. I campi, le città, passano tutti molto velocemente al nostro passaggio. Continuo a guardare fuori per vedere la natura attorno a noi. Sento una mano calda che avvolge la mia e capisco che è Nicola che mi sta stringendo la mano.

È assolutamente cotto di me. Mi fa tenerezza. Gliela stringo anche io e lui sorride. Il suo sorriso è radioso. Non ne avevo mai visto uno del genere.

Dopo due ore di viaggio la macchina si ferma davanti ad una bella casa con dietro il lago. Scendo e prendo la valigia portandola nella casa. Antonio da delle direttive a Nicola ed entra in casa per accendere tutto e vedere che tutto sia in perfetto ordine. La meticolosità di Antonio mi piace moltissimo. Anche io vorrei un “Antonio” per casa mia. Ah no, io non ho più una casa.

Io e Nicola avremmo dormito insieme. Poso la valigia nella stanza prediletta e guardo il letto, tutto bianco e angelico. Ci sono degli armadi antichi e una grande finestra che da su un balcone. Apro le persiane e vedo il lago. È immenso e pazzesco. Adoro questo posto. Sospiro alla vista di questa meraviglia e sento delle mani che mi avvolgono l’addome. Sento un mento che si posa delicato sulla mia spalla. Non ho bisogno di girarmi per scoprire che quel mento e quel corpo appartengono a Nicola.

«Ti piace?» Chiede guardando il lago con della nebbia leggera sopra la superficie dell’acqua.

«Come non potrebbe. Adoro questo posto» dico ancora incantato dalla bellezza di quella vista.

Lui mi stringe e mi coccola. Io mi lascio coccolare dalla persona che trovo sexy e che mi sta prendendo qualcosa. Non è amore ma non sono indifferente. Mi piace stare con lui e lo vorrei come amico. Mi sta solo aiutando a farmi una vita dopo che Tommaso me l’ha distrutta. Tommaso, che tu sia maledetto. La tua ferita è ancora aperta sul mio corpo ma non posso continuare a metterci del sale. Devo andare avanti, Nicola mi sta facendo guadare avanti e io andrò dritto con lui e tu, Tommaso mio, sarai solo un ricordo di dolore che mi trafiggerà ogni volta che pronuncerò il tuo nome.

«A cosa stai pensando?» Chiede Nicola stringendomi il petto.

«Al futuro» dico distratto. Guardo dritto avanti a me e vedo una barca che squarcia la calma del lago.

Lui mi fa voltare e mi bacia. La sera sta calando dietro di noi e noi siamo lì ad osservarla nel nostro bacio, un bacio che cela il nostro amore. Nicola è il mio futuro.

La sua lingua gioca con la mia e io stringo forte i suoi capelli. Sono così morbidi, eccitanti, sexy. Mi spinge dentro e mi butta contro il muro. Continua il suo bacio mentre mi toglie la felpa facendola cadere per terra. Si toglie la sua e io metto una mano sotto la sua maglietta per sentire la sua pelle morbida. Raggiungo un capezzolo e lo stringo tra le mie dita. Lui geme e io rido. Mi toglie la maglietta e prende un mio capezzolo in bocca mordicchiandolo con i denti.

Sospiro contro il muro freddo e il suo corpo caldo. Gemo sotto i suoi tocchi, i suoi denti contro il mio petto. Questo ragazzo mi manda fuori di testa. Conosce il mio corpo e io mi abbandono a lui, ai suoi denti che graffiano la mia pelle e alle sue mani che si insinuano nei miei boxer prendendomi il membro tra le mani e accarezzandolo gentilmente.

All’improvviso si stacca da me e toglie la mano dal mio pene. Io cado in avanti eccitato e sospiro tra le sue braccia. Lui mi sorregge come un amante e questo mi fa piacere. Chiude la finestra e io mi siedo sul letto per riprendermi. Sono sconvolto da lui, sono completamente preso da lui. Si siede vicino a me e mi guarda con degli occhi grandi.

«Come stai?» mi chiede.

«Bene, bene» dico io ansimando ancora.

Lui ride e mi bacia dolcemente sulla bocca. Io rimango lì a prendere il bacio. Mi fa alzare e mi abbraccia.

«La cena sarà pronta tra poco» dice calmo al mio orecchio.

«Sì certo» dico andando verso la mia valigia per tirare fuori i vestiti. Non mi devo cambiare ma voglio fare ordine nell’armadio.
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