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Gay & Bisex

Andrea & Matteo - 10- Finale


di Marcus95
18.09.2022    |    7.449    |    15 9.3
"Andrea prese Michele per i fianchi e gli alzò il culo..."
Capitolo 10: 35 Anni - Parte 2



Dopo cena Andrea e Matteo andarono sul ponte a vedere le stelle. Mentre uscivano dal ristorante Matteo notò un ragazzo che li stava fissando. In effetti non aveva tutti i torti, Andrea aveva solo una canottiera grigia che metteva in mostra i suoi bei muscoli. Andrea otteneva un sacco di sguardi da tutti i presenti, uomini e donne.

Andrea era rapito dal mare, guardava all’orizzonte dove c’era solo il buio, non si vedeva niente. Il sole era tramontato da diverse ore ma Andrea voleva vedere in quel buio. Gli piaceva quel momento di pace e di riflessione. Matteo non osava dire niente.

Matteo aveva dei jeans corti e una maglietta semplice. Andrea aveva una canottiera grigia e dei pantaloncini che mettevano in risalto il suo culo e il suo pacco e il suo culo e il suo pacco. Ci si perdeva in quel vortice, tutto si ripeteva. Matteo non sapeva decidere quale dei due fosse più bello: culo, pacco, culo, pacco. Così fino all’infinito.

Mentre Andrea continuava senza sosta a guardare il mare, Matteo potè notare con la coda degli occhi che il ragazzo che li stava fissando al ristorante era a pochi passi che fissava il culo di Andrea. Matteo si mise a ridere sonoramente attirando l’attenzione di Andrea che lo guardò storto.

«C’è un ragazzo che ti sta pedinando da tutta la serata per vederti il pacco o il culo» disse Matteo indicando visibilmente il ragazzo a una decina di metri da loro.

Immediatamente lo sguardo di Andrea si posò su quel ragazzo che fu visibilmente in imbarazzo. Andrea lo squadrò da capo a piedi ma essendo un po’ buio non potè vederlo bene. Vedendo che il ragazzo non si allontanava, Andrea fece un gesto con la mano invitandolo ad avvicinarsi.

Il ragazzo era come pietrificato. Non sapeva più come camminare ma passo dopo passo i suoi piedi si mossero e si avvicinò ai due uomini muscolosi. Gli occhi di Andrea e Matteo erano su di lui.

Il ragazzetto avrà avuto sui 25 anni, magro, capelli neri e occhi scuri. Alto nella media e vestito come un adolescente. Maglietta e jeans corti, esattamente come Matteo. Il suo viso era molto tenero e infantile. Non aveva la barba, neanche un pelo, potè constatare Andrea. Sulle guance si erano creati dei piccoli cerchi rossastri per l’imbarazzo.

Quando il ragazzetto fu davanti a loro, Andrea si alzò bene ed espose i suoi muscoli da sotto la canottiera, allargò un po’ le braccia e mostrò i peli delle ascelle. Il ragazzino, anche se imbarazzato puntò il suo sguardo verso le ascelle di Andrea.

«È vero che ci stai pedinando?» Disse Andrea esponendo le spalle.

«N… no in realtà» disse il ragazzino preoccupato.

Andrea capì che era innocuo e non c’era motivo di fare il gradasso. Rilassò i muscoli e continuò. «Allora perché ci fissi?»

«Ti è caduto questo… a cena… al ristorante» disse il ragazzo mostrando nelle sue mani il portacarte di Andrea. «Non sapevo come approcciarvi… siete abbastanza inquietanti con quei muscoli».

Andrea guardò prima il volto del ragazzo e poi il portacarte. Si mise le mani in tasca e infatti non c’era più. Prese il portacarte dalle mani del ragazzo e con disinvoltura controllò che ci fosse tutto e se lo mise in tasca.

«Grazie ragazzo, sei stato molto gentile» disse Andrea mettendo una mano sulla spalla del ragazzo. «Come ti chiami?».

«Michele» disse il ragazzo.

«Bene Michele, come posso sdebitarmi con te?» Chiese Andrea rilassato.

Lo sguardo di Michele si posò prima su Andrea, poi su Matteo e poi nuovamente su Andrea. «Posso stare un po’ con voi ragazzi?».

“Cosa?” Pensarono all’unisono Andrea e Matteo.

«Ma non ci sono i tuoi genitori?» Chiese Matteo che era stato zitto fino a quel momento.

«Sono già andati in cabina a dormire. Erano stanchi».

«Vuoi, vorresti passare la serata con noi prima di andare a dormire?» Chiese Andrea per vedere se aveva capito bene.

«Sì. Tutto qui» disse Michele.

