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Gay & Bisex

Che Voglia di Palestra - 3


di Marcus95
07.09.2021    |    15.491    |    26 9.2
"Nicola si afferra il pacco da sopra i pantaloni e si vede che il bozzo non è più moscio..."
Usciamo dalla palestra e Nicola cambia espressione. La sua moto è sotto la pioggia battente che è arrivata mentre ci stavamo allenando. Il suo sguardo è fisso sulla moto.

“Non ci voleva. Ma perché deve piovere proprio ora” dice Nicola arrabbiato.

Io lo guardo non sapendo cosa dirgli ma una idea in testa mi era già venuta ma voglio aspettare a dirla. Lo guardo mentre si dispera e cerca una soluzione.

“Se vuoi ti posso dare un passaggio io con la macchina fino a casa e poi puoi andare a prendere la moto quando smette di piovere” gli dico cercando di rassicurarlo.

Nicola mi guarda e i suoi occhi si illuminano.

“Lo faresti davvero? Non abito molto lontano. Giusto un quarto d’ora ma con questa pioggia non me la sento di andare in moto” dice Nicola guardandomi.

Io gli sorrido e andiamo correndo verso la mia macchina ed entriamo velocemente per non bagnarci troppo. Vediamo un fulmine seguito da un tuono.

“Grazie Marco non saprei cosa farei senza di te oggi” dice Nicola disperato ma grato di quello che stavo facendo per lui.

Guido piano sotto la pioggia forte facendomi indirizzare da lui verso casa sua. In effetti ci mettiamo anche poco prima di arrivare davanti a casa sua. Una piccola villetta con un giardino davanti dove dovrebbe esserci la sua moto ma che questa sera è rimasta alla palestra. Piove ancora forte e si sente la pioggia picchiare sulla macchina.

“Vuoi entrare che ti offro una birra o qualcosa d’altro” dice Nicola guardandomi.

“No va bene così” rispondo.

“Sul serio? È per sdebitarmi di questo inconveniente” aggiunge.

Ci penso su ma alla fine decido di rimanere un per una cosa da bere. Poi con questa pioggia non ho voglia di rimettermi in macchina.

“Va bene ma devo avvisare prima i miei” dico mandando un messaggio a mia madre dicendole che arriverò tardi che mi fermo da un amico per via della pioggia.

Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso casa sua. Da fuori non riesco a scorgere molto anche perché voglio solo entrare in un posto asciutto. Aperta la porta ci accoglie un salotto molto carino e minimale ma con una televisione a schermo piatto appesa al muro. Sul lato destro c’è una cucina molto carina anch’essa. Nicola butta il suo borsone per terra vicino all’ingresso e si toglie le scarpe da ginnastica rimanendo con dei calzini bianchi. Va in cucina ed apre il frigorifero.

“Che cosa vuoi da bere? Una birra va bene?” mi chiede educato.

“Ti direi di sì ma devo guidare quindi andrei per una Coca-Cola se ne hai” replico a bassa voce.

“Puoi rimanere a mangiare qui stasera. Tanto pioverà per un bel po’” dice lui guardando fuori dalla finestra la pioggia.

“Non voglio essere d’intralcio”.

“Ma no tranquillo. Cenerai con me e mio fratello questa sera, se torna” dice lui prendendo due birre dal frigorifero.

Avevo già preso il telefono per avvisare i miei ma mi blocco.

“Tuo fratello?” chiedo un po’ dubbioso.

“Sì mio fratello. Abitiamo assieme. Questa è anche casa sua” spiega lui andando a prendere un apribottiglie.

“Oh okay” dico io sempre dubbioso ma decido di mandare un messaggio ai miei ugualmente dicendo che mangio fuori.

Nicola apre le birre e me ne porge una. Mi fa strada verso l’ingresso, prende il suo borsone e se lo mette in spalla. Dopo va verso le scale e saliamo al secondo piano dove ci sono le camere da letto, una sua e una di suo fratello, e al centro il bagno. La camera di Nicola è quella che dà sulla strada.

Quando entriamo vedo una stanza abbastanza disordinata con il letto sfatto, una scrivania con dei fogli sopra e un bel computer, molto probabilmente gli piace giocare online. Su una mensola c’è anche una televisione, più piccola di quella del soggiorno ma comunque una bella televisione. C’è una libreria con dei trofei e pochissimi libri.

Ma quello che di più mi salta all’occhio è il paio di boxer bianchi vicino al letto per terra. Io li guardo con bramosia.

Nicola butta il borsone vicino alla porta e si guarda attorno.

“Scusa per il disordine ma vivendo praticamente da solo non ho voglia di tenere in ordire anche camera mia. È un po’ il mio regno sai” dice lui scusandosi, a modo suo, del disordine in quella camera.

“Tranquillo ti capisco. Io devo tenere tutto in ordire altrimenti i miei si arrabbiano” dico io con una risata.

Nicola va vicino al letto e vede i suoi boxer per terra.

“Cazzo scusa guarda che disordine” dice prendendo i boxer in mano. “Io dormo in mutande”.

Lancia i boxer sul letto come se nulla fosse e si siede sulla sedia vicino alla scrivania.

“Siediti pure dove vuoi. Vai sul letto che tanto è già un disastro” mi dice lui.

In effetti non ci sono molti posti dove potersi sedere. Mi siedo su un angolo del letto e lo guardo. Lui rimane zitto e mi fissa.

