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Gay & Bisex

Giocando a Calcio - 2


di Marcus95
06.05.2022    |    16.144    |    16 8.9
"«Hai ragione ma io ho anche un figlio tu no» disse Andrea cercando una scusa per il fatto che non era muscolo come Matteo..."
Capitolo 2: Le Coperte Bagnate



Il mattino seguente Giorgio si svegliò come ogni giorno dal bussare sulla porta di suo padre Andrea che gli faceva poi trovare la colazione pronta in cucina. Giorgio si stiracchiava nel letto, dava dei colpetti alla sua erezione mattutina quando capitava e poi si dirigeva in bagno per fare la pipì e far ritornare il suo pisello moscio. Completato tutto questo, si dirigeva in cucina dove suo padre lo attendeva, molto spesso in mutande perché aveva l’abitudine di dormire in boxer. Giorgio faceva colazione insieme al padre e poi tornava in camera sua per prepararsi per andare a scuola. Quando era pronto tornava in cucina a salutare suo padre e usciva di casa.

Uscito suo figlio Andrea sistemava le due camere velocemente prima di andare al lavoro. Quando andava nella stanza di Giorgio, ultimamente aveva trovato delle cose un po’ strane nelle sue coperte. Emanavano un odore di ormoni e di cazzo sudato che come ogni ragazzo in pubertà era perfettamente normale ma al tocco erano diverse, non era belle lisce. Aveva provato a cambiare detersivo ma dopo qualche giorno vedendo il punto in cui c’erano queste macchie e trovandole solo alcune volte e non tutti i giorni aveva capito che suo figlio si masturbava e sborrava nelle coperte.

Quella mattina Andrea si diresse nella camera di Giorgio per rifargli il letto ma anche per vedere se si era divertito la sera prima.

«Vediamo se si è dato da fare anche stanotte» diceva a bassa voce mentre percorreva il corridoio che portava alla sua camera.

Entrò senza problemi e si avvicinò subito verso il letto. Era ancora abbastanza caldo e l’odore di ormoni si sentiva anche da lontano. Si accovacciò e toccò bene le coperte dall’interno. Sentì subito il tessuto bello crespo e sul volto di Andrea si formò un bel sorriso.

«Cazzo che maialone che sta diventando. Tutto suo padre d’altronde» disse Andrea orgoglioso che suo figlio si segasse spesso e che lasciava traccia di ciò.

Toccò ancora una volta quelle coperte e cercò di contare gli schizzi di sborra. Nell’ultimo periodo erano più grandi e più numerosi.

«Il segaiolo sta sviluppando i coglioni per fortuna. Era ora».

Andrea andò prendere il suo telefono e tornò nella stanza di Giorgio. Fece una foto con il flash alle coperte del ragazzo. Nella foto si potevano vedere chiaramente le chiazze di sperma sulle coperte.

Soddisfatto Andrea fece il letto e uscì dal stanza del figlio toccandosi il pacco barzotto dentro a dei boxer grigi. Andò nella sua stanza e si preparò per andare al lavoro.

***

Quel giorno era una palla al lavoro e Andrea non vedeva l’ora di finire. Aveva un appuntamento con il suo amico Matteo, nonché coach della squadra di calcio. Erano buoni amici e ogni tanto andavo a bere una birra assieme o uscivano si sera. C’era un bel legame. Infine, Matteo gli voleva parlare per l’incontro con Giorgio.

Il tempo quella sera non passava mai. Le lancette erano come ghiacciate. Andrea cercava di non guardare l’orologio ma era una cosa più forte dia lui. Era come posseduto da quel piccolo oggetto che portava al polso. Scriva delle email ma erano tutte cose noiose. Voleva uscire e farsi due chiacchiere con il suo amico.

Finalmente finì il suo orario di lavoro e scappò di fretta e furia per andare al bar dove andavano spesso. Non arrivò molto tempo dopo. Matteo era già lì che lo stava aspettando.

«Sei qui da tanto?» Chiese Andrea andando incontro al suo amico.

«Ma ti pare? Sono arrivato due minuti fa. Ho parcheggiato e tu sei arrivato. Come stai?» Chiese Matteo.

Matteo era molto alto, circa 1,80 ed era abbastanza muscoloso. Capelli biondi e occhi verdi e a volte azzurri. Non avevano mai una tintura unica. I capelli erano corti a spazzola. I suoi muscoli sporgevano dagli indumenti di lavoro che portava.

«Vedo che non perdi la tua fisicità» disse Andrea tastando i pettorali di Matteo.

«Ci si prova uomo. Non facile alla mia età» rispose Matteo con un po’ di sconforto.

«Ma che cazzo dici che hai quarant’anni tondi tondi» disse Andrea ridendo.

«Non ridere molto che anche tu hai la mia età».

«Hai ragione ma io ho anche un figlio tu no» disse Andrea cercando una scusa per il fatto che non era muscolo come Matteo. Andrea aveva un fisico ben delineato ma non era muscoloso. Non passava molto tempo in palestra come Matteo.

«A proposito di tuo figlio, domani venite entrambi per vedere se vuole iscriversi alla Scuola Calcio?» Chiese Matteo.