Andrea ci pensò su e non ci vide nulla di male. Matteo non era così d’accordo ma dato che Andrea era felice, acconsentì.

Michele si unì nei discorsi di Andrea e Matteo sul ponte prima di spostarsi in zona piscina dove si fecero tutti e tre un drink. C’era bisogno di alcol in quella serata.

La conversazione andò bene. Michele per lo più ascoltava anche se Andrea cercava di tirarlo sempre in mezzo giusto per non farlo sentire un estraneo.

«Oggi mi fanno male i polpacci» disse Andrea portandosi in avanti e toccandosi i polpacci un po’ indolenziti.

«Posso pensarci io» disse Michele con gli occhi fissi sulle gambe pelose di Andrea.

Andrea e Matteo potevano vedere tutto il desiderio di Michele verso quelle gambe dell’uomo più bello della nave.

«Allora che ne dici se andiamo in cabina un momento?» Chiese piano Andrea con gli occhi fissi su Matteo e non su Michele.

«Sì certo, così ti puoi sdraiare» disse Michele cauto. Sapeva che doveva ponderare bene le sue parole o sarebbe stata la fine per lui.

I tre ragazzi si alzarono e si diressero verso la cabina di Andrea e Matteo. Michele li seguiva incuriosito. La cabina di Andrea e Matteo era su un ponte molto pregiato infatti anche l’interno era abbastanza grande e con un bel balcone. Michele si guardava attorno e vedeva i due letti e le valigie dei due uomini.

Andrea si tolse le sneakers e le gettò vicino al letto e si sdraiò facendo finta che gli facesse male la gamba. Matteo si sedette sulla sua parte di letto. Michele rimase in piedi in mezzo alla stanza ma il su sguardo non era fisso sui due uomini che si stavano rilassando ma sulle sneakers alte di Andrea. Li guardava con grande intensità, cosa che non era sfuggita ai due uomini.

«Le vuoi comprare anche tu?» Chiese Andrea indicando le proprie sneakers sul pavimento.

La testa di Michele si mosse leggermente facendo cenno di sì.

«Provale, ti staranno un po’ grandi ma almeno ti fai una idea» disse Andrea fissando gli occhi golosi di Michele.

Michele si sedette su una sedia e si tolse le sue scarpe rimanendo con dei calzini della Puma neri. Si avvicinò al letto di Andrea e raccolse le sue sneaker con molta cautela. Le trattava come fossero due lingotti d’oro, super delicati. Le portò verso la sedia e infilò dentro il primo piede. L’emozione e l’erotismo erano visibili sul suo volto. Infilò anche l’altro piede. Potè sentire la scarpa, troppo grande come avevano detto, avvolgere il suo piede. Un posto dove solo poco tempo prima c’era il piede di Andrea, il bello della nave. Il volto di Michele era contento. Si alzò e camminò per la cabina con addosso le scarpe di Andrea.

«Allora ti piacciono?» Chiese Andrea troppo curioso di farlo crollare.

«Sì, sono molto comode» rispose Michele non sodisfando la curiosità di Andrea.

«Ti piace mettere il piede dentro alle scarpe indossate da un uomo poco prima?» Chiese Andrea creando un silenzio nella cabina. La risposta non si fece attendere molto.

«Sì, molto» rispose Michele guardando le sneakers di Andrea ai suoi piedi.

Gli occhi di Andrea incontrarono quelli di Matteo come una intesa.

«E che altro ti piacerebbe fare?» Chiese Andrea dandosi una toccata al pacco.

All’inizio Michele non se ne era accorto perché il suo sguardo era ancora fisso sulle sneakers di Andrea ma appena sollevò il mento vide Andrea con la mano sul pacco che se lo stava massaggiando. Si vedeva inoltre che qualcosa si stava muovendo sotto.

«Infilarlo dentro» disse Michele con gli occhi fissi in quelli di Andrea. «Posso?»

«Sono tue» disse Andrea.

Michele si tolse le sneakers dai piedi e si tolse anche le calze della Puma. Una volta a piedi nudi si alzò dalla sedia e si tolse prima i pantaloni rivelando degli slip verdi della Puma e poi si tolse pure quelli. La sua erezione, nella media, scattò fuori.

«Ma che bel pistolino che hai» disse Andrea toccandosi il pacco con più intensità mentre guardava il pene senza peli di Michele.

Michele si risedette sulla sedia e prese la sneaker di Andrea con una mano e con l’altra si teneva l’erezione. Avvicinò la scarpa alla sua cappella rosea e la fece entrare nella scarpa. Infilò dentro tutto il cazzo e gemette.

«Wow è bella calda ancora» disse Michele.