“Cosa mangiamo?” gli chiedo curioso e famelico.

“Pizza?” dice lui con aria strana.

“Sì certo” rispondo.

Nicola si guarda attorno cercando qualcosa e quando non la trova si alza in piedi.

“Aspetta qui, vado a prendere la lista delle pizze. Forse è rimasta di sotto” dice mentre si avvicina alla porta e scende le scale.

Rimasto solo nella sua stanza la prima cosa che faccio è guardare quelle mutande bianche usate da Nicola per una notte intera. Chissà che odore hanno, chissà se ci sono delle macchie sopra? Chissà quanto sapranno di uomo.

Con una mano tremante mi allungo sul letto e le prendo in mano e le apro sulle mie gambe. Sono dei classici boxer di Calvin Klein. Fuori non ci sono macchie. Ascolto con l’orecchio dove si possa trovare Nicola ma sento solo dei cassetti che scorrono e sbattono quindi deve essere ancora in cucina. Non voglio mica farmi beccare con i suoi boxer in mano.

Con velocita li afferro e li porto alla faccia. Immediatamente mi permea un odore forte di uomo e di sudore. Col naso vado verso la posizione delle palle e lì l’odore è ancora più forte. Mi sposto un po’ di lato e oltre all’odore di palle sudate si aggiunge anche quello lieve dell’urina. Inspiro profondamente quegli odori che sanno di Nicola. Ora so anche che odore ha Nicola in mezzo alle gambe. Che buono!

Mi stacco leggermente e mi metto una mano sul pacco e stringo forte. Mi si sta rizzando velocemente. Rivolto le mutande sottosopra e guado l’interno. Non si vedono chiazze ma quando annuso l’interno l’odore di palle sudate è fortissimo. Non ci credo che lui le abbia usate solo una notte sola. Queste mutande le cambierà ogni tre giorni o dopo una settimana, tanto le indossa solo per andare a dormire. Le riavvicino al naso e inspiro ancora una volta. Sono come una droga per me queste mutande.

Sento dei rumori di qualcuno che sale le scale così lancio le mutande dove le aveva messe Nicola precedentemente e lo vedo entrare in camera.

“Scusami eccomi qui. Scegli quella che vuoi, offro io” dice lui passandomi la lista delle pizze. “Vieni pure alla scrivania. Aspetta ti faccio spazio” aggiunge.

Nicola si avvicina alla scrivania e sposta le carte che la riempiono. Io lo guardo attentamente mentre sposta i fogli e da uno di quelli cade qualcosa sul pavimento. Ci metto poco a mettere a fuoco e capire che è un preservativo ancora sigillato.

Di scatto mi abbasso e lo prendo in mano per non farlo sporcare. Sto per rimetterlo sulla scrivania quando leggo la scritta sopra la confezione: “XL”. In effetti il pisello di Nicola è un XL di tutto rispetto. Ha un bel pisellone e ovviamente indossa dei preservativi grandi. Nicola nel frattempo mi guarda.

“Beh mi sembra giusto con quello che hai” dico io passandogli il preservativo.

Lui lo prende in mano e mi guarda. “Grande cazzo, grandi responsabilità e grandi preservativi” dice ridendo.

Io rido alla sua battuta anche se c’è poco da ridere. Ha davvero un pisellone enorme Nicola e fa bene a vantarsi delle sue dimensioni. Io non posso fare lo stesso. Nicola posa il preservativo sulla scrivania e accende il computer.

“TI devo far vedere i pesi che ho comprato così posso allenarmi anche a casa. Sono una roba pazzesca” dice Nicola accedendo al suo account. Il computer è un po’ lento a caricare la pagina iniziale.

“Dovrei cambiare anche sto affare. È di una lentezza che mi fa cadere le palle ogni volta” dice ridendo.

Il computer carica la pagina e sullo schermo appare una pagina porno con un video in pausa che non era stato ancora finito di essere guardato.

Io guardo lo schermo ammutolito e Nicola appena si accorge della schermata inizia a ridere.

“Ops, prima della palestra mi sono un po’ dato da fare. Comunque devi vedertelo questo, la ragazza mi fa impazzire” dice mostrandomi il nome del video. “Te lo rizza in pochi secondi, guarda”.

Nicola si afferra il pacco da sopra i pantaloni e si vede che il bozzo non è più moscio. Io lo guardo con forte interesse ma senza farmi beccare.

“Questa ragazza mi arrapa troppo” dice con voce baritonale. La voce di Nicola è così bassa e sensuale che ogni volta mi scioglie.

“Noto. Vedo che ti sta facendo un bel effetto” dico puntando il suo pacco e sorridendo.

“Si uomo, avrò anche trent’anni ma le seghe non riesco a non farmele” dice serio.

Mi guarda bene sul davanti e nota che anche il mio pacco è più grosso del solito. La cosa divertente è che lui non sa che il mio si è ingrossato perché vedevo il suo e non per la ragazza nuda sullo schermo.

“Ci vediamo un porno uomo?” chiede dal nulla.

“Cosa?” chiedo io incredulo. Nicola vuole farsi una sega in camera sua con me vicino e vuole anche mi unisca a lui?

“Dai siamo tra uomini, poi direi che ce li siamo visti. Non aver timore” dice lui appoggiando una mano sulla mia spalla.

“Okay… va bene” dico io quasi con voce tremante.



Ecco la terza parte. Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti ;)
XOXO
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