«Certo che veniamo. Voglio vedere se ha stoffa da vendere. Ha bisogno solo di stare un po’ in compagnia di ragazzi, diciamo più popolari. Passa tropo tempo a guardare cose intellettualistiche. Mi fa piacere che sia un cervellone ma vorrei che si godesse la sua adolescenza. Capisci cosa intendo?» Disse Andrea.

«Assolutamente. Se si iscrive sai che si troverà bene. Alla fine sono tutti bravi ragazzi e molti di loro vanno nella sua scuola. Sono tutti volti che conosce. Poi a me mi conosce, mi ha visto qualche volta. Deve assolutamente godersi la sua adolescenza. Sta diventando un uomo ora che ha 15 anni» spiegò Matteo serio.

«A proposito di diventare un uomo. Guarda che cazzo mi combina adesso» disse Andrea prendendo il telefono dalla tasca e aprendo la fotografia che aveva fatto quella stessa mattina. Porse il telefono a Matteo che guardò la foto con molta attenzione.

«Porca puttana quante belle chiazze!».

«Finalmente sta sviluppando i coglioni. Non vedevo l’ora. Fino ad adesso lasciava delle piccole chiazze mentre da qualche settimana si sono intensificate» disse Andrea contento di suo figlio.

«Ha anche le palle grosse come il padre? Così diventerebbe un grande segaiolo».

«Sai che non lo so come è messo là sotto. Segaiolo sarai tu che non sai tenerti una donna nel letto» disse Andrea schernendo il suo amico.

«Ma vai a fanculo. Sei tu che ti sei lasciato scappare tua moglie!» Disse Matteo ridendo.

«Solo perché è scappata con quel milionario che ha la casa in America o giù di lì. Solo per i soldi se ne è andata quella puttana della mia ex moglie» disse Andrea ancora nervoso dell’accaduto.

«Beh solo per quello è scappata perché con quella roba» e indicò il pacco di Andrea «che hai non faresti scappare nessuna donna».

«Dai non fare lo scemo» disse Andrea.

«Avessi io la proboscide che hai tu in mezzo alle gambe nessuna donna mi sfuggirebbe» disse Matteo amareggiato.

«Dà soddisfazioni in effetti» aggiunse Andrea.

«Enormi soddisfazioni. Hai un minchione enorme!» Disse Matteo forse con un tono un po’ troppo alto. I due si misero a ridere.

«Spero lo erediti mio figlio cazzo. Già che mi inizia a sborrare in buone quantità mi fa solo felice.»

«Non è facile portare un cazzo grosso come il tuo in giro. Sarà in grado?» Chiese Matteo serio.

«Cazzo lo spero. Sarei super contento se posso ereditagli la misura del cazzo. Tutto il resto l’ha preso da quella puttana. Però la gentilezza l’ha presa da me» aggiunse Andrea.

«Figa quanto è grosso il tuo cazzo. Lui te lo ha mai visto?».

«Non penso. Sicuramente non duro. Da piccoli facevano la doccia insieme ma adesso no, chiudiamo anche la porta quanto siamo in bagno. Però mi vede spesso in mutande. Sai che io dormo in mutande».

«Sì mi ricordo perché anche io dormo in mutande o nudo. Gli hai fatto il discorso sul sesso?».

«Certo. Ma mica gli ho mostrato il mio cazzo duro. Lo avrei traumatizzato». I due si misero a ridere mentre sorseggiavano le loro birre e mangiavano qualche patatina che erano arrivate assieme alle birre.

«Peccato, avrebbe visto tutta la virilità di suo padre» aggiunse Matteo.

«Scemo che sei! No forse un giorno ci sarà modo di farglielo vedere ma mica vado in giro a masturbarmi davanti a lui» disse Andrea.

«No esatto, anzi è lui che si sega più di te. Sta crescendo dai, non lamentarti» aggiunse Matteo bevendo la birra.

«Non mi lamento affatto. Voglio solo che sia felice. E col cazzo grosso».

Andrea e Matteo iniziarono a ridere come due bambini. Passavano davvero del bel tempo assieme. Avevano fatto le scuole superiori assieme e poi il loro percorso si era diviso ma la loro amicizia no. Era continuata per tutti gli anni delle superiori e anche dopo.

Smesso di ridere i due rimasero seduti a guardare davanti a loro senza dire più niente. Erano grandi amici e questo lo si vedeva bene.

«Tempo di andare in palestra per me. Così non mi devo deprimere del mio piccolo cazzetto» disse Matteo alzandosi dalla sedia.

«Lo sai che non hai il cazzetto. Sei sopra la media italiana» aggiunse Andrea.

«Lo so ma in confronto al tuo il mio è piccolo. Ciao cazzone ci si vede in giro. Non scoparti troppe pollastre» disse Matteo ridendo.

«Non farti troppe seghe maiale!» Rispose Andrea ridendo.

Matteo si allontanò dal locale, si diresse verso la sua macchina. Andrea rimase seduto a finire di mangiare le ultime patatine rimaste, poi si alzò anche lui e si diresse verso casa da suo figlio Giorgio che di certo lo stava aspettando.
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