Andrea e Matteo risero della scena e guardarono Michele che iniziava a farsi una sega con la sneaker di Andrea. La faccia del ragazzino era contorta per via della eccitazione che stava provando in quel momento. Sentiva le pareti della sneaker strofinare contro il suo cazzo in tiro. Era una sensazione fantastica. Sentiva la scarpa che gli scappellava il cazzo e lui che aumentava il ritmo con cui se la premeva sull’inguine.

«Vuoi vedere il cazzone del proprietario di quelle sneakers?» Chiese Andrea con due occhi come quelli del diavolo tentatore.

Andrea non attese neanche una risposta che si stava già alzando. Michele vide il grande bozzo che c’era nei pantaloncini e si sorprese. Andrea si tolse la canottiera grigia e la buttò sul letto. Si avvicinò a Michele e si tolse anche i pantaloncini rimanendo con dei boxer. Michele iniziò quasi a sbavare. Il pacco di Andrea era una cosa mostruosa, non aveva mai visto una cosa così grande e aveva paura di vederlo senza mutande. Andrea si fece più vicino ancora con una mano che tirava l’elastico dei boxer e piano piano lo abbassava. Michele non fermava il movimento della sneakers sul suo cazzo in tiro, anzi era aumentato ancora.

«Eccolo» disse Andrea abbassando i boxer e mostrando la sua potente erezione. 23 centimetri di cazzone di uomo.

Gli occhi di Michele si dilatarono alla vista di quel cazzone enorme. Non solo era grandissimo e con due coglioni da toro enormi sotto ma la cosa che colpì molto Michele era il giusto ammontare di peli pubici. Erano ovunque, attorno al cazzone e sulle palle grosse. Ed erano anche belli neri. Era l’uomo perfetto, quello che tutti vorrebbero avere ma che tutti possono solo desiderarlo e solo pochi ottenere. Michele era quasi fuori di testa nel vedere quel corpo davanti a lui, un corpo bellissimo e un cazzo fuori dal comune. Andrea era una divinità e l’uomo perfetto. Inebriato da tutto questo erotismo e dalla eccitazione di avere la sneaker di questo uomo perfetto sul cazzo mentre si masturbava, lo hanno portato a un livello erotico così alto che non si accorse che le sue piccole palle si erano fatte vicine al suo pisello e così con un urlo venne dentro alla sneakers di Andrea che lo guardava come un angelo venuto da un altro pianeta.

La scena si era fermata. Michele aveva estratto la sneaker di Andrea dal suo uccello ma si vedeva che dentro era piena di sperma di Michele. Gli occhi di Andrea si abbassarono verso la sneaker per poi tornare a inchiodare quelli di Michel. Matteo dietro tratteneva il fiato, sapeva che per Andrea le sneakers erano importanti e nessuno poteva imbrattarle in quel modo.

«Hai sborrato nelle mie sneakers?» Chiese calmo Andrea, troppo calmo.

Michele guardò verso il basso e vide prima il suo cazzo ancora duro e bagnato e poi la sneaker che aveva in mano e si vedevano i fiotti di sborra bianca. Mosse la testa senza riuscire a dire una parola. Aveva letteralmente paura.

«Ora io riempio te!» Disse Andrea con una voce un po’ più alta ma super eccitata. Negli occhi di Michele solo terrore.

Andrea prese di peso Michele e della sedia lo lanciò sul letto. Gli tolse la maglietta e la gettò fuori dal letto. Prese la sua sneaker piena di sborra di Michele e se la portò al naso. Odorò bene e la getto verso Matteo che la prese al volo e odorò anche lui. Andrea prese Michele per i fianchi e gli alzò il culo. Si sputò molte volte sulla mano e andò a prendere il buco del culo di Michele tutto depilato. Passò la mano piena di saliva e infilò qualche dito dentro per allargargli il culo. Michele mugugnava come una vacca in calore sia per il piccolo dolore ma anche per l’eccitazione e l’attesa del vero piacere. Andrea si sputò ancora una volta nella mano e questa volta andò sul suo cazzone peloso. Se lo ravanò tutto e si fece una sega. Il cazzone era enorme e puntava dritto verso il culo innocente di Michele. Da come entravano le dita di Andrea, potè constatare che quel culo non era vergine e che ci erano passati dei bei cazzi grossi. Almeno per fortuna era abituato a cazzi grossi. Sarebbe stato un bel problema fosse stato il contrario.

«Ora goditi la scopata più bella della tua vita. Adesso ti scopa un vero uomo» disse Andrea a denti stretti e avvicinando la cappellona al culo del ragazzo.

Michele tirò un urlò quando il cazzone di Andrea entrò per metà e poi piano piano fino alle palle. Oramai aveva 23 centimetri di cazzone nel culo e già godeva come una cagna che voleva essere riempita.

Andrea una volta capito che Michele si era abbastanza abituato a quella minchia enorme che aveva come cazzo, iniziò a montarlo come un cavallo. Si precipitò sul suo culo affondando tutto il cazzo dentro e tirarlo fuori. All’inizio con un ritmo lento e a ogni affondo Michele mugugnava sia di dolore ma anche di eccitazione. Man mano che ci prendeva gusto Andrea aumentò il ritmo diventando come un toro. Il suo cazzone entrava e usciva da quel culo glabro a grande velocità. Sentiva la parete anale che stringeva il suo cazzone aumentando l’eccitazione della scopata. Anche Andrea mugugnava forte per le spinte della monta. Lo cavalcava come un matto e Michele gridava sotto. Erano grida di profonda eccitazione, si sentiva che era arrapato come un matto che quella sarebbe stata davvero la scopata più bella della sua vita. Andrea cavalcava forte quel culo con le palle pelose che sbattevano contro quel culo giovane. Lo cavalcava così forte che il letto sbatteva contro la parete e per fortuna erano l’ultima cabina del corridoio. La forza di quelle spinte erano così forti che in quella cabina tremava tutta.

Michele faceva del suo meglio nel rimanere stabile sulle quattro zampe ma non era facile se un uomo scopava così forte. Le spinte di Andrea erano così forti che ogni volta si sentiva il suo cazzone non solo fino allo stomaco ma fino alla gola. Erano delle spinte così forti che gli davano un senso di riempimento come nessuno aveva fatto mai. Era semplicemente pura gioia. Andrea non accennava a smettere, anzi andava sempre più forte gemendo forte e spingendo il suo cazzone dentro a quel culo così stretto.

«Oh sì adesso senti che ti ingravido. Senti la vera sborra di un uomo» disse Andrea urlando questa volta.

Con dei colpi ancora più decisi dentro al culo di Michele, Andrea venne e per Michele fu come avere un fiume in piena dentro allo sfintere. Fu inondando da un liquido caldissimo e potentissimo. Andrea spingeva ancora mentre sborrava nel culo di Michele.

Agli ultimi schizzi di sborra Andrea uscì dal buco di Michele e lo prese per il collo e lo ribaltò sul letto per avere la sua bocca sul suo cazzone. Gli infilò tutti e 23 centimetri in bocca in mezzo secondo. Michele smise di respirare ma si gustò la sborra di un vero uomo. Molto zuccherina ma con un sapore particolare. Non aveva e non assaporerà più niente di simile. Dopo aver assaggiato tutto Andrea tirò fuori il suo cazzone ancora duro dalla bocca di Michele e lo lasciò stare.

Michele rimase in posizione per tre secondi ma poi crollò sul letto sdraiato. Le gambe non reggevano più. Nessuna parte del corpo non reggeva più. Era stato aperto da un vero uomo. In quel momento prima di essere congedato per sempre da Andrea pensò che quella era davvero la scopata migliore della sua vita e che non avrebbe mai più sperimentato.

***

Andrea e Matteo erano sul ponte della nave. Davanti a loro solo il mare. La vacanza stava per finire. Da lì a poche ore avrebbero attraccato al molo di destinazione. La vacanza era finita e bisognava tornare alla propria vita. Andrea e Matteo si erano divertiti davvero tanto in tutti quegli anni e anche in quella vacanza in crociera. Avevano scopato tanto, sia tra di loro che con altri passeggeri della nave. Non si erano mai limitati o posti dei limiti senza senso. Solo sesso e sesso ancora. Alla fine la cosa che importava erano loro due: Andrea e Matteo, Matteo e Andrea. Migliori amici e compagni di avventure. Uno era la spalla dell’altro e anche il proprio complice. Il loro rapporto poteva solo crescere e intensificarsi.

La realtà si stava avvicinando sempre di più. Dovevano lasciare quella nave e tornare dalle proprie famiglie e al proprio lavoro. Però Andrea sarebbe anche ritornato da Giorgio, suo figlio che alla fine gli era mancato.

«Torni da tuo figlio finalmente» disse Matteo contento.

«Sì esatto».

«Sta diventando grande».

«Sì, sta davvero diventando grande. Tra qualche anno gli spunteranno anche i peli sul cazzo e lì sarà un bel momento» disse Andrea guardando al futuro.

«Eh sì. Chiamami quando avrà i peli sul cazzo» disse Matteo sorridente.

«Certamente amico mio» disse Andrea mettendo la sua mano sulla spalla di Matteo. «Gli insegneremo assieme a diventare un uomo».


FINE
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